PUGILATO
Secondo lo scrittore greco Filostrato, il pugilato si er sviluppato originariamente nella polìs di Sparta, dove serviva a rendere gli uomini meno sensibili al dolore in caso di battaglie, poiché i guerrieri spartani non erano soliti utilizzare elmi. La regola principale era non utilizzare prese, per il resto era lecita qualsiasi ferita da impatto, anche fratture o tagli dovuti a colpi di striscio, mentre danni inferti con le dita decretavano la squalifica.
Il ring era rappresentato dalla folla stessa, che delimitava un cerchio: l'incontro non era diviso in round né aveva limiti di tempo: i due sfidanti si battevano finché uno dei due capitolava, o si arrendeva alzando in aria il dito indice. Le mani, dapprima semplicemente bendate, in seguito vennero protette da strisce di cuoio (dette himantes) intrecciate, veri e propri guantoni che, in età ellenistica (dal IV secolo a.C. in poi), furono rinforzate, là dove veniva vibrato il colpo, da una spessa fascia di cuoio indurito. I pugili greci si preparavano agli incontri allenandosi con dei sacchi pieni di sabbia, farina o cereali, chiamati korykos.
PALE
Era una lotta in cui i contendenti si frizionavano i muscoli con olio e poi si cospargevano il corpo di polvere. I lottatori si affrontavano secondo regole che consentivano tutte le prese sulla parte superiore del corpo e lo sgambetto. Vinceva chi atterrava tre volte l'avversario. Alla lotta in piedi, che aveva per finalità quella di rovesciare a terra il proprio avversario, veniva dato l'appellativo di katazletikè, dalla parola greca katazallein, che significa "arte di gettare a terra".
QuotePUGILATO
Secondo lo scrittore greco Filostrato, il pugilato si er sviluppato originariamente nella polìs di Sparta, dove serviva a rendere gli uomini meno sensibili al dolore in caso di battaglie, poiché i guerrieri spartani non erano soliti utilizzare elmi. La regola principale era non utilizzare prese, per il resto era lecita qualsiasi ferita da impatto, anche fratture o tagli dovuti a colpi di striscio, mentre danni inferti con le dita decretavano la squalifica.
Il ring era rappresentato dalla folla stessa, che delimitava un cerchio: l'incontro non era diviso in round né aveva limiti di tempo: i due sfidanti si battevano finché uno dei due capitolava, o si arrendeva alzando in aria il dito indice. Le mani, dapprima semplicemente bendate, in seguito vennero protette da strisce di cuoio (dette himantes) intrecciate, veri e propri guantoni che, in età ellenistica (dal IV secolo a.C. in poi), furono rinforzate, là dove veniva vibrato il colpo, da una spessa fascia di cuoio indurito. I pugili greci si preparavano agli incontri allenandosi con dei sacchi pieni di sabbia, farina o cereali, chiamati korykos.
PANCRAZIO
Era l'evento più atteso, un misto di lotta e pugilato. Il termine dal greco pan = tutto e Kràtos = potere, forza, significa "intera forza (del corpo)". Appare come disciplina olimpica nel 648 a. C.;lo scopo era vincere l'avversario utilizzando tutte le proprie forze, a mani nude, e icontendenti avevano la possibilità di utilizzare ogni tecnica possibile: sgambetti, proiezioni, leve articolari, pugni, calci, ginocchiate, gomitate, unghiate, tecniche di rottura delle dita, morsi, possibilità di strozzare l'avversario. Se quest'ultimo rimaneva ucciso, l'atleta veniva espulso. In genere, gli atleti approdavano al pancrazio dopo una certa esperienza nella pale.
PENTATHLON
Includeva cinque gare: corsa, lancio del disco e del giavellotto, salto in lungo e lotta. Aveva regole caratteristiche non molto diverse da quelle di oggi. Il saltatore portava in mano dei pesi detti halteres che dovevano consentirgli di raggiungere distanze maggiori.
QuotePUGILATO
Secondo lo scrittore greco Filostrato, il pugilato si er sviluppato originariamente nella polìs di Sparta, dove serviva a rendere gli uomini meno sensibili al dolore in caso di battaglie, poiché i guerrieri spartani non erano soliti utilizzare elmi. La regola principale era non utilizzare prese, per il resto era lecita qualsiasi ferita da impatto, anche fratture o tagli dovuti a colpi di striscio, mentre danni inferti con le dita decretavano la squalifica.
Il ring era rappresentato dalla folla stessa, che delimitava un cerchio: l'incontro non era diviso in round né aveva limiti di tempo: i due sfidanti si battevano finché uno dei due capitolava, o si arrendeva alzando in aria il dito indice. Le mani, dapprima semplicemente bendate, in seguito vennero protette da strisce di cuoio (dette himantes) intrecciate, veri e propri guantoni che, in età ellenistica (dal IV secolo a.C. in poi), furono rinforzate, là dove veniva vibrato il colpo, da una spessa fascia di cuoio indurito. I pugili greci si preparavano agli incontri allenandosi con dei sacchi pieni di sabbia, farina o cereali, chiamati korykos.
