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(http://img.youtube.com/vi/sqgbFYvtM3A/0.jpg)
STAGE SYSTEMA :
Sabato 9 ottobre Sordio (Lo)
vic. Milano
Palestra Scuola elementare C.Battisti,
via Mazzini
Dalle ore 15:00 alle 18:00
Autostrada per Milano /Bologna uscita Melegnano
Systema Russian Martial Arts
E’ un sistema di combattimento russo che si basa su tutti i livelli di funzionalità umana ed
utilizza abilità fisiche, mentali e spirituali. Systema è stato sviluppato e migliorato per essere
utilizzato da particolari unità operative speciali della SPETSNAZ, le forze speciali russe.
Systema nasce con le tradizionali Arti Marziali Russe (RMA) mettendo in risalto la forza morale e
spirituale la coordinazione della respirazione uniti al movimento alla consapevolezza ed a diverse
tecniche di difesa personale. Essendo un REALE sistema di difesa si adatta ad ogni tipo di persona:
uomini, donne, ragazzi di qualsiasi corporatura peso.
Istruttore Luca Chiarato
Systema Training Gruop Padova
INFO contatti
:
Daniele 3277370756
cercalupi@fastwebnet.it
Antonio 3480140427
antonio.cancian@gmail.com
-
(http://systemanewjersey.com/uploads/systema_warrior.jpg)
ASD”Cuore di Luce” e ASD”Neikung” Bologna
presentano
Sabato 16 Ottobre
STAGE aperto a tutti : Systema Russian Martial arts
Palestra Scuole Medie di Bazzano (BO)- Viale dei Martiri (vicino Ospedale)
Dalle ore 15:00 alle 18:00
SYSTEMA
E’ un sistema di combattimento russo che si basa su tutti i livelli di funzionalità umana ed utilizza abilità fisiche, mentali e spirituali. Systema è stato sviluppato e migliorato per essere utilizzato da particolari unità operative speciali della SPETSNAZ, le forze speciali russe.
Systema nasce con le tradizionali Arti Marziali Russe (RMA) mettendo in risalto la forza morale e spirituale la coordinazione della respirazione uniti al movimento alla consapevolezza ed a diverse tecniche di difesa personale. Essendo un REALE sistema di difesa si adatta ad ogni tipo di persona: uomini, donne, ragazzi di qualsiasi corporatura peso.
Istruttore Luca Chiarato
http://www.systematraininggrouppadova.it/
INFO contatti (obbligatoria la prenotazione) :
Antonio 3480140427 -
antonio.cancian@gmail.com
Daniele 33385042276
giulianidan@libero.it
http://cuorediluce.myblog.it/ http://www.neikung.it/
-
[
(http://www.systemacalifornia.com/images/systema_knights_2.jpg)
Sabato 20 Novembre
Dueville(VI) - Palestra My Gym
via Monte Ortigara n.12
STAGE aperto a tutti : Systema Russian Martial Arts
Dalle ore 15:00 alle ore 18:00
SYSTEMA
E’ un sistema di combattimento russo che si basa su tutti i livelli di funzionalità umana ed utilizza abilità fisiche, mentali e spirituali. Systema è stato sviluppato e migliorato per essere utilizzato da particolari unità operative speciali della SPETSNAZ, le forze speciali russe.
Systema nasce con le tradizionali Arti Marziali Russe (RMA) mettendo in risalto la forza morale e spirituale la coordinazione della respirazione uniti al movimento alla consapevolezza ed a diverse tecniche di difesa personale. Essendo un REALE sistema di difesa si adatta ad ogni tipo di persona: uomini, donne, ragazzi di qualsiasi corporatura peso.
Istruttore Luca Chiarato
Systema Training Gruop Padova
INFO contatti
Roberto Zilio 3475444241
Antonio 3480140427 –
antonio.cancian@gmail.com
http://www.systematraininggrouppadova.it/
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Attenzione;per cause di sovrapposizione impegni e conseguenti problemi organizzativi lo stage di Systema a Sordio viene rinviato con data a definirsi.
Le scuse dell'organizzazione(sottoscritto in primis) vanno agli eventuali interessati per il disguido.
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meglio che lo elimini dall'agenda del forum allora... ;)
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Up
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Wolvie comincia un paio di giorni prima ad aspirare.....si e deciso che avrai un trattamento particolare .... :gh:
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E' aperto a tuttissimi?
Sarò in grado la sera di andare poi a massacrarmi al concerto dei Dillinger Escape Plan?
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Certo che è aperto a tutti... alla sera salterai come un grillo ;) ;)
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E' aperto a tuttissimi?
Sarò in grado la sera di andare poi a massacrarmi al concerto dei Dillinger Escape Plan?
Certo che sarai in grado.
Inoltre, dopo l'allenamento, anche il pogo ti sembrerà un lento guancia a guancia XD.
Wolvie comincia un paio di giorni prima ad aspirare.....si e deciso che avrai un trattamento particolare .... :gh:
:ohiohi: :sur: :ohiohi: :sur: :ohiohi: :sur: :ohiohi: :sur: ecc...
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(http://www.aikidojournal.com/images/articles/vasiliev_action.jpg)
Presso la palaestra Power Gym zona Arcellala di Padova
si tengono regolarmente seminari ogni 15 giorni su Systema - Insegnante Luca Chiarato Scuola Vladimir
Vasiliev presso:
POWERGYM CLUB
A.S.D. FITNESS & SCHOOL MARTIAL ART
PADOVA - Via Bernina, 18
laterale via Annibale da Bassano“
contattare direttore del Centro: Silvio Galante
WEB SITE WWW.POWERGYMCLUB.IT
E-MAIL info@powergymclub.it
TELEFONO (+39)347/2960853 (mobile)
(+39)049/7389968 (fisso)
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Ringrazio tutti i partecipanti per lo stage di Bologna.....e' stato un vero spasso....oltre che utile e d interessante...
Grazie ad Aivia ormai cameramen ufficiale e Wolvie per le rotolate da contorsionisti... :D
e da ieri sera che l'ho inserito nel sarcofago in casa... per il suo riposo dopo stage.. :ohi:
ha detto di svegliarlo fra 50 annni :D
(http://www.unipd.it/musei/antropologia/images/sarcofago.jpg)
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Yawn! Buongiorno a tutti....sono stato svegliato dall'amministratore di condominio di Trepicchi.. :spruzz:
(http://t0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcRq_5ngQv7dv8pQ05U3Rl2674wxzlEXBro0CXM-IJ8NobhMSZE&t=1&h=167&w=223&usg=__LzWoMLFb8gTibKpJPYL4xkp_roI=)
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Per tutti gli amici che passeranno al Festival d'oriente in versilia...saremo presenti
da venerdi 29 ....con varie attivita'-----
(http://www.wtkaitalia.it/images/stories/Mondiale_2010/Festival_orientale/Marathon2010ita_doppia.jpg)
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bene ..iniziamo con un po' di materiale che parte dalle origini della cultura e tradizione della
russia.....ho pensato che mano mano inseriro' alcuni temi a 360 per dare una panoramica
piu' ampia...ovviamente con spirito di condivisione e senza nessuna pretesa di verita'....
(http://www.bifrost.it/SLAVI/Immagini/PrincipeIgor.JPG)
Il Canto della Schiera di Igor'
Splendido poema epico del medioevo slavo, il Canto della schiera di Igor' ha per argomento la tragica sconfitta di un esercito russo avvenuta nel 1185 ad opera dei Polovesiani o Cumani. Scritto forse poco dopo la disfatta, il poema ha avuto vicende assai complicate.
Il manoscritto, scoperto casualmente alla fine del XVIII secolo, andò distrutto durante l'incendio di Mosca nel 1812. Ne rimasero l'edizione a stampa «Musin-Puškin» del 1800 e una copia scritta appositamente per l'imperatrice Caterina II. Già questo fatto gettò dei dubbi in alcuni studiosi, per i quali si tratterebbe di un falso. Tale idea è però stata sempre respinta dalla critica russa, e non soltanto per ragioni di ordine filologico.
L'esegesi
Il Canto è di grande suggestione, ed anche i luoghi oscuri del testo e la difficoltà ad interpretarli (c'è un'intera letteratura critica, dalla fine del '700 ad oggi) contribuiscono non poco ad accrescerne il fascino. L'ignoto autore possedeva una notevole forza poetica, sapeva disporre gli episodi in modo suggestivo, usava la fantasia magica e l'immaginazione storica alternandole sapientemente ed infine riusciva ad esporre il suo pensiero (la nostalgia per il tempo passato e per la perduta unità dei principi) in modo accorato e convincente. Il linguaggio è ricco di termini di origine turanica, tanto che alcuni studiosi (tra cui il grande scrittore kazako Olžas Sulejmenov) hanno avanzato l'ipotesi che il Canto sia stato composto in ambienti turco-russi; idea duramente osteggiata da parte del potere accademico, che ha sempre sostenuto con forza la «purezza russa» del poema.
Il testo risente moltissimo - anche se forse soltanto per aderenza a un tipo di poesia epica - dell'antico spirito pagano: le forze della natura sono vive e titaniche; Igor' può dialogare possentemente con il fiume Donec, e la triste Jaroslavna può effondere il suo lamento al sole e al vento. La poesia trasfigura eroi e cantori in lupi e in falchi, e quelle che sembrano similitudini poetiche sono forse l'eco di antiche idee venate di sciamanesimo. Non mancano neppure preziosi riferimenti alle antiche divinità slave a rendere il Canto di valore inestimabile per lo studioso di mitologia.
Edizioni italiane
BAZZARELLI Eridano [cura]: Il canto dell'impresa di Igor'. RIZZOLI, Milano 1991. Splendida edizione tradotta e riccamente annotata.
SARONNE Edgardo [cura]: Il cantare di Igor'. PRATICHE, Parma 1988.
L'epopea del principe Igor', ovvero la campagna del 1185 contro i nomadi della steppa > Alda Giambelluca KOSSOVA: All'alba della cultura russa. STUDIUM, Roma 1996. Traduzione di Angiolo Danti (1979), recuperata e pubblicata postuma in appendice al bellissimo libro della Kossova.
POGGIOLI Renato [cura]: Cantare delle gesta di Igor'. EINAUDI, Torino 1954.
PACINI SAVOJ Leone [cura]: Detto della campagna di Igor'. Napoli 1946.
Il canto della schiera di Igor' > Bruno MERIGGI: Le Byline, canti popolari russi. ACCADEMIA, Milano 1974. Le parti dell'epopea igoriana che riguardano il vate Bojan.
http://www.bifrost.it/SLAVI/Fonti/CantoschieraIgor.html
(http://www.bifrost.it/SLAVI/Immagini/Vasnecov-Dopolabattaglia.JPG)
CANTO DELLA SCHIERA DI IGOR', DI IGOR' FIGLIO DI SVJATOSLAV, NIPOTE DI OLEG.
Esordio nel ricordo di Bojan
Non sarebbe forse meglio, o fratelli, intonare in stile antico il racconto della schiera di Igor', di Igor' figlio di Svjatoslav?
Che invece questo canto esordisca secondo i fatti del nostro tempo, e non secondo la fantasia di Bojan! Ché il vate Bojan, se per qualcuno voleva cantare un canto, si arrampicava come uno scoiattolo sugli alberi, correva per la terra come un lupo grigio, volava sotto le nubi come un'aquila azzurra.
Rievocava, diceva, le battaglie dei tempi andati. Lanciava allora dieci falchi contro uno stormo di cigni, e quale che arrivava a segno intonava per primo un canto in onore dell'antico Jaroslav, per l'ardito Mstislav che trafisse Rededja davanti alle schiere circasse, al bel Roman figlio di Svjatoslav.
Ma Bojan, o fratelli, non dieci falchi lanciava contro lo stormo di cigni: ma posava le sue dita stregate sopra le corde viventi e quelle da sole cantavano ai principi gloria.
Cominciamo dunque, o fratelli, questo racconto dall'antico Vladimir all'odierno Igor', il quale temprò la mente con la volontà, infiammò il cuore con il coraggio e, ricolmo di spirito guerriero, condusse le sue valorose schiere oltre la terra russa, in terra polovesiana
Alzò Igor' lo sguardo al sole lucente e vide che da esso veniva un'ombra che copriva le schiere.
E disse Igor' alla sua družina: «Fratelli e družina, è meglio morire che essere fatti prigionieri. Montiamo perciò, o fratelli, sui nostri veloci destrieri per guardare l'acqua dell'azzurro Don!»........................................
http://www.bifrost.it/Antologia/CantoschieraIgor.html
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(http://www.bifrost.it/SLAVI/Immagini/Vasnecov-Nestore.JPG)
La Cronaca degli Anni Passati
La Cronaca degli Anni Passati è una compilazione annalistica della storia della Rus' kievana condotta dai primordi fino all'anno 1117. Il titolo completo dell'opera è «La Cronaca degli anni passati, di dove è derivata la terra russa, chi a Kiev cominciò dapprima a regnare e di dove la terra russa è sorta» [Se pověsti vremjan ĭnychŭ lětŭ, otkudu, estĭ pošla ruskaja zemlja, kto vŭ Kievě nača parvěe knjažiti, i oktendu ruskaja zemlja stala estĭ].
Formazione del testo
La Cronaca degli Anni Passati fu tradizionalmente attribuita al monaco Nestore del monastero di Pecerskij (autore della Vita di Boris e Gleb), da cui l'altro nome con cui l'opera fu conosciuta a partire dal primo Ottocento, Cronaca di Nestore. In realtà la Cronaca è un'opera composita, un corpus di successive compilazioni che vennero aggiunte e integrate nel corso di molti anni. Le analisi filologiche hanno mostrato una progressiva crescita del testo a partire da un nucleo originale fino alle redazioni finali.
I primi materiali vennero raccolti nel Monastero delle Grotte, presso Kiev, e in ambienti collegati, all'epoca di Jaroslav il Saggio (1019-1054). Probabilmente la fatica fu giustificata proprio dal desiderio, espresso nel Sermone del metropolita Ilarion di Kiev (+ 1088), di documentare la storia di un cristianesimo russo. Ilarion stesso, secondo alcuni, sarebbe l'autore o se non altro il maggior ispiratore del primo nucleo dell'opera.
La disposizione del materiale storico in forma di cronaca, fu svolto attorno al 1073 da un monaco chiamato Nikon. Se fosse dimostrata la congettura per cui Nikon non sarebbe che lo stesso Ilarion, questi avrebbe davvero diritto ad essere considerato il vero autore della Cronaca. Sembra però che Nikon sia una persona diversa e il suo contributo alla nascente Cronaca degli Anni Passati sia da considerarsi solo la seconda tappa nella formazione del testo. La terza tappa data intorno al 1093, quando, per incarico del gran principe Svjatopolk, del nuovo materiale contenuto in manoscritti affluiti al Monastero delle Grotte fu incluso nell'opera.
In seguito, però, le annotazioni dei cronisti e l'aggiunto di molto altro materiale richiesero un nuovo intervento riordinatore e nel 1113 si accinse all'opera il monaco Nestore. Egli rielaborò l'intera esposizione annalistica, la completò e la corresse in vari punti (anche alla luce delle concezioni difese dal suo monastero) e vi premise un'introduzione generale. A questa sua opera Nestore diede finalmente il nome di Cronaca degli Anni Passati.
Quella di Nestore è però soltanto la «prima redazione» della Cronaca. Nel 1116, in seguito a un contrasto col Monastero delle Grotte, il gran principe Vladimir Monomach affidò l'incarico di stendere una nuova redazione della cronaca al monaco Sil'vestr, priore del monastero Vydubickij. Questi fece una revisione dell'opera e compilò la cosiddetta «seconda redazione», che è la più antica che possediamo. Una «terza redazione» fu prodotta due anni dopo, per iniziativa del principe Mstislav, figlio di Vladimir Monomach.
La storia interna della Cronaca degli Anni Passati non riassume però tutte le peripezie del componimento che, oltre a racchiudere in sé una serie di più corpora, venne in seguito inserito a sua volte in altre compilazioni cronografiche. I più antichi codici a noi noti in cui figura la Cronaca degli Anni Passati sono il «Laurenziano» [Lavrent'evskij], dal nome del copista Lavrentij, del 1377, e l'«Ipaziano» [Ipat'evskij], dal monastero di Sant'Ipatij, dell'inizio del XV secolo. In ambedue la Cronaca degli Anni Passati rappresenta solo il principio della narrazione, estesa poi, nei due manoscritti, alla storia locale del settentrione e del meridione della Rus'. Il testo Laurenziano, contenente la «seconda redazione» di Sil'vestr, fornisce il più sicuro modello per le edizioni critiche della Cronaca degli Anni Passati, mentre a quello Ipaziano si ricorre per le varianti della «terza redazione».
Importanza storico-mitologia della Cronaca
L'importanza della Cronaca per la conoscenza della mitologia antico-russa è capitale. Contiene infatti le tradizioni riguardo l'arrivo degli Slavi nel territorio della futura Rus', l'arrivo dei Variaghi, la fondazione di Kiev e le imprese dei più antichi gran principi kievani: un materiale essenzialmente storico, è vero, ma in cui sono confluite vere e proprie tradizioni mitologiche, come si evince dal confronto con racconti analoghi di altri paesi slavi. Inoltre la Cronaca contiene, altre al testo dei trattati conclusi dai grandi principi russi, pagani con Bisanzio, il celebre passo, chiamato «Canone di Vladimir», nel quale sono riportati i nomi di sei divinità antico russe i cui idoli erano stati innalzati sulla collina di Kiev.
Edizioni italiane
SBRIZIOLO Itala Pia [cura]: Racconto dei tempi passati: Cronaca russa del secolo XII. Einaudi, Torino 1971.
http://www.bifrost.it/SLAVI/Fonti/Cronacaannipassati.html
...............................
all’ INTRODUZIONE
«Molti monasteri da regnanti e da bojari e
da tesori furono fondati, ma essi non sono
come quelli che dalle lacrime e dal digiu-
no e dalla preghiera e dalla veglia sono
originati. Antonij, infatti, non possedeva
né oro, né argento, ma, come dicevo, con
le lacrime e con il digiuno lo edificò».
Cronaca degli anni passati,
Anno 6559 (1051)
1. E discese la Grazia sulle sponde del Dnepr
«E principiò a disseminare di chiese e di sacerdoti le città e a indurre al battesimo le genti delle città e dei villaggi. E dopo aver mandato a prelevare i figli delle famiglie più illustri, li diede ad istruirsi nei libri; le madri di queste famiglie per essi piangevano, ché ancora non raffermatesi nella fede, come se fossero morti li piangevano. E quando furono essi assegnati allo studio dei libri si avverò nella terra russa la profezia che recita: “In quei giorni intenderanno i sordi le parole dei libri, e chiara sarà la lingua dei balbuzienti” (Isaia 29,18 e 32,4). Costoro, infatti, prima non avevano udito parola scritta, ma, per volere divino e per la pietà sua, Dio fece la grazia, come disse al profeta: “Farò grazia a chi vorrò far grazia” (Esodo 3,19). A noi invero fece la grazia “mediante un lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo” (Tito 3,5), per volontà divina e non per opere nostre. Benedetto il Signore Gesù Cristo, che a uomini nuovi s’affezionò, alla terra russa, e col sacro battesimo la illuminò.»
http://www.aldakossova.it/cronaca.html
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Interessante 'sta roba, Trepicchi...
...ma, tornando agli stage, c'è qualcuno che ha voglia di farne un resoconto?
Me curioso, in attesa di poter partecipare anch'io ;)
-
:sur:
Azz fratello, ma non era meglio però che la postavi in un'altra sezione? ;)
Comunque, qui in occidente per studiare certe cose te la devi proprio cercare, nei nostri libri di testo la storia della Russia antica è proprio presa al minimo indispensabile, ma sempre di riflesso. :(
Vabbè.... :dis:
-
Interessante 'sta roba, Trepicchi...
...ma, tornando agli stage, c'è qualcuno che ha voglia di farne un resoconto?
Me curioso, in attesa di poter partecipare anch'io ;)
Gli stage.....
Ti diverti, sudi, impari a prenderle a tua volontà, ti perfezioni per darle, te ne vai con qualcosa in più, semprechè tu abbia lavorato per bene.
Si inizia giocando, e poi si va sempre più "seriamente". Poi, una volta "imparato a giocare" si passa a fare qualcos'altro.
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Interessante 'sta roba, Trepicchi...
...ma, tornando agli stage, c'è qualcuno che ha voglia di farne un resoconto?
Me curioso, in attesa di poter partecipare anch'io ;)
Gli stage.....
Ti diverti, sudi, impari a prenderle a tua volontà, ti perfezioni per darle, te ne vai con qualcosa in più, semprechè tu abbia lavorato per bene.
Si inizia giocando, e poi si va sempre più "seriamente". Poi, una volta "imparato a giocare" si passa a fare qualcos'altro.
:)
Grazie per la risposta... e sono proprio questi particolari che rendono la pratica interessante, a chi non c'è dentro...
Che mi dici di quel che, più o meno nel dettaglio, si è praticato nello stage?
Intendo, come si pratica?
Per esempio: nel karate, l'insegnante che tiene lo stage sceglie un tema - per esempio un kata, o una serie di kata - e muove dalle basi per poi costruire su di esse, fornendo variazioni, interpretazioni eccetera...
Che cosa succede nel systema? Come si pratica in queste lezioni?
-
Grazie per l'interessamento e complimenti per la curiosità :) ....
Uno stage è, ovviamente, una lezione un pò più lunga e con un pò più di gente del solito. Una lezione standard di Systema è fatta da una parte fissa, "istituzionale" (per usare un termine accademico) in cui si lavora sempre sui fondamentali, ovvero la respirazione, il rilassamento, la postura e il movimento. Ovviamente i singoli esercizi possono anche cambiare di volta in volta (corsa, squat, cadute, flessioni lente e normali, capriole, assorbimento degli "urti", footwork elusivo ecc), ma l'importante è non tralasciare mai questi quattro aspetti. Poi c'è la parte "monotematica", che può anche essere scelta lì per lì dall'istruttore o dai partecipanti, cioè lavorare solo sui pugni o sugli attacchi di bastone, solo sulla lotta a terra o le minacce da coltello, ecc. Ovviamente, più dura lo stage e più c'è tempo per accontentare tutti. ;)
Dapprima l'istruttore ti fa vedere quello che c'è da fare, anche grazie a qualcuno che fa da cavia ( :spruzz: ), poi ci si esercita da soli, a coppie o in gruppo cambiando spesso partner, più o meno "seguiti" dall'istruttore a seconda di ciò che si fa (se sono flessioni o altro, c'è lui che conta le ripetizioni, se si tratta di difese da coltello, dopo che ti ha fatto vedere il movimento, ci si mette tutti a "giocare" per 5 o 10 minuti in completa autonomia, senza però escludere suoi interventi se vede che è il caso o possibilità di richiamare la sua attenzione in caso di qualche dubbio su qualcosa).
Poi, prima di andarcene, si chiacchiera un pò sul lavoro che si è fatto nella lezione, confrontando dubbi, certezze e considerazioni personali.
Diciamo che si tratta di un canovaccio non troppo rigido ma neanche troppo improvvisato, e per quanto ne so, ogni istruttore di Systema nel mondo segue queste direttive generali per impostare sia la lezione che lo stage di quattro ore o il seminario di tre giorni.
Spero di essere stato esauriente. :)
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:sur:
Azz fratello, ma non era meglio però che la postavi in un'altra sezione? ;)
Comunque, qui in occidente per studiare certe cose te la devi proprio cercare, nei nostri libri di testo la storia della Russia antica è proprio presa al minimo indispensabile, ma sempre di riflesso. :(
Vabbè.... :dis:
USIAMO QUSTO TRHEAD PER INSERIRE TUTTO QUEELO CHE RIGUARDA SYSTEMA, A 360 8ATTIVITA',STORIA,ART..ECC... E PER NON APPESANTIRE LA SEZIONE CON TROPPI POST..... ;)
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Grazie per l'interessamento e complimenti per la curiosità :) ....
Uno stage è, ovviamente, una lezione un pò più lunga e con un pò più di gente del solito. Una lezione standard di Systema è fatta da una parte fissa, "istituzionale" (per usare un termine accademico) in cui si lavora sempre sui fondamentali, ovvero la respirazione, il rilassamento, la postura e il movimento. Ovviamente i singoli esercizi possono anche cambiare di volta in volta (corsa, squat, cadute, flessioni lente e normali, capriole, assorbimento degli "urti", footwork elusivo ecc), ma l'importante è non tralasciare mai questi quattro aspetti. Poi c'è la parte "monotematica", che può anche essere scelta lì per lì dall'istruttore o dai partecipanti, cioè lavorare solo sui pugni o sugli attacchi di bastone, solo sulla lotta a terra o le minacce da coltello, ecc. Ovviamente, più dura lo stage e più c'è tempo per accontentare tutti. ;)
Dapprima l'istruttore ti fa vedere quello che c'è da fare, anche grazie a qualcuno che fa da cavia ( :spruzz: ), poi ci si esercita da soli, a coppie o in gruppo cambiando spesso partner, più o meno "seguiti" dall'istruttore a seconda di ciò che si fa (se sono flessioni o altro, c'è lui che conta le ripetizioni, se si tratta di difese da coltello, dopo che ti ha fatto vedere il movimento, ci si mette tutti a "giocare" per 5 o 10 minuti in completa autonomia, senza però escludere suoi interventi se vede che è il caso o possibilità di richiamare la sua attenzione in caso di qualche dubbio su qualcosa).
Poi, prima di andarcene, si chiacchiera un pò sul lavoro che si è fatto nella lezione, confrontando dubbi, certezze e considerazioni personali.
Diciamo che si tratta di un canovaccio non troppo rigido ma neanche troppo improvvisato, e per quanto ne so, ogni istruttore di Systema nel mondo segue queste direttive generali per impostare sia la lezione che lo stage di quattro ore o il seminario di tre giorni.
Spero di essere stato esauriente. :)
RIASSUNTO ESSENZIALE ;)
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Un ringraziamento a tutti gli amici sia vecchi e nuovi conosciuti al Festival D'Oriente...che si è svolto nello scorso week---- un organizzazzione impeccabile...... ;)
diciamo un esperienza positiva .....con molti spunti interessanti---
Ho incontrato Fabio del Total Fighting System......simpatico e molto attivo.... :)
Qui sotto una foto con gli amici di Luca del Krav Maga
(http://www.kravmaga-veneto.it/wp-content/uploads/2010/09/DSCN0385.jpg)
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(http://cache.budovideos.com/images/screengrabs/13508/1245199068.jpg)
Grazie al lavoro incessante di Wolvie abbiamo degli articoli tradotti direttamente dal sito di Vladimmir Vasiliev che presto diventeranno materiale per la newsletter....
vedremo di pubblicare qui come ulteriore arricchimento....
CHE LA FORZA SIA CON TE
Articolo di Joanne Richard, tratto da “ THE TORONTO SUN “ – edizione del 13 ottobre 1994
Traduzione: Paolo Verrone
State cercando di aggiungere qualcosa alla vostra routine di esercizi? Beh, allora che la forza sia con voi, e con il vostro allenamento. Usato dall’elite delle forze speciali russe, il “Systema” è un programma di autodifesa unico, senza intralci, dove si suda sul serio e ci si addestra su cose molto pratiche e reali.
Qualsiasi cosa che riguardi uno scontro da strada (come difendersi da una coltellata) fa parte del Systema, come insegnato da Vladimir Vasiliev. Si tratta di un’arte marziale russa, ed al momento lui è il solo ad insegnarla in tutto il nord America. Vasiliev addestrava l’elite delle forze armate russe, il corrispondente delle nostre forze di pronto intervento. No, non si tratta del KGB.
A differenza delle arti marziali tradizionali non ci sono uniformi particolari, cinture colorate o complessi “ kata ”. “Nessuna cosa è da imparare a memoria. E’ tutto basato sulle reazioni naturali” spiega Vasiliev.
“Il Systema si basa sull’istinto, perché in una situazione di vero panico si dimenticano le mosse e le tecniche provate”, dice il 35enne Vasiliev, che 3 anni e mezzo fa ha portato in Canada questo millenario stile di combattimento. Aprì un anno fa la sua scuola a Thornhill, che ora ha più di 70 allievi.
Le premesse sembrano buone: trasformare reazioni naturali in azione efficace. I praticanti ne confermano l’effettiva utilità.
Vengono insegnate tattiche di offesa e di difesa da vari tipi di attacchi come calci, pugni, strangolamenti, strette e prese; anche contro più aggressori, seduti, a terra e bendati. E si lavora anche con le armi, compresi coltelli (veri), asce, bastoni di ogni tipo e armi da fuoco.“Anche contro una sedia. Impari a difenderti da qualsiasi tipo di arma” dice l’agente di polizia Rob Berezowski.
Rob crede nelle potenzialità del Systema. Iniziò a praticarlo un anno fa, dopo aver visto un’esibizione di Vasiliev presso il locale distretto di polizia. “E’ totalmente unico ed efficace per chiunque, di qualsiasi taglia, sesso o età. Il Systema non si basa sulla forza “ spiega Berezowsky, 27enne “ma sulla posizione del corpo e sulle leve”. Frequenta quattro allenamenti alla settimana, facendo ogni volta un ora di macchina da Burlington. “E’ fenomenale, un eccellente esercizio”, conferma.
Yvette Nesry ama lo sport. 32 anni, addetta al personale di un’azienda, assaggiò lo scontro reale due anni fa, durante un brutto incontro. Iniziò ad allenarsi sporadicamente da sola con Vasiliev, e ora invece anche due volte alla settimana, con altri studenti, specialmente maschi, di ogni peso e taglia. “Posso badare a me stessa, adesso”, dice questa new yorchese di 1 metro e 60 per 60 chili.
Secondo la moglie (e collaboratrice) di Vasiliev, Valerie, 30 anni, imparare a reagire efficacemente in situazioni di pericolo o aggressione è una cosa che dovrebbe riguardare chiunque. “C’è violenza dovunque, intorno a noi” dice Valerie, fisioterapista e neomamma, oltre che praticante di Systema.
I Vasiliev non si allenano solo nell’arte marziale, bensì seguono anche un secolare metodo salutistico russo: versarsi addosso acqua gelida una volta al giorno, preferibilmente all’aperto, sia d’estate che d’inverno. La loro neonata, Melissa, riceve questo trattamento due volte al giorno, nella doccia. La tradizione russa considera molto efficace questo metodo e il suo uso terapeutico. “Il sistema immunitario viene stimolato e rafforzato, anche i capelli crescono meglio” dice ridendo Valerie. Anche molti degli studenti di Vladimir usano questa pratica.
“Fa tutto parte dell’apprendimento del Systema” aggiunge Valerie, “non acquisisci potenza solo come combattente, ma anche come persona”.
si ringrazia per la traduzione wolvie....
http://www.russianmartialart.com/main.php?page=m_theforce
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(http://www.budomagazin.hu/data/2/2593/7340.jpg)
2 articolo----
SYSTEMA: LA BRUTALE ARTE MARZIALE RUSSA
Articolo di Mike Sturman tratto da BLACK BELT - ottobre 1995, Vol. 33, numero 10
L’arte marziale russa conosciuta come “il sistema” predilige la versatilità e l’improvvisazione nello scontro, unite all’utilizzo di tecniche brutali ed efficaci.
Nessuna posizione fissa. Niente “kata”. Nessuna formalità. Nessun rituale. Niente cinture. Nessun nome pittoresco.
Si tratta di un’arte marziale russa nota semplicemente come “il sistema”, e risale a parecchi secoli fa. Se non ne avete mai sentito parlare, non preoccupatevi. E’ stata tenuta segreta fin dalla rivoluzione russa del 1917, e veniva impiegata solo per addestrare alcuni membri delle forze armate e delle unità speciali di sicurezza.
Dopo la caduta dell’Unione Sovietica il Systema è “riemerso”, e viene adesso insegnato pubblicamente non solo in Russia, ma anche in nord America. Vladimir Vasiliev, immigrato russo ex istruttore di quest’arte presso i corpi speciali sovietici, attualmente insegna questo stile di combattimento a circa 70 studenti, nella sua palestra appena fuori Toronto, a Thornhill, nell’Ontario.
Secondo Vasiliev, 35 anni, il Systema è basilarmente una serie di movimenti che i Russi hanno storicamente usato per difendersi in combattimenti corpo a corpo, armati e disarmati. Esso combina un forte spirito combattivo con tattiche di lotta creative, intelligenti e versatili. Naturale e libero da strutture fisse, il Systema permette ai praticanti di poter potenzialmente reagire a qualsiasi situazione di attacco o pericolo.
Prima della fine dell’URSS, questo stile veniva regolarmente usato in operazioni segrete militari e dalle guardie del corpo dei più alti membri del governo. Vasiliev vi venne addestrato durante il servizio militare, dal 1977 al 1979. Successivamente venne incaricato di operare anche come istruttore, una posizione da lui ricoperta fino al 1985.
Il Systema pone l’accento su un approccio realistico all’autodifesa, basandosi sull’assunto che gli scontri autentici non rassomigliano mai al 100% a quello che può succedere nel comfort della palestra. Le tecniche sono basate sul movimento naturale del corpo piuttosto che alla memorizzazione di movimenti predefiniti, come viene fatto ad esempio nei kata del Karate. I praticanti reagiscono a un attacco in base all’istinto, piuttosto che sulla memoria “corporea” data da un alto numero di ripetizioni sempre uguali a sé stesse.
Il Systema può forse essere definito come uno stile di combattimento corpo a corpo che combina mosse di lotta con pratiche tecniche “da strada”. I colpi di mano sono dati “a frustata” secondo traiettorie curvilinee, ci sono numerosi tipi di atterramento, mentre i calci sono dati raramente al di sopra del livello della cintura, dato che si ritiene molto più efficace colpire gli stinchi, le ginocchia e le anche.
Vasiliev afferma che nel Systema non si distingue fra parate, colpi e prese, poiché ogni movimento ha in realtà molte funzioni. I praticanti dimostrano una incredibile mobilità durante gli esercizi di lotta, ottenuta tramite lo sfruttamento del principio del “baricentro volante”, secondo il quale il corpo del combattente “galleggia” su e giù e in diagonale, mentre le spalle e il bacino ruotano sul loro asse per schivare e colpire. Il footwork del Systema è “scivolato”, come quando si va in skateboard, e la potenza dei colpi parte dalle anche.
I pugni del Systema seguono in genere traiettorie ellittiche. Quando il pugno parte il braccio è rilassato, ma viene teso gradualmente mano a mano che il pugno si avvicina al bersaglio. Dopo aver colpito, il braccio viene ritirato e rilassato di nuovo. Il risultato è un colpo veloce come una frusta ma molto più pesante nell’impatto. Questo tipo di movimento può essere usato per dare dei piccoli e veloci pugni chiamati “tikhok” (forse dall’avverbio russo tikho, “calmo, piano”), gomitate di lato dette “podkhliest” (da podkhliestnut’, “dare una frustata”), schiaffi al volto chiamati opleucha ( “ceffoni”), colpi che intrappolano gli arti con la parte interna delle braccia (oplet, dal verbo “oplestì”, “intrecciare”) o gomitate date con tutto l’avambraccio (obouch, all’incirca “colpo con l’accetta”). Altre tecniche di mano del Systema includono un veloce e discreto pugno al volto chiamato gichok ( forse da “gikh”, “urlo, strillo”).
Per via della sua enfasi sulla sopravvivenza, il Systema include pochi calci diretti più in alto della cintura. Vasiliev afferma che i calci bassi richiedono meno energia, tempo e elasticità per essere eseguiti, e non lasciano in equilibrio instabile e vulnerabili quando si “entra o esce” dalla tecnica.
Vi sono circa 10 versioni del calcio frontale, incluso il “podseka” ( più o meno “che abbatte”) , nel quale si colpisce di punta come una lancia, mentre il calcio viene “scoccato” dall’anca come una freccia da un arco. Per un’altro tipo di calcio frontale, si alza la gamba, si piega il ginocchio e si porta il peso davanti, usando la pianta dei piedi per colpire.
Quando si colpisce con il calcio laterale (tregubetz o pritop, da “pestare, calcare”), bisogna fare in modo di camminare “oltre” l’avversario, in modo da “atterrarci” sopra. Inoltre, invece di usare solo il tallone o il taglio del piede, si usa l’intera superficie per spingerlo via e sbilanciarlo.
Per eseguire un atterramento, il praticante di Systema spesso usa colpi dati col taglio del piede diretti verso la parte interna o posteriore del ginocchio. Queste spazzate vengono di regola usate subito dopo che l’avversario ha calciato e appena sta per riappoggiare il piede a terra. Anche il classico pugno a martello fa parte dell’arsenale del Systema, ed è spesso usato come tecnica finalizzante subito dopo un atterramento.
In termini filosofici, il Systema può essere subito paragonato al concetto del Jeet Kune Do di Bruce Lee, laddove si usa solo ciò che funziona e si scarta il resto. La tecnica che il praticante sceglie di usare dovrebbe essere adeguata non solo alla situazione, ma anche alle sue caratteristiche. Gli allievi vengono pertanto incoraggiati a prendere l’iniziativa ed essere creativi durante l’addestramento.
L’obbiettivo di questo stile è poter dare risposte concrete a situazioni reali. Le tecniche sono basate su movimenti naturali e punti di forza e debolezza individuali. Il Systema non ha posizioni di guardia fisse, solo una “da conversazione”, cioè qualsiasi postura in cui il praticante si trova quando ha inizio lo scontro. Non è un’arte marziale da esibizione, ma un modo di combattere orientato alla realtà. Tirare i capelli, stringere il collo, calciare le ginocchia di lato e dietro sono tutte cose ammesse.
Sebbene non vi siano incoraggiate le competizioni, lo sparring è comunque parte integrante dell’addestramento. I praticanti si focalizzano sullo sparring a contatto e a tecniche di leve articolari, con preferenza alla semplicità e all’efficacia. Gli allenamenti si fanno in tenuta sportiva casual e, alla fine, ognuno dà agli altri il suo feedback della lezione.
Il Systema inoltre pone molta enfasi all’autodifesa contro le armi, specialmente il coltello. Nell’antica Russia il coltello era considerato il simbolo della dignità di un uomo e significava sia onore che libertà. Era pertanto considerato disonorevole usarlo ingiustamente contro qualcuno.
Le tecniche usate contro il coltello sono rapide, efficaci e brutali come quelle impiegate nello scontro a mani nude. I praticanti si affidano alla propria mobilità per evitare di venire colpiti, quindi contrattaccano con leve articolari o veloci calci alle ginocchia dell’aggressore per atterrarlo.
Vengono studiati vari modi di strangolare o afferrare, tecniche di lotta in piedi e al suolo, come anche difesa da più aggressori. I praticanti imparano anche a causare dolore all’aggressore e disarmarlo, rendendo così il Systema un perfetto contributo all’addestramento degli agenti di polizia.
L’agente di polizia di Toronto Rob Berezowsky è stato addestrato al Systema per circa un anno, ed è impressionato dalla semplice praticità di quest’arte. “Non devi essere un contorsionista per imparare ed eseguire le tecniche”, fa notare, “e sono tutte devastanti”.
Anche quando un praticante di Systema sta schivando l’attacco, sta in realtà per realizzare un contrattacco. Per esempio, mentre ci si scansa per evitare un pugno in faccia dell’avversario, si è addestrati a colpirgli il braccio con un altro pugno. “Non ti sposti perché hai paura, ma fai un produttivo movimento di attacco mentre ti difendi “ spiega un allievo, James Pomerants.
Oltre a preparare fisicamente per gestire un attacco, Pomerants sottolinea che il Systema include anche un addestramento psicologico, filosofico e la conoscenza del linguaggio del corpo umano. Questo lo rende un’arte marziale completa che riguarda tutti gli aspetti dell’autodifesa.
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Niente regole. Niente cinture. Niente di insensato. Il Systema – un’arte da combattimento senza cose inutili.
si ringrazia per la traduzione Wolvie...
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Un ringraziamento a tutti gli amici sia vecchi e nuovi conosciuti al Festival D'Oriente...che si è svolto nello scorso week---- un organizzazzione impeccabile...... ;)
diciamo un esperienza positiva .....con molti spunti interessanti---
Ho incontrato Fabio del Total Fighting System......simpatico e molto attivo.... :)
Qui sotto una foto con gli amici di Luca del Krav Maga
(http://www.kravmaga-veneto.it/wp-content/uploads/2010/09/DSCN0385.jpg)
Noooooooo biondo si è fatto...... :D
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Voglio complimentarmi con tutti Voi che fate parte del gruppo di Systema Scuola Vladimir Vasiliev per l' impegno e l' entusiasmo che state dimostrando, un grazie per tutte le notizie e informazioni fornite.
Appartengo ad un' altra scuola di Systema e al di là di questo complimenti a Voi tutti.
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Voglio complimentarmi con tutti Voi che fate parte del gruppo di Systema Scuola Vladimir Vasiliev per l' impegno e l' entusiasmo che state dimostrando, un grazie per tutte le notizie e informazioni fornite.
Appartengo ad un' altra scuola di Systema e al di là di questo complimenti a Voi tutti.
penso che sia importante e non vada dimenticato il cuore in ogni arte ...e nelle scuole vi sono molte sfumature che non devono allontanare i praticanti ma bensi avvicinarli ognuno con le propie specificita'.....quando il rispetto e l'educazione non si perdono per strada questo è ancor maggiormente possibile....
buona serata Masada
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(http://www.picamatic.com/show/2009/05/02/08/54/3493563_832x578.jpg)
Palazzetto dello Sport di Via Ca' Rasi 2b - zona Mandria – ( Padova )
Dalle ore 10:00 alle 13:00 ----- 14:30 alle 16:30
E’ un sistema di combattimento russo che si basa su tutti i livelli di funzionalità umana ed utilizza abilità fisiche, mentali e spirituali. Systema è stato sviluppato e migliorato per essere utilizzato da particolari unità operative speciali della SPETSNAZ, le forze speciali russe.
Systema nasce con le tradizionali Arti Marziali Russe (RMA) mettendo in risalto la forza morale e spirituale la coordinazione della respirazione uniti al movimento alla consapevolezza ed a diverse tecniche di difesa personale. Essendo un REALE sistema di difesa si adatta ad ogni tipo di persona: uomini, donne, ragazzi di qualsiasi corporatura peso.
Insegnante Luca Chiarato
autorizzato da Master Vladimir Vasiliev
http://www.systematraininggrouppadova.it/
INFO contatti (obbligatoria la prenotazione) :
Antonio 3480140427 - antonio.cancian@gmail.com
volantino
http://www.systematraininggrouppadova.it/Documents/padova051210.pdf (http://www.systematraininggrouppadova.it/Documents/padova051210.pdf)
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(http://www.systematucson.com/SYSTEMA_Tucson/TRAINING_TIPS/IMAG011A.JPG)
La lotta al crimine paga, nella palestra russa.
Articolo di Gil Kezwer tratto dal “Toronto Star” del 18 settembre 1996
Il crimine non paga. Ma Vladimir Vasiliev sta vivendo dignitosamente insegnando agli altri come rispondere alla violenza del crimine. A Richmond Hill la sua scuola per l’autodifesa, chiamata semplicemente Arte Marziale Russa, è l’unica in Canada e negli Stati Uniti ad insegnare il “Systema”, utilizzato dalle forze speciali dell’ex Unione Sovietica.
Vasiliev, dieci anni di servizio negli Spetsnaz ( una specie di SWAT segreto delle forze armate russe ), aprì la sua scuola nel novembre 1993, tre anni dopo essere emigrato in Canada.
“Nelle scuole tradizionali di Karate e Judo impari dapprima ad assumere una posizione, e poi inizi a studiare i tipi di movimento, tramite i kata, e li esegui un sacco di volte per memorizzarli” spiega questo trentasettenne nativo di Tver’, 200 chilometri a nordest di Mosca “Qui non c’è niente di tutto ciò. Dalla prima lezione studi delle situazioni reali di difesa personale da strada: come proteggerti da attacchi di coltello o da strangolamenti”
Il Systema si basa sulle reazioni intuitive-istintive: che cosa ti dice di fare il cervello quando l’adrenalina scorre a tutta forza nel sangue. Gli allievi padroneggiano la difesa da ogni tipo di attacco: calci, pugni, strangolamenti e prese. Anche da più attacchi in contemporanea, seduti, a terra e con gli occhi bendati.
In linea con questa pragmatica e per niente limitante filosofia di allenamento, Vasiliev non richiede di indossare uniformi particolari o cinture colorate. Giorni fa, vidi qualche dozzina di persone dai 20 ai 40 anni allenarsi nella sua palestra in tenuta casual, pantaloni ginnici e maglietta.
La palestra, situata in un grosso prefabbricato, per terra ha dei semplici materassini di gomma. Non ci sono specchi in cui ammirarsi. Le uniche decorazioni sono le bandiere del Canada, della Russia zarista e di quella post-comunista. C’è uno spogliatoio, ma niente docce. Non è un posto per chi vuole solo atteggiarsi.
“I progressi, allenandosi così, sono molto più rapidi,” spiega Vasiliev “puoi arrivare a saperti proteggere dopo soli tre mesi, se ti alleni sul serio. Dopo un anno diventi fantastico, davvero bravo, l’equivalente di una cintura nera di Karate”.
Sebbene derivi da uno stile di combattimento Cosacco antico di mille anni, il Systema, nella versione imparata da Vasiliev, venne elaborato per l’Armata Rossa. “Lì non hanno tempo da perdere”.
La palestra ha attualmente 200 studenti più o meno fissi, la cui età varia da 15 a 65 anni. Alcuni si allenano ogni giorno, ma i più solo qualche volta a settimana. La maggior parte sono maschi. Il collega di Vasiliev Igor Korol’, campione di Judo dell’ex Unione Sovietica, insegna ai bambini. Questa versione per i più piccoli però non include il combattimento con il coltello. Ogni allievo firma una liberatoria, ma Vasiliev dice che, a parte un paio di occhi neri, non c’è mai stato un incidente.
Per via dell’addestramento ricevuto, orientato alla protezione personale (bodyguard), Vasiliev ha imparato a riconoscere istantaneamente la psiche di una persona. Basandosi sul linguaggio corporeo, aspetto e andatura, sa immediatamente valutare l’attendibilità di una persona. Come conseguenza, si rifiuta di addestrare delinquenti o soggetti poco affidabili.
Non sembri quindi strano che il Systema abbia attirato un certo numero di appartenenti alle forze armate e di polizia canadesi. “Impari a difenderti da qualsiasi arma, perfino sedie” dice l’agente di polizia Rob Berezkowski.
Ma anche comuni venditori e commercianti trovano l’addestramento utilissimo, fa notare Vasiliev. Esso sviluppa autocoscienza e pensiero creativo, abilità che permettono anche di avere un certo ascendente sulle altre persone.
Inoltre, Vasiliev incoraggia i suoi allievi a praticare il popolare sistema salutistico russo di versarsi addosso giornalmente acqua ghiacciata, preferibilmente all’aperto, sebbene non sia una parte integrante del Systema. Questa pratica fortifica il sistema immunitario, migliora il sonno e fa anche crescere meglio i capelli, dice Vasiliev. Fa tutto parte della didattica del Systema. “Non acquisisci una grande forza solo come combattente, ma anche come persona”.
traduzione Wolvie
http://www.russianmartialart.com/main.php?page=m_crimefighting
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La palestra, situata in un grosso prefabbricato, per terra ha dei semplici materassini di gomma. Non ci sono specchi in cui ammirarsi. Le uniche decorazioni sono le bandiere del Canada, della Russia zarista e di quella post-comunista. C’è uno spogliatoio, ma niente docce. Non è un posto per chi vuole solo atteggiarsi.
“I progressi, allenandosi così, sono molto più rapidi,” spiega Vasiliev
Ho mille frasi sulla punta della lingua, una affastellata sopra l'altra e questo grumo sì è incastrato nella mia bocca, cosicchè ne viene fuori solo un mugolio.
Da bravo gggiovane mi esprimo tramite emoticons: :dis:
Capisco la propaganda, capisco la necessità di pubblicizzare il lavoro serio di tanti istruttori di Systema, capisco i vantaggi di allenarsi in un ambiente "spartano".. ma scrivere certe cose è un insulto all'intelligenza altrui!
Per via dell’addestramento ricevuto, orientato alla protezione personale (bodyguard), Vasiliev ha imparato a riconoscere istantaneamente la psiche di una persona. Basandosi sul linguaggio corporeo, aspetto e andatura, sa immediatamente valutare l’attendibilità di una persona.
La mitizzazione dei maestri ha fatto danni gravissimi nelle AM giapponesi e cinesi; speravo che oramai si fosse oltre a queste cose, o perlomeno me lo aspettavo in un sistema orientato all'autodifesa quindi alla concretezza.
Da questa descrizione, pare che Vasilev sia un novello:
(http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/8/84/C_Lombroso.jpg)
Non mi pare che chi ha scritto questo articolo faccia un bel servizio a Vasilev. :)
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:D
Beh, io ho solo tradotto l'articolo, che del resto è stato tratto dal "Toronto Sun", e che per quanto riguarda queste cose credo abbia la stessa competenza del "Messaggero" o de "Il Giornale" ( >:( ).
Infatti gli altri articoli (che tradurrò con calma) sono tratti da testate dedicate alle AM, e quindi tendenzialmente più obbiettive. ;)
Riguardo la capacità di riconoscere che tipo di persona si ha davanti, che dire...non è che ce l'abbia solo Vasiliev. Qualsiasi operatore di sicurezza che abbia a che fare con le persone dovrebbe averla, anzi, qualsiasi persona che interagisca con le altre per lavoro, vita sociale o altro.
Non mi sembra che l'abbia mitizzato, però.... ???
Secondo me il pregio del Systema è quello di aver posto l'accento su quella che nel 3d "One Mind..." viene eccellentemente definita "Interfaccia". E forse, la meraviglia di scoprirsi fra i "pochi" che ragionano così, contribuisce sì alla critica mossa alle AM orientali, ma non credo sia una critica offensiva.
Rimangono quindi i paragoni poco edificanti con le AM tradizionali.... boh, io so che Vasiliev ha praticato Karate (anche da agonista) per 5 anni, prima della naja, quindi non credo parli da profano. Nel mio piccolo, il mio Kung Fu mi ha insegnato a piazzare bene un calcio o un colpo a mano aperta o a bloccare e spostarmi, ma far funzionare bene queste cose fra di loro è una cosa che ho appreso in altri modi, fuori dalla palestra (non tanti, per fortuna).
Comunque grazie, vuol dire che sto 3d qualcuno lo caga oltre a me e Trepicchi!! :D
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io ho solo tradotto l'articolo, che del resto è stato tratto dal "Toronto Sun", e che per quanto riguarda queste cose credo abbia la stessa competenza del "Messaggero" o de "Il Giornale" ( >:( ).
Me la prendevo, si fa per dire, con chi ha scritto l'articolo - non certo con chi l'ha tradotto o postato.
Riguardo la capacità di riconoscere che tipo di persona si ha davanti, che dire...non è che ce l'abbia solo Vasiliev. Qualsiasi operatore di sicurezza che abbia a che fare con le persone dovrebbe averla, anzi, qualsiasi persona che interagisca con le altre per lavoro, vita sociale o altro.
Non mi sembra che l'abbia mitizzato, però.... ???
Trovavo un po' esagerato il fatto che Vasilev saprebbe riconoscere "istantaneamente" e "immediatamente" la personalità di uno che incontra.
Secondo me il pregio del Systema è quello di aver posto l'accento su quella che nel 3d "One Mind..." viene eccellentemente definita "Interfaccia". E forse, la meraviglia di scoprirsi fra i "pochi" che ragionano così, contribuisce sì alla critica mossa alle AM orientali, ma non credo sia una critica offensiva.
Rimangono quindi i paragoni poco edificanti con le AM tradizionali....
Nemmeno io vedo critiche offensive alle AM orientali e/o tradizionali.
:)
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Riguardo la capacità di riconoscere che tipo di persona si ha davanti, che dire...non è che ce l'abbia solo Vasiliev. Qualsiasi operatore di sicurezza che abbia a che fare con le persone dovrebbe averla, anzi, qualsiasi persona che interagisca con le altre per lavoro, vita sociale o altro.
Non mi sembra che l'abbia mitizzato, però.... ???
Trovavo un po' esagerato il fatto che Vasilev saprebbe riconoscere "istantaneamente" e "immediatamente" la personalità di uno che incontra.
Non è esagerato. :)
E se dicessi di saperlo fare anche tu, io ci crederei. E' una capacità che si sviluppa in vari modi, chiunque può arrivarci, non sono queste le cose "fantascientifiche". Il fatto è che dovresti vedere i suoi occhi dal vivo.. è indubbiamente una persona a posto, ma ha qualcosa in più, e non sono stato il solo ad accorgersene.
Ma ti parlo dello stesso sguardo che di sicuro aveva anche gente come Ueshiba o Lichtenfield o altri che ora mi sfuggono.... vabbè. :=)
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Ovviamente prendiamo quello di buono che puoì esserci negli scritti .....l'intento degli articoli che magari pendono a favore a volte con equilibrio a volte un po' da
fedelissimi....e' solo di aggiungere ulteriore materiale per conoscenza.....
Ovvviamente con questo non si intende rendere un mito systema o i suoi fondatori...o dire che sia meglio di altre arti tradizionali o di altri metodi di difesa....ci mancherebbe :) anzi da questo tipo di posizioni non entriamo.....minimamente ;)
buona giornata
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Grande appuntamento sulla Palestra storica di Boxe di Padova
"Padova Ring" .Mercoledi' 11 ore 20:00 presentazione di :
Systema....arti marziali russe - Insegnante Luca Chiarato
STORIA PadovaRing
(http://4.bp.blogspot.com/_olfYl2KiQjo/Sd89ChPUdeI/AAAAAAAAAAo/fwSiONy_EO8/s320/fa11.jpg)
L’antica Società Pugilistica PadovaRing, nasce a Padova nel 1948, nella storica ambientazio ne del Foro Boario, adiacente a Prato della Valle. Già dai primi anni di vita, PadovaRing si contraddistingue per grinta e passione, esaltando le doti di atleti dalla personalità di spicco quali Nalin (welter) e Paolin (medio-massimo).
Nel 1960 gli atleti di PadovaRing si allenano in una piccola chiesa sconsacrata di via San Giovanni di Verdara, nel centro storico della città, dove alla boxe vengono affiancate attività ginniche di diverso tipo. È quello il periodo di grande fervore e successo, la società vede raddoppiare la propria scuderia, con un organico che arriva a 40 atleti e nomi che resteranno impressi nella storia pugilistica italiana. Grinta e fervore si alternano nei pugni del massimo Friso, del medio De Gaspari, del campione nord Italia dei massimi Bacchini, dei campioni d’Italia Zoppello e Mazzonetto e Pippa.
Luciano Sarti segna la storia della società negli anni a venire, prima come campione dilettante del Veneto e vice-campione Italiano, poi come campione d’Italia dei pesi medi (1970) e vice campione d’Europa. Arriviamo così ai tempi recenti, con i successi mondiali di Cristian Sanavia e quelli di tutti gli altri atleti: Maverik Pavan, Nicola Desirò, Arvit Deltina, Gabriel Pal, Renato Callegaro, Masiero Daniele, Andrea Gomiero, Giacomo Potti, Francesca Zorzi, Riccardo Pinton e Yuri Massaroni.
http://www.padovaring.it/grinta.asp
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scusa Trepicchi, mi sono perso...
dove si svolge l'evento del 5/12 con Luca Chiarato?
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Non nel tuo Comune, per cui... :=)
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vigliacco! [kill]
comunque sarebbe più corretto dire: "non nel tuo quartiere, per cui..." ;)
e poi la mia è una scelta di vita, non partecipo a stage distanti a più di 40 minuti di macchina da casa mia!
io essere orso pigro :thsit:
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Posto un nuovo articolo tradotto da me medesimo sottoscritto in persona :P ..
Arte marziale russa – La rinascita di un antico sistema.
Articolo di Eric T. Curlee tratto da AMERICAN SURVIVAL GUIDE del gennaio 1997
La prima volta che parlai con Vladimir Vasiliev, quello che mi colpì fu il suo contegno, calmo e rilassato. Amichevole e simpatico, le sue maniere appaiono in contrasto con il suo essere anche un esperto ed addestrato ex membro delle forze speciali russe, gli Spetsnaz.
Emigrato da Tver’ (una città vicino Mosca) circa cinque anni fa, incontrò sua moglie Valerie a Toronto, in Canada, dove entrambi vivono e gestiscono l’unica scuola di Arte Marziale Russa del nord America. La sua dolce metà infatti lo aiuta a tradurre le sue lezioni in inglese, pubblicando manuali e video didattici molto professionali, insieme a tutte le altre cose relative a dirigere una scuola di arti marziali conosciuta a livello mondiale. Valerie si trasferì a Toronto circa 16 anni fa da Leningrado (attuale San Pietroburgo), e ha affinato la sua conoscenza dell’inglese anche per svolgere meglio il suo compito di divulgazione dell’Arte Marziale Russa.
Vladimir mi spedì il suo primo video, “Russian Martial Art Knife Defense”, e io rimasi affascinato dai rari filmati di addestramento degli Spetsnaz. Con il sottofondo di una fascinosa canzone russa, la voce narrante spiega: “I rari filmati che state guardando sono stati tenuti segreti per molte decadi. E ora, per la prima volta, potete avere un’idea dell’unicità dell’addestramento degli Spetsnaz, e delle capacità da essi acquisite”. Il video mostra varie riprese di truppe in azione; rotolando a terra, scalando ostacoli, in combattimento corpo a corpo disarmati, con coltello o con fucile, secondo lo stile dell’Arte Marziale Russa.
Prima di addentrarci nei dettagli del video, bisogna fare mente locale sull’arte in questione: da dove viene, quanto è antica, se sia e perché sia superiore al Sambo, il più conosciuto sistema russo di combattimento corpo a corpo? Per fare ciò, attingerò da tutte le interviste e le notizie scritte direttamente da Vladimir. Ma prima diamo un’occhiata ai trascorsi di Vladimir:
- Ha frequentato l’Istituto Militare a Mosca
- Ha alle spalle dieci anni di addestramento nelle forze speciali Russe
- Esperto nello stile di lotta russo e in discipline di protezione personale a tutti i livelli
- Effettiva e recente esperienza di servizio nelle forze armate.
- Ex istruttore presso corpi speciali militari, guardie del corpo e agenti di polizia sovietici.
Così, possiamo vedere che quest’uomo ha un vasto addestramento di alto livello, e questo lo rende in grado di insegnare l’Arte Marziale Russa. Essa “non ha posizioni, kata, uniformi, formalità, rituali o cinture. L’addestramento riguarda la realtà. Ogni allievo inizia subito ad imparare a difendersi da una coltellata in pancia, da un pugno alla faccia o un doloroso strangolamento. Le tecniche sono semplici e letali, pratiche e effettive, basate su pochi e efficaci principi.”
Vladimir continua a spiegarne i dettagli: “E’ conosciuta come “il sistema”, un’arte marziale russa con una storia millenaria, ma che è stata tenuta segreta durante l’epoca comunista e insegnata solo alle forze speciali. Come si originò? Ogni nazione dei cinque continenti ha le proprie tradizioni marziali. Esse si sono formate attraverso i secoli sotto l’influenza di vari fattori: geografici, climatici, religiosi, culturali, la mentalità dei popoli, la loro fisicità e i vari eventi storici.”
“Riguardo la Russia, in questa immensa regione vi è una enorme varietà di condizioni geografiche e climatiche. La religiosità e la cultura sono state molto ricche e originali. Le persone sono sempre state fisicamente e spiritualmente adatte a viverci, ricercando la libertà piuttosto che una struttura definita. Era raro che passasse un anno senza battaglie o guerre, per i Russi. Gli invasori venivano dai quattro punti cardinali, attaccando con i propri distinti stili di combattimento, armamento e mentalità. Le battaglie avevano luogo su differenti terreni, durante inverni gelidi o estati soffocanti, con i Russi, a volte, in grave inferiorità numerica”.
Il risultato di ciò fu che i Russi, da sempre un popolo intelligente e creativo, svilupparono uno stile che combinava il loro forte spirito combattivo con delle tattiche libere e versatili, in un sistema di combattimento coerente e efficace. Questo sistema era sia pratico che letale, concepito per funzionare contro ogni tipo di nemico e in ogni circostanza di pericolo, ma rimanendo naturale e libero: una vera dichiarazione di intenti e un intrigante concetto generale.
E’ interessante notare che, come gli Svizzeri, anche i Russi scelsero di non supportare delle truppe professioniste permanenti, così gli stessi abitanti si addestravano regolarmente, per poi tornare ai propri campi o botteghe una volta aver assolto il proprio compito. Cittadini soldati, come il sistema adottato dai Padri Fondatori degli Stati Uniti d’America. (…)
Per rimanere in uno stato di prontezza bellica, i Russi preparavano i loro guerrieri tramite giochi marziali, incontri di lotta e altri tipi di confronto, tenuti regolarmente in occasione di festività e fiere. Venivano organizzati combattimenti con bastone, coltello o mani nude e incontri di lotta sia fra individui che fra gruppi di persone; a San Pietroburgo si arrivò addirittura fino a 10000 partecipanti, in un caso riportato da Vladimir. Che scontro da strada!
“I ragazzi spesso iniziavano il loro addestramento all’età di due anni. Per prima cosa usando armi giocattolo fino i quattro anni, quando poi imparavano a cavalcare. A dieci anni, un ragazzo doveva sapere usare bene delle repliche in legno delle armi e, a dodici, saper combattere disarmato. A 18, i giovani uomini venivano messi alla prova anche per altre cose come nuotare e respirare sott’acqua tramite una canna cava. Dovevano saper fare imboscate e passare un test di sopravvivenza, lasciati lontano dall’insediamento senza riparo, cibo o armi.”
Come risultato di quest’addestramento di tutta una vita “i guerrieri Russi venivano altamente considerati. Molti popoli conquistatori come i Greci, i Romani, gli Arabi e gli Avari cercavano di ingaggiarli. I Russi avevano fama di essere coraggiosi, devoti e molto ben preparati fisicamente”.
Per quanto tutto ciò sembri suggerire aggressività, Vasiliev non la esalta, né tantomeno addestra ad avere un comportamento aggressivo.
“Che cos’è l’aggressività? Dal punto di vista della psicoterapia, è una nevrosi stabile, un persistente bisogno di sottomettere o far del male. Sotto questo bisogno, c’è la paura dell’aggressore di essere umiliato e subire a sua volta. Il Systema russo cerca di liberare l’allievo dalla paura di diventare una vittima, e lo protegge dall’ancor peggiore pericolo di diventare un’aggressore”.
In alter parole, è la paura di essere umiliato che trasforma qualcuno in un bullo psicotico. E la cura consiste in un approccio positivo, sicuro, basato sulla fiducia in sé stessi piuttosto che un’altra reazione ugualmente negativa, rozza e violenta.
Il sistema insegnato da Vladimir è praticamente la rinascita di una grande tradizione di abilità marziali che venne quasi persa del tutto dopo la rivoluzione del 1917, con l’avvento del regime comunista. Tutta la tradizione autentica russa venne scoraggiata dalle autorità, e quelli che la promuovevano venivano perseguitati e severamente puniti. Questo autentico stile di lotta venne riservato solo alle elite delle forze armate, mentre alle masse venne dato un sostituto per distoglierne l’attenzione, cioè l’arte marziale basata sugli stili orientali conosciuta come Sambo. L’antico sistema russo sopravvisse in segreto in luoghi deputati o presso alcuni praticanti che discretamente ne tennero vivi nel tempo l’insegnamento e la pratica.
Infine, il Systema russo non insegna posizioni fisse o posture minacciose, dato che si crede che interferiscano con la prontezza di reazione e la continuità di movimento.
Valdimir: “Le tecniche sono basate sui movimenti naturali di una persona, sulle sue reazioni a circostanze imprevedibili. Molte di queste reazioni vengono da istinti difensivi innati. In uno scontro reale non ci sono mai due situazioni identiche, perciò è impossibile prepararsi memorizzando tutte le variazioni di tecniche. In questo modo diventa molto più pratico diventare consapevoli dei propri movimenti naturali. Per capirli, ed usarli come base per il successivo lavoro teso ad “insegnare il corpo a pensare”. Gli allievi non pianificano come colpiranno, e non ripetono lo stesso attacco e presto diventa di poca importanza il tipo di attacco dal quale si vanno a difendere”.
