Come già alcuni di voi sapranno, mi diverto ogni tanto a ripassare qualche tecnica per conto mio... faccio ricerche e provo a sperimentare in quel poco tempo che ogni settimana dedico al karate. Sto recuperando da un problema fisico e, sentendomi meglio, sto cercando di trasformare vuote forme e tecniche forse un po' troppo rigide in qualcosa di più consono alla mia struttura.
Partiamo da un kata che non mi è mai piaciuto e che non praticavo da quasi 15 anni, Naihanchi Shodan (stile Wado). Ho i piedi un po' a papera e il naihanchi dachi non lo sopporto... posso anche usarlo, ma come inizio a spingere nei colpi le ginocchia gridano "pietà!". Lo trovo per me molto innaturale, limitativo e pericoloso. Ok per il movimento di proiezione simulata negli spostamenti, ma per il resto il gioco (IMHO) non vale la candela.
Su Youtube ho scovato video di maestri 4°-5° dan che eseguono questo kata in modo preciso ma assolutamente vuoto, senza un minimo di potenza ed esplosività... ecco, questo è ciò che io non capisco del karate: perché fossilizzarsi sul mimare allo spasimo qualcosa che dovrebbe essere per sua natura flessibile e adattabile alla propria struttura e fisionomia? Ok per l'impostazione di fondo, ma se questa pregiudica così tanto l'efficacia allora non ci sto più
Se a qualcuno interessasse, magari posterò un video... considerando che l'ho ripreso da 3-4 giorni e solo 2 mini-allenamenti, per quanto sporco, già mi sembra avanti rispetto ai video suddetti :\ Almeno per come la vivo io, immaginare di essere in un combattimento vero fa la differenza... non mi interessa più se la testa non è ruotata perfettamente o i piedi non sono sempre paralleli. Sarà una visione niubba, ma credo che anche dall'esterno traspaia questo... un po' come quando facevo gare di powerlifting e c'era il ragazzino super tecnico che alzava la metà di quello forte, ma lo criticava per via di dettagli minimali. Ok, se tutto il resto è perfetto ci sta anche, ma ciò vale una volta che la sostanza è paragonabile, non prima (posto che quello forte avesse una tecnica in grado di garantirgli almeno 2 luci bianche su 3). Io almeno la vedo così. Se dico scemenze, fatemelo tranquillamente notare
« Ultima modifica: Dicembre 03, 2014, 17:56:12 da krt »
Il movimento della testa nel primo caso è anticipato perché tento di calarmi nell'ottica del combattimento e mi viene spontaneo immaginare di vedere l'attacco prima di agire. La visione periferica è comunque alta e penso più a guardare muovendo gli occhi che a ruotare il capo, la priorità è data alla potenza.
Nel confronto si vede bene come se mi concentro sul tenere i piedi più allineati i colpi perdono molto di efficacia. La solidità dello stance non è ottimale e lì ci si più lavorare, ma cresce esponenzialmente man mano che si divaricano i piedi. Ereticamente parlando, vedrei meglio uno shiko dachi che un kiba, ma è chiaro che il kata nasce come Tekki e quindi questo commento da principiante (quale sono) farà storcere il naso a molti esperti. Però si sa, i bambini sono curiosi e fanno sempre tante domande Ho anche enfatizzato la posizione di guardia, essenzialmente per due motivi: Caricare di più i colpi laterali e proteggere le parti vulnerabili più con il gomito che con l'avambraccio. Idealmente avrei voluto evitare soluzione di continuità tra latissimus (che nel mio caso è ben sviluppato) e braccio/gomito.
« Ultima modifica: Dicembre 04, 2014, 18:37:51 da krt »
« Risposta #2 inserita:: Dicembre 06, 2014, 23:34:29 »
Ciao Marco, ho visto anche questo filmato. Devo dire che Naihanchi va senz'altro meglio anche se devi, a parer mio allenare molto anca e posizione. Ricorda o meglio ricordiamoci che la forza nel Karate, e non solo, è tratta dal suolo cioè gambe e bacino-anca per poi trasmettersi al tronco-spalle. Noi occidentali abbiamo il baricentro al plesso solare gli orientali e in particolare i giapponesi nel'addome. Dobbiamo quindi lavorare sul baricentro più idoneo, abbassarlo un pochino. Prova ad allargare leggermente la posizione max un palmo e "chiudere" di più l'anca cioè andata e ritorno.
Ciao Marco, ho visto anche questo filmato. Devo dire che Naihanchi va senz'altro meglio anche se devi, a parer mio allenare molto anca e posizione. Ricorda o meglio ricordiamoci che la forza nel Karate, e non solo, è tratta dal suolo cioè gambe e bacino-anca per poi trasmettersi al tronco-spalle. Noi occidentali abbiamo il baricentro al plesso solare gli orientali e in particolare i giapponesi nel'addome. Dobbiamo quindi lavorare sul baricentro più idoneo, abbassarlo un pochino. Prova ad allargare leggermente la posizione max un palmo e "chiudere" di più l'anca cioè andata e ritorno.
Ok, posso provare. Come detto nell'altro thread, devo capire un attimo quanto è importante la posizione dei piedi in questo kata. Se potessi farlo quasi in shiko-dachi, allora potrei concentrarmi solo sull'anca e tutte le tecniche mi uscirebbero naturali e più potenti. Così mi sento molto sacrificato.
Delle due versioni che ho linkato quali preferisci? Cioè, posso pensare a migliorare tutto assieme o è preferibile un kata "moscio" nel ritmo ma più tecnico?
« Risposta #4 inserita:: Dicembre 28, 2014, 00:03:01 »
Rispondo solo ora. Preferisco la tua seconda versione di Naihanchi anche se devi essere più "ritmico". Ricorda però (me lo ricordo anche io) che stai eseguendo un Kata di tradizione orientale in particolare okinawa-giapponese il cui spirito di perfezionamento richiede di essere meticolosi, ciò significa che la posizione è Kiba-Dachi e "non" (!) Shiko-Dachi, il motivo e che essendo un Kata che si sviluppa in pochissimo spazio deve ricavare l'efficacia da una posizione solida...il "cavaliere di ferro" si diceva una volta, significa che tenendo i piedi paralleli tieni la "forza" dentro la posizione e se nel Bunkai-Kata applichi leve, prese e atemi sono efficaci propio perchè la posizione è compatta! I piedi sono "incollati" al pavimento. Shiko-Dachi (prova) è "aperta" quindi più ampia e veloce per muoversi vedi in Bassai.
« Risposta #5 inserita:: Dicembre 28, 2014, 00:20:55 »
Dimenticavo.... Ottime versioni di Naihanchi dello Shorin-Ryu. Qui potrai notare il "lavoro dell'anca" molto ben espresso da questo filmato. Naturalmente siamo alle origini e i Naihanchi sono tre. Nella Wado e con Suzuki il Kata è un pò più sciolto e forse mobile ma è lo stesso.
« Risposta #6 inserita:: Dicembre 30, 2014, 19:25:02 »
Mi piacerebbe arrivare a un qualcosa che si avvicini alla versione di Suzuki. Il lavoro esasperato di anche lo apprezzo, ma non è il modello che mi piace di più... lì credo sia più una questione di gusti e impostazione che altro.
Piano piano... se non mi sfascio le ginocchia, Naihanchi è davvero un kata che potrei continuare a eseguire per molti decenni