Interessante!
Ma non era più utile imparare ad usare spada e scudo per la battaglia?
Interessante!
Ma non era più utile imparare ad usare spada e scudo per la battaglia?
Interessante!
Ma non era più utile imparare ad usare spada e scudo per la battaglia?
Domanda molto interessante e opportuna. Premetto che non sono uno storico e non sono in gradi di darti una risposta certa, ma solo alcune info:
Le Olimpiadi nascono come rito sacro: i sacrifici fisici che gli atleti (detti gymnos, da cui "ginnasta") compivano erano in onore degli dei, per garantirsi fama in terra e un percorso privilegiato nell'oltretomba. Un evento molto diverso dai giochi gladiatori romani: i gymnos non erano schiavi, ma anzi era permesso gareggiare solo a cittadini liberi greci. Spesso appartenevano al ceto aristocratico perché all'atleta toccava sostenere tutte le spese per partecipare ai giochi: attrezzatura, viaggio dalla madrepatria, ingaggio di preparatori e massaggiatori. Per non parlare dei costi delle competizioni equestri!
Esclusa quindi la possibilità di utilizzare armi vere e la necessità competere in discipline che richiedevano sacrifici da donare agli dei, la scelta ricadde su quelle propedeutiche al combattimento. La prima edizione delle olimpiadi comprendeva corsa, pugilato, lotta, pancrazio, ippica e pentathlon. Nelle edizioni successive si aggiunsero altre specialità, tra cui il tiro del giavellotto.
ECCESSO DI CIBO E ALLENAMENTO
Gli atleti del pugilato, della lotta e del pancrazio seguivano diete a base soprattutto di carne, allo scopo di aumentare la loro massa corporea, poiché si pensava che fosse questa a dare un vantaggio al momento della gara. Un simile regime alimentare li trasformava, secondo quanto affermato da Euripide nel suo Autolico (scritto intorno al 420 a.C.) in "schiavi delle loro mascelle e vittime del loro ventre". Il risultato era un corpo deforme, come dimostrano i lottatori panciuti rappresentati sui vasi di ceramica a partire dagli ultimi anni del VI secolo a.C.
sono d'accordo pero' non e' vero che gli atleti fossero tutti degli aristocratici, esistevano professionisti dello "sport" e cosa curiosa si finanziavano fondendo i trofei che vincevano o vendendoli a peso, non a caso erano fatti di metalli mobili, piu' era grande il trofeo ed ovviamente piu' importante era la gara (anche fuori dal periodo olimpico).
sono d'accordo pero' non e' vero che gli atleti fossero tutti degli aristocratici, esistevano professionisti dello "sport" e cosa curiosa si finanziavano fondendo i trofei che vincevano o vendendoli a peso, non a caso erano fatti di metalli mobili, piu' era grande il trofeo ed ovviamente piu' importante era la gara (anche fuori dal periodo olimpico).
PUNIZIONI E MULTE PER I TRASGRESSORI
Il regolamento dei giochi prevedeva dure sanzioni per coloro che non lo rispettavano. Le sferzate inferte come punizione potevano cadere su chi partiva prima nella corsa o infastidiva gli altri; veniva punito anche chi cercava di corrompere i giudici o i suoi rivali e chi arrivava in ritardo alla gara. Le sanzioni corporali erano inflitte dagli alitai, spesso raffigurati su anfore panatenaiche come uomini armati di lunghi bastoni. Essi costituivano un vero e proprio corpo di polizia che, oltre ad assicurare l'ordine pubblico, si occupava appunto delle punizioni fisiche agli atleti che infrangevano le regole olimpiche. A quei tempi venivano puniti con la fustigazione o con altre forme di pena corporale solo gli schiavi, per cui questo tipo di sanzione risultava particolarmente mortificante[1]. Con il denaro ricavato dalle multe si costruivano statue, chiamate zanes, poi collocate sulle strade che portavano allo stadio di Olimpia. Si ha notizia di almeno sedici di quelle statue, sulla cui base era riportata un'iscrizione dei corrotti e dei corruttori, il tipo di imbroglio perpetrato e una serie di ammonimenti a non barare seguiti dall'avvertimento che nella città dei Giochi era lecito vincere solo senza imbrogli. Una delle scritte ammoniva "non è col denaro, ma con le gambe veloci e il corpo robusto che si conquista la vittoria olimpica". Nel caso in cui gli atleti si trovassero nelle condizioni di non pagare la multa, l'onere ricadeva sulle rispettive città d'origine. Fa testo, a questo proposito, quanto narra Pausania sulla penalità inflitta all'atleta ateniese Kallippos, che fu il primo concorrente sicuramente punito per avere "comprato dai suoi avversari l'alloro del pentathlon". Gli Ateniesi rimasero esclusi per ben tre edizioni dai giochi, finché non pagarono la pesante ammenda per l'infrazione del loro cittadino.