ABILITA’
Quindi, quanto tempo ci vuole per diventare abile in questo stile? Vladimir dice che in 3-4 mesi di serio addestramento, l’allievo diventa capace di difendersi. Ma quest’addestramento va oltre l’aspetto fisico: preparazione psicologica, conoscenza della natura, difesa da attacchi di animali, tattiche di protezione personale e analisi del linguaggio corporeo, percezione degli attacchi psichici e il lavoro con la bioenergia, come anche l’acquisizione di un nuovo atteggiamento mentale e l’uso del sistema russo finalizzato al mantenimento della salute. E’ una completa e complessa visione del mondo e espressione di vita.
Il video “Knife Defense” è tecnicamente eccellente. Le immagini sono chiare e precise, e Vladimir è molto accurato nel descrivere ogni movimento di difesa da coltello. La sequenza dedicata agli attacchi dall’alto, ad esempio, mostra un corpulento aggressore colpire con un attacco “a rompighiaccio”. Vasiliev aggancia abilmente la mano che colpisce e con un “gioco di polso” la torce e disarma, squilibrando al contempo l’aggressore e portandolo a terra, colpendolo mentre cade alla gola con l’altra mano che nel frattempo ha sfilato e impugnato il coltello. Quando è a terra, Vladimir “lo finisce” con un altro colpo. E’ un unico fluido movimento, mostrato a velocità reale, poi scomposto in tutti i suoi stadi e dettagli. Vladimir è un istruttore davvero preparato e completo. Il suo stile utilizza un grande numero di manovre di torsione e leva, e i colpi vengono dati con dita, polsi, gomiti, piedi, ginocchia e anche, insieme a affondi, ondeggiamenti e tecniche “frustate”. E’ davvero affascinante da guardare in azione.
Il video contiene anche dei rari filmati che mostrano l’incredibile lavoro fatto dai migliori maestri di questo stile. C’è una sequenza in cui due uomini vestiti elegantemente buttano giù degli aggressori senza apparentemente toccarli. Vladimir dice che stanno usando la loro energia psichica… bisogna vederlo!
Vi sono mostrate, infine, più di 40 tattiche, tutte spiegate per filo e per segno, ed è stato giudicato dall’European Knife Fighting Association come il miglior video dell’anno. Il Systema è stato concepito per far diventare chi lo padroneggia forte, resistente, duro e esperto, sempre pronto a tutto, sia attaccato da coltello o addirittura dalla pala militare. Gli Spetsnaz hanno una reputazione che li rende temibili, e questo video ne mostra il perché.
Link all’articolo originale: http://www.russianmartialart.com/main.php?page=m_systemrevived
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scusa Trepicchi, mi sono perso...
dove si svolge l'evento del 5/12 con Luca Chiarato?
tranquillo con l'anno nuovo dovremmo essere nella tua zona.... ;)
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nella mia via? :=)
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nella mia via? :=)
si sul tuo divano...... :D
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mmm.. si può fare
ma voglio approvare personalmente l'iscrizione allo stage di ogni partecipante... :whistle:
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Bellissimo articolo che spiega un po' le origini ......dei cavalieri russi..
ll cavaliere russo
di Aldo C. Marturano ©
http://www.icsm.it/articoli/ri/cavaliererusso.html
(http://www.icsm.it/articoli/ri/cavaliererusso/cavaliererusso.jpg)
Druzhina (da cui druzhinnik) è una parola che, sebbene rassomigli ad un termine norreno (la lingua dei Variaghi) di simile significato, è diffusissima nelle lingue slave e si deve far risalire alla radice *drug ossia amico, fidato ed evidentemente è stata attribuita dai cronografi, forse per etimologia popolare, anche alle compagnie armate variaghe non ancora slavizzate per il periodo pagano della storia russa. Chi ha diritto ad averne una? Da vari accenni nelle Cronache Russe abbiamo visto che l'avevano i bojari locali (di origine slava o di altra etnia e prima dell'arrivo dei Variaghi) di solito, ma non sempre. Il knjaz invece ne ha sempre una, altrimenti non può chiamarsi tale e non potrebbe rifarsi con tutti i diritti alla genealogia rjurikide. Detto ciò, essa risulta composta di molte classi di età riducibili per semplicità a due: Gli adolescenti e gli adulti. Data questa composizione diversa dei druzhinniki, a ciascun gruppo "omogeneo" toccavano incarichi diversi non solo come conseguenza dell'età, ma anche dell'esperienza e della provenienza (schiatta). La classe più bassa sono i ragazzi di 8-10 anni chiamati in russo deti e cioè coloro che hanno appena raggiunto l'inizio del rok, il periodo assegnato dagli dèi alla vita attiva di ogni essere umano. Questi ragazzi sono dunque iniziati all'arte della guerra e, benché non siamo sicuri se assimilarli ai buccellarii occidentali, imparano anch'essi ad usare tutte le armi tradizionali. Non abbiamo notizie di scuole apposite, bensì sappiamo che il tirocinio militare si svolgeva proprio a caccia dove, più che ammazzare animali, si imparava a nascondersi in attesa dell'attacco, a mettere trappole e agguati, a vivere in tenda, a combattere con la spada, ad accendere i fuochi con l'acciarino e senza incendiare l'intera foresta. Agli otroki inoltre venivano affidati varie incombenze quali ad esempio: messaggeri (gonez), guardiani dei fuochi militari o delle mura (gridi), etc. Un gruppo ristretto di questi (agli ordini di un muzh), a guisa di allenamento e tirocinio, addirittura curavano la difesa generica della persona del knjaz col privilegio di dormire vicino a lui, proprio come una specie di guardia pretoriana! Controllano quel che mangia e quel che beve affinché nulla sia avvelenato e gli organizzano materialmente i banchetti rituali. Ci sono poi coloro che ricevono dal knjaz dei compiti temporanei come quelli di portare delle ambasciate in grande stile: i cosiddetti tijùny (termine di derivazione scandinava che significa servo)! Esiste anche la figura dell'intendente che tiene sottochiave derrate, preziosi e armi: il kljuc'nik!
A parte ciò, soltanto dopo aver superate le prove prescritte, si era scelti e si passava alla classe più alta detta dei muzhì ossia dei "maschi" più "vecchi". Possiamo aggiungere a questo riguardo che a 20 anni i muzhì erano "più che adulti" e, se non erano uccisi prima e raggiungevano i 40 anni, erano già considerati degli anziani, visto che quella era la durata media della vita nel Medioevo! Anche fra questi membri esisteva tutta una gerarchia di funzioni che purtroppo non è facile classificare data la scarsità e la non specializzazione delle fonti. Non è neppure possibile dire se la gerarchia corrispondesse ad una carriera da percorrere per arrivare al grado più alto e si può soltanto affermare che i druzhinniki (chiamati anche voitely, voiny) più vecchi erano considerati all'apice della carriera! Il numero dei componenti la druzhina? Se guardiamo alle origini, essa non doveva essere maggiore di una ciurma visto che le bande che attraversavano il Baltico e poi viaggiavano lungo i fiumi russi per la maggior parte del tempo, era un gruppo di ca. 40-50 uomini a barca. Dunque sono pure bravissimi costruttori di barche utilizzando tutto il materiale di un solo albero e Costantino VII Porfirogenito (sec. X), che li conobbe meglio di altri contemporanei, dice che, con quelle loro imbarcazioni, sono velocissimi! Riferiamo ciò perché l'attività militare della druzhina sembra dipendere tutta dalle condizioni delle acque. Allo stesso tempo però aggiungiamo che nelle Terre Russe quando i fiumi in alcuni periodi dell'anno sono coperti dal ghiaccio e quindi impercorribili con le barche... si va a piedi o con le slitte anche in campagna militare! Qui le stagioni definiscono i ritmi vitali molto più nettamente che nel resto del continente e la guerra o le altre attività sono regolate rigidamente col tempo atmosferico (Napoleone insegna!).
Sempre parlando del numero di uomini, dobbiamo sottolineare che di solito la druzhina costituita da più giovani era chiamata la piccola perché meno numerosa (la selezione fisica contava molto!) e quella dei muzhì era la druzhina grande. A parte quanto detto or ora la scelta del membro della druzhina, lo ripetiamo, è basata sulla forza fisica.Un conoscitore musulmano delle Terre Russe del X sec., Ibn Muskaweyi, descrive i druzhinniki così: "Questa gente ha un corpo possente, la loro statura è grande, ha un grande impeto. Non sanno tirarsi indietro per fuggire, nessuno di loro, se non quando ha colpito o è stato colpito a morte." Dunque fatta da tanti bei giovani e che poteva raggiungere il numero di 400 e più come quella racimolata a Kiev da san Vladimiro in cui più druzhine erano confluite sotto il suo comando, essendo risultato lui il capo che aveva eliminato tutti gli altri. Se però fra questi uomini si trovano i Cavalieri russi, dovranno forse essere dei Cavalieri senza cavallo? Nelle icone novgorodesi del XIII-XIV sec. i druzhinniki sono rappresentati sempre a cavallo mentre circondano il knjaz, pure in sella. Lo stesso è per i manoscritti illustrati (famosi quelli della collezione Radziwill), sebbene occorre fidarsi con un grosso grado di prudenza di queste ultime illustrazioni molto posteriori che idealizzano l'antica Rus'. Ciò è abbastanza logico visto che la druzhina era un corpo speciale di rappresentanza e perciò il cavallo (ma non il cavalcare) rivestiva un suo ruolo spettacolare necessario al rango e basta. Niente di scandaloso o di diverso, rispetto al modello occidentale.
E allora fra questi qual è il druzhinnik che può concorrere per la qualifica di Cavaliere? Dovremmo già individuare questo druzhinnik come il personaggio del Medioevo Russo simile al Cavaliere occidentale? E' difficile dirlo e, sebbene gli uomini della druzhina del knjaz possano considerarsi veri nobili minori, non li vediamo tanto vicini al Cavaliere di Jean Flori o ai milites castri di Francia del XII sec.
Sottolineiamo invece una cosa notevole dal punto di vista concettuale. Se si tratta di un problema di fiducia, allora il probabile Cavaliere Russo potrebbe essere colui, scelto direttamente dal knjaz, del quale si può fidare ciecamente e del cui consiglio tiene gran conto! Nei racconti popolari (byline) i muzhì sono incaricati di trasferire in portantina il knjaz difendendolo da qualsiasi attacco "lungo la strada". Nelle Cronache inoltre si dice che i muzhì presenzino persino agli "accoppiamenti sacri" del knjaz con le donne del nemico vinto o, rispecchiando usi forse acquisiti dalle steppe o comunque ibridi, con donne vergini affinché la terra continui a dare i frutti. Altre fonti ci dicono che, se ci sono da prendere le grandi decisioni, intorno al principe si riuniscono le persone più importanti in cui è compresa la nobiltà locale - i bojari - ma in ogni caso l'assemblea - questa (salvo che a Novgorod) è la cosiddetta duma - non sarebbe completa, appunto, se mancassero i druzhinniki scelti la cui presenza è costantemente confermata. Quelli descritti sono compiti di altissimo onore e perciò non affidabili a chiunque…
A qualche druzhinnik addirittura il knjaz concede talvolta il comando di una parte della propria druzhina o lo autorizza ad averne una (di numero di membri inferiore, è sottinteso) e lo insignisce del titolo di velmozh o voivod, traducibili in italiano rispettivamente con comandante o generale. Di questi druzhinniki speciali ne conosciamo parecchi nelle Cronache ed alcuni addirittura concorrono col knjaz per la prevalenza politica. Tuttavia questi incarichi non sono ereditari, notiamolo bene, e perciò non ci sembra che i voivody o i velmozhi possano essere automaticamente definiti i Cavalieri Russi.
E di che vive il druzhinnik? Dall'indagine ci sembra che la sua sussistenza materiale dipende completamente al suo signore: dal knjaz! E' il knjaz che fissa il tempo della guerra e della pace e quindi della ripartizione e della destinazione del bottino sia tratto dal saccheggio sia ottenuto per accordi o cessioni forzate di ricchezze. Li conduce con sé quando cambia di udel ed anzi, nei trasferimenti da un udel all'altro da vari racconti e circostanze sappiamo che i druzhinniki a volta fanno fatica ad acclimatarsi nel nuovo ambiente dove ora il knjaz è stato mandato a risiedere e, agendo con inutile spavalderia, procurano fastidio e reazioni sanguinose nella gente locale offesa. Ciò non toglie che il knjaz li copre per ogni loro eccesso poiché dei druzhinniki non può fare a meno e poiché sono una sua proprietà personale. Se però il mantenimento è solo attraverso la guerra, dobbiamo forse immaginare gli udel russi in guerra permanente? E' esattamente così! La guerra sarà a lungo la realtà dello stato russo delle origini, salvo (ma ciò è rarissimo!) che il knjaz non abbia accumulato tanta ricchezza da poter tenere alto il suo livello di vita e quello dei suoi druzhinniki per lungo tempo. Solitamente perciò, non appena il tempo lo permette, i diversi knjaz si mettono in moto per scendere l'uno contro l'altro. Le ragioni si trovano sempre in vecchie liti che si risolvono col "giudizio di dio", come si chiamano questi scontri, benché ci si affidi spesse volte al duello di due campioni scelti nei campi avversari. L'eliminazione "rituale" dell'avversario però è indispensabile e si uccide senza tanti complimenti! Si crede infatti che in ogni caso un dio (o il dio cristiano) prende le parti di un avversario al quale arriderà la vittoria perché più potente del dio che protegge la parte avversa… Tuttavia è sbagliato pensare ad uno stato russo in cui in ogni momento ci si inventi una lotta armata, quanto invece ad una sistematica politica guerresca, condotta dai knjaz, e mirata ad instaurare un clima di terrore continuo nel territorio. Siccome nel X sec. la druzhina rappresenta l'unica armata del knjaz con la quale costruire uno stato e stabilizzare come istituzione legittima la rapina delle ricchezze che si trovano nel territorio o che fabbrica o raccoglie la gente che lì vive, se la druzhina è abbastanza numerosa e ben esercitata, essa col suo knjaz ben rappresenta il sistema repressivo che occorre allo scopo. L'eventuale difesa o l'attacco militare diventano attività del tutto secondarie. Essa è il servizio d'ordine in città e nella campagna circostante. E non solo! Si presta alla parata e al trionfo dove i druzhinniki compaiono come figuranti a fianco del principe in mostra ai propri sudditi o ai propri vinti. In questo caso, come prescrive la regola che si deduce dalle Cronache russe, è d'uopo mantenere tutti insieme un contegno quasi truce senza accennare neppur l'ombra di un sorriso…
E tuttavia, per quanto li si possano risparmiare negli scontri armati, alla fine i druzhinniki o invecchiano per cause naturali o si ritirano dalla vita attiva col passar del tempo. Occorre quindi un'"alimentazione" esterna di nuovi membri perché la druzhina continui ad esistere e soltanto i figli dei druzhinniki o i parenti stretti del Velikii Knjaz, che erano i primi a poter entrare nella druzhina, non bastano. Al principio dello stato kieviano san Vladimiro invita i giovani da tutti gli angoli del paese per colonizzare la regione a sud di Kiev, inglobando probabilmente parte di essi nella sua druzhina. Non è però questo il solo modo per sostituire i membri scomparsi. Ad esempio, se teniamo presente che tutte le partite di merci che passavano da Kiev dirette ai mercati meridionali pagavano una decima al Velikii Knjaz in natura, possiamo immaginare che anche dalle "partite di schiavi" si traessero come balzello giovani da destinare alla druzhina, dopo adeguato addestramento.
Col Cristianesimo alla druzhina saranno assegnati uno o più preti cappellani dai quali si raccolgono poi le notizie che serviranno a compilare le Cronache. Questi ecclesiastici benediranno le armi e gli armati, prima, e penseranno alle cure dell'anima, dopo. Alla fine dello scontro infatti, seppelliranno i morti o daranno le estreme unzioni ai morenti. Talvolta, come nel caso della Battaglia di Pian delle Beccacce nel 1380, i due monaci assegnati al grande esercito coinvolto (forse centomila armati, ma sembra un numero esagerato) indosseranno per l'occasione un saio con una croce disegnata sul petto. Anzi! Fra i due campioni scelti nei campi avversari, quella volta fu proprio uno dei due monaci a sfidare il gigante tataro del campo avversario e, benché il duello finisse, a dire del cronachista, a favore dei russi, la battaglia scoppiò comunque e continuò fino alla sconfitta (messa in fuga) dei Tatari.
Nel frattempo stava però intervenendo un'altra mutazione importante nella questione del mantenimento materiale dell'armata del principe. I druzhinniki di solito dividevano il bottino (o il tributo forzato) subito dopo la conclusione dell'azione militare secondo rituali propri fissati dalla tradizione. A partire dall'epoca di santa Olga il bottino, sotto forma di tributo, ora arrivava al knjaz da tutto il territorio soggetto senza doverlo andare a prelevare personalmente, e perciò alla druzhina e ai suoi membri tocca trasformarsi in un'organizzazione un po' più sofisticata. Il knjaz, cercando di mantenere in vita un sistema che comunque gli garantisca l'assoluta libertà di distribuire le risorse a suo piacimento ad esempio tenersele per sé nei propri forzieri, ribalta la druzhina, per il mantenimento (izhdivènie), alla gente locale ossia, in pesantissimo modo, ai bojari e ai loro contadini. Fu una trasformazione lenta e impercettibile tanto che al momento della frantumazione della Rus' di Kiev in udel separati e indipendenti fra di loro sotto il giogo tataro, i bojari richiesero sempre di più la loro partecipazione alle decisioni del principe, pena o la sospensione dei loro "servizi tributari" o la cacciata del principe dall'udel o l'abbandono del "servizio" presso il principe (questo a seconda della regione e gli usi in vigore in quell'udel).
Probabilmente per favorire questa mutazione e mitigare allo stesso tempo il nuovo onere economico quasi certamente si favorì l'incontro fra le figlie dei bojari e i druzhinniki stessi in modo che a poco a poco si cominciasse a creare un nuovo corpo di bojari più controllabili di quelli tradizionali. I nuovi nobili essendo stati (ed essendolo ancora in teoria) dei muzhì e quindi ancora legati dal giuramento di obbedienza al knjaz difficilmente avrebbero avuto il coraggio di ostacolarne le decisioni. Tuttavia una volta legato alla terra ricevuta o come compenso di un bottino o di un servizio o come feudo, il nuovo bojaro cominciava ad avere altri interessi talvolta anche opposti a quelli del knjaz e la sua richiesta d'indipendenza comincia a crescere.
Durante il periodo del giogo tataro abbiamo poi una nuova questione per il druzhinnik quale guerriero scelto e affidabile: la possibilità di essere mandato a far parte dell'esercito tataro nelle campagne dei khan in Asia Centrale e nelle vicinanze del Caspio o morire lontano dalla sua terra per non essere stato riscattato e ritornare a casa. Infatti il "tributo tataro" prevedeva non solo trasferimento di ricchezze sotto varie forme, ma anche la cessione di contingenti militari. E questo era un problema per ogni knjaz del Basso Volga! Significava infatti doversi privare di una parte delle difese personali nelle lotte continue che i knjaz facevano l'uno contro l'altro per ingrandire il proprio udel o per aumentare la propria supremazia e quindi vedremo spesso i knjaz recarsi alla capitale tatara di Sarai per portare i loro tributo con pochi druzhinniki onde evitare che una gran parte della druzhina fosse sequestrata! Riscattare i propri armati era poi una spesa non indifferente e non tutti i knjaz furono sempre disposti a farla, tanto che il Vescovado russo ortodosso di Sarai (istituito nella seconda metà del XIII sec. proprio per loro) dovette intervenire con le proprie sostanze o intercedere presso la corte del khan.
Ci troviamo dunque nell'imbarazzo se vogliamo fotografare il druzhinnik in un certo momento della storia russa, senza sfuggire ai limiti cronologici "imposti" dall'unico poema cavalleresco russo - il Cantare della Schiera di Igor - apparso poco dopo gli eventi ivi cantati verso la fine del XII sec. Non dimenticando così quest'opera cercheremo di individuare (se c'è) un certo codice d'onore in maniera da attribuire un carattere "tipico" al druzhinnik e, siccome all'incirca con la caduta di Kiev nel 1240 questo personaggio sarà talmente sconvolto nelle sue funzioni che non risorgerà più come prima, la nostra indagine si fermerà.
Comunque il periodo scelto è ricco di eventi, specie quando una nuova circostanza matura fra le continue lotte per la conquista di una supremazia assoluta di un udel sul parentado rjurikide. Più o meno in questi stessi anni un rjurikide, nominalmente Velikii Knjaz di Kiev, stanco di dover combattere contro le ambizioni di quelli che lo assediano, parenti amici e altri, abbandona Kiev con gli uomini che lo servono e fonda una nuova corte nel Nordest della Terra Russa. Qui cercherà di far diventare tutti i frequentatori della sua corte dei semplici dipendenti salariati da lui a Vladimir-sulla-Kljazma ricostruita letteralmente sul modello di Kiev. Via i druzhinniki e i bojari! Che ci siano soltanto cortigiani ben pagati e soldati ingaggiati per le questioni militari che lo stesso knjaz comanderà senza mai più intermediari. E' una serie d'innovazioni talmente sconvolgenti per le tradizioni che, come abbiamo detto, nel 1174 questo innovatore Andrea Bogoljubskii figlio di Giorgio Lungamano, fondatore di Mosca (vicinissima a Vladimir), deve scomparire. Ormai però la nuova Rus' del Volga, malgrado le nubi tatare che si addensano all'orizzonte, è stata varata!
Alla fine della nostra corsa non abbiamo trovato un esatto corrispondente del cavaliere occidentale né siamo in grado di distinguere una cavalleria di mestiere da una d'élite cavalleresca "all'occidentale". Abbiamo invece scoperto una figura che potrebbe prendere il titolo di Cavaliere Russo cioè il muzh, ossia il più meritevole e il più anziano druzhinnik, per le ragioni che diciamo qui di seguito. Il problema resta invece nel fatto che per questi "cavalieri russi" non siano stati registrati abitudini o costumi cortesi particolari. Non ci sono notizie certe e circostanziate su una "vita di corte" e i primi accenni verso una corte "ordinata" con una certa etichetta sono a Vladimir-sulla-Kljazma all'epoca di Andrea Bogoljubskii. Per di più, siccome i Rjurikidi non ammisero mai che potesse esistere una classe sociale che vantasse una pari dignità qualsiasi, anche parziale, con i membri maschi della loro famiglia, neppure un Cavalierato d'élite è ben riconoscibile, come vorremmo.
In russo muzh significa uomo, nel senso più esaltante la virilità. Da muzh deriva addirittura muzhèstvennyi ossia coraggioso e forte e con muzh si designa persino il marito giusto come forza della famiglia (che successivamente però acquisterà un altro plurale per non confondere mariti e cavalieri) che però insegna a rispettare i costumi tradizionali ai figli. Né possiamo naturalmente sfuggire al paragone con vir, virilis, virilitas e virtus e i significati che queste parole avevano acquisito nelle corti occidentali nel X-XIII sec.
Come distinguere il muzh dagli altri armati? Certamente dalle armi che porta… E qui sono da mettere in evidenza due cose importanti: 1. Le armi nel periodo nel quale vogliamo "fotografare" il nostro cavaliere russo sono oggetti costosissimi e, a seconda della potenza materiale e magica attribuita ad esse, possono essere portate esclusivamente da persone scelte 2. Diventare muzh implica delle cerimonie rituali pagano-cristiane che sono riservate solo a lui.......
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Ci riferiremo per far ciò alla figura. E' la ricostruzione del druzhinnik del X sec. in base a vario materiale reperito nelle necropoli intorno a Kiev (sebbene con speciale riferimento alla cosiddetta Tomba Nera di Cernìgov datata circa 860 d.C.) che ci sembra raccogliere tutti i tratti e l'abbigliamento necessari al cavalleggero ideale epico russo descritto nelle byline.
Vediamo allora il primo punto. In una società militarizzata come quella medievale dove chiunque girava armato in qualche modo e in special modo come quella di Kiev della stessa epoca in cui il ceto e il posto nella gerarchia degli onori della militari sono indicati dal tipo d'arma che s'indossa al di là del modo di vestire, pur non senza importanza. Ciò significa, nel nostro caso, che spada e ascia da guerra della figura sono attribuibili al muzh e a nessun altro.
Fermiamo un momento la nostra attenzione su queste armi paragonandole comunque con le altre più note in uso. Com'è già chiaro, le fonti per sapere quali armi circolassero sono o le illustrazioni iconografiche dei Codici e delle sacre icone o i reperti archeologici, mentre le menzioni e i termini nelle Cronache, con l'evoluzione della lingua antico-russa, devono essere sempre riconfrontate e corrette. Dai reperti dissotterrati possiamo subito dire che l'armamentario militare subì per lunghi secoli l'influenza dell'Asia quanto a materiali, uso e forme e la tipicità cazaro-steppica delle armi russe e del modo di "portarle" sarà sempre visibile e riconoscibile. Inoltre, malgrado la recente introduzione della religione cristiana, le armi sono ancora considerate come esseri quasi vivi che vanno "nutrite" ad es. col sangue dell'avversario. Tirare fuori la spada dal suo fodero solo per far paura implica da parte del "padrone" che rimedi allo stimolo inutile sulla "forza magica" dell'arma… facendo scorrere la lama sulla propria carne in modo che l'arma si abbeveri del sangue "che aspettava" e rimanga "viva".
Nella figura notiamo subito il "cappotto" che ha il pelo verso l'interno mentre la pelle esterna è ben conciata e quindi dura e resistente (non troppo) alle frecce o ai colpi di lancia non pesanti. Non porta scudo perché questo è considerato un arnese destinato ai fanti dell'opolcenie, sebbene l'evoluzione, quando l'attività militare si sposterà verso sud, sarà verso l'adozione d'uno scudo anche per il druzhinnik in forme varie e di misura ridotta, rispetto a quello del fante.
Come si nota, il muzh ha una cintura. E' uno dei più antichi segni distintivi del rango e non è che il cingulum romano ereditato in tutta Europa e passato qui nelle Terre Russe(57). La cintura (pojas) era non soltanto colorata e ricamata con disegni apotropaici, ma adornata di perle di fiume, fili d'oro e d'argento in numero e disegni ben determinati diversi per i bojari o per i principi. Più alta quella del knjaz e più stretta quella del muzh. In più dà la forza e l'impeto a chi l'indossa.
A sinistra in questa cintura c'è la spada infilata in un fodero di legno ricoperto di cuoio. Molto dobbiamo alle ricerche della sig.ra M. Semjònova che ci informa su quanto a lungo si è discusso in passato sulla questione da dove queste spade potessero giungere nelle Terre Russe. Riassumiamo dicendo che in passato si era affermato, basandosi su reperti archeologici certi, che fossero stati i variaghi a portarle nella Rus' di Kiev visto che in russo la spada per di più si chiama mec' che è parola di origine norrena. Invece studi più recenti e più circostanziati hanno confermato che, a parte l'acciaio, l'impugnatura e il montaggio e la lavorazione della lama erano eseguiti nelle fucine russe del X-XIII sec. La spada deve considerarsi un prodotto "russo" originale sebbene pochi artigiani alla fin fine vi abbiano apposto la propria firma, come invece si usava in Occidente, e ciò per le ragioni magiche che coinvolgeva il fabbro che la forgiava. L'acciaio (o la ricetta e il metodo per farlo) veniva certamente dalla Persia visto che è chiamata in russo bulat (dall'iranico pulad ossia acciaio di Puluadi antico regno caucasico-armeno famoso per le sue fucine). Ha un'impugnatura con il pomo istoriato e lavorato e talvolta, nel caso di persona ricca che se lo può permettere, l'elsa è persino incastonata con pietre preziose. La lama non sempre ha una punta (e questa è già una bella differenza rispetto alle spade scandinave che vengono usate nelle saghe infilzandole nel ghiaccio dall'impugnatura e lanciandosi sulla loro punta per suicidarsi) ed ha lungo tutta la sua lunghezza un incavo allo scopo di alleggerirne il peso che in questo modo non supera 1,5 kg e per renderla elastica giacché deve sempre turbinare libera e tagliente. Con l'introduzione del Cristianesimo apparirà anche la croce come simbolo della benedizione eseguita sull'arma e quest'arma resterà il simbolo esclusivo per il muzh!
Riportiamo qui le parole di J. V. Suharev: "Nel IX - prima metà del XI sec. il diritto (e la possibilità) di possedere una buona e preziosa arma (l'autore si riferisce alla spada, ACM) l'avevano solo quegli uomini che appartenevano allo strato più alto della società: Gli anziani della druzhina. Fra i giovani, a giudicare dai reperti degli scavi delle sepolture dei druzhinniki, ancora nel XI sec. della spada disponevano esclusivamente le persone che avevano un incarico importante e cioè i comandanti di drappelli di giovani, di otroki, che nel tempo di pace agivano quali poliziotti dell'ordine oppure dei posti daziari o in altre funzioni speciali e per questo erano chiamati mec'niki ossia portatori di spade (naturalmente da restituire al knjaz alla fine del mandato)". Che cosa succede della spada quando il muzh muore o è vinto da un altro? E' facile immaginarlo! Alla fine di uno scontro si raccolgono le armi dei vinti sapendo che sono degli "esseri quasi viventi" e appartengono solo ad una sola persona, secondo l'uso slavo orientale. Per questo motivi chi voglia prendersele per sé dovrà ritualmente pagare il vecchio padrone! E' da notare che, nell'uso dei nomadi la spada del vinto veniva al contrario resa inservibile, piegandone la lama, per timore che autonomamente essa si vendicasse in seguito sull'illegittimo portatore!
Un'altra arma che vediamo nella figura è l'ascia da guerra che a giudicare dai reperti archeologici è di tre tipi. La sekira (dal latino securis), usata nei lavori dei campi e per la forma importata di sicuro dal sudovest europeo, era usata dai fanti. La seconda è il cekan usata dai tagliaboschi e forse di origine turca e finalmente il comunissimo topor dal lungo manico che è quello presente in figura. Quest'arma è da lancio o da colpo a seconda delle circostanze e di solito va recuperata al più presto perché è "personale". Col Cristianesimo il topor diventò il simbolo del comando del voivod e in tal caso porta sempre il simbolo della croce ben visibile sulla lama stessa. Quando il voivod la innalza significa che ci si muove all'attacco! Al contrario dare la propria spada a qualcun altro tenendola per la parte della punta significava aver perso lo scontro e che ci si rimetteva alla clemenza dell'avversario vincente o si chiedeva di parlamentare.
Altre armi naturalmente erano a disposizione come pugnali e mazze da guerra, ma soprattutto la lancia (kopjò) ben ritratta nei Codici miniati Radziwill del XVI sec. Essa è lunga e serve più che altro a tenere lontano il nemico restando a cavallo e dunque come arma "russa" è abbastanza tarda. La sciabola invece è molto rara… Soltanto dopo la Battaglia di Pian delle Beccacce (Kulikovo Pole, 1380) come simbolo del potere e come arma di rango la spada cedette il posto alla sciabola, ma solo nella zona del bacino del Volga sotto la supremazia moscovita, e ciò probabilmente fu dovuto al fatto che la guerra da queste parti era cambiata e si scendeva in campagna militare più volentieri a cavallo seguendo le tattiche tataro-mongole.
L'armato russo disponeva di corazze a maglie di ferro che però il muzh evidentemente disdegnava preferendo affrontare la lotta "a petto nudo" nel corpo-a-corpo. Solo così poteva mostrare la sua bravura e arditezza (hrabrost' i derznost') e appartenere agli uomini forti e coraggiosi - muzhestvo - e ciò poteva servirgli per conseguire la lode e una parte maggiore di bottino e di onori da parte del suo knjaz.
Nel seguito però il muzh indossò anche lui una cotta di anelli di ferro (sotto però aveva una maglia di lino per proteggere la pelle dal calore del metallo) e un elmo, al posto della mozzetta orlata di ermellino che vediamo in figura. L'elmo, di vari tipi, è sferico-conico di metallo semplice e lucido con punta superiore allungata, con speciali lavorazioni per il muzh. Tuttavia è diverso da quello del knjaz che è dipinto con effigi di santi protettori (lavoro eseguito in officine non europee). E' difficile poi non immaginarlo con la famosa frusta o knut sempre fra le mani! L'arco e le frecce, come abbiamo già detto sono armi da contadini e non del druzhinnik che non imparerà mai a scoccare frecce mentre è a cavallo come invece sapevano fare i tatari piantati sulle staffe da loro stessi inventate!
Sul secondo punto delle cerimonie di iniziazione c'è molto poco da dire. Nel Cantare della Schiera di Igor non ne sono sottolineate di particolari. Dalle byline sappiamo che i muzhì (insieme al loro knjaz) però partecipavano a celebrazioni magiche particolari, ma nelle Cronache queste sono ricordate raramente e qualcuna solo per nome e basta come ad esempio la triznà, sicuramente per paura di rinfocolare quei riti pagani. La triznà si celebrava per la morte di un "collega" importante e consisteva nel banchetto funebre con probabili canti e tenzoni armate.
L'unica cerimonia - pagana - di cui abbiamo una vera descrizione, sebbene più sommaria, in occasione della "firma" di un trattato fra Kiev e Costantinopoli è la rotà. Essa consisteva nel recarsi al santuario pagano di Perun vicino a Kiev e là i muzhì e il knjaz con la mano destra sulle armi "abbandonate" giuravano solennemente il loro impegno a rispettare gli accordi alla presenza del sacerdote, il volhv. Costui poi dava a ciascuno una foglia di quercia da tenere sul petto per la durata del giuramento. Il giuramento si chiudeva con le parole: "…che possa diventare giallo come l'oro (dall'itterizia) e che possa essere distrutto dalle mie stesse armi…" Col quel giuramento inoltre si prendeva l'impegno solenne nei termini tradizionali per la morte davanti a Dio con molto onore specialmente se si difendeva la vita del capo, del knjaz o di chi per lui, poiché, in caso di non ottemperanza a questo dovere, si poteva essere uccisi legittimamente da qualunque dei compagni… purché il giustiziere impugnasse un'arma "benedetta". Ecco un altro tipo di omicidio, legittimo e consacrato! Successivamente fu introdotto il rito cristiano del bacio della croce (krestocelovanie) davanti al sacerdote o vescovo.
E qui rammentiamo una cerimonia abbastanza curiosa ai nostri occhi del XXI sec. che tiene uniti questi uomini riconfermando il loro patto di fedeltà. Il banchetto rituale o pir nel quale una serie di bevute personalmente indette dal knjaz e l'ubriacatura è il segno indelebile dell'appartenenza al gruppo. I primi tre brindisi era già fissati e prescritti e la coppa da cui bere era la propria che andava svuotata senza esitazioni oppure si beveva un sorso dal "secchio" comune. Accusato di bere troppo lo stesso Vladimiro risponderà infatti che bere dà la carica ai suoi Rus' (con questo appellativo sarà d'ora in poi chiamata la druzhina di Kiev, prima di altre) per significare che in questo modo sacro e rituale si consolidano i legami di dipendenza e di amicizia. , La cerimonia rimase solenne fino oltre il XVI sec. e non escluse assolutamente la presenza persino del Metropolita! Alla fine di questa indagine abbiamo ricevuto un'impressione piuttosto insolita del muzh e quando lo abbiamo paragonato al Cavaliere all'occidentale ci è sembrata una grossa forzatura, ma se andiamo oltre il Medioevo nella storia russa la figura del cosacco e del bogatyr' è quella che prevale come guerriero indomito e moralmente imitabile e ciò quando ormai l'idea del Cavaliere in Occidente si è ormai rifugiata nella leggenda e nella realtà non esiste più. Siccome poi l'apogeo del Cavaliere scorre durante il periodo compreso fra il X e il XIII sec. d.C., la figura del muzh è l'unica contemporanea che più gli s'avvicina.
Così, esprimendoci attraverso le categorie etiche del nostro tempo e, con le tante riserve necessarie soprattutto, tratteggiamo qui di seguito un "immaginario" Cavaliere medievale russo:
1. L'iniziazione. La festa del postrig ossia del primo taglio dei capelli è proprio la festa dell'iniziazione dei giovani nobili alle armi. Naturalmente il postrig del figlio del knjaz è descritto molte volte nei documenti e di conseguenza ci doveva essere una simile festa anche per i ragazzi o figli dei druzhinniki o cooptati nei modi che abbiamo detto. E' l'inizio di una specie di tirocinio (in russo otrocestvo) quale parte della vita dei giovanissimi rampolli. Ibn Rusté intanto informa: "Quando nasce un maschietto fra i loro uomini (della druzhina il padre sguaina una spada e la porta al bimbo ponendogliela nelle mani e dicendo: Non ti lascio in eredità alcuna ricchezza e non possiederai niente altro che quello che riuscirai a procurarti con questa spada." Dunque i figli entravano a far parte immediatamente dei druzhinniki, sebbene a quelli del knjaz fosse riservato un trattamento particolare dato che il loro destino militare era già segnato e il loro traguardo in questo caso era alla fine un trono. Come esempio di distinzione possiamo indicare che per Svjatoslav, figlio di Igor e di Olga, fu scelto il variago Asmud (in norreno-sved. Asmund) e poi possiamo aggiungere che non tutti i fratelli del primogenito erano trattati in questo modo né tutti i figli del kniaz erano sicuri di assicurarsi un appannaggio (udel) col sistema-carosello che abbiamo visto e perciò qualcuno era costretto a diventare un fuorilegge o un mercenario come nel caso di Giovanni Berladnik abbassandosi al rango di semplice druzhinnik.
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2. L'aspetto. Il viso incorniciato dai lunghi capelli e onorato da barba e baffi gli danno un superbo e maschio comportamento e lo sguardo fiero "da lupo", come qui si usava dire. Per quanto riguarda i capelli, abbiamo qualche incertezza poiché è probabile che il muzh non portasse una folta capigliatura, ma un ciuffo che spiccava al centro del cranio accuratamente rasato. E' così che ci viene descritto da Leone Diacono Svjatoslav nell'incontro con Giovanni Zimisce. A parte ciò al muzh, uomo solitamente spavaldo verso chiunque non sia della sua cerchia, basta un'offesa minima per incendiarlo e indurlo ad un combattimento all'ultimo sangue che di solito finisce con la morte dell'avversario. I muzhì infatti sono gli unici che circolano sempre armati di topor (o con vezzeggiativo toporik), la micidiale ascia da guerra già menzionata che lanciano o usano senza mai fallire il bersaglio, sebbene ora col battesimo debbano contenersi non potendo più uccidere chiunque, ma soltanto chi non è cristiano come loro.
3. Condotta militare. Non discute gli ordini del knjaz ed è sempre pronto ad eseguirli senza alcuna osservazione, costi quel costi, anche la stessa vita. Con il Cristianesimo addirittura ogni sua azione è benedetta, quando benedette sono le armi che ha addosso, ma mai come il knjaz che si muove solo perché le sue azioni sono guidate dal dio cristiano. Un ruolo al quale aspira negli scontri è quello di tenere alto e diritto nella mano lo stjag (lo stendardo del principe di solito istoriato e abbellito con icone del Cristo o della Vergine) oppure quello di reggere a piedi le briglie del cavallo del knjaz. Il muzh è l'unico che può possedere un paio di cavalli e usarli senza tema di offendere il suo knjaz perché ha già un comportamento ben fissato nella sua funzione e sa tenersi entro i limiti impostigli. Se nei primi secoli tornare dalla battaglia, sia persa o vinta, è motivo di celebrare e far festa per essere tornati vivi o eroi morti, col Cristianesimo soltanto la vittoria sul nemico può essere festeggiata, giacché significa che Dio ha punito i perdenti per i loro troppi peccati e lascia che chi ha fatto giustizia trionfi. Il muzh si vanta di essere capace di bere e di mangiare oltre qualsiasi misura e dunque disdegna una tavola che non offra una tale quantità di cibo e di bevande che non lo soddisfino, come quella di un semplice contadino. Probabilmente adopera sostanze stupefacenti o che leniscono il dolore come la comune canapa di cui inala i fumi oppure gli infusi di Amanita muscaria. A lui è riservata una birra speciale molto alcolica quando è il caso di prepararsi alla lotta. Rispetta però il digiuno prescritto dalla chiesa, salvo che in guerra! E' notevole infatti che, al contrario che in Occidente, nelle Terre Russe non è previsto alcun armistizio per le feste comandate (domeniche, Pasqua etc.) e dunque il muzh combatte, "senza peccato", finché le forze glielo permettono. Nel Cantare della Schiera di Igor l'eroe, Igor figlio di Svjatoslav, si mette in cammino proprio al martedì santo, il 23 aprile del 1186. Addirittura quando si festeggiava san Giorgio! Non ha problemi dove dormire o dove meglio accomodarsi, né ha grandi pretese quando è in campagna, ma al momento del saccheggio sa ben riconoscere ciò che vale da ciò che non vale e arraffare per metter nel mucchio comune che poi il knjaz dividerà.
4. Il rapporto con le donne. Per quanto riguarda il rapporto fra i muzhì e le donne, dai documenti riusciamo a capire che una donna non può né deve sottrarsi all'accoppiamento con lui, quasi sia una ierogamia, ma l'amore non è permesso sempre e comunque: Esso è debolezza perché significa sottomettersi alla donna e ciò è scandaloso. Non dovremmo quindi vederlo frequentare taverne e bagni pubblici a Kiev (o peggio che mai a Novgorod). Possiamo immaginarlo condurre quasi una vita monacale, se non fosse per le frequenti campagne militari impostegli dal suo ruolo in cui talvolta deve sopraffare le donne, se sono le donne del nemico, e difendere quelle della propria gente. Certo! Alla fine della battaglia vittoriosa un'orgia non è peccato, ma deve sapere di peccare, se non è moderato. In seguito si sposerà, ma solo con colei che il knjaz gli ha indicato e i figli saranno presentati al knjaz prima che a qualcun altro affinché siano accolti nella druzhina! Non vive per accumulare ricchezza, ma gli piace pavoneggiarsi nella sua uniforme davanti alle donne, sempre attento ai sortilegi che da queste possono venire. Come abbiamo detto nella Rus' di Kiev la poesia o la lirica esaltante l'amor cortese non esisteva, perché la donna veniva sempre tenuta da parte nella società russa patriarcale, ma questo non significa che la donna non avesse un ruolo importante nella vita del muzh. Nella letteratura russa antica è esaltato il dolore e la lamentazione lirica dell'amata sul muzh che non è più tornato e tuttavia, lo ripetiamo, la donna resta un essere misterioso e fondamentalmente pericoloso. Contro di lei il muzh perciò si fornisce di amuleti e croci per evitare il malocchio o l'amore non voluto e, addirittura, il muzh si astiene da contatti sessuali prima di ogni campagna.
5. Il vestito. Nell'illustrazione lo vediamo imbacuccato in una divisa invernale, ma, come abbiamo già detto, ciò è abbastanza logico poiché le campagne militari si fanno d'inverno. Al nord, perché la coltre di ghiaccio forma della ampie radure sui numerosi laghi ed è abbastanza spessa per accogliere fanti e cavalli poco pesanti e, al sud, perché i nomadi sono più attaccabili quando svernano e si concentrano in certi luoghi ben noti che non alla bella stagione quando invece si spostano continuamente da un posto all'altro. Però quando non è in campagna militare al muzh piacciono i bei vestiti e di solito indossa tre capi di vestiario in particolare: il cappello, la cintura e le scarpe. Della cintura abbiamo già detto, mentre il cappello o sciapka che vediamo in figura, non molto diversa da quella indossata dal knjaz che certamente è ornata da pelli molto più pregiate, è diversa da quella portata dai mercanti-bojari novgorodesi (un'alta tiara di pelliccia pregiata molto alta). Alla sciapka si attribuisce la virtù magica di rendere invisibile chi lo porta, ancora al tempo del Cristianesimo. Quanto alle scarpe, ostentavano stivaletti a punta in finissima pelle vaccina conciata a Cordova o a Baghdad mentre i rozzi laptì di scorza di tiglio toccavano al contadino dell'opolcenie.
6. Gli ideali. Prima di altri aspira ad emulare san Michele Arcangelo, suo protettore e vincitore del demonio, ma poi persino san Giorgio che uccide il drago. Anche Alessandro Nevskii, dopo la morte, è un ideale da imitare. E la pietà? E la misericordia verso vedove e poveri? Dalle Cronache sappiamo che san Vladimiro, subito dopo aver preso il battesimo (988) portava da mangiare casa per casa a Kiev ai poveri e riceveva chiunque avesse guai e lamentele per cercare di aiutare. Sicuramente in queste mansioni era aiutato dai suoi muzhì, sebbene poi non possiamo dire quanto peso ebbero queste esternazioni di un santo knjaz nelle abitudini di comportamento personale della druzhina nei secoli successivi. Comunque la morale del muzh è tutta improntato sulla vergogna, più che sulla ricerca di gloria o nasata su un onore personale che già esisteva per il fatto di essere nella druzhina del knjaz. Un muzh era considerato un traditore e quindi si copriva di vergogna, solo se, ritirandosi dal servizio attivo, offrisse i suoi servigi ad uno straniero e, peggio ancora, ad un non cristiano!
7. La morte. E che cosa avveniva alla morte di un muzh? Dalle Cronache della Battaglia di Pian delle Beccacce apprendiamo che i cadaveri dei guerrieri cristiani e russi furono raccolti e ricomposti. Portati fino a Mosca poi, furono esposti al pianto dei parenti sulla Piazza del Mercato (la Piazza Rossa) in file secondo il rango. Il knjaz Demetrio pagò un indennizzo ai famigliari di ciascuno caduto in relazione al grado sociale di ciascuno. Non abbiamo notizia però di sepolture particolari per il muzh, salvo per quello che ad una certa età decide di chiudersi per sempre in convento e che perciò sarà sepolto insieme con gli altri monaci. Sappiamo però che essi facevano donazioni alle chiese dove poi avrebbero voluto essere sepolti, purché la chiesa o il convento non appartenesse al principe. Riportiamo però dalla Zadonsc'cina ossia la raccolta dei componimenti scritti dopo la Battaglia di Pian delle Beccacce un brano del cosiddetto Pianto delle Vedove di fronte ai composti cadaveri dei propri mariti muzhì nella Piazza di Mosca nel 1380. "…Gli uccelli avevano intonato lamentosi canti e tutte le vedove si sciolsero in pianto, sia le principesse sia le spose dei bojari sia quelle dei generali morti in battaglia. Maria Dimitrevna, moglie di Nicola figlio di Basilio piangeva al mattino lungo le rive della Moscova, sotto le bianche mura, dicendo con voce cantilenata: O Don, o Don Fiume rapido Tu che hai varcato le pietrose montagne e sei passato nella Terra dei Polovzi, riportami il corpo del mio signore, Nicola di Basilio, e Teodosia moglie di Timoteo Volujevic' anche piangeva dicendo: Non c'è più gioia per me quando vago nella gloriosa città di Mosca perché so che non incontrerò più il mio signore e Maria moglie di Andrea e Xenia moglie di Michele piangevano quel mattino dicendo: Ormai per noi due il sole si è oscurato nella città di Mosca. Dal rapido Don sono arrivate brucianti notizie, di grandi sventure. I valorosi guerrieri russi sui loro cavalli sono morti sul campo del sacrificio, sul Pian delle Beccacce…"
8.Alcuni nomi famosi. Di solito nelle Cronache i nobili, i bojari prima degli altri, sono chiamati con il nome di battesimo seguito da figlio di… e il nome del proprio padre; del knjaz si dà il nome (eventualmente seguito dal nome del padre per distinguerlo da un omonimo come Alessandro figlio di Jaroslav detto Nevskii), ma per il muzh? Non sappiamo come ci si rivolgesse a lui e non riusciamo a distinguerlo con sicurezza nei documenti. Comunque sia, ecco alcuni nomi di personaggi coinvolti in eventi storici che hanno lasciato qualche segno e che, a quanto pare, furono degli importanti muzhì: Svèneld, Prètic', Vysciàta, Blud, Nikìfor, Mikùlja, Ciùdin, come pure lo zio di san Vladimiro Dobrynija o l'amante omosessuale di san Boris, Giorgio l'Ungherese.
http://www.icsm.it/articoli/ri/cavaliererusso.html
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L'orario per il seminario di Vicenza 20 novembre - ( dueville ) e' stato postato invece che dalle 15:00 alle
18:00 alle 10:00 alle 13:00.
http://www.systematraininggrouppadova.it/index.php?option=com_content&view=category&id=36&Itemid=64&lang=it
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I segreti della lotta a terra nel Systema Russo.
Articolo di Dennis Rovere tratto da “INSIDE KUNG-FU” del giugno 1998.
Rilassati. Muoviti liberamente. Apriti. Sono tutte frasi che uno si aspetterebbe di sentire durante una tipica lezione di taiji. Ma questo non è taiji. E’ l’inizio di una lezione del sistema marziale militare russo tenuta da Vladimir Vasiliev. (Per i lettori che non conoscono il suo curriculum, posso dire che è impeccabile. E’ stato uno dei principali membri operativi delle unità addette alle operazioni speciali dell’esercito russo. Non solo ha una lunga esperienza operativa, ma ha anche addestrato bodyguard e agenti di polizia russi. Avendo avuto la possibilità di leggere in anteprima il suo ultimo libro, mi sono figurato un uomo emozionalmente indurito dagli anni trascorsi a fare il proprio duro e pericoloso mestiere. Ma, nonostante sia davvero in gamba e ben preparato, Vladimir incarna i tratti che vedo e rispetto negli altri insegnanti di combattimento corpo a corpo maturati sul campo di battaglia. Senso dello humor, umiltà, autentica determinazione e soprattutto una vera conoscenza degli scopi e dell’applicazione della propria letale arte).
A differenza di quanto insegnato nelle scuole tradizionali, Vladimir Vasiliev e il Systema si concentrano sull’esplorare e comprendere la strategia del combattimento piuttosto che le tecniche di combattimento.
Quando Vladimir dice di stare rilassati, non si dovrebbe far confusione con lo stare mosci. Già la sola maniera in cui vengono eseguiti gli esercizi di riscaldamento toglie ogni dubbio. Le flessioni ad esempio, coinvolgono anche il compagno di allenamento, per aumentare la resistenza da vincere, con fino a quattro persone che fanno lo stesso esercizio uno sull’altro.
Oggi, la lezione riguarda la lotta a terra. Sebbene non sia la cosa principale dell’addestramento militare, è nondimeno un argomento molto discusso dai media, almeno negli ultimi tempi.
Vladimir inizia spiegando che nelle operazioni militari non c’è vera distinzione fra lotta a terra e altri modi di combattere. E’ solo negli sport da combattimento che esiste questa distinzione. In uno scontro da strada o durante una missione, non c’è una linea che delimita la fine di uno e l’inizio di un altro.
Tuttavia, continua, dato che i soldati possono essere intralciati dal proprio equipaggiamento e di solito sono sempre armati (ricordo che i Russi eccellono nell’uso della pala da trincea), la maggior parte dell’addestramento riguarda la parte armata e le tattiche di combattimento in piedi. Dopo aver precisato ciò, Vladimir subito aggiunge che però ci sono alcune situazioni dove si finirà sicuramente a combattere al suolo.
La percezione di stare esposti agli attacchi può essere usata come una effettiva strategia, sia difensiva che offensive, se l’aggressore percepisce questa situazione come una apparente debolezza, e quindi una opportunità di attacco.
CONTROLLO NELLA FOLLA
Ad esempio, in evasioni e fughe potrebbe essere necessario eliminare una guardia nemica atterrandola. In questo caso la lotta a terra sarebbe abbinata con dell’addestramento da sentinella o contro la sentinella. Un’altra situazione in cui si può far ricorso alla lotta a terra è nel caso di servizio come agente di polizia o di sicurezza. Nell’affrontare un attacco iniziato in mezzo alla folla, l’uso di armi da fuoco potrebbe essere inadatto e pericoloso, specialmente riguardo il tempo di reazione e eventuali danni collaterali. Spesso è infatti molto più sicuro portare l’aggressore al suolo. Per via del rischio di infortuni fatali, quindi, una realistica ed efficace metodologia di lotta a terra si rivela molto necessaria.
Questa necessità di tecniche adatte a sottomettere l’avversario viene sottolineata da Vladimir con un episodio tratto dalla sua esperienza personale.
Questo episodio si riferisce al suo periodo di servizio in Russia. Vladimir e la sua squadra vennero incaricati di inseguire e catturare tre criminali molto pericolosi (e fisicamente grossi), ricercati per omicidio. Per sfuggire alla cattura, i tre scelsero di lasciare la città a piedi durante una notte scura e senza luna. Inoltre, il tempo quella notte era pessimo per via di una pioggia incessante. Inseguire i criminali in queste condizioni era difficile, e così Vladimir e i suoi colleghi dovettero separarsi. Quindi fu costretto a inseguirli da solo.
Vladimir riuscì a individuare i tre, mentre stavano percorrendo una strada fangosa e scivolosa. Rendendosi conto di rappresentare per loro l’unico ostacolo verso la libertà, Vladimir capì che doveva agire velocemente, per evitare che scappassero definitivamente. Sfortunatamente per lui, anche loro lo capirono subito e lo attaccarono! Si sa che fu una lotta all’ultimo sangue. Vladimir doveva essere ucciso, per non lasciare testimoni della loro fuga (non sapevano che erano inseguiti da una squadra di specialisti).
LIBERARSI DELLA PELLE
Dato che il sentiero era molto scivoloso, la lotta finì subito a terra. Durante la mischia, quando un criminale acciuffava Vladimir per la sua uniforme, lui gli lasciava semplicemente prendere ciò che stringeva e strattonava. In pochissimo tempo, Vladimir stava combattendo senza giacca e maglietta. Questa strategia ebbe l’effetto desiderato, cioè evitare che loro lo continuassero ad afferrare. Fu in grado di guadagnare un certo vantaggio e vincere abilmente i suoi avversari.
Insieme alla strategia degli abiti, Vladimir utilizzò un’altra strategia con successo. Per via del suo addestramento speciale, fu in grado di intercettare sia i pugni che i calci degli assalitori e ridirezionarli verso di loro. Il risultato fu che i fuggitivi finirono col colpirsi a vicenda e, quindi, sconfiggersi da soli. A quel punto, guadagnare il vantaggio finale fu relativamente facile, e Vladimir trattenne i criminali fino all’arrivo dei rinforzi.
Nella lezione seguente, Vladimir dimostra e spiega accuratamente l’essenza del Systema nel combattimento (in generale) e della lotta a terra in particolare.
Abbiamo detto che, a differenza di quanto insegnato nelle scuole tradizionali, Vladimir Vasiliev e il Systema si concentrano sull’esplorare e comprendere la strategia del combattimento piuttosto che le tecniche di combattimento. Cioè, esse non sono legate a reazioni fissate da un set di situazioni predeterminate. Ci spiega che, durante il combattimento, la paura ci fa fare cose che a volte sono il contrario di quanto la situazione ci richiede.
Ad esempio, si può essere abituati ad impugnare il coltello solo con la lama in giù. In un incontro inatteso col nemico ci si può trovare a impugnarlo con la lama in su. Se ti addestri su risposte fisse o ti trovi in una situazione non contemplata dal tuo addestramento, allora la paura potrebbe farti provare a cambiare l’impugnatura, invece di stoccare un semplice affondo, come la situazione lo richiederebbe.
Nella lotta a terra e in alter situazioni di combattimento, è importante capire la paura e sfruttarla produttivamente. Se ti rilassi, se allenti la tensione, che è di solito la manifestazione fisica della paura, sarai in grado di contrattaccare efficacemente.
DIMENTICA IL DOLORE
Una specifica situazione nella lotta a terra o nel grappling può comprendere l’applicazione di leve e torsioni dolorose agli arti e alle articolazioni. Sebbene la tua reazione naturale sia quella di tendere i muscoli e resistere, questa reazione aumenterà il danno fisico. Se, in altre parole, riesci a vedere l’intera scena invece di concentrarti solo sull’area dolorante, riuscirai a ridurre la sensazione di dolore. Questo permette due cose:
“Ridurrai ulteriori danni semplicemente evitando di assecondare la (naturale) tendenza a tendere i muscoli” e “Libererai la tua mente, dandoti l’opportunità di reagire in maniera creativa”.
Insieme a queste reazioni, si raggiunge una profonda comprensione della strategia del combattimento, Di particolare beneficio è la conoscenza dei movimenti dell’aggressore in risposta alla manipolazione di certe parti del suo corpo, al fine di poterlo subito controllare (o, al limite, con più fasi intermedie).
ESEMPIO 1
La strategia:
Utilizzare la forza di rotazione per deflettere un colpo. Capire che colpire il dietro del ginocchio lo farà piegare, facendo collassare tutto il corpo.
L’applicazione:
State a terra, pancia in su. “Aprite” il corpo, creando un bersaglio che l’aggressore cerca di calciare o calpestare. Come tenta di farlo, toccate la sua gamba con il vostro ginocchio e colpite/agganciate/deflettete.
ESEMPIO 2
Strategia:
Reindirizzamento della forza. Ampiezza di movimento delle articolazioni. Utilizzare leve (piuttosto che forza muscolare) per applicare pressione sulle stesse.
Applicazione:
Siete a terra. L’aggressore, di fianco, vi tira un calcio alla testa. Toccate la sua gamba con l’avambraccio. Alzate il gomito e deviate la sua gamba oltre la vostra testa verso l’altro braccio (ridirezione della forza).
Usate il vostro braccio per spingere il piede in sù e le mani per tirare il ginocchio giù. Seguite con una chiave/rottura articolare alla caviglia. (Utilizzo leve in base alla naturale ampiezza di movimento delle articolazioni).
In entrambi gli esempi chi si difende non tenta di usare solo la forza. Dato lo svantaggio di stare a terra, la forza ha poca importanza nell’esecuzione delle tecniche.
Per capire come questo principio funzioni nella difesa, considerate questo: siete a terra. L’aggressore vi sta calciando o colpendo. La naturale tendenza è di rimettersi in piedi per potersi difendere meglio. Ma anche essendo una reazione naturale, essa ha tre svantaggi:
- Restringe la libertà di movimento;
- Restringe la visuale, specialmente se ci si copre la faccia o la testa;
- E’ causa di tensione muscolare, che aumenta il danno fisico dei colpi (ricordate la precedente discussione sul rilassamento?).
Restringendo i movimenti, state restringendo anche la vostra abilità di contrattaccare attraverso la diretta applicazione di forza (calci o altri colpi) o di una strategia. Anche se non è sempre necessario guardare direttamente un avversario per colpirlo (potete colpire un bersaglio anche con la testa girata) è sicuramente di un certo vantaggio poter osservare le sue azioni e movimenti. Riconoscere gli angoli di attacco, insieme ad altri tipi di abilità mentali, sono sempre un aiuto al successo in un combattimento.
Per sfruttare efficacemente il coprirsi come strategia di attacco, è imperativo imparare prima a controllare la propria naturale tendenza a farlo per cercare di difendersi.
Appena vede una apertura, l’aggressore automaticamente la considera una debolezza nella difesa, una breccia nell’armatura, per così dire, e nel tempo in cui si rende conto di avere commesso un errore, il soldato russo avrà aumentato il numero dei caduti avversari.
La logica del movimento è impressionante e la tecnica insegnata da Vladimir è efficace. Anche se non afferma di voler enfatizzare la lotta a terra, e i suoi principi di rilassamento e apertura ricordano ancora il taiji, questo è tutto parte della strategia e della letale efficienza del Systema.
* * * * *
Dennis Rovere è un consulente nell’addestramento militare e per operatori di sicurezza di Calgary, Alberta, Canada. Ha raccontato in “Inside Kung Fu” della sua esperienza di addestramento nel Wu Jing.
Link all'articolo originale:
http://www.russianmartialart.com/main.php?page=m_secretsystem
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Systema
Articolo di Trevor Robinson tratto da “COMBAT” di novembre 1999
Il 10 giugno 1999 stavo all’aeroporto di Manchester aspettando il volo per Toronto, e trovai il tempo per riflettere su quegli ultimi sei mesi, per me densi di eventi. A Natale 1998 un mio amico mi regalò un video del “Systema” di Vladimir Vasiliev, e mi chiese che opinione ne avessi. Io risposi che non potevo commentare solo da un video, almeno fino a che non avessi provato di persona, e infatti alla lezione del giorno dopo provai un po’ di tecniche viste nel video, e mi accorsi che funzionavano. Dopo qualche chiamata telefonica mi procurai altri video, e il 20 di febbraio divenni la prima persona della mia nazione ad essere in rapporti con la scuola di Vladimir. E così, fu con eccitazione mista a paura che mi resi conto di essere il primo inglese a recarsi lì per allenarsi nell’arte marziale russa chiamata il “Systema”.
Vladimir Vasiliev ha frequentato l’Istituto Militare di Mosca, e ha trascorso dieci anni di servizio nelle le forze speciali, gli Spetsnaz. E’ un ex istruttore di unità di paracadutisti, unità speciali di polizia e guardie del corpo di alto livello. Lo stile russo di combattimento risale al X secolo. Durante la propria esistenza, la Russia si è trovata a dover respingere invasori provenienti da ogni direzione. Questi attaccavano con i propri stili e armamento, le battaglie avevano luogo su diversi terreni, durante inverni gelidi e d estati soffocanti, con i russi a volte in inferiorità numerica. Come conseguenza, i guerrieri russi acquisirono uno stile di combattimento che combinava un forte spirito con delle tattiche intelligenti e versatili. Pratico e letale contro ogni tipo di nemico, in ogni circostanza. Questo stile è naturale e libero, non ha regole fisse, strutture rigide o limitazioni (tranne per ciò che riguarda la morale). Tutte le tattiche si basano sulle reazioni istintive, punti di forza e debolezza individuali ed è specificatamente concepito per permettere un veloce apprendimento.
Dopo la presa del potere da parte dei Comunisti nel 1917, tutte le tradizioni nazionali vennero soppresse. Chi avesse continuato a praticare il vecchio stile di lotta sarebbe stato severamente punito. Al contempo, le autorità si resero conto del valore di questo stile di lotta, e ne riservarono l’addestramento solo alle migliori unità delle forze armate, gli Spetsnaz. Con questo nome, abbreviazione di “Voiska Spetsialnogo Naznacheniya”, vengono indicate le forze speciali. All’interno delle forze armate, vi sono infatti alcune unità che vengono attivate solo per missioni ad alto rischio. I componenti di queste unità venivano duramente addestrati nei tre livelli di abilità umane: fisiche, intellettive e psicologiche. Per via dell’esperienza maturata sul campo, fra operazioni militari segrete e servizi di scorta ad alti livelli nelle quali essi si trovavano sempre a dover testare le proprie capacità, questi operativi divenivano dei veri maestri del vecchio sistema di combattimento russo.
Quello che risalta del Systema è l’ultra veloce curva di apprendimento, l’incredibile semplicità delle tecniche, la completa libertà di movimento, l’enfasi sull’attacco continuo e sull’economia di movimento. Movimenti imprevedibili vengono usati contro uno o più aggressori, in ogni ambiente. La parte migliore è che si è in grado di integrare tutto questo nel proprio modo di combattere, e usarne perfino i fluidi movimenti circolari che lo fanno rassomigliare al Ju Jitsu, all’Aikido e altre arti.
Quando si arriva alla difesa da armi, il Systema è un mondo a parte, è semplicemente la miglior difesa da coltello che io abbia mai visto in 23 anni di arti marziali, e ho studiato Ninjitsu, Ju Jitsu e Jeet Kune Do. Ho anche visto lo stile filippino di coltello, ma questo li batte tutti. Quando si arriva a lavorare con più aggressori, non ho mai visto un’arte che si possa paragonare a questa. Nelle arti marziali giapponesi, molte persone si preparano su un sistema teorico e poi sperano per il meglio, ma nel Systema russo l’argomento viene toccato sul serio. Ho visto filmati di soldati Spetsnaz combattere fino a 24 persone alla volta. Il mio stesso modo di allenarmi è cambiato così tanto che di solito faccio sparring con tre persone alla volta, da quando sono tornato dalla scuola di Vladimir.
Vladimir Vasiliev è nativo di Tver’, 200 chilometri a nordest di Mosca. Aprì la sua palestra nel novembre del 1993, tre anni dopo essere arrivato in Canada. A lui e sua moglie Valerie, fisioterapista, ci vollero solo sei mesi per recuperare l’investimento iniziale di 10000 dollari canadesi. Adesso la scuola sta incassando più di 5000 dollari al mese. La scuola si trova in un complesso industriale di Thornhill, Ontario. La prima cosa che notai dell’aeroporto di Toronto fu il caldo. Camminai in un muro di aria a 34 gradi, contro i 17 di fresco che lasciai a Manchester. Il primo shock culturale fu vedere un poliziotto armato nell’aeroporto, ma mi attendeva un’altra sopresa: l’aeroporto era climatizzato, e fuori mi attendeva un caldo ancora maggiore! Presi un taxi alle 11 ora locale, e mi diressi verso la scuola di Vladimir, a circa 10 miglia dall’aeroporto.
