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Ultimo utente: Aktarusq79
ciao a tutti, sono un praticante di aikido Iwama Ryu che da alcuni mesi, complice anche il fatto di aver cominciato ad integrare al mio aikido il pugilato, sento più che mai l'esigenza di cambiare approccio. D'altronde se ne è parlato sempre in questo forum con thread del tipo "aikido e difesa personale", "ma l'aikido funziona?" ecc. Fino a poco tempo fa consideravo l'idea del confronto un eccesso di ego, ritenendo al contrario l'aikido, arte del non-confronto, come la più nobile delle discipline. D'altronde, in tutte le palestre di ciascun stile ci viene insegnato da subito che l'aikido, in quanto budo, ha a che fare con la vita e la morte, mentre in un contesto sportivo le regole finirebbero per vietare molte tecniche pericolose e snaturare così la disciplina della sua "marzialità". Beh, siamo per un attimo sinceri con noi stessi: non è forse, questa fissa di non volersi confrontare, una ottima scusa per autoproclamarsi maestri di qualcosa, la difesa personale, di cui in fondo non si sa nemmeno cosa sia? è possibile imparare a difendersi da aggressioni di persone che per definizione non sono collaborative, studiando unicamente assieme a uke collaborativi? Davvero vogliamo continuare a sudare sul tatami per imparare tecniche che potrebbero funzionare unicamente contro ubriachi da bar, mentre se ci trovassimo davanti al pincopallino di turno che ha fatto 3 mesi di thai, boxe, judo, bjj o altro, (che in sostanza quando attacca NON SI SBILANCIA, dunque è impossibile creare il cosiddetto VUOTO) non potremo applicare nulla di quello che abbiamo studiato per anni? E non parlo per forza delle solite risse da strada, ma di semplice sparring amichevole, provare per credere!!
Ora, onestamente, qualcuno tra i colleghi aikidoki dovrebbe dirmi perchè in Italia una forma di competizione del genere suscita così scandalo. Ho provato a parlarne con diversi maestri, e tutti mi hanno guardato con gli occhi di un prete che osserva un concerto death metal. Davvero pensate che la competizione possa rappresentare un male per la nostra disciplina? Secondo me al contrario potrebbe essere un ottimo modo, nell'era delle mma (che a livello filosofico-scientifico corrispondono al verificazionismo: devo vedere nella pratica prima di dire che una cosa funziona) per ridare valore marziale all'aikido. Come già il fondatore del judo Jigoro Kano aveva intuito, la sportivizzazione di una arte marziale, se fatta nel modo giusto, (ovvero a integrazione,non sostituzione, della pratica tradizionale) rappresenta un ottimo test per verificare i risultati raggiunti e MIGLIORARSI. Inoltre sarebbe un ottimo stimolo per i praticanti più giovani a continuare questa bellissima disciplina, invece che abbandonare, come spesso succede, per dedicarsi a pratiche più libere e meno frustranti.
Arrivo alla domanda: perchè in Italia non esiste alcuna federazione di shodokan aikido? Mentre invece in svizzera, spagna, inghilterra, francia sì? Qualcuno conosce le modalità con cui importare una competizione del genere nel nostro paese? Bisogna chiedere al CONI? Andare a studiare 3 anni in Giappone o in Inghilterra per tornare con un 5 dan in Tomiki Aikido e la licenza di insegnamento? Lo chiedo più per curiosità, sono un semplice Shodan e non ritengo avere né l'esperienza né le conoscenze adatte a tale scopo. Ma tra chi leggerà questo post, ci scommetto che qualcuno c'è, ed è a quel qualcuno che mi rivolgo!
« Risposta #2 inserita:: Aprile 09, 2014, 15:51:32 »
grazie ten chi ichi per il link. Avevo già letto la lunga discussione a suo tempo, ora l'ho riletta ma non ho trovato alcuna risposta alla mia domanda. Solo discussioni più o meno sterili sul come e perchè occorrerebbe introdurre un pò di agonismo nella nostra pratica. Forse ho sbagliato io a introdurre il mio discorso, ma con questo thread non mi interessa dare vita all'ennesima speculazione fine a se stessa sul "giusto o sbagliato" della competizione nell'aikido. L'aikido competitivo esiste già, e si chiama Shodokan Aikido, una volta preso atto di ciò, quello che chiedo è come sia possibile portarlo in Italia.
Voglio dire, siamo riusciti a portare nel nostro paese il Curling, perchè diamine non potremo fare lo stesso con questo stile di aikido? Esiste forse una setta di oscuri burocrati che impedisce ogni forma di cambiamento e ci condanna per l'eternità alla pratica collaborativa perchè "l'aikido-è-così-e-basta-punto"? Ammesso che la risposta sia no, qualcuno è a conoscenza delle procedure burocratico- amministrative che occorrono per importare uno stile del genere dall'estero?
Di questo vorrei parlare, non di fanta-scenari in cui, gattopardianamente, si mette in discussione tutto per lasciare tutto come era prima. Ringrazio chiunque sia interessato all'argomento ad espormi il suo punto di vista.
