Vorrei discutere con voi di un problema, credo, abbastanza comune.Fagli fare combattimento libero leggero senza protezioni, o impara o impara, io ho imparato così a non andare in blocco durante un combattimento!
In queste lezioni, l'unica ragazza del gruppo, è andata in crisi da reazione.
Mi spiego, dopo un minuto circa, inizia ad incassare solamente e poi non riesce più a reagire.
Ora, cercando di ragionarci sopra, lei si è sempre confrontata con noi maschietti, ma ha sempre tirato bene (ha un destro che è una sonora cannonata).
Molti di noi marzialisti, prima o poi, devono superare questo scoglio psicologico per andare avanti nel nostro sport, ma vorrei porre anche una domanda introspettiva: quanti di noi sono riusciti veramente a comprendere questa difficoltà.
Dal canto mio, vorrei tentare qualcosa tipo esercizio di parata e risposta immediata, sperando che si sblocchi.
Fagli fare combattimento libero leggero senza protezioni, o impara o impara, io ho imparato così a non andare in blocco durante un combattimento!
Credo sia una questione di "testa", di paura, di "tanto-prima-o-poi-smette"... ci si deve lavorare su ma non chiedermi come. Io ci sono arrivato (forse) dopo un sacco di tempo e bozzi :P
Noi usiamo solo la conchiglietta in allenamento, e a volte neanche quella.Fagli fare combattimento libero leggero senza protezioni, o impara o impara, io ho imparato così a non andare in blocco durante un combattimento!
Ci siamo sempre allenati solo con i guantoni, solo questa settimana, in preparazione gara, stiamo usando tutte le protezioni.
Noi usiamo solo la conchiglietta in allenamento, e a volte neanche quella.Fagli fare combattimento libero leggero senza protezioni, o impara o impara, io ho imparato così a non andare in blocco durante un combattimento!
Ci siamo sempre allenati solo con i guantoni, solo questa settimana, in preparazione gara, stiamo usando tutte le protezioni.
Tensione GARA???Però è più di un anno che si allena con noi, quindi inizio a preoccuparmi per lei, perchè vorrei vederla libera da questa cosa.
Nn ha ragazze con la quale allenarsi?
Nn è facile toglierle qs cosa..deve capirla lei..
A me nei primi anni capitava in gara..andavo in "crisi di reazione"..cioè nn trovavo più una tecnica per contrattaccare..poi ho capito da solo..cmq devi avere il combattimento dentro..io nn lo avevo proprio..
Ho una ragazza, giovanissima, con lo stesso problema..per ora lascio perdere..nn posso traumatizzarla..
Ma lei ha già combattuto in gara?
Vorrei discutere con voi di un problema, credo, abbastanza comune.
In queste lezioni, l'unica ragazza del gruppo, è andata in crisi da reazione.
Mi spiego, dopo un minuto circa, inizia ad incassare solamente e poi non riesce più a reagire.
Ora, cercando di ragionarci sopra, lei si è sempre confrontata con noi maschietti, ma ha sempre tirato bene (ha un destro che è una sonora cannonata).
Molti di noi marzialisti, prima o poi, devono superare questo scoglio psicologico per andare avanti nel nostro sport, ma vorrei porre anche una domanda introspettiva: quanti di noi sono riusciti veramente a comprendere questa difficoltà.
Dal canto mio, vorrei tentare qualcosa tipo esercizio di parata e risposta immediata, sperando che si sblocchi.
Ripeto, secondo me la cosa principale è non traumatizzare l'atleta..il combattimento per molti può essere davvero un trauma,un colpo preso male, il non sapere cosa fare..insomm,a io sento di troppe situazioni dove vengono mandati atleti sul ring senza sapere cosa andranno ad affrontare..
Magari nelle AM è un po' differente, il percorso per arrivare alla gara di combattimento magari è leggermente più lungo..ma nelgi SDC capisco che alla fine lo scopo sia "COMBATTERE"..però credo che vada ben spiegato che combattere in palestra..contro il sacco, etc etc è ben differente dall'avversario vero che nn conosci e in ambito competitivo..
Io spingo perchè tutti facciano l'esperienza del combattimento..è importantissima, però valuto bene (almeno credo) chi ho davanti..nn posso mandarli allo sbaraglio dicendoli "ma si, tanto cosa vuoi che sia"!!
Io credo che il combattimento lo hai dentro..puoi allenarti quanto vuoi e cmq migliorerai la tua tecnica...ma l'istinto da combattimento sta dentro di noi...io mi reputo uno che NON E' NATO combattente nonostante abbia sempre combattuto in varie situazioni..andata bene, spesso male, lo ammetto..mi sono fatti delle grandi esperienze e ne sono contento e fiero..ma da li a definirmi combattente ne passa..ho le mie esperienze e la mia tecnica..ma c'è gente con meno tecnica di me..magari anche menon esperienza..ma con il combattimento dentro..
Ps ma che gara è? di che disciplina?
Comunque, Cavaliere, vedo che i problemi che poni non sono mai banali.
Complimenti. ;)
Io credo che il combattimento lo hai dentro..puoi allenarti quanto vuoi e cmq migliorerai la tua tecnica...ma l'istinto da combattimento sta dentro di noi...Concordo, combattente si nasce : si tratta i un fattore genetico ... difficilmente si diventa combattente, un non combattente puo' con gli allenamenti fare tutto ma il combattente ( almeno come intendo io ) si nasce ...
Scusami ma con la ragazza hai parlato di questa cosa?Cosa ti dice lei? Penso sia determinante capire il perchè di questo atteggiamento.
Io credo che il combattimento lo hai dentro..puoi allenarti quanto vuoi e cmq migliorerai la tua tecnica...ma l'istinto da combattimento sta dentro di noi...Concordo, combattente si nasce : si tratta i un fattore genetico ... difficilmente si diventa combattente, un non combattente puo' con gli allenamenti fare tutto ma il combattente ( almeno come intendo io ) si nasce ...
saluti
Io credo che il combattimento lo hai dentro..puoi allenarti quanto vuoi e cmq migliorerai la tua tecnica...ma l'istinto da combattimento sta dentro di noi...io mi reputo uno che NON E' NATO combattente nonostante abbia sempre combattuto in varie situazioni..andata bene, spesso male, lo ammetto..mi sono fatti delle grandi esperienze e ne sono contento e fiero..ma da li a definirmi combattente ne passa..ho le mie esperienze e la mia tecnica..ma c'è gente con meno tecnica di me..magari anche menon esperienza..ma con il combattimento dentro..
