"Funziona tutto ciò che è adeguato allo scopo.
Se lo scopo è tenersi in forma quasi tutto va bene; se lo scopo è imparare a difendensi allora funziona quello che resiste a certi test; se lo scopo è combattere allora funziona una certa metodologia di allenamento.
La logica di valutazione dovrebbe essere quella di partire dall'obiettivo finale e a ritroso, fondandosi su elementi empirici, fissare o scoprire quali sono i punti necessari ed imprescindibili per ottenere quell'obiettivo fino ad arrivare al punto di partenza.
Funziona tutto quello che viene allenato seriamente, testato e provato."
Ecco direi che una cosa del genere e' una definizione piuttosto accurata.
"Funziona tutto ciò che è adeguato allo scopo.
Se lo scopo è tenersi in forma quasi tutto va bene; se lo scopo è imparare a difendensi allora funziona quello che resiste a certi test; se lo scopo è combattere allora funziona una certa metodologia di allenamento.
La logica di valutazione dovrebbe essere quella di partire dall'obiettivo finale e a ritroso, fondandosi su elementi empirici, fissare o scoprire quali sono i punti necessari ed imprescindibili per ottenere quell'obiettivo fino ad arrivare al punto di partenza.
Funziona tutto quello che viene allenato seriamente, testato e provato."
Ecco direi che una cosa del genere e' una definizione piuttosto accurata.
che copione... XD XD XD XD XD
Il problema, cmq Giorgia ha detto quasi tutto, è che la gente tende a ragionare in maniera errata; la logica di valutazione dovrebbe essere quella di partire dall'obiettivo finale e a ritroso, fondandosi su elementi empirici, fissare o scoprire quali sono i punti necessari ed imprescindibili per ottenere quell'obiettivo fino ad arrivare al punto di partenza...e si chiama specializzazione, non è che sia roba da fisici quantistici... ;)
Muteki non è che la gente dica che qualcosa non funziona, ma se la prassi di allenamento media è una passeggiata al parco poi sarà difficile correre la maratona non credi ?
C'è troppa gente che il massimo della sofferenza in materassina l' ha raggiunta perchè aveva mangiato troppo panettone prima di salire sul tatami :\
Funziona tutto, quando viene usato per lo scopo che l'ha portato ad essere creato.
Non funziona nulla, quando si pretende di usarlo in maniera difforme da quanto sopra.
"Funziona tutto ciò che è adeguato allo scopo.
Se lo scopo è tenersi in forma quasi tutto va bene; se lo scopo è imparare a difendensi allora funziona quello che resiste a certi test; se lo scopo è combattere allora funziona una certa metodologia di allenamento.
La logica di valutazione dovrebbe essere quella di partire dall'obiettivo finale e a ritroso, fondandosi su elementi empirici, fissare o scoprire quali sono i punti necessari ed imprescindibili per ottenere quell'obiettivo fino ad arrivare al punto di partenza.
Funziona tutto quello che viene allenato seriamente, testato e provato."
Ecco direi che una cosa del genere e' una definizione piuttosto accurata.
che copione... XD XD XD XD XD
http://it.wikipedia.org/wiki/Centone (http://it.wikipedia.org/wiki/Centone)
Secondo me è un discorso di onestà intellettuale, sparring si sparring no, compartimenti stagni e sumo anche per le donne.
Funziona tutto, quando viene usato per lo scopo che l'ha portato ad essere creato.
Non funziona nulla, quando si pretende di usarlo in maniera difforme da quanto sopra.
Non sono molto daccordo, in linea generale.
Una martellata funziona in maniera polivalente, pur non essendo specifica.
Il problema al massimo è chi da la martellata.
Un carpentiere edile, uno studioso dei momenti di inerzia, uno che ha preso un sacco di martellate in testa, etc.
Credo si discuta piu' delmartello che della martellata.
Se si cerca di cucire usando un martello difficilmente la cosa funzionera'....ma non e' colpa del martello.
Non sono convinto che basti dire "tutto funziona se allenato bene", è troppo generico e asettico.
Bisogna capire "come funziona", "quando funziona", e "dopo quanto funziona", in questo senso ci sono delle forti differenze tra le discipline e all'interno delle discipline tra i diversi metodi di insegnamento.
e fino a quando funziona e su chi funziona no?Fino a quando non direi, perchè in generale non esistono metodi che funzionano a termine, se una disciplina è buona, lo è sempre, e ovviamente tutti, nessuno escluso, devono fare i conti con la caducità dell'esistenza. E' una costante non modificabile.
1. | maggiormente |
E mi trovi daccordissimissimo! :thsit:Veramente io parlavo in genere... :pla:
A me lo dici? ???
Che Tamarro! :nono:
Fino a quando non direi, perchè in generale non esistono metodi che funzionano a termine, se una disciplina è buona, lo è sempre, e ovviamente tutti, nessuno escluso, devono fare i conti con la caducità dell'esistenza. E' una costante non modificabile.
Veramente io parlavo in genere... :pla:
Fino a quando funziona una disciplina? Se è buona funziona sempre, ma è naturale che il sessantenne non potrà essere forte ed efficiente come il trentenne e casomai dovrà compensare il calo fisico (superare è un'utopia) con la maggiore esperienza.Fino a quando non direi, perchè in generale non esistono metodi che funzionano a termine, se una disciplina è buona, lo è sempre, e ovviamente tutti, nessuno escluso, devono fare i conti con la caducità dell'esistenza. E' una costante non modificabile.
non ho capito il post.
Fino a quando funziona una disciplina? Se è buona funziona sempre, ma è naturale che il sessantenne non potrà essere forte ed efficiente come il trentenne e casomai dovrà compensare il calo fisico (superare è un'utopia) con la maggiore esperienza.
"come funziona"anche se io lo considero più un parametro restrittivo.
lo conosco :-)
però ora mi devi interpretare le statistiche
www.interno.it/mininterno/export/.../0900_rapporto_criminalita.pdf (http://www.interno.it/mininterno/export/.../0900_rapporto_criminalita.pdf)
sono 450 pagine
E ' un vero peccato. A pagina 234 si legge esplicitamente che su 2090 risse in strada registrate alla PS in Italia nell'ultimo anno, il 93% di quelli che si sono salvati hanno fatto mma per almeno 16 mesi, il 6% ha fatto tradizionale per almeno 12 anni.
L'1% è iscritto a questo forum. Di questi il 92% sono donne.