« Risposta #3 inserita:: Aprile 09, 2014, 16:20:35 »
Credo che la cosa più semplice sia contattare, se esiste, la sede centrale o il vertice della disciplina e chiedere... Dopodichè ci può anche essere il gusto di essere pionieri e di nicchia, viste certe realtà.
in tutte le palestre di ciascun stile ci viene insegnato da subito che l'aikido... ...ha a che fare con la vita e la morte, mentre in un contesto sportivo le regole finirebbero per vietare molte tecniche pericolose e snaturare così la disciplina della sua "marzialità".
Mai sentite, mai pronunciate. Non direi in tutte le palestre.
non è forse, questa fissa di non volersi confrontare, una ottima scusa per autoproclamarsi maestri di qualcosa, la difesa personale, di cui in fondo non si sa nemmeno cosa sia?
Nell'associazione di cui faccio parte, ma credo in tutte, 1) non ci si autoproclama maestri ma si viene nominati; 2) si viene nominati istruttori di aikido, non di DP. Io ignoro cosa sia la difesa personale: non è il mio campo.
è possibile imparare a difendersi da aggressioni di persone che per definizione non sono collaborative, studiando unicamente assieme a uke collaborativi?
Davvero vogliamo continuare a sudare sul tatami per imparare tecniche che potrebbero funzionare unicamente contro ubriachi da bar, mentre se ci trovassimo davanti al pincopallino di turno che ha fatto 3 mesi di thai, boxe, judo, bjj o altro, (che in sostanza quando attacca NON SI SBILANCIA, dunque è impossibile creare il cosiddetto VUOTO) non potremo applicare nulla di quello che abbiamo studiato per anni?
Se ti diverti sul tatami, la risposta è si. Se non ti diverti più, chi ti obbliga a continuare?
Arrivo alla domanda: perchè in Italia non esiste alcuna federazione di shodokan aikido? Mentre invece in svizzera, spagna, inghilterra, francia sì? Qualcuno conosce le modalità con cui importare una competizione del genere nel nostro paese? Bisogna chiedere al CONI? Andare a studiare 3 anni in Giappone o in Inghilterra per tornare con un 5 dan in Tomiki Aikido e la licenza di insegnamento? Lo chiedo più per curiosità, sono un semplice Shodan e non ritengo avere né l'esperienza né le conoscenze adatte a tale scopo. Ma tra chi leggerà questo post, ci scommetto che qualcuno c'è, ed è a quel qualcuno che mi rivolgo!
Aiki saluti a tutti!
Secondo me, se tu fossi un insegnante di shodokan (e se mi dici che in Italia non c'è, allora il tuo "titulo" dovresti conseguirlo fuori dallo Stivale), potresti senza dubbio farti riconoscere dal CONI tramite un qualsiasi EPS.
« Risposta #5 inserita:: Aprile 11, 2014, 20:38:32 »
Nessuno ti vieta di incontrarti con chi la pensa come te, prendere un tanto ben ricoperto da materiale gommoso e divertirti. Personalmente a me piace ciò che faccio. Cerco di evitare i confronti anche prima che la situazione si venga a creare...Non è forse anche questo aikido?
Quello che impari in un dojo e se veramente ti può salvare sta a te. Io mi alleno con 2 poliziotti e uno di loro ha usato aikido sul lavoro in maniera positiva. Io le prendo anche dalla mia figlioletta di 9 anni hehe.
« Risposta #6 inserita:: Aprile 11, 2014, 21:13:31 »
Come forse ho già raccontato su questo forum, una delle rarissime colluttazioni fisiche " extra palestra" la risolvetti con uno sporchissimo irimi nage... Ed erano piú di 15 anni che non praticavo piú aikido...
Nessuno ti vieta di incontrarti con chi la pensa come te, prendere un tanto ben ricoperto da materiale gommoso e divertirti. Personalmente a me piace ciò che faccio. Cerco di evitare i confronti anche prima che la situazione si venga a creare...Non è forse anche questo aikido?
anche a me piace quello che faccio. Sul fatto di evitare i confronti prima che la situazione si venga a creare, beh, io la sera guardo telefilm in casa con la ragazza, per cui della difesa personale "da strada" non me ne può fregare di meno! Però quando sono in palestra mi piace pensare di stare facendo difesa personale. Secondo me il fascino anche estetico delle tecniche va misurato con il metro dell'efficacia; i movimenti di rotazione nell'aikido esistono nella misura in cui sono funzionali a una determinata risposta difensiva no? Altrimenti diventa altro, danza, zumba o non so cosa.
Quello che impari in un dojo e se veramente ti può salvare sta a te. Io mi alleno con 2 poliziotti e uno di loro ha usato aikido sul lavoro in maniera positiva. Io le prendo anche dalla mia figlioletta di 9 anni hehe.
