Guarda, l'unico consiglio che mi sento di darti è quello di limare un po' di più le tecniche, nel senso che fa i molti movimenti "inutili". Ci sono online i video di Otsuka che esegue quasi tutti i kata dello stile (ad esempio, nel wadoryu di Otsuka non esiste la posizione kosadachi ma solo la posizione tsurudachi o gyakunekoashi), così come lo shutouke andrebbe eseguito in mahanminekoashi (almeno questo è quello che dice Otsuka stesso nel suo libro). Ovviamente se poi decidi di allinearti a Suzuki, alla wadoryu renmeni o alla japan wadokai va benissimo.
Ti ringrazio, molto interessante. I movimenti inutili non piacciono neanche a me, è che proprio non me ne rendevo conto Lo shutouke me lo facevano portare in hanmi-nekoashi, mentre in mahanmi ricordo solo il Pinan Yodan e poco altro. Ora non so di preciso quanto fosse un errore del maestro o una prescrizione della corrente a cui si allineava, però c'erano di sicuro molte zone grigie; ad esempio nel Kushanku mi si diceva che si poteva portare maegeri o sokuto "a piacere", quando poi, facendo un po' di ricerche, mi risulta che la tecnica corretta sia solo maegeri (e io tiravo sempre sokuto) :\
Altra curiosità (visto che ho la fortuna di parlare con degli esperti ne approfitto un po'), nel Jitte (kata per me nuovo che ho giusto provato 2-3 volte per memorizzarne la sequenza) cosa è meglio eseguire dopo haitto? Ho visto che c'è chi porta un solo taisho e altri che proseguono con tre attacchi in shikodachi in avanzamento. Personalmente mi sono allineato a quest'ultima opzione, ma mi pare strano che ci siano differenze tanto importanti.
Ancora sulle correnti, guarderò di sicuro molti più video (almeno tra quelli che si possono trovare in rete), ma faccio facilmente confusione. Addirittura all'inizio avevo inserito dei passaggi dello Shotokan pensando che fosse la stessa cosa... pensando che variare la velocità delle tecniche fosse una libertà del praticante. Suzuki mi piace fondamentalmente per due ragioni: per l'essenzialità dei gesti e per la potenza/struttura che trovo più in linea con la mia. Insomma, soltanto una scelta soggettiva. Devo un attimo orientare la bussola e incamminarmi in una direzione definita (possibilmente una con tanti video)
« Ultima modifica: Dicembre 11, 2014, 17:56:15 da krt »
« Risposta #16 inserita:: Dicembre 11, 2014, 19:39:39 »
Non preoccuparti troppo sei in buona compagnia :-)! senz'altro maegeri nel kushanku, e senz'altro 3 teisho in shikodachi nel jitte. La versione di Suzuki è diversa, ma credo sia una scelta personale di questo grande maestro. Per quanto riguarda lo shuto, Otsuka parla sempre di mahanmi nekoashi, e sia renmeni sia wadokai fanno così.
Non preoccuparti troppo sei in buona compagnia :-)! senz'altro maegeri nel kushanku, e senz'altro 3 teisho in shikodachi nel jitte. La versione di Suzuki è diversa, ma credo sia una scelta personale di questo grande maestro. Per quanto riguarda lo shuto, Otsuka parla sempre di mahanmi nekoashi, e sia renmeni sia wadokai fanno così.
Perfetto, tutto chiaro! Ora che ho provato a portare shuto in mahanmi in effetti ho ricordato vecchissime sensazioni sopite... una reminiscenza strana da descrivere Si vede che più che la posizione in sé dovevo riscoprire proprio l'uso dell'anca nella parata, però mi sto rendendo conto che ogni volta che riprovo l'equilibrio migliora e le gambe le sento più stanche. Non so se sia perché sto gradualmente usando percentuali maggiori della mia potenza o se dipenda dall'impegno nel tenere e stabilizzare le posizioni. Oggi ho avuto un contrattempo e ne ho approfittato per allenarmi in casa... ho eseguito una ventina di kata; in alcuni ho spinto anche un 70% abbondante e nonostante tutto l'equilibrio era migliore di quando ero al 50%
Mi piacerebbe tra un po' ad arrivare a meritarmi la cintura che indosso, anche se per gioco (visto il contesto). I problemi di salute che avevo ormai non mi danno quasi più fastidio e quindi non ho più scuse per migliorare
« Risposta #18 inserita:: Dicembre 13, 2014, 06:00:47 »
In bocca al lupo! se vuoi parlare anche di altri kata fatti avanti. Nel forum si parla troppo poco del wadoryu (sarà perché la maggior parte dei praticanti è più orientata al kumite).
