Ciao a tutti, sono nuovo di questo forum e non sapevo in che sezione scrivere.
Sono cintura marrone da 2 anni (per motivi al di fuori del judo non ho potuto iniziare l'esame per la nera) e pratico questo sport da 11 anni. In Italia purtroppo non é molto seguito e so che, a livello federale e interazionale può essere svolto ma solo come sport, non come vero e proprio lavoro (con uno stipendio, per intenderci). So, invece, che é così in Francia. Volevo chiedervi: ci sono altri paesi in cui é possibile essere judoka come lavoro? È possibile andare a lavorare in questi paesi (fortuna e bravura permettendo, ovviamente) o le federazioni non accettano stranieri?
« Risposta #2 inserita:: Settembre 03, 2013, 21:15:22 »
Beppe Vismara in Svizzera è un lavoratore professionista riconosciuto dallo Stato. ora anche Valter Scolari mi pare, come se fossero insegnanti di scuola. Pure il sottoscritto ha sulla carta d'identità "Insegnante di judo"
« Risposta #3 inserita:: Settembre 04, 2013, 07:14:31 »
@xjej si @abbe ma io non vorrei essere maestro... Quella sarebbe la cosa da fare a fine carriera, magari per allenare ragazzi che puntano ai mondiali o alle olimpiadi
(scusate se vi "taggo" ma, sarò stordito io, non trovo il pulsante "quota")
« Risposta #6 inserita:: Settembre 04, 2013, 12:18:22 »
Well: premettiamo, nell' ipotesi, che tu abbia ricevuto da mamma natura e nella testa tutto quello che serve per diventare un atleta di livello. Hai chiesto, nello specifico, a proposito della Francia. In Francia, scoccia dirlo, il livello medio degli atleti è molto più alto di quello che vedi in Italia e ci sono molti più atleti. Ho un lapsus sul numero di tesserati francesi ma mi pare di ricordare un venti volte il numero di quelli italiani. Gli atleti di alto livello francesi sono stipendiati, e in maniera equa, normalmente per categoria ce ne sono quattro-cinque tra i top 50 al mondo. Ma è palese che nessuno offre nulla in cambio di nulla, giusto ? A parte regole varie per la partecipazione ai campionati nazionali di paese in paese e all' eventuale modo di essere nazionalizzati, (i casi di cambi di passaporto non mi risultano essere tanti e comunque solo per atleti già "formati" ) che ci vuole per arrivare a certi livelli ? Prendendo come esempio una persona normale, perchè i campioni superdotati geneticamente non crescono sugli alberi, partendo da un lavoro di base buono e già ben fatto di tre-cinque anni, bisogna mettere in conto due-tre-quattro anni di lavoro di specializzazione (fatto bene ). Quindi una decina di allenbamenti alla settimana sotto una guida competente. Palesemente credo che, se vuoi fare del judo un "lavoro", ti convenga trovare un posto dove sia possibile lavorare "in un certo modo" qui in Italia ed eventualmente cercare di entrare in un gruppo sportivo. Questa è, purtroppo, al momento quasi l' unico modo per fare sport ad alto livello qui da noi. Nel judo sono pochini gli atleti che hanno fatto un' olimpiade non avendo un gruppo sportivo alle spalle.
Citazione
Quella sarebbe la cosa da fare a fine carriera, magari per allenare ragazzi che puntano ai mondiali o alle olimpiadi
Quindi a te piacerebbe fare, un giorno, lavoro di alta specializzazione. Malgrado quello che la gente possa pensare, è un lavoro che richiede enormi competenze tecniche di judo e metodologia di allenamento. In altre nazioni più "civilizzate" judoisticamente si passa attraverso corsi universitari per fare certe cose ( vedi Francia o Polonia ) o bisogna avere fior di curriculum in mano e dimostrate capacità.
« Risposta #7 inserita:: Settembre 04, 2013, 14:49:59 »
Opzione B per Italia se non sei un atleta di interesse nazionale: ti arruoli in qualche corpo dello Stato e cominci a frequentare nei momenti liberi il centro sportivo militare, se sei valido ti notano e ti assegnano lì.
Opzione B per Italia se non sei un atleta di interesse nazionale: ti arruoli in qualche corpo dello Stato e cominci a frequentare nei momenti liberi il centro sportivo militare, se sei valido ti notano e ti assegnano lì.
Cosa difficile da fare se non c'è base di lavoro tecnico (e una buona collocazione geografica ), in centro sportivo il lavoro dovrebbe già essere di specializzazione.
Well: premettiamo, nell' ipotesi, che tu abbia ricevuto da mamma natura e nella testa tutto quello che serve per diventare un atleta di livello. Hai chiesto, nello specifico, a proposito della Francia. In Francia, scoccia dirlo, il livello medio degli atleti è molto più alto di quello che vedi in Italia e ci sono molti più atleti. Ho un lapsus sul numero di tesserati francesi ma mi pare di ricordare un venti volte il numero di quelli italiani. Gli atleti di alto livello francesi sono stipendiati, e in maniera equa, normalmente per categoria ce ne sono quattro-cinque tra i top 50 al mondo. Ma è palese che nessuno offre nulla in cambio di nulla, giusto ? A parte regole varie per la partecipazione ai campionati nazionali di paese in paese e all' eventuale modo di essere nazionalizzati, (i casi di cambi di passaporto non mi risultano essere tanti e comunque solo per atleti già "formati" ) che ci vuole per arrivare a certi livelli ? Prendendo come esempio una persona normale, perchè i campioni superdotati geneticamente non crescono sugli alberi, partendo da un lavoro di base buono e già ben fatto di tre-cinque anni, bisogna mettere in conto due-tre-quattro anni di lavoro di specializzazione (fatto bene ). Quindi una decina di allenbamenti alla settimana sotto una guida competente. Palesemente credo che, se vuoi fare del judo un "lavoro", ti convenga trovare un posto dove sia possibile lavorare "in un certo modo" qui in Italia ed eventualmente cercare di entrare in un gruppo sportivo. Questa è, purtroppo, al momento quasi l' unico modo per fare sport ad alto livello qui da noi. Nel judo sono pochini gli atleti che hanno fatto un' olimpiade non avendo un gruppo sportivo alle spalle. Quindi a te piacerebbe fare, un giorno, lavoro di alta specializzazione. Malgrado quello che la gente possa pensare, è un lavoro che richiede enormi competenze tecniche di judo e metodologia di allenamento. In altre nazioni più "civilizzate" judoisticamente si passa attraverso corsi universitari per fare certe cose ( vedi Francia o Polonia ) o bisogna avere fior di curriculum in mano e dimostrate capacità.