Quando arrivai alla scuola, era come me l’ero immaginata (l’avevo vista nei video). Salii le scale metalliche ed aprii una porta a vetri che recava la scritta “Arte Marziale Russa – Systema” in lettere bianche. Dentro, le mura erano bianche, c’era un semplice pavimento e degli specchi in fondo. C’era anche un bersaglio per il lancio dei coltelli e come uniche decorazioni una bandiera del Canada, una della Russia Zarista e una di quella Postcomunista. La palestra aveva uno spogliatoio, ma niente docce. C’era lezione. Vladimir si girò, e con un grande sorriso sulla faccia si avvicinò a me, pronto per darmi la mano. Mi disse “Grazie per essere venuto” e io “Grazie a te per avermi invitato”, ma lui insistè “No, grazie a te”. Dopo esserci stretti la mano, mi fece accomodare nella sala principale, dove c’era lezione. Mi sedetti a terra per assistere meglio.
La prima cosa di cui mi accorsi e che feci notare fu che i ragazzi che si allenavano erano belli grossi. Vasiliev commentò ridendo con un “Non importa”. C’erano parecchi ventilatori sul soffitto, e gli allievi sembravano apprezzarlo, dato che stavano sudando molto. Si scambiavano dei pugni e dei calci belli pesanti, era un allenamento serio. Pensai che sarebbero state due settimane molto intense e dolorose, e avevo ragione!
La lezione finì in uno strano modo: tutti si sedettero in circolo e commentarono quello che avevano fatto, quello che avevano imparato e come era stata impostata la lezione (quando tornai a casa, incorporai questa cosa nella mia scuola). Vladimir mi chiese se avessi avuto l’intenzione di allenarmi quella sera stessa. Io annuii. Lui sorrise, mi battè la spalla e disse “Bravo ragazzo”. Non mi sentivo molto bene, anzi, ero molto stanco per il viaggio e trenta ore di veglia, ma non avrei potuto certo rifiutare la proposta.
Seguii la mia prima lezione alle 19:30. Iniziò come tante altre, solo che alcuni esercizi di riscaldamento non mi erano per niente familiari. Nel Systema si usa un sacco di movimento delle spalle, al contrario delle arti marziali giapponesi. Il movimento è fluido, ondeggiante, circolare. Nelle arti giapponesi la schiena è tenuta dritta e le spalle non si muovono molto, ma nel Systema esse vengono usate per bloccare delle tecniche, in modo che le mani siano libere per proteggere zone come il basso ventre. Se i pugni sono diretti al volto, su può deviarli con le spalle e il petto.
Questa fu una delle cose più strane da imparare, per me che venivo dalle arti marziali giapponesi. Una delle prime cose che mi venne fatta notare fu che stavo “difendendo l’aria”. Nell’arte marziale russa, la maggior parte dei colpi viene bloccata o deviata molto vicino al corpo. In quelle giapponesi sono bloccate almeno a mezzo metro o più dal corpo, ed era a questo che Vladimir si riferiva con “difendere l’aria”. Disse che era meglio portare un avversario alla tua tecnica, piuttosto che applicare su di lui le tecniche. Il Systema è totalmente differente, dato che si basa sul movimento del corpo piuttosto che sulle tecniche. Disse anche che era per questo che ero andato lì, per apprendere come muovermi. Avevo già il mio fornitissimo bagaglio tecnico, ma una volta iniziato a muovermi come insegnatomi, iniziai a capire. Vladimir era sicuro che in due settimane avrei compreso tutto per bene.
Verso la fine della lezione, facemmo sparring. Il mio background è molto solido, ,i allenavo dalla fine degli anni 70 ed ero cintura nera di Shukokai, e avevo praticato Judo, Boxe, Jeet Kune Do, taiji e Aikido, quindi mi sentivo abbastanza in grado di affrontare uno come Vladimir. Dopotutto, aveva solo fatto Karate nei primi giorni del suo addestramento da Spetsnaz. Fu con estremo orrore che mi accorsi che dovevo ricorrere a tutto quello che sapevo fare solo per tenerlo a bada. Infatti, mi prese a calci in culo! Anche con i miei 23 anni di esperienza, mi colpiva a volontà. Non potevo evitare niente di quello che faceva.
Infatti, non avevo proprio idea di quello che faceva. Non ho mai visto dei movimenti tanto elusivi, anche conoscendo il Ninjitsu. Vladimir incarna l’elusione. Quando pensavo che mirasse alle gambe, andava alla testa. Quando difendevo la testa, mi colpiva al basso ventre. Appena capivo che gioco stava facendo, ne iniziava un altro e continuava a colpirmi. Tutto quello che facevo era inutile, erano decenni che non mi capitava nulla di simile. I miei allievi dicono che combattere con me è come entrare in una tagliola per orsi, ma quest’uomo era in grado di farsi largo fra i denti di acciaio e colpirmi come voleva. Fu un bene per me sapere che c’è sempre qualcuno più forte di te, in giro. Tutti i miei maestri mi hanno sempre detto “Abbi la mente di un bambino, in modo da apprendere sempre”. Non l’ho mai presa in maniera negativa. Anzi, lo presi invece come una sfida, e mi sentii contento e fortunato per aver visto che, anche dopo tanto tempo, si può sempre imparare qualcos’altro dagli altri.
L’altra lezione era di domenica pomeriggio, condotta da Randy, uno degli allievi di Vladimir. Randy ha visto combattenti di ogni parte del mondo, uomini che erano davvero dei maestri nelle loro arti venire a trovare Vladimir, e anche in quei casi lui si limitò a giocare con loro. Dopo venerdì avevo capito il perché. Lunedì ho avuto l’opportunità unica di allenarmi con un uomo chiamato Valeriy. Lo vidi già nel video sui coltelli, mentre li tirava da 5 o 10 metri nella “gola” di un bersaglio, e ora avevo la possibilità di fare sparring con lui!
Valeriy pesa circa 125 chili, ma si muove come il vento, di preferenza con piroette e avvitamenti. Era così veloce che riuscii solo a difendermi dai suoi colpi. Andammo avanti per 10 minuti, ed ero sempre meravigliato! Erano anni che non facevo uno sparring così. Poi mi dissero che era stato un campione di Ju Jitsu, e che il suo passato era così segreto che anche Vladimir glissa sull’argomento, tranne che proviene dalle forze speciali russe. Dopo essere sopravvissuto al suo massacro, Vladimir disse qualcosa in Russo a Valeriy, e questi rispose nella stessa lingua, prima di aggiungere un “Perfetto”. Poi Vladimir mi spiegò che aveva chiesto a Valeriy se fossi bravo, e che lui rispose di si. Fu uno dei migliori momenti della mia vita.
Iniziammo a lavorare con il coltello, e quello che successe dopo fu sbalorditivo. Ho imparato alcune delle tecniche più cattive e terribili che io abbia mai studiato in vita mia. Valeriy era contento del fatto che imparavo presto. Alcune delle tecniche erano davvero orribili, come tagli al polso, stoccate al gomito, colpi alla gola e dei movimenti che ti avrebbero aperto come un animale al macello. Quando pensi che queste cose vengono usate dagli Spetsnaz in combattimento, la realtà è facile da capire: sei lì per fare a pezzi qualcuno. Valeriy mi mostrò anche le contro difese e i contrattacchi, cose per me molto interessanti specialmente come insegnante.
Vasiliev afferma che nel Systema non si distingue fra parate, colpi e prese, poiché ogni movimento ha in realtà molte funzioni. I praticanti dimostrano una incredibile mobilità durante gli esercizi di lotta, ottenuta tramite lo sfruttamento del principio del “baricentro volante”, secondo il quale il corpo del combattente “galleggia” su e giù e in diagonale, mentre le spalle e il bacino ruotano sul loro asse per schivare e colpire. Il footwork del Systema è “scivolato”, come quando si va in skateboard, e la potenza dei colpi parte dalle anche.
I pugni del Systema seguono in genere traiettorie ellittiche. Quando il pugno parte il braccio è rilassato, ma viene teso gradualmente mano a mano che il pugno si avvicina al bersaglio. Dopo aver colpito, il braccio viene ritirato e rilassato di nuovo. Il risultato è un colpo veloce come una frusta ma molto più pesante nell’impatto. Questo tipo di movimento può essere usato per dare dei piccoli e veloci pugni chiamati “tikhok” (forse dall’avverbio russo tikho, “calmo, piano”), gomitate di lato dette “podkhliest” (da podkhliestnut’, “dare una frustata”), schiaffi al volto chiamati opleucha ( “ceffoni”), colpi che intrappolano gli arti con la parte interna delle braccia (oplet, dal verbo “oplestì”, “intrecciare”) o gomitate date con tutto l’avambraccio (obouch, all’incirca “colpo con l’accetta”). Altre tecniche di mano del Systema includono un veloce e discreto pugno al volto chiamato gichok ( forse da “gikh”, “urlo, strillo”). Per via della sua enfasi sulla sopravvivenza, il Systema include pochi calci diretti più in alto della cintura. Vasiliev afferma che i calci bassi richiedono meno energia, tempo e elasticità per essere eseguiti, e non lasciano in equilibrio instabile e vulnerabili quando si “entra o esce” dalla tecnica.
Penso che in quelle due settimane mi scorticai gambe, braccia, ginocchia e petto più di quanto non abbia mai fatto in vita mia. Una cosa interessantissima del Systema è l’uso di quello che i giapponesi chiamano “ukemi”, o ricevere le tecniche. Un’altra cosa che mi colpì per prima fu che il Systema possiede un modo di difendersi assorbendo i colpi, tenendo il corpo molto fluido. Insegni ad ogni parte del corpo a difendersi, poiché ogni parte del corpo si “libera” dalla paura di essere colpita. E’ la difesa più naturale del mondo, poiché se hai paura di venire colpito, muovi quella parte del corpo in pericolo. Nella seconda settimana avevo meno graffi, per via della mia accresciuta abilità di fluire “con le tecniche” in un modo che non ho mai usato prima. Nelle arti giapponesi impari ad evitare i colpi con il footwork, ma quello del Systema è davvero economizzato. Se ci pensi, a volte non puoi spostarti più di tanto, quando sei al muro o in un angolo. Quindi devi imparare a muovere il corpo, e questo, cioè assorbire i colpi, diventa parte dell’addestramento.
Appena le due settimane furono passate, passai l’ultima notte a casa di Vladimir, godendomi un bagno caldo, e lo feci con piacere visto che non mi ero mai sentito così acciaccato, ma in compenso avevo ricevuto in incredibile addestramento. La moglie di Vladimir, Valerie, fece in modo che fossi ben “accudito”, e gli altri allievi erano sia preparati che amichevoli, e il mio grazie va a tutti loro. I canadesi sono davvero ospitali, la mia permanenza è stata deliziosa, a parte il dolore dell’addestramento, ovviamente! Vladimir è una persona umile, amichevole, simpatica, con una certa personalità particolare, in netto contrasto con l’immagine di assassino delle forze speciali che uno si può immaginare. Lo ringrazio di tutto cuore per la pazienza, il tempo dedicatomi, la sua generosità e amicizia. Non vedo l’ora di allenarmi di nuovo con lui.
Ed aveva assolutamente ragione, infatti tornai in Inghilterra due volte più bravo di prima. I miei allievi da tre o quattro anni notarono subito il cambiamento. Il mio assistente istruttore conosceva ormai tutte le mie mosse, riusciva a prevedere tutto quello che facevo, ma appena feci sparring con lui, quello che gli accadde fu la brutta copia di quello che capitò a me in Canada. Semplicemente, non riusciva a fermarmi, lo colpivo quando volevo e lui non capiva niente di quello che facevo. Ora, dopo un mese di addestramento con me, gli sta accadendo la stessa cosa. Il “Systema” è un’arte incredibile che vorrei raccomandare a qualsiasi marzialista in Inghilterra. Ora sono ufficialmente il primo istruttore in questa nazione, e vorrei invitare chiunque voglia praticarla a contattarmi al seguente numero o indirizzo.
Trevor Robinson
Tel: 01229 430 529
Address: 53 Longway
Barrow in Furness
Cumbria
LA13ODP
Uno delle cose più singolari del Systema è l’uso dell’energia psichica, un argomento affascinante che merita di essere davvero approfondito, cosa che intendo fare sul prossimo articolo che scriverò per “Combat”.
Link all’articolo originale:
http://www.russianmartialart.com/main.php?page=m_thesystema
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I BOGATYRI
Possenti indomiti cavalieri alla corte di Kiev
(http://bifrost.it/SLAVI/Immagini/Vasnecov-Bogatyri.JPG)
IL GRAN PRINCIPE DI KIEV E I SUOI CAVALIERI
anto tempo fa, o fratelli, prima che Mamaj arrivasse dall'oriente per portare pianto e afflizione sull'umida terra di Rus', la grande e splendente città di Kiev era la madre di tutte le città russe. Allora regnava sulla Santa Rus' il gran principe Vladimir, detto «Piccolo Sole». La Rus' era al sicuro, a quel tempo, e nulla potevano i peceneghi e i cumani e i tatari e tutti i feroci neri popoli della steppa, e nemmeno i giganti e le streghe e le creature pagane, perché il gran principe Vladimir si circondava di una schiera di valenti cavalieri, i bogatyri, i quali proteggevano validamente il territorio e le frontiere da tutti i nemici.
I nomi dei bogatyri sono ricordati nelle starine: Čurila Plenkovič, Djuk Stepanovič, Suchman, Mikhajl Potyk, Samson Kolyvanovič, Godenko Bludovič, Vasilij Kasimirovič, Dunaj Ivanovič, ma la fama di tutti è superata dai tre che furono i più grandi e famosi:
Il'ja Ivanovič della grande città di Murom.
Dobrynja Nikitič della grande città di Rjazan'.
Alëša Popovič della grande città di Rostov.
E questa è la loro storia.
SVJATOGOR
In russo Svjatogor vuol dire «Monte santo» con riferimento forse ai monti dove l'eroe dimorava, che potrebbero essere gli Svjatye Gory che si ergono non lontano da Pškov. Svjatogor è un eroe dai tratti arcaici, sopravvissuto in qualche modo nelle byliny del ciclo di Kiev.
aestoso titano di un tempo antico, ai tempi del gran principe Vladimir il vecchio Svjatogor si muoveva ancora per i confini della Santa Rus', nonostante la fede ortodossa fosse ormai giunta dalla Grecia e gli antichi dèi pagani non avessero più il potere di un tempo. Relitto di un tempo scomparso, Svjatogor guidava il suo cavallo per l'aperta ampia steppa. Così gigantesca era la sua corporatura che era costretto addirittura camminare sulle cime dei monti per evitare che la terra sprofondasse sotto il suo stesso peso.
Ma nonostante il suo tempo fosse ormai trascorso, Svjatogor ancora traboccava di orgoglio per la propria potenza, che sentiva diffondersi per le membra e i tendini come argento vivo. — Se la terra avesse un anello, — si vantava, — potrei rovesciarla su un fianco!
Mentre così andava per l'aperta ampia steppa, vide al suolo abbandonata la piccola bisaccia perduta da un pellegrino. La toccò con la punta della lancia ma non gli riuscì a spostarla. Allora si chinò dal cavallo per afferrarla, ma la bisaccia non si staccò da terra.
— Molti anni ho viaggiato per il mondo ma non ho mai trovato un simile portento — disse Svjatogor. — Una piccola bisaccia che non si muove dal posto dove si trova!
Allora Svjatogor scese maestosamente da cavallo, si chinò e afferrò la bisaccia con entrambe le mani e tirò con tutte le sue forze. La bisaccia si sollevò fino all'altezza dei suoi ginocchi... ma fino ai ginocchi era sprofondato Svjatogor nella nera terra. Sul pallido viso del gigante non scorsero lacrime, ma sangue. Lì Svjatogor s'incastrò, l'orgoglioso titano dei tempi andati, e, dicono alcuni, dovette restarvi finché giunse la sua morte.
estratto dal sito Bifrost....
vedi : http://bifrost.it/Sintesi/Bogatyri.html
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(http://www.russianmartialart-va.com/rsg.JPG)
Sabato 18 Dicembre CAMPOGALLIANO (MO)
- Palestra HEALTH CLUB 1 -
Via Barchetta 21
Campogalliano (Modena)
Stage aperto a tutti
SYSTEMA RUSSIAN MARTIAL ART
Istruttore Luca Chiarato
SYSTEMA TRAINING GROUP PADOVA
Dalle ore 10 ALLE ORE 13
Info Contatti (prenotazione obbligatoria):
Manuel Casado
Tel. 335 428292
mail: elhispanico@virgilio.it
Antonio
Tel. 348 0140427
mail: antonio.cancian@gmail.com
vedi:
http://www.systematraininggrouppadova.it/index.php?option=com_content&view=article&id=67:stage-campogalliano&catid=36:eventinazionali&Itemid=64&lang=it (http://www.systematraininggrouppadova.it/index.php?option=com_content&view=article&id=67:stage-campogalliano&catid=36:eventinazionali&Itemid=64&lang=it)
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Il mio incarico speciale
Articolo del Dr. Brett Jacques tratto da GRAPPLING ARTS INTERNATIONAL MAGAZINE di Novembre/Dicembre 1999
Quando l’incarico mi arrivò sulla scrivania, strabuzzai gli occhi. Credevo sarebbe stato un incarico difficile. Il mio editore mi dà sempre compiti difficili. Usa dire che se è facile non è bello. Mi accorsi che qualcosa non andava appena vidi che quella busta di un anonimo colore gialle portava un timbro, G.A.I.N. Top Secret.
La aprii e lessi questo profilo:
G.A.I.N. TOP SECRET
Soggetto: Vladimir Vasiliev detto “Il Serpente”
Età: 40
Luogo di nascita: Tver’, Russia
Altezza. 1, 83 m
Peso: 81,82 kg
Trascorsi operativi: dato coperto da segreto
Stato civile: sposato con tre figli
Residenza: Richmond Hill, Ontario, Canada
Occupazione: Istruttore di arti marziali
Esperienza di pratica marziale:
Boxe: 5 anni
Karate: 1 anno
Combattimento corpo a corpo militare (Systema): dato coperto da segreto.
Altri metodi:
Metodo insegnato da Mihail Rjabko: più di 20 anni
Metodo insegnato da “Zio Piotr”: più di 5 anni
Hobbies: Gadget elettronici, leggere libri di storia
Musica preferita: i Beatles
Film preferito: Fuga di Mezzanotte
Cibo preferito: semi di girasole arrosto
Bevanda preferita: birra Heineken
Avevamo già qualcosa su quest’uomo, ma l’editore voleva di più. Il telefono squillò e io risposi. Era lui.
“Che diavolo stai facendo ancora qui?”
“Eh?”
“Porta le chiappe a Toronto e scoprimi tutto quello che c’è da sapere su questo tipo. Mettilo alla prova. Prendilo a pugni, afferralo, fai qualsiasi cosa necessaria a vedere se non è un ciarlatano. Non facevi anche tu una cosa russa? Forse per questo quello lì collaborerà con te meglio di chiunque altro. Allora, perché stai ancora al telefono? Muoviti!”
Con il telefono appena chiuso in faccia pensai “ottimo, Toronto in gennaio. Perché non mi ha spedito in Brasile a intervistare Sperry?”. Arrivai quando la neve iniziava a cadere. Andai a casa sua, dove lui e sua moglie Valerie mi accolsero a braccia aperte e calorosità di cuore. Arrivai quasi a mezzogiorno, e per le successive quattro ore gustammo la cucina russa, parlammo e guardammo dei video. Per chi di voi non conosce l’ospitalità russa, vi consiglio l’esperienza, non rimarrete delusi. Prima del mio viaggio, mi ero documentato su quest’uomo da tutte le fonti che conoscevo. Mi ero procurato anche tutti i suoi video. Per via di queste informazioni, commisi l’errore che un buon reporter non dovrebbe mai fare: iniziare un intervista con un pregiudizio negativo. Ma diamine, da quello che avevo saputo questo tipo avrebbe potuto stracciare Bruce Lee, Quaichang Kane, Giacobbe e l’Arcangelo, e pure Godzilla. Unità segrete qui, tecniche segrete là…
I video, beh… sembravano finti. I suoi colleghi di allenamento sembravano tuffarsi a terra apposta.
Così, dopo aver parlato con il Super Guerriero dei Corpi Speciali per quattro ore, lo trovai una delle persone più autentiche che io abbia mai incontrato. La sua conoscenza degli argomenti correlati alle arti marziali era immensa, a volte rimanevo senza respirare o battere ciglio. Analizzammo dei video di altri istruttori russi e americani (fra cui anche il mio). Scoprii che era davvero appassionato dello studio del movimento e della sua applicazione reale. Non era interessato negli sport da combattimento, ma solo a quello che funziona per strada e sul campo di battaglia. Pensai che questo era eccellente. Sapeva di cosa parlava, ma cosa era in grado di fare, realmente? Lo avrei scoperto subito. Era ora della lezione.
Iniziammo con parecchi esercizi di riscaldamento strani che culminarono in una spintonata tutti contro tutti. Io scelsi Vladimir come mio avversario preferito. Questo tipo smilzo era forte. Rimasi sorpreso dalla sua forza, era oltre quello che immaginavo. Poi, spiegò i principi del movimento e fece una dimostrazione di quello che avrebbero dovuto fare i suoi allievi. Quindi venne da me, e rimanemmo un po’ isolati dagli altri. Gli dissi, prima di iniziare, che avevo visto i suoi video, e quelle cose mi sembravano finte. Gli spiegai che avevo l’impressione che non fosse roba fattibile per strada. Sorrise benevolmente (oppure fece un ghigno malefico, non lo so) e disse “Proviamo. Tu vai di pugni, calci, quello che vuoi, e io mi muovo”. Lanciai tutta una serie di calci e pugni. Anche se non ce la mettevo tutta, non ne avrei avuto bisogno comunque. Questo tizio era fenomenale. Mi colpiva dagli angoli più strani e imprevedibili. Ogni colpo non fu da KO, ma aveva degli strani effetti che non potevo e non posso ancora spiegare. Potevo andargli addosso e magari atterrarlo, ma il dolore che mi aveva fatto provare me la faceva sembrare una opzione sconsigliabile. Era incredibile nello schivare. Tutto considerato, posso dire che è bravo per davvero. Continuammo con del lavoro sulle difese da coltello, punti di pressione, principi di protezione personale e, soprattutto, rilassamento. L’abilità di reagire stando rilassati è importantissima, nel metodo insegnato da Vladimir.
Per me si trattò di una esperienza fenomenale, che diventava sempre più illuminante mano a mano che la lezione si svolgeva. Come descrivere questo metodo? In base al mio background, dovrei dire che si tratta di Silat Ubriaco o Ba Gua Brillo o forse Aikido Sbronzo. Diamine, davvero f***utamente straordinario. Tuttavia, un sistema è buono solo se poi lo puoi insegnare a qualcun altro. Si può imparare? Se si, quanto ci si mette per diventare bravi? Ad alcune di queste domande mi hanno risposto due dei suoi allievi, che frequentano da circa due anni. Questi ragazzi erano fluidi, veloci, ma non erano dei cloni di Vladimir. Essi hanno fato in modo che il metodo funzionasse per loro. Questa esperienza di allenamento provocò delle scosse sismiche nella mia mentalità marziale. Varrebbe la pena per chiunque faresi una vacanza dalle parti di Toronto (in qualsiasi periodo dell’anno) per allenarsi da Vladimir.
GAIN: Quale è stata la tua prima arte marziale, e quanti anni avevi?
VV: Iniziai con la boxe, a 13 anni.
GAIN: E poi cosa praticasti?
VV: Lo stile di combattimento corpo a corpo insegnatomi nell’esercito, conosciuto come “Il Sistema”, un termine che indica una serie di tecniche basate principalmente su strategie e tattiche. A venti anni, iniziai Karate e dopo sei mesi di pratica, feci secondo posto in un Kumite pan-russo, categoria 70 kg. Era un torneo a contatto leggero, ma alla fine sembrava che chi perse avesse avuto bisogno del medico.
GAIN: Quale aspetto del Karate ti piaceva?
VV: Quello delle gare, nelle quali potevi far vedere cosa sapevi fare.
GAIN: Quando iniziasti ad addestrarti con Mihail Rjabko?
VV: Iniziai quando avevo 20 anni. Io e un mio amico lo andammo a vedere perché si diceva che fosse molto bravo. Lo attaccammo all’unisono. Io calciai e il mio amico colpì di pugno, e cademmo entrambi a terra. Così, iniziai ad allenarmi con lui. Ma continuai lo stesso a praticare Karate, fino a quando mi trovai in uno scontro per strada e mi feci male il ginocchio. Allora mi resi conto che l’addestramento del Karate non mi aveva insegnato a continuare a combattere anche se fossi stato colpito. I movimenti che imparavo da Mihail invece mi permettevano di farlo. Mi fermai col Karate, ma mi piace ancora dare calci. Per impressionare la mia futura moglie e sua madre, feci un giochetto di abilità. Mentre Valerie teneva una scatola di fiammiferi verso di me io tirai un calcio saltato ruotato tenendo un fiammifero tra le dita del piede, accendendolo sulla minerva. Ero anche bravo a tirare le cose, e le impressionai anche tirando delle lamette da barba nel legno, piantandole in profondità.
GAIN: Dimmi qualcosa in più su Mihail Rjabko.
VV: Venne addestrato da uno delle guardie del corpo di Stalin quando era nell’esercito. Iniziò davvero molto giovane. E’ una brava persona, e io ho imparato molto da lui. Vado ancora da lui in Russia per allenarmi, ogni volta che posso.
GAIN: Hai avuto altri istruttori?
VV: Uno, che chiamavo “Zio Piotr”. Lo incontrai per strada, e iniziammo a parlare. Quindi, iniziammo ad allenarci insieme. Aveva una settantina d’anni, ma era davvero forte. Zio Piotr diceva che il suo sistema derivava dall’aver avuto a che fare con i Samurai. Era basato su reazioni istantanee, lasciando all’avversario solo la prima mossa. Era davvero spaventoso lavorare con lui, era davvero brutale. Mi insegnò a riconoscere subito i punti deboli dell’avversario istintivamente, a pelle. Mi disse che molto tempo fa la gente era più rilassata e più sveglia. Questo permetteva di scoprire debolezze e infortuni negli altri sensitivamente. Mi insegnò a guarire tramite il trasferimento di energia. Mi allenai con lui per cinque anni.
GAIN: Quali sono le tue tecniche preferite?
VV: In realtà uso movimenti, non tecniche. In Russia, gli scontri da strada sono roba normale; la gente è subito pronta a partire. E’ normale per la nostra cultura. Succede nei ristoranti, nei bar, dovunque. Ogni volta che mi sono travato a combattere, è stato così rapido che poi guardavo la gente a terra e non mi ricordavo neanche cosa avessi fatto precisamente.
GAIN: Quali sono i punti di forza in quello che insegni?
VV: Permette la crescita in orizzontale (qualità umane) e in verticale (livelli di abilità). Rende meno aggressivi perché rende più rilassati e contenti. Permette di vedere le cose, e non solo guardarle.
GAIN: E i punti deboli?
VV: Ci sono in ogni sistema, ma ancora di più nel singolo praticante. Mi piace insegnare a brave persone, a gente di cuore.
GAIN: Una delle citazioni più interessanti del tuo ”Russian System Guidebook” dice “Dieci feriti sono meglio di un morto”. Ce lo spieghi?
VV: Un essere umano è facile da danneggiare quando sai come farlo. Ma il Systema promuove un buon carattere morale e il rispetto per la vita umana. Se puoi portare a termine il tuo compito senza prendere delle vite, è una cosa buona.
GAIN: Il tuo metodo si basa più sui principi e movimenti che sul sistema tradizionale fondato sulle tecniche. Spiegacelo.
VV: I principi ti permettono di improvvisare e adattarti. Imparare a muoversi serve alla stessa cosa. Quando inizia uno scontro, esso è sempre imprevedibile, e devi essere in grado di reagire, essere flessibile, adattarti. Questo si costruisce sui tuoi riflessi naturali. E’ anche importante muovere solo la parte del corpo che serve. Questo permette di colpire da ogni direzione.
GAIN: Che tipo di approccio usi nelle tue lezioni?
VV: Per prima cosa, la lezione deve essere divertente. C’è tanto lavoro da fare, ma deve essere piacevole. Usiamo la progressione, negli allenamenti. Con questo intendo che usiamo armi di legno e colpi leggeri, e piano piano passiamo ad usare lame vere e colpire sul serio. Facciamo anche del lavoro da bendati. Alla fine della lezione, discutiamo su quello che abbiamo fatto, anche per aiutarci a capire meglio. Crediamo nell’addestramento a contatto come aiuto a sviluppare le reazioni, la padronanza di movimento e il rilassamento. Quest’ultimo è importante perché la rigidità impedisce il movimento.
GAIN: C’è una base filosofica nel tuo sistema?
VV: La filosofia è molto importante. Una breve introduzione è presente nel mio manuale. La filosofia serve infatti come guida, come concetti di cui tener conto. Ci sono dieci importanti principi che aiutano nello studio del Systema russo.
Armonizza la tua vita.
Non essere aggressivo.
Pensa continuamente.
Non affidarti alle regole.
Capisci che non è l’arma ad essere pericolosa, ma chi la impugna.
Accetta che esistano la sconfitta e la rabbia.
Allontanati senza interrompere il contatto.
Non preoccuparti di come appari.
Fai tutto con attenzione e naturalezza.
Cerca sempre di risparmiare energie in quello che fai.
GAIN: Sono dei principi validi. Nella tua guida parli del sistema salutistico russo. Su quali concetti si basa?
VV: Ne imparai i primi principi quando ero nell’esercito. Lì, non venimmo addestrati ad essere delle macchine, ma a svilupparci da soli. Ci vennero insegnate le basi di molte cose che poi approfondimmo per conto nostro. La stessa cosa vale per il sistema salutistico russo. Usiamo idroterapia, digiuno, alimentazione istintiva, movimento e respirazione corretta.
GAIN: Segui una dieta speciale?
VV: Mangio “ad istinto”, e faccio circa 40 ore di digiuno una volta a settimana. Questo mi aiuta a lavorare meglio.
GAIN: Segui una routine speciale di esercizi?
VV: Anche qui è l’istinto a dirmi cosa devo fare, ma ho lezione ogni giorno, quindi già questo mi dà un’ampia base di esercizi.
GAIN: Cambiamo un pò argomento. Cosa pensi degli incontri cosiddetti “Senza Regole”?
VV: Che ne hanno un po’ troppe, per chiamarsi così. Hanno permesso alle arti marziali di andare avanti, ma favoriscono i tipi grossi. Questi sono i primi a venire colpiti dai proiettili in combattimento, perché non si muovono così bene, e oltretutto sono dei bersagli grossi. Sono i tipi più piccoli a sopravvivere in questi scontri.
GAIN: C’è del grappling in quello che insegni?
VV: Non facciamo Sambo. Ci focalizziamo sul movimento e non sulle tecniche. I nostri atterramenti provocano delle cadute scomposte, e quindi già a grande rischio di fare male solo impattando col suolo. Non lo pratichiamo molto, e lo stesso vale per la lotta a terra. Noi usiamo prima di tutto muoverci attraverso gli arti dell’avversario piuttosto che stringerli e metterli in leva. Insegno delle leve e delle prese, ma principalmente a poliziotti e bodyguards.
GAIN: Cosa riserva il futuro per Vladimir Vasiliev?
VV: Produrrò dei video di altri istruttori russi. Viaggerò in America e in Europa per tenere dei seminari.
Basandosi sul mio resoconto dell’allenamento con Vladimir, una organizzazione locale di Kung Fu organizzò un seminario di due giorni. Bene, vi parteciparono più di 100 persone da otto stati diversi. C’erano anche alcuni allievi di vecchia data di Vladimir. La quantità di informazioni data in quei due giorni avrebbe potuto essere spalmata in due settimane. Diedi a Vladimir un canovaccio di quello che la gente voleva vedere, e lui fece questo e altro. Facemmo del lavoro sui punti di pressione, strategie offensive, disarmi da coltello e pistola, cadute che erano delle vere e proprie capriole, principi sui colpi a mano aperta e altri che ne permisero l’inclusione anche nello stile di Kung Fu che i presenti stavano già praticando. Dopo la prima sera, avevamo organizzato un piccolo banchetto con Vladimir e gli organizzatori principali del seminario. Mangiammo e bevemmo russo, raccontando aneddoti fino a tardi. Il giorno dopo andò tutto bene, senza fastidiosi dopo sbornie. Alla fine del week end, ognuno era contento. Molti praticanti di stili tradizionali ebbero un brusco cambiamento nei propri paradigmi marziali. Vorrei anzi dire che molti dei partecipanti non avrebbero mai più praticato nello stesso modo di prima.
Bene, è tutto qui lo scoop su Vladimir Vasiliev, un marzialista di talento e una persona davvero autentica. Raccomando vivamente i suoi stage e i suoi video. L’insegnare uno dei sistemi marziali più originali ed efficaci, lo rende uno dei migliori istruttori del nord America.
Link all’articolo originale:
http://www.russianmartialart.com/main.php?page=m_specialassignment
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Vladimir Vasiliev: La mente guerriera russa sta per colpire l’Inghilterra.
Articolo di Trevor Robinson tratto da COMBAT del marzo 2000
I due guerrieri si fronteggiarono sul campo di battaglia, spada in pugno, mortalmente tetri, per un lungo e intenso attimo. Nelle loro vene sangue, paura e adrenalina; il loro unico suono, un respiro pesante.
Un istante dopo, il primo guerriero attacca con la sua grande spada, descrivendo un arco diretto verso la testa del suo nemico. Lo vedo pensare, nell’assalto, di essere a un passo dalla vittoria. Il secondo guerriero alza la mano e la muove alla sua sinistra, con un gesto fluido e misurato. Con un misto di sorpresa e incredulità il primo guerriero fende l’aria, e nello stesso istante il secondo fende il suo corpo. Giacendo a terra, egli muore con un unico pensiero: cosa ho sbagliato?
Il guerriero ancora in vita conosce bene la risposta a quella domanda. Egli è un maestro del “Systema”, e quella sua immensa abilità nell’uso dell’energia psichica, lo stato più alto della tecnica marziale, sarebbe stata accuratamente tramandata nei secoli a venire.
Un viaggio marziale
Prima che io parli di Energia Psichica, devo chiarire un pò di cose, dato che si tratta di un argomento “provocatorio” e poco conosciuto. Sebbene sia vasto e complicato, cercherò di presentarlo in maniera semplice.
Le arti marziali e le condotte di vita religiose sono sempre andate a braccetto, le arti cinesi con il Taoismo e il Buddismo, quelle giapponesi con lo Zen, lo Shintoismo e le varie scuole buddiste; anche Templari e i Crociati come i Thug dell’India erano parte di un ordine religioso.
Storicamente, il “vero guerriero” ha sempre lavorato sul proprio corpo, mente e spirito e c’è sempre stata un Via, un Sentiero verso l’Illuminazione. Lavorando così, ogni artista marziale ha modo di perfezionarsi, espandere liberamente la propria coscienza delle cose della propria vita. E perfezionando sé stesso, perfezionerà così anche la propria tecnica.
Sul sentiero del Systema, il marzialista impara che la tecnica deve essere una reazione naturale e non una risposta insegnata dall’esterno (attraverso kata, ripetizioni.. ecc), e così, temprando l’aspetto psicologico (la mente) e intuitivo (lo spirito), è in grado di padroneggiare la tecnica (e viceversa).
Chiunque si addestri a lungo e seriamente riuscirà ad andare oltre la tecnica, fino al livello dei principi, cioè il “come funzionano” le tecniche.
Quando si acquisiscono i circa 30 principi del Systema, non ci sono più tecniche, ma solo movimenti e reazioni naturali che aiutano il corpo a “pensare”, e che quindi si traducono nella giusta risposta alla situazione di pericolo. A questo punto, è di grande utilità praticare un arte marziale basata sulla biomeccanica umana, e non quella animale. Dopotutto, un coniglio non cerca mica di muoversi come un lupo, no?
A questo livello, la mente e il corpo sono libere dalle tecniche (quando pensate, cioè state in uno stato di attività più o meno introspettivo, con la mente in un altro luogo e tempo). Libera dalla tecnica, la mente è presente nel “qui e ora”, e il corpo reagisce spontaneamente con l’avversario a livello fisico, psicologico e psichico. Il Systema russo afferma che solo le reazioni naturali costituiscono una buona difesa. Questo è particolarmente vero quando ci si batte con più avversari.
Man a mano che il marzialista si avvicina alla sfera spirituale, le differenze fra chi si scontra svaniscono, e il combattimento diventa ai suoi occhi un semplice rapporto di energie in movimento.
Chi si difende non ferma il movimento dell’attacco, ma lo lascia continuare in una nuova direzione, anzi dandogli altra forza. Così, chi attacca fornisce a chi si difende lo strumento per farlo. L’aggressore viene sconfitto con il proprio gesto. Chi si difende “ruba” l’impeto all’attacco, facendolo diventare inefficace.
Per fare ciò, bisogna sempre “assecondare” il movimento dell’attacco. Come detto prima, bisogna quindi essere sempre in un rapporto interattivo, e questo significa che anche chi ha attaccato, allo stesso modo, reagirà alla difesa appena fatta! Prendete nota: è necessario stare sempre in rapporto di movimento con l’avversario per accorgersene. Infatti noi siamo sempre in relazione con il nostro ambiente. Se non lo si tiene a mente, se ne possono anche pagare le conseguenze. Chi attacca deve continuare a credere di stare prevalendo fino al momento della sconfitta (altrimenti cambierà movimento). Per ottenere questo, è importante che chi si difende sia nello stato di coscienza adatto, privo di introspezione. Solo allora capirà che non è importante fare ciò che si pensa funzioni per difendersi, ma fare quello che è richiesto dall’attacco “qui e ora”.
Così, i movimenti di chi si difende (tecniche) saranno le reazioni dirette ai movimenti dell’attacco, e non la sua idea di cosa farà l’avversario. Questo principio si applica anche al contrario, cioè quando poi siamo noi ad attaccare!
A questo punto si sta lavorando con i concetti di tempo, spazio ed energia. Non c’è più niente che rassomigli a un conflitto. Si è in gado di ingaggiare lo scontro e controllare l’avversario da una “zona sicura”, e i suoi movimenti non saranno altro che degli influssi di energia.
Ovviamente, si può esplorare questo livello liberamente dagli altri, si può arrivare a praticare anche molto bene l’uso dell’Energia Psichica anche prima di imparare a combattere fisicamente, ma sarebbe di poca o nulla utilità pratica senza avere compreso anche tutto il resto. Ora, parlerò di questo livello superiore.
Energia psichica
I pensieri sono cose. Dove va il pensiero, lì va l’energia.
I concetti di Ki (giapponese), Chi o Qi (cinese), Prana (indiano) e tutti i suoi altri nomi è così radicato nel tessuto delle culture del mondo, che solo i più miopi fra gli individui ne possono negare l’esistenza. Per loro, le conseguenze psicologiche del crollo di ciò in cui credono sarebbero troppo immense. Significherebbe infatti che il corpo non termina alla pelle, con tutto ciò che ne consegue, e ci sono molte persone che non contestano tale osservazione.
Significherebbe inoltre che l’aura umana, il mesmerismo, l’imposizione delle mani e la magia che fa uso consapevole di quest’energia (stregoneria) sarebbero cose vere, ed è un po’ troppo per chi vive nel nostro mondo permeato dalla tecnologia. Allora: se quest’energia esiste, che cos’è in realtà?
Attraverso il nostro addestramento nelle arti marziali, iniziamo a fare più attenzione ad aspetti dell’esperienza che forse prima non avevamo neanche notato. Iniziamo ad accorgerci e dare più peso a cose come incontrare qualcuno per la prima volta, e trovarlo simpatico o antipatico prima ancora di saperne qualcosa di più. Ci piacciono le vibrazioni di chi ci circonda, possiamo accorgerci che qualcuno ci osserva, e quando guardiamo a nostra volta (cos’è che vi fa guardare a vostra volta?) ci accorgiamo di “leggerne” lo stato d’animo, o che sta per succedere qualcosa oppure il telefono squilla e sappiamo già chi è dall’altra parte. Se riusciamo a permetterci di sviluppare questa capacità, iniziamo a vedere il mondo in maniera diversa.
Il dr. Viktor Inyushin dell’università russa di Kazakh, fin dagli anni 50 ha lavorato intensamente sul campo di energia generato dall’essere umano. Dai risultati dei suoi esperimenti, è arrivato a ipotizzare l’esistenza di un energia detta “bioplasmica”, composta da ioni ed elettroni e protoni liberi. Dato che questo è in uno stato fisico diverso dagli altri quattro stati conosciuti, cioè solido, liquido, gassoso e plasmico ( a proposito, la tecnologia LCD è basata su quest’ultimo), Inyushin suggerisce che il campo di energia bioplasmico sarebbe un “quinto stato” della materia.
Le sue osservazioni dimostrarono che le particelle che compongono questo bioplasma sono in continuo moto e continuo rinnovamento, il tutto provocato dai processi chimici delle cellule. Sembra che ci sia un’equilibro fra le particelle positive e quelle negative, entro il quale il bioplasma è relativamente stabile. Se c’è uno squilibrio, questo influisce sulla salute dell’organismo.
Ma nonostante questa stabilità del bioplasma, Inyushin ha scoperto che una buona porzione di questa energia è irradiata nello spazio. Correnti di particelle di bioplasma che staccatesi dall’organismo possono essere misurate nel loro volo attraverso l’aria. Sono queste invisibili correnti o linee di “essere umano” che vengono manipolate dal praticante di Systema, e che con esse manipola anche l’avversario. Quindi, siamo arrivati a parlare di un mondo di energia vitale e forma bioplasmica, che si muove intorno e lontano dal corpo.
Se ci documentiamo, ci accorgiamo che questo fenomeno era già conosciuto, fin dall’antichità. E’ solo in tempi recenti che si è avuta un riscoperta dell’argomento. Via via che la nostra conoscenza si è sviluppata, e la fisica Newtoniana ha lasciato il campo a concetti come relatività, elettromagnetismo e teoria delle particelle, siamo sempre più in grado di vedere le connessioni tra l’oggettiva descrizione scientifica e la nostra soggettiva esperienza di vita.
Quindi, com’è questa energia? Allora, la miglior descrizione che ho avuto mi è stata data da mio figlio di tre anni e mezzo, Dominic, che mi disse che sembrava come un soffio quando, ehm, l’ho testata su di lui, e che gli veniva la ridarella e sentiva una spinta verso il muro alle sue spalle. Personalmente, non mi aspetto che chiunque mi creda, almeno fino a quando non abbia provato in prima persona, ma ognuno di noi ha una certa abilità con questa energia.
La mia prima esperienza reale di questa energia risale al 1995, durante i 5 giorni del mio esame di Ninjitsu per la cintura nera. Una prova consisteva nell’evitare un colpo di spada mentre stavo in ginocchio, con gli occhi bendati, rivolto lontano dal mio maestro giapponese, anch’egli con gli occhi bendati (forse per evitare di fermarsi se non mi fossi mosso!). Mentre avrebbe calato la sua spada sulla mia testa, per uccidermi (mentalmente, spero..), lo scopo del test era di vedere se fossi stato in grado di accorgermi dell’energia della sua intenzione. Lo passai al primo colpo, grazie a Dio, senza alcun trucco.
Se si aspetta di sentire il suono della spada essa avrà già colpito, mentre se il corpo avverte l’intenzione dell’aggressore, esso si muoverà in tempo dalla linea dell’attacco. La maggior parte delle persone non è in grado di usare questa capacità perché tende a ignorare queste reazioni del corpo, almeno fino a quando si raggiunge un certo livello. Bisogna liberarsi del “sé” (attività, introspezione), così che il corpo possa sentire la minaccia esterna. Da quel test, e specialmente da quando pratico Systema, ho acquisito una nuova e maggiore abilità, che mi permette di far colpire o afferrare a vuoto, come anche far cadere a metà dell’attacco (senza contatto fisico!), ma quello che so fare io impallidisce a confronto delle incredibili abilità dei veri maestri del Systema.
Allenare l’energia psichica
Vladimir Vasiliev è un maestro del Systema, ed è in grado di farne un incredibile uso volontario. Ma dato che è così umile, sarebbe il primo a negarlo! Per spiegarmi, mi affiderò al suo resoconto personale sul tipo di addestramento al quale venne sottoposto durante il suo servizio nelle unità speciali russe, gli Spetsnaz:
“ Il segreto di questa adattabilità consisteva nell’addestramento psichico ricevuto. Dovevi arrivare molto oltre il semplice aspetto fisico e psicologico, fino a un punto in cui l’intuito e il cosiddetto sesto senso, che tutti abbiamo ma pochi usano, diveniva parte della tua vita quotidiana. La consapevolezza ambientale, o lo sfruttamento del tuo sesto senso era il focus di molti degli esercizi. Le lezioni potevano durare anche 5 ore, e in alcune eri bendato dall’inizio alla fine. Dovevi seguire la lezione, fare gli esercizi e comprendere i principi spiegati dagli istruttori senza bisogno della vista.
Durante gli sparring, l’istruttore camminava per la stanza, colpendo con una bastonata qualsiasi allievo che si fosse fatto sorprendere distratto. Questo velocizzava il processo di acquisizione della percezione degli altri presenti nell’ambiente. Altre volte, venivamo condotti in stanze totalmente buie, e dovevamo indovinare se e quante persone ci fossero dentro insieme a noi. Dovevamo anche identificare, bendati, dei colori solo toccando dei pezzi di carta colorati. Così, la consapevolezza veniva estesa oltre i cinque sensi, raggiungendo l’area della psiche.
Alcuni istruttori già esperti nella trasmissione dell’energia psichica caricavano dei bicchieri di acqua. Si trattava di un trasferimento di energia, come se fosse stato un tocco taumaturgico. Si concentravano sull’acqua, e la caricavano senza toccarla, tramite le dita. L’allievo dopo doveva entrare nella stanza e riconoscere i bicchieri caricati. Lo scopo di questo esercizio era quello di saper riconoscere se quello che si sta per bere è avvelenato. Il veleno è molto più “potente” della semplice acqua, e imparare a riconoscerne l’energia era uno degli obbiettivi finali dell’addestramento.
Prima di dormire, ci insegnarono visualizzare l’ambiente che ci circondava. Diventavamo totalmente consapevoli dell’aspetto, del suono e del colore della stanza. Dopodiché ci aggiungevamo anche la percezione tattile. Mettevamo tutte queste informazioni nella mente, e ci addormentavamo. Se qualcosa fosse stato cambiato nella stanza, ci saremmo svegliati e avremmo reagito alla situazione.
L’istruttore cambiava qualcosa nell’ambiente, anche di pochissimo, e noi dovevamo svegliarci o risponderne coi superiori. Dopo molta pratica, imparammo a farlo. Dormivamo con i piedi fuori dal letto o dal sacco a pelo, in modo da poter metterci in piedi e rispondere istantaneamente. Dormo ancora così.
Successivamente, arrivavi a comprendere e rispettare le tue capacità, e imparavi ad usarle solo nei limiti del raggiungimento del tuo obbiettivo. C’è una forte componente morale nell’arte marziale russa, esattamente come nelle altre arti del mondo. Diventare un oppressore o usare i tuoi poteri per compiere il male sarebbe una vera disgrazia, rendendo completamente estranei a quello che dovrebbe essere un guerriero, e finirebbe per indebolire irrimediabilmente il proprio potere interiore”.
Questa è la mia introduzione all’energia psichica. Nel mio prossimo articolo per Combat, mi soffermerò un po’ di più sull’addestramento fisico e mentale ricevuto da Vladimir negli Spetsnaz, la sua filosofia di vita e altri aspetti interessanti dell’arte marziale russa, il Systema.
Link all’articolo originale:
http://www.russianmartialart.com/main.php?page=m_mindwarrior
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(http://www.shop2cart.net/files/product/287.file_a.jpg)
Tre video apparsi su Discovery Channel....che trattano systema
intervistatore è uno dei protagonisti del canale Go Warrior ( http://www.tmvc.sg/go-warrior/ )
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FIGHT CLUBS: Dalla Russia con...
Articolo di Steve Payne tratto da “THE TORONTO SUN” del 13 gennaio 2001
Nel film “Fight Club”, con Brad Pitt, la gente si prende a pugni in faccia per divertimento. Mentre Hollywood diventa così estrema, a Toronto uomini e donne praticano ogni giorno il combattimento disarmato. Perché? Per stare in forma e per rinforzare l’autostima, per rilassarsi e scaricare i nervi, senza però pestarsi a morte.
Qui c’è un bel pò di possibili discipline, dalla boxe al karate passando per le lezioni di un ex membro delle Forze Speciali Russe, gli Spetsnaz.
Incontriamo questo “James Bondsky”, o meglio Vladimir Vasiliev, un veterano delle missioni segrete, così addestrato all’azione che dorme ancora con i piedi scoperti. E’ un’abitudine consolidata da un decennio di servizio nelle unità speciali, anche in missioni sotto copertura. Come soldato e guardia del corpo, Vasiliev era così portato per il combattimento corpo a corpo che ne divenne anche istruttore. E adesso continua ad insegnare quello che sa ai suoi allievi di Tornhill.
Non aspettatevi morti e feriti durante la sua lezione. A differenza di molti altri modi di combattere, l’Arte Marziale Russa non ha movimenti o posizioni fisse, niente gradi o cinture. Gli allievi combattono con movimenti istintivi, naturali, spontanei. Vasiliev, 42 anni, ha degli studenti così rilassati che alcuni movimenti di lotta sembrano più dei passi di danza che mosse di combattimento. “Ognuno dovrebbe essere prima un umano, e non un animale”, dice questo marito e padre di due figli, “rilassati e reagirai più velocemente”.
L’Arte Marziale Russa sembra assurdamente semplice. In realtà, è brutalmente efficiente. Vasiliev può battersi con sei persone alla volta armate di coltello. Il pompiere di Toronto Scott Connor, 39 anni, si è addestrato con lui per 5 anni. “Il Systema si basa sulla libertà di movimento. Essendo naturale, è davvero efficace” dice Connor.
Rommel San Pedro, un pastore evangelico di 33 anni di Mississagua, ha un rispetto reverenziale per Vasiliev, come tutti gli altri allievi. San Pedro una volta ebbe a che fare con un maestro di arti marziali delle Filippine che sembra battè quello che sarebbe divenuto il leggendario Bruce Lee. “Vasiliev avrebbe potuto battere Lee”, afferma il religioso.
Link all’articolo originale:
http://www.russianmartialart.com/main.php?page=m_fightclubs
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Gli A-Team
Articolo di Shane Mooney tratto da “MAXIM” di Marzo 2001
Nel 1974, l’URSS formò la prima delle sue unità propriamente d’elite, destinata ad essere subito e drasticamente efficiente. Qualcuno ama paragonare gli Spetsnaz russi (SPETSialnoye NAZnacheniye, “truppe per missioni speciali”) con i Berretti verdi o il SAS britannico, ma chiunque conosca un po’ del loro reclutamento e addestramento durante la Guerra Fredda, sa bene che in nessun caso in occidente ci si sarebbe mai potuto permettere di fare altrettanto. Nel 1974, Yurij Andropov formò l’unità militare “invisibile”, gli Spetsnaz del Gruppo Alpha, in grado di agire indipendentemente dall’Armata Rossa per eseguire missioni speciali, “legali” o meno.
Selezione e Addestramento
Durante la Guerra Fredda, i sovietici non compilavano moduli per entrare nello Spetsnaz, lo Spetsnaz sceglieva loro. Uomini di tutti i tipi venivano osservati e prelevati dai propri superiori per l’arduo e lungo servizio.
Ancora fino ad adesso, molte delle reclute scelte per questo tipo di addestramento, in realtà lo vengono a sapere solo dopo molti mesi o anni. L’ex Spetsnaz Vladimir Vasiliev conferma: “Anche quando sei scelto per questo addestramento, nessuno ti dice che hai a che fare con le unità speciali, almeno fino a un certo livello… ma non importa a che livello arrivi, non saprai mai tutto quello che ti riguarda”.
Di tutte le forze speciali del mondo, gli Spetsnaz sono ineguagliabili nella mole di lavoro che riservano all’addestramento mentale finalizzato a rinforzare e ampliare le proprie capacità sensoriali. I soldati vengono bendati per ore, fino a che non sono in grado di eseguire gli esercizi e capire i principi insegnati dagli istruttori senza l’uso della vista, o sono fatti stare a lungo in stanze buie come la pece.
L’addestramento fisico sconfina nella punizione crudele e inaspettata. “Venivamo costretti a sopportare l’insopportabile, in alcuni di questi esercizi” dice Vasiliev. “Gli istruttori ti torcevano il braccio dietro le spalle fino a farti gridare dal dolore. Poi, come se non fosse stato già abbastanza, qualcuno ti punzecchiava con un coltello. A quel punto ti veniva dato di scegliere tra due estremi: farti rompere il braccio o farti tagliare col coltello”.
Tutti gli Spetsnaz imparavano il Systema, un’arte marziale che molti esperti considerano la migliore per la difesa da coltello o da più aggressori. Essenzialmente, il più completo metodo per uccidere e ledere. E grazie ai prigionieri dei gulag, i soldati avevano una sconfinata riserva di avversari da calciare, colpire e massacrare durante la fase dell’addestramento dedicata al corpo a corpo.
I successi dell’unità
Nel 1985, dei terroristi assaltarono l’ambasciata sovietica a Beirut e rapirono molti ufficiali russi, ponendo come condizione del rilascio che l’URSS avrebbe dovuto forzare la Siria a fermare la sua politica favorevole ai Palestinesi fedeli a Arafat, guidandoli fuori dal Libano. Il presidente Gorbaciov riuscì subito a fermare la Siria, ma i rapitori tardarono a rilasciare gli ostaggi. Lo Spetsnaz entrò subito in azione, precipitandosi a Beirut e dando ai terroristi 48 ore di tempo per rilasciare i loro connazionali. Appena il tempo fu scaduto i russi rapirono quattro di loro, ne decapitarono uno e ne rispedirono la testa in un sacco al capo, promettendo altre azioni analoghe. I prigionieri vennero subito rilasciati.
Il racconto di un’azione vissuta in prima persona.
“A metà degli anni 80, un pericoloso prigioniero che stava nel reparto medico di una grande prigione cittadina prese in ostaggio una dottoressa e, tenendole una lama sulla gola la usò come scudo e per farsi aprire le porte. Scattò l’allarme interno, e una richiesta d’intervento venne inoltrata presso la mia unità Spetsnaz. Mentre il criminale si faceva strada attraverso i corridoi con il suo ostaggio, arrivammo lì, e uno dei nostri sostituì una delle guardie dall’altra parte delle ultime uscite. Quando arrivò anche il prigioniero, questi gridò e minacciò di sgozzare la dottoressa, se la porta fosse rimasta chiusa. L’operativo Spetsnaz era stato camuffato in modo da sembrare vecchio, con dei capelli arruffati e degli spessi occhiali. Iniziò a piagnucolare e a dire che era il suo primo giorno di lavoro, e che non sapeva cosa fare. Tastandosi la tasca, tirò fuori la sua pistola e, tenendola per due dita tremanti, stese il braccio e la porse al prigioniero. Poi, in un batter d’occhio, se la passò nell’altra mano e gli fece saltare la testa”.
Vladimir Vasiliev, 10 anni di servizio nello Spetsnaz
Link all’articolo originale:
http://www.russianmartialart.com/main.php?page=m_ateams
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Come combattere da uomini
Articolo di Barret Hooper tratto dal “Saturday Post” di gennaio 2002
La parola su cui mi soffermo è “dissanguare”. Dissanguare. Fra “dissalatore” e “dissoluto” sul vocabolario, significa far uscire il sangue. Di solito significa la morte. Uno si aspetta di sentirla associata a un autopsia o a una storia di vampiri, oppure a una puntata di X-Files.
Con una lama di 15 cm puntata addosso, è normale che mi senta un po’ anemico. Uno scatto e un arco sotto il mio mento, e la mia gola verrebbe aperta. Ovviamente, non è il sanguinamento che mi preoccuperebbe(?!) ma piuttosto il danno ai muscoli, tendini e legamenti, che mi lascerebbe come un burattino inanimato.
Il corpo umano ha più di 650 muscoli e 100 giunture, tenuti insieme da cartilagini e tendini, cioè parti morbide, deboli. E il mio avversario, Vladimir Vasiliev (che io chiamo “L’Impalatore”) li conosce tutti. “E’ importante imparare a lavorare sui punti sensibili del corpo”, dice nel suo forte accento russo. A differenza di quanto si vede nei film, il combattimento col coltello è sapere dove colpire per far “scoprire” una persona, perché “non si vince col coltello, si sopravvive e basta”.
Vasiliev è il capo istruttore della scuola di Arte Marziale Russa a Thornhill, a nord di Toronto, che offre “niente limitazioni e risultati rapidi”. Lo scovai su una rivista di arti marziali, in mezzo alle pubblicità di un qualcosa chiamato “Dim Mak: Tocco della Morte” e di video didattici tipo “Ottieni la tua cintura nera di Karate in 10 lezioni”.
Probabilmente non lo avrei notato, se non avessi riconosciuto il numero telefonico e il distretto postale di Toronto, a cui inviare messaggi e ordinazioni di materiale. Il suo annuncio riguardava l’Arte Marziale Russa o Systema, “un unico, pratico e devastante stile di difesa da qualsiasi attacco” basato su, diceva, “l’addestramento delle forze speciali russe”.
Forze Speciali Russe. Voiska Spetsjalnogo Naznachenja, o più semplicemente Spetsnaz. Creati nel 1974 per agire disgiuntamente dall’Armata Rossa, incarnavano la minaccia e il potere dello stato sovietico. Fu l’arma segreta dell’URSS durante la Guerra Fredda.
Fu infatti lo Spetsnaz ad eseguire il piano sovietico di rovesciare il governo afghano nel 1979, assaltando il palazzo presidenziale e assassinando il presidente Amin e la sua famiglia. Nel 1985, quando i terroristi conquistarono l’ambasciata sovietica a Beirut, fu sempre lo Spetsnaz a rapire quattro dei terroristi, decapitarne uno e spedirne al loro capo la testa chiusa in un sacco. Anche oggi, lo Spetsnaz è forse la forza più esclusiva del mondo; più dei Navy Seal o della Delta Force. Composto da cecchini, esperti di esplosivi e combattimento ravvicinato, esso gestisce operazioni di controterrorismo, salvataggio ostaggi, e ricognizione. Essi operano in Cecenia e nelle Repubbliche separatiste, e sembra anche in Afghanistan, impegnati segretamente nella caccia ad Osama Bin Laden. In marzo del 1999, una storia pubblicata su “Time” parlava di come ex Spetsnaz venissero usati come rinforzo “ombra” ed assassini perfetti per conto della Mafia Russa.
Vladimir Vadiliev è un veterano degli Spetsnaz, con circa 10 anni di servizio alle spalle, un “guerriero dei gruppi speciali” che troveresti in una storia di Tom Clancy, e in effetti è un operativo che ne addestrò anche degli altri. E si è offerto di usare la sua preparazione marziale per trasformarmi in una perfetta e spietata macchina per uccidere.
La palestra di Vasiliev è vicina a una scuola di ballo, sul retro di un fabbricato industriale. I gradini di una scala metallica conducono all’unica porta, e una scritta sul vetro riporta “Arte Marziale Russa – Systema”
Dentro, i muri dell’anticamera sono tappezzati di articoli di giornale sulla scuola e delle foto suggestive: un cecchino che prende la mira, un team che assalta un edificio. Su una mensola c’è qualche video didattico: Defense Against Mass Attacks, Russian Mega Fighting, Knife Fighting and Throwing, Gun Disarming.
Ci sono anche delle riviste, con Jet Li e Jackie Chan sulla copertina. L’area dove ci si allena è decorata da una bandiera del Canada, una della Russia Postcomunista e una dello Spetsnaz, con il suo simbolo del pipistrello nero sullo sfondo blu chiaro. I colpitori sono impilati in un angolo insieme a un assortimento di mazze, coltelli e spade.
Alcuni neon chiari e qualche finestra sono l’unica fonte di luce. Odora come la palestra di una comune scuola superiore. Quando entrai, la lezione era in corso, e sembrava una scena di Fight Club. C’erano circa 20 persone, tutti maschi e atletici, in maglietta e mimetica, che si attaccavano a vicenda.
Vasiliev osserva con le mani sui fianchi, calmo. Mi aspettavo qualcuno tipo Dolph Lundgren, il pugile russo di Rocky IV, qualcuno più grosso e più “squadrato”, più “macchinoso”. Ma Vasiliev sembra davvero uno normale.
Di media altezza e costituzione, ha capelli corti, scuri, con un pò di grigio ai lati, un volto amichevole e sincero accentuato delle rughe d’espressione. Quando si avvicina a me per salutarmi, c’è un qualcosa di tipicamente russo o tipicamente militare che mi colpisce subito. Sorride apertamente presentandosi, aggiungendo “Fai pure delle domande” prima di tornare alla lezione. Il Systema è l’ultima proposta nella difesa personale. E’ come un nuovo Ninjutsu (la letale arte degli assassini vestiti di nero del Giappone feudale, resa famosa da molti film degli anni 80).
Ed ha fatto guadagnare a Vasiliev una buona reputazione nell’ambiente marziale internazionale. E’ apparso su testate come Combat e American Survival Guide. He stato citato in una storia apparsa su maxim riguardante le unità commando d’elite alla “Rambo”: Berretti Verdi, SAS britannici e, ovviamente, gli Spetsnaz. La sua versione dell’arte marziale russa (RMA) - ci sono cose simili, come il Sambo, che ha anche la dimensione sportiva – è stata analizzata e scomposta da esperti della difesa personale su riviste come Inside Kung Fu e Black Belt.
Il Systema è un originale stile di combattimento corpo a corpo che risale al X secolo. Per secoli la Russia è stata attaccata da invasori europei e asiatici: Variaghi (vichinghi svedesi), Sciti, Bulgari del Volga e i Mongoli dell’Orda d’Oro di Gengis Khan ne sono solo alcuni. Nel tempo, i guerrieri russi svilupparono pertanto un sistema che fosse adattabile ed efficace in ogni condizione di scontro e contro qualsiasi nemico.
Non si imparano delle tecniche precodificate, come nei kata, o ad imitare degli animali, come in alcuni stili di Kung Fu tipo quelli della tigre o della scimmia. Dopo la presa del potere da parte dei Comunisti nel 1917, tutte le tradizioni antiche vennero soppresse. Ma le autorità riconobbero l’utilità delle arti marziali russe, e le riservarono per l’addestramento delle loro unità speciali. Per decenni, l’addestramento venne coperto da segreto, come il mitico stile Shaolin, fino a che Vasiliev ruppe il silenzio diventandone il primo e principale praticante fuori dalla Russia.
Allo stato attuale, ci sono 26 scuole nel mondo in cui gli istruttori sono stati addestrati e autorizzati da Vasiliev ad insegnare il Systema. Allievi di ogni tipo e nazione si recano a Thornhill per studiare con lui. Molti sono già esperti di altre arti marziali, altri vogliono migliorare la loro abilità o mettersi alla prova (una cintura nera di Aikido aveva programmato di andare ad allenarsi con la polizia di Tokio, ma una volta visto i video di Vasiliev, optò per il Canada).
Ci sono molti ricchi uomini d’affari che vogliono dei bodyguard bene addestrati, e un certo numero di persone con un passato professionale nelle forze dell’ordine e in quelle armate, come Marines e Rangers degli USA, membri della Legione Straniera Francese e dell’esercito britannico, e una guardia del corpo della famiglia reale dell’Arabia Saudita.
Nella lezione vedo un allievo attaccare Vasiliev torcendogli il braccio dietro la schiena, che con un piccolo movimento ondeggiante si libera e gli intrappola polso e gomito in una presa dolorosa. Non ho idea di come abbia fatto a liberarsi, e credo neanche l’allievo.
