Ar.Ma.
Arti marziali del Giappone - Okinawa - Corea => Karate e Kenpo => Topic started by: dora on March 06, 2010, 07:19:25 am
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Allora nel karate tradizionale ho sempre sentito e imparato il tai-sabaki. Nell'incontro di allenamento con il Paguro nostrano però lui ha evidenziato la funzione di irimi, molto giapponese visto che ricorre anche nel katori sr (scoperto dopo) . Effettivamente lo spostamento di lato a 45 gradi nel tentativo poi di andare alle spalle dell'uke è efficace in combattimento. Voi che ne pensate? Studiate l'irimi nel vostro stile. Poi ovviamente nel mio non è che non si faccia , spostarsi sulla direttrice dell'avversario è sempre efficace solo non spesso contemplato abbastanza.
Per quel poco che so l'irimi è anche molto usato nell'aikido e sarebbe carino se Miù e gli altri aikidoka intervenissero. Vabbé lo è anche Paguro, scusasse.
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il principio è simile, e a questo va aggiunto il nagashi tipico del wadoryu
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Qualcuno posta il video?
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Funakoshi Gichin lo chiamava "kawashi", è esemplificato nel libro "karatedo Nyumon".
Tecnica per esperti, ci vuole grande coraggio per eseguirla in un combattimento libero.
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Siccome irimi tenkan non è una terminologia che conosco bene, vorrei prima chiedere esattamente cosa significano.
Per quello che ne so irimi è assimilabile ad "entrata", tenkan ad "evasione", e questo tornerebbe con il fatto che Dora lo associa al tai sabaki.
Qualcuno potrebbe confermare ed approfondire prima il concetto?
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irimi: entrata fisica
tenkan: rivolgersi, girare, ruotare
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Movimenti fondamentali in situazioni più verosimili da difesa, ovvero uno contro più di uno, come accade in strada, contrariamente al kumite solito che è un duello leale fra due che si "fronteggiano".
Mantenere vivi quei movimenti (kaiten, tenkan, irimi tenkan) anche nell'uno contro uno, serve a muoversi in modo da padroneggiare il terreno di scontro, finendo spesso fuori bersaglio e/o alle spalle dell'avversario mettendolo in inferiorità difensiva e psicologica.
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per quanto ne so io irimi, nell'aikido perlomeno, non è tanto la schivata, quanto il passo che entra all'interno della guardia dell'avversario. Se l'avversario è scoperto posso entrare direttamente nella sua guardia, mediante un'azione di atemi ad esempio.
Ad ogni modo irimi è uno dei due ingredienti base dell'aikido di Ueshiba, insieme ad atemi. Qui si vede abbastanza bene quello che si intende con irimi nell'aikido, anche se il video, pur essendo Ueshiba, non è propriamente aikido, in quanto essendo del 1935 l'aikido non era ancora nato, diciamo che è quel periodo in cui la pratica di Ueshiba sta evolvendo da aiki budo/daito ryu, ad aikido propriamente detto.
ciao a tutti.
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Quindi in ogni caso tecnica preziosa per arrivare alle spalle dell'avversario....
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Quindi in ogni caso tecnica preziosa per arrivare alle spalle dell'avversario....
non solo.
E' il primo passo, indispensabile, per impostare gli spostamenti circolari tipici dell'aikido.
Il judo (perlomeno quello moderno) non contempla questo tipo di azione in quanto lo spostamento circolare non è possibile in situazioni di presa, ma da quanto mi è sembrato di capire anche la scuola tenshin shin'yo (prima scuola studiata da Ueshiba) si muove per linee diritte, quindi anche all'origine della strategia del judo manca questo tassello, che forse è proprio la parte caratterizzante dell'aikido.
Non so dove Ueshiba abbia appreso o elaborato questo elemento, il daito si muove anch'esso per linee piuttosto rettilinee, forse è derivato da influenza di una delle decine di scuole che ha studiato, forse deriva da una qualche scuola "armata", forse ci sono influenze cinesi, forse è stata l'ispirazione di un tengu, io penso che il grosso del lavoro di jo dori, che deriverebbe dalla difesa da lancia a mani nude, si studiato proprio per affinare questo istinto ad uscire dalla linea di attacco (l'attacco tipico del jo è lo tsuki).