In effetti questo è un tasto che non ho trattato a dovere.
Lei dice di arrabbiarsi ma non riuscire a reagire, nel senso che non è paura ma qualcosa simile ad una indecisione permanente...
Anche perchè giustifica l'assenza di paura con il fatto che si allena e combatte contro di noi di sua spontanea volontà.
QuoteIn effetti questo è un tasto che non ho trattato a dovere.
Lei dice di arrabbiarsi ma non riuscire a reagire, nel senso che non è paura ma qualcosa simile ad una indecisione permanente...
Anche perchè giustifica l'assenza di paura con il fatto che si allena e combatte contro di noi di sua spontanea volontà.
Penso che parlare sia determinante anche se molte volte non ci riuscirai lo stesso a cavarci un ragno dal buco :-)
Secondo me un'ipotesi potrebbe essere che voi vi conosce e bene o male sa che non le causerete mai danni seri cosa che invece può succedere durante un incontro,inoltre sa come combattete e si comporta di conseguenza. Forse non ha fiducia nella sua copertura,o negli spostamenti e quindi vorrebbe partire ma si blocca per paura di esagerare.Hai mai provato a fargli fare sparring con persone sconosciute e vedere che reazione ha?
Mi hanno raccontato tempo fa la storia di un tipo grande e muscoloso.;D ;D ;D ;D bellissima...ahahah..li avrà ammazzati tutti una volta acquisita la sicurezza!!
Si iscrisse ad un corso di kick perchè pur essendo grosso temeva lo scontro ed aveva paura di rimanere bloccato in una situazione reale. Non si sapeva difendere, se la dissuasione della stazza avesse fallito.
Infatti, anche in palestra, non aveva il coraggio, la grinta, e si bloccava in difesa quando faceva guanti.
Allora l'istruttore gli disse che c'era un metodo, ma che non era indolore.
fu messo supino a terra, mentre i suoi compagni d'allenamento cominciarono a picchiarlo con calci e pugni, offendendolo nel frattempo.
poi lo stesso trattamento in piedi, e di nuovo supino a terra.
Dopo alcune volte di questo trattamento, aveva superato completamente il timore dei colpi, o il timore di colpire gli altri.
Diventò grintosissimo, e voleva continuamente fare guanti coi più forti, anche se le prendeva.
Il tutto credo sia durato circa 3 allenamenti.
Mi hanno raccontato tempo fa la storia di un tipo grande e muscoloso.
Si iscrisse ad un corso di kick perchè pur essendo grosso temeva lo scontro ed aveva paura di rimanere bloccato in una situazione reale. Non si sapeva difendere, se la dissuasione della stazza avesse fallito.
Infatti, anche in palestra, non aveva il coraggio, la grinta, e si bloccava in difesa quando faceva guanti.
Allora l'istruttore gli disse che c'era un metodo, ma che non era indolore.
fu messo supino a terra, mentre i suoi compagni d'allenamento cominciarono a picchiarlo con calci e pugni, offendendolo nel frattempo.
poi lo stesso trattamento in piedi, e di nuovo supino a terra.
Dopo alcune volte di questo trattamento, aveva superato completamente il timore dei colpi, o il timore di colpire gli altri.
Diventò grintosissimo, e voleva continuamente fare guanti coi più forti, anche se le prendeva.
Il tutto credo sia durato circa 3 allenamenti.
Gran bel post :)
Prima di tutto quotone per No Way Out.
Poi vorrei dare anchio i miei 2 cent.
Da parte mia (che sono un maschietto, ma il punto di partenza è uguale per tutti) l'unico blocco che avvertivo-avverto in sparring è quello di non fare troppo male, col risultato di prenderne di più di quelle che potrei dare. Ma fuori dallo sparring, d'altro canto, non ho mai avuto rimorsi, perchè a mio "agio", nel senso che un conto è fare a botte con il tuo amico, un altro è spaccare le ossa a chi ti aggredisce per davvero.
Ma ora rovescio il ragionamento, tornando in sparring.
Spesso (parlo per me quando ero un ragazzino e facevo sparring le prime volte, senza protezioni se non, per chi l'aveva, la conchiglia) si va in blocco quando ci si mette ad analizzare troppo la situazione. Altri fattori mentali si vanno a frapporre fra la naturale reazione motoria agli attacchi e la loro efficace realizzazione.
Quello più importante è l'ego.
Se si combatte per far vedere quanto siamo bravi, e poi si inizia a prendere qualche colpo, questa convinzione si va ad incrinare, ci si sorprende a pensare di star facendo una brutta figura invece di vedere l'avversario e i suoi colpi. In un contesto di colpi controllati, inoltre, è paradossalmente più difficile "svegliarsi" da questo torpore; d'altro canto, se si inizia a colpire più forte, non è detto che ci si possa riprendere dallo "shock", anzi, è in questo modo che alcune persone più "sensibili" abbandonano la pratica o reprimono il problema, cercando di occultarlo invece di risolverlo.
Poi c'è la paura dei colpi.
Quando si riceve una scarica di pugni, gli atteggiamenti più frequenti sono principalmente 2.
Se il problema è stato occultato e represso, si andrà incontro ai colpi colpendo altrettanto furiosamente; è il caso tipicamente maschile, in cui si ha più paura di perdere la faccia che di farsela spianare dai colpi. E' un problema di ego.
Se il problema non si è risolto in alcun modo, si subirà senza reagire. In questo caso, la paura di prendere i colpi è maggiore della volontà di difendersi. E' il caso, tipicamente femminile, in cui ci si copre, ci si chiude a riccio nell'angolo, e proprio perchè magari i colpi sono controllati si continua a subirli. E' un problema di non-ego.