Io credo però che se uno fa uno sport dove ci si confronta a calci, cazzotti, prese, sbmission e quant'altro, sia impensabile scindere la cosa da una applicazione della stessa in un campo non prettamente sportivo.A me non interessa per niente la DP se è quello che intendi...
Nella difesa personale non ci sono regole in quanto per strada non ci sono delle regole... quindi neanche le arti marziali vengono in aiuto con le loro regole no?
Sinceramente vi ho ri-perso...
scusate ma "il funziona" del titolo per cosa sta? :gh:
Zia la mia era solo una precisazione di rito, poi per il resto ognuno qui vive nel suo mondo e vede le cose un po'come gli pare... :D
Il judo è uno sport, ma funziona.Non ho seguito tutto il thread ma giusto per ricordare che
Un certo modo di intendere/praticare il karate pure.
Mi sbilancio, anche l'aikido.
:)
Taekwondo e wing chun.... no comment. :pla:
Il post "Fate pace con il vostro passato" di Clode ha dato i suoi buoni frutti... XDHai voglia..Sono arrivato a parlar bene del wtf....
cmq un pò di wtf farebbe bene a chiunque...Argomenta orsù questa tua nuova e direi bizzarra posizione
La mia era una risposta al fatto di essere OT :=)
Sarò antipatico ma, personalmente preferisco preoccuparmi di lavorar bene in palestra, senza raccontare balle a me stesso, vivere bene fuori senza cercare continuamente inutili conferme.Per quanto mi riguarda è proprio così.
Forse è solo culo, ma più la penso così e meno mi capitano occasioni pericolose, eppure non ho iniziato a frequentare solo oratori.
L'ossessiva domanda su efficacia e "funzionamenti" vari, a mio parere cela un bisogno di compensare, con le risposte, dei vuoti e delle insicurezze rispetto a ciò che si fa o al come.
Sono belle doti, ryu
ma occorre anche chiarirsi molto bene
cosa cercare
quando gli obiettivi sono circoncisi (si dice così?) almeno concentri gli sforzi in poche direzioni
Penso che le due frasi non siano in antitesi, quindi non necessariamente si tratta di una via di mezzo tra due mentalità opposte, ma di coerenza tra fine e mezzi.
Si può / deve avere bene in mente quale obiettivo ci si prefigge, e per raggiungerlo si può / deve avere la mente aperta e recettiva.
cmq un pò di wtf farebbe bene a chiunque...Argomenta orsù questa tua nuova e direi bizzarra posizione
Hai voglia di dircelo questo obiettivo?Me ne state già dando parecchie. Credo poi che saremmo OT se parlassimo dei miei obiettivi personali mentre la discussione verte su come raggiungere un obiettivo (efficacia) in generale.
(ai fini della discussione ovviamente)
magari ti diamo qualche dritta.....
Boh se hai abbastanza chiaro cosa vuoi dalla tua pratica penso sia abbastanza semplice verificarne l'efficacia. No?Non è dell'obiettivo che bisogna verificare l'efficacia, ma dei mezzi che servono per raggiungerlo. La grossa carenza di competenze in campo atletico, ad esempio, dimostra che non è semplice.
No infatti io intendevo se la pratica (e ovviamente le metodologie utilizzate dalla stessa) di permette di raggiungere l'obiettivo voluto. Mi sa che mi ero espressa male..Boh se hai abbastanza chiaro cosa vuoi dalla tua pratica penso sia abbastanza semplice verificarne l'efficacia. No?Non è dell'obiettivo che bisogna verificare l'efficacia, ma dei mezzi che servono per raggiungerlo. La grossa carenza di competenze in campo atletico, ad esempio, dimostra che non è semplice.
Se urlo contro un aggressore e quello scappa, dovrò aprire una scuola di urla?Non so perchè, ma mi è venuto in mente il post di steno sul kiai... XD
Se urlo contro un aggressore e quello scappa, dovrò aprire una scuola di urla?Non so perchè, ma mi è venuto in mente il post di steno sul kiai... XD
Giusto, OT.
Ma non ho saputo resistere.
Rmiuovi pure, se vuoi. XD XD
Tutto funziona e tutto è inutile.:o :D :D :D :D hai ragione!!!!
Se urlo contro un aggressore e quello scappa, dovrò aprire una scuola di urla?
Se urlo contro un aggressore e quello mi accoppa, urlo al mio funerale?
L'unica cosa che funziona veramente è il buonsenso e l'intelligenza.
Il resto è solo storia.
E poi a seconda dell'arte la genesi e lo scopo possono non coincidere con la DP. Magari possono essere utili ANCHE per essa, ma non necessariamente il focus è quello.
Io credo che qui tu abbia centrato il vero problema delle arti marziali nelle società contemporanee.
A questo va aggiunto il normale cammino di qualsiasi cosa nasca, cresca e si diffonda, dovendo lasciare per starda X elementi sia tecnici, che didattici e metodologici, che qualitativi, per far fronte alle esigenze di un bacino d'utenza più vasto.
Esistono anche rituali che conducono alla morte di uno dei due avversari. Resta comunque lontano il concetto della DP...Certo che si, tanto per incidente quanto per scelta, nel senso che possiamo anche metterci d'accordo per combattere alla morte, poi ci prepariamo, ci scaldiamo, ci scambiamo il saluto, aspettiamo il via e combattiamo, senza preoccuparci dell'ambiente, di terzi incomodi eccetera, finche uno muore, ma rimanendo comunque a distanza siderale dalla dinamica di una aggressione o di uno scontro per la strada.....nonostante l'esito.
Il problema, cmq Giorgia ha detto quasi tutto, è che la gente tende a ragionare in maniera errata; la logica di valutazione dovrebbe essere quella di partire dall'obiettivo finale e a ritroso, fondandosi su elementi empirici, fissare o scoprire quali sono i punti necessari ed imprescindibili per ottenere quell'obiettivo fino ad arrivare al punto di partenza...e si chiama specializzazione, non è che sia roba da fisici quantistici... ;)
di chi si prepara con esercizi a vuoto e prove collaborative.
Esistono anche rituali che conducono alla morte di uno dei due avversari. Resta comunque lontano il concetto della DP...Certo che si, tanto per incidente quanto per scelta, nel senso che possiamo anche metterci d'accordo per combattere alla morte, poi ci prepariamo, ci scaldiamo, ci scambiamo il saluto, aspettiamo il via e combattiamo, senza preoccuparci dell'ambiente, di terzi incomodi eccetera, finche uno muore, ma rimanendo comunque a distanza siderale dalla dinamica di una aggressione o di uno scontro per la strada.....nonostante l'esito.