Ovviamente tutto IMHO
cioa a tutti
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l'uscita a 45 ° esterna non è tanto un irimi... e non è un movimento tra i più difficili.... un irimi è un entrata nella guadia dell'avversario che ne sbilancia completamente la postura... irimi è ad esempio entrare su un oitsuki destro , avanzando all'esterno con la gamba sinistra facendo un passo a semiluna (tipo quelli di hangetsu..tipo) ed entrando a tagliare con la mano sinistra che protegge e ferma il movimento di uke trasversalmente... non è facile da spiegare a parole , il movimento non è su due sole dimensioni, ed è fatti di tante piccole spirali.....
Nel movimento di irimitenkan, la parte di irimi non è il primo movimento in cui ci si porta allestreno a 45°, quello è l'impostazione del tenkan, il movimento circolare cha cambia la prospettiva tra tori e uke, l'irimi viene dopo ed è la parte in cui torientra nella strutta e fa cadere uke.
Se i karateka faccesero un po di jujitsu scoprirebbero molte cose nascoste tra i kata che normalmente praticano....
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basterebbe studiare bene i bunkai ;)
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Per quel poco che so l'irimi è anche molto usato nell'aikido e sarebbe carino se Miù e gli altri aikidoka intervenissero. Vabbé lo è anche Paguro, scusasse.
e...me lo potevi dire Dora!!!
leggo ora...
:)
Iirimi, traducibile con entrata..passo...
esprime l'idea di penetrare, entrare "nell'avversario", con tutto il corpo, direttamente
il senso di irimi è anche espresso dall'immediatezza dell'azione
Irimi comprende quindi sia il concetto di spazio, sia quello di tempo
Come è già stato detto, irimi non è uno spostamento a 45° gradi...
il movimento è a zero gradi e a zero secondi...
ma è difficile rendere l'idea
;)
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A prescindere dal nome penso che gli spostamenti siano tutti utili, in linea retta, a 45 gradi, la camminata in cerchio del pa kua o quella sul quadrato dello Xin Yi per imparare a girare alle spalle del nemico. Mia considerazione personale!
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Secondo me non è solo un problema di "andare alle spalle dell'avversario" ma una cosa più complessa e completa, cioè affermare "dominio" del tatami, del terreno di scontro, allo stesso modo in cui si agisce nella strategia o arte della guerra per mettere in inferiorità psicologica il nemico.
Si tratta di affermare, in modo assertivo, un concetto da far digerire all'avversario, ossia "questa è casa mia e tu sei un intruso" per ricreare la condizione di vantaggio che abbiamo a casa nostra, alla nostra scrivania eccetera.
Nel combattimento, il linguaggio del corpo ha un ruolo determinante, poichè agisce sull'inconscio e sull'istinto, proprio quelle aree coinvolte nel combattimento, li dove sappiamo, al di là della ragione, se saremo potenziali vincitori o probabili sconfitti.
Atteggiamento in avanti piuttosto che indietro, calmo, sereno e sicuro piuttosto che teso, irrigidito e rabbioso, uscite verso l'avversario piuttosto che lontano dai suoi colpi, scappando o accettando lo scontro, con i pugni serrati e la guardia chiusissima di chi teme di essere colpito o con la postura di chi afferma la sicurezza di render vana ogni azione dell'avversario.
Insomma, è molto più che non una semplice strategia contestualizzata a quella specifica azione/reazione.
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Nessuno di voi conosce la tecnica "tsuppari" dell'Aikido di Tomiki? ( ma anche Shioda lo fa)
Quello è irimi.
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No. Ce la spiegheresti o potresti postare un video, per favore?
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No. Ce la spiegheresti o potresti postare un video, per favore?
No, io poi cosa insegno? E chi mi paga le quote?
La fatica è parte integrante dell'Arte Marziale, la conoscenza teorica non serve e non vale niente
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No. Ce la spiegheresti o potresti postare un video, per favore?
No, io poi cosa insegno? E chi mi paga le quote?
La fatica è parte integrante dell'Arte Marziale, la conoscenza teorica non serve e non vale niente
Hehehehe taccagno ;D ;)
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comunque il concetto di fondersi con l'avversario, vedere il mondo dalla sua prospettiva ed armonizzarsi con lui credo sia valido per tutte le arti marziali.
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Secondo me non è solo un problema di "andare alle spalle dell'avversario" ma una cosa più complessa e completa, cioè affermare "dominio" del tatami, del terreno di scontro, allo stesso modo in cui si agisce nella strategia o arte della guerra per mettere in inferiorità psicologica il nemico.
