Ar.Ma.
Difesa personale => Difesa Personale => Topic started by: The Spartan on December 29, 2012, 14:05:25 pm
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I video hanno una data di pubblicazione tale da evitare l'accusa di sciacallaggio ma che testimonia come certi argomenti siano sempre sensibili.
Trovo alcuni spunti molto interessanti e li condivido con piacere per tutti quelli che sono interessati ai più ampi possibili scenari di dp.
Buona visione.
P.S.
Lui è Alon Stivi, istruttore capo dell'Hisardut (Dennis Ju Jitsu) USA nonchè esperto di sicurezza di nota fama oltre che professionalità.
Active Shooter Survival - Fighting Mindset - by Alon Stivi (https://www.youtube.com/watch?v=vuAPL9UQ3CA#)
Last Resort ACTIVE SHOOTER SURVIVAL Measures by Alon Stivi (https://www.youtube.com/watch?v=r2tIeRUbRHw#)
ACT Cert Course for Schools (K1-University) by Alon Stivi (https://www.youtube.com/watch?v=ap30beWjNVI#)
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Solo due parole: veramente illuminante.
Grazie John.
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Riuppo la discussione con un intervento chiaro ed esaustivo di Emilio Calogero ( uno dei sei top instructor di Moni Aizik) in materia, con tanto di video esplicativo:
In molte parti del mondo purtroppo si stanno verificando sempre più spesso attacchi a collettività (scuole, uffici, enti, cinema) da parte di persone armate, le quali irrompono in un luogo sparando ed uccidendo chiunque gli si pari davanti, bambini compresi. Quasi sempre le vittime non rappresentano una scelta particolare di un un tipo o di un altro, ma vengono scelte nel momento in cui l’attentatore si trova un qualsiasi bersaglio a tiro.
Esistono diverse teorie sui motivi per i quali si possano scatenare una follia omicida del genere, personalmente ritengo che l’uso sempre più diffuso di psicofarmaci, dai tanti effetti collaterali, unito a certi tipi di alimentazione troppo ricche di zuccheri possa scatenare una reazione di questo tipo, sarebbe interessante condurre uno studio scientifico sul tema.
Ma noi siamo qui per parlare di come sopravvivere ad un evento del genere….
IL PROTOCOLLO RHF: RUN – HIDE – FIGHT
Cosa fare in caso di presenza di un active shooter?active shooterPurtroppo, se non è possibile fuggire subito e non si è ad una distanza tale che ci consenta una qualsiasi reazione nei confronti dell’attentatore, ci sono poche probabilità di sopravvivenza. Una delle cose da tentare è di correre a zig zag riducendo il più possibile le proprie dimensioni, piegandosi in avanti; dovremo cercare di trovare riparo dietro un oggetto solido e di grandezza adeguata per proteggerci dai colpi. Chiaramente si tratta di un riparo temporaneo, perchè probabilmente verremo inseguiti. Bisogna quindi tentare di proseguire la fuga frapponendo tra noi e l’aggressore degli ostacoli che gli impediscano la visuale. Il caso rappresentato nella fotografia qui sopra è chiaro, quel povero ragazzo in camicia che sta scappando verrà colpito: poca distanza e nessun oggetto lungo la linea di tiro. La donna con la camicia rossa in terra, sulla sinistra, potrebbe essere una persona che, estrema ratio, finge di essere morta. Molte persone si sono salvate in questo modo, spesso rifugiandosi sotto i corpi delle altre persone colpite. Ci vuole molto sangue freddo ed una buona dose di fortuna, tuttavia ricordiamoci che in gioco c’è la nostra vita.
RUN= SCAPPA
Se è possibile allontanarsi, allora correte via e scappate in un luogo sicuro. Cercate una via di fuga, anche se chi è vicino a voi cerca di convincervi a rimanere sul posto. Non portate via gli effetti personali, non perdete tempo! Solo il cellulare, vi servirà dopo. Se vi è possibile, aiutate le altre persone che sono con voi a scappare, ed una volta raggiunta una posizione sicura cercate di impedire che altre persone possano entrare inconsapevolmente nell’area di rischio. Una volta in salvo, chiamate il 112 o il 113 (Internazionalmente il 112, negli USA il 911), dite chi siete, dove siete, cosa succede, se ci sono morti e/o feriti. La tempestività nell’arrivo dei soccorsi dipende da come agirete e da come riuscirete a descrivere la situazione. E’ importante cercare di rimanere calmi.