Vasiliev allora invita un altro gruppetto di allievi ad attaccarlo. A differenza dei film, dove i cattivi attaccano uno alla volta, loro lo circondano e lo colpiscono contemporaneamente da più direzioni. Calciano, danno pugni, lo afferrano, ma lui si muove senza sforzo, piroettando, abbassandosi e ridirezionando i loro stessi colpi su mascelle, teste, cosce, mura, pavimento e così via.
Fra una cosa e l’altra, si sofferma sui punti e gli angoli di pressione; spiega che “le spalle possono essere spezzate come un ala di pollo”. Infatti, l’autodifesa è il fine ultimo del Systema, ma il vecchio adagio “la miglior difesa è l’offesa” è una cosa scontata, nelle lezioni di Vasiliev. “Il movimento è la chiave”, fa notare, “non il colpo”. A differenza del Karate, dice, non c’è il “difendere l’aria”. Pugni e calci sono bloccati molto vicino al corpo. “Porta a te l’avversario, non inseguirlo”. I calci sono dati raramente al di sopra della vita. “E’ molto più utile colpire gli stinchi, le ginocchia e le anche. Ci vuole meno energia ed è più veloce, e rende più difficile farsi attaccare”.
A volte, qualche allievo cerca di fare qualcosa di più “carino” tipo tirargli un calcio alla testa o uno ruotato (molti sono cinture nere in altre arti). “Non fate cose alla Jackie Chan”, li rimprovera scherzosamente, dopo aver deviato abilmente questi attacchi.
Come nella Capoeira brasiliana, molti dei movimenti del Systema possono essere trovati nelle danze tradizionali russe, il che spiega perché a volte Vasiliev sembra ballare una Hopak ucraina, al ritmo di una musica che riesce ad ascoltare solo lui. “E’ come un balletto, anzi va oltre”, mi dice dopo un allievo. Altre volte sembra come se facesse breakdance, dispensando al contempo piccoli e rapidi colpi accompagnati scherzosamente da i suoi vocalizzi da fumetto (Bum! Bam! Pow!).
La sua tecnica può non convincere, a prima vista: gli allievi sembrano cooperare troppo nel farsi mettere nel sacco da Vasiliev e dai suoi movimenti ondeggianti. Ma a un certo punto inizio ad accorgermi di piccoli particolari nel suo modo di muoversi.
Questo, come scoprii dopo, è uno degli aspetti unici del Systema. Gli allievi imparano a schivare gli attacchi tenendo il proprio corpo fluido e muovendo solo la parte che viene minacciata.
Jacob Goldblatt, una cintura nera di Aikido trasferitosi qui sei mesi fa per studiare il Systema, riporta una storia raccontatagli da Vasiliev. Una volta, mentre stava su un treno con altri operativi come lui, il convoglio frenò bruscamente e un’anziana signora letteralmente “volò” verso di loro. “Invece di acchiapparla al volo, come avrebbe fatto chiunque, il mio collega si scansò automaticamente, lasciandola cadere per terra!”.
Alla fine della lezione, andiamo nel suo ufficio per continuare il discorso. A volte la sua mente è più veloce in russo che la sua lingua in inglese, così sua moglie Valerie si unisce a noi per tradurre. E’ una fisioterapista, immigrata qui da Leningrado (l’odierna San Pietroburgo) alla fine degli anni ‘80. Si sono sposati nel 1992, e hanno due figlie.
Seduto di fronte a me, lontano dalla sala della palestra dove ha appena trascorso un ora e mezza strapazzando i suoi allievi, Vasiliev non ha l’aria di un killer. Gli potresti sedere a fianco in autobus e non notarlo. E’ anche questo che ne ha fatto un ottimo candidato per lo Spetsnaz . “Loro cercano qualcuno che abbia un aspetto normale, medio, in grado di mischiarsi alla folla, che non dia nell’occhio e che sappia compiere la missione, qualcuno che sia diverso da Arnold”, dice indicando una sua foto sulla scrivania con la moglie e Schwarzenegger. “Devi essere in grado di sparire in un bosco, tra la gente, sparire in una stanza vuota”.
Vasiliev è cresciuto a Tver’, una città industriale 200 chilometri a nordest di Mosca. Suo padre era un generale dell’Armata Rossa, che morì quando lui era piccolo. Ha una sorella e un fratello, anche se non può dire di più poiché, come molto del suo passato operativo, è ancora coperto da segreto.
Il servizio militare era obbligatorio nell’URSS, quindi dopo il diploma Vasiliev venne arruolato. Insieme ad altri giovani promettenti, venne poi scelto da un superiore che faceva ricerche fra le reclute per entrare negli Spetsnaz. (Gli atleti dell’unione Sovietica, specialmente quelli di discipline come lotta, arti marziali e tiro sportivo sono sempre stati una buona base da cui attingere personale).
Time riporta una frase di un ex ufficiale degli Spetsnaz: “Si dice che se non finisci in prigione, finisci negli Spetsnaz”. Vasiliev si è trovato molto spesso in risse e scontri da strada. “In Russia, queste cose sono normali”, dice, “la gente è sempre pronta a partire. E’ normale per la nostra cultura. Succede per strada, nei bar, nei ristoranti, dovunque. Quando combattevo, durava tutto così poco che alla fine vedevo la gente a terra e non mi ricordavo che fosse successo e cosa avessi fatto”.
Nello Spetsnaz, Vasiliev fu proposto per una delle Unità Operazioni Speciali, un gruppo di elite così segreto che molti dei suoi membri non sapevano di farne parte anche per parecchi mesi o anni. Solo i più alti in grado erano al corrente della sua esistenza.
Queste unità venivano attivate per le operazioni ad alto rischio per conto del KGB e di altri organi governativi. Nel gergo dell’Intelligence, si occupavano dei “lavori bagnati”, cioè incarichi come rapimenti e assassinii. Vasiliev ha studiato Karate e Boxe, e si è allenato con un misterioso combattente di circa settant’anni chiamato “Zio Piotr”, il cui stile è derivato dall’aver avuto a che fare con gli “ultimi” fra i guerrieri Samurai. “Si basava su reazione istantanea, e lasciavi solo la prima mossa all’avversario”.
In più, l’addestramento degli Spetsnaz era davvero molto estremo. I suoi istruttori lo picchiavano tutti i giorni, dandogli anche delle scosse elettriche per irrobustirlo mentalmente. Gli torcevano il braccio dietro la schiena “fino a che iniziavi a gridare perché non ce la facevi davvero più”, quindi veniva punzecchiato con un coltello. “Volevano vedere fino a che punto potevi sopportare tutto ciò prima di crollare. Usavano anche alcuni esercizi per insegnarti a rilassarti durante il dolore e a scoprire altre risorse per resistere”. Si usavano anche delle nuotate in acque gelide (c’è un detto degli Spetsnaz che fa “L’acqua è troppo fredda per nuotarci solo se è già ghiaccio!”), e inoltre fu fatto cadere su enormi formicai e fatto mordere da migliaia di insetti. Veniva condotto negli obitori o presso incidenti gravi, e costretto a portare in braccio dei cadaveri, per renderlo meno sensibile al “sangue e al dolore”. Lo scopo, dice, è quello di creare un soldato “immune dal tormento psicologico di una battaglia. Volevano che le loro truppe speciali non avessero paura della morte”.
Vasiliev successivamente divenne istruttore, insegnando il Systema a membri dello Spetsnaz, agenti del KGB, polizia e bodyguards. Ma dopo più di 10 anni nell’esercito, Vasiliev si sentiva pronto per “vedere il mondo senza mitragliatrici”. Abbandonò l’esercito e qualche anno dopo, nel 1990, si trasferì a Toronto, dove visse facendo molti lavori, prima di incontrare Valerie.
Quando chiedo a Vasiliev di che tipo erano le sue missioni, risponde in russo. “Controspionaggio”, dice Valerie, “far sparire qualcosa, carpire informazioni, impossessarsi di un oggetto. O rapire, uccidere qualcuno”.
“Sei stato mai coinvolto in un rapimento o in un assassinio?”
Valerie guarda il marito e Vasiliev ha una breve pausa, prima di rispondere in inglese “Puoi dire che ne so qualcosa, che ero molto vicino a queste cose”. Conoscendo la reputazione dello Spetsnaz in Afghanistan, gli chiedo se c’è mai stato. Sorride e scuote le spalle. “Non posso dirlo. Se potessi lo direi, ma non posso.”
Ricordo un commento di un suo allievo dopo la lezione: “Ci sarebbe dovuto stare anche Vladimir, su uno di quei due aeri a New York”. I ragazzi scherzano spesso sul fatto che quando Vasiliev viaggia in aereo, bisognerebbe farlo sapere agli altri passeggeri. Però non è che scherzino e basta. “Per me sarebbe molto meglio, saprei cosa fare” dice, ma senza alcuna traccia di machismo alla John Waine. “I terroristi non sono quasi mai soli. Bisogna individuare il capo. Infatti il leader sarà il più calmo fra dio loro, e questo rivela subito chi è il più pericoloso. A quel punto, agisci”.
Vasiliev si è trovato per puro caso a fare questo lavoro,. Mentre si allenava presso un centro di aggregazione della comunità russa nella sua adottiva Toronto, dimostrò un paio di mosse a un amico, attirando anche altri amici e già qualche allievo, ai quali insegnava nello spazio della sua casa. Nel 1993, aprì la sua scuola, la prima del nord America in cui si praticasse l’arte marziale russa. Nel giro di sei mesi la sua palestra ha visto allenarsi più di 100 allievi, facendogli recuperare l’investimento iniziale di 10.000 dollari. Nel 1996 ha prodotto il suo primo video didattico, Knife Defense, di cui afferma che contiene “oltre 35 tecniche uniche ed efficaci per difendersi da QUALSIASI tipo di attacco col coltello. Nominato dalla European Knife Fighting Association come il miglior video dell’anno, include una spiegazione passo dopo passo su come difendersi da qualsiasi cosa, da mazze da baseball a nunchaku e spade ninja, oltre ovviamente a coltelli tascabili, da caccia, da macellaio e da lancio. (Il combattimento col coltello è una specialità degli Spetsnaz. Il coltello era un simbolo di onore, nell’antica Russia. I soldati vengono addestrati a lanciare due coltelli alla volta colpendo due bersagli diversi, usare una pala come un’ascia, e sputare delle lamette negli occhi del nemico). Da allora, Vasiliev ha prodotto 13 video, da Defence Inside a Car (nel caso di aggressione dal sedile posteriore o rapina/sequestro) fino a Improvised Weapons, nel quale usa una cintura per disarmare un aggressore e i denti di un pettine come una lama.
Sono venduti sul sito della scuola, insieme ad altro merchandise come magliette, spille e mostrine dello Spetsnaz e coltelli da allenamento in metallo smussato. Anche se la loro produzione costa poco (spesso si tratta solo di Vasiliev e di altri allievi che dimostrano le tecniche nella sua palestra davanti alla videocamera), vengono venduti fra i 39.95 e i 69.95 dollari cadauno, e le vendite sono di circa 1000 video per ogni tipo, solo entro il primo anno di pubblicazione.
Vasiliev adesso viaggia parecchie volte all’anno per tenere stage in nord America e in Europa. E’ appena tornato da un week end di lezione in New Jersey. “Addestramento per Commando; strangolamenti, come strisciare silenziosamente in una foresta, agguati, cose del genere” dice.
Organizza perfino degli stage annuali a Toronto, che vedono come insegnante Mihail Rjabko, il suo istruttore allo Spetsinstitut, la segreta struttura di addestramento di cui si sa solo che si trovi a Mosca. Addestrato dall’età di 5 anni da una delle guardie del corpo di Stalin, Mihail Rjabko è stato reclutato dagli Spetsnaz all’età di 15 anni. Attualmente è il comandante tattico del team di salvataggio ostaggi e operazioni di antiterrorismo.
E’ grazie a lui e agli altri contatti che ha all’interno dell’apparato militare che Vasiliev riceve l’autorizzazione per portare non più di 30 allievi (almeno quello che se lo possono permettere economicamente) a Mosca ogni primavera per allenarsi con operativi delle unità salvataggio ostaggi e antiterrorismo degli Spetsnaz.
Questo fine settimana da turisti-allievi, offre un addestramento uguale a quello regolare, in una base delle forze speciali. Gli allievi vengono vestiti con le uniformi regolari e addestrati con una serie di esercizi: corpo a corpo, tiro dinamico, tattiche di guerra campale e una corsa su un carrarmato. Il prezzo del corso include anche un giro turistico per i luoghi più famosi di Mosca come la Piazza Rossa, il Kremlino e il Bolshoj.
Ma torniamo nel molto meno esotico locale di Thornhill. Qui la palestra risuona di vocalizzi indefiniti di sforzo e di dolore; lo specchio che ricopre il muro è appannato. “Ricordate di respirare. Se respirate, vi sentite vivi”, ripete Vasiliev “e non lottate. Non dovete voler andare in competizione. Non centra nulla chi è il più forte”.
Molto lontano dal tipo di istruttore tutto di un pezzo, Vasiliev sembra più come il signor Miyagi di Karate Kid, che guida gli studenti con il suo esempio. Scherza quando un attacco non va a segno, li riprende benevolmente quando vede errori e si spiega meglio se vede qualche espressione incerta.
“Alcuni di voi” dice, dopo un certo esercizio “alcuni di voi…”. Fa una pausa, studiando le facce visibilmente ansiose dei suoi studenti. “Non mi sembrano in gran forma”, dice prendendoli in giro. C’è una videocamera nell’angolo a riprendere la lezione, e lui, facendo incurante un brutto muso all’obbiettivo, si mette ghignando in posa come un culturista.
Nonostante ciò, l’addestramento è estenuante, basato sulla realtà dello scontro. Non ci sono sacchi, né esercizi “ipotetici”. “In molte arti marziali, molto tempo è dedicato a imparare ad assumere delle posture irreali e movimenti classici”, dice. “Questo non prepara un allievo per uno scontro autentico”. Qui, invece, si fanno flessioni ricevendo dei calcetti nello stomaco, in petto, sulla schiena e alle gambe.
“E’ un bene abituarsi ad essere colpiti”, spiega Vasiliev. (Stranamente, i colpi mi aiutano infatti a distrarmi dal dolore alle braccia delle flessioni). A un certo punto, dopo aver provato a dare una sventola al mio compagno di allenamento, mi sono ritrovato sbattuto a terra, senza fiato. Mi alzo in piedi e vedo il logo Russian Martial Art strappato dalla mia maglietta, per terra.
Poi passiamo alle tecniche di coltello. Gli allievi meno esperti usano dei coltelli in legno, mentre quelli più avanzati una replica in metallo smussato. Poi, quando si è in grado, si passa ad usare coltelli veri. Vasiliev dice che il coltello è uno strumento per aumentare la propria accortezza. “Si può essere bravi contro i pugni, ma i pugni a volte sono ovvi. I movimenti di un coltello sono brevi, rapidi e pericolosi. Non ci si può scherzare sopra”.
La forma e le dimensioni di un coltello spesso ne determinano il tipo di attacco. Vasiliev crede anche che possano rivelare molto di chi lo usa. “Quando vedi uno con un coltello dritto e semplice, è probabile che sia un persona tutto sommato a posto e più ragionevole”, spiega nel suo Guidebook.
“Ogni deviazione da questa forma basilare”, cioè curvo, con angoli strani, troppo lungo o corto “indicano una psiche più aggressiva, più predisposta alla violenza”.
(Ovviamente, non è una colpa pensare che portare un coltello con sé sia già l’indizio di una natura aggressiva).
Vasiliev ammette che le sue lezioni possono attirare delinquenti e altri indesiderabili, ma che li scopre subito dopo un paio di lezioni e, nonostante non abbia mai rifiutato a nessuno di insegnare, gli consiglia di fare qualcos’altro. Credo che i suoi argomenti siano molto persuasivi.
Mentre mi sto riposando dopo la lezione, esaminandomi le braccia per trovare tagli o abrasioni, Vasiliev si avvicina e mi fa notare che ho bisogno di sviluppare la mia energia psichica. Mi immagino chissà cosa, ma lui intende qualcosa di più pratico.
“La gente pensa che sia una specie di trucco mentale Jedi o riguardi vedere i morti” dice ridendo, “ma si tratta di rendere la mente più chiara possibile, senza distrazioni o pensieri. Perfezionando la tecnica, arrivi a un livello in cui la tecnica non esiste più. La smetti di pensare e il corpo reagisce istantaneamente all’avversario”.
Chiamatelo l’approccio del sesto senso all’autodifesa, dove l’intuito domina. “E’ come una vibrazione, positiva o negativa, che avvertiamo quando incontriamo qualcuno per la prima volta o quando ci sembra di essere osservati”. Per insegnare ai suoi allievi sintonizzarsi meglio su questa abilità, a volte vengono bendati per tutta la lezione. Durante il suo addestramento, Vasiliev afferma di aver fatto degli esercizi analoghi nei quali si identificava il colore di alcuni foglietti solo toccandoli, e si riconosceva dell’acqua semplice da quella avvelenata senza assaggiarla.
Prima di andarmene, ho un’ultima domanda per Vladimir, una che un mio amico mi ha posto a sua volta: “Puoi insegnarmi a uccidere un uomo in tre secondi?” (tutti i membri delle forze speciali dovrebbero saperlo fare, o no?).
Ride. “La gente infatti viene qui per quello”, risponde la moglie. “A volte qualcuno viene a sfidarlo, specialmente nei seminari. Vengono per provare a vedere se riescono a sorprenderlo, colpirlo, afferrarlo, in una parola a metterlo alla prova”.
“E’ un problema” conferma Vasiliev “ma temono comunque di farsi male, quindi non è una vera sfida”.
Chiedo di nuovo: “Ma tu puoi insegnarmi a uccidere un uomo in tre secondi?”.
Smette di sorridere, fa un pausa e mi guarda negli occhi. “Ma certo, altrimenti che ti alleni a fare?”.
Link all’articolo originale.
http://www.russianmartialart.com/main.php?page=m_fman (http://www.russianmartialart.com/main.php?page=m_fman)
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Per chiudere questa stagione con i tanti amici di systema ...abbiamo organizzato una cena
dei bravi ragazzi :D .....questa sera a Padova...
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Venerdi 10 Dicembre
Luca and Tony
Ti invitano a :
SYSTEMA ACTION
Serata di ringraziamento per tutti i praticanti
systemisti !!!! :
zona di operazione : Amsterdam Caffe’ Via Vicenza, 23 – (Pd)
Programma della serata
Aperitivo ore 20:00 - Inizio cena ore 21:00
…………..ne vedrete delle belle…..!!!!!!!! sorprese a non finire!!!!!! ….Le scoprirai dal vivo ………………
Special guest
“ Silvio…Rommel ””
Cantante karaoke…. “Daniele ……saccoman…. ”
Maestro di Ballo “ Umberto - popeye…””
INFO contatti (obbligatoria la prenotazione) :
Antonio 3480140427 - antonio.cancian@gmail.com
contattare e confermare i referenti delle
palestre ( Umberto - Stefano )
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E io sto qua a lavorare..mannagg' :dis:
Il modo in cui l’acqua scorre – Intervista con Vladimir Vasiliev
Articolo di Mark Hemels tratto da Meibukan Magazine n. 3 - Settembre 2004
Vladimir Vasiliev è direttore e capo istruttore della scuola di Arte Marziale Russa di Toronto. Nato in Russia, è stato addestrato in maniera intensiva dagli istruttori dell’Unità Operazioni Speciali, e poi vi ha prestato 10 anni di servizio, fra cui quello di istruttore per paracadutisti, unità speciali della polizia e guardie del corpo governative. Trasferitosi in Canada, nel 1993 vi fondò la prima scuola di Systema fuori dalla Russia.
Signor Vasiliev, quando ha imparato l’arte marziale russa chiamata “Systema”?
Per la maggiorparte quando ero nell’esercito, e mi addestravo con il mio principale istruttore Mihail Rjabko, Colonnello dell’Unità Operazioni Speciali delle forze armate. Lavoravamo insieme per un po’, e io ne approfittavo per allenarmi con lui. In precedenza avevo avuto esperienza di Karate e Boxe. In Russia non c’è molta distinzione fra gli stili di lotta. Si trattava semplicemente di modi di usare le braccia e le gambe (ride). Ho anche partecipato a dei campionati, e mi è andata abbastanza bene. Ma quando ero nell’esercito mi resi conto che il Karate mi andava bene per le competizioni, ma non funzionava molto in caso di scontro reale. E scoprii che il Systema russo mi era molto più utile, e fu per questo che iniziai a studiarlo meglio.
Perchè le sembra che il Systema sia meglio del Karate, in un combattimento reale?
Il Systema è più mobile. Puoi essere pronto all’istante. Non ci sono forme o tecniche precodificate con cui prepararsi. Io imparai a muovermi meglio, e la tecnica era solo un dettaglio. Le tecniche si imparano un passo alla volta, e poi combinate fra loro diventano uno stile. Il Systema si focalizza di più sul movimento.
Ma non è la tecnica e il suo esercizio a rendere efficaci in combattimento?
Fino a un certo punto è giusto; è bene esercitarsi a lungo fino a che non si diventa efficaci. Ma se vuoi comprendere meglio la vita, è il modo in cui ti muovi che devi esercitare, non certe mosse. Le tecniche possono essere “un’illusione”, a volte, perché si basano sul fatto di poterle fare. Per esempio, se tu studi il grappling, le tue braccia devono essere in grado di funzionare per bene. Ma cosa accade se sono danneggiate o ferite? O se hai un dito rotto? Non puoi fare più niente. Le tecniche cessano di essere efficaci. Ma se impari a muoverti, non importa che parte del corpo usi. Il movimento naturale si basa quindi più sull’istinto che su quello che hai praticato e “memorizzato”.
E come si allena da voi l’istinto e il movimento naturale?
Ognuno di noi è dotato di istinto fin dalla nascita, e il movimento naturale è solo la via più breve al risultato. E’ come il modo in cui l’acqua scorre. L’acqua trova sempre la via migliore. Magari non è quella fisicamente più corta, ma è quella giusta. Scorre attorno dove la via è più libera. E’ lo stesso che con il movimento naturale; ci gira attorno per trovare la strada migliore. Per ogni situazione la reazione può essere diversa. E’ per questo che è inutile memorizzare degli schemi, perché le possibilità nella vita sono infinite, e non potrai mai essere preparato per tutto. Quindi è meglio imparare a muoversi naturalmente, non solo fisicamente ma anche con l’istinto.
Quanto tempo è stato nell’esercito?
All’inizio due anni, che è la durata normale della leva in Russia. Quindi iniziai a specializzarmi in questo campo. Dopo la leva continuai per altri 10 anni, con l’Unità Operazioni Speciali.
E per 10 anni ha fatto anche l’istruttore?
Venni addestrato da loro, e c’era sempre qualche altra unità che dovevo addestrare. Era tutta una cosa continua: venivo addestrato, addestravo a mia volta e partecipavo attivamente alle missioni.
Perché ha lasciato l’esercito?
Nel 1985, in Russia, la Perestrojka cambiò di molto le cose. Alcune unità vennero smantellate o sciolte, e chi voleva abbandonare il servizio poteva finalmente farlo liberamente. Io volevo andarmene, lasciare un po’ la Russia e viaggiare. Lo feci, e mi fermai in Canada, dove incontrai la mia futura moglie Valerie, che era già diventata cittadina canadese. Quando ci sposammo, mi sistemai definitivamente qui, e ora abbiamo tre figli. Poi aprii la mia scuola, perché era quello che sapevo fare meglio, e perché dovevo trovarmi qualcosa da fare per mantenere la mia famiglia. Iniziò tutto con qualche allenamento in palestra con qualche allievo. Poi la gente mi incoraggiò ad aprire una scuola. All’inizio era una cosa in piccolo, ma poi crebbe, e ora ne stiamo festeggiando il decimo anniversario.
Non riesco a capire come il Systema, con la sua enfasi sulla moralità, possa essere accostata ad unità militari addestrate ad uccidere. Come fanno queste due cose a coesistere?
Ci sono molti tipi di unità speciali, e uno dei primi obbiettivi di ogni sistema morale è difendere la tua terra. Non è un peccato, in sé per sé. Sono guerrieri, e devono proteggere la propria patria. Nella mia unità, vigeva il principio di causare il minor danno possibile. Nelle altre unità può essere diverso; ce ne sono alcune in cui si è davvero pazzi ed esaltati, se sei quel tipo di persona ti ci trovi bene. Ma per fortuna ce ne sono anche di altre. Non è vero che sono tutti degli assassini. Uno dei detti preferiti da Mihail Rjabko è “Non ci sono atei, in trincea”. In battaglia, inizi subito a credere in Dio, non importa cos’eri prima. E’ per questo che chi ha partecipato ad azioni militari, analizzando “sinceramente” quello che è successo, poi si ritrova un po’ più “vicino” a Dio. D’altra parte, non tutte le unità praticano Systema. E’ solo una piccola parte che lo fa. Tutti gli altri fanno Kick Boxing, Karate e Sambo, ma solo pochi Systema.
Ci può dire qualcosa circa il ruolo della Chiesa Ortodossa nel Systema?
Che ne è il fondamento principale. E’ uno stile che venne creato nei monasteri russi. C’era un intera cultura che stava uscendo dai monasteri, nei tempi antichi. Gli insediamenti venivano costruiti vicino un fiume o un lago, c’era una fortificazione, e la struttura principale era una sempre una chiesa. Erano i monaci a difendere quella fortificazione, uomini di religione, ed è per questo che il fondamento di questo spirito guerriero è il Cristianesimo. I guerrieri che difendevano la propria terra erano sempre impegnati in battaglia. Una volta diventati vecchi, si ritiravano nei monasteri per insegnare ai più giovani tutto quello che sapevano. E’ sulla fede che si basa tutto. Gli anziani guerrieri si ritiravano per pentirsi dei peccati che avevano commesso in guerra e continuare quella lotta su un piano spirituale, attraverso la preghiera e una condotta di vita rispettabile. La qualità principale per essere sia un guerriero che una persona corretta è l’umiltà. Altrimenti la tua terra è spacciata. L’umiltà cederà il passo alla superbia e questo distruggerà sia te stesso che tutto quello che hai intorno.
Ci potrebbe spiegare che cos’è che rende il Systema un’arte da combattimento piuttosto che un sistema di combattimento?
Non è neanche un’arte, ma piuttosto è un sistema, è per questo che si chiama così. Si usa definirla arte marziale ma è qualcosa di più. Combina tutti i livelli di abilità umane e sviluppa la nostra fisiologia: il sistema respiratorio, quello circolatorio, muscolare, scheletrico e digestivo. Tutti questi sistemi vengono sviluppati in maniera naturale, e a quel punto si passa a lavorare sul piano mentale e su quello psichico. Come conseguenza, il tuo spirito si rafforza, ti avvicini a Dio. Ti dà forza e un senso di autenticità. E’ per questo che non è un arte, ma un intero sistema. Come la vita stessa.
Quali crede siano le sue responsabilità, come insegnante di Systema?
E’ davvero una responsabilità, perché le persone vengono a farti domande specifiche. Vengono per qualcosa di particolare, non solo per utilità di autodifesa. La maggior responsabilità è essere una brava persona; essere umili, mai superbi, e non cercare di impressionare nessuno…. ma cercare semplicemente di migliorarsi sempre di più; è solo questo che puoi fare per gli altri. Appena fai la cosa giusta per te, allora capisci la verità e sei pronto a passarla agli altri.
Nei suoi seminari a volte ci sono esercizi in cui ci si attacca col coltello. Perché insegna queste cose anche a persone che non ha mai incontrato prima?
Non credo di insegnare niente di aggressivo. Tutte le tecniche sono solo del lavoro. Mostro loro come usare il coltello, e non c’è niente di malvagio in ciò. Non assumo pose animalesche o espressioni cattive, e non c’è aggressività in quello che faccio. L’unica cosa che può essere negativa è se le persone vengono rese aggressive, nervose e tese; allora si che si possono far male. Ma se gli insegni a lavorare correttamente e in un ambiente calmo, allora non sarà pericoloso.
Questo include lavorare con i coltelli?
Si, il coltello è solo un attrezzo per la difesa. Nessuno deve sentirsi in dovere di andare in giro a tagliuzzare la gente. E’ solo una maniera di difendersi. Quello che faccio è calmarli, perché un sacco di persone si innervosiscono quando ci sono le armi. Quindi è un modo di farli sentire a loro agio anche quando hanno a che fare con un coltello.
Nel suo “Russian System Guidebook” dice che essere seriosi nella vita e in allenamento non è di aiuto in caso di pericolo o attacco. Ce lo puoi spiegare?
Essere seri significa essere pienamente responsabili delle proprie azioni, e non essere emotivo, perché a volte le emozioni ci nascondono la verità e non vediamo le nostre responsabilità. E’ una precauzione per non essere irrazionali. Nel Karate una attitudine seriosa mentre si pratica include una forte concentrazione in ciò che si fa…
Quello che capita poi nel Karate è che la gente è davvero tesa. Anche se concentrata, è troppo tesa, e ciò è distruttivo. Distrugge la psiche e il corpo. Un sacco di colpi dati rimbalzano all’interno del corpo e lo distruggono piano piano. Molti praticanti di Karate hanno articolazioni danneggiate, legamenti stirati e spalle, anche e ginocchia usurate. Nel Systema c’è molta enfasi sul preservare il proprio corpo, anzi rafforzarlo; molti dei colpi e dei movimenti seguono questo principio.
Come si addestra il sesto senso, e perché è importante nel Systema?
Il fondamento risiede nel rilassare il corpo. I muscoli tesi impediscono il passaggio di informazioni e non sei più “consapevole”. Se ti rilassi, inizi ad assorbire le informazioni ad intuito. E’ come trovare la giusta lunghezza d’onda. Se sei teso, chiudi questo canale di informazioni. E’ questo il fondamento: stare rilassati. Non significa certo stare mosci, ma che tutto è calmo e sei davvero “sveglio”. E allora, a questo punto, il prossimo passo è la preghiera. Quando preghi, ti senti umile e connesso a Dio. E tutte le cose della terra sono tagliate fuori da te; hai semplicemente una connessione più elevata, e allora hai un sacco di informazioni a disposizione, che non si basano sulla vanità o la timidezza o la volontà orgogliosa di vincere. E’ la vera informazione di cui hai bisogno.
Quindi, il sesto senso si sviluppa tramite il rilassamento e la preghiera?
Si, assolutamente. Ma la preghiera non è solo la ripetizione di alcune parole, altrimenti sarebbe più una sorta di meditazione. La preghiera è autentica se il resto della tua vita è in accordo con quanto espresso dalla Bibbia. E’ il provare a fare per bene tutte le cose della tua vita. Allora la preghiera è potentissima. La preghiera principale è “Dio abbi pietà di me”, nel senso che quando non si è con Dio ci si sente come un nulla, e che solo con Lui si può essere tutto. Ti rende umile e tollerante verso le altre persone. Ma la preghiera non è insegnata in addestramento. E’ una cosa che riguarda l’individuo, ed infatti non bisogna certo essere cristiani per praticare il Systema.
Nel Systema si impara a non guardare l’avversario negli occhi, ma piuttosto sopra la sua testa, a differenza della altre arti in cui lo sguardo è diretto lì. Perché?
Di solito, quando la gente si guarda negli occhi, questo risulta in una sfida. Quindi nel Karate e in altri stili tu sfidi il tuo avversario. Nel Systema l’obbiettivo principale invece è calmare il proprio avversario, e la sola volta in cui lo guardi è se ti senti in grado di calmarlo così. E’ per questo che guardiamo più in alto del livello degli occhi, senza contare che questo migliora la visuale periferica.
Si pensa spesso che guardare negli occhi aiuti a decifrare la mente e le intenzioni dell’avversario. Non si perde questa possibilità, facendo così?
C’è molto di più in una persona che gli occhi, da osservare. Guardare gli occhi o il corpo è più una tecnica da sport. Per me e il mio insegnante bisogna percepire la persona per intero; non abbiamo bisogno di guardare negli occhi. percepiamo l’intera situazione anche oltre le informazioni visive. Guardare negli occhi è anche un aspetto della competizione: chi colpisce per primo, quelle cose lì.
C’è una ragione speciale per la quale i novizi si allenano con gli esperti?
Non ci sono gradi o cinture. La psiche è più importante delle tue abilità fisiche. A volte, quando una persona ottiene un certo livello (ad esempio una cintura nera) ha un prestigio da mantenere. Si sente di dover dimostrare qualcosa e ha paura di perdere la faccia. Ma può anche darsi che qualcuno lo aggredisca per strada all’improvviso e lo strozzi, non sapendo nulla della sua cintura nera. Appena aprii la scuola provai ad usare i metodi di addestramento dell’esercito, ma le persone si spaventarono. Un sacco di loro non rimasero. Ad un certo punto, da 20 allievi me ne rimasero solo 2. Giustamente, forse era un po’ troppo per persone che non avrebbero dovuto andare in guerra, ma ora è tutto più adatto alla vita “normale”.
Quanto contano nel Systema la respirazione e le sue tecniche?
La respirazione è la vita. Letteralmente, è la base di tutto. Quindi devi usare questa risorsa al meglio delle tue possibilità. Perciò facciamo regolarmente molta pratica di respirazione. Il Systema è unico nel trattarne tutti gli aspetti. Gli allievi imparano a mantenere ininterrotto il proprio ciclo respiratorio, non importa cosa accada, ed è una cosa molto importante, insieme a far si che la respirazione non si fermi ai polmoni ma continui attraverso tutto il corpo. Ci sono molte cose che si possono fare con la respirazione. Uno dei colleghi di Rjabko, con tecniche respiratorie guarisce la gente anche da cancri in stato avanzato. Si tratta di persone che hanno provato anche la chemioterapia, e inutilmente. E sono stati aiutati dalla respirazione; il loro male è andato regredendo, con lo stupore dei medici.
C’è qualcosa che vorrebbe aggiungere?
Un modo di comprendere il Systema è che ci sono tre livelli di abilità umane. Il primo è quello fisico; immaginate due persone che lottano: chi è più forte sarà avvantaggiato. L’altro livello è l’intelligenza: chi conosce meglio le tecniche e i modi di muoversi avrà un altro vantaggio. Il livello oltre questi due è quello spirituale, quello della comprensione: chi vede e capisce di più è colui che vincerà. Questa cosa avviene con l’esperienza di vita e la saggezza, di solito fra i quaranta e i cinquant’anni in su. La parte fisica forse non sarà più la stessa, ma se una persona anziana ha il giusto spirito e la giusta comprensione, neanche una persona più giovane e ben addestrata potrà sconfiggerlo.
Per maggiori informazioni su Vladimir Vasiliev e il Systema, visitate www.russianmartialart.com (http://www.russianmartialart.com).
Mark Hemels è editore di Meibukan Magazine. Ha intervistato Vladimir Vasiliev il 23 maggio 2004, con il gentile aiuto di Valerie Vasiliev come interprete.
Link all’articolo originale:
http://www.russianmartialart.com/main.php?page=m_meibukan (http://www.russianmartialart.com/main.php?page=m_meibukan)
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Salve ragazzi!
Girovagando in rete ho trovato qualcosa sul Systema Kadochnikov quì in Italia.
Se notate la rete si sta riempiendo di video italiani sul Systema :)
Ecco i link:
http://www.artimarzialirusse.it/index.php?&set=233&dom_id=&dom_sld=artimarzialirusse&dom_tld=it&no_tags=1&sito_gratis=&sito=&local_page= (http://www.artimarzialirusse.it/index.php?&set=233&dom_id=&dom_sld=artimarzialirusse&dom_tld=it&no_tags=1&sito_gratis=&sito=&local_page=)
arti marziali russe рукопашный бой кадочников difesa personale (https://www.youtube.com/watch?v=JZlcHZ_5WVM#)
-Fede-
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la mimetica con le scarpe da ginnastica non si può guardare!
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Eh, il fatto è che gli anfibi vanno bene su cemento o terreno. Ma il parquet verrebbe ridotto troppo male, e poi il tipo della palestra ti caccia via :(
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mettersi un paio di pantaloni comodi ed una t shirt?
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mettersi un paio di pantaloni comodi ed una t shirt?
Eh, il problema è quello.
Per me i calzoni della mimetica sono comodi, ma anche quelli di una tuta normale, se parliamo di libertà di movimento. Il fatto è che la mimetica ha le tasche :=) ...
Per il resto, nello stile di Kadochnikov e anche in altri meno conosciuti c'è questa "ritualità", quest'omaggio all'uniforme militare. Gli allievi stanno in chiazzata, gli istruttori in tinta unita e i maestri stanno in giacca e cravatta.
E' un modo fra i tanti.
Nel Systema di Vasiliev l'importante è che ti vesti :D
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ma almeno metti i pantaloni militari neri e una maglietta come fa qualcuno che conosco... :whistle:
questo stile Kadochnikov è la prima volta che lo sento e lo vedo, ma mi sembra diverso dai quelli più conosciuti tipo Vasiliev che girano su youtube, sbaglio?
Nel Systema di Vasiliev l'importante è che ti vesti
da una parte è una cosa molto saggia, specialmente se fai lotta a terra,
d'altra parte, se ci fossero delle graziose praticanti come da me... :-*
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Ne parlai sul vecchio FAM.
Può sembrare la stessa cosa, ma non è così. L'approccio è diverso, ha finalità diverse e diverse "funzionalità", rispetto al Systema di Rjabko/Vasiliev, senza denigrare nulla, ovviamente. E' maggiormente impiegato per l'esercito regolare o per un certo tipo di Spetsnaz dai compiti più "convenzionali" (sabotaggi, demolizioni) rispetto a controspionaggio militare, antiterrorismo e protezione personale.
E' più specializzato in quei campi, direi.
EDIT:
L'istruttore di Systema Rjabko di Milano mi ha riferito questa cosa qui, che ha sentito altrove: quello che Kadochnikov fa in dieci movimenti, Rjabko lo fa con uno solo.
Comunque i due russi in questione si conoscono e si rispettano, come è giusto che sia. :)
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capisco
era solo una mia impressione da non addetto ai lavori
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Dal sito del M. V. Vasiliev
Systema Milano
Instructor(s):
......
......
Email: iannonegiuseppe@yahoo.com
Web: www.systemamilano.it (http://www.systemamilano.it)
Instructor-in-Training: Giuseppe Iannone
- Training Systema since 2005
- Psychology graduate
Il suddetto signore dovrebbe prima di tutto evitare di (ritiro questo termine millantare) affermare di avere un titolo che non ha. Ad es. Luca Chiarato nell' ambito della stessa accademia sempre specifica correttamente il suo corretto status marziale. (e per quanto vale, ha il mio personale pieno rispetto)
Ed in qualsiasi caso si dovrebbe evitare di dare giudizi errati riguardo personaggi ai cui nessuno di noi è in grado di legare neanche le scarpe.
E' bene avere rispetto di Maestri che hanno realmente costruito il Systema.
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Scusa Masada, perchè dici che Iannone non ha quel titolo? ???
O ti sei offeso per la cosa su Kadochnikov? :-\
Io credo di sapere chi gliel'ha detta (senza nessun'intento offensivo e denigratorio), ma ovviamente sorvolerò, non è mio interesse provocare flame. Posso solo dire che è gente al di sopra di ogni sospetto, e che ha il massimo rispetto per il mitico Aleksej. :thsit:
Riguardo Iannone, è uno degli istruttori certificati dalla "sezione Europea" del Systema, quella che fa capo direttamente a Rjabko. Per quello che ne so, si è fatto il culo in Germania per 5 anni vivendo da emigrante per amore del Systema. Il fatto che figuri come instructor-in-training su quel sito, anzi, significa una sola cosa, secondo me: che sia voluto passare sotto l'ombrello della sezione "canadese" di Vasiliev, e per farlo sia dovuto addirittura retrocedere da Istruttore Certificato a Istruttore in Training.
E' un bravissimo ragazzo, l'ho conosciuto di persona. Si è sbattuto molto per seguire la sua passione, e non credo che meriti quelle parole, Masada. :pla:
Passo ora a chiarire la differenza fra i due "titoli" (per quello che ho capito).
Istruttore certificato è colui che va in Canada da Vasiliev, si allena con lui per il tempo necessario (2 settimane o qualche mese), e se secondo Vladimir è diventato bravo viene sottoposto a un esame (abbastanza proforma, alla fine...un pò come discutere la tesi di laurea col professore che ti ha già conosciuto e valutato). Va da sè che Vasiliev consiglia a chi vive lontano da lui di addestrarsi prima "da soli", e solo se le cose vanno bene andare lì a Toronto, tanto per evitare di fare un viaggio a vuoto.
Istruttore in training è colui che nonostante non abbia fatto quanto sopra, viene autorizzato (durante una verifica che si fa informalmente in occasione degli stage) a condurre gli allenamenti, insegnando ovviamente solo quanto ha realmente imparato a fare.
(Poi ci sono io, autorizzato a creare un gruppetto di allenamento perchè in possesso dei rudimenti di base sui quali esercitarsi, senza alcuna pretesa "ufficiale" e sempre con la massima umiltà di fronte a chi ne sa più di me).
Questo perchè in 20 anni sono stati certificati solo 300-350 istruttori, e non tremila, in quanto Vasiliev vuole valutare personalmente la bontà di chi poi andrà ad insegnare usando il suo nome. Bocciati? Non ci sono.
Non ammessi all'esame perchè bisognosi di altra pratica? Certo che ci sono. Ti ho detto che è come all'università... :P
Inoltre, la figura dell'istruttore in training vuole essere un compromesso fra chi vuole allenarsi sul serio ma non è "logisticamente" in grado di seguire l'iter normale per certificarsi... è il caso di gente bravissima che però per motivi vari (famiglia, lavoro, soldi ecc..) non può andare a farsi la "vacanza" in Canada. Un modo per poter aumentare la presenza di persone sinceramente impegnate in più livelli nella diffusione di questo percorso marziale.
Concludendo, amico, non vedo alcuna mancanza di rispetto verso nessuno. ;)
Spero di essere stato cortese ed esaustivo. :)
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(http://farm4.static.flickr.com/3102/2310482217_cbac224223.jpg)
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(http://3.bp.blogspot.com/_0H4R-OWfHRA/TNaU_bWO3qI/AAAAAAAAAlE/pOBc9kRGstU/s1600/the_walking_dead.jpg)
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Ne parlai sul vecchio FAM.
Può sembrare la stessa cosa, ma non è così. L'approccio è diverso, ha finalità diverse e diverse "funzionalità", rispetto al Systema di Rjabko/Vasiliev, senza denigrare nulla, ovviamente. E' maggiormente impiegato per l'esercito regolare o per un certo tipo di Spetsnaz dai compiti più "convenzionali" (sabotaggi, demolizioni) rispetto a controspionaggio militare, antiterrorismo e protezione personale.
E' più specializzato in quei campi, direi.
EDIT:
L'istruttore di Systema Rjabko di Milano mi ha riferito questa cosa qui, che ha sentito altrove: quello che Kadochnikov fa in dieci movimenti, Rjabko lo fa con uno solo.
Comunque i due russi in questione si conoscono e si rispettano, come è giusto che sia. :)
Se mi permetti aggiungo delle cose.
Mi sono messo un pò a "studiare" e posso dire che i vari stili di Systema nati dopo la Rivoluzione rossa hanno tutti un ceppo comune: il Systema Spiridonov. Dalle mie ricerche posso dire che i metodi di Rjabko e Kadochnikov sono molto vicini poichè il Systema Spiridonov oltre che creato per la polizia segreta e le forze speciali fù creato appositamente per i Sokoli Stalina, quindi appreso dal padre e zio di Rjabko e Kadochnikov era uno degli allievi di Spiridonov. In pratica il Systema Kadochnikova non è altro che il Systema di Spiridonov con l'aggiunta dei principi di fisica di Kadochnikov(è ingegnere). :)
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prendendo spunto dal post precedente, sarebbe bello avere un sunto condensato della storia ed evoluzione del systema (sempre che non sia già stata fatta)
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Allora come richiesto dal Sommo, prova a fare un sunto sulle origini del Systema, ho dovuto tradurre un po' dal francese...
Partiamo dalle origini:
La creazione di un metodo di combattimento prima del Sambo. Il Samoz.
Il Samoz è un'arte marziale russa. E 'stata creata da Viktor Spiridonov Afanasevich durante la Prima Guerra Mondiale .Veterano della guerra russo-giapponese del 1905 , Viktor Spiridonov si basa per sviluppare il suo sistema di combattimento sulla sua esperienza personale di combattimento in trincea, dove è stato mutilato durante la guerra da una baionetta. Lui era malato e di piccola statura e ha composto un sistema di combattimento per far fronte al peggiore degli scenari nelle condizioni più estreme e situazioni di combattimento sfavorevole, tenendo conto dei fattori di stress, paura e disperazione. Spiridonov era un esperto ginnastica militare applicata, una sorta di miscela di tecniche di fitness e di combattimento. E 'importante notare che in questo momento, non esiste un sistema di battaglia "ufficiale" sistematicamente insegnato al personale militare. Ha anche studiato per diversi anni, una versione europea del Jujutsu giapponese. E' sulla base della ginnastica applicata militare, una conoscenza approfondita della biomeccanica del corpo umano (già molto avanzata in URSS a quel tempo), la psicologia di Jujutsu e la sua esperienza di combattimento in condizioni estreme, che ha sviluppato il Samoz.
Viktor A. Spiridonov si riferisce al suo sistema di combattimento con "Sam" o "Samoz", abbreviazione di "Samozashchita", che significa semplicemente "autodifesa".
Va rilevato che il Sambo è stata successivamente sviluppata in modo diverso da quello che è il Samoz con l'arrivo di un altro specialista di combattimento militare, Vasilij Sergeevic Oshchepkov, che è il vero ideatore del Sambo.
L'efficacia è il criterio principale del Samoz. Il Samoz di Spiridonov è insegnata in gran segreto presso il Club Dynamo, centro di formazione del KGB (ex NKVD), fondata dal capitano K. Voroshilov, che era responsabile dello sviluppo del combattimentocorpo a corpo.
Viktor Spiridonov è stato il primo istruttore assunto specificamente per insegnare alle truppe speciali di Joseph Stalin (vero nome, Iosif Vissarionovic Djougatchvili), il famoso "Sokoli Stalin," Stalin Falcons, sue guardie del corpo personali.
Questo sistema di combattimento a mani nude ha una gamma di tecniche di combattimento differenti, unisce le forme native dell' Unione Sovietica e le tecniche più efficaci da altri sistemi. L'integrazione del Fitness militare applicato a questo metodo occupa un posto di primo piano nello sviluppo del Samoz. L'approccio al Samoz consente di sviluppare consapevolezza e coscienza psicofisiologica utilizzando esercizi di biomeccanica e di lotte. Il concetto di "arte" è assente in questo stile di autodifesa .Imparare il Samoz significa: minimo consumo di energia per generare la massima efficienza. Lo stile di Spirodonov, a causa di alcune somiglianze, può evocare una sembrare una sorta di Aikido di “sapore russo”.
Nonostante la segretezza che circonda la creazione e l'insegnamento del Samoz questa arte marziale ha avuto un impatto significativo sullo sviluppo di molti altri metodi di combattimento sviluppato dopo la Rivoluzione d'Ottobre e durante il periodo della Guerra Fredda .Il Samoz di Spirodonov influenzò fortemente le diverse forme di Sambo russo ("Boevoe Sambo" e "Borba Sambo) ed è l'origine delle versioni moderne di Systema .
Ancora oggi, lo stile di Spirodonov è molto, molto raramente osservato e dimostrato al di fuori dei gruppi di forze speciali in Russia.
continua...
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Dal Samoz al Systema
Il Samoz Spiridonov è insegnato in gran segreto alla Dynamo per le truppe speciali di Joseph Stalin, il "Sokoli Stalin, le guardie del corpo personali.
Dei membro della famosa "Sokoli Stalin"(padre e zio), avrebbero insegnato a Mikhail Rjabko il Samoz di Spiridonov. Mikhail Rjabko è molto discreto, circa l'origine del Systema, evoluta forma del Samoz. Il colonnello Mikhail Rjabko è stato l'istruttore del capitano Vladimir Vasiliev e Vladimir Vasiliev e Mikhail Ryabko sono “l'origine del Systema Ryabko”. E 'quindi importante capire che Ryabko e Vasiliev non hanno torto quando affermano che il loro Systema non deriva dal Sambo stesso, infatti la creazione del Sambo è successiva/parallela al Samoz insegnato ai Sokoli Stalina. Quindi il Systema comprende in parte l'influenza del Sambo e del Samoz (il Sambo faceva già parte del Samoz in quanto Viktor Spiridonov aveva creato una forma di sport nel Samoz per addestrare i membri del NKVD. Questo metodo “sportivo”sarà ripreso da Vasily Oshchepkov con la venuta del Sambo).
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Firo tanto di cappello.
Spero Tu abbia altre informazioni da condividere.
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Grazie mille Firo
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Mi scuso con gli Utenti del Forum in quanto ieri ho utilizzato un termine "forte" che va al di là delle mie intenzioni.
Ritenendo questa parola oltre il significato del concetto che volevo esprimere la ritiro.
Voglio specificare che non è nelle mie intenzioni recare offesa alla persona che ho citato
e di cui per corretezza, non sapendo se ha l' occasione di leggere questo Forum, mi
astengo dallo scriverne nuovamente il nome.
Il mio intento era semplicemente di evidenziare una palese incongruenza, se poi questo può
essere di qualche interesse, tra quanto riportato sul sito di questa persona in Italia e quanto scritto riguardo le qualifiche dello stesso sul sito del M. Vl. Vasiliev.
Faccio a questo punto un passo indietro.
Se in qualche modo attraverso il Forum ho arrecato fastidio o offesa con le mie parole di ieri, con lo stesso mezzo voglio riequilibrare con queste altre parole la bilancia dell' equilibrio e del buonsenso, non essendo avezzo ad andare sopra le righe.
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Per Wolvie:
prendo per buono quanto scrivi, non voglio assolutamente polemizzare.
Sui siti sono scritte cose che si contraddicono, ma non e poi così rilevante.
Pratichiamo Systema e diffondiamolo con la serenità d' animo che lo contraddistingue.
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(http://www.ilcomuneinforma.it/viaggi/wp-content/uploads/2007/12/arcobaleno.jpg)
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Per Wolvie:
prendo per buono quanto scrivi, non voglio assolutamente polemizzare. Sui siti sono scritte cose che si contraddicono, ma non e poi così rilevante.
Beh, io ti ho detto quello che credo e penso a riguardo e che comunque ho riscontrato di persona, vai tranquillo, ne possiamo discutere, anche in privato, no problem. Siamo qui per imparare, dopotutto. :pla:
E comunque hai ragione, non sono queste le cose rilevanti.
Io stesso non disdegno i video di Arkadij, proprio perchè un approccio più "scientifico" alla biomeccanica del Systema a volte mi rende più facile capire l'istintualità del movimento come insegnato da Rjabko. Infatti su cose che non so fare sono molto più razionale che istintivo... come a dire che voglio sapere come funziona, prima di provarlo ;) ! Ed infatti quelle due nozioni di fisica che ancora mi ricordo mi hanno convinto della bontà del metodo russo in generale (e qui includo anche il Sambo, che le sue cose assurde e bastarde ce le ha eccome). Figurati se mi metto a dire "questo è meglio di quello". :-X
Che esempio daremmo? :D
Pratichiamo Systema e diffondiamolo con la serenità d'animo che lo contraddistingue.
Senza ombra di dubbio! :sur:
Altrimenti non è più Systema.. :thsit:
Ti ringrazio per la risposta. :)
@Firo
AZZ, ma tu hai studiato pure più di me!!! VADE RETRO!! :spruzz:
:D
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(http://www.ilcomuneinforma.it/viaggi/wp-content/uploads/2007/12/arcobaleno.jpg)
:-*
(http://1.bp.blogspot.com/_rtAaWOtig80/S_H2qjHDc9I/AAAAAAAABVo/ysJqamHGQ5k/s1600/folder.jpg)
Fine OT :halo:
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Grazie mille Firo
Di nulla :)
Firo tanto di cappello.
Spero Tu abbia altre informazioni da condividere.
Appena posso posterò altre info ;)
@Firo
AZZ, ma tu hai studiato pure più di me!!! VADE RETRO!! :spruzz:
:D
8) :D
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Sokoli Stalina
La storia della formazione delle truppe per operazioni speciali, commando, Spetsnaz, risale alla Rivoluzione d'Ottobre del 1917 in URSS . Dalla rivoluzione bolscevica, Joseph Stalin ha creato un piccolo gruppo intorno a lui, chiamato "Sokoli Stalina" che si traduce come "Falchi di Stalin".
Questo gruppo consisteva di soli trenta persone, erano le truppe d'assalto e di intervento di Stalin impiegate in qualità di guardie del corpo, eseguire missioni di sabotaggio e di omicidio, servizi di polizia segreta, ecc.
Il Sokoli Stalina riceveva una formazione specifica, essi sono stati addestrati al Samoz di Spiridonov sotto l'occhio vigile del NKVD. Il punto più importante di questa formazione era lo sviluppo con successo delle tattiche per le loro azioni passando inosservati e non avendo un “aspetto marziale”. Il Sokoli Stalina rimase in carica fino 1953 , dopo la morte di Stalin. Il gruppo è stato successivamente trasferito al KGB, GRU e di altri servizi segreti.
Il Samoz è spesso descritto come una specie di Aikido russo, ma in realtà si trova in tre correnti principali, a seconda del tipo di utilità Viktor Spiridonov insegnava agli operatori.
Le “specializzazioni” del suo addestramento venivano adattate alle esigenze dei vari gruppi militari: esercito regolare, la polizia segreta ("Sokoli Stalin", NKVD, KGB) commando speciale (Spetsnaz , RGU, ecc...). Parte dell'evoluzione del Samoz è rimasta tenuta a lungo nell'ombra dal KGB (ex NKVD) ed è stato classificato "Top Secret", quella utilizzata da un gruppo di élite: quella del Sokoli Stalina. I Stalin Sokoli sono stati la polizia segreta e guardia del corpo di Joseph Stalin fino alla sua morte. Nel 1953, dopo la morte di Stalin, il gruppo è stato sciolto per essere convertito alcuni anni dopo, sotto una nuova unità di forze speciali.
Le Forze speciali sono passati attraverso diversi nomi come "Reydoviki", ma sono generalmente conosciute sotto il nome di Spetsnaz. Il nome Spetsnaz deriva da un acronimo per "special'nogo naznačenija” che vuol dire forze speciali. La maggior parte degli Spetsnaz è controllata da un gruppo chiamato GRU "glavnoe razvedyvatel'noe upravlenie, ", che significa "direttorato principale per l'informazione ". Il compito dello Spetsnaz è quello di condurre operazioni di ricognizione speciale (Spetsialnaya Razvedki) ed è definito come segue: il riconoscimento di sovvertire la politica, economica, il potenziale militare e morale di un effettivo o potenziale nemico.
Lo scopo principale del riconoscimento speciale è quello di acquisire informazioni sulle principali installazioni militari e la necessità di distruggere o disattivare le stesse, organizzare la sovversione e sabotaggi, conducendo una operazione punitiva contro i ribelli; eseguire propaganda, formare e condurre un gruppo di insorti.
Ci sono anche tra i compiti di Spetsnaz, le operazioni anti-terrorismo, liberazione di ostaggi, e altre operazioni che richiedono un particolare addestramento.
L'evoluzione del Samoz dei Sokili Stalina divenne successivamente, nel tempo e sotto la supervisione del KGB , il "Combat Sambo Spetsnaz", oggi conosciuto con il nome " Systema ".
Si trovano così le tre correnti principali generale Samoz, suddivisi come segue e sono spiegati dei confronti con alcune arti Giapponesi:
Samoz per la polizia: una forma di auto-difesa progettata per neutralizzare il nemico con il minimo di collisione, di controllarlo, di fermarlo per arrestarlo.Le tecniche di rottura sono presenti, ma sono usati più come un diversivo, l'accento è posto invece sulle tecniche di controllo e di difesa comune contro le armi bianche e armi da fuoco. Questo sistema è molto simile a Taihojutsu giapponese.
Samoz applicato ai militari: forma di combattimento destinato a danneggiare, disattivare o uccidere il nemico. In questa versione, tecniche di percussione, proiezioni, lussazioni sono onnipresenti, come lo sono le tecniche di coltello, bastone, catena, spada, pistola, ecc. Nella sua concezione, il Samoz è stato sviluppato per i militari di minor statura o soldati feriti in modo che possano combattere e uscire vittoriosi da una battaglia per questi ultimi in svantaggio. Ci sono molte somiglianze tra questo sistema e il Taijutsu , il Jujutsu e Aikijutsu giapponese.
Samoz applicato al KGB: Questa forma di combattimento è stata creata in modo da passare quasi inosservato quando viene utilizzato. La sua origine risale agli inizi della Guerra Fredda. Quando si guarda a prima vista, la pratica di questa forma di combattimento, può sembrare naturale senza forma. L'agente del KGB con questo metodo sembra fare movimenti innoqui, agganciando il suo avversario, sbarazzandosi della sua vittima quasi invisibile in mezzo alla folla. L'accento è posto sul vantaggio dei principi delle tecniche di combattimento su se stessi. Bisogna sempre agire con moderazione, con un minimo di movimento e di energia, per ottenere la massima efficienza. Questa forma può sembrare tra Aikijutsu , l' Aikido e Kenpo . Vi è anche una filosofia di applicazione avendo molte somiglianze con Ninjutsu: agire senza essere visto, scomparire rapidamente, adattare e lottare in ogni situazione.
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:sur:
Piccola nota: Reydoviki si può tradurre con "incursori", da "rejd" --> trascrizione letterale dell'inglese "raid" (attacco, assalto, incursione).
(Nonostante il purismo linguistico sovietico, sono moltissimi i termini tecnici importati dalle altre lingue).
Davàj, prodalzhàj!!! (Forza, continua!!!) ;)
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complimenti Firo :)
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E' un bravo wuaglione ;)
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complimenti Firo :)
E' un bravo wuaglione ;)
Grazie ragazzi :-[ :)
Appena posso posto ancora altre info.
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Prossimo evento a Milano ....sabato 22 gennaio 2011---
per tutti gli amici iniziamo alle ore 10 :00---
(http://cuorediluce.myblog.it/media/00/02/1352766612.jpg)
PALESTRA - Via Montenero 15
Garbagnate Milanese (MI)
costo 35 euro
Stage aperto a tutti
INFO :
http://www.systematraininggrouppadova.it/index.php?option=com_content&view=category&id=36&Itemid=64&lang=it (http://www.systematraininggrouppadova.it/index.php?option=com_content&view=category&id=36&Itemid=64&lang=it)
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interessante...
WNS che ne dici?
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It depends...
1) how much?
2) quando vado in fiera, se sabato o domenica (internazionale canina, 22/23 gennaio 2011)
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aaaaaaaah per una volta che non intendevo paccare io! XD
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è casuale la scelta del posto o li in zona c'è un gruppo di studio/allenamento?
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opportuna per creare un gruppo di lavoro... :)
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;)
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Video Versillia 2010......un grazie a Marco per il montaggio e le riprese...
Systema - Martial Marathon 2010 (https://www.youtube.com/watch?v=qojvZMEmtWg#ws)
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io allo stage conto di esserci
??? ma se qualcuno mentre mi riscaldo prova a prendermi a bastonate, pugni o scarpate, lo prendo a martellate sulle dita dei piedi! :pol:
:halo:
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Manca il link all'agenda :=)
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nessuno ti prende a scarpate ...specialmente ad un primo stage ;)
quelli diciamo un po' sotto pressione erano ragazzi che seguono Luca da
anni...
Non si tratta di fare duri ma di mantenere il respiro e il corpo rilassato
in situazione di stress piu' alto ...ma ripeto viene effettuato con chi ha
gia' confidenza con systema ...da tempo...
ciao campione
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Manca il link all'agenda :=)
non inserisco nell'agenda ma solo nel trhead perche' ho visto che inserendo piu' stage non riesco ad inserirlo in questo thread e quindi appesantisco la sezione con molte segnalazioni avente lo stesso tema..
grazie Giorgia
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nessuno ti prende a scarpate ...specialmente ad un primo stage ;)
quelli diciamo un po' sotto pressione erano ragazzi che seguono Luca da
anni...
Non si tratta di fare duri ma di mantenere il respiro e il corpo rilassato
in situazione di stress piu' alto ...ma ripeto viene effettuato con chi ha
gia' confidenza con systema ...da tempo...
ciao campione
si, si...
dite sempre così
tanto io il martello lo porto lo stesso!
ci sarai anche tu?
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nessuno ti prende a scarpate ...specialmente ad un primo stage ;)
quelli diciamo un po' sotto pressione erano ragazzi che seguono Luca da
anni...
Non si tratta di fare duri ma di mantenere il respiro e il corpo rilassato
in situazione di stress piu' alto ...ma ripeto viene effettuato con chi ha
gia' confidenza con systema ...da tempo...
ciao campione
si, si...
dite sempre così
tanto io il martello lo porto lo stesso!
ci sarai anche tu?
XD
presente all'appello :=)
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eccellente
(http://www.soloenduro.it/photopost1/data//500/2215MrBurns.gif)
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Ciao a tutti.
Ho letto con molta attenzione e la cosa mi piace molto.
Penso che saro' presente allo stage di garbagnate.
Mi piacerebbe avere un commeto di John sul Systema. Chiedo a Jhon in quanto praticante di un metodo " reale " e quindi mi puo' dare la sua visone onesta su quello che sa riaguardo il Systema.
Concludo dicendo che sto leggendo un libro: I viaggi di socrate di Dan Millman, che parla della russia e anche del Systema ed e' molto interessante!
Ciao a tutti.
Jivalla
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possiamo creare una delegazione del forum per lo stage allora :)
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possiamo creare una delegazione del forum per lo stage allora :)
per te ci sara' il comitato di benvenuto... :blue: :pol:
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Siccome ho un locale all'interno di uno studio medico, locale gradevole e confortevole, volevo andare allo stage di Garbagnate e se la cosa mi piaceva, contattare l'istruttore di Systema di Milano e chiedergli lezioni private da me, che non pago nessun affitto.
Aspetto sempre impressioni di John o di chi abbia frequentato lezioni di systema da scettico e abbia cambiato idea!
Grazie.
Jivalla ....
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possiamo creare una delegazione del forum per lo stage allora :)
per te ci sara' il comitato di benvenuto... :blue: :pol:
vengo in borghese... non di pietra effetto "gargoyle", vammi a beccare! :nin:
Siccome ho un locale all'interno di uno studio medico, locale gradevole e confortevole, volevo andare allo stage di Garbagnate e se la cosa mi piaceva, contattare l'istruttore di Systema di Milano e chiedergli lezioni private da me, che non pago nessun affitto.
si va beh, ma non è simpatico bullarsi di tutto questo quando poi io (se mi convertirò) non saprò minimamente dove e con chi praticare... :dis:
Aspetto sempre impressioni di John o di chi abbia frequentato lezioni di systema da scettico e abbia cambiato idea!
io conto di farlo dopo, per ora lo scettico che vuole provare sono io :=)
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nessuno ti prende a scarpate ...specialmente ad un primo stage ;)
quelli diciamo un po' sotto pressione erano ragazzi che seguono Luca da
anni...
Non si tratta di fare duri ma di mantenere il respiro e il corpo rilassato
in situazione di stress piu' alto ...ma ripeto viene effettuato con chi ha
gia' confidenza con systema ...da tempo...
ciao campione
si, si...
dite sempre così
tanto io il martello lo porto lo stesso!
ci sarai anche tu?
Shhh, che forse ci si incontra.. ;)
E poi non ti devi preoccupare, ci penso io a "supportarti" negli esercizi XD
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Cammina sui tuoi pugni per colpire bene.
Articolo di Vladimir Vasiliev pubblicato il 19 Settembre 2006.
Vi sono molti fattori che impediscono di sferrare dei colpi potenti e precisi. Uno dei principali è la paura inconscia dell’urto, che rimane tale fino a che non ci si accorge di questo problema e ci si lavora su. Molte persone hanno paura di farsi male quando colpiscono, e questo spiega perché in molti sport di contatto come la boxe si indossano guantoni o ci si benda le mani prima di combattere.
Questa paura porta a stringere troppo i pugni, così i muscoli dell’avambraccio diventano troppo tesi e molta della forza è dispersa, rendendo il colpo meno potente. E’ importante che il pugno sia pesante ma non teso, mentre il resto del corpo rimane rilassato.