Io non ho molta esperienza di gare, quelle poche che feci risalgono ai primi anni 90.
Ma ho capito che il problema principale del combattimento consiste nell'atteggiamento, e questo a presindere dal sesso del praticante.
Secondo me, quindi, bisogna lavorare sulle emozioni. Iniziare a colpire piano e poi gradatamente aumentare la potenza. Imparare a subire, prima con colpi leggeri e spinte, e poi accelerare e pestare di più.
Oppure qualsiasi altro metodo di vaccinazione finalizzato alla gestione della paura, del dolore o della fatica.
Comunque, Cavaliere, vedo che i problemi che poni non sono mai banali.
Complimenti. ;)
QuoteMi hanno raccontato tempo fa la storia di un tipo grande e muscoloso.
Si iscrisse ad un corso di kick perchè pur essendo grosso temeva lo scontro ed aveva paura di rimanere bloccato in una situazione reale. Non si sapeva difendere, se la dissuasione della stazza avesse fallito.
Infatti, anche in palestra, non aveva il coraggio, la grinta, e si bloccava in difesa quando faceva guanti.
Allora l'istruttore gli disse che c'era un metodo, ma che non era indolore.
fu messo supino a terra, mentre i suoi compagni d'allenamento cominciarono a picchiarlo con calci e pugni, offendendolo nel frattempo.
poi lo stesso trattamento in piedi, e di nuovo supino a terra.
Dopo alcune volte di questo trattamento, aveva superato completamente il timore dei colpi, o il timore di colpire gli altri.
Diventò grintosissimo, e voleva continuamente fare guanti coi più forti, anche se le prendeva.
Il tutto credo sia durato circa 3 allenamenti.
Spero che sia una leggenda metropolitana :-)
Nel caso fosse vera l'istruttore a parer mio non è un buon istruttore,quando una persona si blocca in difesa può essere per mille motivi,mancanza di fiducia nel tuo attacco,mancanza di fiducia sulle schivate dei colpi,sulle coperture,paura di prendere i colpi e queste sono tutte cose che si possono allenare e migliorare.Far pestare una persona non serve a nulla.Poi è chiaro che c'è chi ha la grinta innata e chi non l'avrà mai,ma visto che si combatte prima con il cervello e poi con la cattiveria penso che ci si possa allenare e diventare buoni atleti che possono accrescere la fiducia nei propri mezzi e giocarsela con molti.Chiaro che un atleta non diventerà mai un campione se non ha grinta da vendere.
A proposito di checche, sembra che Rjabko sia riuscito ad insegnare ad incassare i pugni allo stomaco anche ad un timidissimo studente di pianoforte al conservatorio, amico di un suo allievo a Mosca.
Sono cose che danno da pensare.
A proposito di checche, sembra che Rjabko sia riuscito ad insegnare ad incassare i pugni allo stomaco anche ad un timidissimo studente di pianoforte al conservatorio, amico di un suo allievo a Mosca.
Sono cose che danno da pensare.
Quando dico checche, beninteso, non mi rferisco all'orientamento sessuale ma al carattere.
E comunque non in senso dispregiativo assoluto, ognuno è libero di essere una checca, se è la sua natura.
Vedere però dei killer nati convinti di essere checche dall'educazione quello no, non lo apprezzo.
A proposito di checche, sembra che Rjabko sia riuscito ad insegnare ad incassare i pugni allo stomaco anche ad un timidissimo studente di pianoforte al conservatorio, amico di un suo allievo a Mosca.
Sono cose che danno da pensare.
Quando dico checche, beninteso, non mi rferisco all'orientamento sessuale ma al carattere.
E comunque non in senso dispregiativo assoluto, ognuno è libero di essere una checca, se è la sua natura.
Vedere però dei killer nati convinti di essere checche dall'educazione quello no, non lo apprezzo.
A chi lo dici, amico!! :(
Si, ha senso.
QuoteMi hanno raccontato tempo fa la storia di un tipo grande e muscoloso.
Si iscrisse ad un corso di kick perchè pur essendo grosso temeva lo scontro ed aveva paura di rimanere bloccato in una situazione reale. Non si sapeva difendere, se la dissuasione della stazza avesse fallito.
Infatti, anche in palestra, non aveva il coraggio, la grinta, e si bloccava in difesa quando faceva guanti.
Allora l'istruttore gli disse che c'era un metodo, ma che non era indolore.
fu messo supino a terra, mentre i suoi compagni d'allenamento cominciarono a picchiarlo con calci e pugni, offendendolo nel frattempo.
poi lo stesso trattamento in piedi, e di nuovo supino a terra.
Dopo alcune volte di questo trattamento, aveva superato completamente il timore dei colpi, o il timore di colpire gli altri.
Diventò grintosissimo, e voleva continuamente fare guanti coi più forti, anche se le prendeva.
Il tutto credo sia durato circa 3 allenamenti.
Spero che sia una leggenda metropolitana :-)
Nel caso fosse vera l'istruttore a parer mio non è un buon istruttore,quando una persona si blocca in difesa può essere per mille motivi,mancanza di fiducia nel tuo attacco,mancanza di fiducia sulle schivate dei colpi,sulle coperture,paura di prendere i colpi e queste sono tutte cose che si possono allenare e migliorare.Far pestare una persona non serve a nulla.Poi è chiaro che c'è chi ha la grinta innata e chi non l'avrà mai,ma visto che si combatte prima con il cervello e poi con la cattiveria penso che ci si possa allenare e diventare buoni atleti che possono accrescere la fiducia nei propri mezzi e giocarsela con molti.Chiaro che un atleta non diventerà mai un campione se non ha grinta da vendere.
O quell'istruttore è un pazzo, o è un genio.
Nel primo caso avrebbe fatto quello che ha fatto senza coscienza del perchè, nel secondo avrebbe capito che ognuno di noi è perfettamente in grado di incassare e colpire, ma che il condizionamento anti violenza che abbiamo subito ha trasformato molti di noi in agnelli sacrificali.