« Risposta #19 inserita:: Dicembre 13, 2014, 14:08:59 »
...scusate non posso che intervenire anche se non pratico più o ben poco. Ho conosciuto Suzuki Tatsuo e i maestri Wado della Wijkf di John Wicks di Londra. Lo sciutò non è solo in ma-hamni-neko-ashi o hamni-neko-ashi, questo è l'allenamento giustamente "canonico" e chi ha visto eseguire i Katà da Suzuki ...lo comprende! Ma lo sciutò come le sotò uke e le Uchi ukè sono solo parate-posizioni talvolta momentanee. Chi volesse comprendere meglio lo "spirito del budo" che stava alla base del pensiero di Otzuka dovrebbe allenarsi (io l'ho fatto) con Hiroo Mochizuki dello Yoseikan-Budo. Capire come l'arte marziale sia stata "schematizzata" e "irrigidita" mentre in realtà non lo è e non lo può essere. Non lo dico per "promozione" perchè io non pratico Yoseikan ma garantisco che qualche allenamento con Mochizuki...apre la mente! Questo in realtà diventa il motivo per cui molti Karateka cercano in altri stili quello che dovrebbero trovare nel loro ma non è trasmesso correttamente o per nulla. E' la solita acquisizione di un pensiero che sembra "unico e totalizzante" mentre non lo è. Ciò non significa andare "fuori stile" come pensano molti ma non rinunciare ad una elasticità dell'arte in parte tolta dall'agonismo e dalla didattica delle federazioni. Insomma ho avuto la fortuna di allenarmi con maestri come Toyama (prima di Suzuki) e i nostri italiani di cui non posso che ben parlare visto che all'interno dell'allenamento facevamo anche Judo-Jiu-jitsu e Kobudo all'epoca della scuola Tamano...Bo Shorei Dai ichi e Dai i ni, Tonfa etc. Quindi un buon bagaglio tecnico. Ripeto guardatevi qualche filmato di Mochizuki o dello Yosikan e vedrete la Wado espansa, sviluppata e aperta. Otzuka non disse mai che il suo stile era "morto lì" con lui. Guardate come nello Yoseikan viene svilupata la mobilità dell'anca anche nel Kobudo , i Katà di Bo eTonfa sono favolosi...perchè? perchè finalmente uniscono il Karatè al Kobudo sotto lo stesso spirito del Budo giapponese. Poi ogniuno chiaramente pratica quello più consono ma l'evidenza e il progresso sono sotto gli occhi. Il resto? soldi e politica......!
« Ultima modifica: Dicembre 13, 2014, 14:24:51 da InzivilloBanzai »
In bocca al lupo! se vuoi parlare anche di altri kata fatti avanti. Nel forum si parla troppo poco del wadoryu (sarà perché la maggior parte dei praticanti è più orientata al kumite).
io mi chiamo Fabrizio Comparelli e sono di Roma.
Grazie, Maestro Da ragazzo preferivo senz'altro il kumite, crescendo ho cambiato punto di vista e allargato gli orizzonti Dubbi sparsi su altri kata che non sono riuscito a dirimere cercando in rete: - Posizione nel Rohai dopo il cambio di fronte (piroetta): attualmente uso kokutsu dachi, perché i filmati di riferimento (esempio Wadokai) propongono quella, ma ho trovato anche varianti in shiko/kiba dachi. - Nel Pinan Shodan ho sempre tirato sokuto, ma so che può essere utilizzato maegeri (come nel Kushanku)... posso continuare con sokuto o no? - Nel Wanshu ho almeno un paio di dubbi grossi. Non so se dopo il primo tsuki a 45° in shiko dachi c'è slittamento a destra (come in Jion) o meno. Personalmente non lo ricordavo, ma ho visto che molte correnti lo utilizzano (come nell'Empi dello Shotokan). Idem sul calcio/caricamento a ginocchio sollevato da eseguire prima degli slittamenti in avanti... Otsuka nei video non li utilizzava, ma si vedono spesso. Su questo sono davvero confuso. - Jitte: il ritmo delle jodan uke finali quale dovrebbe essere? Mi par di capire che fra la seconda e la terza (con mawatte) il tempo debba essere brevissimo, addirittura con torsione del busto per anticipare di un mezzo tempo. La certezza non ce l'ho :\
Thanks in advance per i chiarimenti.
