copio-incollo un lungo e palloso commento che ho postato altrove
La scorsa settimana ho avuto l'occasione di praticare una lezione di shodokan aikido (tomiki aikido) presso il dojo di ginevra, con il sensei Pietro Bonadei, V dan shodokan e rappresentante dello stile in Svizzera. Era un pò di tempo che volevo farlo, e devo dire che ne sono rimasto più che soddisfatto: mi si è aperto un mondo che non pensavo possibile nel campo dell'aikido.
Il fatto che nello stile siano previste forme di competizione, mi è stato ripetuto più volte, è motivato da fini di tipo pedagogico. Al pari del judo delle origini, il confronto non è mai fine a se stesso, ma viene visto come momento di verifica delle abilità apprese, in un contesto altamente regolamentato per salvaguardare l'incolumità dei praticanti. Inoltre...è divertentissimo! L'esecuzione dei kata e il randori sono 2 parti di uno stesso insieme e devono essere studiati in contemporanea. Alcune scuole, mi diceva il maestro, hanno cominciato ad abbandonare i kata per dedicarsi solamente alle gare, ma questo è sbagliato e contrario ai principi dello stile.
Il sensei si è dimostrato molto disponibile a far conoscere il proprio stile anche in Italia, dove peraltro si reca spesso.
Di seguito vi espongo alcune osservazioni a caldo, fermo restando che ho praticato solamente 2 ore (ma ho letto di tutto e di più a riguardo!)
In questo documentario storico vengono illustrate le 3 forme di randori con il tanto. Al min. 11:30 comincia l'ultimo livello, quello realmente non collaborativo. Notare l'abilità con cui vengono messi a segno alcuni ippon, soprattutto la capacità di uke di "capire" in una frazione di secondo quando è il momento di fare nage per assorbire la tecnica.
http://www.youtube.com/watch?v=5t1wrXha2TA
Toshu Randori. In questa forma di competizione a mani nude entrambi i contendenti provano a sbilanciarsi a suon di aikido, in un contesto molto regolamentato per salvaguardare la sicurezza. Non si possono ad esempio tirare atemi, ad eccezione dell'entrata sumiotoshi che però, per essere valida deve essere portata appoggiando prima la mano al mento avversario e poi spingendo, non come colpo (sempre ovviamente per ragioni di sicurezza). Inoltre è vietato afferrare il keikogi avversario, per evitare di cadere nelle dinamiche del judo che snaturerebbero la pratica. Notare l'abilità con cui, al min. 0:39, viene contrastato il tentativo di kokyunage, con un impeccabile sfruttamento dell'energia dell'avversario.
http://www.youtube.com/watch?v=WoQQlOEnSFI
Esistono 17 kata di base (randori no kata) che rappresentano le tecniche ammesse nel randori, anche se per ognuna sono presenti diverse varianti.
https://www.youtube.com/watch?v=ra6m6WxAOZA
mentre noi tutti, che non abbiamo un vero e proprio randori, esigiamo che le tecniche dei nostri kata siano eseguite con il corretto awase, in maniera più o meno fluida, a loro questo non importa: nello shodokan si fa una separazione rigida tra kata (fatto di tecniche stilizzate) ed applicazione (i diversi livelli di randori). Il risultato è che i loro kata vengono eseguiti in maniera davvero rigida, stile robot, che può fare storcere il naso a molti. Questi però acquistano estrema fluidità e dinamicità una volta trasferiti nel randori.
Una cosa che mi ha colpito dei loro kata, è il fatto che c'è una diversa concezione dei termini "tecnica di base" e "applicazione". Ad esempio, una loro tecnica base (min. 0:20) consiste nell'iniziare l'esecuzione di ikkyo e, appena uke si tira indietro per contrastare la tecnica, sfruttare la sua energia per entrare con sumiotoshi. Invece l'esecuzione completa di ikkyo, che siamo soliti considerare una tecnica di base, viene da loro considerata una "applicazione". Questo riflette una loro filosofia di fondo, che a pensarci bene non è affatto sbagliata: tutto cambia in base alle situazioni, e di fronte ad una presa ikkyo è più verosimile che un avversario tenti di ritrarre il braccio per non farsi buttare a terra invece che assecondare il movimento.
Il resto del repertorio aikidoistico, ovvero le tecniche più pericolose che non possono essere eseguite in un contesto competitivo, che richiedono l'utilizzo di atemi, bokken e jo, sono raccolte in un insieme di 50 kata chiamato Goshin No Kata, dove è fortissima l'influenza del Daito Ryu. https://www.youtube.com/watch?v=KFAFG8azMaI
Ho trovato poi curioso il fatto che nelle prese kosadori e katatedori si ruoti il polso un istante prima che uke lo afferri, per poi ruotarlo nuovamente nella direzione opposta e trovarsi in una situazione di vantaggio.
http://www.youtube.com/watch?v=Bv0MDKQX0JY
Questo è il sensei Tetsuro Nariyama, attuale rappresentante dello stile. Nariyama ha studiato a lungo, oltre che con Tomiki, con Hirokazu Kobayashi, che è tutt'ora un punto di riferimento per i praticanti di Shodokan.
http://www.youtube.com/watch?v=MWGOi63M81w
per concludere, esistono una serie di kaeshi waza per il tanto (che è colui che appunto impugna il tanto in competizione)
http://www.youtube.com/watch?v=nqvAJLvrG5A