Prendere dei colpi forti, significa esorcizzarne la paura, ricevere contatto fisico, porta a togliersi lo shock emotivo da contatto che blocca molte persone.
Questo non è un percorso per tutti. Non è giusto farlo ad una checca.
Ma farlo ad un predatore rivestito con una sottile pellaccia d'agnello socialmente indotta, può spazzare via quel vello maledetto che ci portiamo dietro dall'usanza ebraica dello Yom Kippur, l'agnello sacrificale che si sacrifica per noi a Pasqua, che poi ha dato origine al mito cristiano dell'agnello di Dio che muore sacrificato per noi a Pasqua.
Tutta la nostra cultura è intrisa di belante sacrificio e rinuncia, di sottomissione e prostrazione.
Se 4 calci in bocca possono servire a togliere questo malanno terribile, benvengano.
La differenza tra istruttore pazzo e geniale, a quel punto, sta nel capire a quali allievi riservare questo trattamento e a quali non porterebbe altro che maggiori danni, perchè sono dei remissivi per natura, dei "beta".
Ma per quelli con cui il trattamento funziona, direi che il gioco vale molto più della candela.
Questo metodo, inoltre, è utilizzato anche da quei bastardi che allevano cani da combattimento.
Io però ho parlato di sedute limitate e di contesto controllato che l'allievo capisce e che può fermare.
Il povero cane diventa sì cattivo ed aggressivo, ma in realtà è spaventato e traumatizzato, essendo sottoposto ad una violenza gratuita sulla quale non ha alcun controllo ne colpa.
Rispetto il tuo modo di pensare ma per me continua a non essere un buon istruttore.Non tutti vogliono diventare atleti,non tutti vogliono raggiungere risultati importanti, non tutti vogliono combattere e non tutti necessitano di "cure" particolari.Io come istruttore do i mezzi poi se uno ha difficoltà lo aiuto e magari lo metto anche davanti a prove faticose,dolorose,ma tutto a suo tempo,dopo l'acquisizione di preparazione/tecnica/tattica/consapevolezza.
Si, ha senso.
Sono contento che lo capisci, è difficile da spiegare.
La maggior parte dei cattivoni muscolosi che ho conosciuto o visto, sono dei cuccioloni. Anche se sul ring sembrano aggressivi, anche se magari hanno perso la calma e sono finiti in galera per rissa... o anche se hanno premuto il grilletto in un attimo di impulsiva perdita di lucidità... sono dei cuccioloni.
Ma quando una persona riesce ad abbassare lo sguardo, entrare in quello stato particolare e suonare una melodia da pelle d'oca con il piano o il violino... quando una persona ha quell'intelligenza e quella sensibilità da musicista, dove la musica è l'incontro perfetto tra la fredda matematica razionale ed il mondo della creatività e dell'emozione... beh, allora so che potrei farne velocemente un killer. Ha la mente giusta, per la tecnica c'è tempo, per i muscoli, ci sono le lame.
Infatti non mi vergogno assolutamente a dire che il naso me l'ha rotto un musicista intelligentissimo dopo solo 6 mesi di thai, magro ed ex ballerino di classica, circa 30 kg meno di me. Quelli sono dei veri matti... e lucidi per giunta.
Eccolo mentre suona la chitarra, ora sta a Los Angeles:
La canzone nella versione flash del mio sito è una delle sue, tutti gli strumenti li ha suonati lui e poi montati insieme con la voce.
Si, ha senso.
Sono contento che lo capisci, è difficile da spiegare.
La maggior parte dei cattivoni muscolosi che ho conosciuto o visto, sono dei cuccioloni. Anche se sul ring sembrano aggressivi, anche se magari hanno perso la calma e sono finiti in galera per rissa... o anche se hanno premuto il grilletto in un attimo di impulsiva perdita di lucidità... sono dei cuccioloni.
Ma quando una persona riesce ad abbassare lo sguardo, entrare in quello stato particolare e suonare una melodia da pelle d'oca con il piano o il violino... quando una persona ha quell'intelligenza e quella sensibilità da musicista, dove la musica è l'incontro perfetto tra la fredda matematica razionale ed il mondo della creatività e dell'emozione... beh, allora so che potrei farne velocemente un killer. Ha la mente giusta, per la tecnica c'è tempo, per i muscoli, ci sono le lame.
Infatti non mi vergogno assolutamente a dire che il naso me l'ha rotto un musicista intelligentissimo dopo solo 6 mesi di thai, magro ed ex ballerino di classica, circa 30 kg meno di me. Quelli sono dei veri matti... e lucidi per giunta.
Eccolo mentre suona la chitarra, ora sta a Los Angeles:
La canzone nella versione flash del mio sito è una delle sue, tutti gli strumenti li ha suonati lui e poi montati insieme con la voce.
Leggerti Aivia è sempre un piacere.
Trovare persone che la pensano come te (io sono sul tuo filone di pensiero) è davvero dura..orami siamo lupi solitari.
Anche a me piace molto trovare altri che la pensano come me, ma la cosa che invece preferisco in assoluto, è arricchirmi del punto di vista e delle esperienze di chi non la pensa come me.
Sono molto felice quando qualcuno sul forum mi contraddice o mi espone il suo pensiero diverso dal mio.
Questo però solo quando manifesta un pensiero diverso ma personale.
Quando invece sento pensare per luoghi comuni o convinzioni condivise...mi amareggia un po'.
Concordo pienamente.
Ma era stato l'allievo a chiedere un aiuto, a mostrare un problema che voleva risolvere.
Quote
Concordo pienamente.
Ma era stato l'allievo a chiedere un aiuto, a mostrare un problema che voleva risolvere.
Benissimo, ed è una bellissima cosa aiutare un allievo ma ci sono svariati modi per farlo,per me quello non è quello giusto :-)
Forse, e ripeto forse, era giusto per lui. perchè ha funzionato.
Tu invece cosa faresti con un simile allievo, uno con lo stesso problema?
Non te lo chiedo a sfida, ma perchè potresti conoscere un metodo interessante che ignoro.
sicuramente sarai molto più bravo di me :-)
questa frase, unita al tuo nick "zero" unita al tuo Avatar in posizione sottomessa, mi fanno pensare che tu sia un gran furbetto...