P.S. Sono di Roma anch'io. Googlando il nome ho trovato in vendita un libro di kata scritto da un suo omonimo e ho deciso di farmi un piccolo regalo natalizio; oltretutto ho pubblicato da poco un romanzo, quindi non potevo proprio esimermi
« Risposta #21 inserita:: Dicembre 14, 2014, 20:00:54 »
Davvero hai scritto un romanzo?complimenti! in merito ai dubbio. Per rohai uso kokutsu anche io. Nei pinan e kushanku sempre maegeri. Nel wanshu non ho capito a quale movimento ti riferisci. Nel wanshu classico non esistono caricamenti o calci, ma il maestro Sukuzi lo ha inserito alla fine degli anni 60. io non lo eseguo (ma l'ho fatto in passato). Per quanto riguarda i ritmi sono personali. Direi comunque di terminare sempre le tecniche se le stai studiando, poi magari velocizzare. Spero il libro del mio omonimo ti piaccia e soprattutto che ti possa essere utile... dammi pure del tu.
Davvero hai scritto un romanzo?complimenti! in merito ai dubbio. Per rohai uso kokutsu anche io. Nei pinan e kushanku sempre maegeri. Nel wanshu non ho capito a quale movimento ti riferisci. Nel wanshu classico non esistono caricamenti o calci, ma il maestro Sukuzi lo ha inserito alla fine degli anni 60. io non lo eseguo (ma l'ho fatto in passato). Per quanto riguarda i ritmi sono personali. Direi comunque di terminare sempre le tecniche se le stai studiando, poi magari velocizzare. Spero il libro del mio omonimo ti piaccia e soprattutto che ti possa essere utile... dammi pure del tu.
Sì, l'ho pubblicato il mese scorso (iniziai a scriverlo quasi 6 anni fa). Sul mio canale Youtube ho uppato un video estemporaneo in cui lo presento in 5 minuti
Grazie mille per le risposte. Nel Wanshu parlavo dello slittamento verso destra che si vede spesso nella prima sequenza statica: gedan barai a destra dopo kamae che segue la prima tecnica (che oltretutto mi lascia perplesso, dato che sapevo che i kata Wado iniziavano sempre con tecniche difensive e uno tsuki verso il basso fatico a inquadrarlo in tal senso - per quello fino ad ora ho optato per gedan barai laterale). Più o meno provo ad eseguirlo così: https://www.youtube.com/watch?v=upMavdSb06Y ma confrontandolo con le varie gare noto quasi sempre notevoli discrepanze. Ok per le esecuzioni da consolidare... sono ripartito dai Pinan e rispetto a 15 giorni fa sono tutta un'altra cosa. Ho cercato di personalizzare la sequenza in avanzamento dello Shodan variando il modo di portare shuto (effettuando la seconda parata in modo più penetrante e la terza con caricamento più laterale, con l'idea di penetrare nella guardia e poi aprirla violentemente per creare lo spazio in cui infilare il nukite finale - o più semplicemente colpire di shuto uchi dopo la prima parata).
Il libro sono sicuro che sarà prezioso... e poi, sarà un piacere in sé leggerlo.
« Ultima modifica: Dicembre 15, 2014, 18:41:21 da krt »
« Risposta #23 inserita:: Dicembre 15, 2014, 19:12:10 »
Ho capito, mi aveva ingannato lo tsuki a 45 gradi. senza slittamento come nel video che hai postato è senz'altro più "ortodosso". Vado a spulciare il tuo canale youtube...