Se l’avambraccio è teso, il raggio d’azione del colpo cambia, diventa più corto. Bisogna quindi compensare avvicinandosi al bersaglio, perdendo efficacia.
In molti sport vediamo l’uso di tecniche in cui si mette tutto il proprio peso nel colpo, mettendo i piedi in un certo modo e protendendo il corpo nella direzione del colpo. Queste tecniche aumentano la tensione del corpo, e come sappiamo ciò limita la mobilità e espone al rischio di “telefonare” i colpi. In più, si applica molta pressione su parti del corpo naturalmente deboli come polsi e dita, esponendo al rischio di infortuni. Si può vedere chiaramente che in questo modo non è possibile colpire con precisione. Con quale precisione si può colpire con un martello da demolizione? Oppure immaginiamo di provare a scrivere con una penna usando il movimento del corpo. Lo stesso principio si applica ai colpi: muscoli precisi devono compiere lavori precisi.
Nel Systema, si tendono solo i muscoli che servono.
Un altro comune errore nello sferrare pugni è perdere la forma della mano rompendo l’allineamento fra le nocche e il gomito. Non ci deve essere alcun angolo a livello del polso, altrimenti si perderà forza.
I seguenti esercizi tratti dal “Summit of Masters” sono raccomandati a tutti i praticanti di arti marziali, al fine di aumentare le proprie abilità e lo stato di salute delle proprie articolazioni.
Nota bene:
Qualsiasi esercizio che non include un beneficio salutistico è destinato a distruggere il corpo, nel lungo periodo. Questo non sarà forse evidente nell’immediato, ma con l’età diventa ben visibile.
Esercizio 1 – Camminata coi pugni su compagno a terra
Un partner a terra supino con le braccia lungo i fianchi. In posizione da flessione, sui pugni, iniziare a camminare dalla vita e risalire per il petto, le spalle e sulle braccia. Appoggiate i pugni sulle zone che vi danno una buona superficie di contatto. Cercare di mantenere sempre ampia questa superficie, in modo da stare a contatto con tutto il pugno. Cercate e lavorate sui punti in cui vi sentite più bilanciati e sempre in modo che il partner a terra non si faccia male.
Se siete a vostro agio non avrete paura di danneggiare il partner a terra, rilasserete le spalle, aumenterete la sensibilità e non farete male eccessivo. Nel Systema, avere le spalle rilassate è molto importante, perché aumenta la sensibilità delle braccia e delle mani.
Quando si cammina sui pugni, la superficie dove appoggiarsi è molto piccola, e non si deve tendere troppo il corpo e le braccia, altrimenti si inizia a scivolare.
Inoltre in questo esercizio si impara a scegliere la giusta distanza e ad aggiustare la postura in maniera dinamica, cosa che è propedeutica per colpire bene. Si è costretti a scegliere i punti giusti del corpo del partner su cui colpire efficacemente. Si impara perciò a sviluppare precisione e profondità d’impatto nel colpo.
Il partner a sua volta subisce l’esercizio come un massaggio in cui impara a localizzare i suoi punti di tensione nel corpo (e rilassarli per non farsi male, NdT) dato che chi cammina imparerà a riconoscerli istintivamente.
Ricordate di respirare continuamente durante tutto l’esercizio.
E’ bene ripetere due volte quest’esercizio con il partner steso sulla schiena, e una terza volta steso sulla pancia, iniziando a camminare dai piedi.
Esercizio 2 – Camminata coi pugni – Partner contro il muro.
Il partner sta appoggiato di schiena al muro, rilassato, braccia stese lungo i fianchi. Mettersi di fronte a lui con i piedi molto distanziati e camminare sui pugni iniziando da sopra il ginocchio e risalire fino alle spalle e alle braccia, allungando le gambe e aggiustando la postura se è necessario.
Come prima, tre ripetizioni, di cui l’ultima con il partner in faccia al muro, iniziando dai piedi.
Ci si accorgerà di come, in posizione eretta, la tensione dei muscoli del partner sarà diversa da quella da sdraiati. Risponderà alla pressione in modo diverso, e sarà meno stabile. Questo rappresenta un ottimo metodo per imparare a lavorare più accuratamente sugli angoli e sulla quantità di pressione esercitata dai pugni.
Ricordarsi di respirare continuamente.
Esercizio 3 – Camminata coi pugni sul muro.
In questo esercizio si lavora da soli su sé stessi. Con le gambe piegate, di fronte e appoggiati sui pugni, risalire il muro partendo dal basso, aggiustando via via la postura.
Ripetere almeno un paio di volte, ricordandosi di respirare sempre.
In questo modo, si impara a gestire il contatto con una superficie dura. Tutto il corpo deve assumere il giusto assetto per minimizzare i danni. Più si è tesi, più farà male. Si è costretti ad imparare a rilassare le spalle facendo in modo che, quando poi si andrà a colpire sul serio, non ci sarà un ritorno di energia nel corpo.
Buona camminata sui pugni….
Link all’articolo originale:
http://www.russianmartialart.com/main.php?page=article_info&articles_id=15&osCsid=836fb1dfb711b6fcf564e816f1417464 (http://www.russianmartialart.com/main.php?page=article_info&articles_id=15&osCsid=836fb1dfb711b6fcf564e816f1417464)
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Shhh, che forse ci si incontra..
E poi non ti devi preoccupare, ci penso io a "supportarti" negli esercizi
bene bene
però, "supportami" tenendo le manine a posto, che qui "amici amici" ma non mi fido troppo! :blue:
;)
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:D
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Mi piacerebbe avere un commeto di John sul Systema. Chiedo a Jhon in quanto praticante di un metodo " reale " e quindi mi puo' dare la sua visone onesta su quello che sa riaguardo il Systema.
è emblematico questo silenzio da parte di John! XD
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... Io aspetto .... :whistle:
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Mi piacerebbe avere un commeto di John sul Systema. Chiedo a Jhon in quanto praticante di un metodo " reale " e quindi mi puo' dare la sua visone onesta su quello che sa riaguardo il Systema.
è emblematico questo silenzio da parte di John! XD
In realtà ho letto per caso.
La mia posizione è abbastanza nota, c'è una parte tecnica del Systema che trovo interessante per ovvie attinenze con quello che faccio e ad occhio è la parte condivisa dai vari stili di systema esistenti.
Poi c'è questa questione del no contact....ora, io di contact ne ho masticato parecchio quindi è ovvio un pò di scetticismo, supportato dal fatto che anche sul no contact gli stessi praticanti nn riescono a fornire, volenti o nolenti, una spiegazione soddisfacente...ma allo stesso tempo ci sono le dichiarazioni favorevoli di persone che considero serie e che nn credo, spero almeno..., si esporrebbero al pubblico ludibrio per mere valutazioni commerciali.
Motivo per cui mi riprometto quanto prima di provare con mano, soprattutto perchè questa cosa deve avere potenziale nella realtà e nn in ambienti confinati e circoscritti, e poi dare un giudizio.
Basta che poi però nn mi si venga a dire che quel giorno, se..., il master aveva problemi di cefalea... XD
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:=)
Tranquillo John, il no contact è solo una piccola parte del Systema, più una conseguenza che un fine, almeno per quello che ne ho capito.
Resta un lavoro concreto e realistico che molte persone hanno definito interessante e affascinante per la sua complessità e completezza. Il potenziale reale ci sta, ed è a disposizione di chiunque sia interessato.
Nel mio piccolo, ad esempio, il condizionamento fisico, psichico e mentale lo vedrei utilissimo a "rimettere in forma" il praticante che ne abbia bisogno, prima di passare a routine più "agonistiche" ;) come l'ECF, che se non sei un pò allenato scappi dopo due minuti:-X , specialmente se l'istruttore è un tipaccio come te :D
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Considerazioni tratte da una lezione
Articolo di Vladimir Vasiliev pubblicato il 31 ottobre 2006.
Un essere umano è un sistema completo, e per questo dobbiamo rendere tale anche il nostro addestramento (è questa la ragione per cui il nostro approccio didattico si chiama Systema)
Molti sport e arti marziali hanno come presupposto che chi inizi l’addestramento sia già in buona forma. Ma nei fatti non sempre è così. Parametri fisiologici come frequenza cardiaca, pressione sanguigna, capacità polmonare, postura, resistenza e scioltezza di muscoli e articolazioni e condizioni mentali sono raramente quelle ideali. E ancor meno è facile che uno sia già in possesso di una psiche stabile ed equilibrata, libera da paura e altre emozioni dannose.
Detto questo, ci poniamo come obbiettivo:
- Rendere l’addestramento un processo graduale di ripristino delle condizioni di salute che possiamo aver perso;
- Costruire le nostre abilità, correttamente supportate dalle nostre capacità fisiche e psicologiche;
- Aiutare il compagno d’allenamento a raggiungere il nostro livello di abilità e forma fisica, in modo da poter “crescere” sempre di più grazie a lui, e viceversa.
Quindi, le considerazioni di addestramento sono:
1 - Usare la respirazione come fondamento di tutto ciò che si fa. A lezione, assicuratevi che sia voi che i compagni di allenamento respiriate sempre correttamente, a prescindere da ciò che succede. Sarete ancora più in grado di rilassarvi, recuperare e calmarvi psicologicamente. (Leggere come e perché in “Let Every Breath…”)
Un comune esempio di interruzione dannosa della respirazione può essere un podista che trattiene il respiro negli ultimi metri davanti al traguardo o un sollevatore di pesi che va in apnea durante l’ultima ripetizione. Questi atleti potranno anche raggiungere il risultato, ma avranno provocato un certo danno al cuore, forzandolo a lavorare di più per compensare quella mancanza di ossigeno.
Ogni praticante di Systema con un minimo di esperienza sa bene che il miglior modo di mantenere un movimento fluido continuo è tramite la respirazione. Trattenere il respiro costringe a interrompere il movimento. Invece, anche se si viene costretti a stare fermi, continuando a respirare ci si continuerà a muovere.
2 - Tenere la postura naturale del corpo in ogni movimento. Schiena dritta e una buona postura mantengono rilassati e calmi, aiutano il cuore, i polmoni e il sistema nervoso a lavorare per bene. Scioltezza, calma e naturalità del movimento sono legate alla giusta postura. Un esempio banale può essere la camminata di un leone: fluida e mobile vista da fuori, piena di potenza, concentrazione e prontezza nello scatto, dentro.
Inoltre, ogni posizione innaturale rende molto difficile assorbire i colpi. E, ancora più importante, l’avversario individuerà subito il punto debole di questa postura, e lo colpirà senza pensarci due volte.
3 - Elasticità “fisica” e “psicologica” saranno discusse in un prossimo articolo.
4 - Praticate l’uso dei colpi in maniera correttamente progressiva (iniziare appoggiando le mani, poi continuare con spinte e pressioni, combinare il contatto con la respirazione ecc., come avevamo già detto nel precedente articolo). In questo modo impariamo a gestire la normale paura di farci male le mani e il corpo durante i colpi, evitando di stare troppo tesi. Infatti questo esercizio rende abili nel “vedere” dove colpire, cioè le aree di tensione o di reazione sul proprio compagno. Poi aiuteremo lui a fare lo stesso, a recuperare da vecchi colpi mai assorbiti, e a sbarazzarsi di tensione e paura tramite patterns respiratori.
Uno degli obbiettivi del colpire è quello di “rompere il guscio”. E infatti bisogna farlo per bene, come quando si deve rompere un uovo; bisogna usare abbastanza forza per aprire un buco nel guscio, ma se è troppa romperemo tutto e distruggeremo il contenuto. E questa situazione sarebbe molto difficile da “aggiustare”. Può sembrare che alcune persone siano in grado di incassare pugni anche molto forti, ma questa “resistenza” è spesso costruita da strati di paura che rafforzano sì questo guscio, ma lo fanno crescere verso l’interno, togliendo posto al vivo e mobile “spazio interno” del corpo. Il risultato finale consisterà in maggiori danni fisici e perdita della salute.
Quindi, bisogna provare ad avere un approccio di allenamento globale e completo: arrivo in palestra, lavoro di “costruzione” delle abilità, esecuzione corretta degli esercizi, recupero e condivisione in modo da progredire continuamente.
Link all’articolo originale:
http://www.russianmartialart.com/main.php?page=article_info&articles_id=17&osCsid=f58250b9734638d846e3e4f1a21fa00a (http://www.russianmartialart.com/main.php?page=article_info&articles_id=17&osCsid=f58250b9734638d846e3e4f1a21fa00a)
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Applicazioni della respirazione
Articolo di Vladimir Vasiliev pubblicato il 17 luglio 2007
Come respirare per prepararsi a un combattimento?
Quando una persona percepisce il pericolo ma non è preparata a gestirlo, le sue pulsazioni cardiache e la pressione sanguigna aumentano, mentre il respiro viene interrotto per qualche secondo: il cosiddetto “fiato mozzato” dalla paura. Il risultato di questo stress fisiologico è tensione e restrizione di movimento corporeo, incluso quello che serve per respirare. E quindi il cuore lavora di più, mentre il sangue fluisce ai muscoli ma non vi è abbastanza ossigeno.
Nel Systema, la preparazione respiratoria è molto semplice; al primo segno di stress, iniziare a respirare, accelerando il ritmo respiratorio in base a quello cardiaco. Inspirare col naso ed espirare con la bocca.
Inspirare con naso è molto importante. Possiamo facilmente vedere come inspirare profondamente attraverso il naso sia collegato al rilassamento, mentre con la bocca si tendono troppo i muscoli respiratori superiori. Una corretta respirazione aiuta a mantenere il corpo in postura corretta e bilanciata; dà stabilità e permette di colpire con la forza esattamente necessaria, in modo da non colpire “emotivamente”, cioè per rabbia o paura. Inoltre, aiuta a mantenere una psiche calma e lucida. Respirare correttamente previene la reazione di stress e i suoi sviluppi. Dato che questo tipo di respirazione è volontaria, essa prevale sulle altre reazioni respiratorie “inconsce”.
Accelerando il ritmo respiratorio si guadagna tono muscolare e reattività motoria allo stress. Cioò permette di raggiungere rapidamente e in maniera controllata uno stato di prontezza paragonabile a quella dell’aggressore, ma senza effetti dannosi sulla salute.
Il rilascio di adrenalina sotto stress può, ovviamente, far si che si possa reagire molto in fretta anche senza respirare, ma c’è una grande differenza. Smettendo di respirare si possono rischiare infortuni e affaticamento estremo a tutto il corpo, nonché mancanza di autocontrollo ed energia.
Respirando correttamente si inizia invece a controllare e dissipare la propria paura. Il risultato sarà riuscire a muoversi liberamente senza danni o infortuni e riuscire a mettere bene a fuoco la situazione.
Perchè è importante evitare movimenti superflui?
A prescindere dal proprio livello di esperienza, molti praticanti di Systema effettuano i cosiddetti “movimenti extra”, quando si preparano al contatto. Mentre stiamo per ricevere il contatto dal compagno d’allenamento, proviamo a rilassarci facendo dei movimenti ondeggianti con il petto, le spalle e le braccia sciogliendo il corpo. Questi movimenti preparatori del corpo sono accessori, non necessari in combattimento. Infatti, diminuiscono la precisione nel colpire e la libertà di movimento, dato che una volta iniziato un movimento ad onda bisogna “finirlo” interamente, e questo interferisce con l’efficacia.
Come fare per evitare ciò? Anche questo è semplice. Nelle fasi inizali dell’addestramento, alla vista della “minaccia”, inspirare. Questo stabilizzerà la psiche e il corpo. Poi, quando c’è il contatto, reagire espirando. Una volta padroneggiato questo principio e averlo messo in pratica, si diventerà molto più calmi, e non farà differenza se il contatto avviene quando si inspira o si espira. Si reagirà efficientemente a prescindere dalla fase respiratoria in cui si viene colpiti o altro. Per controllare i propri movimenti extra, ci si può affidare a uno specchio o anche riprendersi con una videocamera. Se c’è anche un buon istruttore ad osservarvi è ancora meglio. Raccomando anche di osservare Mihail Rjabko, e notare la sua calma interiore e apparente immobilità ed allo stesso tempo la sua grande e ben controllata potenza.
Link all’articolo originale:
http://www.russianmartialart.com/main.php?page=article_info&articles_id=20&osCsid=b5ac2382a4b1eb670bde24dd69733365 (http://www.russianmartialart.com/main.php?page=article_info&articles_id=20&osCsid=b5ac2382a4b1eb670bde24dd69733365)
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Prossimo evento a Milano ....sabato 22 gennaio 2011---
per tutti gli amici iniziamo alle ore 10 :00---
PALESTRA - Via Montenero 15
Garbagnate Milanese (MI)
costo 35 euro
Stage aperto a tutti
INFO :
http://www.systematraininggrouppadova.it/index.php?option=com_content&view=category&id=36&Itemid=64&lang=it (http://www.systematraininggrouppadova.it/index.php?option=com_content&view=category&id=36&Itemid=64&lang=it)
è richiesta la prenotazione?
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manda un email di conferma a Marco (lo trovi sul volantino)
ci penso io a dire che sei da incatenare appena arrivi :D :o
grazie
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grazie
mi camuffo, mando la mail da un altro account!
p.s. confermata la presenza! :pun:
chi ci sarà del forum a farmi compagnia? :sur:
WNS ha ricambiato uno degli innumerevoli pacchi che gli ho fatto io... :sbav:
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Grazie a tutti per la partecipazione ;)(http://imageplay.net/img/m7Gbd126944/167086_1821619704907_137264199.jpg) (http://imageplay.net/)
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:o
Gargo ha fatto davvero uno stage al di fuori del suo comune!!!
XD
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gargo ha anche avuto un incidente mentre tornava a casa :'(
non sono superstizioso, ma nel caso credo che eviterò qualsiasi altro contatto col Systema :-X
p.s. complimenti per lo stage, sicuramente interessante
magari appena mi riprendo un po' scrivo anche qualcosa
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Grazie a tutti per la partecipazione ;)
Ho partecipato per curiosità, perché mi piace verificare prima di giudicare, sopratutto i famosi tocchi da "svenimento".
Mi ero sempre chiesto, vendendo i filmati in rete, come fosse possibile che semplici pressioni potessero provocare quel tipo di cadute.
Non è così. Quando uno degli assistenti di Chiarato l'ha fatta su di me, non mi sono mosso, la tecnica non ha avuto nessun effetto, ma non perché resistevo, ma perché non sentivo nulla.
Lui mi dice "sei troppo rigido".
"Ok", dico io "...quindi?"
lui, "dovresti lasciarti andare per assecondare la tecnica"
io, "Perché? finché non sento dolore, a terra non ci finisco e nel momento in cui qualcuno alza una meno verso di me, lo tiro giù"
Lui chiama Chiarato e anche lui fa un paio di tentativi e quando spinge di più sulla pressione, comincio ad accusare dolore, ma non da farmi cadere a terra.
Mi dice che quando si incontrano resistenze tipo le mie, bisogna ammorbidire la persona con qualche colpo. (Non può farlo subito allora?)
Sui pugni ad onda ho delle perplessità.
Premetto che quel tipo ti pugno è molto potente, ma è molto visibile in anticipo, prima che colpisca il bersaglio.
Ritengo Systema una buona Arte Marziale, come molte altre, con i suoi pregi e difetti, inadatta alla difesa da strada, proprio perché che ti aggredisce non ti asseconda per niente e farà di tutto per non farsi colpire.
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Qual'è Gargo?
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Grazie a tutti per la partecipazione ;)
Ho partecipato per curiosità, perché mi piace verificare prima di giudicare, sopratutto i famosi tocchi da "svenimento".
Mi ero sempre chiesto, vendendo i filmati in rete, come fosse possibile che semplici pressioni potessero provocare quel tipo di cadute.
Non è così. Quando uno degli assistenti di Chiarato l'ha fatta su di me, non mi sono mosso, la tecnica non ha avuto nessun effetto, ma non perché resistevo, ma perché non sentivo nulla.
Lui mi dice "sei troppo rigido".
"Ok", dico io "...quindi?"
lui, "dovresti lasciarti andare per assecondare la tecnica"
io, "Perché? finché non sento dolore, a terra non ci finisco e nel momento in cui qualcuno alza una meno verso di me, lo tiro giù"
Lui chiama Chiarato e anche lui fa un paio di tentativi e quando spinge di più sulla pressione, comincio ad accusare dolore, ma non da farmi cadere a terra.
Mi dice che quando si incontrano resistenze tipo le mie, bisogna ammorbidire la persona con qualche colpo. (Non può farlo subito allora?)
Sui pugni ad onda ho delle perplessità.
Premetto che quel tipo ti pugno è molto potente, ma è molto visibile in anticipo, prima che colpisca il bersaglio.
Ritengo Systema una buona Arte Marziale, come molte altre, con i suoi pregi e difetti, inadatta alla difesa da strada, proprio perché che ti aggredisce non ti asseconda per niente e farà di tutto per non farsi colpire.
intanto grazie per le tue riflessioni , e se tu ritieni di aver capito in 3 ore systema ben venga per te ,è usanza di lavorare leggero negli stage perche' non si sa il livello dei partecipanti e le problematiche fisiche che possono avere...Lo stage era improntato sul dare una panoramica introduttiva..... inoltre non abbiamo pretesa assolutamente che la cosa che facciamo piaccia a tutti i costi.
Accettiamo le tue critiche se fatte nello spirito costruttivo e quando torneremo a Milano se ti fa piacere sarai sempre il benvenuto.
grazie
-
Qual'è Gargo?
curiosone! :blue:
anche io ho partecipato per sana curiosità
ci ho trovato alcune cose interessanti che andrebbero approfondite, 3 ore sono un po' pochine per farsi un'idea chiara di un'arte complessa e vasta come il Systema, tant'è che anche se era in programma di vedere alcune difese da coltello, non si è riusciti a fare in tempo per farle. peccato ero molto curioso
altre cose non coincidono proprio col mio modo di intendere la difesa personale
altre cose ancora non le ho proprio capite ;D
Sui pugni ad onda ho delle perplessità.
Premetto che quel tipo ti pugno è molto potente, ma è molto visibile in anticipo, prima che colpisca il bersaglio
condivido questa perplessità
pugni di una potenza considerevole, tant'è che a subirne una decina sul colpitore da parte di Chiarato, ho ancora la mano indolenzita, ma molto visibile come attacco, pieno di movimenti preparatori e ampio.
mi è sembrato abbastanza anticipabile.
mentre le versioni meno ampie portate ad esempio con l'avambraccio o il gomito, o comunque coi pugni ma accorciando molto il movimento, possono funzionare solo a distanza ravvicinatissima. bisogna anche riuscirci ad arrivare! io non ho l'abitudine di far avvicinare tanto una persona a me in un contesto potenzialmente pericoloso, anche perchè si parlava comunque di distanze da gomitate, ginocchiate, testate/morsi e lotta...
nella mia ignoranza consideravo il Systema, appunto un sistema per la difesa personale
è molto di più
è un'arte marziale vera e propria molto vasta e caratteristica
è stato comunque uno stage piacevole, non mi aspettavo di trovare tanti praticanti in questa zona infatti mi è sembrato che i novellini a digiuno di Systema come me fossero proprio pochi
tutto ben organizzato, i praticanti sono stati simpatici e gentilissimi a provare, spiegare, aiutare e dare consigli
anche l'istruttore Chiarato è una persona professionale e simpatica, ha un bel modo di porsi e ha saputo creare un clima gradevole
p.s. peccato per il mio fiato che già dopo il riscaldamento era finito! :'(
ma almeno la mia mole mi ha avvantaggiato negli esercizi di lotta :sbav:
-
uso i miei poteri da paragnosta figlio di paragnosti
secondo accovacciato dalla dx(di chi guarda)?
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io non la vedo nemmeno tutta la foto, com'è sta storia? :dis:
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Qual'è Gargo?
curiosone! :blue:
anche io ho partecipato per sana curiosità
ci ho trovato alcune cose interessanti che andrebbero approfondite, 3 ore sono un po' pochine per farsi un'idea chiara di un'arte complessa e vasta come il Systema, tant'è che anche se era in programma di vedere alcune difese da coltello, non si è riusciti a fare in tempo per farle. peccato ero molto curioso
altre cose non coincidono proprio col mio modo di intendere la difesa personale
altre cose ancora non le ho proprio capite ;D
Sui pugni ad onda ho delle perplessità.
Premetto che quel tipo ti pugno è molto potente, ma è molto visibile in anticipo, prima che colpisca il bersaglio
condivido questa perplessità
pugni di una potenza considerevole, tant'è che a subirne una decina sul colpitore da parte di Chiarato, ho ancora la mano indolenzita, ma molto visibile come attacco, pieno di movimenti preparatori e ampio.
mi è sembrato abbastanza anticipabile.
mentre le versioni meno ampie portate ad esempio con l'avambraccio o il gomito, o comunque coi pugni ma accorciando molto il movimento, possono funzionare solo a distanza ravvicinatissima. bisogna anche riuscirci ad arrivare! io non ho l'abitudine di far avvicinare tanto una persona a me in un contesto potenzialmente pericoloso, anche perchè si parlava comunque di distanze da gomitate, ginocchiate, testate/morsi e lotta...
nella mia ignoranza consideravo il Systema, appunto un sistema per la difesa personale
è molto di più
è un'arte marziale vera e propria molto vasta e caratteristica
è stato comunque uno stage piacevole, non mi aspettavo di trovare tanti praticanti in questa zona infatti mi è sembrato che i novellini a digiuno di Systema come me fossero proprio pochi
tutto ben organizzato, i praticanti sono stati simpatici e gentilissimi a provare, spiegare, aiutare e dare consigli
anche l'istruttore Chiarato è una persona professionale e simpatica, ha un bel modo di porsi e ha saputo creare un clima gradevole
p.s. peccato per il mio fiato che già dopo il riscaldamento era finito! :'(
ma almeno la mia mole mi ha avvantaggiato negli esercizi di lotta :sbav:
grazie per la tua condivisione...... :D
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uso i miei poteri da paragnosta figlio di paragnosti
secondo accovacciato dalla dx(di chi guarda)?
Primo in piedi da dx?
Se clicchi col tasto destro cmq copi l'indirizzo immagine e se la metti come indirizzo web la vedi tutta.
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grazie per la tua condivisione......
figurati, grazie a voi
domanda: gli esercizi di respirazione sono parte integrante di ogni lezione?
(per un asmatico non sono proprio l'ideale! [kill] )
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la respirazione viene sempre trattata all'inizio.........ovviamente bisogna fare quanto riesci senza strafare .... :)
per esempio Daniele uno dei ragazzi che veniva chiamato ogni tanto al centro ha problemi di asma (ed in corso una broncopolmonite) alla fine dello stage dosando le forze si sentiva meglio... :)
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chiaro ;)
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intanto grazie per le tue riflessioni , e se tu ritieni di aver capito in 3 ore systema ben venga per te ,è usanza di lavorare leggero negli stage perche' non si sa il livello dei partecipanti e le problematiche fisiche che possono avere...Lo stage era improntato sul dare una panoramica introduttiva..... inoltre non abbiamo pretesa assolutamente che la cosa che facciamo piaccia a tutti i costi.
Accettiamo le tue critiche se fatte nello spirito costruttivo e quando torneremo a Milano se ti fa piacere sarai sempre il benvenuto.
grazie
E' chiaro che in 3 ore si vede molto poco, sempre meglio però di quello che si vede in rete, almeno ho avuto l'occasione di toccare con mano. Non posso però praticare Systema 1 anno o più per rendermi conto dalla sua complessità, perché troppo diverso da quello che pratico ed insegno.
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intanto grazie per le tue riflessioni , e se tu ritieni di aver capito in 3 ore systema ben venga per te ,è usanza di lavorare leggero negli stage perche' non si sa il livello dei partecipanti e le problematiche fisiche che possono avere...Lo stage era improntato sul dare una panoramica introduttiva..... inoltre non abbiamo pretesa assolutamente che la cosa che facciamo piaccia a tutti i costi.
Accettiamo le tue critiche se fatte nello spirito costruttivo e quando torneremo a Milano se ti fa piacere sarai sempre il benvenuto.
grazie
E' chiaro che in 3 ore si vede molto poco, sempre meglio però di quello che si vede in rete, almeno ho avuto l'occasione di toccare con mano. Non posso però praticare Systema 1 anno o più per rendermi conto dalla sua complessità, perché troppo diverso da quello che pratico ed insegno.
ottimo...un augurio di successo e buona continuazione nella tua via.
buon lavoro
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come cambiano i tempi
una volta le vecchie scuole di karate si odiavano e si sfidavano
oggi c'è una smielata diplomazia con uno strano gusto....
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ma no, è correttezza
se una cosa è una cialtronata lo si dice apertamente (poi c'è anche modo e modo per dirlo)
a volte si può anche riconoscere una cosa come valida o interessante, ma non adatta a noi per svariati motivi, in primis per quello che si ricerca in un'AM
o no?
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insomma è un vestito che ognuno si deve fare su misura?
ecco il perchè di tante scuole
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A parte quanto scritto e-M@n e Gargo, il No Contact Combat è stato introdotto o mostrato o se ne è parlato?
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Grazie a tutti per la partecipazione ;)
Ho partecipato per curiosità, perché mi piace verificare prima di giudicare, sopratutto i famosi tocchi da "svenimento".
Mi ero sempre chiesto, vendendo i filmati in rete, come fosse possibile che semplici pressioni potessero provocare quel tipo di cadute.
Non è così. Quando uno degli assistenti di Chiarato l'ha fatta su di me, non mi sono mosso, la tecnica non ha avuto nessun effetto, ma non perché resistevo, ma perché non sentivo nulla.
Lui mi dice "sei troppo rigido".
"Ok", dico io "...quindi?"
lui, "dovresti lasciarti andare per assecondare la tecnica"
io, "Perché? finché non sento dolore, a terra non ci finisco e nel momento in cui qualcuno alza una meno verso di me, lo tiro giù"
Lui chiama Chiarato e anche lui fa un paio di tentativi e quando spinge di più sulla pressione, comincio ad accusare dolore, ma non da farmi cadere a terra.
Mi dice che quando si incontrano resistenze tipo le mie, bisogna ammorbidire la persona con qualche colpo. (Non può farlo subito allora?)
Sui pugni ad onda ho delle perplessità.
Premetto che quel tipo ti pugno è molto potente, ma è molto visibile in anticipo, prima che colpisca il bersaglio.
Ritengo Systema una buona Arte Marziale, come molte altre, con i suoi pregi e difetti, inadatta alla difesa da strada, proprio perché che ti aggredisce non ti asseconda per niente e farà di tutto per non farsi colpire.
Un mio amico mi ha detto che nel mese di Marzo in Italia inviterà Alex Costic, "probabilmente" potresti rivedere le tue perplessità al riguardo del Systema. ;)
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A parte quanto scritto e-M@n e Gargo, il No Contact Combat è stato introdotto o mostrato o se ne è parlato?
Come tempo fa esposi su un treahd postato.....Luca Chiarato non ha mai fatto e non fa "no contact".
Solo modalita' attraverso il contatto. :)
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come cambiano i tempi
una volta le vecchie scuole di karate si odiavano e si sfidavano
oggi c'è una smielata diplomazia con uno strano gusto....
Penso che rispetto , educazione debbano essere sempre presenti altrimenti c'è qualcosa che nella pratica che non fa bene :)
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come cambiano i tempi
una volta le vecchie scuole di karate si odiavano e si sfidavano
oggi c'è una smielata diplomazia con uno strano gusto....
Penso che rispetto , educazione debbano essere sempre presenti altrimenti c'è qualcosa che nella pratica che non fa bene :)
vero
e noto, con piacere, che apprezzate le cose dette in faccia
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A parte quanto scritto e-M@n e Gargo, il No Contact Combat è stato introdotto o mostrato o se ne è parlato?
Come tempo fa esposi su un treahd postato.....Luca Chiarato non ha mai fatto e non fa "no contact".
Devo essermi perso un passaggio: lo stage di sabato non era tenuto da V. Vasiliev? ???
Sennò mi sa che ho sbagliato 3d... :-[
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pagherai mezzo litro allora
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come cambiano i tempi
una volta le vecchie scuole di karate si odiavano e si sfidavano
oggi c'è una smielata diplomazia con uno strano gusto....
Penso che rispetto , educazione debbano essere sempre presenti altrimenti c'è qualcosa che nella pratica che non fa bene :)
vero
e noto, con piacere, che apprezzate le cose dette in faccia
Si cerca di imparare da tutti..... :)
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A parte quanto scritto e-M@n e Gargo, il No Contact Combat è stato introdotto o mostrato o se ne è parlato?
Come tempo fa esposi su un treahd postato.....Luca Chiarato non ha mai fatto e non fa "no contact".
Devo essermi perso un passaggio: lo stage di sabato non era tenuto da V. Vasiliev? ???
Sennò mi sa che ho sbagliato 3d... :-[
14-15 maggio V.Vasiliev ;)
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:o
Mea culpa allora :ero convinto che Gargo fosse venuto allo stage di Vasiliev... :gh: :whistle:
Inizio bene la settimana... :dis:
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Un mio amico mi ha detto che nel mese di Marzo in Italia inviterà Alex Costic, "probabilmente" potresti rivedere le tue perplessità al riguardo del Systema. ;)
Quanto visto, seppur infinitamente poco, non ha fatto scattare in me quella scintilla da farmene innamorare.
Ora, non è che ad ogni evento con dei Maestri di fama internazionale io debba parteciparvi per poterne apprezzare l'arte.
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Un mio amico mi ha detto che nel mese di Marzo in Italia inviterà Alex Costic, "probabilmente" potresti rivedere le tue perplessità al riguardo del Systema. ;)
Quanto visto, seppur infinitamente poco, non ha fatto scattare in me quella scintilla da farmene innamorare.
Ora, non è che ad ogni evento con dei Maestri di fama internazionale io debba parteciparvi per poterne apprezzare l'arte.
Vedo che non hai compreso il mio messaggio,ma va bene ugualmente.L'importante che tu sia contento di ciò che fai.
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intanto grazie per le tue riflessioni , e se tu ritieni di aver capito in 3 ore systema ben venga per te ,è usanza di lavorare leggero negli stage perche' non si sa il livello dei partecipanti e le problematiche fisiche che possono avere...Lo stage era improntato sul dare una panoramica introduttiva..... inoltre non abbiamo pretesa assolutamente che la cosa che facciamo piaccia a tutti i costi.
Accettiamo le tue critiche se fatte nello spirito costruttivo e quando torneremo a Milano se ti fa piacere sarai sempre il benvenuto.
grazie
E' chiaro che in 3 ore si vede molto poco, sempre meglio però di quello che si vede in rete, almeno ho avuto l'occasione di toccare con mano. Non posso però praticare Systema 1 anno o più per rendermi conto dalla sua complessità, perché troppo diverso da quello che pratico ed insegno.
Infatti è più o meno questo il giudizio di chi ha ormai acquisito esperienza nella pratica e nell'insegnamento del Krav Maga, e rimane un pò perplesso di fronte alla "personalità" di una cosa a volte opposta come il Systema. ;)
Tutto ok, quindi. ;)
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(http://t1.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcRZYlHUOEtkayhQRu-10rvfKSD01GIkAGVeSqSM9Lnbr-GsxdOmdCWPpoN6)
Sabato 29 Gennaio 2011 BRESCIA
- Presso Akido Club -
Via Cappellini 4
BRESCIA
Stage aperto a tutti
SYSTEMA RUSSIAN MARTIAL ART
INSEGNANTE Luca Chiarato
SYSTEMA TRAINING GROUP PADOVA
Dalle ore 9 ALLE ORE 12
Info Contatti (prenotazione obbligatoria):
Emanuele Rivadossi
Tel. 335 8162133
mail: emanuele@rivadossi.net
Antonio
Tel. 348 0140427
mail: antonio.cancian@gmail.com
COSTO 35 EURO
VOLANTINO
http://www.systematraininggrouppadova.it/Documents/brescia290111.pdf (http://www.systematraininggrouppadova.it/Documents/brescia290111.pdf)
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Infatti è più o meno questo il giudizio di chi ha ormai acquisito esperienza nella pratica e nell'insegnamento del Krav Maga, e rimane un pò perplesso di fronte alla "personalità" di una cosa a volte opposta come il Systema.
Tutto ok, quindi.
in effetti... in un po' di cose, Systema e KM, sono un po' uno l'opposto dell'altro, facile trovarsi spiazzati
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in effetti... in un po' di cose, Systema e KM, sono un po' uno l'opposto dell'altro, facile trovarsi spiazzati
[/quote]
Da praticante di entrambi i sistemi Ti posso garantire che si compenetrano molto bene, col
progredire dell' addestramento acquisti la coscienza che dove non arrivi con uno arrivi con
l' altro; certo il Systema richiede dei tempi di addestramento più lunghi del K.M. Una volta
che Ti sei affidato a un buon istruttore e solo, in larga misura, una questione di ore di pratica.
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Verissimo quanto detto da Masada, riuscire a far cooperare i due sistemi non è assolutamente impossibile, e in effetti dove non arrivi con uno arrivi con l'altro. Io nel mio piccolo "uso" il Systema come piattaforma, interfaccia, "sistema operativo" :D e i preziosi input del (C)KM come programmi e plug in vari. Il farli funzionare insieme è anche una questione di personale "elasticità mentale", senza però alcuna critica negativa verso chi sceglie una strada rispetto l'altra, scelta che è dettata dalla propria attitudine verso queste cose.
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probabilmente avete ragione
ma parlo per me, almeno come impatto iniziale, può lasciare un po' spiazzati... ;D
un domanda:
mi è parso che il Systema sia un'AM molto personale, con poco di imposto e definito da schemi rigidi, ma praticamente cucita addosso al praticante stesso fin dal primo momento, quando invece normalmente in altre AM, si arriva a questo adattamento personale dopo un bel po' di pratica; questa libertà di azione e mancanza di tecniche precostituite e predefinite nel senso stretto del termine, non ha mai creato difficoltà a persone completamente a digiuno di AM oppure il contrario, non è mai stato problematico a chi è sempre stato abituato ad apprendere tramite dei dettami rigidi e predefiniti?
-
@ Gargoyle:
la tua non è una domanda o meglio non solo una domanda.
La risposta è facile ma lunga e complessa. Cercherò di essere conciso ed esauriente:
"mi è parso che il Systema sia un'AM molto personale, con poco di imposto e definito da schemi rigidi"
correto, ma non ci sono assolutamente schemi rigidi ma principi da apprendre e interiorizzare, il Systema non è comunque un' arte marziale, per lo meno non in senso stretto, ma un sistema di combattimento di ambito militare a 360 gradi "ma praticamente cucita addosso al praticante stesso fin dal primo momento, quando invece normalmente in altre AM, si arriva a questo adattamento personale dopo un bel po' di pratica"
vero anche questo proprio perchè si tratta di apprendere una logica di combattimento che poi si sviluppa a vari livelli, esteriormente prima, interiormente dopo con il progredire dell' addestramento e le capacità del praticante
"questa libertà di azione e mancanza di tecniche precostituite e predefinite nel senso stretto del termine, non ha mai creato difficoltà a persone completamente a digiuno di AM" per quello che è la mia esperienza non abbiamo avuto difficoltà che non siano nel normale apprendimento di una disciplina di questo tipo
"oppure il contrario, non è mai stato problematico a chi è sempre stato abituato ad apprendere tramite dei dettami rigidi e predefiniti?" anche qui vale la stessa risposta appena scritta sopra. Se posso completare la risposta senza voler incensare la nostra scuola posso dirti che chi insegna conosce a fondo la disciplina praticata e sa come trasmetterla a chi segue i corsi sia di base che istruttori, tanto è vero che è l' unico al momento ad aver avviato un percorso di questo tipo in Italia.
Complimenti per le tue osservazioni, è per questo che mi sono quasi forzato a risponderti perchè non mi piace parlare o scrivere quanto non sia strettamente necessario.
Ragion per cui cerca di essere meno arguto nelle tue prossime osservazioni o sarò poi costretto a dover scrivere ancora.
Naturalmente con rispetto.
:-*
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allora grazie per lo sforzo Masada ;)
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@ Gargoyle:
la tua non è una domanda o meglio non solo una domanda.
La risposta è facile ma lunga e complessa. Cercherò di essere conciso ed esauriente:
"mi è parso che il Systema sia un'AM molto personale, con poco di imposto e definito da schemi rigidi"
correto, ma non ci sono assolutamente schemi rigidi ma principi da apprendre e interiorizzare, il Systema non è comunque un' arte marziale, per lo meno non in senso stretto, ma un sistema di combattimento di ambito militare a 360 gradi "ma praticamente cucita addosso al praticante stesso fin dal primo momento, quando invece normalmente in altre AM, si arriva a questo adattamento personale dopo un bel po' di pratica"
vero anche questo proprio perchè si tratta di apprendere una logica di combattimento che poi si sviluppa a vari livelli, esteriormente prima, interiormente dopo con il progredire dell' addestramento e le capacità del praticante
Concordo pienamente con la parte in corsivo, poche parole dette bene che chiariscono il concetto.
Sulla parte in grassetto mi trovi spiazzato :-\, nel senso che nello "stile" da me studiato mi sembra essere il contrario. Che sia questa una differenza davvero degna di nota tra quello che faccio io e quello che fai tu, Masada? :pla:
Daltronde, lessi su Martial Talk che questa fosse l'unica cosa diversa fra, per intenderci, Rjabko e Kadochnikov (il procedere dall'interno all'esterno o il contrario). Forse questa differenza si riflette anche nella didattica. A questo punto mi piacerebbe sapere come viene impostata una tua lezione, anche in privato. Sai, c'è sempre da imparare ;)
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(http://metropolis.co.jp/features/files/2009/11/816-Body-Soul.jpg)
Domenica 20 Febbraio stage systema aperto a tutti a Savona
dalle ore 10:00 alle ore 13:00
Palestra ASD Sport Center Savona
via valletta san cristoforo n'13
Savona
INFO CONTATTI: Ugo Mazzarella 3472642720- ugo.mazzarella@gmail.com
volantino : http://www.systematraininggrouppadova.it/Documents/savona2011.pdf (http://www.systematraininggrouppadova.it/Documents/savona2011.pdf)
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Controlla la tua tensione (parte 1)
Articolo di Vladimir Vasiliev pubblicato il 31 luglio 2007
Nel condizionamento del Systema, noi proviamo a creare degli esercizi che ci possano guidare direttamente verso i più alti livelli di abilità del combattimento. Gli esercizi di addestramento non sono disgiunti dall’arte marziale, ma piuttosto ne formano una base energica per tutti i movimenti di attacco e difesa
Una delle variabili che interferisce con la nostra efficacia di movimento in qualsiasi scontro è la tensione. Vorrei presentare un po’ di utili esercizi fisici che possono aiutare a controllare la propria tensione, e al tempo stesso fortificare il corpo e sviluppare l’uso della respirazione.
Questa progressione può essere utilizzata anche da sola, indipendentemente dagli altri esercizi, in ogni caso. Tuttavia, costituisce un espansione dei principi descritti nel nostro manuale "LET EVERY BREATH... Secrets of the Russian Breath Masters" e il relativo DVD "SYSTEMA BREATHING". I movimenti chiave in sequenza per controllare la tensione sono descritti più avanti. Ma se siete dei principianti, consiglio di fare riferimento sia al libro che al DVD per comprendere più profondamente altri aspetti dell’addestramento respiratorio del Systema.
Ora, andiamo a praticare un avanzato…
Controllo della Tensione – Parte superiore del corpo.
Questo lavoro è un’altra espansione dei “metodi di rilassamento e tensione” descritti accuratamente nel capitolo 8 di “LET EVERY BREATH”. Ci aggiungiamo una nuova dimensione, il controllo della tensione per effettuare un lavoro (in questo caso, flessioni).
Come chi avrà già letto il manuale saprà, noi ci concentriamo sui tre gruppi muscolari maggiori: flessioni per la parte alta del corpo, addominali e dorsali per il tronco e piegamenti per le gambe. In questa presentazione, il Controllo della Tensione verrà spiegato sulla base dell’esercizio di flessioni sulle braccia. Nella prossima newsletter prenderemo in esame anche gli altri esercizi.
Per ulteriori dettagli riguardo la postura del Systema nella flessione, ci si può documentare nel capitolo 5 del libro o guardare il DVD.
1. PREPARAZIONE GENERALE
-Iniziare in qualsiasi posizione comoda, seduti o sdraiati, ed espirare l’aria dai polmoni
-Inspirare lentamente, contraendo tutto il corpo con la stessa lentezza
-Trattenere il tempo necessario affinché ogni parte del nostro corpo sia tesa completamente
-Espirare lentamente, rilassando tutto il corpo con la stessa lentezza
-Trattenere il tempo necessario affinché ogni parte del nostro corpo sia rilassata completamente
-Ripetere non meno di 6 volte o più, se si vuole. Alla fine, ci si accorgerà che la respirazione sarà più calma e lenta, e che contrarre o rilassare il corpo sarà diventato più facile.
2. PREPARAZIONE SPECIFICA
-Inspirare e contraere gradualmente solo i muscoli che si useranno per la flessione, cioè quelli delle braccia, tenendo però il resto del corpo (anche le spalle) rilassate
-Espirare e rilassare gradualmente i muscoli delle braccia
Adottare la stessa modalità dell’esercizio precedente, ripetendo almeno 6 volte
3. IN POSIZIONE
- Continuando a respirare naturalmente, mettersi in posizione da flessione
- Inspirare e tendere le braccia e il resto del corpo
- Espirare e rilassare le braccia e il resto del corpo
- Ripetere 2 o 3 volte, abbastanza da sentire il proprio corpo come un tutt’uno
Questo esercizio è molto utile, poiché di solito appena si sta per fare uno sforzo, si forma inconsciamente della tensione involontaria nelle parti del corpo che useremo e nelle aree più deboli. Con questo paio di atti respiratori fatti in posizione da flessione, la tensione inconscia diventa consapevole, volontaria. A quel punto, diventiamo consapevoli di tutto il nostro corpo, e anche il flusso sanguigno è distribuito più uniformemente. Il principio è che non bisogna sottoporre alcuna parte del corpo a un superlavoro non necessario. Questo protegge le aree più deboli, previene infortuni e si concretizza nell’incredibile guadagno di potenza che avrete sperimentato (e di cui forse vi siete meravigliati) durante una lezione o uno stage di Systema.
4. LOCALIZZARE LA TENSIONE
- Inspirare abbastanza velocemente, e al tempo stesso contrarre tutto il corpo tranne le braccia
- A un certo punto fare 7 flessioni complete con il Burst Breathing (Molti di voi sanno già cos’è, ma nel caso non lo sappiate, si tratta di una breve e rapida inspirazione con il naso seguita da una espirazione fatta con lo stesso ritmo con la bocca, con l’aria espirata che apre dolcemente le labbra per uscire. Si può vedere chiaramente sul DVD e nel libro, a pagina 69). Questo tipo di respirazione permettere di tirare via dolore e fatica dai muscoli e minimizzare lo sforzo fatto dal cuore, in quanto l’afflusso di ossigeno è ininterrotto, a prescindere dallo sforzo fisico che si sta facendo.
- Ora, inspirare ancora e stavolta tendere le braccia lasciando il resto del corpo rilassato e fare 7 flessioni complete con il Burst Breathing.
- Poi, tendere tutto il corpo e fare altre 7 flessioni, ancora con il Burst Breathing
- Infine, rilassare il corpo e fare altre 7 flessioni, sempre con il Burst Breathing
C’è da rimanere meravigliati da come sarà facile fare queste ultime flessioni. Le persone che vengono ad allenarsi dicono spesso che sembra stiano volando, questo perché hanno imparato a controllare la propria tensione.
5.VARIAZIONI PER AUMENTARE IL CONTROLLO
Invece del punto 4 si può provare a fare questo:
- Inspirare gradualmente e fare una flessione tendendo solo il corpo man mano che si scende. Completare l’inspirazione e “costruire” la tensione del corpo per tutto il movimento discendente, mentre le braccia stanno rilassate.
- Espirare e risalire altrettanto lentamente rilassando il corpo, in modo da arrivare al punto superiore con tutta l’aria espirata e il corpo completamente rilassato.
Ripetere 10 volte.
- Inspirare gradualmente e fare una flessione tendendo solo le braccia man mano che si scende. Amplificare l’inspirazione e “costruire” la tensione delle braccia per tutto il movimento discendente, mentre il resto del corpo sta rilassato. Completare l’inspirazione e “costruire” la tensione nelle braccia per tutto il movimento discendente, mentre il corpo rimane rilassato.
- Espirare e risalire con lo stesso criterio, rilassando le braccia.
- Ripetere lo stesso pattern, combinando lo scendere e il risalire con l’inspirare e l’espirare.
- Ripetere 10 volte ognuna di queste varianti.
- Per concludere, fare più flessioni possibili in qualsiasi modo e con qualsiasi pattern ci sembri più comodo, ed osservare il risultato.
Ovviamente, non dimenticare di bilanciare questi esercizi con gli altri due, cioè gli squat e gli addominali-dorsali. E’ utile per la circolazione, la pressione sanguigna e la psiche.
(continua...)
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(http://a1.sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-ash1/hs897.ash1/180559_190003401029147_159210330775121_612880_6762954_n.jpg)
Gruppo di studio Systema
domenica 6 febbraio · 9.30 - 12.30
Luogo SENIGALLIA - CLUB 2000
STRADA PROVINCIALE SANT' ANGELO
Senigallia, Italy
gruppo di studio dove partecipanti agli stage di systema condotti da Luca Chiarato si trovano
per scambiare,praticare e condividere le loro esperienze .
E' APERTO A TUTTI ED E' GRATUITO.
E' CONSIGLIABILE INDOSSARE PANTALONI LUNGHI.
contatti : luigileoni69@gmail.com
evento facebook : http://www.facebook.com/event.php?eid=179795475388697 (http://www.facebook.com/event.php?eid=179795475388697)
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Controlla la tua tensione (parte 2)
Articolo di Vladimir Vasiliev pubblicato il 31 luglio 2007
Una volta completata la sequenza di controllo della tensione per la parte alta del corpo di cui abbiamo parlato nella precedente newsletter, si può procedere per la parte mediana. Gli esercizi di base per questa parte sono gli addominali (Sit-Ups) e i dorsali (Leg Raises). Per i dettagli sulla corretta postura da assumere durante questi esercizi documentarsi pure sul capitolo 6 di “Let Every Breath...” o guardare il DVD “Systema Breathing”.
1. PREPARAZIONE GENERALE
- Mettersi in posizione comoda distesi sulla schiena ed espirare l’aria dai polmoni.
- Se avete appena finito di lavorare sulla parte alta del corpo, forse ci sarà un po’ di tensione nei muscoli usati per le flessioni, quindi respirate profondamente sei volte (come sempre, inspirare con il naso ed espirare con la bocca) e “cercare” queste aree problematiche di tensione nel proprio corpo, non solo nelle braccia. Rendersi conto delle aree di tensione del proprio corpo dovrebbe essere fatto prima di qualsiasi esercizio, perché permette di identificarle, localizzarle e lavorarci su.
- Inspirare, e mentre lo si fa tendere tutto il corpo
- Trattenere il tempo necessario affinché tutto il corpo sia completamente teso
- Espirare, e rilassare tutto il corpo
- Trattenere il tempo necessario affinché tutto il corpo sia completamente rilassato, ripetendo il tutto anche due o tre volte, se si vuole. L’obbiettivo è quello di “coprire” o di “diluire” le piccole aree di tensione, in modo da poter guadagnare tono muscolare, ridurre le aree di debolezza e potenziare tutto il corpo.
2. PREPARAZIONE SPECIFICA
- Inspirare e tendere gradualmente solo la parte superiore del corpo, dalla vita in su, tenendo rilassata quella inferiore
- Espirare e rilassare gradualmente la parte superiore del corpo
- Ripetere due o tre volte
- Inspirare e tendere gradualmente solo la parte inferiore del corpo, dalla vita in giù, tenendo rilassata quella superiore
- Espirare e rilassare gradualmente la parte inferiore del corpo
- Ripetere due o tre volte
Per questo e altri esercizi, bisogna rendere il proprio respirare indipendente dal lavoro muscolare, quindi provare ad alternare l’interazione fra il respiro e la contrazione/decontrazione. Per esempio, la prossima volta tendere la parte superiore del corpo mentre si espira, e fare lo stesso con la parte inferiore. Fare riferimento al “principio di indipendenza del respiro” a pagina 48 di “Let Every Breath”.
3. COSTRUZIONE GRADUALE
- Mantenendo la stessa posizione, inspirare gradualmente e contemporaneamente contrarre ed alzare le gambe tenendole distese; se si può, completare il semicerchio e toccare con i piedi il pavimento dietro la testa. La vera difficoltà di questo esercizio è che ci si trova a dover inspirare mentre il corpo e le gambe si contraggono, fino a che il massimo dell’atto inspiratorio si ha al massimo della contrazione muscolare.
- Espirare, rilassando le gambe e riportandole al punto di partenza.
- Ripetere da 7 a 10 volte
- Inspirare, ed a un certo punto espirare e contemporaneamente alzare le gambe contraendole, come nell’esercizio precedente
- Espirare, e ritornare al punto di partenza come nell’esercizio precedente
- Ripetere da 7 a 10 volte.
Questo è un esercizio estremamente pratico, dà un modo ideale di controllare il proprio movimento, respiro e tensione. Costruisce resistenza muscolare e connettiva (tendini e articolazioni) e rafforza la psiche, perché richiede pazienza, concentrazione e calma. Previene gli infortuni, e aumenta la sensibilità al movimento e ai cambiamenti interni al corpo. Una volta padroneggiata, questa abilità diventerà parte integrante del proprio addestramento marziale ma anche della propria vita quotidiana.
4. LOCALIZZARE LA TENSIONE ALZANDO LE GAMBE
- Nella stessa posizione, inspirare e tendere il corpo dalla vita in su, mentre il resto del corpo è rilassato e alzare le gambe come prima, usando il Burst Breathing per tenere più completo e fluido il movimento.
- Ripetere 7 volte
- Ora inspirare e tendere solo le gambe, mentre il resto del corpo è rilassato. Iniziare il Burst Breathing, tenere le gambe tese e fare tutto il movimento
- Ripetere 7 volte
5. LOCALIZZARE LA TENSIONE NEI SIT-UP
- Inspirare e tendere solo la parte superiore del corpo tenendo le gambe rilassate, iniziare il Burst Breathing e alzare il corpo sedendosi, tenendo la schiena dritta
- Ripetere 7 volte
- Inspirare e tendere solo le gambe, tenendo la parte superiore del corpo rilassata, iniziare il Burst Breathing e alzare il corpo sedendosi, tenendo la schiena dritta
- Ripetere 7 volte
6. LAVORARE IN COMPLETA TENSIONE
- Ora, tendere tutto il corpo e fare 5 alzate di gambe e 5 sit ups aiutandosi con il Burst Breathing.
7. LAVORARE IN COMPLETO RILASSAMENTO
- Per finire, rilassare tutto il corpo, respirare in maniera normale, calma, e rilassata e fare 5 alzate di gambe e 5 sit ups
Apprezzatene i risultati…
Come molti praticanti di Systema avranno notato, i punti 4, 5 e 6 riguardanti l’intensificare e localizzare la tensione sono più difficili da fare della costruzione graduale della tensione. Padroneggiare quei principi è di grande utilità. Sviluppa una totale capacità di multitasking, come l’abilità di fare un lavoro morbido e preciso con una parte del corpo e di farne in contemporanea uno pesante con un’altra parte. Ad esempio, tenere dolcemente un bambino per la mano in strada mentre con l’altra portiamo un peso, senza sforzo. E’ possibile inoltre notare la capacità di tenere simultaneamente diversi livelli psicologici sia di concentrazione che di emozione.
In aggiunta, vi prego di notare i grandi benefici del Burst Breathing. Siamo costantemente tesi nella nostra vita quotidiana, e si solito non ne siamo neanche consapevoli, nonostante ci sia di sicuro un segno di questa tensione, cioè il respiro interrotto. Mentre state facendo questi difficili esercizi, vi sforzate di fare il Burst Breathing, in modo da respirare in continuazione e prevenire ogni accumulo di tensione eccessiva. Quindi, invece di tenderlo troppo, si acquista una tensione funzionale nel gruppo muscolare, esattamente sufficiente a poter compiere lo sforzo. Si diventa più sani, più efficienti in qualsiasi cosa si faccia.
Link all’articolo originale:
http://www.russianmartialart.com/main.php?page=article_info&articles_id=19&osCsid=9aad5e4ffed73aaff8e7db5d2c91c0f4 (http://www.russianmartialart.com/main.php?page=article_info&articles_id=19&osCsid=9aad5e4ffed73aaff8e7db5d2c91c0f4)
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E' un peccato vadano sporadicamente a cagare fuori dal bulacco dando al proprio corpus pneumologico la valenza di oncoterapia.
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A volte lo penso anch'io, e che vuoi farci...
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tempo fa wai no shein mi aveva chiesto il programma dello stage 14-15 maggio con Vladimir Vasiliev......lo pubblico per tutti gli
interessati scusandomi per il ritardo nella risposta
buona giornata
Programma dei due giorni di Stage
Fondamentali: le chiavi per comprendere il Systema
Sviluppare flessibilità, forza e resistenza
I vantaggi della postura naturale del corpo
Respirazione nell'allenamento, nella salute, nello sport, nelle attività quotidiane e per il combattimento
Spiegazione dello spettro onnicomprensivo del Systema: dal lavoro morbido all'azione devastante
Precisione, velocità ed equilibrio nel combattimento corpo a corpo
Lavoro su prese ed evasioni
Pugni pesanti e la struttura dei colpi
Difesa preventiva
Il famoso short work del Systema
Controllo delle emozioni - paura, panico, rabbia, irritazione, risentimento e autocommiserazione.
Falsa fiducia in sé stessi e il vero potere interno
Tattiche per eliminare la tensione
Lavoro con il coltello da disarmati e da armati
Introduzione al lavoro dinamico con il coltello
Controllo dei vari movimenti del coltello (affondi, squarci, pugnalate)
Psicologia della lama
Pratiche sanitarie russe di guarigione dei tessuti
Questo allenamento è adatto sia a principianti che ad esperti di arti marziali.
http://www.systematraininggrouppadova.it/index.php?option=com_content&view=article&id=89&Itemid=66&lang=it (http://www.systematraininggrouppadova.it/index.php?option=com_content&view=article&id=89&Itemid=66&lang=it)
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(http://www.rmasystema-australia.com/images/RMA17.gif)
Per tutti gli interessati tra i prossimi eventi saremo presenti anche in Sardegna.... :
A.S.K.K.T. SARDEGNA
Associazione Per Lo Studio Del Karate Do e Kung Fu Neijia
presenta :
STAGE DI Systema Russian Martial Art
sabato 19 marzo 2011
PRESSO :PALESTRA “SHIN-KI-TAI”
Via delle rane, 27 PIRRI (CA)
Orario seminario: dalle 16 alle 19
Prenotazione obbligatoria
Info.: Shinkitai.info@tiscali.it
WWW.ASKKT.IT (http://WWW.ASKKT.IT)
Tel: 07050125( pomeriggio):shin ki tai
Giorgio:3283384460-- Carlo:3339883845
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Perché ho scelto il Systema
Articolo di Martin Wheeler pubblicato l’8 settembre 2009
Negli ultimi anni ho letto con interesse i commenti sulla validità di addestrarsi nel Systema espressi da osservatori che ne hanno solo visto qualche filmato su youtube o qualche video didattico. Spesso il paragone che viene fatto è quello con la più “visiva” delle arti da combattimento, ovvero le MMA. E le domande che vengono fatte sono sempre le stesse: “Perché si allenano così lentamente? Perché sembra tutto troppo facile? Perché quel tizio è caduto a terra e non sembra in grado di rialzarsi?”
Ed ho letto con lo stesso interesse i vari modi nei quali l’arte è “difesa” dai praticanti di Systema. Non dico che non siano domande pertinenti, dico solo che raramente le ho sentite formulate a lezione, durante qualche stage o qualche sparring, a prescindere dal background marziale e dalle capacità di chi possa averle formulate.
Giusto per correttezza, devo precisare che studio arti marziali dalla tenera età, passando per ambienti dove si praticava il contatto pieno, dal pugilato al grappling, dall’uso di armi all’aspetto street proof, e negli ultimi trent’anni ho fatto sparring, mi sono allenato ed ho combattuto con chiunque abbia incrociato il suo cammino col mio, da principianti a combattenti di livello mondiale. Ho fatto il buttafuori per dieci anni e attualmente collaboro alla formazione di professionisti della sicurezza in tutto il mondo, combattenti di MMA, praticanti di Systema, di arti tradizionali e principianti assoluti.
Quindi perché, se ho studiato questi altri sistemi con buoni risultati, ho scelto di praticare il Systema?
Per me è facile rispondere: perchè l’ho provato. Sono solo uno dei tanti che è dovuto ricorrere a tutta la propria esperienza per mettere alla prova Vladimir Vasiliev o, dio ce ne scampi, Mihail Rjabko, appena li incontrai. E devo ancora vedere qualcuno che, al contrario di me, non sia venuto fuori da questa esperienza nel modo in cui ne sono uscito io, cioè scombussolato, dolorante, ma con la certezza interiore che qualcosa di fondamentale in me fosse cambiato.
Per farla breve, c’è molto del Systema che sfugge all’occhio. E se non è così, se su youtube è possibile vedere subito tutto quello che succede, allora non è un efficace Systema.
Le MMA sono spettacolari, veloci e intense. Il miglior modo di confrontarsi per due pugili-lottatori dai tempi dei gladiatori. Si può vedere tutto ciò che accade, e i risultati sono ovvi. Ci combattono alcuni fra i migliori atleti del mondo.
Mi piace guardarle, mi piace allenarmi e praticare con chiunque di quell’ambiente. E, secondo me, chiunque si alleni almeno a un livello sufficiente nelle MMA, sia uomo o donna, merita di essere preso sul serio.
Già vi sento chiedere: Ok, se il Systema è così buono, perché non c’è nell’UFC? E credo che sia una domanda molto intelligente.
Ma potrei chiedere a mia volta: Ok, ma se quelli dell’UFC sono così bravi, perché non si portano un coltello, nella gabbia?
Anche se questo esempio sembra irreale, sono riuscito a spiegarmi? La dinamica di un combattimento cambierebbe immediatamente se qualcuno gettasse un coltello nella gabbia. Si vedrebbe due combattenti esperti adattarsi immediatamente a un nuovo set di regole, o morire istantaneamente. Credo che chiunque sia d’accordo sul fatto che prenderle di santa ragione da un combattente di MMA non sia uno scherzo, ma che sia tutto sommato da preferire a una singola coltellata.
Una delle prime volte in cui mi allenai con Vasiliev, lui mi fermò nel bel mezzo di uno sparring, e disse nel suo personalissimo modo “Martin, conosco degli uomini che tu faresti a pezzi, in un ring”. Naturalmente, uno stupido orgoglio mi fece credere che fosse un complimento, quando, voltandosi verso un altro studente, aggiunse “Ma loro ti ucciderebbero”.
E questo è il problema. Qualsiasi visibile strategia, filosofia e movimento che funziona alla grande nelle MMA è certamente utile per strada, magari anche sul campo di battaglia. Ma solo utile, laddove tutto il Systema è stato specificamente concepito per gli ultimi due ambienti, testato e collaudato in altri tipi di arene differenti da quelle delle MMA, e non per essere “visivo” come queste ultime. La struttura del Systema è stata progettata come una “assenza di struttura”, e la reazione a volte “visivamente” lenta è in realtà un timing con l’avversario altamente sviluppato, invisibile, reso possibile dallo stato di calma del praticante.
Di recente sono stato invitato ad esporre i principi del Systema presso una unità speciale, all’estero. Mentre ero lì, mi fu mostrato un video in cui vari istruttori candidati ad addestrare i loro operatori dimostravano quello che sapevano fare. Fra di loro c’era un allenatore, bravissimo, direttamente dal circuito di Pride. Chiesi loro cosa ne pensassero, e un colonnello mi rispose: “Tutto eccellente! Ma per noi, praticamente inutile”.
Non voglio assolutamente denigrare l’allenatore di Pride, infatti era davvero eccellente. Ma i fatti sono questi, quello che va bene in una arena non va bene in un’ altra. Il Systema non è stato concepito per un ambiente sportivo o una mentalità agonistica, esattamente come le MMA non sono nate per essere usate nel campo di battaglia o ad avere una mentalità da scenario bellico.