"i monti donano tutta la loro acqua ai fiumi, perchè questi scorrono ai loro piedi"
Quote
questa frase, unita al tuo nick "zero" unita al tuo Avatar in posizione sottomessa, mi fanno pensare che tu sia un gran furbetto...
"i monti donano tutta la loro acqua ai fiumi, perchè questi scorrono ai loro piedi"
Secondo me invece non hai capito nulla :-)
Il nick Zer0 me lo porto dietro da anni per motivi che non c'entrano assolutamente nulla con lo sport,per quanto riguarda quella che tu chiami "posizione sottomessa" si chiama Ram Muay ( http://it.wikipedia.org/wiki/Muay_Thai#Ram_Muay ) e penso che possa dirsi tutt'altro che una posizione sottomessa eheh :-) inoltre trovo abbastanza singolare che tu possa fare un analisi di chi sono io solo da qualche post letto su un forum.
So cos'è la Ram Muay, e non è un problema se il nick te lo porti dietro da molto, anzi, gioca a favore della mia tesi.
Non vorrei m'avessi frainteso, ho messo anche quella frase sui monti ed i fiumi per essere infraintendibile: furbetto detto da un uomo, non è un'offesa come quando lo dice una donna.
Ps, non ho azzardato un'ipotesi leggendo i tuoi messaggi, ma ho scattato una foto unendo nck, avatar e quella frase, che in quanto excusatio non petita, esulando dall'argomento dibattuto, era spontanea e chiaramente indice di qualcosa che anche il nick e l'avatar urlavano a gran voce.
Comunque, furbetto per me non è un'offesa. Lo ribadisco.
Significa uno sveglio e giocatore. Forse non va di moda esserlo al grande fratello, perchè li vorrebbero tutti spontanei e rincoglioniti. Ma nella vita reale, è necessario esserlo.
Meditando sui vari post inseriti, mi è venuta in mente un'altra linea per questa discussione.
Personalmente sono un buon incassatore, visto che mi muovo in modo molto "piantato" (in effetti dovrei migliorare molto il gioco di gambe & gli spostamenti). In genere tendo ad aspettare il momento giusto per assestare qualche buon colpo, mirando a punti esatti.
Spesso mi capita di pensarci un paio di volte prima di sparare il colpo e, se il mio avversario è nuovo della palestra (diciamo che il maestro fa' iniziare lo sparring dopo un paio di mesi), evito proprio di partire almeno quattro volte su cinque.
A me sembra utile, anche perchè mi dispiace colpire qualcuno agl'inizi... Secondo voi?
Meditando sui vari post inseriti, mi è venuta in mente un'altra linea per questa discussione.
Personalmente sono un buon incassatore, visto che mi muovo in modo molto "piantato" (in effetti dovrei migliorare molto il gioco di gambe & gli spostamenti). In genere tendo ad aspettare il momento giusto per assestare qualche buon colpo, mirando a punti esatti.
Spesso mi capita di pensarci un paio di volte prima di sparare il colpo e, se il mio avversario è nuovo della palestra (diciamo che il maestro fa' iniziare lo sparring dopo un paio di mesi), evito proprio di partire almeno quattro volte su cinque.
A me sembra utile, anche perchè mi dispiace colpire qualcuno agl'inizi... Secondo voi?
secondo me, dietro una facciata di rispetto e buonismo nascondi una mancata comprensione del setting relazionale all'interno del gioco sportivo-ring.
il saltellare fa accedere alle parti del cervello del gioco e della sfida tra pari. Invece rimani piantato a terra come in un vero scontro, non accettando più o meno consciamente la regola giocosa dello scambio regolamentato, per quanto aggressivo.
Ulteriore conferma arriva dal fatto che per entrare in guerra hai bisogno di un casus belli, d'esser colpito per primo, dimostrando così di prendere sul serio quello che invece è un gioco.
Un gioco se vogliamo violento e non senza rischi, ma sempre un gioco tra adulti consenzienti.
Quindi non credo al tuo buonismo, ma solo alla tua rabbia repressa che attende una razionalizzazione per motivare la propria esplosione.
E' normale, in un maschio umano non castrato.
Ma se ne prendi coscienza davvero, non solo razionalmente, riuscirai presto a percepire come gioco quello che è un gioco, una sfida, e a lasciarti andare al divertimento che nel caso dei guanti è un divertimento condiviso e costruttivo tra due persone che vogliono aiutarsi ad imparare.
@Wolvie. Sì, certo esistono quelli che la prendono sul serio ed hanno gli occhi fuori dalla testa in allenamento, ma lui parlava proprio di un blocco anche nei confronti dei nuovi arrivati, quindi non degli stronzi presuntuosi.
Può sembrare un blocco dato dalla bontà, ma lo è solo se si considera fare guanti come uno scontro di strada.
Se invece lo si prende per ciò che è, ovvero giocare tra adulti ed amici per imparare insieme, allora non c'è più motivo di non partire per primi, sapendo che si sta giocando e non si sta combattendo per dimostrare alcunchè.
Meditando sui vari post inseriti, mi è venuta in mente un'altra linea per questa discussione.
Personalmente sono un buon incassatore, visto che mi muovo in modo molto "piantato" (in effetti dovrei migliorare molto il gioco di gambe & gli spostamenti). In genere tendo ad aspettare il momento giusto per assestare qualche buon colpo, mirando a punti esatti.
Spesso mi capita di pensarci un paio di volte prima di sparare il colpo e, se il mio avversario è nuovo della palestra (diciamo che il maestro fa' iniziare lo sparring dopo un paio di mesi), evito proprio di partire almeno quattro volte su cinque.
A me sembra utile, anche perchè mi dispiace colpire qualcuno agl'inizi... Secondo voi?
secondo me, dietro una facciata di rispetto e buonismo nascondi una mancata comprensione del setting relazionale all'interno del gioco sportivo-ring.
il saltellare fa accedere alle parti del cervello del gioco e della sfida tra pari. Invece rimani piantato a terra come in un vero scontro, non accettando più o meno consciamente la regola giocosa dello scambio regolamentato, per quanto aggressivo.