Ok, quindi tu mi stai dicendo che la possibilità di cambiare nazione é remota e può accadere solo quando mi sono formato judoisticamente. Ma come faccio a formarmi in un paese dove il judo é seguito tanto quanto il calcio in Cina? E poi la stragrande maggioranza degli atleti italiani appartiene ad un gruppo dello stato (polizia, carabinieri...) e quindi può allenarsi come judoka nel tempo libero ma avere lo stipendio di poliziotto/carabiniere. Ma capisci che questo vorrebbe dire fare il poliziotto e poi fare del judo un "hobby a livello molto avanzato". Ma non é quello che intendo, perché a quel punto il mio lavoro sarebbe di poliziotto italiano. E dovrei farmi il mazzo per entrare nella polizia (di cui non me ne frega niente) cosi da potermi allenare nel tempo libero e sperare che qualcuno mi veda. È una scommessa troppo pericolosa. Io chiedevo se fosse possibile che una federazione estera ti noti per poi farti iniziare nel suo paese la preparazione adatta a diventare un judoka professionista.
« Risposta #11 inserita:: Settembre 06, 2013, 11:14:52 »
LC, posso chiederti una cosa?
Dalla conversazione emerge una sorta di pianificazione a tavolino prima di partire verso una meta, ma attualmente che fai? Dove pratichi judo (se non sono indiscreto)?
« Risposta #12 inserita:: Settembre 06, 2013, 12:27:36 »
Non so quanto sia paragonabile al tuo discorso, ma se non sbaglio Sakara per seguire la sua passione ha mollato un pò tutto per andare nei paesi in cui questa potesse svilupparsi meglio. E anche aldilà delle arti marziali ci sono esempi simili un pò in tutti i campi. Quindi se senti che il Judo sia la tua vocazione dovresti valutare l' idea di trasferirti all' estero e prendere i contatti giusti.
Non so quanto sia paragonabile al tuo discorso, ma se non sbaglio Sakara per seguire la sua passione ha mollato un pò tutto per andare nei paesi in cui questa potesse svilupparsi meglio. E anche aldilà delle arti marziali ci sono esempi simili un pò in tutti i campi. Quindi se senti che il Judo sia la tua vocazione dovresti valutare l' idea di trasferirti all' estero e prendere i contatti giusti.
Con le sue idee e necessità ho già spiegato il perchè non è una buona idea. All' estero ci si va' ma già formati, o non serve a nulla. C'è gente che si puppa anni interi in Giappone, ma prima ancora degli agganci serve un livello di partenza solido. Per competere "all'estero" come vorrebbe far lui e guadagnar la pagnotta servirebbe il doppio passaporto, una nazione dove si possa campare di judo ed un livello che gli consenta di farsi pagare. Livello che è tranquillamente raggiungibile in Italia, il punto è che serve farsi il culo a paiolo. In Italia i posti per lavorare ci sono, non è un caso se ragazzi della sua età prendono e si trasferiscono dall' altra parte d'Italia per allenarsi con qualcuno competente. Non siamo nella situazione di quando Sakara investì i suoi soldi per andare in Brasile perchè qui mancava la qualità, senza contare che lui i soldi vorrebbe guadagnarli.. Bisogna pensare a lavorare e sodo, il che significa diventare almeno atleta di interesse nazionale e che quella nera non va' fatta con l' esame ma presa per meriti agonistici evitando di buttar tempo che potrebbe usare allenandosi.
« Ultima modifica: Settembre 06, 2013, 15:25:21 da xjej »
Non so quanto sia paragonabile al tuo discorso, ma se non sbaglio Sakara per seguire la sua passione ha mollato un pò tutto per andare nei paesi in cui questa potesse svilupparsi meglio. E anche aldilà delle arti marziali ci sono esempi simili un pò in tutti i campi. Quindi se senti che il Judo sia la tua vocazione dovresti valutare l' idea di trasferirti all' estero e prendere i contatti giusti.
si,ma erano anni che qui non c'era nulla lontanamente paragonabile al brasile o agli usa o giappone per le mma o valetudo,
chiave di volta fu l'incontro con almeida, che gli mise a disposizione un suo miniappartamento a Rio, sakara si vendette moto e auto, per poter partire , scelta coraggiosa ,ha giocato il tutto per tutto.
ma anche per altre vie, h ivan serati, se non erro, taxista a milano di professione, ebbe anche lui una chance all'ufc senza traferirsi in brasile , putroppo ando male e non ci fu seguito per lui nel grande evento americano.
qui ci sono dei maddaloni, ezio gamba, i vismara e altri judoki di dimostrato valore ,
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