Capisco che ci si sta adeguando a quella che è la tendenza dominante nel mondo contemporaneo, tuttavia permettetemi di dissentire e di non essere d'accordo. La specializzazione a cosa sta portando, nell'ambito della cultura, ma anche nell'intero tessuto sociale?Secondo me è la parte in grassetto il centro del discorso...essere specializzati non implica perdere di vista il disegno generale ma semplicemente approfondire un aspetto di una disciplina. Devi comunque essere consapevole di quanto ti circonda e abbastanza flessibile da potertici rapportare altrimenti la specializzazione diventa un grosso limite.
Alla frammentazione di discipline e saperi in mondi autosufficienti che non comunicano più tra di loro e diventano autoreferenziali.
Lo stesso pericolo io vedo nelle arti marziali. Uno dei motivi che mi ha sempre affascinato in esse è il fatto di essere delle "pratiche olistiche", cioè di essere nel punto di congiunzione tra arte, sport, spiritualità, combattimento, difesa personale ecc... e questo crea tutte le spinose problematiche su cui discutiamo, ma è anche uno dei motivi in cui risiede il loro innegabile fascino, almeno per me. Io non la chiamerei multifunzionalità, ma piuttosto interdisciplinarità e comunicazione tra i saperi e per me rappresenta un valore aggiunto. Se noi concepiamo delle categorie nettamente diverse in cui includere le varie arti, allora come potremo comunicare fra di noi, confrontarci e far emergere qualcosa di nuovo? Mi rendo conto di essere in minoranza, ma è quello che penso... :sur:
Sicuro. Intendevo dire solo o prevalentemente esercizi a vuoto o prove collaborative.di chi si prepara con esercizi a vuoto e prove collaborative.
le prove collaborative servono per imparare la tecnica
le tecniche a vuoto (alias kata) non ve lo spiego più a cosa servono (che mi avete rotto)Fare tecniche a vuoto (tipo jab - diretto) non è uguale a fare kata (tipo Heian Shodan). Potresti spiegare meglio a cosa ti riferisci?
poi ovviamente serve un metodo per testare ed applicareNon ci piove. Però mentre il primo caso è molto frequente, il secondo direi che è abbastanza raro.
ma sono errori entrambi (sia lo studiare solo tecnica senza mai applicare, ma anche il combattere da subito senza studi preparatori)
Verissimo Ryujin, vero e indiscutibile.Agree :thsit:
Il punto che sollevo io non è tanto per un metodo da duri e puri, quanto per un saldo ancoraggio con la realtà delle cose, senza deviare in convincimenti fuorvianti.
Se il combattente preparato, così come lo descrivi, tenesse attenzione, almeno in palestra, a situazioni diverse da ciò per cui si prepara, se lavorasse con più avversari, se lavorasse su attacchi a sorpresa, cose del genere insomma, credo che anche la sua preparazione agonistica ne gioverebbe, perchè sarebbe più reattivo e pronto, oltre che maggiormente preparato a rispondere a certi stress.
Fare tecniche a vuoto (tipo jab - diretto) non è uguale a fare kata (tipo Heian Shodan). Potresti spiegare meglio a cosa ti riferisci?
Il problema, cmq Giorgia ha detto quasi tutto, è che la gente tende a ragionare in maniera errata; la logica di valutazione dovrebbe essere quella di partire dall'obiettivo finale e a ritroso, fondandosi su elementi empirici, fissare o scoprire quali sono i punti necessari ed imprescindibili per ottenere quell'obiettivo fino ad arrivare al punto di partenza...e si chiama specializzazione, non è che sia roba da fisici quantistici... ;)
Capisco che ci si sta adeguando a quella che è la tendenza dominante nel mondo contemporaneo, tuttavia permettetemi di dissentire e di non essere d'accordo. La specializzazione a cosa sta portando, nell'ambito della cultura, ma anche nell'intero tessuto sociale?
Alla frammentazione di discipline e saperi in mondi autosufficienti che non comunicano più tra di loro e diventano autoreferenziali.
Lo stesso pericolo io lo vedo nelle arti marziali. Uno dei motivi che mi ha sempre affascinato in esse è il fatto di essere delle "pratiche olistiche", cioè di essere nel punto di congiunzione tra arte, sport, spiritualità, combattimento, difesa personale ecc... e questo crea tutte le spinose problematiche su cui discutiamo, ma è anche uno dei motivi in cui risiede il loro innegabile fascino, almeno per me. Io non la chiamerei multifunzionalità, ma piuttosto interdisciplinarità e comunicazione tra i saperi e per me rappresenta un valore aggiunto. Se noi concepiamo delle categorie nettamente diverse in cui includere le varie arti, allora come potremo comunicare fra di noi, confrontarci e far emergere qualcosa di nuovo? Mi rendo conto di essere in minoranza, ma è quello che penso... :sur:
Il problema, cmq Giorgia ha detto quasi tutto, è che la gente tende a ragionare in maniera errata; la logica di valutazione dovrebbe essere quella di partire dall'obiettivo finale e a ritroso, fondandosi su elementi empirici, fissare o scoprire quali sono i punti necessari ed imprescindibili per ottenere quell'obiettivo fino ad arrivare al punto di partenza...e si chiama specializzazione, non è che sia roba da fisici quantistici... ;)
Capisco che ci si sta adeguando a quella che è la tendenza dominante nel mondo contemporaneo, tuttavia permettetemi di dissentire e di non essere d'accordo. La specializzazione a cosa sta portando, nell'ambito della cultura, ma anche nell'intero tessuto sociale?
Alla frammentazione di discipline e saperi in mondi autosufficienti che non comunicano più tra di loro e diventano autoreferenziali.
Lo stesso pericolo io lo vedo nelle arti marziali. Uno dei motivi che mi ha sempre affascinato in esse è il fatto di essere delle "pratiche olistiche", cioè di essere nel punto di congiunzione tra arte, sport, spiritualità, combattimento, difesa personale ecc... e questo crea tutte le spinose problematiche su cui discutiamo, ma è anche uno dei motivi in cui risiede il loro innegabile fascino, almeno per me. Io non la chiamerei multifunzionalità, ma piuttosto interdisciplinarità e comunicazione tra i saperi e per me rappresenta un valore aggiunto. Se noi concepiamo delle categorie nettamente diverse in cui includere le varie arti, allora come potremo comunicare fra di noi, confrontarci e far emergere qualcosa di nuovo? Mi rendo conto di essere in minoranza, ma è quello che penso... :sur:
La specializzazione porta al fatto, mera evoluzione umana, che oggi tua moglie se deve affrontare un evento delicato come il parto si rivolge a un ginecologo invece che a quello che oggi ti fa partorire e il giorno dopo ti ingessa il caxxo se te lo rompi... :thsit:
I "grandi maestri" sono vissuti X anni addietro, non erano cretini ma non avevano a disposizione il bagaglio di conoscenze motorie che abbiamo oggi.