Ulteriore conferma arriva dal fatto che per entrare in guerra hai bisogno di un casus belli, d'esser colpito per primo, dimostrando così di prendere sul serio quello che invece è un gioco.
Un gioco se vogliamo violento e non senza rischi, ma sempre un gioco tra adulti consenzienti.
Quindi non credo al tuo buonismo, ma solo alla tua rabbia repressa che attende una razionalizzazione per motivare la propria esplosione.
E' normale, in un maschio umano non castrato.
Ma se ne prendi coscienza davvero, non solo razionalmente, riuscirai presto a percepire come gioco quello che è un gioco, una sfida, e a lasciarti andare al divertimento che nel caso dei guanti è un divertimento condiviso e costruttivo tra due persone che vogliono aiutarsi ad imparare.
Mah, io parto dal concetto che devo chiudere la partita il prima possibile, sparring o meno. Il che mi catapulta spesso in una dimensione abbastanza estranea dal concetto di botte-gioco.
Comunque credo che la tua sia un'analisi giusta, ma non condivido l'aspetto della rabbia. Parecchi anni fà ti avrei dato ragione, ora che sono cresciuto dentro, credo che sia molto diverso.
A pensarci bene, il fatto che non ceda con i nuovi, può derivarmi dal fatto che possono entrare male e far male ad entrambi, quindi vado a tutelarmi.
Con i vecchi compagni di allenamento, resto sullo stesso stile, ma gli scambi sono di sicuro più divertenti, ma resto sempre su di una solida difesa.
Questo sottolinea ancora di più la natura di gioco: bisogna stare alle regole e muoversi in un modo promesso e condiviso altrimenti ci si fa male.
Questo sottolinea ancora di più la natura di gioco: bisogna stare alle regole e muoversi in un modo promesso e condiviso altrimenti ci si fa male.
Credo che hai ragione. :D
Con un mio amico invece lo sparring diventa il gioco di chi parte per ultimo, essendo entrambi attendisti per giocare d'intercettazione (da parte mia onestamente è una necessità per le mie leve molto più corte rispetto alle sue e la sua ottima gestione del maggiore allungo).
Se uno di noi non si “sacrificasse” partendo per primo non ci sarebbe mai uno scambio. ;D
Interessante la considerazione sul saltello legata al gioco. Pur ritenendo lo sparring molto educativo ma anche altrettanto distante dalla realtà, devo riconoscere di non aver mai saltellato in vita mia e quasi di odiare i saltelli da combattimento.
quando il rischio è reale il corpo cerca il grounding, protegge il ventre, piega leggermente le gambe e sta ben piantato a terra.
quando il rischio è reale il corpo cerca il grounding, protegge il ventre, piega leggermente le gambe e sta ben piantato a terra.
Quindi la posizione più istintiva in caso di pericolo è quella che si consiglia normalmente, se impossibilati alla fuga, a mani nude contro aggressore con coltello?
non so,i passi strisciati per mantenere il grouding sono tipici da tatami.nei duelli di spada giapponese,su un terreno accidentato,si salta per non affrontare l attrito del terreno.
inoltre il gioco,di cui i salti fanno parte,è il modo in cui i predatori cuccioli si allenano fra di loro per predare,una volta diventati adulti e indipendenti,le prede...quindi il gioco una sua valenza ce l ha..
il grounding è importante quindi,ma anche per saper volare...
però"prima impara a stare in piedi,poi impara a volare.natura insegna,non uomo"(M° Miyagi a Daniel Larusso".
wing chun dice
"sii saldo come una roccia"
"posizione di adduzione come a stringere una capra tra le gambe"
"testa spinge verso il cielo"
"schiena diritta,bacino in dentro"
"ventre di cotone"
tutto questo crea radicamento.
non ho parlato di ginocchia flesse,perchè non credo si debbano"flettere",ma magari sbaglio..
comq tutto questo IMHO
sono io lo stronzo che uso la parola gioco in due accezioni diverse anche nella stessa frase.
Il saltellare e lo spostare il peso, inoltre, penso abbiano la stessa valenza tattica, ma eseguite in modo diverso.
@Aivia: conconrdo in pieno.
Infatti il saltellare è un gesto prettamente appartente alla thai sportiva (dopo 1930 ca), cosa che non esiste nella thai tradizionale, cioè mae mai muay thai che essendo disciplina militare tendente in maniera quasi assoluta al close combat non conosce il "saltello" tipicamente sportivo.
se immagino che il mio corpo sia la congiunzione degli assi cartesiani (quindi io mi trovo nel punto zero): per eludere gli attacchi su linea retta (quindi pugni, front kick ecc) compio un'uscita verso i 45° o a destra o a sinistra (dipende l'arto che attacca) per poi con un cambio sul posto rientrare, quasi sempre, di gomito o ginocchio. Se gli attacchi sono circolari (per es. middle kick) posso sia eseguire la stessa tecnica di prima, in questo modo su attacco che segue il piano sagittale io uscendo a 45° dimezzo già la sua forza e rientrando immediatamente lo stronco raddoppiando l'impatto, oppure eludo completamente compiendo una rotazione di 90° o 180°..queste ultime assolutamente essenziali per il combattimento all'arma bianca (krabi krabong). Poi ci sono gli anticpi e le entrate al punto 0, comuqnue sia tutte tecniche fatte per chiuedere la distanza. Saltelli per temporeggiare, giocare ecc sono una prerogativa solo ed esclusivamente sportiva.
saluti
Leggevo, No Way Out, la tua firma, e mi soffermavo a riflettere sul finale "meglio regnare all'inferno che essere schiavi in paradiso" allora ho pensato:
siccome in realtà chi regna è sempre un burattino manipolato, mentre chi ha il vero potere è sempre chi tira i fili dietro le quinte... non sarebbe meglio tirare i fili in paradiso, nascosti nell'ombra, che regnare all'inferno?
ah ah ah
Leggevo, No Way Out, la tua firma, e mi soffermavo a riflettere sul finale "meglio regnare all'inferno che essere schiavi in paradiso" allora ho pensato:
siccome in realtà chi regna è sempre un burattino manipolato, mentre chi ha il vero potere è sempre chi tira i fili dietro le quinte... non sarebbe meglio tirare i fili in paradiso, nascosti nell'ombra, che regnare all'inferno?
ah ah ah
Giusta ooservazione, ma c'è anche chi regnò e tirò pure i fili.