« Risposta #25 inserita:: Dicembre 22, 2014, 13:33:43 »
Grazie Marco per l'ironia.... ma non sono un maestro. Mi sono allenato con Suzuki (stage) e ho frequentato i maestri Wikf tutto li. Ho visto i filmati e con "solenne" "rigore" "giapponese" ti ripeto che devi controllare l'anca !!!! .... Per controllare l'anca si fa così: ti metti davanti ad uno specchio anche in piedi o shizen-tai e inizi a portare Tsuki destro, parte l'anca destra (lato destro) e poi un'attimo prima di tutta l'estensione del pugno l'anca sinistra (lato sinistro) chiude il movimento. Così per tutte le tecniche...tutte! Questo è il motivo perché non senti molto il Kimè nelle tecniche. Ad esempio nel Pinan San Dan (all'inizio) controlli poco le braccia e nella zenkutsu-dachi tendi a chiudere verso l'interno il piede avanzato flettendo leggermente il ginocchio. Non scherzo quando dico che i "fondamentali" cioè le basi tecniche vanno studiate tutta la vita! Ciò significa che ...fino alla nausea... devi allenare l'anca, le posizioni etc. per raggiungere la naturalezza. Ciò comporta confrontarsi con le propie erronee posture che talvolta hanno qualcosa di psicologico e somatico. Noi occidentali siamo molto "goffi" nel movimento e può sembrare strano ma una gran parte dell'allenamento serve per "sgrossare" la nostra goffaggine posturale. Per praticare meglio i Katà prova ad allenare separatamente dei "pezzi" di sequenza e poi cambia di modo da non annoiarti. Per la tecnica prova a fare molte ripetizioni tipo da hamni-neko ashi a neko-ashi e viceversa lavorando solo "solo" sull'anca dimentica le braccia. Oppure shiko-dachi-neko-ashi destro e sinistro lo stesso passaggio che "non " fai bene sempre nel Pina San Dan alla fine. Per quanto riguarda gli spazi basta che vai in una palestra con libera entrata (ad esempio vicino casa mia posso entrare con 10 euro) e farti gli allenamenti che vuoi. Molte palestre oggi hanno anche il sacco e gli specchi. Comunque se hai una e-mail mandamela in pvt, ti invio qualche filmato... Buone feste...
« Ultima modifica: Dicembre 22, 2014, 13:37:00 da InzivilloBanzai »
Grazie Marco per l'ironia.... ma non sono un maestro. Mi sono allenato con Suzuki (stage) e ho frequentato i maestri Wikf tutto li. Ho visto i filmati e con "solenne" "rigore" "giapponese" ti ripeto che devi controllare l'anca !!!! .... Per controllare l'anca si fa così: ti metti davanti ad uno specchio anche in piedi o shizen-tai e inizi a portare Tsuki destro, parte l'anca destra (lato destro) e poi un'attimo prima di tutta l'estensione del pugno l'anca sinistra (lato sinistro) chiude il movimento. Così per tutte le tecniche...tutte! Questo è il motivo perché non senti molto il Kimè nelle tecniche. Ad esempio nel Pinan San Dan (all'inizio) controlli poco le braccia e nella zenkutsu-dachi tendi a chiudere verso l'interno il piede avanzato flettendo leggermente il ginocchio. Non scherzo quando dico che i "fondamentali" cioè le basi tecniche vanno studiate tutta la vita! Ciò significa che ...fino alla nausea... devi allenare l'anca, le posizioni etc. per raggiungere la naturalezza. Ciò comporta confrontarsi con le propie erronee posture che talvolta hanno qualcosa di psicologico e somatico. Noi occidentali siamo molto "goffi" nel movimento e può sembrare strano ma una gran parte dell'allenamento serve per "sgrossare" la nostra goffaggine posturale. Per praticare meglio i Katà prova ad allenare separatamente dei "pezzi" di sequenza e poi cambia di modo da non annoiarti. Per la tecnica prova a fare molte ripetizioni tipo da hamni-neko ashi a neko-ashi e viceversa lavorando solo "solo" sull'anca dimentica le braccia. Oppure shiko-dachi-neko-ashi destro e sinistro lo stesso passaggio che "non " fai bene sempre nel Pina San Dan alla fine. Per quanto riguarda gli spazi basta che vai in una palestra con libera entrata (ad esempio vicino casa mia posso entrare con 10 euro) e farti gli allenamenti che vuoi. Molte palestre oggi hanno anche il sacco e gli specchi. Comunque se hai una e-mail mandamela in pvt, ti invio qualche filmato... Buone feste...
Ciao, il "Maestro" era per Kensei (giacché avevo trovato in vendita un suo libro di kata). Per quanto riguarda i fondamentali e l'anca, posso essere in parte d'accordo, ma la priorità l'ho data all'equilibrio. Quello per me viene prima del kime.
Nonostante la stanchezza degli ultimi giorni, ho rifatto i primi 4 Pinan... penso che i miglioramenti rispetto all'ultimo video siano palesi:
Tenere l'anca aperta in modo eccessivo in realtà non piace tantissimo, per una mia impostazione generale (non relativa al karate)... mi rendo conto che nei kata sia centrale, però vorrei salire d'intensità, velocità (che poi non è solo quella finale del pugno) e potenza per gradi. Non è che fare Jion, Bassai e via dicendo non mi faccia lavorare sulle tecniche principali, anzi...