La differenza tra un kata e una forma a vuoto è stata ripetuta mille volte.
Nei moderni sistemi di DP non ci sono kata e si allenano benissimo anche nelle prese da dietro e tutte quelle cose lì.
secundis: il concetto di evoluzione vuole che si parta da li per poi modernizzare, non ex novo cancellando e schifando tutto quello che c'era prima
In molte discipline che non cercano coppe o dan i kata non ci sono.I "grandi maestri" sono vissuti X anni addietro, non erano cretini ma non avevano a disposizione il bagaglio di conoscenze motorie che abbiamo oggi.
La differenza tra un kata e una forma a vuoto è stata ripetuta mille volte.
Nei moderni sistemi di DP non ci sono kata e si allenano benissimo anche nelle prese da dietro e tutte quelle cose lì.
Innanzitutto meriterebbe capire quanto facessero cose sensate per allora;
di certo vi era il loro impegno massimo, in quanto non si trattava di coppe o Dan ma di qualcosa di più importante
secundis: il concetto di evoluzione vuole che si parta da li per poi modernizzare, non ex novo cancellando e schifando tutto quello che c'era prima (veramente il concetto di evoluzione sarebbe ancora più complesso ma ci vuole un 3D apposito)Non si schifa niente a priori, io per esempio mantengo molto del bagaglio tradizionale (chiedi a Shurei o a Gabriele_Mofo). Però è possibilissimo che metodi vetusti siano, appunto, vetusti.
terza cosa fondamentale le conoscenze: innanzitutto anche se oggi ci sono elementi diversi non tutti li hanno: è come se io elencassi tutte le facoltà universitarie che esistono nella nostro societàNessuno. Ma cosa c'entra?
ma chi ha 50 lauree?
e poi c'è da comprendere il motivo per il quale avevano tutte queste conoscenze anatomiche:Peccato che un cadavere non reagisca agli stimoli...
i numerosi cadaveri che rimanevano sui campi di battaglia, li in bella mostra, mezzi aperti
da guardare e studiare
per ultimo: sul significato dei kata veramente nn ho più fiato anch'ioInfatti, il problema è tutto lì ;)
certamente ci si può allenare anche senza i kata
ma è una cosa diversaMai detto che chi fa kata sia un coglione. Ho amici e insegnanti che ne fanno di cui ho stima e considerazione.
certo che sono un coxxxxne:
vado a creare una scuola nuova, la posso fare come voglio io, e ci metto pure dei kata
Superquote.secundis: il concetto di evoluzione vuole che si parta da li per poi modernizzare, non ex novo cancellando e schifando tutto quello che c'era prima
Sono d'accordo.
Ma non è proprio quello che hanno fatto i "fondatori" (o chiamali come vuoi) dei moderni sistemi di DP?
Tutti avevano un'esperienza pregressa in discipline esistenti al tempo in cui si son messi a sperimentare/ammodernare/usa il termine che vuoi.
Non è che uno che ha sempre e solo giocato a ping pong si è svegliato una mattina dicendo "ok, oggi codifico XXX".
"se lo facevano i maestri millemila anni fa' ci sarà un motivo".
solo questo mi sembrerebbe già un bel passo avanti
Nessuno. Ma cosa c'entra?
terza cosa fondamentale le conoscenze: innanzitutto anche se oggi ci sono elementi diversi non tutti li hanno: è come se io elencassi tutte le facoltà universitarie che esistono nella nostro società
ma chi ha 50 lauree?
solo questo mi sembrerebbe già un bel passo avanti
Millemila anni fa' si pensava che il sangue non circolasse e potesse addirittura stagnare. E che insieme a flemma, bile nera e bile gialla dovesse essere bilanciato. Ma siccome il sangue era quello dominante se ce n'era troppo bisognava ridutrlo per curare e prevenire malattie. Quindi si salassava..
Le prestazioni atletiche sono migliorate oggi, a partire dai professionisti in giù. Laddove c'è una misurazione oggettiva del risultato, le nuove conoscenze dimostrano il loro successo.Nessuno. Ma cosa c'entra?
terza cosa fondamentale le conoscenze: innanzitutto anche se oggi ci sono elementi diversi non tutti li hanno: è come se io elencassi tutte le facoltà universitarie che esistono nella nostro società
ma chi ha 50 lauree?
come cosa c'entra?
tu hai sostenuto che oggi c'è un bagaglio di conoscenze motorie superiore,
(a parte il fatto che non sono così d'accordo)
ma occorre capire quanti di questi nuovi guru hanno queste conoscenze e le sfruttano al meglioQuesto discorso non depone a favore del conservativismo, perchè ti potrei fare lo stesso discorso per quel tradizionalista che spacca a fronte delle decine che non valgono una cicca.
ci sono dei grandi ricercatori che fanno un ottimo lavoro ed altri che mescolano 4 tecniche e fondano una scuola
entrambe sono discipline moderne ma non credo sia esattamente la stessa cosa
la pratica e l'esperienza possono portare una persona a muovere benissimo il proprio corpo pur nell'incoscenza dei meccanismi che sottendono a questo
la pratica e l'esperienza possono portare una persona a muovere benissimo il proprio corpo pur nell'incoscenza dei meccanismi che sottendono a questo
Vero.
Pensa però a come puoi muovere il tuo corpo se dietro c'è conoscenza...
la pratica e l'esperienza possono portare una persona a muovere benissimo il proprio corpo pur nell'incoscenza dei meccanismi che sottendono a questo
Vero.
Pensa però a come puoi muovere il tuo corpo se dietro c'è conoscenza...
appunto
all'epoca questa conoscenza non c'era;
il Maestro di AM, dopo anni di pratica, aveva raggiunto una certa abilità e maestria nei movimenti
ed inseriva queste movenze in una sequenza (kata) che conteneva, quindi, il modo di muoversi dell'esperto di AM
e non necessitava conoscere i principi ed i meccanismi, ma solo eseguire nella maniera che veniva indicata
ma nessuno nega i progressi della scienza, ci mancherebbe
dico solo
a. che il fatto che l'umanità abbia acquisito nuove conoscenze non significa automaticamente che ogni singolo individuo le abbia comprese ed assimilate
b. che il termine atleta associato alle AM mi piace poco
c. che la motricità è un pò particolare in questo senso, vale a dire la pratica e l'esperienza possono portare una persona a muovere benissimo il proprio corpo pur nell'incoscenza dei meccanismi che sottendono a questo
Questa è la cosa che più mi manda in bestia.....