Tuttavia ci tengo a precisare che ho messo quella citazione perchè mi piace molto l'opera sia per il contenuto che per il livello puramente esteico dell'espressione..ma non vederci alcun legame con me, in quanto io non credo nè all'inferno nè al paradiso..citando un altro potrei dire che "Il paradiso è un'astuta bugia, tutta la vita è una grassa bugia" - Litfiba ;)
allora siamo d accordo...non so,i passi strisciati per mantenere il grouding sono tipici da tatami.nei duelli di spada giapponese,su un terreno accidentato,si salta per non affrontare l attrito del terreno.
inoltre il gioco,di cui i salti fanno parte,è il modo in cui i predatori cuccioli si allenano fra di loro per predare,una volta diventati adulti e indipendenti,le prede...quindi il gioco una sua valenza ce l ha..
il grounding è importante quindi,ma anche per saper volare...
però"prima impara a stare in piedi,poi impara a volare.natura insegna,non uomo"(M° Miyagi a Daniel Larusso".
wing chun dice
"sii saldo come una roccia"
"posizione di adduzione come a stringere una capra tra le gambe"
"testa spinge verso il cielo"
"schiena diritta,bacino in dentro"
"ventre di cotone"
tutto questo crea radicamento.
non ho parlato di ginocchia flesse,perchè non credo si debbano"flettere",ma magari sbaglio..
comq tutto questo IMHO
sono io lo stronzo che uso la parola gioco in due accezioni diverse anche nella stessa frase.
quando parlo di cuccioli umani o di altri animali che imparano giocando, mi riferisco al giocare.
quando parlo di sport da combattimento con regole rigide e ritualizzate mi riferisco al significato di gioco come contrario di faccenda seria.
in pratica per dirla con plee, mi riferisco al combattimento rituale di sfida al contrario di un combattimento predatorio di sopravvivenza.
dicendo grounding e passi non intendevo la camminata strisciata sui binari del ken jutsu, ma semplicemente il camminare alternando le gambe contrapposto al saltellare mantenendo una guardia monolaterale.
mi rendo conto che a mettere per iscritto dei movimenti si può fare una gran confusione.
probabilmente se fossimo tutti quanti in una palestrina a parlare e mostrare, saremmo tutti più o meno d'accordo.
riguardo al saltare, è diverso dal saltellare.
saltellare lo si fa avanti e indietro mantenendo la guardia, questo non è tipico del combattimento sotto stress o predatorio.
saltare penso tu intenda, come me, compiere dei balzi, verso l'altro, alternando le gambe o con entrambe le gambe, questo è già più umano e naturale, considerando che la distanza di pugno è una distanza da sfida che in un vero combattimento la si mantiene il meno possibile, balzando fuori da essa o verso l'avversario.
Ciao sono nuovo di questo forum anche se alcuni di voi li ho già letti sul "Forum arti marziali"...
Comunque ritornando In Topic, anche una ragazza che fa kali con me ha il problema di bloccarsi in combattimento.
Quando ci sono da fare esercizi in coppia lei mena come un fabbro, se c'è da incassare può prendersi dei calci sulle fluttuanti senza battere ciglio, non si tira mai indietro se c'è la possibilità di farsi male e non molla mai... però si blocca se c'è da combattere, ho cercato di capire qual'è il problema e lei mi ha detto che "non sa cosa fare" quando è il momento di agire.
Il che mi sembra strano perchè non salta mai un allenamento nemmeno sotto tortura, il bagaglio tecnico ce l'ha ma non riesce ad esprimerlo.
Io che sono un allievo come lei non saprei come fare, ma vorrei aiutarla, è un peccato vedere tanto potenziale che non riesce a esprimersi.
Consigli?
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Quando ci sono da fare esercizi in coppia lei mena come un fabbro, se c'è da incassare può prendersi dei calci sulle fluttuanti senza battere ciglio, non si tira mai indietro se c'è la possibilità di farsi male e non molla mai... però si blocca se c'è da combattere, ho cercato di capire qual'è il problema e lei mi ha detto che "non sa cosa fare" quando è il momento di agire.
Il che mi sembra strano perchè non salta mai un allenamento nemmeno sotto tortura, il bagaglio tecnico ce l'ha ma non riesce ad esprimerlo.
Io che sono un allievo come lei non saprei come fare, ma vorrei aiutarla, è un peccato vedere tanto potenziale che non riesce a esprimersi.
Consigli?
Bengiunto Criminal, il problema potrebbe essere una mancanza di strategia, potresti iniziare dandogli degli input preordinati durante lo sparring
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Comunque ritornando In Topic, anche una ragazza che fa kali con me ha il problema di bloccarsi in combattimento.
Quando ci sono da fare esercizi in coppia lei mena come un fabbro, se c'è da incassare può prendersi dei calci sulle fluttuanti senza battere ciglio, non si tira mai indietro se c'è la possibilità di farsi male e non molla mai... però si blocca se c'è da combattere, ho cercato di capire qual'è il problema e lei mi ha detto che "non sa cosa fare" quando è il momento di agire.
Il che mi sembra strano perchè non salta mai un allenamento nemmeno sotto tortura, il bagaglio tecnico ce l'ha ma non riesce ad esprimerlo.
Io che sono un allievo come lei non saprei come fare, ma vorrei aiutarla, è un peccato vedere tanto potenziale che non riesce a esprimersi.
Consigli?
Ciao sono nuovo di questo forum anche se alcuni di voi li ho già letti sul "Forum arti marziali"...
Comunque ritornando In Topic, anche una ragazza che fa kali con me ha il problema di bloccarsi in combattimento.