HIDE= NASCONDERSI
Se invece vi trovate all’interno di un edificio e non siete riusciti ad evacuare i locali, cercate di trovare un nascondiglio sicuro; bloccate gli accessi chiudendo le porte a chiave e frapponendo dei mobili, per evitare che le porte possano essere aperte dall’esterno. SILENZIATE IL CELLULARE, è importante non farsi scoprire ed un’improvvisa suoneria potrebbe farvi localizzare facilmente. Nascondetevi dietro qualche oggetto di grosse dimensioni e cercate di non fare rumore. La vostra sopravvivenza potrebbe dipendere dal vostro silenzio, quindi non parlate, non urlate. Inviate un sms multiplo a più persone comunicando la vostra posizione e la necessità dell’intervento di soccorsi immediati. Vi consiglio una pratica applicazione gratuita per cellulari (Apple o Android) che si chiama “CircleOf6″, può mandare 6 sms contemporanei con varie possibilità di testo, dal semplice “sono rimasto a piedi con l’auto” ai veri messaggi di emergenza, con tanto di cordinate geografiche
FIGHT= COMBATTI
Come ultima risorsa, e se la vostra vità è in pericolo, dovrete cercare di neutralizzare l’aggressore. Sperando che sia solo uno.. Cercate di inabilitare l’attentatore con l’uso della forza fisica e tramite delle armi improvvisate: una sedia, un estintore, una penna, una risma di carta, qualsiasi oggetto contundente, anche delle chiavi o un posacenere! Qualunque oggetto solido può trasformarsi facilmente in un’arma offensiva. Colpite con forza e determinazione, ricordate che la vostra vita dipende dalla vostra reazione! Se riuscite a colpire con successo, non rimanete sul posto ma mettetevi in salvo immediatamente.
L’ARRIVO DEI SOCCORSI
Questa è la fase più critica, evitare di essere il bersaglio del fuoco amico. Bisogna rimanere calmi, evitare di agitarsi e di indicare. Seguite le istruzioni e mantenete le mani bene in vista. Probabilmente i soccorritori potrebbero trattarvi in maniera piuttosto brusca, non prendetevela. Chi entra in una zona con un active shooter in giro è sotto un fortissimo stress, ci sono mille pericoli oltre il rischio di sparare ad un ostaggio, specialmente c’è la possibilità che l’attentatore si mischi tra le vittime. Questo fa si che sia estremamente difficoltoso discernere i buoni dai cattivi, nel dubbio..sono tutti cattivi. Poi, con calma, si procederà all’identificazione delle persone. Soprattutto, NON CORRETE se non ve lo chiedono. Anche se il vostro istinto vorrebbe farvi correre come un centometrista, mantenete la calma e camminate con le mani bene in vista. Sarebbe una ben pessima ironia, essere freddati per essere stati scambiati per un attentatore…
https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=5mzI_5aj4Vs (https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=5mzI_5aj4Vs)
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Grazie :)
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Riuppo la discussione con un intervento chiaro ed esaustivo di Emilio Calogero ( uno dei sei top instructor di Moni Aizik) in materia, con tanto di video esplicativo:
Il caro, vecchio e semplice "buon senso applicato". :thsit:
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Mah.
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Apriti figliolo...
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Esistono diverse teorie sui motivi per i quali si possano scatenare una follia omicida del genere, personalmente ritengo che l’uso sempre più diffuso di psicofarmaci, dai tanti effetti collaterali, unito a certi tipi di alimentazione troppo ricche di zuccheri possa scatenare una reazione di questo tipo, sarebbe interessante condurre uno studio scientifico sul tema.
Sperando di non andare troppo OT, ma ero curiosa di approfondire questo punto: su che basi propendi per questa ipotesi? Quali sono le altre?
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Non sono io l'autore... :pla:
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Avevo dato per scontato che fosse una sorta di spiegazione condivisa all'interno del CKM :gh:
Riformulo la domanda: concordi con l'ipotesi o preferisci altre spiegazioni?
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Come dice lui stesso esistono diverse teorie...personalmente ritengo che qualsiasi squilibrio possa comportare altri squilibri, che a loro volta si influenzano a vicenda...
Ma ritengo le motivazioni un non problema, io mi focalizzo sulle conseguenze.
Dalla cronaca è cmq evidente che c'è una specie di filo conduttore che lega i protagonisti degli episodi più grossi e nn credo siano cibo o farmaci i motivi scatenanti.
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Se si conoscessero i fattori predisponenti magari attraverso politiche sociali si potrebbero cercare di arginare, in fondo la prevenzione fa parte della DP no?
Poi dato che questo è compito delle istituzioni, in effetti al singolo non rimane che agire sulle conseguenze.
Per filo conduttore intendi problemi di natura psichiatrica e precedenti episodi di violenza?
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Che uno si auguri che certe cose vengano curate e affrontate e risolte a monte è ovvio, ma io nn mi preoccupo del perchè ci siano "i mostri", mi preoccupo di quello che possono fare "i mostri"... ;)
Per filo conduttore intendo che di solito i motivi sono riconducibili a tre categorie:
-Disagio psicosociale
-Patologie psichiatriche
-Disturbo conseguente a eventi traumatici
Il tutto ovviamente innestato su personalità già "precarie".
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Apriti figliolo...
Sono tutte intuizioni ragionevoli ma, specie in siffatte emergenze, lo spirito gruppale ha quasi sempre il sopravvento.
Se i miei compagni di classe si butteranno tutti giù, mi butterò anch' io giù, idem se proveranno ad evacuare dalle finestre... sperando di non essere troppo in alto.
Per non parlare del fatto che la propria costellazione relazionale ti costringerà ad appiopparti anche reazioni e spostamenti di chi vuoi bene tra i vari presenti.