Si tratta di affermare, in modo assertivo, un concetto da far digerire all'avversario, ossia "questa è casa mia e tu sei un intruso" per ricreare la condizione di vantaggio che abbiamo a casa nostra, alla nostra scrivania eccetera.
Nel combattimento, il linguaggio del corpo ha un ruolo determinante, poichè agisce sull'inconscio e sull'istinto, proprio quelle aree coinvolte nel combattimento, li dove sappiamo, al di là della ragione, se saremo potenziali vincitori o probabili sconfitti.
Atteggiamento in avanti piuttosto che indietro, calmo, sereno e sicuro piuttosto che teso, irrigidito e rabbioso, uscite verso l'avversario piuttosto che lontano dai suoi colpi, scappando o accettando lo scontro, con i pugni serrati e la guardia chiusissima di chi teme di essere colpito o con la postura di chi afferma la sicurezza di render vana ogni azione dell'avversario.
Insomma, è molto più che non una semplice strategia contestualizzata a quella specifica azione/reazione.
Straquoto. Da un punto di vista più globale si tratta di gestire il tempo e lo spazio meglio dell'avversario. E per fare tutto ciò credo che la calma sia superiore alla rabbia, l'apertura alla chiusura, la flessibilità alla rigidità.
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Leggevo che il kanji di Sabaki (Sabaku) descrive il movimento essenziale preciso e perfetto del taglio della seta.... così il TAI-Sabaki è un movimento essenziale preciso e perfetto per la situazione in cui si svolge....
che questo poi sia irimi tenkan kaiten kaishin chidori etc. deve essere sempre un "tai-sabaki"....nel senso della precisione e dell'efficacia
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Anche perché è tutto un gioco di distanza.
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Leggevo che il kanji di Sabaki (Sabaku) descrive il movimento essenziale preciso e perfetto del taglio della seta.... così il TAI-Sabaki è un movimento essenziale preciso e perfetto per la situazione in cui si svolge....
che questo poi sia irimi tenkan kaiten kaishin chidori etc. deve essere sempre un "tai-sabaki"....nel senso della precisione e dell'efficacia
体捌き
non mi risulta sia il taglio della seta: sabaki si scrive con "mano" e "diverso", ossia "cambiamento". il verbo "sabaku" indica l'atto del commericare, piazzare una merce...
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Leggevo che il kanji di Sabaki (Sabaku) descrive il movimento essenziale preciso e perfetto del taglio della seta.... così il TAI-Sabaki è un movimento essenziale preciso e perfetto per la situazione in cui si svolge....
che questo poi sia irimi tenkan kaiten kaishin chidori etc. deve essere sempre un "tai-sabaki"....nel senso della precisione e dell'efficacia
体捌き
non mi risulta sia il taglio della seta: sabaki si scrive con "mano" e "diverso", ossia "cambiamento". il verbo "sabaku" indica l'atto del commericare, piazzare una merce...
si sa che noi artisti marziali siamo dei gonzi creduloni, spesso informati in modo approssimativo
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beh, a parte tutto ne ho sentite di peggio...
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Lo spirito delle arti marziali - dave lowry - oscar mondadori - pagina 37
Sabaku: movimento....trovate tutta la storia del taglio del sarto e del bugeisha ! ..io pensavo fosse un libretto interessante
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Secondo me non è solo un problema di "andare alle spalle dell'avversario" ma una cosa più complessa e completa, cioè affermare "dominio" del tatami, del terreno di scontro, allo stesso modo in cui si agisce nella strategia o arte della guerra per mettere in inferiorità psicologica il nemico.
Si tratta di affermare, in modo assertivo, un concetto da far digerire all'avversario, ossia "questa è casa mia e tu sei un intruso" per ricreare la condizione di vantaggio che abbiamo a casa nostra, alla nostra scrivania eccetera.
Nel combattimento, il linguaggio del corpo ha un ruolo determinante, poichè agisce sull'inconscio e sull'istinto, proprio quelle aree coinvolte nel combattimento, li dove sappiamo, al di là della ragione, se saremo potenziali vincitori o probabili sconfitti.
Atteggiamento in avanti piuttosto che indietro, calmo, sereno e sicuro piuttosto che teso, irrigidito e rabbioso, uscite verso l'avversario piuttosto che lontano dai suoi colpi, scappando o accettando lo scontro, con i pugni serrati e la guardia chiusissima di chi teme di essere colpito o con la postura di chi afferma la sicurezza di render vana ogni azione dell'avversario.
Insomma, è molto più che non una semplice strategia contestualizzata a quella specifica azione/reazione.
Quoto