Quando ci sono da fare esercizi in coppia lei mena come un fabbro, se c'è da incassare può prendersi dei calci sulle fluttuanti senza battere ciglio, non si tira mai indietro se c'è la possibilità di farsi male e non molla mai... però si blocca se c'è da combattere, ho cercato di capire qual'è il problema e lei mi ha detto che "non sa cosa fare" quando è il momento di agire.
Il che mi sembra strano perchè non salta mai un allenamento nemmeno sotto tortura, il bagaglio tecnico ce l'ha ma non riesce ad esprimerlo.
Io che sono un allievo come lei non saprei come fare, ma vorrei aiutarla, è un peccato vedere tanto potenziale che non riesce a esprimersi.
Consigli?
Attacca i suoi cuccioli.
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Comunque ritornando In Topic, anche una ragazza che fa kali con me ha il problema di bloccarsi in combattimento.
Quando ci sono da fare esercizi in coppia lei mena come un fabbro, se c'è da incassare può prendersi dei calci sulle fluttuanti senza battere ciglio, non si tira mai indietro se c'è la possibilità di farsi male e non molla mai... però si blocca se c'è da combattere, ho cercato di capire qual'è il problema e lei mi ha detto che "non sa cosa fare" quando è il momento di agire.
Il che mi sembra strano perchè non salta mai un allenamento nemmeno sotto tortura, il bagaglio tecnico ce l'ha ma non riesce ad esprimerlo.
Io che sono un allievo come lei non saprei come fare, ma vorrei aiutarla, è un peccato vedere tanto potenziale che non riesce a esprimersi.
Consigli?
Attacca i suoi cuccioli.
Situazione di forte stress emotivo?
Non le serve a nulla
stai dicendo che essendo donna preferira' sempre il "flight" piuttosto che il "fight"
e va bene
ma se le fai fare sparring per sviluppare abilita' nel "fight", allora mi chiedo: perche'Non le serve a nulla
se preferisco guidare la macchina, imparare ad andare in moto e' inutile?
conosci bene il cervello femminile, lo sapevo gia'
ma non condivido questo pensiero "non serve a nulla farle fare cio' di cui non ha attitudine"
penso che si divertirebbe, una volta sbloccata, ne avrebbe soddisfazione
conosci bene il cervello femminile, lo sapevo gia'
ma non condivido questo pensiero "non serve a nulla farle fare cio' di cui non ha attitudine"
penso che si divertirebbe, una volta sbloccata, ne avrebbe soddisfazione
Beh, mettila così:
ti piace fare stretching? ti riesce bene?
ti piace tirare calci alti, fosse anche solo per sfogo? ti riesce?
ti piace ballare in discoteca o nel tipo di locale che preferisci?
Bene, allora ti mando a danza classica.
conosci bene il cervello femminile, lo sapevo gia'
ma non condivido questo pensiero "non serve a nulla farle fare cio' di cui non ha attitudine"
penso che si divertirebbe, una volta sbloccata, ne avrebbe soddisfazione
Beh, mettila così:
ti piace fare stretching? ti riesce bene?
ti piace tirare calci alti, fosse anche solo per sfogo? ti riesce?
ti piace ballare in discoteca o nel tipo di locale che preferisci?
Bene, allora ti mando a danza classica.
:D
forse la cosa ti da fastidio poiche' tu avresti ben altri esercizi da farle fare
:thsit:
invece sta seguendo un corso che non le serve oppure che comunque non e' cio' che vuole veramente
:ohi:
dovresti parlare direttamente con lei cosi', mentre le dici cosa fa per lei, lei si stufa, ti mena, esce dal suo blocco, viene sul forum, ti bastona, e il tuo BadKarma si impenna
:'(
fagli male, brutto da dirsi ma è così :)
Non lo devi invalidare, ci mancherebbe, ma fargli provare dolore così imparerà a chiudersi a riccio prima per smorzarlo e sopportarlo meglio e poi proprio a reagire per evitarlo del tutto :)
fagli male, brutto da dirsi ma è così :)
Non lo devi invalidare, ci mancherebbe, ma fargli provare dolore così imparerà a chiudersi a riccio prima per smorzarlo e sopportarlo meglio e poi proprio a reagire per evitarlo del tutto :)
fagli male, brutto da dirsi ma è così :)
Non lo devi invalidare, ci mancherebbe, ma fargli provare dolore così imparerà a chiudersi a riccio prima per smorzarlo e sopportarlo meglio e poi proprio a reagire per evitarlo del tutto :)
questa domanda me la fanno troppo spesso oggi :dis: XD
Comunque no, immagino che sembri una cosa machista, ma letto il post di Lucasan mi immaginavo che i colpi non siano neanche appoggiati con questo allievo, altrimenti è impossibile che si blocchi come una statua :)
A furia di 2 centesimi mi sa che stai diventando ricco :)
interessante, non sapevo questo dettaglio del 1930.
Riguardo gli spostamenti tradizionali thai, puoi indicare un video in cui si veda bene quello di cui hai parlato?
l'hai spiegato chiaramente, ma il video è sempre il video.
Mmmm...attenzione ragazzi...a me, cosi' a pelle, il problema pare di altra natura...
A mio parere il tizio si blocca perche' pensa troppo! Voglio dire che mi pare un problema di interiorizzazione di schemi motori che non sono istintivi ma per i quali ha bisogno di un doppio passaggio mentale...in pratica non risoponde in maniera automatica ad una determinata situazione ma la sua mente si blocca a pensare cosa deve fare...
Quando tiriamo evedo che si blocca cerco sempre di rifare la stessa azione prima piano e poi aumentando l'intensità,solo che spesso poi si riblocca appena si ricomincia andare un po più in velocità.Se il suo problema è quello di pensare troppo, allora l'azione lenta è sconsigliabile, perchè li ha il tempo di fare quello che non dovrebbe, ossia pensare.
In realtà una soddisfazione me l'ha gia data quando si é trovato ad frrontere un che era andato per menarlo con quei antifurti che si usano per bloccare il volante e i pedali.
Questo magari vuol dire che nel momento del bisogno se é in pericolo qualcosa fa.