Roba molto forte perchè nientemeno che genetica.
Genetica di bipede gruppale.
Chi avrà abbastanza sangue freddo da comportarsi totalmente fuori dal gregge, potrebbe a posteriori essere ufficialmente identificato come sociopatico/atarassico quanto il mass murderer.
Un pò come il rapporto cazzimma/corsoDP: istruisci con tutto il realismo e mazzate che vuoi ma, specie se il corso non è a CastelNaudary e relativi inquilini in mimetica, ci sarà sempre chi azzanna a prescindere e chi a prescindere le pija limitandosi a ridurre un pò i danni con qualche rhino e un buon sprint.
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E' evidente che, come in tutte le situazioni di emergenza, l'addestramento, l'informazione e la prontezza di spirito faranno la differenza sempre.
Motivo per cui si cerca il più possibile di diffondere una cultura della sicurezza...
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Concordo ma, purtroppo, mi sa che stavolta si cerca l' utopia... come voler debellare il tabagismo.
Specie se non si istituiscono ufficialmente paranoiche esercitazioni semestrali abbinate magari a quelle antincendio (se e dove le fanno).
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Non puoi che trovarmi d'accordo...
In alcuni casi però il primo passo è una presa di coscienza individuale.
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Io credo che il discorso alla base sia invece giusto istruire uno su N su come fare in modo "saggio" certe cose sia di potenziale aiuto anche agli altri.
Mi spiego. La reazione iniziale è di fatto un misto di panico e cazzimma con tendenze verso l'una e l'altra a seconda della propria "mente". Generalmente ci si unirà per gruppi che normalmente si frequentano, almeno laddove possibile, e si cerca di orchestrare una strategia. Se all'interno del suddetto gruppo c'è qualcuno che ha idee chiare ed è riconosciuto come abile, perchè lui la sera fa quelle cose strane che si picchia e si sfonna di tabata[1], le possibilità di sopravvivenza del gruppo aumentano.
Credo che poi stia all'educazione ricevuta e al carattere personale il "dedicarsi" a raccogliere anche qualcuno sperduto.
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Leggo sempre con piacere gli scritti di Emilio Calogero,questo mi ha portato però qualche dubbio.
L'immagine che mi sono fatto è quella di Breivik e della strage del campus, in un luogo aperto nulla da eccepire riguardo al vademecum,in uno spazio chiuso prò non sono molto convinto delle scelte.
Partendo dall'effetto sorpresa da (della) vittima e le potenziali reazioni di cacca,scappare o nascondersi diventa quasi impossibile in uno spazio che tra isteria generale e blocchi si trasforma in un fottutissimo labirinto.
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In quel caso fa cmq fede quanto si vede nei primi video...
Il protocollo di base resta lo stesso ma è chiaro che lo scenario stravolge eventualmente proporzioni e possibilità.
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Paradossalmente, in spazi chiusi, la miglior reazione riducente perdite sarebbe un' isteria di massa che trasforma le vittime in orda di cannibali che attaccano in contemporanea il fucilatore: colpiti al più due bersagli, si suiciderebbe sparandosi in bocca pur di non finire smontato vivo.
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si ad entrambi,per quanto tenda a ragionare a livello individuale :-[
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Se tu sei individualista, io sono solipsista.
Ma non sono così idiota da trascurare l' eventuale influenza gruppale geneticamente imposta.
Come non trascuro il fatto che, con l' andazzo ultimamente seguito dal mio encefalo, il mass murderer potrei essere proprio io.
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Paradossalmente, in spazi chiusi, la miglior reazione riducente perdite sarebbe un' isteria di massa che trasforma le vittime in orda di cannibali che attaccano in contemporanea il fucilatore: colpiti al più due bersagli, si suiciderebbe sparandosi in bocca pur di non finire smontato vivo.
hai detto niente, credo che sia la cosa più difficile da fare tra tutte quele esposte
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Ma non sono così idiota da trascurare l' eventuale influenza gruppale geneticamente imposta.
non ci scommetterei
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Paradossalmente, in spazi chiusi, la miglior reazione riducente perdite sarebbe un' isteria di massa che trasforma le vittime in orda di cannibali che attaccano in contemporanea il fucilatore: colpiti al più due bersagli, si suiciderebbe sparandosi in bocca pur di non finire smontato vivo.
hai detto niente, credo che sia la cosa più difficile da fare tra tutte quele esposte
Il condizionale non l'ho usato a cazzo.
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Paradossalmente, in spazi chiusi, la miglior reazione riducente perdite sarebbe un' isteria di massa che trasforma le vittime in orda di cannibali che attaccano in contemporanea il fucilatore: colpiti al più due bersagli, si suiciderebbe sparandosi in bocca pur di non finire smontato vivo.
hai detto niente, credo che sia la cosa più difficile da fare tra tutte quele esposte
Il condizionale non l'ho usato a cazzo.
chiaro, potevi anche dire la miglior reazione sarebbe avere una squadra speciale armata fino ai denti nascosta in ogni edificio pubblico XD
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Active Shooter Incident with Expert Tips (https://www.youtube.com/watch?v=6XW3GMqubcs#ws)