Quando conviene, le AM tradizionali servivano per la guerra e cazzi e mazzi...
Poi però quando conviene ecco che misteriosamente si cela nell'oblio il fatto che il guerriero è sempre stato uno anche superiore fisicamente alla maggiorparte delle persone normali... :thsit:
I panzoni col kimono lavoravano al ristorante in Giappone...
Alla fine della fiera i veri cultori della tradizione guerriera sono quelli che fanno ammazzare la gente di burpees, altro che il piedino troppo piantato e il montaggio analogico.... :nono:
Pensavo fosse un discorso più ampio su come sfruttare al meglio, nel 2012, il proprio corpo.
a. che il fatto che l'umanità abbia acquisito nuove conoscenze non significa automaticamente che ogni singolo individuo le abbia comprese ed assimilate
b. che il termine atleta associato alle AM mi piace poco
c. che la motricità è un pò particolare in questo senso, vale a dire la pratica e l'esperienza possono portare una persona a muovere benissimo il proprio corpo pur nell'incoscenza dei meccanismi che sottendono a questo
c. Ma ripeto, l' aver imparato che allenare un movimento molto lento un milione di volte non servirà per fare quel movimento velocemente quanto l' averlo allenato un milione di volte velocemente è già qualcosa.Non voglio scatenare una delle nostre epiche discussioni... :)
Eseguire le tecniche lentamente per esempio serve a concentrasi su qualità diverse dalla velocità.A parte lo schema motorio di base che deve essere all' inizio scomposto ed appreso, non ci sono qualità utili al gesto tecnico che vengono allenate meglio a due all' ora che a dieci.
La velocità si può allenare, si può migliorare e si deve sfruttare, ma non è una tecnica è una qualità. Sono tecniche gli esercizi per allenarla.Già ma il movimento complesso lo devi eseguire in velocità. Allenarlo duecento volte lentamente non è più produttivo che allenarlo duecento volte velocemente.
Ho visto maestri di capoiera con fisici impressionati fare tutti i movimenti al rallentatore. Roba che se non senti ogni singola distribuzione della forza da un muscolo all'altro non puoi fare.Eh siamo da capo. come facciamo a discutere di certe cose se ancora non ti sei sforzato di farti un'idea di certe cose?
Ti permette di concentrarti sull'equilibrio di entrare in un rapporto più "intimo" con il movimento.La propriocettività è un'altra cosa che sarebbe meglio allenarla con lavoris specifici invece di rallentare il lavoro tecnico per usarlo in modid diversi.
Molte tecniche di Aikido, volente o nolente, se non le avessi fatte lentamente non le avrei mai imparate.Lo schema motorio lo scomponi e lo apprendi lentamente. Allenarlo è un altro discorso.
Nel pugilato la lentezza per "approfondire" il movimento è commisurata alla necessaria velocità per eseguirlo in modo corretto. Essere lenti nell'esecuzione ed essere "flosci" sono due cose diverse. La differenza la fa la tensione.Erm, se per tensione intendi quello che credo, è persino controproducente ai termini del miglioramento del gesto nella sua applicazione.
E' un esercizio con obiettivi diversi rispetto al fare la stessa cosa in velocità, ma di pari dignità ai fini dell'obiettivo: immediatezza della reazione e perfezione tecnica.E come ci arrivano i judoka, i lottatori e i pugili alla perfezione tecnica senza ammazzarsi di lavori a due all' ora?
Sono sicuro che potresti fare un monologo su esercizi specifici per migliorare qualità specifiche (non faccio battute, ho letto con piacere i tuoi post anche sul judo) e se mai ci vedremo lo ascolterò volentieri. :)Perchè il lavoro muscolare è diverso, il lavoro sull' equilibrio è diverso e diversa è la coordinazione intramuscolare ed intermuscolare richiesta. Il problema è che tutte queste cose hanno valenza marginale su un movimento eseguito come interessa a noi. Veloce, esplosivo e coordinato. Sempre, ovviamente, per il solito discorso di ottimizzazione del tempo di lavoro, delle metodiche e dei risultati.
In media vedo che è molto più facile per un principiante eseguire il più velocemente possibile una tecnica che eseguire la stessa tecnica il più lentamente possibile senza perdere di tensione.
la pratica e l'esperienza possono portare una persona a muovere benissimo il proprio corpo pur nell'incoscenza dei meccanismi che sottendono a questo
Vero.
Pensa però a come puoi muovere il tuo corpo se dietro c'è conoscenza...
appunto
all'epoca questa conoscenza non c'era;
il Maestro di AM, dopo anni di pratica, aveva raggiunto una certa abilità e maestria nei movimenti
ed inseriva queste movenze in una sequenza (kata) che conteneva, quindi, il modo di muoversi dell'esperto di AM
e non necessitava conoscere i principi ed i meccanismi, ma solo eseguire nella maniera che veniva indicata
Il punto è anche capire a che serva un gesto e se l'insegnamento propende a finalità cinestetiche o meno.si
Quello che vedo io, sono principianti che necessariamente devono ripetere lentamente un gesto, perché in velocità viene uno schifo.
Poi vedo anche non principianti che, in velocità, fanno schifo ugualmente.
Sono d'accordo. Visto che anche la richiesta di risorse fisiche cambia, se non ti alleni a correre difficilmente si potrà vincere una maratona anche se camminando facciamo il doppio dei chilometri.
Il punto di Xjej, per come l'ho inteso io, è che non puoi passare una vita a lavorare "lento" se il fine ultimo sarà andare "veloce".
Ovviamente, prima impari a camminare, poi a correre: se lavori bene in velocità, sicuramente fai altrettanto al rallentatore. Non è così scontato il viceversa: se cammini e basta, alla fine potresti fare poca strada (che può anche andar bene, dipende da qual è il tuo obiettivo ultimo).
Il gesto tecnico va appreso in un certo modo ma uno schema motorio complesso non si può eseguire velocemente se non si allena velocemente.