1. come dicevo a FBSO, gli atleti erano spesso aristocratici
bravo jolly , bel 3d !!
Interessante, grazie Jolly
Ho capito.
Io mi riferivo a questo passaggio "dove serviva a rendere gli uomini meno sensibili al dolore in caso di battaglie" nel pugilato.
Puoi resistere al dolore quanto vuoi ma un colpo di spada in testa ma anche sul braccio non è facile da non sentire!
P.S. Se hai altre informazioni mettile perchè mi affascina la storia.
Ho capito.
Io mi riferivo a questo passaggio "dove serviva a rendere gli uomini meno sensibili al dolore in caso di battaglie" nel pugilato.
Puoi resistere al dolore quanto vuoi ma un colpo di spada in testa ma anche sul braccio non è facile da non sentire!
P.S. Se hai altre informazioni mettile perchè mi affascina la storia.
perchè le guerre dell'epoca con scudo e spada erano molto più simili a mischie di rugby che a gare di fioretto, il che significa che a combattenti schierati era molto importante la compattezza degli uomini e la pressione che questi esercitavano con gli scudi il che ci riporta al fatto che dovevano sopportare il dolore dei colpi e visto che nn usavano gli elmi ( gli elmi erano per le fighette di atene?) significa che potevano piglià delle scudate in testa
perche' gli opliti spartani non avrebbero dovuto indossare l'elmo? :-\ a me pare na' strunzata, scusate XD
perche' gli opliti spartani non avrebbero dovuto indossare l'elmo? :-\ a me pare na' strunzata, scusate XD
Effettivamente ... Kitsune hai delle fonti ?
Secondo lo scrittore greco Filostrato, il pugilato si er sviluppato originariamente nella polìs di Sparta, dove serviva a rendere gli uomini meno sensibili al dolore in caso di battaglie, poiché i guerrieri spartani non erano soliti utilizzare elmi.
@Jolly: oltre a ciò che hai postato, c'è qualche altra sfiziosità in merito alla Olimpiadi ? Visto che quel numero di Storica parla anche di Waterloo stavo pensando di comprarla.
Seguo e intanto mi leggo tutti gli articoli postati. Grande Jolly, un interessantissimo thread!! ;)
lo ha detto jolly nella storia del pugilatoQuoteSecondo lo scrittore greco Filostrato, il pugilato si er sviluppato originariamente nella polìs di Sparta, dove serviva a rendere gli uomini meno sensibili al dolore in caso di battaglie, poiché i guerrieri spartani non erano soliti utilizzare elmi.
PROFESSIONISTI CONTRO DILETTANTI
In Sport e giuochi nella Grecia antica Edward Norman Gardiner (1864-1930), uno dei maggiori studiosi della materia, ricostruisce la storia dello sport in Grecia. Dopo anni di competizioni dilettantistiche tra il 500 e il 440 a.C. lo sport conobbe una lunga e deplorevole decadenza, attribuita all'inserimento del professionismo nelle gare, con un conseguente incremento delle ricompense economiche per gli atleti. Partendo da qui, Gardiner stabilisce una contrapposizione tra due modelli di sportivi: da una parte, l'atleta appassionato e aristocratico che gareggiava per la sola fama, con l'unico obiettivo di ottenere il trionfo e dimostrare le proprie qualità. Dall'altra l'atleta professionista, che proveniva solitamente dalle classi più umili e che avrebbe gareggiato pensando solo al denaro.
Le ricerche degli ultimi 40 anni però, soprattutto a partire dagli studi dello storico ed epigrafista olandese Henry Willy Pleket, hanno dimostrato che la purezza di ideali non era mai esistita: ricchi o poveri che fossero, anche all'inizio delle Olimpiadi gli atleti ricevevano doni o compensi e circolavano attorno a loro grandi quantità di denaro. [...]
Ho visto che questa storia dell' elmo è riportata pari-pari su wikipedia :dis:
Non mi convince affatto :nono:
Ma non so quanto l'elmo fosse d'aiuto contro una sarissa o un giavellotto.
Inoltre si sa che le battaglie assomigliavano più a risse feroci che non a quello che viene mostrato nei film: niente elmo significa sì meno protezione, ma anche più visibilità e rapidità. Cose utili in mischia.
io credo che usassero sinceramente una tipologia di elmo conico (ma non ho i links) non quello chiuso corinzio..cioè gli spartani delle termopili non si vestivano come quelli di 300?Spoiler: show
@Jolly: oltre a ciò che hai postato, c'è qualche altra sfiziosità in merito alla Olimpiadi ? Visto che quel numero di Storica parla anche di Waterloo stavo pensando di comprarla.
sei in modalita' hard trolling fabry? :Dogni tanto mi scappa.