PM dopo le feste, intanto auguri di Buon Natale!
P.S. Magari non è chiarissimo da che punto sia partito, dove ero quando mi allenavo in karate, boxe e via dicendo (sacco e palestra casalinga, 2-3 ore al giorno) e quanti acciacchi/ruggine debba gestire ora che sto decidendo di ritornare a divertirmi così. Resto convinto che per progredire verso i piani alti della piramide si possa salire da varie direzioni e io sento di star salendo... anche molto velocemente (per i miei standard attuali).
« Ultima modifica: Dicembre 24, 2014, 03:13:04 da krt »
« Risposta #27 inserita:: Dicembre 24, 2014, 05:00:39 »
Fabrizio va benissimo grazie... ho visto i nuovi video e il consiglio è ancora quello di pulire le tecniche (che del resto è un lavoro che dura tutta la vita). decontrazione a parte, ci sono ancora tantissimi movimenti "inutili", almeno del punto di vista del wadoryu. Ti faccio un esempio che non riguarda strettamente la tecnica: lo yoi. A volte incroci le braccia, a volte no. Qual è quello giusto?
Fabrizio va benissimo grazie... ho visto i nuovi video e il consiglio è ancora quello di pulire le tecniche (che del resto è un lavoro che dura tutta la vita). decontrazione a parte, ci sono ancora tantissimi movimenti "inutili", almeno del punto di vista del wadoryu. Ti faccio un esempio che non riguarda strettamente la tecnica: lo yoi. A volte incroci le braccia, a volte no. Qual è quello giusto?
Non si incrociano le braccia (almeno nel wadoryu), lo sapevo anche tanto tempo fa. Pensavo non importasse, praticando così per diletto personale e ho badato solo al calo di attenzione finale, in effetti lo yoi è una posizione non rilassata... anche se boh... nella vita reale non incrocerei mai le braccia XD
Più in generale, i movimenti inutili fatico sia a individuarli che a sentirli... probabilmente, se mi viene spontaneo così, significa che li facevo anche prima (e non ricordo di essere mai stato corretto su questo punto, visto il taglio della preparazione). I kata fra un po' li ridurrò in ogni caso, perché l'obbiettivo iniziale era diverso; poi mi sono appassionato a questo passaggio e mi ci sono concentrato di più (anche per via dei tanti difetti). In realtà, visto che non mi interessa seguire criteri "da gara", potrei anche concentrarmi su altro, però mi rendo conto che così facendo questi atteggiamenti si fisserebbero ancora di più nella testa e poi eliminarli sarebbe più difficile.
In alcuni passaggi (esempio lo slancio finale nello Yondan) lo faccio di proposito perché ho nella testa un certo tipo di applicazione e voglio concentrarmi su quella (anche per migliorare caratteristiche specifiche - come lo scivolamento su quel tipo di superficie).
« Risposta #29 inserita:: Dicembre 27, 2014, 23:18:03 »
Bene! senz'altro migliorati i Kata Nidan e Shodan, Sandan e Yondan devi curarli ancora. Diventerò odioso ma è la prassi...."è solo una questione di anca"! Per la zenkutsu dachi tendi a spostare il peso un pò in avanti, se il filmato non tradisce. Invece per le tecniche alias Renraku Waza che poi confluiscono nel Kumitè la regola è sempre..."l'anca" ..! Anzi chi conosce la Wado dovrebbe (?!) sapere che l'anca usata nello stile assomiglia ad un mulinello questo perchè si concentra meglio l'energia senza appesantire le posizioni, detto fatto questo è in pratica è il Nagashi-Tzuki. Il primo Khion Kumite è un esempio..Tai Sabaki-anca-mulinello- tecnica assorbente-ura tsuki. Nella Wado trovi anche il "pugno a frusta" e il pugno volante ma solo controllando l'anca ne ricavi equilibrio e efficacia. Un pò come l fionda insomma. Spezzare i movimenti per poi unirli di nuovo è un buon metodo ad esempio. Altra cosa che viene col tempo quando porti la tecnica il corpo deve avere tutto la stessa velocità quindi il pugno in avanti e la gamba in ritardo non va bene oppure una parte contratta e l'altra decontratta durante l'esecuzione. Per questo esistono i Kata anche come esercizio personale, tecnica, cultura fisica, respiro, meditazione. La capacità di controllare "finemente" il corpo è uno degli obiettivi del Karatè che richiede il suo tempo. Buon allenamento.