Quote from: Bingo BongoEseguire le tecniche lentamente per esempio serve a concentrasi su qualità diverse dalla velocità.A parte lo schema motorio di base che deve essere all' inizio scomposto ed appreso, non ci sono qualità utili al gesto tecnico che vengono allenate meglio a due all' ora che a dieci.
Quote from: Bingo BongoLa velocità si può allenare, si può migliorare e si deve sfruttare, ma non è una tecnica è una qualità. Sono tecniche gli esercizi per allenarla.Già ma il movimento complesso lo devi eseguire in velocità. Allenarlo duecento volte lentamente non è più produttivo che allenarlo duecento volte velocemente.
Quote from: Bingo BongoHo visto maestri di capoiera con fisici impressionati fare tutti i movimenti al rallentatore. Roba che se non senti ogni singola distribuzione della forza da un muscolo all'altro non puoi fare.Eh siamo da capo. come facciamo a discutere di certe cose se ancora non ti sei sforzato di farti un'idea di certe cose?
Quote from: Bingo BongoTi permette di concentrarti sull'equilibrio di entrare in un rapporto più "intimo" con il movimento.La propriocettività è un'altra cosa che sarebbe meglio allenarla con lavoris specifici invece di rallentare il lavoro tecnico per usarlo in modid diversi.
Quote from: Bingo BongoMolte tecniche di Aikido, volente o nolente, se non le avessi fatte lentamente non le avrei mai imparate.Lo schema motorio lo scomponi e lo apprendi lentamente. Allenarlo è un altro discorso.
Quote from: Bingo BongoNel pugilato la lentezza per "approfondire" il movimento è commisurata alla necessaria velocità per eseguirlo in modo corretto. Essere lenti nell'esecuzione ed essere "flosci" sono due cose diverse. La differenza la fa la tensione.Erm, se per tensione intendi quello che credo, è persino controproducente ai termini del miglioramento del gesto nella sua applicazione.
Contrarre un muscolo in 1/10 di secondo o in 3 secondi è diverso. Dal punto di vista dell' allenamento, del meccaniscmo e del risultato.
Quote from: Bingo BongoE' un esercizio con obiettivi diversi rispetto al fare la stessa cosa in velocità, ma di pari dignità ai fini dell'obiettivo: immediatezza della reazione e perfezione tecnica.E come ci arrivano i judoka, i lottatori e i pugili alla perfezione tecnica senza ammazzarsi di lavori a due all' ora?
Su questo sarò ben felici di vedere metodi nuovi che possano migliorare le mie performance. Tenendo presente che non ho più 20 anni e che più vado avanti è più devo spostare l'ago della bilancia.Quote from: Bingo BongoSono sicuro che potresti fare un monologo su esercizi specifici per migliorare qualità specifiche (non faccio battute, ho letto con piacere i tuoi post anche sul judo) e se mai ci vedremo lo ascolterò volentieri. :)Perchè il lavoro muscolare è diverso, il lavoro sull' equilibrio è diverso e diversa è la coordinazione intramuscolare ed intermuscolare richiesta. Il problema è che tutte queste cose hanno valenza marginale su un movimento eseguito come interessa a noi. Veloce, esplosivo e coordinato. Sempre, ovviamente, per il solito discorso di ottimizzazione del tempo di lavoro, delle metodiche e dei risultati.
In media vedo che è molto più facile per un principiante eseguire il più velocemente possibile una tecnica che eseguire la stessa tecnica il più lentamente possibile senza perdere di tensione.
Capisco che ci si sta adeguando a quella che è la tendenza dominante nel mondo contemporaneo, tuttavia permettetemi di dissentire e di non essere d'accordo. La specializzazione a cosa sta portando, nell'ambito della cultura, ma anche nell'intero tessuto sociale?Secondo me è la parte in grassetto il centro del discorso...essere specializzati non implica perdere di vista il disegno generale ma semplicemente approfondire un aspetto di una disciplina. Devi comunque essere consapevole di quanto ti circonda e abbastanza flessibile da potertici rapportare altrimenti la specializzazione diventa un grosso limite.
Alla frammentazione di discipline e saperi in mondi autosufficienti che non comunicano più tra di loro e diventano autoreferenziali.
Lo stesso pericolo io vedo nelle arti marziali. Uno dei motivi che mi ha sempre affascinato in esse è il fatto di essere delle "pratiche olistiche", cioè di essere nel punto di congiunzione tra arte, sport, spiritualità, combattimento, difesa personale ecc... e questo crea tutte le spinose problematiche su cui discutiamo, ma è anche uno dei motivi in cui risiede il loro innegabile fascino, almeno per me. Io non la chiamerei multifunzionalità, ma piuttosto interdisciplinarità e comunicazione tra i saperi e per me rappresenta un valore aggiunto. Se noi concepiamo delle categorie nettamente diverse in cui includere le varie arti, allora come potremo comunicare fra di noi, confrontarci e far emergere qualcosa di nuovo? Mi rendo conto di essere in minoranza, ma è quello che penso... :sur:
Io credo esistano veramente poche discipline anche nel campo delle AM che affrontano esclusivamente un solo aspetto di quelli da te elencati
Ma infatti il mio discorso non voleva dire che tutto quello che è emerso dalla specializzazione sia merda.
Nessuno oggi si sognerebbe di essere un genio enciclopedico come Leibniz, Goethe o Leonardo, perché i vari saperi sono troppo differenziati e approfonditi, proprio grazie alla specializzazione. Non credo che nessun uomo potrebbe padroneggiare in una vita tutto l'attuale scibile umano, tuttavia se ad es. gli umanisti si interessassero alla scienza, cercando almeno di possedere una cultura di base, e gli scienziati si informerebbero almeno sulle implicazioni filosofiche o sociologiche dei loro ambiti di ricerca, credo che sarebbe la base per un proficuo dialogo comune. Penso ad un equipe di professionisti che si trovano a discutere di temi generali e interdisciplinari, che è un po' quello che succede a noi con le Mazzate Tribali ed eventi simili (che infatti io ho sempre sostenuto, a cui ho sempre partecipato con entusiasmo, cercando di diffonderne il Verbo). Che sono davvero una ventata d'aria fresca nel nostro mondo, lasciatemelo dire!! ;)
Il problema, cmq Giorgia ha detto quasi tutto, è che la gente tende a ragionare in maniera errata; la logica di valutazione dovrebbe essere quella di partire dall'obiettivo finale e a ritroso, fondandosi su elementi empirici, fissare o scoprire quali sono i punti necessari ed imprescindibili per ottenere quell'obiettivo fino ad arrivare al punto di partenza...e si chiama specializzazione, non è che sia roba da fisici quantistici... ;)
Capisco che ci si sta adeguando a quella che è la tendenza dominante nel mondo contemporaneo, tuttavia permettetemi di dissentire e di non essere d'accordo. La specializzazione a cosa sta portando, nell'ambito della cultura, ma anche nell'intero tessuto sociale?