Uno si può allenare venti anni nel Jujitsu, ad esempio, e diventare un bravissimo grappler. Ma se si introduce solo un altro avversario nel combattimento, non sarà più Jujitsu. Semplicemente, non è fatto per due avversari allo stesso tempo, specie al suolo. E’ strutturato per combatterne uno solo.
Non sto dicendo che il praticante di Jujitsu non può farcela, sto solo facendo notare che se si trovasse ad allenarsi regolarmente su avversari multipli, anche armati, l’addestramento usato rassomiglierebbe, almeno esteriormente, a quello del Systema. E, armato di tale esperienza, lo stile del praticante di Jujitsu contro un avversario sarebbe inevitabilmente cambiato. Dopo dieci anni, il suo stile sembrerebbe alieno agli occhi di un altro praticante “puro”, esattamente come appare oggi il Systema, difatti passato attraverso secoli di perfezionamento.
Il Systema, inteso come arte marziale e nella sua forma contemporanea è concepito principalmente per l’applicazione reale, per funzionare in ogni tipo di situazione (avversari multipli, armi di ogni tipo, terreni sfavorevoli, poca illuminazione, ambienti ristretti ecc.), specialmente quelle in cui si possono trovare ad operare professionisti militari, forze dell’ordine e agenti di sicurezza, qualcuno che può trovarsi a dover combattere ferito, infortunato, magari trovarsi a proteggere una donna o un bambino, ma anche persone normali, anche anziane e deboli. L’addestramento e lo stile di combattimento del Systema è stato progettato per evitare nuovi infortuni, e addirittura guarire quelli vecchi. Tutto questo richiede un altro tipo di preparazione, attitudine e mentalità, differenti da quella sportiva.
E tutto ciò nonostante il fatto che, come una volta venne sottolineato da Vladimir nel suo modo calmo e rilassato “Il Systema si trova per caso ad essere un’arte marziale”.
Infatti, se si vuole capire bene il valore di questa gemma, non si può restare fermi a guardarla dall’esterno…
L’autore:
Martin Wheeler è un istruttore avanzato di Systema, certificato da Vladimir Vasiliev. Tiene regolarmente lezione a Los Angeles. Si è addestrato per oltre trent’anni nelle arti marziali, passando dalla boxe alle discipline di grappling, combattimento armato, Karate Kenpo, e gli ultimi dieci anni in Systema. Responsabile dell’addestramento di unità speciali della polizia e delle forze armate, è anche sceneggiatore di film a Hollywood.
Link all’articolo originale:
http://www.russianmartialart.com/main.php?page=article_info&articles_id=36&osCsid=88a1668cd3b889d968ccff72ba30613c (http://www.russianmartialart.com/main.php?page=article_info&articles_id=36&osCsid=88a1668cd3b889d968ccff72ba30613c)
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bel post,anche se c e' un minimo accenno di faziosita'
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Mi piace molto la plasticità della pratica di Martin Wheeler.
Vederne i video è istruttivo.
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Quando è "si contact" mostra cose gradevoli direi...
FULL INTERVIEW WITH MARTIN WHEELER - SYSTEMA (https://www.youtube.com/watch?v=yCP-4l2Ld-k#ws)
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Intervista interessante.
Pongo delle questioni con la premessa che il Systema mi piace e spero di praticarlo ancora in futuro(di recente cause incrociate quali carenza pecunia ed intensità lavoro me lo hanno impedito...)
-mi è oscura la genesi del Systema;avevo sentito di recupero di tradizioni marziali di etnie guerriere della Russia;poi altrove si è parlato di un tale militare ferito e menomato che ha compiuto studi per conto suo ed avrebbe costruito la struttura di allenamento che poi è diventato il Systema....insomma comincio ad avere le idee confuse in merito;nell'articolo si parla di "centinaia di anni di elaborazione".....mi chiarite la cosa?
-tutte le tradizioni marziali nascono per essere "efficaci,contro più avversari,armati e non".
Premesso,ribadisco,che sono un estimatore di questo bel metodo di allenamento,non suona un po "scontata"come sponsorizzazione?
-sono d'accordo che ogni scarpa funziona meglio per far quello per cui è progettata,ma che tipo di professionismo è necessario per far si di "essere efficaci contro più avversari,pure armati....."
Ricorderei,provocatoriamente,che forse è l'uomo (ben preparato magari,per carità....)a fare la differenza;e pur ricordando che il Systema si ripropone più che giustamente di lavorare sulla psiche,riporto qualche esempio in piena "parcondicio"a sostegno di questa tesi(e non per sminuire o valorizzare questo o quello stile:
1-notizia recente di ex pugile professionista settantenne che ha steso a cazzotti un giovane rapinatore armato di coltello
2-Mike Tyson steso a sorpresa da portinaio sessantenne che gli ha rotto una bottiglia di vetro in testa durante un banale litigio.
3-Genki Sudo che la scampa a fatica in una rissa dove spunta il coltello;ne viene fuori,un po tagliato a destra e manca in realtà,ed ammette il pericolo in cui si è sentito durante la colluttazione.
4-Rickson Gracie che ammette(ovviamente solo in famiglia....questa storia normalmente non esce dal circolo dei Gracie)la sua difficolta ad uscire intero da una rissa con un automobilista che lo ha colto un po a sorpresa seguendolo fino a casa sua dopo una banale discussione in auto....
-Il fratello di Fedor emilianenko che da solo ne stende tanti in una rissa in un locale moscovita.
-un istruttore certificato di Systema che in una rissa con coltello ci ha rimesso le penne.
-un cinese che a Milano difende un amica da aggressione e da solo ne stende tanti a colpi di non ben specificato stile di "kung fu"....se ben ricordo uno degli aggressori era pure armato.
Potrei continuare,ma diciamo che spero di aver reso l'idea.
Reputo cosa buona e giusta allenare per migliorarsi,e nei limiti abituarsi ad affrontare un certo tipo di situazione.....ora:penso che sul forum si trovino parecchie persone che almeno sanno cosa stanno cercando dal tempo che dedicano alla loro pratica(non come molti che si iscrivono per moda o per sentito dire ad un corso di AM,DP,SDC o quant'altro,aspettandosi risultati in tutto;difesa,capacità di rissare e magari vincere una gara);non è però ingenuo pensare di vendere ancora un prodotto con il sottointeso"è il meglio e solo lui può dare"senza chiarire che tipo di dedizione richiede "il metodo X"per avere realmente un certo tipo di risultato?
Spero di non aver irritato nessuno;ammetto però di essere stato un poco volutamente provocatorio....ma vi assicuro non gratuitamente.
Sono assolutamente aperto a risposte motivate.
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Intervista interessante.
Pongo delle questioni con la premessa che il Systema mi piace e spero di praticarlo ancora in futuro(di recente cause incrociate quali carenza pecunia ed intensità lavoro me lo hanno impedito...)
Ciao, mister!! :)
-mi è oscura la genesi del Systema;avevo sentito di recupero di tradizioni marziali di etnie guerriere della Russia;poi altrove si è parlato di un tale militare ferito e menomato che ha compiuto studi per conto suo ed avrebbe costruito la struttura di allenamento che poi è diventato il Systema....insomma comincio ad avere le idee confuse in merito;nell'articolo si parla di "centinaia di anni di elaborazione".....mi chiarite la cosa?
Rispondo per quello che ho capito io: il corpus marziale del Systema è verosimilmente antico, infatti Systema è un nome "moderno", poichè sembra che nel medioevo russo venisse chiamato "poznaj Sjebjà", ovvero "conosci te stesso". Credo si trattasse di un insieme di tattiche, principi e strategie comuni a un pò tutti i combattenti russi dell'epoca, un pò come dei dialetti antichi di una lingua "comune". E come i dialetti antichi, è difficile se non impossibile ricostruirne un'esatta genesi e una dettagliata evoluzione, essendo questi raramente attestati, cioè scritti o comunque documentati. A quei tempi quindi il Systema "antico" comprendeva sicuramente anche equitazione, tiro con l'arco, caccia e sopravvivenza, maneggio delle armi tipiche del periodo come spada, lancia e scudo, insieme a una specie di codice "cavalleresco" di chiara mentalità protocristiana. Poi, nei secoli, le mutate condizioni sociali e "belliche" hanno causato la successiva evoluzione di un sistema di combattimento e sopravvivenza concepito proprio per essere adattabile, versatile, pratico e "trasferibile" ad altri soggetti.
Da qui il Samoz, e le successive varianti di Systema.
Voglio far presente che comunque a quei tempi un addestramento "olistico" era lo standard di qualsiasi esercito organizzato in una certa maniera: basti pensare alla raffinata e altamente efficente formazione delle truppe dell'Impero Ottomano, o ai trattati medievali europei di combattimento con armi bianche, finalizzato all'efficacia reale nelle migliaia di battaglie campali dell'epoca. Ma mi riferisco all'epoca precedente le armi da fuoco. Dopo, qualcosa sembra essere cambiato. ;)
-tutte le tradizioni marziali nascono per essere "efficaci,contro più avversari,armati e non".
Premesso,ribadisco,che sono un estimatore di questo bel metodo di allenamento,non suona un po "scontata"come sponsorizzazione?
Si, ma il Systema ha qualcosa in più. Ulteriori finalità, diversa considerazione della vita, della morte, della guerra, della pace. E' in realtà un discorso lungo, e a me non sembra tanto scontato...
-sono d'accordo che ogni scarpa funziona meglio per far quello per cui è progettata,ma che tipo di professionismo è necessario per far si di "essere efficaci contro più avversari,pure armati....."
Ricorderei,provocatoriamente,che forse è l'uomo (ben preparato magari,per carità....)a fare la differenza;e pur ricordando che il Systema si ripropone più che giustamente di lavorare sulla psiche,riporto qualche esempio in piena "parcondicio"a sostegno di questa tesi(e non per sminuire o valorizzare questo o quello stile:
1-notizia recente di ex pugile professionista settantenne che ha steso a cazzotti un giovane rapinatore armato di coltello
2-Mike Tyson steso a sorpresa da portinaio sessantenne che gli ha rotto una bottiglia di vetro in testa durante un banale litigio.
3-Genki Sudo che la scampa a fatica in una rissa dove spunta il coltello;ne viene fuori,un po tagliato a destra e manca in realtà,ed ammette il pericolo in cui si è sentito durante la colluttazione.
4-Rickson Gracie che ammette(ovviamente solo in famiglia....questa storia normalmente non esce dal circolo dei Gracie)la sua difficolta ad uscire intero da una rissa con un automobilista che lo ha colto un po a sorpresa seguendolo fino a casa sua dopo una banale discussione in auto....
-Il fratello di Fedor emilianenko che da solo ne stende tanti in una rissa in un locale moscovita.
-un istruttore certificato di Systema che in una rissa con coltello ci ha rimesso le penne.
-un cinese che a Milano difende un amica da aggressione e da solo ne stende tanti a colpi di non ben specificato stile di "kung fu"....se ben ricordo uno degli aggressori era pure armato.
Potrei continuare,ma diciamo che spero di aver reso l'idea.
Ottima osservazione e oculata lista di esempi. Ti risponderò dicendoti che l'obbiettivo del Systema non è tanto il rendere capaci di fare le tecniche X nelle situazioni a, b, c, quanto il permettere il pieno sviluppo del potenziale "umano" del praticante, che in ultima analisi è l'unico soggetto direttamente responsabile della propria evoluzione marziale. Questo, in un certo senso, conferma quello che hai detto e gli esempi che hai elencato. Se poi esiste qualcos'altro che abbia, fra le altre cose, la stessa finalità, fammelo sapere. ;)
Reputo cosa buona e giusta allenare per migliorarsi,e nei limiti abituarsi ad affrontare un certo tipo di situazione.....ora:penso che sul forum si trovino parecchie persone che almeno sanno cosa stanno cercando dal tempo che dedicano alla loro pratica(non come molti che si iscrivono per moda o per sentito dire ad un corso di AM,DP,SDC o quant'altro,aspettandosi risultati in tutto;difesa,capacità di rissare e magari vincere una gara);non è però ingenuo pensare di vendere ancora un prodotto con il sottointeso"è il meglio e solo lui può dare"senza chiarire che tipo di dedizione richiede "il metodo X"per avere realmente un certo tipo di risultato?
Boh... ti rispondo collegandomi a
bel post,anche se c e' un minimo accenno di faziosita'
Allora, se mi scrivete un articolo (anche abbastanza entusiastico) in cui spiegate il perché avete scelto di praticare una disciplina X, anche in aggiunta ad altre, esponendo il vostro punto di vista e magari anche consigliandone la pratica a chi ne è un pò incuriosito, in non vedo dove ci sia l'ingenuità o tantomeno la faziosità. Leggerei semplicemente la vostra opinione, rimanendone magari anche favorevolmente impressionato, chissà. Se poi vado a provare di persona, me ne renderò conto ancor meglio. Infatti ci sono cose del Systema che non possono essere trasmesse per via scritta o visiva, proprio perchè la sua efficacia dipende molto anche dal "feeling" del praticante, difficilmente quantificabile a priori, e che quindi a mio avviso non lo rende poi molto adatto ad un certo tipo di scelte standardizzate di marketing.
Ma mi rendo conto che questa è solo la mia opinione...
Spero di non aver irritato nessuno;ammetto però di essere stato un poco volutamente provocatorio....ma vi assicuro non gratuitamente.
Sono assolutamente aperto a risposte motivate.
Corto, noi ci addestriamo a prendere le botte con il sorriso sulle labbra e a sfiancarci divertendoci "ingenuamente" come ragazzini, figurati se ci irritiamo quando qualcuno ci fa il gradito dono di farci mettere in discussione. :)
Spero di averti risposto abbastanza "motivatamente". ;)
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bel post,anche se c e' un minimo accenno di faziosita'
Allora, se mi scrivete un articolo (anche abbastanza entusiastico) in cui spiegate il perché avete scelto di praticare una disciplina X, anche in aggiunta ad altre, esponendo il vostro punto di vista e magari anche consigliandone la pratica a chi ne è un pò incuriosito, in non vedo dove ci sia l'ingenuità o tantomeno la faziosità. Leggerei semplicemente la vostra opinione, rimanendone magari anche favorevolmente impressionato, chissà. Se poi vado a provare di persona, me ne renderò conto ancor meglio. Infatti ci sono cose del Systema che non possono essere trasmesse per via scritta o visiva, proprio perchè la sua efficacia dipende molto anche dal "feeling" del praticante, difficilmente quantificabile a priori, e che quindi a mio avviso non lo rende poi molto adatto ad un certo tipo di scelte standardizzate di marketing.
Ma mi rendo conto che questa è solo la mia opinione...
e' proprio questo il punto.
io non solo non lo farei mai,ma non lo faccio.c e' un 3d altrove in cui si parla della nostra arte marziale preferita,e tutto faccio fuorche' nominare la mia o le mie!so che quello che mi danno me lo danno proprio per il mio modo di approcciare con esse,e non soltanto per esse.tant e' che non invito nessuno a fare cio' che faccio io,o molto raramente,perche' e' il rapporto che hai con l arte marziale,non il nome della stessa o di chi ti insegna.
certo se chi ti insegna e' un certo tipo di persona,sar' piu facile.
e chiudo col mio motoo favorito.
io consiglio i maestri e gli ambienti,non sponsorizzo nessuna arte marziale,o per meglio dire,nessuna piu di un altra.
mentre posso dire che una cosa non si confa a me,o che non mi piace una certa visione,per fare u esempio,del sanchin,ma non che non mi piace il sanchin, o che il sanchin di una scuola non mi piace.non mi piace il sanchin di quel maestro in relazione a cio' che cerco e chre credo debba essere sanchin.
quindi caschi male con me.
a me il systema piace pure,ma noto che a volte si abusa di immagini stereotipate.
le stesse cose che dici tu per descrivere il systema sono state dette per decenni,e a giusta ragione,da aikidoka e quant altro,e anche da me.non capisco dunque perche' voler negare che certe cose sono appannaggio di tutti.basterebbe limitarsi a dire noi abbiamo questo questo e questo.
ricordo una volta che hai detto che hai fatto aikido,per esempio,e hai detto che i movimenti del corpo non ci sono e la gente cammina impalata.non e' cosi'.anche nell aikido piu di merda che esista,che e' quello che hanno insegnato a me,quando c era una presa kata dori,andavi in diagonale dietro portando ance il braccio indietro,cosicche' la spalla ruotasse in avanti,per creare un movimento di spalle.cose del genere avvengono in ogni tecnica,basta guardare.
anche dire che il jj nasce uno contro uno,significa dimenticare che il jj era la parte a mano nuda di un sistema armato,in cui si poteva combattere contro piu avversari armati e non.dire quello che dice il tizio,che cmq e' bravo e ha un combattimento sobrio e non ubriaco(segno che quanto ha fatto prima e' servito),o rivela una mancata conoscenza del jj e della sua storia,o rivela che lo sa ma e' di parte.
l unica cosa che posso concedere,e' che gli abbiano insegnato un jujitsu moderno,completamente decontestualizzato da una certa realta'.magari valido ai fini dell arena gabba,ma non le altre.
ma la sai una cosa,questo ragionamento e' valido con qualunque arte marziale!
infine molti esercizi,ed e' veramente inutile negarlo,come minimo trovano ispirazione al di fuori della Russia.negarlo vuol dire,beh...decidi tu.la differenza e' che gli esercizinon vengono troppo stilizzati,e questo ha i suoi pro,ma ha anche,e non lo si fa mai notare,i suoi contro
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Rispondo quotandoti alla meglio ;)
io consiglio i maestri e gli ambienti,non sponsorizzo nessuna arte marziale,o per meglio dire,nessuna piu di un altra.
mentre posso dire che una cosa non si confa a me,o che non mi piace una certa visione,per fare u esempio,del sanchin,ma non che non mi piace il sanchin, o che il sanchin di una scuola non mi piace.non mi piace il sanchin di quel maestro in relazione a cio' che cerco e chre credo debba essere sanchin.
Non so cos'è il sanchin :-[ ...
le stesse cose che dici tu per descrivere il systema sono state dette per decenni,e a giusta ragione,da aikidoka e quant altro,e anche da me.non capisco dunque perche' voler negare che certe cose sono appannaggio di tutti.basterebbe limitarsi a dire noi abbiamo questo questo e questo.
Quali cose?
Nello specifico, chi è che nega l'evidenza che nella loro forma contemporanea certe discipline siano poco orientate allo scontro reale mentre altre si fanno maggiore carico di questo aspetto?
Il paragone, il confronto per analogie e differenze con altri sistemi "più noti" è fatto proprio per spiegare meglio il Systema, meno noto..
La prossima volta sceglieremo qualcos'altro. ;)
ricordo una volta che hai detto che hai fatto aikido,per esempio,e hai detto che i movimenti del corpo non ci sono e la gente cammina impalata.non e' cosi'.anche nell aikido piu di merda che esista,che e' quello che hanno insegnato a me,quando c era una presa kata dori,andavi in diagonale dietro portando ance il braccio indietro,cosicche' la spalla ruotasse in avanti,per creare un movimento di spalle.cose del genere avvengono in ogni tecnica,basta guardare.
Ma io non ho mai fatto Aikido (purtroppo..) :-\ ... e che cos'è una kata dori? ???
infine molti esercizi,ed e' veramente inutile negarlo,come minimo trovano ispirazione al di fuori della Russia.negarlo vuol dire,beh...decidi tu.la differenza e' che gli esercizinon vengono troppo stilizzati,e questo ha i suoi pro,ma ha anche,e non lo si fa mai notare,i suoi contro
Guarda cha la "forza" di questo metodo risiede proprio nel suo essere "bastardo", cioè aperto alle tantissime influenze che si è trovato, si trova e si troverà ad avere. Il mito della "purezza" tecnica è una cosa tipica delle arti scelrotizzate e chiuse in sé stesse. Mi spiego.. se ad esempio mi dici che nel Systema c'è anche il Chisao, io ti dico che è vero, e che i Russi l'hanno imparato quando hanno combattuto contro i cinesi.
I pro del Systema? Se hai la giusta mentalità ti ci trovi benissimo.
I contro? La stessa cosa, se non hai quel tipo di attitudine ti stanchi e passi ad altro.
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quando vuoi segui tutte le discussioni e quando non vuoi,ti nascondi dietro alle domande.
a meno che io non ricordi male,hai detto tu stesso che hai praticato arti giappoinesi ,ninjutsu forse,e che tutte queste cose ti erano oscure.non mi fare andare a cercare il link,per favore.l unica possibilita' e' che tu riportassi interviste altrui!ma non mi sembra proprio!
ho detto sanchin ma poteva essere pinco pallo.e' solo il nome di una forma.
per quanto ci sia un degrado delle arti marziali,rispettiamo che c e' qualcuno che pratica diversamente,come era in origine.tra l altro molti vecchi filmati oggi fanno vedere come le pratiche di un secolo fa erano diverse.inoltre sarebbe facile dire non jujitsu,ma jujitsu come praticato oggigiorno,ma non sarebbe una buona mossa di propaganda,anche se sarebbe cmq la verita'
infine,perche' non pensi che altri potrebbero avere la stessa mentalita'?la mentalita' del systema e' sotto copyright?
Rispondo quotandoti alla meglio ;)
io consiglio i maestri e gli ambienti,non sponsorizzo nessuna arte marziale,o per meglio dire,nessuna piu di un altra.
mentre posso dire che una cosa non si confa a me,o che non mi piace una certa visione,per fare u esempio,del sanchin,ma non che non mi piace il sanchin, o che il sanchin di una scuola non mi piace.non mi piace il sanchin di quel maestro in relazione a cio' che cerco e chre credo debba essere sanchin.
Non so cos'è il sanchin :-[ ...
le stesse cose che dici tu per descrivere il systema sono state dette per decenni,e a giusta ragione,da aikidoka e quant altro,e anche da me.non capisco dunque perche' voler negare che certe cose sono appannaggio di tutti.basterebbe limitarsi a dire noi abbiamo questo questo e questo.
Quali cose?
Nello specifico, chi è che nega l'evidenza che nella loro forma contemporanea certe discipline siano poco orientate allo scontro reale mentre altre si fanno maggiore carico di questo aspetto?
Il paragone, il confronto per analogie e differenze con altri sistemi "più noti" è fatto proprio per spiegare meglio il Systema, meno noto..
La prossima volta sceglieremo qualcos'altro. ;)
ricordo una volta che hai detto che hai fatto aikido,per esempio,e hai detto che i movimenti del corpo non ci sono e la gente cammina impalata.non e' cosi'.anche nell aikido piu di merda che esista,che e' quello che hanno insegnato a me,quando c era una presa kata dori,andavi in diagonale dietro portando ance il braccio indietro,cosicche' la spalla ruotasse in avanti,per creare un movimento di spalle.cose del genere avvengono in ogni tecnica,basta guardare.
Ma io non ho mai fatto Aikido (purtroppo..) :-\ ... e che cos'è una kata dori? ???
infine molti esercizi,ed e' veramente inutile negarlo,come minimo trovano ispirazione al di fuori della Russia.negarlo vuol dire,beh...decidi tu.la differenza e' che gli esercizinon vengono troppo stilizzati,e questo ha i suoi pro,ma ha anche,e non lo si fa mai notare,i suoi contro
Guarda cha la "forza" di questo metodo risiede proprio nel suo essere "bastardo", cioè aperto alle tantissime influenze che si è trovato, si trova e si troverà ad avere. Il mito della "purezza" tecnica è una cosa tipica delle arti scelrotizzate e chiuse in sé stesse. Mi spiego.. se ad esempio mi dici che nel Systema c'è anche il Chisao, io ti dico che è vero, e che i Russi l'hanno imparato quando hanno combattuto contro i cinesi.
I pro del Systema? Se hai la giusta mentalità ti ci trovi benissimo.
I contro? La stessa cosa, se non hai quel tipo di attitudine ti stanchi e passi ad altro.
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Che tutti possano acquisire o esaltare o avere una determinata mentalità è verissimo.
Come è verissimo però che questa cosa, e mi riferisco al generale, venga tirata fuori ogni volta che i fatti dimostrano che nn è così...
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bene,e ora attendo di sapere in quale fattispecie sono io,visto che si parla delle dichiarazioni di noi dialoganti.
e vorrei sapere anche sulla base di quali fatti,dato che i fatti non ci sono.
o ci sono e non lo so?
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Io ho fatto un chiaro riferimento al GENERALE.
Se tu hai la mentalità del Systema o di un altro sistema "non tradizionale" buon per te.
Nn lo metto in dubbio.
Dico solo che spesso si è verificato empricamente che chi dice che certe cose moderne le possono fare pure loro o si fanno da qualche parte, lo dice sapendo di nn farle e che quel "altra parte" è un luogo, diciamo così, alla cui esistenza devi credere ma nn potrai mai verificarlo.
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anche dire che il jj nasce uno contro uno,significa dimenticare che il jj era la parte a mano nuda di un sistema armato,in cui si poteva combattere contro piu avversari armati e non.dire quello che dice il tizio,che cmq e' bravo e ha un combattimento sobrio e non ubriaco(segno che quanto ha fatto prima e' servito),o rivela una mancata conoscenza del jj e della sua storia,o rivela che lo sa ma e' di parte.
credo che nell'intervista con jujitsu intendesse il BJJ, infatti poi parla di grappler e si riferisce all'ambito sportivo...
la differenza e' che gli esercizinon vengono troppo stilizzati,e questo ha i suoi pro,ma ha anche,e non lo si fa mai notare,i suoi contro
si, almeno nel jujitsu che fino ad ora ho visto parti delle tecniche sono spesso sottointese (e visibili solo da chi ha imparato a vedere) o anche appositamente sfalsate (spesso solo per allenarsi in sicurezza)... molte volte sono solo dei piccoli particolari a renderla utilizzabile.
ma qui mi fermo perchè vado in OT :)
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quando vuoi segui tutte le discussioni e quando non vuoi,ti nascondi dietro alle domande.
???
a meno che io non ricordi male,hai detto tu stesso che hai praticato arti giappoinesi ,ninjutsu forse,e che tutte queste cose ti erano oscure.non mi fare andare a cercare il link,per favore.l unica possibilita' e' che tu riportassi interviste altrui!ma non mi sembra proprio!
Invece (scusami) mi sa che quello che non legge per bene le discussioni e ricorda male sei tu.. :dis:
Tanto per dirne una, proprio in questo thread ho postato delle interviste altrui... e non credo che ci sia da fare questa grande ricerca.
Inoltre, non ho MAI praticato arti giapponesi, solo qualche anno di kung fu un bel pò di tempo fa, un paio di mesi di CKM (due anni fa, per giunta..) e, nel bene o nel male, dall'alto dei miei trentatre anni ho una piccola esperienza di mazzate stradali autentiche. MAI AFFERMATO di avere studiato seriamente qualsiasi altra arte orientale. Se ho scritto di averlo fatto ero ubriaco, stavo scherzando o tutte e due le cose, ma è impossibile.
Infatti non scherzo mai quando sono ubriaco.
ho detto sanchin ma poteva essere pinco pallo.e' solo il nome di una forma.
Ah, ok. No problem. Ti ho appena detto di essere ignorante in materia.
per quanto ci sia un degrado delle arti marziali,rispettiamo che c e' qualcuno che pratica diversamente,come era in origine.tra l altro molti vecchi filmati oggi fanno vedere come le pratiche di un secolo fa erano diverse.inoltre sarebbe facile dire non jujitsu,ma jujitsu come praticato oggigiorno,ma non sarebbe una buona mossa di propaganda,anche se sarebbe cmq la verita'
Quello del Jujitsu è solo un esempio.... :nono: se il sig. Wheeler avesse praticato Kali o Ninjitsu avrebbe fatto il paragone con questi ultimi... è così difficile da capire :( ?
infine,perche' non pensi che altri potrebbero avere la stessa mentalita'?la mentalita' del systema e' sotto copyright?
:o
La mentalità del Systema... ora ti posto qualcosa da un sito:
I principi cardine del Systema sono:
* La non distruzione – L’allenamento non deve danneggiare né il corpo né lo spirito. Se fatto correttamente ci ridona energia e salute, mentale e fisica
* La fede - Intesa come fiducia e fortezza (cioé coraggio e forza d’animo)
* La conoscenza di sé – Systema è anche conosciuta come “poznai sebia”, “conosci te stesso“. Ogni persona è unica. Systema ci guida alla scoperta dei nostri limiti, mostrandoci quanto in realtà siamo orgogliosi e deboli, e ci aiuta a raggiungere la vera forza di spirito che scaturisce dall’umiltà e dal vedere con chiarezza qual è lo scopo della nostra esistenza.
Systema and religion
Poiché Systema affonda le sue radici nella fede Cristiana Ortodossa, il credo è che qualsiasi cosa ci accada, buona o cattiva, concorre al nostro bene ultimo. E’ questa certezza a creare le condizioni ideali per conoscere sé stessi. L’obiettivo dell’allenamento in Systema è di mettere ogni partecipante nella condizione ideale per capire sempre più sé stesso. Come dice sempre Mickail Ryabko ai suoi neofiti: “Siate persone buone, il resto verrà da sé“.
Se mi fai conoscere un arte che abbia un corpus simile a questo, io ti dico semplicemente che questa merita il mio rispetto, qualsiasi essa sia.
Come a dire che ci sono molte vie per raggiungere lo stesso obbiettivo.
Quindi, non serve a nulla sentirsi offesi in qualcosa di labile come il proprio orgoglio di praticante.
Altrimenti, perchè avresti scritto queste cose?
Cerca pure fra i miei post, ho mai denigrato una qualsiavoglia disciplina? Anzi, appena posso esprimo il mio debito di riconoscenza verso qualsiasi cosa che ho potuto capire dagli altri, fosse anche per qualche oretta di pratica informale (vedi il mio giudizio sul Pukulan) e mai arroccandomi su posizioni tipo "Quello che faccio io è meglio", deleterie in maniera pericolosissima per qualsiasi praticante serio.
Soprattutto non mi sento "geloso" dell'effimera popolarità che una qualsiasi disciplina può avere di più di quella che pratico io, in un dato momento inevitabilmente destinato a passare.
E soprattutto non ho mai associato la mentalità del Systema a un Copyright. Non avrebbe senso, come non avrebbe senso una qualsiasi stupida dottrina elitaria di superiorità razziale, religiosa o sociale, specialmente associata a una cosa univoca e abbastanza verificabile come l'efficacia reale di un arte da combattimento.
Spero di essermi spiegato. E se ci sono riuscito, ti ringrazio per avermene dato la possibilità.
-
non ho mancato di far notare la sobrieta' dei movimenti di questa persona,e non posso non pensare che quello che fa sia non solo,ma anche il risultato di tutti gli allenamenti del passato.ma messi in chiave piu "ludica".
io non sono contrario,anzi..io sono pro..ma vedo questo come una parte del tutto,e non il tutto.
faccio un esempio.tante volte si critica il lavoro collaborativo delle arti classiche,ma qui nel video non si respira aria di conflitto.nel systema sono certo pero' che ci sia anche il conflitto.ma se ci facciamo caso,nella maggior parte dei video,si enfatizza piu l aspetto semicollaborativo.fatti da gente in kimono e con hakama,gli stessi esercizi sarebbero giudicati diversamente,non credete?
il fatto e' che poi nel systema sarebbe presente anche il conflitto.ma allora si sta implicitamente dicendo che arrivare al conflitto,in un certo senso,e dico in un certo senso,e' una estremizzazione di questi esercizi semicollaborativi.esercizi del genere nella pratica sportiva(che molti dei qui presenti dimostrano di apprezzare) sono molto meno enfatizzati,e se non sbaglio,anche nel krav(ben sapendo che ci sono diverse correnti e non tutte fanno la stessa cosa,quindi confido nella comprensione di John in sostanza).
Ora la contraddizione che mi sembra di vedere e' la seguente.di solito al classicista viene opposto Fedor di notte.al Systemista :) Fedor glielo vogliamo opporre o no?
Giusto per capire se le falle dei sistemi tradizionali,addirittura tradizionalmente allenati,con una mentalita' piu systemica(ma non del tutto),vengono ricercate con la stessa scrupolosita' anche qui.
poi dopo vorrei fare una piccola parentesi su un aspetto,ma dopo...
-
Wolvie,se non sbaglio l avevo preso in considerazione cmq,l idea di ricordare male.ecco perche' non capisco che senso ha enfatizzarlo con la faccina.
io prendo spesso in considerazione l idea che sbaglio.e tu?
per il resto,principi come quelli si ritrovano in moltissime arti marziali,e un discorso come il tuo l ho pubblicato su internet proprio qualche giorno fa,senza averlo estrapolato dal systema.semplicemente si tratta di fare le cose piu giuste e sensate.o forse uno ci arriva col tempo se ragiona consapevolmente su cio che fa.quindi io non ti sto dicendo
IO,IL MIO SISTEMA,L ARTE MARZIALE PER ECCELLENZA
ti sto dicendo che non e' una cosa esclusiva.niente di cio che e' origine umana lo e'.il punto e' che se cmq non sei tu a dire questo,ora sono certo che si tratta di una,o piu, delle persone dei tuoi articoli.
se vuoi ti riprendo anche il mio articolo al riguardo
-
faccio un esempio.tante volte si critica il lavoro collaborativo delle arti classiche,ma qui nel video non si respira aria di conflitto.nel systema sono certo pero' che ci sia anche il conflitto.ma se ci facciamo caso,nella maggior parte dei video,si enfatizza piu l aspetto semicollaborativo.fatti da gente in kimono e con hakama,gli stessi esercizi sarebbero giudicati diversamente,non credete?
Nel video... infatti l'articolo dice che dai video non si capisce sempre tutto quello che succede.
Riguardo il kimono e l'hakama, io non li ho mai giudicati a priori. Parlo solo per la mia esperienza, che mi ha portato a trovarci delle "lacune" in quello che mi serviva sul serio.
il fatto e' che poi nel systema sarebbe presente anche il conflitto.ma allora si sta implicitamente dicendo che arrivare al conflitto,in un certo senso,e dico in un certo senso,e' una estremizzazione di questi esercizi semicollaborativi.esercizi del genere nella pratica sportiva(che molti dei qui presenti dimostrano di apprezzare) sono molto meno enfatizzati,e se non sbaglio,anche nel krav(ben sapendo che ci sono diverse correnti e non tutte fanno la stessa cosa,quindi confido nella comprensione di John in sostanza).
Come sopra. Il problema non è collaborativo o meno. Il lavoro del Systema permette di allenarsi e sviluppare capacità che in ambito reale o non collaborativo si attivano automaticamente. Come a dire che se sai guidare a 80 kmh, lo saprai fare, anche mettendo in conto qualche ammaccatura alla carrozzeria ;) , anche a 130 o 200.
Ora la contraddizione che mi sembra di vedere e' la seguente.di solito al classicista viene opposto Fedor di notte.al Systemista :) Fedor glielo vogliamo opporre o no?
Ma certo!! Il problema è che bisogna scegliere un ambiente di "prova" che sia equivalente per tutti e due.. ;)
Giusto per capire se le falle dei sistemi tradizionali,addirittura tradizionalmente allenati,con una mentalita' piu systemica(ma non del tutto),vengono ricercate con la stessa scrupolosita' anche qui.
Guai se non fosse così.
poi dopo vorrei fare una piccola parentesi su un aspetto,ma dopo...
Ok..
Wolvie,se non sbaglio l avevo preso in considerazione cmq,l idea di ricordare male.ecco perche' non capisco che senso ha enfatizzarlo con la faccina.
io prendo spesso in considerazione l idea che sbaglio.e tu?
Scusami, forse mi sono preso troppa confidenza nei tuoi confronti.. :-[
Riguardo sbagliare, ti rispondo con una citazione da "Il nome della Rosa":
"Per non rischiare di apparire stolto dopo, rinuncio ad apparire saggio prima".
per il resto,principi come quelli si ritrovano in moltissime arti marziali,e un discorso come il tuo l ho pubblicato su internet proprio qualche giorno fa,senza averlo estrapolato dal systema.semplicemente si tratta di fare le cose piu giuste e sensate.o forse uno ci arriva col tempo se ragiona consapevolmente su cio che fa.quindi io non ti sto dicendo
IO,IL MIO SISTEMA,L ARTE MARZIALE PER ECCELLENZA
Allora qual'è il problema?
ti sto dicendo che non e' una cosa esclusiva.niente di cio che e' origine umana lo e'.
E io che ho detto? Forse la cosa che mi piace di più è che è una cosa che, spiegata dal Systema, io trovo molto più comprensibile.
il punto e' che se cmq non sei tu a dire questo,ora sono certo che si tratta di una,o piu, delle persone dei tuoi articoli.
Che io traduco e basta, e proprio perché vi sono espressi a volte dei punti di vista di persone molto diverse e con pratiche ed esperienze molto diverse fra loro. Quindi, ben venga la discussione.
se vuoi ti riprendo anche il mio articolo al riguardo
Mi fido. :)
-
faccio un esempio.tante volte si critica il lavoro collaborativo delle arti classiche,ma qui nel video non si respira aria di conflitto.nel systema sono certo pero' che ci sia anche il conflitto.ma se ci facciamo caso,nella maggior parte dei video,si enfatizza piu l aspetto semicollaborativo.fatti da gente in kimono e con hakama,gli stessi esercizi sarebbero giudicati diversamente,non credete?
Nel video... infatti l'articolo dice che dai video non si capisce sempre tutto quello che succede.
Riguardo il kimono e l'hakama, io non li ho mai giudicati a priori. Parlo solo per la mia esperienza, che mi ha portato a trovarci delle "lacune" in quello che mi serviva sul serio.
il fatto e' che poi nel systema sarebbe presente anche il conflitto.ma allora si sta implicitamente dicendo che arrivare al conflitto,in un certo senso,e dico in un certo senso,e' una estremizzazione di questi esercizi semicollaborativi.esercizi del genere nella pratica sportiva(che molti dei qui presenti dimostrano di apprezzare) sono molto meno enfatizzati,e se non sbaglio,anche nel krav(ben sapendo che ci sono diverse correnti e non tutte fanno la stessa cosa,quindi confido nella comprensione di John in sostanza).
Come sopra. Il problema non è collaborativo o meno. Il lavoro del Systema permette di allenarsi e sviluppare capacità che in ambito reale o non collaborativo si attivano automaticamente. Come a dire che se sai guidare a 80 kmh, lo saprai fare, anche mettendo in conto qualche ammaccatura alla carrozzeria ;) , anche a 130 o 200.
Ora la contraddizione che mi sembra di vedere e' la seguente.di solito al classicista viene opposto Fedor di notte.al Systemista :) Fedor glielo vogliamo opporre o no?
Ma certo!! Il problema è che bisogna scegliere un ambiente di "prova" che sia equivalente per tutti e due.. ;)
Giusto per capire se le falle dei sistemi tradizionali,addirittura tradizionalmente allenati,con una mentalita' piu systemica(ma non del tutto),vengono ricercate con la stessa scrupolosita' anche qui.
Guai se non fosse così.
poi dopo vorrei fare una piccola parentesi su un aspetto,ma dopo...
Ok..
Wolvie,se non sbaglio l avevo preso in considerazione cmq,l idea di ricordare male.ecco perche' non capisco che senso ha enfatizzarlo con la faccina.
io prendo spesso in considerazione l idea che sbaglio.e tu?
Scusami, forse mi sono preso troppa confidenza nei tuoi confronti.. :-[
Riguardo sbagliare, ti rispondo con una citazione da "Il nome della Rosa":
"Per non rischiare di apparire stolto dopo, rinuncio ad apparire saggio prima".
per il resto,principi come quelli si ritrovano in moltissime arti marziali,e un discorso come il tuo l ho pubblicato su internet proprio qualche giorno fa,senza averlo estrapolato dal systema.semplicemente si tratta di fare le cose piu giuste e sensate.o forse uno ci arriva col tempo se ragiona consapevolmente su cio che fa.quindi io non ti sto dicendo
IO,IL MIO SISTEMA,L ARTE MARZIALE PER ECCELLENZA
Allora qual'è il problema?
ti sto dicendo che non e' una cosa esclusiva.niente di cio che e' origine umana lo e'.
E io che ho detto? Forse la cosa che mi piace di più è che è una cosa che, spiegata dal Systema, io trovo molto più comprensibile.
il punto e' che se cmq non sei tu a dire questo,ora sono certo che si tratta di una,o piu, delle persone dei tuoi articoli.
Che io traduco e basta, e proprio perché vi sono espressi a volte dei punti di vista di persone molto diverse e con pratiche ed esperienze molto diverse fra loro. Quindi, ben venga la discussione.
se vuoi ti riprendo anche il mio articolo al riguardo
Mi fido. :)
e infatti io posso valutare,e non sempre,i singoli video,ma non quello che nei video non viene inserito!ma anche questo vale per qualsiasi arte!
aspetta,qui non si tratta di andare a 80 o 130.se sei collaborativo a 80 o 130,potresti non saper essere non collaborativo a 50...almeno mettiamo un piccolo dubbio.inoltre non e' che le persone si muovono alla stessa velocita',quindi omogeneizzare la velocita' e un po' strano,da questo punto di vista.benche' abbia un senso.non so se mi spiego.una delle cose che succedono in un ring o in una rissa sono proprio i cambi di velocita'
qual e' l ambiente equivalente per Fedor e il systemista?ne esiste uno?
direi che c e' differenza tra la saggezza e la sapienza :)
nessun problema,basta capire che non c era un esclusiva.Kano ha fatto lo stesso,Ueshiba ha fatto lo stesso.
e io che cercavo la scusa per l articolo,va be e' andata male
-
e infatti io posso valutare,e non sempre,i singoli video,ma non quello che nei video non viene inserito!ma anche questo vale per qualsiasi arte!
Ja soglàsjen! ("sono daccordo" in russo ;) )
aspetta,qui non si tratta di andare a 80 o 130.se sei collaborativo a 80 o 130,potresti non saper essere non collaborativo a 50...almeno mettiamo un piccolo dubbio.inoltre non e' che le persone si muovono alla stessa velocita',quindi omogeneizzare la velocita' e un po' strano,da questo punto di vista.benche' abbia un senso.non so se mi spiego.una delle cose che succedono in un ring o in una rissa sono proprio i cambi di velocita'
Omogeneizzare la volocità non mi sembra strano, in sede di addestramento produttivo per tutti quelli che vi sono coinvolti. Significa infatti saperla controllare, gestirla, aumentarla o diminuirla a seconda della situazione. Diminuirla, hai letto bene. Ma non mi chiedere a cosa serve, non ce la farei a stare tre ore a scrivere :-X
qual e' l ambiente equivalente per Fedor e il systemista?ne esiste uno?
E io che ne so? Infatti lungi da me dal fare i soliti paragoni da neofita della gabbia e da fan di "Never Back Down". :D
direi che c e' differenza tra la saggezza e la sapienza :)
Io so, perché so di non sapere. :om: ( :D )
nessun problema,basta capire che non c era un esclusiva.Kano ha fatto lo stesso,Ueshiba ha fatto lo stesso.
Due Maestri che, da quel poco che ho letto, dovevano essere delle persone davvero notevoli. :)
e io che cercavo la scusa per l articolo,va be e' andata male
:D
Che ti devo dire, allora postalo, non ti preoccupare!! ;)
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sulla velocita' e sul fatto di saperla diminuire e non aumentare,sono il primo a pensarlo.il combattimento non e' un escalation di velocita'.ma semmai cavalcare il tempo.quindi no problem.
sull articolo,no ci rinuncio. :P
sul famoso dopo...
il systema nasce come dici tu da una sintesi di esperienze,non solo russe o siberiane o caucasiche,ma anche estermo orientali.il tutto miscelato con molto pragmatismo.
nel momento in cui pero' andava adattato alle guardie del corpo dei capoccia,oramai un secolo fa,occorreva appunto saper dividere coloro che si muovevano in interni,da coloro che andavano in trincea,da coloro che...ecc ecc ecc ecc
anche se il systema e' uno,nessuno poteva(oggi non saprei)conoscerlo tutto,perche non e' che uno lavora e si muove,e quindi conosce,tutti gli ambienti possibili.potrebbe,e dico potrebbe,anche essere per questo che il normale sambo della fanteria era diverso dal samoz del kgb.ma se uno volesse,potrebbe vederle entrambe come un applicazione di systema in condizioni differenti.di piu se il systema fosse allenato in azerbaigian,magari scomparirebbe per motivi logistici ,tutto cio che si e' aggiunto,passami il termine,alle lotte locali..
e' solo una riflessione
-
Una riflessione molto interessante e, se permetti, molto molto corretta in tutti i suoi punti. :)
Infatti una cosa è considerare il potenziale del Systema come un tuttuno inscindibile, e un'altra considerare quello che poi ognuno ne prende, ne studia e ne utilizza a seconda dei casi.
A questo riguardo vorrei introdurre un piccolo OT
Il linguista F. De Saussurre distingueva la langue (l'insieme potenziale di TUTTA la lingua parlata da un certo insieme di persone, teoricamente quantificabile, descrivibile e prescrivibile) dalla parole (cioè l'uso della lingua fatto da una singola persona, difatto unico, ma sempre più o meno coincidente con quello degli altri parlanti per il principio dell'efficacia comunicazionale).
Fine OT.
-
Ringrazio tutti i partecipanti che stanno dando molti spunti di riflessioni e colgo l'occasione di dare un saluto a Cortobraccio e
Rockyjoe per gli interventi. Ringrazio Wolvie per un sopporto di traduzione mastodontico :)
Ci tenevo a ricordare lo spirito di apertura in questa sezioni....
in particolare come la pensiamo nella Scuola di Luca Chiarato
(ma penso che sia ingrediente di molti iscritti , praticanti scuole di questo forum )
1) l'intento di fornire articoli ,interviste ,traduzioni non è quello di dire siamo meglio degli altri anche se magari nell'entusiasmo magari si e' un po' di parte a volte con alcuni interventi
2) si vuole solo sottolineare una modalita' di lavoro che puo' piacere e non piacere ma che in nessun modo vuole offendere ,prevaricare altri metodi sia orientali o occidentali ,antichi o moderni da cui tutti abbiamo da imparare
3)ci sono molte metodologie fuori dal systema che trovo interessanti per es. il lavoro che fa John Spartan (uno a caso ma ve ne sono altri che ho osservato) mi ha incuriosito ed appena ginocchio a posto e ci sara' un occasione cerchero' di conoscere e approfondire..
4) prendiamo quello che possa essere utile da tutto il materiale postato nel senso che possa arricchirci e il resto se troppo fazioso lasciamolo nel dimenticatoio...
5)educazione ,rispetto ,voglia di capire ,confrontarsi ,sudare, sono i requisiti che ci spingono a trotterellare per le varie citta'..e conoscere persone che provengono da diverse esperienze....e per questo noi le ringraziamo...
grazie a tutti e scusate se sono stato un po' noioso :)
-
Ringrazio tutti i partecipanti che stanno dando molti spunti di riflessioni e colgo l'occasione di dare un saluto a Cortobraccio e
Rockyjoe per gli interventi. Ringrazio Wolvie per un sopporto di traduzione mastodontico :)
ecco, è già che ci siamo perchè non contribuiamo con qualche punto karmico?
-
ecco, è già che ci siamo perchè non contribuiamo con qualche punto karmico?
[/quote]
Per quanto mi riguarda ho provveduto, ovviamente per i meritevoli.
Un ossequio a Trepicchi e Wolvie per equilibrio e pazienza.
:)
-
ecco, è già che ci siamo perchè non contribuiamo con qualche punto karmico?
Per quanto mi riguarda ho provveduto, ovviamente per i meritevoli.
Un ossequio a Trepicchi e Wolvie per equilibrio e pazienza.
:)
[/quote]ammazza e a me neanche uno?
taccagno
:dis:
-
:D
;)
-
ringrazio il qualcuno che ha elargito!
-
Ringrazia Wolvie che è persona a modo e gentile.
Per quanto mi riguarda io pratico una versione più
hard di Systema.
:gh:
-
Quella dove trombi senza penetrazione?
-
Esattamente, hai colto nel segno.
Senza penetrazione fra maschietti è meglio.
Da quello che scrivi, tu devi essere abituato
a un maggiore realismo in fatto di penetrazioni.
:gh:
-
Decisamente: provoco, volontariamente o meno a seconda dei casi, shock emorragici da croptorragia a coloro che blaterano cazzate autocontraddittorie e ragionamenti astratti stile cane uroboro.
-
Contento tu, di questi tempi con certe
pratiche prima ti puoi ammalare e poi ... muori.
:gh:
-
E perdonami se ti correggo ma non è croptorragia
bensì proctorragia, giusto per la precisione.
;)
-
Vero.. ma che vvoi fa.. ogni tanto capita pure a me de sbaglià li kyusho de la tastiera, e le lettere se invertono.
Almeno, mo so che era quella puzza di bruciato che sentivo nello scrivere tale parola.
-
Per par condicio anche la mia tastiera si è incendiata.
;)
-
Automobile: siete pronti per l’imprevisto?
Articolo di Konstantin Komarov pubblicato il 27 novembre 2007
Fin dall’inizio del nostro corso alla scuola militare, mentre studiavamo tattiche operative, uso di armi da fuoco, guida di automezzi o veicoli corazzati, dovevamo anche sottoporci a dei test, riguardanti appunto ogni tipo di questi veicoli. Alcuni di questi erano molto semplici, mentre altri un po’ meno. In ogni caso, l’addestramento con un nuovo tipo di veicolo iniziava sempre dalle basi: entrare o uscire dal veicolo, da soli o in gruppo. Insieme alle altre cose, ci lavorammo su per un anno, anche con le armi e tutto l’equipaggiamento.
Questo tipo di lavoro era così intenso che alla fine avevamo sempre le spalle zuppe di sudore, mentre ginocchia, gomiti, dita, testa e altre parti del corpo erano abrase e coperte di sangue, per via degli urti e dei graffi sulle parti metalliche dei veicoli. Già dopo la prima ora di questo tipo di addestramento, sudati, arrabbiati e stanchi, diventammo in grado di entrare e uscire attraverso le strette feritoie con un solo fluido movimento, quasi senza farci più caso, nonostante l’equipaggiamento che ci poteva intralciare.
Ma ci continuavamo a chiedere: perché mai facciamo questa cosa?
La risposta ci arrivò durante il nostro secondo anno di corso. Nel bel mezzo di una esercitazione, all’improvviso un veicolo corazzato da trasporto fanteria prese fuoco, mentre tutta l’unità era dentro. Undici persone con indosso l’uniforme invernale e tutto l’equipaggiamento uscirono dal mezzo in soli sei secondi! Nessuno si fece male o lasciò parte della propria roba dentro, e l’incendio venne spento subito e senza panico. Solo allora iniziammo a comprendere l’importanza delle “piccole cose” come la semplice abilità di spostarsi correttamente da un posto all’altro.
Questa abitudine, sviluppata durante il corso grazie a sudore, graffi e botte, mi ha salvato più di una volta in varie situazioni. Mi ha aiutato a saltare fuori da un veicolo che rotolava lungo un pendio; saltare al riparo di un mezzo corazzato durante uno scontro a fuoco; saltare in un attimo, al buio, dal sedile anteriore a quello posteriore di una jeep e far fuoco con l’arma montata sul mezzo…
Questa vecchia abitudine non appartiene solo al passato dell’addestramento, ma continua ad esistere nella vita di tutti i giorni. Una volta vidi un mio vecchio commilitone, Andrej, che aveva appena comprato una nuova auto. La parcheggiò, ci girò attorno per un po’, poi iniziò ad entrarci da una parte e ad uscirne dall’altra. Dopo circa dieci volte, iniziò a muoversi dal sedile anteriore a quello del passeggero e quello posteriore.
Rimasi a guardarlo, e dopo un pò gli chiesi a cosa gli servisse tutto ciò. Per tutta risposta mi raccontò una storia, una storia che conteneva un grande insegnamento.
Nel 1994, aveva lasciato l’esercito e si era dato alla compravendita di auto usate europee, che lui ritirava e guidava di persona per un certo tratto, in Russia. A quei tempi questo era un mestiere molto rischioso, perché bande di rapinatori infestavano le strade, proprio a caccia di questo tipo di automobilisti. Seguendo questa vecchia abitudine militare, Andrej perdeva ogni volta del tempo per imparare a muoversi agevolmente intorno e dentro ad ogni auto che avrebbe dovuto guidare. E una volta questa abitudine gli salvò la vita.
Successe in autunno inoltrato. Andrej ritirò un’auto in Bielorussia e guidò attraverso il territorio della regione di Smolensk. Davanti a sé, a un certo punto vide una pattuglia della stradale e un uomo in uniforme che segnalava di fermarsi con il suo bastone a strisce bianche e nere (è così che si usa in Russia). Andrej si fermò ma tenne il motore acceso, abbassò il finestrino e aspettò. Il “poliziotto” si avvicinò lentamente, si qualificò e chiese di vedere i suoi documenti insieme al contenuto del bagagliaio.
L’aspetto del “poliziotto” non destava alcun sospetto: uniforme ingombrante, stivali impolverati, maniere da “superiore”, la tipica pattuglia statale andata per strada a cercare di guadagnare qualcosa in più. Ma c’era qualcosa che non andava. Così, senza togliere le chiavi, Andrej prese i documenti, uscì dall’auto e seguì il “poliziotto” al bagagliaio.
Questi diede una veloce occhiata al bagagliaio vuoto, e iniziò a scrutare la patente e il libretto di Andrej. Armeggiando con queste carte, a un certo punto disse che quei documenti erano falsi, e lui avrebbe dovuto venire in auto con loro per chiarire meglio la sua posizione. Al posto di guida stava seduto un capitano, “appisolato”.
Andrej aveva già aperto lo sportello posteriore quando si rese conto che, nonostante il clima fosse secco, le targhe dell’auto fossero coperte da uno strato di fango, e che il simbolo della stradale era coperto da dello scotch, e il “poliziotto” alle sue spalle aveva chissà perché messo una mano in tasca…
Senza mostrare di aver capito, Andrej entrò lentamente nell’auto brontolando, e cercò di aprire silenziosamente l’altro sportello, ma era bloccato. Il “poliziotto” al suo fianco gli sbarrava l’uscita. All’improvviso, in un solo movimento, Andrej infilò le gambe fra i due sedili anteriori e si sedette di fianco sul sedile del passeggero. Questo movimento improvviso fece impappinare i due per qualche attimo. Poi, con una mano aprì lo sportello, si puntellò con le gambe contro il “capitano” e rotolò fuori. Schizzò in piedi a sfrecciò verso la sua auto. Da dietro a dei cespugli, un terzo “poliziotto” si mise a correre nella stessa direzione.
I due raggiunsero l’auto quasi contemporaneamente, Andrej dalla parte del guidatore e quell’altro dalla parte del passeggero. In quel momento Andrej fece qualcosa che gli fece guadagnare un paio di preziosi secondi: si tuffò nell’auto attraverso il finestrino, allungando le braccia a bloccare i due sportelli dal lato del “poliziotto”, e mentre questi faceva il giro per arrivare dal suo lato, mise in moto e bloccò gli altri sportelli. Partì mentre il “poliziotto” cercava di accoltellarlo attraverso il finestrino aperto…
Arrivato alla prima stazione di polizia, Andrej raccontò l’accaduto e i falsi poliziotti vennero catturati in flagrante. Venne fuori che quella banda aveva già commesso parecchi omicidi.
Questo è ciò che ha salvato la vita al mio amico: autocontrollo, rapidità di decisione e delle mosse già praticate in modo efficace. Significa che il tempo per imparare a “conoscere” l’interno del proprio veicolo è tempo ben speso. La vita è piena di soprese, e bisogna sempre essere pronti a tutto.
L’autore:
Konstantin Komarov è Maggiore delle forze speciali di polizia, ha servito nell’esercito Russo con il ruolo di Ricognitore. E’ anche ricercatore universitario in Psicologia del Combattimento, e guardia del corpo presso l’elite moscovita, nonché istruttore presso il Systema Immersion Camp.
Link all’articolo originale:
http://www.russianmartialart.com/main.php?page=article_info&articles_id=23&osCsid=bfce1d4ae8878035519feb7dde2b61c5 (http://www.russianmartialart.com/main.php?page=article_info&articles_id=23&osCsid=bfce1d4ae8878035519feb7dde2b61c5)
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Sarebbe bello che argomenti come questo che esulano lo specifico del Systema nn fossero ghettizzati qui. ;)
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:D
;)
grazie ;)
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:D
;)
grazie ;)
Nicevò, ni padelàiesh! (Di niente, figurati!) :)
Sarebbe bello che argomenti come questo che esulano lo specifico del Systema nn fossero ghettizzati qui. ;)
E chi ti ha detto che esulano lo specifico del Systema (cioè sapersi salvare le chiappe)? :D
Ad ogni modo, avevo pensato anch'io di postarlo anche in quel vecchio 3d sull'auto che aprii qualche mese fa :=) ... accetto consigli! ;)
-
Intervista interessante.
Pongo delle questioni con la premessa che il Systema mi piace e spero di praticarlo ancora in futuro(di recente cause incrociate quali carenza pecunia ed intensità lavoro me lo hanno impedito...)
Ciao, mister!! :)
-mi è oscura la genesi del Systema;avevo sentito di recupero di tradizioni marziali di etnie guerriere della Russia;poi altrove si è parlato di un tale militare ferito e menomato che ha compiuto studi per conto suo ed avrebbe costruito la struttura di allenamento che poi è diventato il Systema....insomma comincio ad avere le idee confuse in merito;nell'articolo si parla di "centinaia di anni di elaborazione".....mi chiarite la cosa?
Rispondo per quello che ho capito io: il corpus marziale del Systema è verosimilmente antico, infatti Systema è un nome "moderno", poichè sembra che nel medioevo russo venisse chiamato "poznaj Sjebjà", ovvero "conosci te stesso". Credo si trattasse di un insieme di tattiche, principi e strategie comuni a un pò tutti i combattenti russi dell'epoca, un pò come dei dialetti antichi di una lingua "comune". E come i dialetti antichi, è difficile se non impossibile ricostruirne un'esatta genesi e una dettagliata evoluzione, essendo questi raramente attestati, cioè scritti o comunque documentati. A quei tempi quindi il Systema "antico" comprendeva sicuramente anche equitazione, tiro con l'arco, caccia e sopravvivenza, maneggio delle armi tipiche del periodo come spada, lancia e scudo, insieme a una specie di codice "cavalleresco" di chiara mentalità protocristiana. Poi, nei secoli, le mutate condizioni sociali e "belliche" hanno causato la successiva evoluzione di un sistema di combattimento e sopravvivenza concepito proprio per essere adattabile, versatile, pratico e "trasferibile" ad altri soggetti.
Da qui il Samoz, e le successive varianti di Systema.
Voglio far presente che comunque a quei tempi un addestramento "olistico" era lo standard di qualsiasi esercito organizzato in una certa maniera: basti pensare alla raffinata e altamente efficente formazione delle truppe dell'Impero Ottomano, o ai trattati medievali europei di combattimento con armi bianche, finalizzato all'efficacia reale nelle migliaia di battaglie campali dell'epoca. Ma mi riferisco all'epoca precedente le armi da fuoco. Dopo, qualcosa sembra essere cambiato. ;)
-tutte le tradizioni marziali nascono per essere "efficaci,contro più avversari,armati e non".
Premesso,ribadisco,che sono un estimatore di questo bel metodo di allenamento,non suona un po "scontata"come sponsorizzazione?
Si, ma il Systema ha qualcosa in più. Ulteriori finalità, diversa considerazione della vita, della morte, della guerra, della pace. E' in realtà un discorso lungo, e a me non sembra tanto scontato...
-sono d'accordo che ogni scarpa funziona meglio per far quello per cui è progettata,ma che tipo di professionismo è necessario per far si di "essere efficaci contro più avversari,pure armati....."
Ricorderei,provocatoriamente,che forse è l'uomo (ben preparato magari,per carità....)a fare la differenza;e pur ricordando che il Systema si ripropone più che giustamente di lavorare sulla psiche,riporto qualche esempio in piena "parcondicio"a sostegno di questa tesi(e non per sminuire o valorizzare questo o quello stile:
1-notizia recente di ex pugile professionista settantenne che ha steso a cazzotti un giovane rapinatore armato di coltello
2-Mike Tyson steso a sorpresa da portinaio sessantenne che gli ha rotto una bottiglia di vetro in testa durante un banale litigio.
3-Genki Sudo che la scampa a fatica in una rissa dove spunta il coltello;ne viene fuori,un po tagliato a destra e manca in realtà,ed ammette il pericolo in cui si è sentito durante la colluttazione.
4-Rickson Gracie che ammette(ovviamente solo in famiglia....questa storia normalmente non esce dal circolo dei Gracie)la sua difficolta ad uscire intero da una rissa con un automobilista che lo ha colto un po a sorpresa seguendolo fino a casa sua dopo una banale discussione in auto....
-Il fratello di Fedor emilianenko che da solo ne stende tanti in una rissa in un locale moscovita.
-un istruttore certificato di Systema che in una rissa con coltello ci ha rimesso le penne.
-un cinese che a Milano difende un amica da aggressione e da solo ne stende tanti a colpi di non ben specificato stile di "kung fu"....se ben ricordo uno degli aggressori era pure armato.
Potrei continuare,ma diciamo che spero di aver reso l'idea.
Ottima osservazione e oculata lista di esempi. Ti risponderò dicendoti che l'obbiettivo del Systema non è tanto il rendere capaci di fare le tecniche X nelle situazioni a, b, c, quanto il permettere il pieno sviluppo del potenziale "umano" del praticante, che in ultima analisi è l'unico soggetto direttamente responsabile della propria evoluzione marziale. Questo, in un certo senso, conferma quello che hai detto e gli esempi che hai elencato. Se poi esiste qualcos'altro che abbia, fra le altre cose, la stessa finalità, fammelo sapere. ;)
Reputo cosa buona e giusta allenare per migliorarsi,e nei limiti abituarsi ad affrontare un certo tipo di situazione.....ora:penso che sul forum si trovino parecchie persone che almeno sanno cosa stanno cercando dal tempo che dedicano alla loro pratica(non come molti che si iscrivono per moda o per sentito dire ad un corso di AM,DP,SDC o quant'altro,aspettandosi risultati in tutto;difesa,capacità di rissare e magari vincere una gara);non è però ingenuo pensare di vendere ancora un prodotto con il sottointeso"è il meglio e solo lui può dare"senza chiarire che tipo di dedizione richiede "il metodo X"per avere realmente un certo tipo di risultato?
Boh... ti rispondo collegandomi a
bel post,anche se c e' un minimo accenno di faziosita'
Allora, se mi scrivete un articolo (anche abbastanza entusiastico) in cui spiegate il perché avete scelto di praticare una disciplina X, anche in aggiunta ad altre, esponendo il vostro punto di vista e magari anche consigliandone la pratica a chi ne è un pò incuriosito, in non vedo dove ci sia l'ingenuità o tantomeno la faziosità. Leggerei semplicemente la vostra opinione, rimanendone magari anche favorevolmente impressionato, chissà. Se poi vado a provare di persona, me ne renderò conto ancor meglio. Infatti ci sono cose del Systema che non possono essere trasmesse per via scritta o visiva, proprio perchè la sua efficacia dipende molto anche dal "feeling" del praticante, difficilmente quantificabile a priori, e che quindi a mio avviso non lo rende poi molto adatto ad un certo tipo di scelte standardizzate di marketing.
Ma mi rendo conto che questa è solo la mia opinione...
Spero di non aver irritato nessuno;ammetto però di essere stato un poco volutamente provocatorio....ma vi assicuro non gratuitamente.
Sono assolutamente aperto a risposte motivate.
Corto, noi ci addestriamo a prendere le botte con il sorriso sulle labbra e a sfiancarci divertendoci "ingenuamente" come ragazzini, figurati se ci irritiamo quando qualcuno ci fa il gradito dono di farci mettere in discussione. :)
Spero di averti risposto abbastanza "motivatamente". ;)
Grazie per le risposte,....effettivamente piene di "motivazione".
Sistemi simili ed altrettanto vasti di allenamento....mi viene subito in mente il Vajiramushty indiano;è uno dei motivi per cui mi sono sentito subito "a casa mia"con il Systema.
Il Vajiramushty è in realtà ben più ampio del Systema(che pure è bello vasto)ma ha due difetti,che rendono a noi più pratico ed utilizzabile il Systema:
-è costruito per la struttura fisica degli indiani(più snodati di noi e senza problemi a mettere in arco la schiena....)
-conserva molti elementi di lavoro neanche più molto attualizzabili(uso di lance,sciabole,scudi,etc etc.Ne viene fuori un lavoro effettivamente un po dispersivo).