Su questo non sono d'accordo, nel senso che non penso che il tatami sia un calderone magico da dove poter attingere le tecniche. Il grado di apprendimento sta, prima che nelle capacità soggettive, nel METODO con cui ci si applica. E, tornando alla mio discorso originario, penso che un pò di sano agonismo (ecco, l'ho detto) potrebbe farci solo che bene, così come fa bene ai praticanti di judo, di boxe, di lotta. Sarebbe quel tassello mancante di questa nostra bellissima disciplina, un piccolo momento di verità dove per un momento ci si mostra per quello che si è veramente: corpi che si muovono, fintano, che non vogliono farsi prendere i polsi. Ho parlato di Tomiki Aikido perchè è l'unico stile a prevedere un randori di questo tipo, ma d'altra parte la difesa da coltello la studiamo in praticamente tutti gli stili giusto? Non dovrebbe essere una cosa così a noi aliena.
Credo che la cosa più semplice sia contattare, se esiste, la sede centrale o il vertice della disciplina e chiedere... Dopodichè ci può anche essere il gusto di essere pionieri e di nicchia, viste certe realtà.
Ma vedi come dicevo io non penso di poter avere l'esperienza o anche solo il prestigio sociale da poter, che ne so, organizare un seminario in Italia con qualche rappresentante importante di questo stile. Cioè ho anche provato a inviare loro un paio di mail alla sede di Londra ma non mi hanno risposto. E ovviamente non posso andare la da loro. Dovrebbe pensarci qualche supermaestro 30° dan interessato alla cosa, ma da quello che ho capito dubito che succederà
« Risposta #8 inserita:: Aprile 12, 2014, 22:08:03 »
Non puoi dire che ti piace quello che fai visto che certi qualcosa di differente. Non tutti cercano il confronto in aikido, se no puoi sempre andare verso l'aikijujitsu. Personalmente se dovessi essere attaccato mentre cammino con mia figlia al fianco non penserei di certo alla filosofia aikido. Cercherei di finire in fretta e in modo che l'attaccante non si possa più alzare...il che non è aikido. Quindi si già che non è difesa personale, almeno il mio aikido.
« Risposta #9 inserita:: Aprile 13, 2014, 03:14:18 »
ma una volta che s'impara la tecnica..non si puo' con un compagno provare a porre resistenza?..oppure chiedere se in qualche palestra di sdc se sono disposti a collaborare.. tu fai cmq anche boxe..quindi ti viene semplice provare.. se ti va posta un video..comunque vada sara' interessante..
Non puoi dire che ti piace quello che fai visto che certi qualcosa di differente. Non tutti cercano il confronto in aikido, se no puoi sempre andare verso l'aikijujitsu.
Io penso invece che proprio perchè c'ho il pallino dell'aikido mi pongo il problema di metterne in discussione certe metodologie, altrimenti farei qualcosa d'altro e basta non credi? Sull'aikijujitsu, ho assistito ad una lezione, guardato un sacco di video e di confronto non ne ho visto l'ombra.
ma una volta che s'impara la tecnica..non si puo' con un compagno provare a porre resistenza?..oppure chiedere se in qualche palestra di sdc se sono disposti a collaborare.. tu fai cmq anche boxe..quindi ti viene semplice provare.. se ti va posta un video..comunque vada sara' interessante..
provare ad afferrare i polsi ad un praticante di boxe è un suicidio garantito. Pugni troppo veloci, guardia sempre coperta, direi non c'è molto spazio per le nostre tecniche. Invece sul footwork ho notato analogie molto interessanti, ad esempio per spostarsi verso la parte esterna dell'avversario (quella cioè dove non c'è il pugno forte) utilizzano regolarmente dei veri e propri tenkan, di 45° o 90° invece che di 180°.
« Risposta #12 inserita:: Aprile 14, 2014, 11:42:17 »
Ho perso il conto delle volte che sensei mi ha ripetuto "non afferrare il polso", specialmente su ikkyo e kotegaeshi....ma che ci posso fare, sono testardo hehe. Però quando ci alleniamo a fare kotegaeshi si jab devo dire che non mi viene da afferrare il polso. Sarà la velocità? Magari più il colpo è lento più tendo a focalizzare sull'arto...mah chissà
« Risposta #13 inserita:: Aprile 14, 2014, 13:48:21 »
@Marco " Invece sul footwork ho notato analogie molto interessanti, ad esempio per spostarsi verso la parte esterna dell'avversario (quella cioè dove non c'è il pugno forte) utilizzano regolarmente dei veri e propri tenkan, di 45° o 90° invece che di 180°."
Chiamasi "Hiraki Ashi" spostamento simile al al Tenkan ma con finalità differenti, rivolto più a un impiego "schermistico" che lottatorio, infatti molto presente in discipline di spada come kenjutsu e kendo
Molto interessante che la necessità crei convergenza
Uno degli equivoci piú grandi sull'aikido é che si tratti di afferrare i polsi
hai ragione, ho detto afferrare i polsi per essere sbrigativo ma so bene che nell'aikido c'è molto di più oltre ai polsi. Ad esempio, iriminage. Ti sembrerà assurdo ma a boxe (che ripeto faccio da poco tempo e della quale NON SONO esperto) sto allenando come mai fatto prima i principi dell'irimi (entrata). Si studia come intercettare un jab spostandosi nella zona morta dell'avversario per contrattaccare con un gancio o un montante. Irimi-atemi, che come sosteneva Ueshiba sono il 70% dell'aikido. è bello vedere che tutto torna