Alla frammentazione di discipline e saperi in mondi autosufficienti che non comunicano più tra di loro e diventano autoreferenziali.
Lo stesso pericolo io lo vedo nelle arti marziali. Uno dei motivi che mi ha sempre affascinato in esse è il fatto di essere delle "pratiche olistiche", cioè di essere nel punto di congiunzione tra arte, sport, spiritualità, combattimento, difesa personale ecc... e questo crea tutte le spinose problematiche su cui discutiamo, ma è anche uno dei motivi in cui risiede il loro innegabile fascino, almeno per me. Io non la chiamerei multifunzionalità, ma piuttosto interdisciplinarità e comunicazione tra i saperi e per me rappresenta un valore aggiunto. Se noi concepiamo delle categorie nettamente diverse in cui includere le varie arti, allora come potremo comunicare fra di noi, confrontarci e far emergere qualcosa di nuovo? Mi rendo conto di essere in minoranza, ma è quello che penso... :sur:
La specializzazione porta al fatto, mera evoluzione umana, che oggi tua moglie se deve affrontare un evento delicato come il parto si rivolge a un ginecologo invece che a quello che oggi ti fa partorire e il giorno dopo ti ingessa il caxxo se te lo rompi... :thsit:
Ma infatti il mio discorso non voleva dire che tutto quello che è emerso dalla specializzazione sia merda.
Nessuno oggi si sognerebbe di essere un genio enciclopedico come Leibniz, Goethe o Leonardo, perché i vari saperi sono troppo differenziati e approfonditi, proprio grazie alla specializzazione. Non credo che nessun uomo potrebbe padroneggiare in una vita tutto l'attuale scibile umano, tuttavia se ad es. gli umanisti si interessassero alla scienza, cercando almeno di possedere una cultura di base, e gli scienziati si informerebbero almeno sulle implicazioni filosofiche o sociologiche dei loro ambiti di ricerca, credo che sarebbe la base per un proficuo dialogo comune. Penso ad un equipe di professionisti che si trovano a discutere di temi generali e interdisciplinari, che è un po' quello che succede a noi con le Mazzate Tribali ed eventi simili (che infatti io ho sempre sostenuto, a cui ho sempre partecipato con entusiasmo, cercando di diffonderne il Verbo). Che sono davvero una ventata d'aria fresca nel nostro mondo, lasciatemelo dire!! ;)
:zan:
e se tutti studiassero l'italiano :'(
cato
Comunque ho capito cosa intendi e sono in linea di massima d'accordo.
Corretto!! Grazie zia. :sur:Capisco che ci si sta adeguando a quella che è la tendenza dominante nel mondo contemporaneo, tuttavia permettetemi di dissentire e di non essere d'accordo. La specializzazione a cosa sta portando, nell'ambito della cultura, ma anche nell'intero tessuto sociale?Secondo me è la parte in grassetto il centro del discorso...essere specializzati non implica perdere di vista il disegno generale ma semplicemente approfondire un aspetto di una disciplina. Devi comunque essere consapevole di quanto ti circonda e abbastanza flessibile da potertici rapportare altrimenti la specializzazione diventa un grosso limite.
Alla frammentazione di discipline e saperi in mondi autosufficienti che non comunicano più tra di loro e diventano autoreferenziali.
Lo stesso pericolo io vedo nelle arti marziali. Uno dei motivi che mi ha sempre affascinato in esse è il fatto di essere delle "pratiche olistiche", cioè di essere nel punto di congiunzione tra arte, sport, spiritualità, combattimento, difesa personale ecc... e questo crea tutte le spinose problematiche su cui discutiamo, ma è anche uno dei motivi in cui risiede il loro innegabile fascino, almeno per me. Io non la chiamerei multifunzionalità, ma piuttosto interdisciplinarità e comunicazione tra i saperi e per me rappresenta un valore aggiunto. Se noi concepiamo delle categorie nettamente diverse in cui includere le varie arti, allora come potremo comunicare fra di noi, confrontarci e far emergere qualcosa di nuovo? Mi rendo conto di essere in minoranza, ma è quello che penso... :sur:
Io credo esistano veramente poche discipline anche nel campo delle AM che affrontano esclusivamente un solo aspetto di quelli da te elencati
Ma infatti il mio discorso non voleva dire che tutto quello che è emerso dalla specializzazione sia merda.
Nessuno oggi si sognerebbe di essere un genio enciclopedico come Leibniz, Goethe o Leonardo, perché i vari saperi sono troppo differenziati e approfonditi, proprio grazie alla specializzazione. Non credo che nessun uomo potrebbe padroneggiare in una vita tutto l'attuale scibile umano, tuttavia se ad es. gli umanisti si interessassero alla scienza, cercando almeno di possedere una cultura di base, e gli scienziati si informassero almeno sulle implicazioni filosofiche o sociologiche dei loro ambiti di ricerca, credo che sarebbe la base per un proficuo dialogo comune. Penso ad un equipe di professionisti che si trovano a discutere di temi generali e interdisciplinari, che è un po' quello che succede a noi con le Mazzate Tribali ed eventi simili (che infatti io ho sempre sostenuto, a cui ho sempre partecipato con entusiasmo, cercando di diffonderne il Verbo). Che sono davvero una ventata d'aria fresca nel nostro mondo, lasciatemelo dire!! ;)
Il problema, cmq Giorgia ha detto quasi tutto, è che la gente tende a ragionare in maniera errata; la logica di valutazione dovrebbe essere quella di partire dall'obiettivo finale e a ritroso, fondandosi su elementi empirici, fissare o scoprire quali sono i punti necessari ed imprescindibili per ottenere quell'obiettivo fino ad arrivare al punto di partenza...e si chiama specializzazione, non è che sia roba da fisici quantistici... ;)
Capisco che ci si sta adeguando a quella che è la tendenza dominante nel mondo contemporaneo, tuttavia permettetemi di dissentire e di non essere d'accordo. La specializzazione a cosa sta portando, nell'ambito della cultura, ma anche nell'intero tessuto sociale?