Questo non per sponsorizzare il Vajiramushty(cosa inutile,visto che di istruttori in Europa non c'è ne sono),ma per risponderti sulla questione aperta"se ci fossero altri lavori altrettanto completi ed esaustivi".
Daccordo sul intelligenza del lavoro nel Systema,la mia perplessità torna;che tipo di dedizione si richiede perchè il lavoro "morbido"del systema dia risultati anche in ambito non collaborativo.....visto come viene "venduto"il Systema è in fondo,quello che il praticante si aspetta di ottenere:la famosa "efficacia reale".
Senza tirare in ballo Vasiliev o Riabko,voi quanto tempo riuscite a dedicare alla vostra pratica?
Sentite che da quando praticate siete "più efficaci"?
Vi pongo la questione e vorrei evitare che vi sentiate provocati....penso che quando ci si allena,col coltello per esempio,gli esercizi del Systema siano bellissimi,ma possano indurre illusioni nel praticante,illusioni che possono risultare pericolose se non letali.....l'esempio dell'istruttore sbucazzato calza alla bisogna;si può presumere che non avesse completato l'iter di formazione,o quant'altro;ma in uno stage intensivo quanto può trasmettervi un Vasiliev od un Chiarato(per rendergli onore,visto che lo ritengo bravo e preparato)?
Saluti a te e a Trepicchi.
Prima o poi(spero prima)ci si rivede ad uno stage.
-
Intervista interessante.
Pongo delle questioni con la premessa che il Systema mi piace e spero di praticarlo ancora in futuro(di recente cause incrociate quali carenza pecunia ed intensità lavoro me lo hanno impedito...)
Ciao, mister!! :)
-mi è oscura la genesi del Systema;avevo sentito di recupero di tradizioni marziali di etnie guerriere della Russia;poi altrove si è parlato di un tale militare ferito e menomato che ha compiuto studi per conto suo ed avrebbe costruito la struttura di allenamento che poi è diventato il Systema....insomma comincio ad avere le idee confuse in merito;nell'articolo si parla di "centinaia di anni di elaborazione".....mi chiarite la cosa?
Rispondo per quello che ho capito io: il corpus marziale del Systema è verosimilmente antico, infatti Systema è un nome "moderno", poichè sembra che nel medioevo russo venisse chiamato "poznaj Sjebjà", ovvero "conosci te stesso". Credo si trattasse di un insieme di tattiche, principi e strategie comuni a un pò tutti i combattenti russi dell'epoca, un pò come dei dialetti antichi di una lingua "comune". E come i dialetti antichi, è difficile se non impossibile ricostruirne un'esatta genesi e una dettagliata evoluzione, essendo questi raramente attestati, cioè scritti o comunque documentati. A quei tempi quindi il Systema "antico" comprendeva sicuramente anche equitazione, tiro con l'arco, caccia e sopravvivenza, maneggio delle armi tipiche del periodo come spada, lancia e scudo, insieme a una specie di codice "cavalleresco" di chiara mentalità protocristiana. Poi, nei secoli, le mutate condizioni sociali e "belliche" hanno causato la successiva evoluzione di un sistema di combattimento e sopravvivenza concepito proprio per essere adattabile, versatile, pratico e "trasferibile" ad altri soggetti.
Da qui il Samoz, e le successive varianti di Systema.
Voglio far presente che comunque a quei tempi un addestramento "olistico" era lo standard di qualsiasi esercito organizzato in una certa maniera: basti pensare alla raffinata e altamente efficente formazione delle truppe dell'Impero Ottomano, o ai trattati medievali europei di combattimento con armi bianche, finalizzato all'efficacia reale nelle migliaia di battaglie campali dell'epoca. Ma mi riferisco all'epoca precedente le armi da fuoco. Dopo, qualcosa sembra essere cambiato. ;)
-tutte le tradizioni marziali nascono per essere "efficaci,contro più avversari,armati e non".
Premesso,ribadisco,che sono un estimatore di questo bel metodo di allenamento,non suona un po "scontata"come sponsorizzazione?
Si, ma il Systema ha qualcosa in più. Ulteriori finalità, diversa considerazione della vita, della morte, della guerra, della pace. E' in realtà un discorso lungo, e a me non sembra tanto scontato...
-sono d'accordo che ogni scarpa funziona meglio per far quello per cui è progettata,ma che tipo di professionismo è necessario per far si di "essere efficaci contro più avversari,pure armati....."
Ricorderei,provocatoriamente,che forse è l'uomo (ben preparato magari,per carità....)a fare la differenza;e pur ricordando che il Systema si ripropone più che giustamente di lavorare sulla psiche,riporto qualche esempio in piena "parcondicio"a sostegno di questa tesi(e non per sminuire o valorizzare questo o quello stile:
1-notizia recente di ex pugile professionista settantenne che ha steso a cazzotti un giovane rapinatore armato di coltello
2-Mike Tyson steso a sorpresa da portinaio sessantenne che gli ha rotto una bottiglia di vetro in testa durante un banale litigio.
3-Genki Sudo che la scampa a fatica in una rissa dove spunta il coltello;ne viene fuori,un po tagliato a destra e manca in realtà,ed ammette il pericolo in cui si è sentito durante la colluttazione.
4-Rickson Gracie che ammette(ovviamente solo in famiglia....questa storia normalmente non esce dal circolo dei Gracie)la sua difficolta ad uscire intero da una rissa con un automobilista che lo ha colto un po a sorpresa seguendolo fino a casa sua dopo una banale discussione in auto....
-Il fratello di Fedor emilianenko che da solo ne stende tanti in una rissa in un locale moscovita.
-un istruttore certificato di Systema che in una rissa con coltello ci ha rimesso le penne.
-un cinese che a Milano difende un amica da aggressione e da solo ne stende tanti a colpi di non ben specificato stile di "kung fu"....se ben ricordo uno degli aggressori era pure armato.
Potrei continuare,ma diciamo che spero di aver reso l'idea.
Ottima osservazione e oculata lista di esempi. Ti risponderò dicendoti che l'obbiettivo del Systema non è tanto il rendere capaci di fare le tecniche X nelle situazioni a, b, c, quanto il permettere il pieno sviluppo del potenziale "umano" del praticante, che in ultima analisi è l'unico soggetto direttamente responsabile della propria evoluzione marziale. Questo, in un certo senso, conferma quello che hai detto e gli esempi che hai elencato. Se poi esiste qualcos'altro che abbia, fra le altre cose, la stessa finalità, fammelo sapere. ;)
Reputo cosa buona e giusta allenare per migliorarsi,e nei limiti abituarsi ad affrontare un certo tipo di situazione.....ora:penso che sul forum si trovino parecchie persone che almeno sanno cosa stanno cercando dal tempo che dedicano alla loro pratica(non come molti che si iscrivono per moda o per sentito dire ad un corso di AM,DP,SDC o quant'altro,aspettandosi risultati in tutto;difesa,capacità di rissare e magari vincere una gara);non è però ingenuo pensare di vendere ancora un prodotto con il sottointeso"è il meglio e solo lui può dare"senza chiarire che tipo di dedizione richiede "il metodo X"per avere realmente un certo tipo di risultato?
Boh... ti rispondo collegandomi a
bel post,anche se c e' un minimo accenno di faziosita'
Allora, se mi scrivete un articolo (anche abbastanza entusiastico) in cui spiegate il perché avete scelto di praticare una disciplina X, anche in aggiunta ad altre, esponendo il vostro punto di vista e magari anche consigliandone la pratica a chi ne è un pò incuriosito, in non vedo dove ci sia l'ingenuità o tantomeno la faziosità. Leggerei semplicemente la vostra opinione, rimanendone magari anche favorevolmente impressionato, chissà. Se poi vado a provare di persona, me ne renderò conto ancor meglio. Infatti ci sono cose del Systema che non possono essere trasmesse per via scritta o visiva, proprio perchè la sua efficacia dipende molto anche dal "feeling" del praticante, difficilmente quantificabile a priori, e che quindi a mio avviso non lo rende poi molto adatto ad un certo tipo di scelte standardizzate di marketing.
Ma mi rendo conto che questa è solo la mia opinione...
Spero di non aver irritato nessuno;ammetto però di essere stato un poco volutamente provocatorio....ma vi assicuro non gratuitamente.
Sono assolutamente aperto a risposte motivate.
Corto, noi ci addestriamo a prendere le botte con il sorriso sulle labbra e a sfiancarci divertendoci "ingenuamente" come ragazzini, figurati se ci irritiamo quando qualcuno ci fa il gradito dono di farci mettere in discussione. :)
Spero di averti risposto abbastanza "motivatamente". ;)
Grazie per le risposte,....effettivamente piene di "motivazione".
Sistemi simili ed altrettanto vasti di allenamento....mi viene subito in mente il Vajiramushty indiano;è uno dei motivi per cui mi sono sentito subito "a casa mia"con il Systema.
Il Vajiramushty è in realtà ben più ampio del Systema(che pure è bello vasto)ma ha due difetti,che rendono a noi più pratico ed utilizzabile il Systema:
-è costruito per la struttura fisica degli indiani(più snodati di noi e senza problemi a mettere in arco la schiena....)
-conserva molti elementi di lavoro neanche più molto attualizzabili(uso di lance,sciabole,scudi,etc etc.Ne viene fuori un lavoro effettivamente un po dispersivo).
Questo non per sponsorizzare il Vajiramushty(cosa inutile,visto che di istruttori in Europa non c'è ne sono),ma per risponderti sulla questione aperta"se ci fossero altri lavori altrettanto completi ed esaustivi".
Daccordo sul intelligenza del lavoro nel Systema,la mia perplessità torna;che tipo di dedizione si richiede perchè il lavoro "morbido"del systema dia risultati anche in ambito non collaborativo.....visto come viene "venduto"il Systema è in fondo,quello che il praticante si aspetta di ottenere:la famosa "efficacia reale".
Senza tirare in ballo Vasiliev o Riabko,voi quanto tempo riuscite a dedicare alla vostra pratica?
Sentite che da quando praticate siete "più efficaci"?
Vi pongo la questione e vorrei evitare che vi sentiate provocati....penso che quando ci si allena,col coltello per esempio,gli esercizi del Systema siano bellissimi,ma possano indurre illusioni nel praticante,illusioni che possono risultare pericolose se non letali.....l'esempio dell'istruttore sbucazzato calza alla bisogna;si può presumere che non avesse completato l'iter di formazione,o quant'altro;ma in uno stage intensivo quanto può trasmettervi un Vasiliev od un Chiarato(per rendergli onore,visto che lo ritengo bravo e preparato)?
Saluti a te e a Trepicchi.
Prima o poi(spero prima)ci si rivede ad uno stage.
Ciao Corto... ;)
gli esercizi che hai visto sono introduttivi e solo per permettere di prendere confidenza con oggetti di cui molte persone hanno
riluttanza e paura molto spesso...
ad es. anche solo motivo di lavorare con coltelli di metallo non appuntiti per dare quella
senzazione fastidiosa della lama fredda.
Centinaia di queste propedeutiche servono a cominciare muovere e mantenere il corpo rilassato .. tutti agli stage introduttivi
devono andare a casa con una panoramica generale di molti aspetti.....poi i vari temi vanno esaminati singolarmente....per es.
coltello o è pugno non basterebbe un seminario per svilupparli...di certo pero' si puo' andare a casa con alcuni principi da
allenare...
systema non pone l'attenzione sulla tecnica ma su dei principi cardini " postura,rilassamento,respiro) e cerca di svilupparli con
degli espedienti.... che ti permettano di lavorare fuori dallo schema "mi attacca di sx rispondo con dx e varie ed eventuali "
Ovviamente come per il resto delle arti richiede applicazione , studio ed esercizio ...non ci sono sconti o strade piu' corte.....
Quello che forse a volte non viene mai preso in considerazione nelle discussioni "è il contatto" negli esercizi cosa che ultimamente
è andata persa inmolti ambienti ..non lo dico io ma le decine di persone che si avvicinano a systema...
Molti degli esercizi anche qui servono a riprendere padronanza confidenza....obbligato continuamente a lavorare con piu' patner in
varie situazioni ti costringono alla lunga a rivedere la tua posizione che pensavi ben difesa...
penso tra i molti solo all'esercizio sei al centro di un gruppo di 40 persone che spingono ,schiaffeggiano ,pugni controllati a varie
velocita' fino a creare un caos....e tu devi cercare di stare rilassato altrimenti se irrigidisci ti schiacciano ...ecco questa modalita'
inserita trovo che sia molto interessante...Il tutto fatto in una maniera dove senti il contatto , al limite porti a casa qualche livido
ma soprattutto rimani intero e puoi farlo per ore..altrimenti non servirebbe a niente
Comunque questo ripeto è un tipo di lavoro non meglio "ma diverso "-- non richiede di abbandonare la tua arte ..anzi puo' dare
alcuni spunti di riflessione interessanti e a volte ad aiutare il miglioramento di quello che pratichi...ovviamente perfetta non è !!!
Propio ieri un insegnante coach nazionale di squadre sanda,ecc oltre 30 di anni marziali in giro per il mondo .... ha detto dopo aver
osservato tutto lo stage "a...zz....se la trovavo io questa cosa trent'anni fa !!!!!).
Non vuol dire niente ma una piccola
soddisfazione cè ... se arriva un feeback positivo da chi ha percorso la strada prima di te.....
Ovviamente tutto questo è una mia piccola osservazione personale e probabilmente la mia limitata esperienza non mi permette di
avere ancora una visione globale e precisa ..nel frattempo....guardo da dentro.... :thsit:
Buona giornata a tutti
-
Riuscirò mai a capire il perchè del layout dei posts di Trepicchi?
-
Grazie per la risposta.
Il problema è che evidentemente scrivo di me...hemm....cacca,e non so farmi capire.
Non è la didattica o gli esercizi del Systema che metto in discussione....quelli mi piacciono.
Se scrivo però (come ha fatto il signore dell'intervista):"solo nel Systema ho trovato questo X e questo Y,grazie al quale sono pronto ad affrontare più avversari,pure armati"io credo che chi legge si crei aspettative.
é normale.
é successo con il Wing Chun,la Thai e il JKD;con quali risultati non stà a me dirlo;qualcuno sarà diventato efficacie,qualcuno meno,qualcuno si è illuso di diventarlo.....non importa.
è bello prepararsi a scontrarsi contro uno,tre,quaranta avversari,armati e non.
é formativo,utile e nel tempo aiuta e da risultati;in qualche modo già lo facevo nel Vajiramushty,da quì il mio dire che mi sono sentito abbastanza a casa mia quando ho provato il Systema.
Fin qui spero di essere stato chiaro.
Va da se che un conto è esercitarsi a velocità risotta,armoniosamente e fra amici.
Si può essere,apparentemente,efficacissimi anche contro molte persone:bello!
Però,di fronte avversario(...avversari...)non collaborativi,normalmente tutto cambia.
Siamo d'accordo su questo?
Posso quindi accettare che dopo un tot di anni si diventi efficaci anche in ambito non collaborativo:il Systema è fatto per quello,e non ho problema a crederci.
Quello a cui credo meno è che basti qualche annetto di pratica "amatoriale"per fare la differenza.
E se siamo daccordo su questo,temo che molti istruttori di Systema non lo siano abbastanza da farlo presente ai loro allievi.
Che i giochi di confidenza sono solo quello....giochi di confidenza;formativi quanto si vuole, ma parte di uno Step,da superare.
Prima dell'esempio di E-man(....ma come cacchio si scrive.....scusami se stai leggendo.....),anch'io con Alessio avevamo vagliato la validità di questi giochi ed i limiti/illusioni conseguenti.
Illusioni potenzialmente simili a quelle che hanno constatato(e descritto) i praticanti di Kali-Silat e compagnia sui disarmi da coltello.
Da invincibili professionisti in grado di disarmare chiunque,il lavoro onesto dei praticanti di stili filippini ha portato ad affermare cose che vanno dal"impossibile disarmare un uomo armato senza ferirsi","i disarmi sono solo l'ultima chance","i disarmi sono solo esercizi di sensibilità",e via su questa falsariga......forse realtà note ai maestri orientali...ma per quanto tempo si è trattato il disarmo come motivo di vanto nelle palestre nostrane?!?
Torno all'origine:condivido il piacere della pratica e la validità del Systema,e lasciando fuori il vostro gruppo,che apprezzo,ribadisco che l'autore dell'articolo pecca di infantile entusiasmo nel descrivere il Systema.
Indipendentemente da quanto lui valga e dai risultati da lui ottenuti(e ci sarebbe appunto da esaminare:quali siano questi risultati,da quanto tempo si sia allenato,con chi ed in che modo...),trovo incredibilmente retrò ed ingenuo le proferte di efficacia che avranno sicuramente un fondo di realtà,ma che mi ricordano tanto le frasi che accompagnano costantemente tutte le mode marziali...."col WC le donne imparano a difendersi ed è lo stile più efficacie per la strada","col Ju Jutsu(od il taiji per parcondicio)usi la forza dell'avversario per batterlo con la pura tecnica","la DP scientifica per donne con le tecniche selezionate che consentono ad una piccola donna di difendersi da un aggressore"etc etc.
A presto.
-
Grazie per la risposta.
Il problema è che evidentemente scrivo di me...hemm....cacca,e non so farmi capire.
Non è la didattica o gli esercizi del Systema che metto in discussione....quelli mi piacciono.
Se scrivo però (come ha fatto il signore dell'intervista):"solo nel Systema ho trovato questo X e questo Y,grazie al quale sono pronto ad affrontare più avversari,pure armati"io credo che chi legge si crei aspettative.
é normale.
é successo con il Wing Chun,la Thai e il JKD;con quali risultati non stà a me dirlo;qualcuno sarà diventato efficacie,qualcuno meno,qualcuno si è illuso di diventarlo.....non importa.
è bello prepararsi a scontrarsi contro uno,tre,quaranta avversari,armati e non.
é formativo,utile e nel tempo aiuta e da risultati;in qualche modo già lo facevo nel Vajiramushty,da quì il mio dire che mi sono sentito abbastanza a casa mia quando ho provato il Systema.
Fin qui spero di essere stato chiaro.
Va da se che un conto è esercitarsi a velocità risotta,armoniosamente e fra amici.
Si può essere,apparentemente,efficacissimi anche contro molte persone:bello!
Però,di fronte avversario(...avversari...)non collaborativi,normalmente tutto cambia.
Siamo d'accordo su questo?
Posso quindi accettare che dopo un tot di anni si diventi efficaci anche in ambito non collaborativo:il Systema è fatto per quello,e non ho problema a crederci.
Quello a cui credo meno è che basti qualche annetto di pratica "amatoriale"per fare la differenza.
E se siamo daccordo su questo,temo che molti istruttori di Systema non lo siano abbastanza da farlo presente ai loro allievi.
Che i giochi di confidenza sono solo quello....giochi di confidenza;formativi quanto si vuole, ma parte di uno Step,da superare.
Prima dell'esempio di E-man(....ma come cacchio si scrive.....scusami se stai leggendo.....),anch'io con Alessio avevamo vagliato la validità di questi giochi ed i limiti/illusioni conseguenti.
Illusioni potenzialmente simili a quelle che hanno constatato(e descritto) i praticanti di Kali-Silat e compagnia sui disarmi da coltello.
Da invincibili professionisti in grado di disarmare chiunque,il lavoro onesto dei praticanti di stili filippini ha portato ad affermare cose che vanno dal"impossibile disarmare un uomo armato senza ferirsi","i disarmi sono solo l'ultima chance","i disarmi sono solo esercizi di sensibilità",e via su questa falsariga......forse realtà note ai maestri orientali...ma per quanto tempo si è trattato il disarmo come motivo di vanto nelle palestre nostrane?!?
Torno all'origine:condivido il piacere della pratica e la validità del Systema,e lasciando fuori il vostro gruppo,che apprezzo,ribadisco che l'autore dell'articolo pecca di infantile entusiasmo nel descrivere il Systema.
Indipendentemente da quanto lui valga e dai risultati da lui ottenuti(e ci sarebbe appunto da esaminare:quali siano questi risultati,da quanto tempo si sia allenato,con chi ed in che modo...),trovo incredibilmente retrò ed ingenuo le proferte di efficacia che avranno sicuramente un fondo di realtà,ma che mi ricordano tanto le frasi che accompagnano costantemente tutte le mode marziali...."col WC le donne imparano a difendersi ed è lo stile più efficacie per la strada","col Ju Jutsu(od il taiji per parcondicio)usi la forza dell'avversario per batterlo con la pura tecnica","la DP scientifica per donne con le tecniche selezionate che consentono ad una piccola donna di difendersi da un aggressore"etc etc.
A presto.
Corretto Corto.....
ti ringrazio ancora una volta per le tue osservazioni ....
Ripeto quello che si sta facendo in questo trhead e' quello di fornire un corpus di materiale che permetta ovviamente
di deliziare la mente e dare un quadro piu' allargato....a volte molti articoli sono un po' di parte oppure pieni di entusiasmo e
magari escono un po' dal sentiero "obiettivo" :)....siamo umani .....
Permetti un po' di elasticita' e buon senso in questo.......come ho detto prima il mio invito è a prendere con le pinze e vagliare ,
senza farsi troppe illusioni a questo proposito provo a spiegare alcuni punti dal mio punto di vista :
1) systema non è il miglior metodo ma un modus operandi che lavora in un certa direzione usando concetti che sono simili a
ingredienti basi di molte discipline orientali o occidentali ma che ha ovviamente una sua modalita' di espressione
2) sono sicuro per la mia limitata conoscenza che al mondo ci siano metodologie , praticanti e training di difesa personale
altamente qualificati e che magari non hanno niente da invidiare a systema...
3)Systema non crea supereroi ..se qualcuno si è fatto qualche film a causa di qualche lettura un po' esuberante....
lo cancelli, respiri e torni sul pianeta terra ......
4) con qualche stage non si diventa esperti o "guerrieri terribili "---- praticando a livello amatoriale produci un livello tecnico
amatoriale
5) ci sono varie metodi di intensita' e di lavoro sotto stress nel systema .... ma ovviamente quel tipo di approccio non puo' e non
deve essere usato a persone che si avvicinano per capire per la prima volta....
6)non si vuole convincere nessuno che sia la soluzione della propia vita...
7) Non metto nessuno sul piedistallo posso solo parlare solo del lavoro che sta facendo con Luca ultimamente sotto un profilo di
"mettersi in gioco " .
a)Ha recentemente collaborato in un progetto per operatori di sicurezza (piu di 60 operatori) per la parte tecnica e si è dovuto
confrontare usando systema con molti di questi bravi ragazzi (a partire dai piu' magri sui 100 kg) che lo hanno messo un po' in
prova per vedere realmente cosa sapeva fare......
La prima lezione è iniziata con un paio di bestemmie e di rutti ...giusto per farti capire l' oxford
presente....
"e mi ha detto che qualcuno ha dovuto andare veramente abbastanza intensamente nella spiegazione dei principi"...risultato
adesso segue un gruppo di piu' di 15 persone che si addestrano per assimilarne i "componenti "...
b) sta lavorando con istruttori di thai ,boxe,che hanno fatto gare ,sono stati in thailandia , e che lo anno voluto verificare .....e
si è messo i guantoni per vedere se i colpi sono efficaci e comprendere ancor meglio vari tipologie di persone,attacchi,metodi....
c) parallelamente a systema si sta creando un punto di ricerca in una palestra a Padova (progetto con ring - gabbia -circuiti ) dove
iniziare a studiare systema con altre discipline di contatto ed invitare esperti ,praticanti per un miglioramento di questa disciplina
e soprattutto per creare una connessione con le varie realta' marziali che vanno rispettate e che è un punto fondamentale per
noi...
E' in programma appena c'è ne sara' l'occasione visto che tu li conosci degli allenamenti a porte chiuse con Ricci e l'ispanico che in
fatto i combattimento e preparazione in quel settore forse possono spendere qualche parola.....persone di cui abbiamo un ottima
stima e fiducia per la professionalita' e competenza di cui dispongono.
Ho detto questo e probabilmente se lo sapra' prendero' la mia dose di pugni non per creare un altro film ma solo per far capire che
si cerca di lavorare in tutte le direzioni e per mettersi in gioco ....non per fare quali sfide ....ma veramente per cercare di capire i
vari contesti....e per confrontarsi in un sano spirito di crescita attraverso queste arti...
Scusate ancora se sono risultato noioso ..ma cogliendo l'invito di Cortobraccio , vogliamo essere chiari sul come procediamo nel
corpo e nella mente parlando di systema in questa scuola...
buona serata a tutti
-
Non posso che confermare quanto detto da Trepicchi.
Infatti a uno stage tutto quello che si può dare è solo un'assaggio di cosa si fa nel Systema. Se poi non c'è la pratica, rimane tutto lì, nella memoria, ma poi non si sviluppa e quindi non diventa utile.
A uno stage vengono fatti vedere i principi e alcuni esercizi per lavorarci su. Ed è normale che chi interviene per la prima volta non venga trattato come uno studente avanzato, cioè in grado di reggere ben altre cose, in primis l'impatto reale di colpi dati "sul serio"...
Questo riguarda prima di tutto l'ambiente non collaborativo e in stato di stress, che ai neofiti viene fatto conoscere un passo alla volta, fino ad arrivare a un livello di intensità praticamente reale, al quale ovviamente si giunge solo quando si è oggettivamente diventati bravi.
Senza tirare in ballo Vasiliev o Riabko,voi quanto tempo riuscite a dedicare alla vostra pratica?
Poco tempo di pratica strettamente "marziale", tanto di pratica "nella vita". Ma ti posso dire che una mano lava l'altra.
Sentite che da quando praticate siete "più efficaci"?
Si. Nonostante sia da poco che lo studio (ma in realtà bisogna anche un pò "viverlo", il Systema), e su tantissimi punti di vista. Mi muovo oggettivamente meglio, sono diventato un pò più strategico, più "operativo", ho persino innalzato un pochino di più rispetto a qualche anno fa la mia soglia di resistenza al dolore e alla fatica, e devo dire che anche a livello spirituale mi sento molto più "sano", e come saprai lo spirito è tutto.
Ma soprattutto, ora so abbastanza bene quando è il caso di combattere, e ancor meglio quando non lo è. E a volte è questo che fa la differenza.
Mi chiederai: ma lo hai mai testato in caso di scontro reale? Ancora no, ma finora l'ho testato per evitarli, ed è servito tantissimo.
Come faccio a sapere che mi servirà, se non dovessi farcela ad evitare?
Ne sono sicuro, perchè nel Systema ho ritrovato buona parte delle cose che già da solo avevo capito che funzionassero. E le altre cose che prima non sapevo le ho provate in vari modi e con varie persone, che un pò per una me le hanno confermate tutte.
Potrei aggiungere altro, Corto, ma forse è meglio in privato (o di persona, magari ;) ).
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Grazie per la risposta,o altissimo Trepicchi.
Sono contento di sapere del modus operandi di Chiarato:pratica e ricerca allo stesso tempo:mi va a genio.
Mi sembra cosa buona che nel panorama marziale si sia inserito un metodo di pratica "aperto ma solido"come il Systema.
Buon lavoro e ci si vede ad un prossimo stage.
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Cosa significa vivere il Systema?
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Non posso che confermare quanto detto da Trepicchi.
Infatti a uno stage tutto quello che si può dare è solo un'assaggio di cosa si fa nel Systema. Se poi non c'è la pratica, rimane tutto lì, nella memoria, ma poi non si sviluppa e quindi non diventa utile.
A uno stage vengono fatti vedere i principi e alcuni esercizi per lavorarci su. Ed è normale che chi interviene per la prima volta non venga trattato come uno studente avanzato, cioè in grado di reggere ben altre cose, in primis l'impatto reale di colpi dati "sul serio"...
Questo riguarda prima di tutto l'ambiente non collaborativo e in stato di stress, che ai neofiti viene fatto conoscere un passo alla volta, fino ad arrivare a un livello di intensità praticamente reale, al quale ovviamente si giunge solo quando si è oggettivamente diventati bravi.
Senza tirare in ballo Vasiliev o Riabko,voi quanto tempo riuscite a dedicare alla vostra pratica?
Poco tempo di pratica strettamente "marziale", tanto di pratica "nella vita". Ma ti posso dire che una mano lava l'altra.
Sentite che da quando praticate siete "più efficaci"?
Si. Nonostante sia da poco che lo studio (ma in realtà bisogna anche un pò "viverlo", il Systema), e su tantissimi punti di vista. Mi muovo oggettivamente meglio, sono diventato un pò più strategico, più "operativo", ho persino innalzato un pochino di più rispetto a qualche anno fa la mia soglia di resistenza al dolore e alla fatica, e devo dire che anche a livello spirituale mi sento molto più "sano", e come saprai lo spirito è tutto.
Ma soprattutto, ora so abbastanza bene quando è il caso di combattere, e ancor meglio quando non lo è. E a volte è questo che fa la differenza.
Mi chiederai: ma lo hai mai testato in caso di scontro reale? Ancora no, ma finora l'ho testato per evitarli, ed è servito tantissimo.
Come faccio a sapere che mi servirà, se non dovessi farcela ad evitare?
Ne sono sicuro, perchè nel Systema ho ritrovato buona parte delle cose che già da solo avevo capito che funzionassero. E le altre cose che prima non sapevo le ho provate in vari modi e con varie persone, che un pò per una me le hanno confermate tutte.
Potrei aggiungere altro, Corto, ma forse è meglio in privato (o di persona, magari ;) ).
Beneaccette sia valutazioni tue in privato o di persona.
Grazie anche a te per le risposte ed a presto.
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Sabato 26 marzo Caraglio (CN)
- A.S.D. La Piccola Foresta KUNG FU CUNEO -
CSEN PIEMONTE
Stage aperto a tutti
SYSTEMA RUSSIAN MARTIAL ART
Istruttore Luca Chiarato
SYSTEMA TRAINING GROUP PADOVA
Dalle ore 14:30 ALLE ORE 17:30
Palazzetto dello sport -Via Bernezzo 83 - Caraglio (CN)
Info Contatti (prenotazione obbligatoria)
Guido 328 6918213
kungfucuneo@live.it
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(http://www.wtkaitalia.it/images/bannerini/Maratona_2011_Brescia/CampITA_BRESCIA2011.jpg)
Dimostrazione Systema presso il
Centro “San Filippo” Via Luigi Bazoli 6 Quartiere Sant'Anna - BRESCIA
Kickboxing - MMA - Submission - Kung Fu - Karate - All Styles
Info M° Marco Guarneri
Mobile: 328 2462338 - E-mail: marco.guarneri@yahoo.it
Saremo presenti dalle ore 19:00... ;)
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Cosa significa vivere il Systema?
La solita roba...
Cercare di essere una persona seria in tutto quello che fai, o al limite provarci... :om:
E' mio dovere però precisare che convertirsi al Cristianesimo Ortodosso Russo è un'optional. :D
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prossimi eventi systema
STAGE 13 MARZO 2011 RAPALLO (GE)
STAGE 20 MARZO 2011 BAZZANO (BO)
STAGE 26 MARZO CUNEO
STAGE 02 APRILE 2011 PIRRI (CA)
STAGE 09 APRILE SENIGALLIA (AN)
http://www.systematraininggrouppadova.it/index.php?option=com_content&view=category&id=36&Itemid=64&lang=it (http://www.systematraininggrouppadova.it/index.php?option=com_content&view=category&id=36&Itemid=64&lang=it)
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scusa trepicchi, a senigallia c'è una scuola in pianta stabile?
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Sistemi simili ed altrettanto vasti di allenamento....mi viene subito in mente il Vajiramushty indiano;è uno dei motivi per cui mi sono sentito subito "a casa mia"con il Systema.
Il Vajiramushty è in realtà ben più ampio del Systema(che pure è bello vasto)ma ha due difetti,che rendono a noi più pratico ed utilizzabile il Systema:
-è costruito per la struttura fisica degli indiani(più snodati di noi e senza problemi a mettere in arco la schiena....)
-conserva molti elementi di lavoro neanche più molto attualizzabili(uso di lance,sciabole,scudi,etc etc.Ne viene fuori un lavoro effettivamente un po dispersivo).
Questo non per sponsorizzare il Vajiramushty(cosa inutile,visto che di istruttori in Europa non c'è ne sono),ma per risponderti sulla questione aperta"se ci fossero altri lavori altrettanto completi ed esaustivi".
Ne parli sempre, ma non approfondisci mai caro Corto. Mi piacerebbe che tu riaprissi il thread sul Vajiramushty, visto che ne conosco così poco (Da fonti comuni, che probabilmente conoscerai...) :'( :'(
Scusate l'OT, ma una domanda ce l'avrei anche sul Systema: come mai si è organizzato uno stage a Sordio. Esiste in quel paesino un corso permante di questo metodo? In tal caso, andrei sicuramente a darci una guardata, visto che è vicino a casa mia e lo trovo un metodo molto interessante. :)
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scusa trepicchi, a senigallia c'è una scuola in pianta stabile?
C'è un gruppo di studio che segue Luca ....se ti interessa ti passo via mp il contatto... :)
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Sistemi simili ed altrettanto vasti di allenamento....mi viene subito in mente il Vajiramushty indiano;è uno dei motivi per cui mi sono sentito subito "a casa mia"con il Systema.
Il Vajiramushty è in realtà ben più ampio del Systema(che pure è bello vasto)ma ha due difetti,che rendono a noi più pratico ed utilizzabile il Systema:
-è costruito per la struttura fisica degli indiani(più snodati di noi e senza problemi a mettere in arco la schiena....)
-conserva molti elementi di lavoro neanche più molto attualizzabili(uso di lance,sciabole,scudi,etc etc.Ne viene fuori un lavoro effettivamente un po dispersivo).
Questo non per sponsorizzare il Vajiramushty(cosa inutile,visto che di istruttori in Europa non c'è ne sono),ma per risponderti sulla questione aperta"se ci fossero altri lavori altrettanto completi ed esaustivi".
Ne parli sempre, ma non approfondisci mai caro Corto. Mi piacerebbe che tu riaprissi il thread sul Vajiramushty, visto che ne conosco così poco (Da fonti comuni, che probabilmente conoscerai...) :'( :'(
Scusate l'OT, ma una domanda ce l'avrei anche sul Systema: come mai si è organizzato uno stage a Sordio. Esiste in quel paesino un corso permante di questo metodo? In tal caso, andrei sicuramente a darci una guardata, visto che è vicino a casa mia e lo trovo un metodo molto interessante. :)
A sordio non è partito e ci siamo postati a Garbagnate...probabile la prossima volta che siamo a Varese in aprile....a breve ulteriori aggiornamenti..ciao
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Ti stai davvero allenando?
Articolo di Vladimir Vasiliev pubblicato il 4 gennaio 2011
Ci avete mai fatto caso, su voi stessi?
Il vostro compagno di allenamento vi fa una mossa “scorretta”, ad esempio cioè risponde a un vostro colpo leggero con uno forte e doloroso. E allora voi vi arrabbiate. Oppure è un po’ presuntuoso o lento ad apprendere, e voi vi irritate. Oppure siete diventati bravi a muovervi con efficacia, e ne siete diventati orgogliosi. O ancora venite adulati e la vanità fa capolino dentro di voi.
Vedo succedere queste cose in ogni lezione. In questi casi, il tempo reale di addestramento si riduce a pochi minuti effettivi.
La tecnica è relativamente facile da comprendere; la si può scomporre e padroneggiare un po’ alla volta. E’ una cosa specifica, e con la pratica ci si riesce. L’obbiettivo del Systema è differente: bisogna comprendere sé stessi. Cosa significa? Osservate attentamente che cosa interferisce con il vostro calmo, razionale e continuo movimento. Le emozioni, se incontrollate, sono deleterie per un lavoro efficace. Questi sentimenti arrivano in modi invisibili, e in tale maniera iniziano a dominarci e a consumare la nostra vera forza. Bisogna stare in guardia. Il primo passo è rendersi conto di queste debolezze; il secondo è provare a sopraffarle con la respirazione, la comprensione, aggiustando l’attitudine e così il proprio movimento. A quel punto abbiamo davvero acquisito forza e abilità.
Ma a quel punto, se continuiamo a sentirci irritati, annoiati, rancorosi o vanitosi, non stiamo più perfezionando il nostro modo di muoverci, respirare o altro, ma abbiamo invece un problema molto sottile. Se si viene sconfitti dalle proprie emozioni, si può venire facilmente controllati e manipolati. Mentre si è presi troppo dall’emotività, non si ha più chiara capacità di giudizio e rapidità di decisione, e questo è distruttivo sia per il proprio addestramento che per la propria vita.
Raccomando, durante tutta la lezione, di identificare le cause che ci impediscono di lavorare per bene. Sia che stiate imparando o insegnando, tenete sempre d’occhio il vostro stato emozionale. Appena non è stabile, non state più lavorando accuratamente.
Quando si va a lezione, si va per allenarsi, questo è quanto. Si può essere un po’ nervosi o insicuri, o ci può essere qualcosa che ci dà fastidio. Ma non importa che cosa può succedere in una lezione, perché può essere tutto utile allo scopo finale dell’addestramento.
Riconoscere e affrontare la nostra vanità e le nostre debolezze è molto più difficile che affinare le tecniche, ma è un lavoro che agisce molto più nel profondo. Come sappiamo, le tecniche memorizzate possono abbandonarci nel bel mezzo di uno scontro reale, ad esempio se si ha un braccio rotto o si è in ambienti ristretti. Ma laddove si riesce a controllare le proprie emozioni e muoversi per bene, si riuscirà a risolvere qualsiasi problema in vari modi diversi. So per esperienza personale che questo lavoro è estremamente ripagante, crea autentica abilità e permette di sopravvivere e riuscire nel proprio scopo.
Link all’articolo originale:
http://www.russianmartialart.com/main.php?page=article_info&articles_id=48&osCsid=f2e56df021709e34e51dc9a614b2868f (http://www.russianmartialart.com/main.php?page=article_info&articles_id=48&osCsid=f2e56df021709e34e51dc9a614b2868f)
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Ti stai davvero allenando?
Articolo di Vladimir Vasiliev pubblicato il 4 gennaio 2011
Ci avete mai fatto caso, su voi stessi?
Il vostro compagno di allenamento vi fa una mossa “scorretta”, ad esempio cioè risponde a un vostro colpo leggero con uno forte e doloroso. E allora voi vi arrabbiate. Oppure è un po’ presuntuoso o lento ad apprendere, e voi vi irritate. Oppure siete diventati bravi a muovervi con efficacia, e ne siete diventati orgogliosi. O ancora venite adulati e la vanità fa capolino dentro di voi.
Vedo succedere queste cose in ogni lezione. In questi casi, il tempo reale di addestramento si riduce a pochi minuti effettivi.
La tecnica è relativamente facile da comprendere; la si può scomporre e padroneggiare un po’ alla volta. E’ una cosa specifica, e con la pratica ci si riesce. L’obbiettivo del Systema è differente: bisogna comprendere sé stessi. Cosa significa? Osservate attentamente che cosa interferisce con il vostro calmo, razionale e continuo movimento. Le emozioni, se incontrollate, sono deleterie per un lavoro efficace. Questi sentimenti arrivano in modi invisibili, e in tale maniera iniziano a dominarci e a consumare la nostra vera forza. Bisogna stare in guardia. Il primo passo è rendersi conto di queste debolezze; il secondo è provare a sopraffarle con la respirazione, la comprensione, aggiustando l’attitudine e così il proprio movimento. A quel punto abbiamo davvero acquisito forza e abilità.
Ma a quel punto, se continuiamo a sentirci irritati, annoiati, rancorosi o vanitosi, non stiamo più perfezionando il nostro modo di muoverci, respirare o altro, ma abbiamo invece un problema molto sottile. Se si viene sconfitti dalle proprie emozioni, si può venire facilmente controllati e manipolati. Mentre si è presi troppo dall’emotività, non si ha più chiara capacità di giudizio e rapidità di decisione, e questo è distruttivo sia per il proprio addestramento che per la propria vita.
Raccomando, durante tutta la lezione, di identificare le cause che ci impediscono di lavorare per bene. Sia che stiate imparando o insegnando, tenete sempre d’occhio il vostro stato emozionale. Appena non è stabile, non state più lavorando accuratamente.
Quando si va a lezione, si va per allenarsi, questo è quanto. Si può essere un po’ nervosi o insicuri, o ci può essere qualcosa che ci dà fastidio. Ma non importa che cosa può succedere in una lezione, perché può essere tutto utile allo scopo finale dell’addestramento.
Riconoscere e affrontare la nostra vanità e le nostre debolezze è molto più difficile che affinare le tecniche, ma è un lavoro che agisce molto più nel profondo. Come sappiamo, le tecniche memorizzate possono abbandonarci nel bel mezzo di uno scontro reale, ad esempio se si ha un braccio rotto o si è in ambienti ristretti. Ma laddove si riesce a controllare le proprie emozioni e muoversi per bene, si riuscirà a risolvere qualsiasi problema in vari modi diversi. So per esperienza personale che questo lavoro è estremamente ripagante, crea autentica abilità e permette di sopravvivere e riuscire nel proprio scopo.
Link all’articolo originale:
http://www.russianmartialart.com/main.php?page=article_info&articles_id=48&osCsid=f2e56df021709e34e51dc9a614b2868f (http://www.russianmartialart.com/main.php?page=article_info&articles_id=48&osCsid=f2e56df021709e34e51dc9a614b2868f)
Bell'articolo, grazie!! Concordo con Vasiliev. Il controllo emozionale è la cosa più diffcile di tutte da allenare, ed è molto più importante della tecnica, che ormai vedo davvero come solo la punta dell'iceberg, rispetto alle qualità/capacità/attributi. Nel Systema avete degli ottimi esercizi (peraltro anche molto divertenti) per padroneggiare questo: mi ricordo quello di continuare a respirare con parecchie persone sdraiate sopra, oppure sdraiati con il compagno che fa le flessioni sopra di noi. La cosa fondamentale è abituarsi ad ascoltare continuamente il proprio corpo. Ci si accorge che passiamo inconsciamente attraverso tutta una serie di tensioni e contrazioni muscolari inutili. Lo stesso discorso si può fare per gli stati mentali. E' una consapevolezza che sto iniziando ad avere quando ho iniziato davvero ad approfondire quotidianamente la pratica dell'Yiquan, che considero al pari una scuola di tipo esperienziale: ha davvero cambiato il modo di percepire il mio corpo, di rapportarmi con esso. Ma, a quel punto, l'allenamento viene a coincidere con la vita stessa... ;)
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Ma, a quel punto, l'allenamento viene a coincidere con la vita stessa... ;)
Ed è quella la cosa veramente senza prezzo.. :thsit:
Allenarsi all’aperto
Articolo di Martin Wheeler pubblicato il 26 giugno 2008
Come molti di noi, ho passato anch’io i miei anni di studio passando dal classico dojo poco illuminato ad altri di ben altro tipo, per scoprire le arti delle quali siamo tutti così appassionati. Auditorium di chiese, palestre di università, garage, palestre di pugilato, ci incontravamo in qualunque posto un istruttore sia riuscito ad affittare, scroccare o farsi prestare per picchiare o sottomettere un avversario non collaborativo in relativa privacy.
Ho imparato ad apprezzare l’odore del sudore di ogni palestra degna di questo nome, ma per me non c’è niente di meglio dell’aria aperta. E allo stesso modo per me non c’è niente che possa essere paragonato al gusto del terreno che mi graffia la faccia e che mi stride fra i denti, come un ulteriore livello di “realtà” mentre qualcuno prova a piantarmi la testa nel suolo per mettermi in leva al braccio.
L’aperto sembra (e alle volte è) un ambiente alieno per la maggior parte dei praticanti di arti marziali. Ma in realtà è probabilmente l’ambiente migliore in cui un praticante di Systema possa esercitare le proprie abilità.
Attualmente infatti tengo la maggiorparte delle mie lezioni all’aperto, e per buone ragioni. Una volta Vasiliev espresse perfettamente quello che penso anch’io, cioè disse di non allenarsi mai dove si sta “comodi”.
Questo però può significare, nell’ottica di un sistema basato sui principi, molte cose. Ad esempio, non fare mai una flessione che puoi fare con facilità, fanne un’altra più difficile. Significa non crogiolarti in una routine confortevole, metti alla prova le tue abilità, anche se ciò significa rinunciare a qualcosa del posto dove ti alleni, purché tu possa scoprire qualcosa di nuovo. Significa fare un passo fuori dal luogo dove ti senti a tuo agio e lavorare in territorio “inesplorato”.
La pratica strettamente fisica del Systema non ha niente di particolare, alla fine facciamo gli stessi esercizi fatti e apprezzati da tanti altri atleti. Ma credetemi, qualsiasi cosa fatta in palestra diventa esponenzialmente più difficile da fare all’esterno. Anche una semplice flessione o uno squat cambiano a seconda del tipo di terreno, condizioni praticamente impossibili da replicare in palestra.
Il terreno può infatti passare da scivoloso, roccioso o erboso nello spazio di pochi metri. E’ qualcosa che i tuoi piedi devono imparare a gestire, mentre il resto del corpo combatte per sopravvivere. L’indipendenza di movimento è un concetto base per ogni praticante di Systema, ma l’impressione che se ne ha cambia radicalmente appena si va all’aperto. Solo l’imparare a scivolare per bene su un terreno accidentato, fango o neve è un grande “strumento”, ed è anche qualcosa difficile da ricreare anche nella più sgangherata delle palestre. Altri fattori di ordine fisico sono:
1. Le condizioni di illuminazione.
Queste rimangono di solito sempre uguali in palestra, ma all’aperto possono cambiare nell’arco di pochi minuti, diventando un vantaggio o uno svantaggio. Personalmente, se possibile mi metto di solito con le spalle al sole durante gli sparring o gli esercizi col coltello, in modo da vedere le reazioni dei miei compagni di allenamento quando sono invece costretti ad avere il sole negli occhi. A volte mentre cerco anche di sfruttare un rialzo del terreno, sempre se è possibile. Viceversa, mi metto a volte volontariamente in queste posizioni di svantaggio per esercitarmi a reagire e ottenere invece un vantaggio, più o meno come un pugile che si fa mettere volontariamente alle corde per imparare meglio a togliersi di lì o ad “usarle”. Come cala la sera e c’è meno luce, la percezione della velocità e della profondità cambiano. Al buio completo, poi, molte regole vanno a farsi benedire mentre l’udito e l’intuito diventano un fattore principale. E non sono cose che vorreste scoprire per la prima volta mentre siete sul serio nei guai, per strada o al lavoro, qualunque esso sia.
2. Temperatura e aderenza.
In generale, la propria sensibilità cambia al variare della temperature. Mentre il corpo lotta per mantenere costante la propria temperatura si può trovare a spingere il sangue verso la superficie o richiamarlo da essa. Questo può influire sulla sensibilità e sulla coordinazione motoria, specialmente con le armi. E ovviamente ci sono anche semplici fattori fisici come avere le mani umide o scivolose per il fango, o la polvere che irrita gli occhi e le vie respiratorie se si va vicino al suolo, in un clima secco. In ogni momento, si può rimanere sorpresi dal fatto che quando il clima è freddo e umido si è poco disposti inconsciamente a sporcarsi o inzupparsi del proprio sudore, perfino contro un aggressore armato, quando magari andare al suolo è l’ultima possibilità per sopravvivere.
3. Colpire.
Dare un pugno “pelle su pelle” è una cosa. Colpire attraverso una maglietta, che dà comunque un pò di attrito anche se il colpo è efficace, è un’altra, anche se magari, sia in palestra che in strada, può essere l’ideale. Ma dare un pugno attraverso un giubbotto o strati di vestiti richiede maggiore abilità, o almeno la conoscenza della sua inefficacia in alcune situazioni, quando bisogna invece cambiare bersaglio. Ma anche capire l’uso degli abiti per impacciare qualcuno o la migliore aderenza da applicare per delle proiezioni non sempre è argomento trattato nella maggior parte delle palestre.
Questi sono solo alcuni dei fattori ai quali ho raramente pensato prima di iniziare ad allenarmi all’aperto. E, ovviamente, ce ne sono molti altri. Insieme ad altri fattori psicologici correlati, inoltre. Uno di questi riguarda una cosa che non ho mai padroneggiato ma che ho notato con l’esperienza dell’allenamento all’aperto, con gli altri. Mi riferisco alla sensazione di benessere del dopo allenamento. Fino a poco tempo fa credevo che fosse una cosa psicosomatica, una specie di sensazione che si prova lontani dall’ambiente urbano, quando torniamo a “sporcarci” nella natura. E forse è solo questo, ma di recente ho letto di uno studio secondo il quale sembra, quando giochiamo in questo “sporco”, che ci siano dei microbi nel suolo che quando entrano nel nostro organismo, farebbero da antidepressivi. E per questo ci sentiamo bene.
Chi lo sa?
Link all’articolo originale:
http://www.russianmartialart.com/main.php?page=article_info&articles_id=27&osCsid=a8ac31998cc0468bad9d7a6aa9993ec3 (http://www.russianmartialart.com/main.php?page=article_info&articles_id=27&osCsid=a8ac31998cc0468bad9d7a6aa9993ec3)
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Ma, a quel punto, l'allenamento viene a coincidere con la vita stessa... ;)
Ed è quella la cosa veramente senza prezzo.. :thsit:
Allenarsi all’aperto
Articolo di Martin Wheeler pubblicato il 26 giugno 2008
Come molti di noi, ho passato anch’io i miei anni di studio passando dal classico dojo poco illuminato ad altri di ben altro tipo, per scoprire le arti delle quali siamo tutti così appassionati. Auditorium di chiese, palestre di università, garage, palestre di pugilato, ci incontravamo in qualunque posto un istruttore sia riuscito ad affittare, scroccare o farsi prestare per picchiare o sottomettere un avversario non collaborativo in relativa privacy.
Ho imparato ad apprezzare l’odore del sudore di ogni palestra degna di questo nome, ma per me non c’è niente di meglio dell’aria aperta. E allo stesso modo per me non c’è niente che possa essere paragonato al gusto del terreno che mi graffia la faccia e che mi stride fra i denti, come un ulteriore livello di “realtà” mentre qualcuno prova a piantarmi la testa nel suolo per mettermi in leva al braccio.
L’aperto sembra (e alle volte è) un ambiente alieno per la maggior parte dei praticanti di arti marziali. Ma in realtà è probabilmente l’ambiente migliore in cui un praticante di Systema possa esercitare le proprie abilità.
Attualmente infatti tengo la maggiorparte delle mie lezioni all’aperto, e per buone ragioni. Una volta Vasiliev espresse perfettamente quello che penso anch’io, cioè disse di non allenarsi mai dove si sta “comodi”.
Questo però può significare, nell’ottica di un sistema basato sui principi, molte cose. Ad esempio, non fare mai una flessione che puoi fare con facilità, fanne un’altra più difficile. Significa non crogiolarti in una routine confortevole, metti alla prova le tue abilità, anche se ciò significa rinunciare a qualcosa del posto dove ti alleni, purché tu possa scoprire qualcosa di nuovo. Significa fare un passo fuori dal luogo dove ti senti a tuo agio e lavorare in territorio “inesplorato”.
La pratica strettamente fisica del Systema non ha niente di particolare, alla fine facciamo gli stessi esercizi fatti e apprezzati da tanti altri atleti. Ma credetemi, qualsiasi cosa fatta in palestra diventa esponenzialmente più difficile da fare all’esterno. Anche una semplice flessione o uno squat cambiano a seconda del tipo di terreno, condizioni praticamente impossibili da replicare in palestra.
Il terreno può infatti passare da scivoloso, roccioso o erboso nello spazio di pochi metri. E’ qualcosa che i tuoi piedi devono imparare a gestire, mentre il resto del corpo combatte per sopravvivere. L’indipendenza di movimento è un concetto base per ogni praticante di Systema, ma l’impressione che se ne ha cambia radicalmente appena si va all’aperto. Solo l’imparare a scivolare per bene su un terreno accidentato, fango o neve è un grande “strumento”, ed è anche qualcosa difficile da ricreare anche nella più sgangherata delle palestre. Altri fattori di ordine fisico sono:
1. Le condizioni di illuminazione.
Queste rimangono di solito sempre uguali in palestra, ma all’aperto possono cambiare nell’arco di pochi minuti, diventando un vantaggio o uno svantaggio. Personalmente, se possibile mi metto di solito con le spalle al sole durante gli sparring o gli esercizi col coltello, in modo da vedere le reazioni dei miei compagni di allenamento quando sono invece costretti ad avere il sole negli occhi. A volte mentre cerco anche di sfruttare un rialzo del terreno, sempre se è possibile. Viceversa, mi metto a volte volontariamente in queste posizioni di svantaggio per esercitarmi a reagire e ottenere invece un vantaggio, più o meno come un pugile che si fa mettere volontariamente alle corde per imparare meglio a togliersi di lì o ad “usarle”. Come cala la sera e c’è meno luce, la percezione della velocità e della profondità cambiano. Al buio completo, poi, molte regole vanno a farsi benedire mentre l’udito e l’intuito diventano un fattore principale. E non sono cose che vorreste scoprire per la prima volta mentre siete sul serio nei guai, per strada o al lavoro, qualunque esso sia.
2. Temperatura e aderenza.
In generale, la propria sensibilità cambia al variare della temperature. Mentre il corpo lotta per mantenere costante la propria temperatura si può trovare a spingere il sangue verso la superficie o richiamarlo da essa. Questo può influire sulla sensibilità e sulla coordinazione motoria, specialmente con le armi. E ovviamente ci sono anche semplici fattori fisici come avere le mani umide o scivolose per il fango, o la polvere che irrita gli occhi e le vie respiratorie se si va vicino al suolo, in un clima secco. In ogni momento, si può rimanere sorpresi dal fatto che quando il clima è freddo e umido si è poco disposti inconsciamente a sporcarsi o inzupparsi del proprio sudore, perfino contro un aggressore armato, quando magari andare al suolo è l’ultima possibilità per sopravvivere.
3. Colpire.
Dare un pugno “pelle su pelle” è una cosa. Colpire attraverso una maglietta, che dà comunque un pò di attrito anche se il colpo è efficace, è un’altra, anche se magari, sia in palestra che in strada, può essere l’ideale. Ma dare un pugno attraverso un giubbotto o strati di vestiti richiede maggiore abilità, o almeno la conoscenza della sua inefficacia in alcune situazioni, quando bisogna invece cambiare bersaglio. Ma anche capire l’uso degli abiti per impacciare qualcuno o la migliore aderenza da applicare per delle proiezioni non sempre è argomento trattato nella maggior parte delle palestre.
Questi sono solo alcuni dei fattori ai quali ho raramente pensato prima di iniziare ad allenarmi all’aperto. E, ovviamente, ce ne sono molti altri. Insieme ad altri fattori psicologici correlati, inoltre. Uno di questi riguarda una cosa che non ho mai padroneggiato ma che ho notato con l’esperienza dell’allenamento all’aperto, con gli altri. Mi riferisco alla sensazione di benessere del dopo allenamento. Fino a poco tempo fa credevo che fosse una cosa psicosomatica, una specie di sensazione che si prova lontani dall’ambiente urbano, quando torniamo a “sporcarci” nella natura. E forse è solo questo, ma di recente ho letto di uno studio secondo il quale sembra, quando giochiamo in questo “sporco”, che ci siano dei microbi nel suolo che quando entrano nel nostro organismo, farebbero da antidepressivi. E per questo ci sentiamo bene.
Chi lo sa?
Link all’articolo originale:
http://www.russianmartialart.com/main.php?page=article_info&articles_id=27&osCsid=a8ac31998cc0468bad9d7a6aa9993ec3 (http://www.russianmartialart.com/main.php?page=article_info&articles_id=27&osCsid=a8ac31998cc0468bad9d7a6aa9993ec3)
Infatti ho sempre adorato allenarmi all'aperto!! :-* :-*
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L'ultimo articolo è veritiero e bello.
Rientra fra le cose che pensi siano una caxxata e invece.... 8)
Proprio un paio di settimane fa mi è capitato di magnarmi uno studente che durante i surprise attacks si è fermato perchè a terra si era sdraiato dove c'era l'acqua scolata dal condizionatore.... >:(
Noi poi da fine maggio in poi una lezione su due è all'aperto.
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L'ultimo articolo è veritiero e bello.
Perchè, vorresti dire che gli altri sono cazzate? :D
Comunque lo sapevo che Martin Wheeler avrebbe fatto bella figura XD
Tiè, mò posto pure un bel video interessante.. ;)
Systema New York 'Fighting around Objects' - Martin Wheeler (https://www.youtube.com/watch?v=-a9UGiqE5T0#)
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Concordo al 100%, non a caso chiamo il parco sotto casa "il mio dojo" 8)
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"Perchè, vorresti dire che gli altri sono cazzate?"
No...nn li ho letti tutti.... :halo:
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cmq la cosa buffa,e' che da qualche parte Vasiliev suggerisce che la realta' non e' i film di Jacky Chan,ma poi,usando sedie,panchine,rotolamenti su tavoli,espressioni buffe,movimenti ingenui,utilizzare porte, cassetti della scrivania per intrappolare,ecc
mi verrebbe da dire,ma non e' un offesa ma un punto di merito,che la cosa che cinematograficamente si avvicina di piu al sistema e' proprio la cine arte di Jacky.
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Per orgoglio patrio anche Bud e Terence usavano sapientemente lo spazio...
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Per orgoglio patrio anche Bud e Terence usavano sapientemente lo spazio...
se la vuoi mettere su questo piano, Ryabko e' Bud.Non si muove molto ma fa muovere gli altri..
Vasiliev e' Terence,piu spettacolare.con una mano caccia la pistola,con l altra ti picchia,e poi rinfodera la pistola
:D :D :D
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Per orgoglio patrio anche Bud e Terence usavano sapientemente lo spazio...
se la vuoi mettere su questo piano, Ryabko e' Bud.Non si muove molto ma fa muovere gli altri..
Vasiliev e' Terence,piu spettacolare.con una mano caccia la pistola,con l altra ti picchia,e poi rinfodera la pistola
:D :D :D
:sur: :sur: :sur: :sur: :sur: :sur: :sur: :sur: :sur: :sur: :sur: :sur: :sur:
:-* :-* :-* :-* :-* :-* :-* :-* :-* :-* :-* :-* :-* :-* :-* :-* :-* :-* :-*
Raga', è un sacco di tempo che volevo scrivere quello che avete scritto voi :thsit:, ma non l'ho mai fatto per evitare di essere preso (un pò troppo) per il culo XD
Se passo da Roma VI DEVO pagare da bere, anzi da mangiare, dovunque mi diciate, anche a costo di firmar cambiali per il resto della mia vita!!!! :gh:
Triplo appoggio a lor signori!! :sbav:
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mi piacerebbe,ma oramai faccio la vita da emigrante
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Alla fine dei conti
Articolo di Konstantin Komarov del 16 marzo 2010
Qual’è la cosa più importante in ogni arte? Per un artista, un poeta o un musicista è l’ispirazione: quello stato d’animo difficilmente esprimibile a parole, senza il quale non c’è arte, ma solo “abilità nel mestiere”.
Quindi, qual’è la chiave delle arti marziali? Forza? Agilità? Resistenza? Forse la conoscenza di tecniche segrete? Io non credo. Per spiegare il perché, vi metto a parte di una mia osservazione.
Abbastanza recentemente, sono stato così fortunato da poter lavorare con un team di guardie del corpo di un “alto ufficiale”. Questi tipi erano creme-de-la-creme, “l’èlite”. Tutti atleti, più di 100 kg ciascuno, maestri nonché ex campioni internazionali di tante arti marziali. Fra di loro c’era questo ragazzo senza titoli o medaglie, un semplice ragazzo di campagna, che era molto più piccolo degli altri. Non riuscivo a capire come fosse finito lì in mezzo.
Durante il corso, tuttavia, si dimostrò il più forte, efficace e pericoloso guerriero fra tutti. Quando dico guerriero, non intendo il migliore nello sport, ma nell’addestramento realistico al combattimento: veloce, brutale, doloroso e spaventoso… Il tipo di addestramento che abbiamo dovuto ricreare per il gruppo, perché all’inizio sono tutti spavaldi e portati a sopravvalutare i propri “superpoteri”.
Ad esempio, uno degli esercizi di base era guidare un VIP attraverso una “folla violenta”. La gente della folla non si limitava solo ad acciuffare o colpire il VIP, ma anche a giocare con le emozioni delle guardie del corpo: fargli perdere l’autocontrollo, farli arrabbiare, offendere o spaventare. Dato che la “folla” conosceva molto bene i punti “sensibili” degli addestrati, il lavoro era spesso molto brutale, molto vicino a lasciare un esaurimento nervoso o delle profonde “ferite psicologiche”.
Durante questo processo, le illusioni sparirono e tutto divenne chiaro. La psiche degli atleti si arrendeva durante lo stress autentico. Vicino a situazioni estreme tendevano a perdere il controllo e a sobbalzare a una minaccia o restare più o meno impappinati. Nessuna speciale abilità fisica li poteva aiutare: il loro corpi si irrigidivano per la tensione muscolare, e i loro movimenti diventavano rigidi, scomodi, sconnessi, imprecisi e quindi inadeguati per il compito.
Ma il ragazzo di campagna controllava la sua psiche sorprendentemente bene. Nonostante la sua (a paragone con gli altri) modesta taglia e abilità fisiche, riuscì ad uscire fuori anche dalle più dure situazioni. Quando gli chiesi quale fosse il suo background, mi rispose che, in tutta onestà, aveva solo fatto faccende di casa e lavori agricoli fin da bambino, e che a volte andava con gli amici in un locale di un villaggio vicino, dove spesso ci scappava la scazzottata.
Allora, qual’è la chiave, l’elemento principale in un’arte marziale? Apparentemente, non è nessuno dei parametri fisici, ma qualcos’altro, che permette l’applicazione delle abilità fisiche in ogni situazione. Questa cosa è di solito la psiche; più precisamente, lo STATO della psiche che permette di lavorare ottimamente col corpo (compresi muscoli e cervello): rilassato, fluido, efficace e spontaneo (cioè più veloce del pensiero). Questo STATO ottimale (“la zona”) permette di calmare la mente “conscia” e di rendere libero il corpo, creando una reazione naturale in ogni situazione.
LO STATO è il fondamento sul quale si basa l’edificio delle arti marziali. Deve essere umano, non di tipo “animale”. A quel punto LO STATO, inteso come il corpo libero e preparato, è più facile da usare come base su cui costruire le altre abilità: movimento, difesa, colpire, lottare, sparare ecc.
Ovviamente, si può raggiungere LO STATO in maniera “circolare”, iniziando dal corpo, attraverso esercizi specifici e la pratica di abilità fisiche. Tuttavia questo è un percorso lungo, e con risultati discutibili.
Spesso, mentre alcune persone studiano tecniche e combinazioni, costruiscono i propri muscoli, imparano diversi “segreti delle arti”, in realtà stanno semplicemente provando a sopprimere la propria paura interna tentando inconsciamente di raggiungere questa familiarità e serenità: LO STATO. Questo vagare nelle tenebre dell’ignoranza, senza sapere cosa si cerca in realtà, crea una pericolosa illusione, che viene puntualmente distrutta dall’esperienza reale e brutale nella vita vera.
Il corpo non vince le battaglie, è lo spirito che lo fa. Questo frammento di antica saggezza si riferisce all’uomo “spirituale”, che sta al di sopra di quello “materiale”. Raggiungere LO STATO è il primo passo per connettersi con LO SPIRITO, che costituisce il potente e invincibile “nucleo” dell’UOMO.
Ma come fa uno a fare il primo passo? Che cos’è LO STATO? Come fare a trovarlo, sentirlo e mantenerlo? Come fare a “stare” sempre lì, non solo durante la battaglia, ma nella vita di tutti i giorni (che a volte è molto più importante)?
A queste importantissime domande cercheremo di rispondere insieme durante il prossimo Summit of Masters.
Insieme, perché un uomo si migliora e vive solo attraverso l’amicizia verso le altre persone.
Insieme, perché un cammino di mille miglia inizia con un solo passo; ma per mostrarlo, uno lo deve conoscere.
Insieme, perché il Systema è più di un arte da combattimento: è un’ARTE DEL VIVERE.
Quindi, benvenuti alla VITA!
Auguro a tutti voi felicità, amore e fortuna!
Ci vediamo in estate al Summit of Masters Camp!