Alla frammentazione di discipline e saperi in mondi autosufficienti che non comunicano più tra di loro e diventano autoreferenziali.
Lo stesso pericolo io lo vedo nelle arti marziali. Uno dei motivi che mi ha sempre affascinato in esse è il fatto di essere delle "pratiche olistiche", cioè di essere nel punto di congiunzione tra arte, sport, spiritualità, combattimento, difesa personale ecc... e questo crea tutte le spinose problematiche su cui discutiamo, ma è anche uno dei motivi in cui risiede il loro innegabile fascino, almeno per me. Io non la chiamerei multifunzionalità, ma piuttosto interdisciplinarità e comunicazione tra i saperi e per me rappresenta un valore aggiunto. Se noi concepiamo delle categorie nettamente diverse in cui includere le varie arti, allora come potremo comunicare fra di noi, confrontarci e far emergere qualcosa di nuovo? Mi rendo conto di essere in minoranza, ma è quello che penso... :sur:
La specializzazione porta al fatto, mera evoluzione umana, che oggi tua moglie se deve affrontare un evento delicato come il parto si rivolge a un ginecologo invece che a quello che oggi ti fa partorire e il giorno dopo ti ingessa il caxxo se te lo rompi... :thsit:
Ma infatti su quello nulla in contrario.
Tuttavia spesso molti problemi oramai richiedono un approccio interdisciplinare, che permetta di analizzare i fenomeni da molti punti di vista, come hanno messo in luce ormai da alcuni decenni la cibernetica, la teoria dei sistemi e le teorie olistiche o "teorie della complessità" (come si preferisce dire oggi).
Tornando alle arti marziali, sono d'accordo con voi che persone che fanno un po' di tutto, spesso non approfondiscono nulla e rimangono sempre in superficie di quello che studiano (io ebbi un'esperienza simile con alcune lezioni di JKD Concept...).
L'approccio migliore per me rimane quello di mantenere una buona base in una disciplina o in un settore, di cui si approvano i principi e le metodiche di base e di cui si cerca di padroneggiare il modo specifico di muoversi, rimanendo però aperti al confronto e alla messa in discussione con tutti, che possono magari farti dubitare su alcuni aspetti della tua arte, permettendoti di migliorarla.
In fondo anche tu se non sbaglio ti sei formato nello Yoseikan Budo, che mi sembra che sia una delle arti marziali che ha tentato di sviluppare maggiormente l'aspetto della multifunzionalità, o mi sbaglio? Qualcosa di quell'approccio e di quell'apertura mentale te lo sarai portato dietro anche in quello che fai ora, pur immagino con le dovute critiche, visto che ora ti sei specializzato in ambito DP... :thsit:
Ad ogni modo, ammettendo la necessità di un approccio interdisciplinare, non è che basta un po' di cultura spicciola, un sacco di credenze tradizionalpopolari (tipo l'onnipresente "i muscoli legano") e quattro cazzate pseudofilosofiche per poter dire di essere un "generico".
Perchè di solito i maestroni parlano di tutto ma non conoscono niente.
Secondo me è meno sconato fare una tecnica lenta e sotto spiego perché.
La parola chiave è tensione nel movimento lento. Lento di qualità
Non intendo la lentezza come necessaria nell'apprendere un movimento complesso che richiede quindi la scomposizione del movimento stesso. Questa lentezza è appunto necessaria per l'apprendimento di movimenti complessi. Interruzione del movimento e uso scomposto del movimento. Niente a che vedere con il movimento lento utile e di qualità.
Ho visto maestri di capoiera con fisici impressionati fare tutti i movimenti al rallentatore. Roba che se non senti ogni singola distribuzione della forza da un muscolo all'altro non puoi fare.
Eh siamo da capo. come facciamo a discutere di certe cose se ancora non ti sei sforzato di farti un'idea di certe cose?
Mi esprimo in maniera diretta, mi rendo conto, perchè dove sono non ho la tranquillità necessaria per formulare nelle perifrasi.Ad ogni modo, ammettendo la necessità di un approccio interdisciplinare, non è che basta un po' di cultura spicciola, un sacco di credenze tradizionalpopolari (tipo l'onnipresente "i muscoli legano") e quattro cazzate pseudofilosofiche per poter dire di essere un "generico".
Perchè di solito i maestroni parlano di tutto ma non conoscono niente.
Se colgo bene il senso di questo intervento,
(anche tu hai un modo tuo di esprimerti)
può essere un punto molto interessante
qual'è il rapporto tra quantità e qualità?
Quindi, qualunque siano gli scopi e le possibilità io sono per lo studio e l'informazione.
La parola chiave è tensione nel movimento lento. Lento di qualitàCercato di quotare solo le parti di cui mi piacerebbe avere un approfondimento.
Anche io sono convinto che sia importante lavorare anche lentamente e mi ritrovo in concetti come quelli espressi da Bingo Bongo.
Onestamente:
Non ho capito... :pla:
allora dovrà, probabilmente, circoscrivere bene il raggio d'azione
(oltre ad evitare di mescolarsi con i falsi guru che si dichiarano maestri di vita e tuttologi)
inoltre dovrà giustamente documentarsi bene su quei pochi aspetti che avrà deciso di sviluppare
Dai, c'è ancora gente che ti dice convinta che ci vogliono anni per imparare un movimento....anni.... ;D
Secondo me è meno sconato fare una tecnica lenta e sotto spiego perché.
La parola chiave è tensione nel movimento lento. Lento di qualità
Non intendo la lentezza come necessaria nell'apprendere un movimento complesso che richiede quindi la scomposizione del movimento stesso. Questa lentezza è appunto necessaria per l'apprendimento di movimenti complessi. Interruzione del movimento e uso scomposto del movimento. Niente a che vedere con il movimento lento utile e di qualità.Quote from: Bingo BongoHo visto maestri di capoiera con fisici impressionati fare tutti i movimenti al rallentatore. Roba che se non senti ogni singola distribuzione della forza da un muscolo all'altro non puoi fare.Eh siamo da capo. come facciamo a discutere di certe cose se ancora non ti sei sforzato di farti un'idea di certe cose?
Di quali cose dovrei sforzarmi di farmi un'idea? Che cosa non ho capito dai maestri di copoiera?
Cercato di quotare solo le parti di cui mi piacerebbe avere un approfondimento.
Anche io sono convinto che sia importante lavorare anche lentamente e mi ritrovo in concetti come quelli espressi da Bingo Bongo.
Ma Xjej vorrei capire meglio a cosa ti riferisci per favore. :)
Grazie.