Sinceramente vostro,
K. Komarov (istruttore al Summit of Masters)
Link all'articolo originale:
http://www.russianmartialart.com/main.php?page=article_info&articles_id=41&osCsid=f239d700eaebee0723f4d6ccc2c7f269 (http://www.russianmartialart.com/main.php?page=article_info&articles_id=41&osCsid=f239d700eaebee0723f4d6ccc2c7f269)
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e' bellissimo
e' la cosa che piu mi piace del systema
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e' bellissimo
e' la cosa che piu mi piace del systema
:sur:
:thsit:
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Alla fine dei conti
Articolo di Konstantin Komarov del 16 marzo 2010
Qual’è la cosa più importante in ogni arte? Per un artista, un poeta o un musicista è l’ispirazione: quello stato d’animo difficilmente esprimibile a parole, senza il quale non c’è arte, ma solo “abilità nel mestiere”.
Quindi, qual’è la chiave delle arti marziali? Forza? Agilità? Resistenza? Forse la conoscenza di tecniche segrete? Io non credo. Per spiegare il perché, vi metto a parte di una mia osservazione.
Abbastanza recentemente, sono stato così fortunato da poter lavorare con un team di guardie del corpo di un “alto ufficiale”. Questi tipi erano creme-de-la-creme, “l’èlite”. Tutti atleti, più di 100 kg ciascuno, maestri nonché ex campioni internazionali di tante arti marziali. Fra di loro c’era questo ragazzo senza titoli o medaglie, un semplice ragazzo di campagna, che era molto più piccolo degli altri. Non riuscivo a capire come fosse finito lì in mezzo.
Durante il corso, tuttavia, si dimostrò il più forte, efficace e pericoloso guerriero fra tutti. Quando dico guerriero, non intendo il migliore nello sport, ma nell’addestramento realistico al combattimento: veloce, brutale, doloroso e spaventoso… Il tipo di addestramento che abbiamo dovuto ricreare per il gruppo, perché all’inizio sono tutti spavaldi e portati a sopravvalutare i propri “superpoteri”.
Ad esempio, uno degli esercizi di base era guidare un VIP attraverso una “folla violenta”. La gente della folla non si limitava solo ad acciuffare o colpire il VIP, ma anche a giocare con le emozioni delle guardie del corpo: fargli perdere l’autocontrollo, farli arrabbiare, offendere o spaventare. Dato che la “folla” conosceva molto bene i punti “sensibili” degli addestrati, il lavoro era spesso molto brutale, molto vicino a lasciare un esaurimento nervoso o delle profonde “ferite psicologiche”.
Durante questo processo, le illusioni sparirono e tutto divenne chiaro. La psiche degli atleti si arrendeva durante lo stress autentico. Vicino a situazioni estreme tendevano a perdere il controllo e a sobbalzare a una minaccia o restare più o meno impappinati. Nessuna speciale abilità fisica li poteva aiutare: il loro corpi si irrigidivano per la tensione muscolare, e i loro movimenti diventavano rigidi, scomodi, sconnessi, imprecisi e quindi inadeguati per il compito.
Ma il ragazzo di campagna controllava la sua psiche sorprendentemente bene. Nonostante la sua (a paragone con gli altri) modesta taglia e abilità fisiche, riuscì ad uscire fuori anche dalle più dure situazioni. Quando gli chiesi quale fosse il suo background, mi rispose che, in tutta onestà, aveva solo fatto faccende di casa e lavori agricoli fin da bambino, e che a volte andava con gli amici in un locale di un villaggio vicino, dove spesso ci scappava la scazzottata.
Allora, qual’è la chiave, l’elemento principale in un’arte marziale? Apparentemente, non è nessuno dei parametri fisici, ma qualcos’altro, che permette l’applicazione delle abilità fisiche in ogni situazione. Questa cosa è di solito la psiche; più precisamente, lo STATO della psiche che permette di lavorare ottimamente col corpo (compresi muscoli e cervello): rilassato, fluido, efficace e spontaneo (cioè più veloce del pensiero). Questo STATO ottimale (“la zona”) permette di calmare la mente “conscia” e di rendere libero il corpo, creando una reazione naturale in ogni situazione.
LO STATO è il fondamento sul quale si basa l’edificio delle arti marziali. Deve essere umano, non di tipo “animale”. A quel punto LO STATO, inteso come il corpo libero e preparato, è più facile da usare come base su cui costruire le altre abilità: movimento, difesa, colpire, lottare, sparare ecc.
Ovviamente, si può raggiungere LO STATO in maniera “circolare”, iniziando dal corpo, attraverso esercizi specifici e la pratica di abilità fisiche. Tuttavia questo è un percorso lungo, e con risultati discutibili.
Spesso, mentre alcune persone studiano tecniche e combinazioni, costruiscono i propri muscoli, imparano diversi “segreti delle arti”, in realtà stanno semplicemente provando a sopprimere la propria paura interna tentando inconsciamente di raggiungere questa familiarità e serenità: LO STATO. Questo vagare nelle tenebre dell’ignoranza, senza sapere cosa si cerca in realtà, crea una pericolosa illusione, che viene puntualmente distrutta dall’esperienza reale e brutale nella vita vera.
Il corpo non vince le battaglie, è lo spirito che lo fa. Questo frammento di antica saggezza si riferisce all’uomo “spirituale”, che sta al di sopra di quello “materiale”. Raggiungere LO STATO è il primo passo per connettersi con LO SPIRITO, che costituisce il potente e invincibile “nucleo” dell’UOMO.
Ma come fa uno a fare il primo passo? Che cos’è LO STATO? Come fare a trovarlo, sentirlo e mantenerlo? Come fare a “stare” sempre lì, non solo durante la battaglia, ma nella vita di tutti i giorni (che a volte è molto più importante)?
A queste importantissime domande cercheremo di rispondere insieme durante il prossimo Summit of Masters.
Insieme, perché un uomo si migliora e vive solo attraverso l’amicizia verso le altre persone.
Insieme, perché un cammino di mille miglia inizia con un solo passo; ma per mostrarlo, uno lo deve conoscere.
Insieme, perché il Systema è più di un arte da combattimento: è un’ARTE DEL VIVERE.
Quindi, benvenuti alla VITA!
Auguro a tutti voi felicità, amore e fortuna!
Ci vediamo in estate al Summit of Masters Camp!
Sinceramente vostro,
K. Komarov (istruttore al Summit of Masters)
Link all'articolo originale:
http://www.russianmartialart.com/main.php?page=article_info&articles_id=41&osCsid=f239d700eaebee0723f4d6ccc2c7f269 (http://www.russianmartialart.com/main.php?page=article_info&articles_id=41&osCsid=f239d700eaebee0723f4d6ccc2c7f269)
Articolo molto interessante,anche più dei(pur sempre interessanti)articoli precedenti.
Lo stato mentale è sempre stata "la qualità prima",anche se molti si ostinano a pensare il contrario.
Ci sono alcuni esempi,celebri all'estero(ho citato più volte il personaggio realmente esistito chiamato Madam Satan che ai suoi tempi in Brasile fece spaventose risse contro avversari soverchianti per numero e dimensioni,facendone polpette....ma più nostranamente si possono segnalare i casi di "bifolchi da osteria"che per beata mancanza di inibizioni in molte situazioni critiche sono più efficaci sia dei maestri marziali che dei grandi atleti SDC....se poi qualcuno si vuole offendere lascio questa libertà...fatto stà che la penso così,punto).
Devo dire per onestà ed umiltà che pratico per il piacere di farlo,mettendomi in "crisi"per sondare i miei limiti....ma non ho pretese di essere un qualcuno nello streetfighting o nella DP;le mie scarse e pregresse esperienze nei due ambiti mi hanno mostrato che ho capacità altalenanti a seconda della situazione/motivazione per cui mi muovo.Cosa che ha solo rafforzato la mia opinione in merito.
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Ricordo che Domenica 20 Marzo siamo presenti a BAZZANO (BO) per uno stage systema e dopo
per chi vuole unirsi ci tuffiamo su una trattoria del luogo per assaporare delizie .
culinarie :D
Metteremo allo spiedo Aivia e Wolvie..... :gh:
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un grazie all'organizzatore di Cuneo ....l'amico Guido ...e a tutti i partecipanti pieni di entusismo....che hanno permesso di passare una stupenda giornata :)
(http://imageplay.net/img/m7Gbd164800/197374_1780555668346_107304065.jpg) (http://imageplay.net/)
stage Cuneo 26 Marzo
alcuni momenti di pratica
(http://imageplay.net/img/m7Gbd164801/199744_1780573028780_107304065.jpg) (http://imageplay.net/)
(http://imageplay.net/img/m7Gbd164803/200729_1780580908977_107304065.jpg) (http://imageplay.net/)
(http://a7.sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-snc6/189823_1780571308737_1073040659_31965551_2813580_n.jpg)
(http://a2.sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-snc6/190768_1780581989004_1073040659_31965582_4346581_n.jpg)
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Sto caricando su youtube un filmato di 10 minuti su parte dello stage di domenica scorsa :) ... appena il server si sbriga, posto il link....
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Finalmente il server si è deciso.... :=)
https://www.youtube.com/user/systematrgrpd?feature=mhum (https://www.youtube.com/user/systematrgrpd?feature=mhum)
A breve un altro, spero della stessa durata ;) ...
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Alla fine dei conti
Articolo di Konstantin Komarov del 16 marzo 2010
Qual’è la cosa più importante in ogni arte? Per un artista, un poeta o un musicista è l’ispirazione: quello stato d’animo difficilmente esprimibile a parole, senza il quale non c’è arte, ma solo “abilità nel mestiere”.
Quindi, qual’è la chiave delle arti marziali? Forza? Agilità? Resistenza? Forse la conoscenza di tecniche segrete? Io non credo. Per spiegare il perché, vi metto a parte di una mia osservazione.
Abbastanza recentemente, sono stato così fortunato da poter lavorare con un team di guardie del corpo di un “alto ufficiale”. Questi tipi erano creme-de-la-creme, “l’èlite”. Tutti atleti, più di 100 kg ciascuno, maestri nonché ex campioni internazionali di tante arti marziali. Fra di loro c’era questo ragazzo senza titoli o medaglie, un semplice ragazzo di campagna, che era molto più piccolo degli altri. Non riuscivo a capire come fosse finito lì in mezzo.
Durante il corso, tuttavia, si dimostrò il più forte, efficace e pericoloso guerriero fra tutti. Quando dico guerriero, non intendo il migliore nello sport, ma nell’addestramento realistico al combattimento: veloce, brutale, doloroso e spaventoso… Il tipo di addestramento che abbiamo dovuto ricreare per il gruppo, perché all’inizio sono tutti spavaldi e portati a sopravvalutare i propri “superpoteri”.
Ad esempio, uno degli esercizi di base era guidare un VIP attraverso una “folla violenta”. La gente della folla non si limitava solo ad acciuffare o colpire il VIP, ma anche a giocare con le emozioni delle guardie del corpo: fargli perdere l’autocontrollo, farli arrabbiare, offendere o spaventare. Dato che la “folla” conosceva molto bene i punti “sensibili” degli addestrati, il lavoro era spesso molto brutale, molto vicino a lasciare un esaurimento nervoso o delle profonde “ferite psicologiche”.
Durante questo processo, le illusioni sparirono e tutto divenne chiaro. La psiche degli atleti si arrendeva durante lo stress autentico. Vicino a situazioni estreme tendevano a perdere il controllo e a sobbalzare a una minaccia o restare più o meno impappinati. Nessuna speciale abilità fisica li poteva aiutare: il loro corpi si irrigidivano per la tensione muscolare, e i loro movimenti diventavano rigidi, scomodi, sconnessi, imprecisi e quindi inadeguati per il compito.
Ma il ragazzo di campagna controllava la sua psiche sorprendentemente bene. Nonostante la sua (a paragone con gli altri) modesta taglia e abilità fisiche, riuscì ad uscire fuori anche dalle più dure situazioni. Quando gli chiesi quale fosse il suo background, mi rispose che, in tutta onestà, aveva solo fatto faccende di casa e lavori agricoli fin da bambino, e che a volte andava con gli amici in un locale di un villaggio vicino, dove spesso ci scappava la scazzottata.
Allora, qual’è la chiave, l’elemento principale in un’arte marziale? Apparentemente, non è nessuno dei parametri fisici, ma qualcos’altro, che permette l’applicazione delle abilità fisiche in ogni situazione. Questa cosa è di solito la psiche; più precisamente, lo STATO della psiche che permette di lavorare ottimamente col corpo (compresi muscoli e cervello): rilassato, fluido, efficace e spontaneo (cioè più veloce del pensiero). Questo STATO ottimale (“la zona”) permette di calmare la mente “conscia” e di rendere libero il corpo, creando una reazione naturale in ogni situazione.
LO STATO è il fondamento sul quale si basa l’edificio delle arti marziali. Deve essere umano, non di tipo “animale”. A quel punto LO STATO, inteso come il corpo libero e preparato, è più facile da usare come base su cui costruire le altre abilità: movimento, difesa, colpire, lottare, sparare ecc.
Ovviamente, si può raggiungere LO STATO in maniera “circolare”, iniziando dal corpo, attraverso esercizi specifici e la pratica di abilità fisiche. Tuttavia questo è un percorso lungo, e con risultati discutibili.
Spesso, mentre alcune persone studiano tecniche e combinazioni, costruiscono i propri muscoli, imparano diversi “segreti delle arti”, in realtà stanno semplicemente provando a sopprimere la propria paura interna tentando inconsciamente di raggiungere questa familiarità e serenità: LO STATO. Questo vagare nelle tenebre dell’ignoranza, senza sapere cosa si cerca in realtà, crea una pericolosa illusione, che viene puntualmente distrutta dall’esperienza reale e brutale nella vita vera.
Il corpo non vince le battaglie, è lo spirito che lo fa. Questo frammento di antica saggezza si riferisce all’uomo “spirituale”, che sta al di sopra di quello “materiale”. Raggiungere LO STATO è il primo passo per connettersi con LO SPIRITO, che costituisce il potente e invincibile “nucleo” dell’UOMO.
Ma come fa uno a fare il primo passo? Che cos’è LO STATO? Come fare a trovarlo, sentirlo e mantenerlo? Come fare a “stare” sempre lì, non solo durante la battaglia, ma nella vita di tutti i giorni (che a volte è molto più importante)?
A queste importantissime domande cercheremo di rispondere insieme durante il prossimo Summit of Masters.
Insieme, perché un uomo si migliora e vive solo attraverso l’amicizia verso le altre persone.
Insieme, perché un cammino di mille miglia inizia con un solo passo; ma per mostrarlo, uno lo deve conoscere.
Insieme, perché il Systema è più di un arte da combattimento: è un’ARTE DEL VIVERE.
Quindi, benvenuti alla VITA!
Auguro a tutti voi felicità, amore e fortuna!
Ci vediamo in estate al Summit of Masters Camp!
Sinceramente vostro,
K. Komarov (istruttore al Summit of Masters)
Link all'articolo originale:
http://www.russianmartialart.com/main.php?page=article_info&articles_id=41&osCsid=f239d700eaebee0723f4d6ccc2c7f269 (http://www.russianmartialart.com/main.php?page=article_info&articles_id=41&osCsid=f239d700eaebee0723f4d6ccc2c7f269)
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BOXE, SAMBO O LOTTA NEL FANGO…
Articolo di Vladimir Vasiliev pubblicato il 4 luglio 2007
Questa cosa mi successe quando avevo 14 anni.
Sono cresciuto a Tver, una dura città industriale, 2 ore a nord di Mosca. Stavo a casa solo nel fine settimana, mentre gli altri 5 giorni frequentavo una scuola piena di orfani e ragazzi molto “duri”, provenienti da famiglie davvero disagiate. Di conseguenza, le arti marziali erano fra le cose che ci interessavano di più. Su 13 ragazzi della mia classe ben 12 facevano boxe, mentre uno praticava lotta Sambo. Ovviamente, ero molto scettico riguardo quel ragazzo, e avevo una maggior considerazione del pugilato. Usare i pugni mi sembrava molto più utile ed efficace, solo due o tre buoni colpi e vincevi (oppure potevi scappare, se non altro perché eri ancora in piedi).
Il nostro istruttore di Boxe, un atleta riconosciuto a livello nazionale, che venne nella nostra scuola ad insegnare, ci parlava a lungo “dell’importanza dell’esperienza reale”, quindi noi provavamo a far lavorare i nostri pugni ogni volta fosse possibile. I suoi metodi didattici si basavano sulla sua taglia e massa (poco meno di due metri per più di 110 kili). Per noi, giovani entusiasti, lui era come un gigante capace di mettere KO un cavallo. Provavamo a copiare il suo modo di combattere tipico da peso massimo europeo, cioè piazzato, compatto e dai pugni potentissimi. L’unico problema era che eravamo tutti magri e agili, e provavamo a combattere come se fossimo grandi e massicci. Deve essere stato molto divertente guardarci. Me ne accorsi dopo, durante le mie prime competizioni, quando vidi altri pugili, e rimasi sorpreso dai tanti altri modi di combattere.
Gli scontri da strada erano una cosa molto frequente; erano veloci, spesso cruenti e coinvolgevano molta gente. Specialmente al suolo, non ho mai visto una presa o uno strangolamento applicati con pulizia esecutiva. Tutte le mosse di lotta erano mischiate con pugni e calci, compreso l’uso di armi varie come pietre, bastoni e catene. Dato che eravamo giovani, gli scontri non duravano più di un minuto, fino a che il primo che gridava “La polizia!” non ci faceva scappare via di lì il più velocemente possibile. Chi veniva acciuffato sul luogo dello scontro veniva inesorabilmente rimproverato e arrestato. Inoltre, andarsene da lì con gli abiti strappati, sporchi e sanguinanti, avrebbe significato la stessa cosa. Perciò, le tattiche pugilistiche erano le preferite; un forte e potente pugno che risolveva subito la discussione era quindi il nostro obbiettivo e pezzo di bravura.
C’era una barzelletta, in cui uno chiedeva a un pugile come fosse stato il suo incontro. Il pugile rispose ”Se non avessero spento la luce, avrei distrutto il mio avversario..”
A me questo sembrava la prova di quanto magnifico doveva essere un pugno: la persona non avrebbe dovuto neanche accorgersi di essere andata KO.
Detto questo, mi piacerebbe raccontarvi una mia esperienza che credo notevole per il totale miscuglio di arti marziali, tempo inclemente, differenza di età e taglia e coinvolgimento emotivo. Un giorno, mentre stavo a casa, notai che un mio caro amico del mio condominio aveva un sacco di graffi e ferite. Quando gli chiesi il perché, mi disse che il suo patrigno si era ubriacato e aveva picchiato sua madre, e quando cercò di proteggerla venne picchiato anche lui. Questo mi fece arrabbiare tantissimo, e quindi decisi di sistemare immediatamente la questione.
Devo confessarvi che a quell’età ero davvero piccolo, pesavo circa 50 kili, mentre il suo patrigno aveva circa 40 anni e pesava quasi cento kili. La cosa avvenne a fianco del nostro palazzo, vicino una staccionata. Era autunno, sera tardi, molto scuro, con della pioggia leggera e densa. C’era una piattaforma di cemento per pattinare sul ghiaccio, che era molto sporca e fangosa.
Il patrigno, grosso, brutale e ubriaco, come un mostro arrabbiato, stava camminando sul fango, quando spavaldamente emersi di fronte a lui…
Pieno di indignazione, mi mossi verso di lui gridandogli perché mai avesse fatto una cosa simile, e di non farlo mai più. Mi guardò con stupore. La sua rabbia stava crescendo di pari passo con la sua mano che si alzava, forse per colpirmi o per spingermi via. Il mio anno di pratica della boxe non era stato vano, le parole del mio istruttore mi echeggiavano nella testa: “con la tua taglia e la tua velocità…colpisci per primo!”. E io gli abbattei sulla mascella un potente gancio… infatti lui cadde subito in ginocchio, e io mi meravigliai compiaciuto della mia potenza. Un attimo dopo, mi resi conto che se era caduto, era perché era ubriaco ed era scivolato sul fango. Non era l’unico ad essere scivolato: stavo cadendo anch’io, di fianco a lui. Si rimise in piedi e tentò di tenermi giù. Fu allora che mi pentii del mio scetticismo sulla lotta e la mia totale assenza di pratica nel combattimento a terra. Incredibilmente, trovai alcune “zone vuote” dove la sua pressione era meno forte, e vi scivolai attraverso, sul fango. Mentre era ancora carponi, gli diedi un calcio. Mi afferrò la gamba e senza sforzo mi fece scivolare giù. La paura della morte mista alla voglia di vivere diedero un bel contributo alla velocità con la quale mi rimisi in piedi. Sovrastandolo, lo colpii ancora. Cadde. Ancora una volta non fu per via della potenza del mio colpo, ma perché era ubriaco e il terreno era molto scivoloso.
A quel punto fui in grado di dargli un calcio, il più forte possibile. (Ora so bene che calciare in preda alle emozioni non è una cosa saggia, in un combattimento, infatti devi sempre calcolare la tua forza in base alla situazione). Allora non lo sapevo, e il mio calcio mi fece scivolare e atterrare di piatto con la schiena. Lo avevo colpito nelle costole, di sicuro molto dolorosamente, perché la sua intenzione di uccidermi si trasformò in una rabbia totale. Come feci per alzarmi, afferrò la parte superiore del mio maglione come un animale impazzito. Potevo vederlo dalla sua faccia che stava per finirmi lì per lì, e questo mi fece fare qualcosa di insolito…
La sua stretta era così potente, la sua faccia così furiosa e io ero così disperato che scivolai fuori dal mio maglione come un serpente abbandona la pelle. Scivolai ancor prima di sentire le sue mani su di me. E fu così che mi salvai…
Sentimmo entrambi il classico grido “Chiamate la polizia!!!”. La moglie dell’uomo era lì. Ovviamente, quando la polizia fosse arrivata, lei avrebbe testimoniato totalmente contro di me. Così, mentre lui si fermò per un istante, scappai via come mai avevo fatto, concludendo lo scontro come al solito. Non avevo neanche la maglietta sotto quel maglione, ed ero sporco di fango dalla testa ai piedi, quindi dovevo pure evitare le aree più illuminate, per tornare a casa.
Per tutto il tempo mi meravigliavo del perché il mio amico, che era lì, non fosse corso in mio aiuto. Dopo mi resi conto che l’intera battaglia non era durata più di trenta secondi. Un’altra cosa che mi aveva scosso era la perdita del maglione. Ne avevo così pochi che perderne solo uno era per me davvero un grosso problema.
Per le settimane e i mesi seguenti, quest’uomo continuò a cercare di spararmi con il suo fucile da caccia, ma questa è un’altra storia.
Fu davvero uno scontro memorabile, per me. Avendo avuto molta abilità nelle risse da strada, fino a quel punto, questo combattimento mi fece guardare le cose in maniera diversa. Affrontai qualcosa di nuovo, un uomo più grande di me, con diversa forza, tecnica, psicologia e “completezza”. Questo mi diede un sacco di domande in seguito. Nessuna delle arti da combattimento che ho visto negli anni a venire mi ha dato delle risposte esaurienti. Solo dopo che ebbi praticato il Systema per un po’, capii la chiave per il successo: stare calmo, rendersi conto del fatto che ogni singola situazione dà diverse opzioni di reazione, movimento continuo, muovere il corpo senza l’aiuto di braccia e gambe, e l’inutilità di tentare di sopraffare un avversario più grande, pesante ed esperto. Ci vidi anche un errore comune in molti scontri: quando la gente si fissa con gli abiti, e cerca invano di strapparli dalla stretta dell’avversario.
In più, molte altre volte ho notato come l’assumere una posizione per preparare un colpo renda visibili, afferrabili e quindi vulnerabili. Ho notato come negli alterchi, se prendi l’impegno di aiutare un amico, lui possa anche non sentirsi obbligato a ricambiare, quindi è meglio avere degli amici da entrambe le parti. E infine, mentre la cosa essenziale della sopravvivenza sia non soccombere alla paura, ho scoperto che c’è un tipo di paura “emotivamente coraggiosa” che ci fa muovere agevolmente, e quindi sopravvivere, anche se non ci dà propriamente tutto il controllo che possiamo invece ottenere allenandoci nel Systema. Statemi bene!
Link all’articolo originale:
http://www.russianmartialart.com/main.php?page=article_info&articles_id=18&language_id=1&osCsid=f21148617bce1676387e87c493a47972 (http://www.russianmartialart.com/main.php?page=article_info&articles_id=18&language_id=1&osCsid=f21148617bce1676387e87c493a47972)
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Altro video, con un pò di giochini col coltello da allenamento. Domani carico la seconda parte, mò sono un pò stanco.... :P
Video Stage 20 marzo (Coltello, prima parte).avi (https://www.youtube.com/watch?v=aT6BEKQukqE#)
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Tiè ;) ....
Video Stage 20 marzo (Coltello, seconda parte).avi (https://www.youtube.com/watch?v=S4dQR51XEuE#)
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Altro video, con un pò di giochini col coltello da allenamento. Domani carico la seconda parte, mò sono un pò stanco.... :P
Video Stage 20 marzo (Coltello, prima parte).avi (https://www.youtube.com/watch?v=aT6BEKQukqE#)
Tiè ;) ....
Video Stage 20 marzo (Coltello, seconda parte).avi (https://www.youtube.com/watch?v=S4dQR51XEuE#)
Belli anche questi esercizi col coltello. Ma lo scopo è più per allenare la sensibilità e abituare il corpo a non rimanere immobile durante un aggressione da coltello, piuttosto che allenare spefiche risposte predefinite, giusto?
Cosa ne pensi di questi esercizi invece? Lui è uno che a mio parere fa dei lavori interessanti e creativi...
Systema Israel Solo knife drill (https://www.youtube.com/watch?v=O7vFjodbRwE#)
:)
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Non sbagli, servono prima di tutto a imparare a reagire e a muoversi, e solo dopo si inizia ad affinare la tecnica, che come sappiamo può variare in base alla situazione.
Ovviamente non prendere me ad esempio, in quegli esercizi sono stato "bucato" 8 volte su dieci :D
E' anche vero che il ragazzone biondo con la canotta a righe è russo, e che ha fatto Sambo nell'esercito, prima di trasferirsi in Italia, quindi è uno "bravino" già di suo :halo:
Riguardo Sharon Friedman, ti dirò semplicemente che uno che fa il Systema nella patria del Krav Maga deve essere per forza uno con qualcosa in più.. ;)
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(http://www.worldwidedojo.com/reality-based/wp-content/uploads/vladimir-vasiliev-hd.jpg)
Systema Russian Martial Art Systema Headquarters Class Training
Master Vladimir Vasiliev
Systema Russian Martial Art Systema Headquarters Class Training (https://www.youtube.com/watch?v=1MndgnHg7WM#)
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Un grazie a Wolvie per la realizzazione di questo stupendo video presentazione di Vladimir Vasiliev in Italia
RMA Systema Italy - Vladimir Vasiliev 1st Time in Italy
RMA Systema Italy - Vladimir Vasiliev 1st Time in Italy (https://www.youtube.com/watch?v=EGniM-VaV98#)
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Un grazie a Wolvie per la realizzazione di questo stupendo video presentazione di Vladimir Vasiliev in Italia
RMA Systema Italy - Vladimir Vasiliev 1st Time in Italy
RMA Systema Italy - Vladimir Vasiliev 1st Time in Italy (https://www.youtube.com/watch?v=EGniM-VaV98#)
Bel video complimenti: una presentazione eroica, oserei dire "epica"!! Peccato che quel fine settimana ho un altro stage. Sembra che in quei due giorni vi sia una concentrazione pazzesca di stage in giro per l'Italia. Se torna in un altro giorno, da farci davvero un bel pensierino..Buon divertimento, poi ci racconterete com'è andato!! :)
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Certamente ...e grazie :)
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Colpi. Accettali… o faranno male.
Articolo di Vladimir Vasiliev tratto da una sua intervista in palestra.
Allievo: Abbiamo saputo che stai lavorando a un nuovo libro, stavolta sui colpi. Uno degli argomenti riguarderà l’abilità di riceverli. Una cosa molto interessante per chi si occupa di arti marziali, difesa personale e anche di psicologia umana. Nell’addestramento del Systema, questa capacità è ritenuta molto importante, e ad essa si devolve molto tempo. Perché studiarlo?
Vladimir: Perché studiarlo, dici, ma quando gli allievi vengono colpiti, dicono “Perché a me?”.
Ci sono due ragion per allenarsi a ricevere i colpi. La prima, più pratica e appariscente, e la seconda, più discreta e psicologica.
Non importa quanto bravo sia un combattente, a volte viene colpito. Alcuni colpi che non vedi arrivare, alcuni “piacevoli” che arrivano alle spalle e altri meno piacevoli, di solito con un oggetto o un’arma.
Nella mia esperienza a riguardo, in molte altre arti marziali un combattente evita di venire colpito cercando di colpire per primo, imparando a disimpegnarsi, liberarsi e parare. Ma più raramente si lavora su come gestire i colpi che comunque alla fine ci sono arrivati addosso.
C’è anche un approccio nel ricevere i colpi che consiste nel sopportare il dolore, indurendo e tendendo volontariamente varie parti del corpo. Tralasciando l’effetto distruttivo a lungo termine di tale pratica, essa funzionerebbe solo per un colpo visibile, già inquadrato, un attimo prima dell’impatto. Ma cosa succede se non lo hai visto arrivare o se ti stavi muovendo? In quel caso avresti bisogno di alternare la tensione dei muscoli.
Ho notato come un pugno inatteso possa mandare in uno stato di disorientamento, shock, panico, risentimento e molte altre condizioni controproducenti anche un combattente esperto. Inoltre, non ho mai visto qualcuno in grado di evitare tutti i colpi in un attacco di massa o in uno scontro tra la folla. Lo si può verificare agevolmente anche con 10 o più persone.
Questo è un tipico esempio, visto a lezione molte e molte volte. Arriva un nuovo allievo, grande e forte, con esperienza di arti marziali. Iniziamo un esercizio sull’attacco di massa in cui tutti si stringono al centro della palestra e iniziano a colpire in tutte le direzioni, ognuno per sé. Subito il nuovo arrivato viene colpito alla testa, e subito si gira da quella parte per vedere chi è stato e ricambiare. In quel momento viene colpito dall’altra parte, e iniziando ad arrabbiarsi si gira, pronto a far scattare il suo pugno. E ovviamente viene colpito da quell’altra parte. Stava volteggiando come un buon sacco da pugilato. Finalmente, capì che la tattica “pugno per pugno” non funzionava in quel tipo di scontro. Così, sospirò e iniziò a colpire quelli vicino a lui, e non quelli che lo avevano colpito.
Sfortunatamente, molti di noi hanno una risposta abbastanza automatica: quando un colpo ci tocca, vogliamo immediatamente reagire e restituirlo. E’ una cosa causata dall’orgoglio. Il condizionamento ai colpi del Systema va a lavorare direttamente sull’orgoglio.
Allievo: Quando ti accorsi della necessità di acquisire questa capacità?
Vladimir: Quando ero giovane, e facevo a botte molte volte, per via del mio tipo di corporatura, mi riusciva facile schivare ogni colpo, mi sapevo muovere, rotolare e piroettare fuori da qualsiasi situazione. Ma anche se sembrava funzionare, sapevo che non sarei stato sempre in grado di eludere tutti i colpi. E più di tutto, questo lo imparai con degli infortuni. Per primo uno strappo muscolare al collo, poi delle costole rotte e poi i legamenti stirati al ginocchio.
Questi infortuni mi dimostrarono i limiti della mia agilità. Mi portarono a pensare seriamente che una buona agilità, reattività e forza non garantiscono il successo. Mi resi conto dell’incompletezza di tutti gli insegnamenti delle arti marziali che avevo conosciuto, o piuttosto di tutte quante…
A proposito, questi incidenti mi capitarono mentre mi addestravo con il per me leggendario Mihail Rjabko. Essendo un allievo iperattivo, non perdevo occasione per fare sparring anche fuori della palestra, provare altri modi di combattere o di dimostrare qualcosa a me stesso. Ora, dopo 15 anni di insegnamento nella mia palestra, vedo la stessa cosa nei miei allievi. Uno di loro arriva a lezione infortunato: Che è successo? La risposta è sempre del tipo: stavo lottando con un amico, ho giocato a calcio o a pallavolo.
Allievo: Ed allora, questo cosa centra con il prendere pugni?
Vladimir: Un pugno è un potenziale infortunio. E c’è solo un modo sicuro di minimizzare o prevenire il potenziale distruttivo di un colpo e dello stress a cui il corpo è sottoposto. Questo modo è offerto nella sua completezza solo dal Systema. Ovviamente, si tratta di respirare.
Con una corretta respirazione è facile evitare il permanere di un infortunio. Se poi si tratta di una cosa davvero seria, nel caso di un trauma, ad esempio, il danno effettivo sarà sempre minore di quello subito senza respirare.
La respirazione è la più interessante, utile e ampia risorsa fisica che abbiamo. Se vogliamo migliorare noi stessi, dobbiamo incorporare questo elemento chiave sia nell’allenamento che nella vita normale. Se guardiamo a una persona nella sua totalità, come un essere umano, vediamo che lui o lei sono un tutto completo, con ogni elemento interconnesso in un sistema, da cui il nome Systema.
Allievo: Ma può davvero la respirazione aiutare molto a prendere un pugno?
Vladimir: Osserviamo la cosa un passo alla volta. Che cos’è un colpo che abbiamo ricevuto? E’ un’improvvisa forza o impatto o un aumento di pressione interna, in altre parole, un veloce scambio di tensione da una persona a un’altra. Ricordiamo che questa tensione non è solo di natura fisica, ma anche di natura psicologica, dataci dalla nostra percezione di pericolo e dolore.
Ho visto sessioni di pugno in cui uno o molti colpi venivano annunciati o mostrati vistosamente, ma si fermava un attimo prima del contatto. Anche se non veniva toccato, chi doveva subire il colpo a un certo punto iniziava a spaventarsi al punto di abbandonare il gioco.
Questo dovrebbe spiegare il circolo vizioso della paura che causa tensione, la tensione che produce paura, che porta a più tensione ecc. Ed è qui che la respirazione ci viene in aiuto, come il miglior metodo per spezzare questo processo nel più semplice dei modi.
Gli effetti di un corretto e di uno scorretto modo di respirare sono ben descritti nel libro Let Every Breath… Se non lo avete ancora letto, vi consiglio di cercarlo.
Diciamo che siamo stati colpiti con un pugno allo stomaco. Se respirate correttamente, l’impatto fisico dei colpi è dissipato, la tensione non si accumula nell’area, non c’è eccessivo flusso di sangue e quindi, anche minimi o inesistenti graffi. Inoltre, quello che è estremamente importante è che la respirazione non permette ai sentimenti di paura e di autocommiserazione di entrare nel corpo; letteralmente, li si soffia fuori.
La tensione si forma sempre nei muscoli, per via dell’anticipazione del dolore, e per via del dolore effettivo dell’impatto del colpo. Respirare aiuta ad eliminare la tensione e quindi rimuove sia il dolore che tutti i sentimenti negativi.
Allievo: Ma di solito le persone non vogliono essere colpite, perciò, se ci stiamo addestrando a ricevere i colpi, dobbiamo eliminare questa debolezza e costringere noi stessi ad essere colpiti.
Vladimir: Non è una questione di costringersi, dipende dall’istruttore e dai compagni di allenamento. Nei miei anni di insegnamento, sono sempre rimasto stupito da quello che accade ai nostri stage, quando lavoriamo sui colpi.
Come saprai, avendo visto i DVD, Mihail Rjabko è in grado di colpire con la Potenza di una palla di cannone. Rimane calmo, rilassato e sorridente, e con i suoi “invisibili” pugni fa piegare in due e inginocchiare le persone, facendole perdere la capacità di “guardare”, ridere o gridare. E la cosa incredibile è che c’è sempre una lunga fila di persone che vuole sperimentare i suoi pugni. Fra un centinaio di partecipanti, circa cinquanta si mettono in fila. Sono persone di ogni forma fisica, anche meno robusti, di tutte le età, istruttori, nuovi allievi, sia uomini che donne.
Ogni persona riceve da uno a parecchi pugni. Ognuno ha una propria reazione, alcuni soffrono davvero, e Mihail gli spiega subito come riprendersi, mentre altri sperimentano una vasto spettro di emozioni, ma tutti ne escono fuori illuminati. E puoi scommettere che al prossimo seminario, si rimetteranno in fila. La loro opinione comune è che con ogni colpo dato correttamente e ricevuto respirando adeguatamente la paura abbandoni il corpo, sostituita da una sensazione di pace e forza.
Allievo: Mi rendo adesso conto di come questo sia un interessante e importante processo, e ci lavorerò su nella prossima lezione. Ci piacerebbe che ora ci dessi qualche spiegazione su come il Systema applica la respirazione per assorbire i colpi.
Vladimir: Ne sarò lieto. Ci sono degli esercizi sulla preparazione ai colpi, e le cose che devi fare quando li ricevi. Molta gente ha una paura ancestrale del contatto. Ovviamente, ogni persona ne avrà un grado diverso. Ho visto alcuni miei allievi che appena venuti in la prima volta essere così spaventati di farsi male che erano impauriti anche nel tranquillo ambiente della palestra. Imparare a ricevere i colpi dovrebbe essere soggetto a una progressione.
Un giorno, in palestra da Mihail Rjabko a Mosca, un allievo portò un suo amico che non era esattamente un combattente. O meglio, non aveva alcuna esperienza di arti marziali, era un appassionato di scienza e musica classica. Voleva imparare a ricevere i colpi, ma non era per niente preparato ad avere alcun contatto con un pugno. Anche se vi era interessato, non riusciva a capire il principio di respirare e ricevere i colpi. Anche solo parlarne lo faceva innervosire.
Per farglielo capire, Mihail usò questo esercizio fondamentale. Per ridurre gradualmente la paura, non colpire subito, ma iniziare con delle spinte. Se le si riceve, stare in posizione dritta e comoda, con la bocca socchiusa, in modo da permettere all’aria di uscire liberamente. Il compagno di allenamento appoggia il pugno sulla parte superiore dello stomaco, e inizia a spingere come una pompa, senza rompere il contatto con il corpo.
Permettere all’aria di essere espirata liberamente ogni volta che si riceve la spinta. Una volta percepito questo principio, tanto per fare la prova contraria, ripetere chiudendo la bocca. Ci si renderà immediatamente conto di come sia meno efficace. La pressione extra non può uscire, e si avverte subito un certo disagio che cresce.
Un altro facile test può essere chiudere la bocca e basta, senza fare niente. Anche così si avvertirà una tensione crescere lentamente all’interno del corpo. Immaginare quindi di partire già tesi, con le spinte che causano altra tensione, i colpi anche di più e l’impatto con un oggetto o un arma ancora di più. Questa è la cosa che si vuole evitare, dato che, come sappiamo, la tensione che non si libera porta alla distruzione.
Allievo: Ci spieghi meglio?
Vladimir: Se l’impatto di un colpo entra in uno spazio chiuso dalla tensione, esso ha un potere cumulativo; esplode all’interno. Un colpo che supera lo strato superficiale dei muscoli porta questa forza e distrugge gli organi interni e la loro struttura. E’ per questo che bisogna assicurarsi che il colpo non entri dentro.
Allievo: Durante questi esercizi è bene espirare in silenzio o con un suono?
Vladimir: Vedi, per via dello stress quotidiano, la gente arriva a lezione davvero tesa. Il loro ciclo respiratorio è stato costantemente distorto e interrotto per tutto il giorno. E non se ne rendono nemmeno conto. Alla fine, quello che può fare un istruttore è insegnargli a respirare. Se respirare è “ascoltabile”, oppure ovvio per la stessa persona, gli sarà più facile ricordare che lo sta facendo, e gli ci vorrà meno sforzo per concentrarsi sulla respirazione invece che sul lavoro muscolare. Perciò sarà più facile ridurre la tensione. Per una migliore descrizione della respirazione “ascoltabile”, consiglio di leggere Let Every Breath… a pagina 50.
Allievo: Quando sono a mio agio con spinte e espirazioni, posso iniziare a ricevere i pugni?
Vladimir: Per aumentare le proprie abilità, c’è bisogno di costruire delle solide basi. Continuare perciò a lavorare sulla fase di espirazione del ciclo respiratorio. Prendere solo pugni leggeri. Ma adesso riceverli anche in altre parti del corpo come spalle, braccia, schiena. Il compagno di allenamento vi girerà attorno colpendovi. Questo esercizio serve a controllare la tensione in diverse parti del corpo. L’obbiettivo è di imparare ad espirare istintivamente in caso di ogni contatto.
Quando si ha acquisito questa risposta automatica contatto-espirazione, allora si può iniziare a colpire sul serio. Ci si può preparare facendo qualche rapida respirazione, per prevenire lo sviluppo della paura. Come abbiamo detto all’inizio, questo modo di respirare ne interrompe il processo di accumulo. Veloci inspirazioni ed espirazioni aiutano a mantenere il controllo e in più forniscono ossigeno ai muscoli, per far si che siano pronti a reagire bene ai colpi.
Quando si inizia questa pratica, bisogna assicurarsi di stare in una posizione dritta e naturale, come descritto in Let Every Breath… alle pagine 51 e 54, a una confortevole distanza l’uno dall’altro. Nell’attimo in cui il proprio pugno tocca lo stomaco del proprio compagno d’allenamento, lui espira velocemente e brevemente dalla bocca. Poi immediatamente inspira dal naso nella stessa maniera, pronto a ripetere il tutto.
I pugni adesso possono diventare più forti, ma più forti per quella persona che li riceve e il suo livello di abilità. L’obbiettivo principale è insegnare al proprio compagno a respirare, perciò quando si colpisce bisogna osservarlo, e fare attenzione che il proprio colpo non gli provochi tensione. Nel Systema, chiamiamo Burst Breathing questo tipo di veloce e breve serie di inspirazioni ed espirazioni. E’ molto usato in esercizi di resistenza e in combattimento. Ulteriori dettagli in Let Every Breath… pagine 69-70 e capitoli dal 5 al 7.
Quando ci si allena, più si avverte dolore e disagio da un colpo, più velocemente e intensamente verrà praticato questo tipo di respirazione. In questo modo si riesce anche a fermare lo sviluppo dei propri sentimenti distruttivi di autocommiserazione, rabbia e risentimento. In russo, il burst breathing è anche detto “Il respiro che salva”. Ci sono moltissimi esempi in cui questo tipo di respirazione ha aiutato a prevalere in uno scontro o a salvare la vita.
Ho saputo di un drammatico episodio capitato a un giovane allievo di Mihail a Mosca. Questo ragazzo ebbe un terribile incidente. L’autobus dove si trovava uscì di strada e rotolò lungo una scarpata rocciosa, rimbalzando e schiantandosi lungo tutta la discesa, e ogni volta lui continuava a respirare così, muovendosi in continuazione per attutire i colpi. Purtroppo, tutti gli altri passeggeri morirono nell’impatto. Era l’unico fra loro che avesse praticato Systema. Disse che se era ancora vivo lo doveva sia alla Divina Provvidenza che a questo tipo di respirazione.
Allievo: Perché devono essere respiri brevi e veloci? Non sarebbe meglio il contrario, per diminuire la tensione?
Vladimir: Se fai una lunga e profonda espirazione quando vieni colpito, dovrai anche fare una grande inspirazione, ed è allora che ti tiri dentro il dolore e le altre emozioni sgradite. Laddove se respiri solo con la parte superiore dei polmoni, i muscoli dello stomaco rimangono sempre leggermente tesi e solidi anche dopo un colpo, che così rimane sulla superficie. Questo tipo di respirazione permette di ricevere una serie di pugni e di rimanere mobili durante uno scontro.
Allievo: Quante volte dovrei colpire il mio compagno di allenamento quando stiamo praticando?
Vladimir: Lui non è un sacco, quindi la quantità non è importante. Quello che è importante è non colpire fino a che non è pronto. Assicurarsi che abbia recuperato dal colpo precedente, che la sua faccia, postura e respirazione dicano chiaramente che è pronto per un altro colpo. Solo allora si continua, alternandosi.
Allievo: Ho notato che quando vengo colpito, a volte chiudo i miei occhi per un istante. Perché mai?
Vladimir: Molte persone lo fanno, specialmente durante gli sparring o gli scontri veri. La propria paura di essere colpiti è maggiore della volontà di proteggere il proprio corpo. Non si riesce a gestire la tensione del colpo che arriva, e pertanto si evita inconsciamente di affrontare il problema.
Si può mettere apposta quest’elemento nella pratica. E’ importante vedere il colpo che arriva, in modo da sapere esattamente quando espirare. Con l’esperienza, ci si riuscirà anche ad occhi chiusi. Ricordare inoltre che la percezione del dolore cambia se si hanno gli occhi chiusi o aperti.
Allievo: Alcuni colpi mi disorientano per un momento. Cosa posso fare per evitarlo?
Vladimir: La ragione consiste nel fatto che ci si inizia a concentrare sul dolore e altre sensazioni del corpo, a scapito della propria consapevolezza ambientale. Durante la pratica, è utile guardare il proprio compagno, rimanere in contatto visivo con lui o anche qualcun’altro nella palestra. Il burst breathing aiuta a riprendersi molto più velocemente.
Allievo: E’ bene che un praticante esperto pratichi questo con uno inesperto?
Vladimir: Chiedo spesso ad allievi più esperti di lavorare con dei nuovi. E’ una grande opportunità di testarsi, perché la persona nuova ha delle caratteristiche nuove, una possibilità quindi di allenarsi su tipi di colpi diversi.
Allievo: Che cosa possiamo fare per accelerare il processo di apprendimento?
Vladimir: Prendete l’abitudine di respirare correttamente per tutto il tempo della lezione, in ogni esercizio. Non importa dove e come vi allenate, osservate la vostra tensione appena si manifesta per ogni contatto o sforzo ed espiratela. Fare la stessa cosa nella vita di tutti i giorni, non permettere allo stress, alla tensione e ai sentimenti negativi di insediarsi in noi.
Allievo: Ci sono alcune avvertenze da seguire mentre ci si allena a ricevere i colpi?
Vladimir: E’ importante procedure gradatamente, preparando il proprio corpo e la propria mente. Nel Systema si ritiene che chi colpisce possa trasferire il proprio stato interiore a chi riceve. Come aumenta l’abilità di colpire, diventa più facile imparare a trasferire le proprie condizioni emotive al proprio compagno di allenamento. E’ un’avvertenza specialmente per chi insegna. Un istruttore forse non se ne accorge neanche, ma magari in quel momento sta desiderando di far vedere che è bravo….
A volte dimentichiamo che non possiamo essere i più forti. Il desiderio di essere i più forti ci rende più deboli. Un insegnante ideale sarebbe una persona calma ed equilibrata senza ego. I suoi colpi sarebbero sicuri da ricevere.
L’argomento dei colpi verrà esaminato dettagliatamente nei tre giorni del seminario di Toronto, in Maggio 2009.
Link all’articolo originale:
http://www.russianmartialart.com/main.php?page=article_info&articles_id=29&osCsid=32252e876a4b51effeb449baddca39b4 (http://www.russianmartialart.com/main.php?page=article_info&articles_id=29&osCsid=32252e876a4b51effeb449baddca39b4)
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(http://img360.imageshack.us/img360/1379/chaoy5.jpg)
Russian Imperial History 1/20
Russian Imperial History 1/20 (https://www.youtube.com/watch?v=87Jrl3tVqjs#)
Russian Imperial History 2/20
Russian Imperial History 2/20 (https://www.youtube.com/watch?v=Ad7dbd7h0Fs#)
Russian Imperial History 3/20
Russian Imperial History 3/20 (https://www.youtube.com/watch?v=KDpb3JDUepQ#)
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Combattimento, fede e modernità
Un intervista a Vladimir Vasiliev e Konstantin Komarov
Articolo pubblicato il 19 aprile 2011
Qualche mese fa, durante un seminario di Systema tenutosi a Phoenix, Arizona, il fondatore dell’ICSA Brandon Sommerfield e il suo capoistruttore Kwan Lee riuscirono a organizzare una veloce intervista a due maestri dell’arte marziale russa chiamata Systema, cioè Vladimir Vasiliev e Konstantin Komarov.
Brandon e Kwan chiesere quest’intervista a i due maestri durante un momento di pausa del seminario, ed essi acconsentirono generosamente a discutere di tutto, dalla fede e lo spirito combattivo fino ai cambiamenti avvenuti nella moderna disciplina militare di combattimento. Buona lettura!
Brandon (B): Grazie per aver accettato di rilasciare l’intervista. Provvederò poi a farla girare per bene.
Vladimir (VV), Konstantin (KK): Il piacere è nostro.
B: Abbiamo più o meno una decina di domande. Inizierei con questa: quale considereresti come la più importante virtù di un guerriero?
VV: Calma e fede, uniti insieme. Se credi, allora sarai calmo. Se no, sarai mosso dalla fretta.
B: Ok. Adesso, quale considereresti la più importante abilità o qualità di un guerriero?
VV: Se hai lo spirito, l’abilità verrà fuori. Non ti puoi concentrare solo sull’abilità, se lo fai essa sarà vuota, incompleta, improduttiva e inutile nella realtà. Ma se hai lo spirito, l’abilità verrà costruita su di esso in modo naturale.
KK: Vorrei aggiungere l’abilità di sapere il perché stai facendo quello che stai facendo, a che ti serve. Bisogna capire i principi sottintesi. La vera abilità è nel capire sé stessi. A quel punto, tutto diventerà chiaro.
VV: E’ molto difficile, perché un soldato non dovrebbe pensare troppo, dovrebbe solo agire.
KK: Ma pensare è una cosa, mentre capire te stesso è abbastanza diverso.
VV: Questo è vero. Un soldato ha bisogno di abbastanza abilità e consapevolezza per compiere la propria missione e tornare vivo. E’ solo questo: proteggere la tua terra e rimanere vivo.
B: Quali sono, se ci sono, alcuni cambiamenti che hai notato nella realtà odierna del combattimento militare, in confronto a come era in passato?
KK: Prima si stava spalla a spalla, si combatteva più uniti. Ora le persone sono divise, e tutto diventa più difficile. La gente un tempo amava di più la propria patria. Non si può combattere davvero per i soldi, ma solo per un idea. Se si tratta solo di soldi, stai sicuro che non sarai disposto ad andare fino in fondo, non sarai disposto a morire (altrimenti, chi si godrà i soldi che hai guadagnato?).
KK: Ora è diverso anche per via dello sviluppo tecnologico. Una volta era più faccia a faccia; ora si è più distanti. Spari, e non vedi davvero la persona che uccidi. Prima, ai vecchi tempi, se il tuo commilitone aveva dentro di sé qualcosa di marcio, te ne accorgevi subito, appena la battaglia iniziava. Ora, con la nuova tecnologia, questi potrebbe vivere molto di più nonostante il suo modo di fare corrotto.
B: Siete sempre stati attratti dalle arti marziali, oppure è qualcosa che avete semplicemente dovuto imparare a fare?
KK:. Le ho apprezzate fin dall’infanzia.
VV: Anch’io, sono la mia vita. E’ stata come una vocazione!
B: Quale consideri la maggior differenza fra arti da combattimento militari e arti marziali insegnate anche ai civili?
VV: Non le puoi paragonare, non le puoi nemmeno mettere vicine.
KK: Nelle arti militari, devi acquisire quello che ti serve nel minor tempo possibile, con minori mezzi possibile, mentre con i civili è un intero processo… che è molto lungo.
VV: Nell’esercito, impari ad uccidere. L’idea principale è semplicemente uccidere. Non “combattere”, che è diverso. Le Unità Speciali, quelle studiano cose in più. Anche in queste unità, chi le compone proviene sicuramente da un esperienza di pugilato, grappling o lotta a terra, e usa tutto questo. Ma dare al soldato l’idea di “combattere” è sbagliato. E’ completamente sbagliato. Non può stare a combattere. E’ impossibile. Se sta combattendo, allora non è stato pronto, e allora non sopravviverà.
KK: A volte però gli Spetsnaz hanno anche questo aspetto. Si concretizza nell’abilità di eseguire molti tipi di incarico. Ad esempio, quando bisogna catturare qualcuno vivo e cose del genere.
Kwan Lee (KL): Specialmente per quanto riguarda il corpo a corpo, quando ci si aspetta che un soldato sviluppi un modo proprio di combattere?
KK: Se ce n’è bisogno. Per prima cosa, devi chiederti la ragione per la quale c’è bisogno di un esercito. Non è quella di difendere la patria. L’esercito serve a far maturare le persone. A farle smettere di essere infantili, e a farle crescere. E bisogna capirla, questa cosa; altrimenti si avrà una opinione inesatta dello scopo dell’addestramento militare. L’addestramento corpo a corpo non serve a risolvere i problemi, ma trasformare una persona in una vera persona, nel pieno senso della parola. Così un uomo può diventare un uomo. E’ una sfida, una cosa più completa e varia di insegnare solo a picchiare.
KL: Allora, idealmente, si dovrebbe iniziare a lavorare su sé stessi già dall’inizio… Ma mi stavo riferendo alle cose basilari che vengono insegnate ai soldati appena arruolati. C’è un certo punto, mi sembra dicessi prima, in cui si ha bisogno di superare questo livello e lavorare in un modo più avanzato.
KK: In Russia, per via del modo in cui era concepito l’apparato militare, non era importante avere queste cose, ma far evolvere le persone. L’esercito è solo una scusa per sottoporre gli uomini a questo addestramento “da uomini”. Ovviamente, impari delle cose e diventi più capace di difendere la tua patria. Ma è una cosa secondaria. Solo quando un uomo matura può sviluppare il proprio stile e le proprie tecniche.
B: Quanto è importante la fede per un guerriero?
VV: Ne è il fondamento.
KK: In tempi difficili, devi aver fede. E ci sono diversi livelli di fede. C’è la fede in Dio, che è quella più elevata. Poi la fede nella tua patria, poi forse la fede nei tuoi comandanti… è diversa per ogni persona, ma devi averla.
VV: E’ il fondamentale punto di origine, questa fede. A volte la si perde. Come sai, in Russia, durante il comunismo, la gente la perse. Ma c’era una cosa che univa anche persone che formalmente non accettavano questa fede, cioè quella nella loro patria. Erano comunque uniti, perché erano pronti a morire per la patria, per i loro cari. E questa unione è vicina alla fede in Dio.
B: Apprezzo il detto “in trincea non ci sono atei”. E’ proprio vero. Lo so per averlo visto su me stesso e su gli altri, quando è tempo di andare in guerra a combattere, si inizia a pregare ogni giorno. Lo so bene….
Ok, un’altra domanda: che cosa rende unico il Systema in confronto a, diciamo, il Combat Sambo o altre arti marziali del mondo?
KK: Tutte le altre arti marziali hanno un obbiettivo specifico: ottenere la vittoria in competizione o acquisire un certo livello di tecnica o abilità. Il Systema è molto ampio; dal Systema, ti puoi muovere in qualsiasi arte marziale. E’ come se stai sulla cima di una collina, e puoi scendere seguendo ogni direzione. Ma bisogna notare che quindi è un processo di discesa.
VV: A volte è difficile per la gente capire o comprendere il Systema. Dato che la cosa principale è lavorare su sé stessi, di solito alla gente non piace. Significa metterli faccia a faccia con la propria indolenza, il proprio orgoglio e cose del genere.
KK: Il Systema è prima di tutto una vittoria su sé stessi. Quando riesci a dominare te stesso, solo allora puoi affrontare le altre persone.
B: Il Systema pone molto l’accento sulla corretta respirazione. Perché è così importante?
KK: Perché i processi interni del corpo non possono essere controllati in altro modo. Non possiamo controllare volontariamente i nostri organi interni. Non c’è altra chiave per il nostro subconscio e il nostro sistema nervoso oltre alla respirazione. E se non sei in grado di controllare il tuo sistema nervoso, allora non potrai lavorare per bene.
B: Ultima domanda: come vedete il futuro del Systema?
VV: Beh, stiamo sviluppando un nuovo sito web per aumentare le opportunità di addestramento e ci siamo trasferiti in una nuova palestra. In senso lato, la gente in gamba dovrebbe ritenere il Systema. Sfortunatamente, non ce n’è molta. Gli altri prendono il Systema a pezzi, separatamente. Se chi è valido potesse ritenerlo tutto, sarebbe l’ideale.
KK: Potremmo parlare di come idealmente vorremmo vedere il futuro del Systema, e quindi realisticamente di dove andrà a finire. Il Systema ha un fondamento utile per ogni preparazione di tipo atletico, ed è così che vorremmo vederlo. Inoltre, il Systema ha un grande potenziale per coinvolgere i giovani, specialmente giovani con difficoltà, problematici. Ho lavorato per un po’ con dei gruppi di ragazzi così. E poi, il Systema può aiutare enormemente la gente normale a gestire lo stress di tutti i giorni. Davvero, il Systema può rispondere a tutte le sfide che una persona incontra nella vita quotidiana, perché rende calmi, capaci di pensare chiaramente e di vedere le cose chiaramente. Ma qui sta la vera sfida, e mi riferisco a quello che Vladimir ha detto prima: non tutti sono disposti a sacrificarsi, ad accettare di lavorare su sé stessi. Ed infatti non è una cosa da poco. E noi stiamo qui, a lavorare idealmente ma al tempo stesso ad affrontare la realtà…
B, KL: E’ tutto. Grazie mille, queste sono state delle bellissime risposte.
VV, KK: Grazie…ma siete voi che avevate delle bellissime domande!
Gli autori dell’intervista:
Brandon Sommerfeld è un istruttore di Systema certificato da Vladimir Vasiliev. Dal 2002 si è allenato con lui e Mihail Rjabko, e tuttora insegna nella propria scuola, Russian Martial Art West Point (Virginia).
Kwan Lee è uno degli istruttori di Systema più esperti addestrati da Vasiliev e Rjabko. Kwan è ingegnere aerospaziale nelle forze armate. Attualmente vive a Seattle, e tiene lezioni e seminari sia privati che aperti al pubblico.
Link all’articolo originale:
http://www.russianmartialart.com/main.php?page=article_info&articles_id=53&osCsid=e6f5436bb1ce944184450ce3448c9513 (http://www.russianmartialart.com/main.php?page=article_info&articles_id=53&osCsid=e6f5436bb1ce944184450ce3448c9513)
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“Beat The Odds” (Sconfiggi le avversità)
Articolo di Scott Meredith pubblicato il 21 luglio 2009
Il DVD intitolato “Beat The Odds” contiene alcune cose davvero uniche, che lo rendono una vera chiave di volta rispetto a tutti gli altri materiali didattici precedentemente prodotti. C’è tutta una serie di argomenti che sono presenti negli altri DVD ma che non sono ancora stati trattati adeguatamente per motivi di spazio e tempo, sono per la prima volta spiegati e chiariti per filo e per segno.
Ad esempio, se avete un passato pugilistico, potreste aver sentito che nel Systema le braccia si tengono più o meno giù, rilassate, il che è un pò l’opposto di quanto si fa nella boxe. PERCHE’ si fa questo? Nel DVD, Vladimir ne spiega il motivo, che non è né arbitrario né “estetico”, ma semplicemente funzionale. Credo che per molte persone guardare questo video possa essere l’occasione di capire per la prima volta questo tipo di ragionamento. O ancora, sempre in riferimento al pugilato, potreste (dico potreste, dipende anche dal vostro addestramento) tendere a ritirare il pugno dopo aver colpito, per prepararvi a colpire di nuovo. E forse potreste aver sentito che nel Systema non è considerato ottimale. Ma perché? Di sicuro sembra molto utile nella boxe. Ma Vladimir ancora una volta affronta la questione, e mostra come si può lavorare molto più efficacemente cambiando completamente il proprio modo di pensare a riguardo. Ho fatto solo due esempi, ma spero che iniziate a capire di cosa si tratta; non solo vengono presentati i movimenti di combattimento del Systema, ma li si decostruisce in una maniera molto dettagliata.
Se avete visto il lavoro fatto in “Confined Spaces”, potreste essere rimasti sbigottiti dall’incredibilmente “ristretto” e deciso, assolutamente devastante e praticamente “invisibile” lavoro a corto raggio che vi viene mostrato. Forse perché quel DVD (che io considero tra i miei preferiti, fosse solo per la sua “guardabilità”) tratta però degli altri tipi di argomenti, potreste esservi ritrovati a chiedervi forse inutilmente come fare altrettanto. In “Beat The Odds” c’è un intero capitolo dedicato alla pratica e alla “chirurgica” decostruzione di quel preciso tipo di lavoro “a corto raggio”, che ne fornisce gli strumenti per la sua comprensione.
O ancora, avrete forse visto il trademark del Systema, ovvero il “ridirezionamento”, in molti altri video, quando cioè il colpo di un attaccante è deviato verso la faccia di un altro aggressore ancora. Ma dato che di solito questo non era l’argomento principale, il lavoro fisico, tattico e psicologico sottostante rimaneva un pò in secondo piano. Ma adesso tutto ciò viene analizzato nella maniera più chiara e dettagliata possibile. Potrei continuare ad enumerare uno dopo l’altro gli argomenti di questo lavoro più avanzato e “implicito” del Systema, preso dalla sua parte più esterna verso quella più centrale, cioè l’abilità di base veramente necessaria.
Qual’è il più esatto parallelismo fra il lavoro a corto raggio e il liberarsi da più prese e acciuffamenti? Come si fa a dare uno di quelli che io personalmente definisco una specie di “pugno-capro espiatorio” che usa il proprio colpo (e quindi non riguarda la ridirezione, trattata altrove) in modo che chi lo riceve crede che gli arrivi da un'altra persona? Perché la torsione del corpo non è una cosa ottimale se si deve colpire a un certa distanza? Come fa un colpo ad essere sia “preciso” che “libero”? In che modo la tensione (sia la propria che quella degli altri) interagisce con il raggio e le distanza del combattimento? Per qualsiasi domanda vi facciate, le risposte stanno in questo DVD, insieme ad altre domande alle quali magari non avreste mai pensato.
Di volta in volta, argomento dopo argomento, questo DVD estrae concetti di base del movimento e della funzionalità del Systema che sono già esposti e spiegati in altro materiale, ma che non sono stati ancora trattati così esplicitamente. Questo video è la chiave per comprendere finalmente meglio questo tipo lavoro più avanzato, fluido e a volte quasi “invisibile”, già mostrato negli altri video.
Link all’articolo originale:
http://www.russianmartialart.com/main.php?page=article_info&articles_id=33&osCsid=4ecbe5bb3e65dd1cbb683f73470cdf2f (http://www.russianmartialart.com/main.php?page=article_info&articles_id=33&osCsid=4ecbe5bb3e65dd1cbb683f73470cdf2f)
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-2 giorni allo stage di Vasiliev...fra 48 ore conto di aver già bagnato di sudore un paio di magliette e di aver pulito il pavimento con il resto del mio corpo.... :om:
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Anch'io non vedo l'ora ! :-*
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vi rispondiamo in diretta dalla macchina....e dalle 4.30 che passeggiamo per le autostrade :D
Prelevato Vladimir all'aereoporto....trovato in perfetta forma :)
per Wolvie
Luca dice che deve testare un paio di patriot -pugni su di te......per calibrare l'accelerazione :D
Systemisti prepararsi...!!!!
un saluto a tutti----buona pratica
Tony and Luca
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vi rispondiamo in diretta dalla macchina....e dalle 4.30 che passeggiamo per le autostrade :D
Prelevato Vladimir all'aereoporto....trovato in perfetta forma :)
:sur:
per Wolvie
Luca dice che deve testare un paio di patriot -pugni su di te......per calibrare l'accelerazione :D
:spruzz:
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buon allenamento ragazzi:non potrò esserci,ma mi rallegro per voi.
Naturalmente attendo un buon report dell'evento.
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Report veloce che poi aggiornerò perché ho poco tempo:
Luca è stato insignito del titolo di unico referente e capo istruttore per l'Italia, da Vasiliev.
Dopo 7 anni di duro lavoro è stato un traguardo meritato che se da un certo punto di vista rappresenta solo l'inizio del percorso vero, da un altro è senz'altro una bella e giusta soddisfazione.
Riuscita l'organizzazione e tanta cura per i dettagli, parlo a livello di cibo, check in, consegna di premi, consegna di campioni di barrette proteiche e mele per la merenda, convenzioni con gli alberghi, assistenza ai dispersi, cura di tutti i partecipanti e delle loro problematiche logistiche.
Lascio ad altri più esperti la discussione tecnica del seminario, da parte mia sono felice di aver conosciuto Yann, un greco che vive ed insegna in francia che mi ha dato un sacco di botte pur pesando molto meno di me.
Ad un certo punto ero piegato in due per terra per un pugno pesantissimo alla bocca dello stomaco e si sono precipitati in mio soccorso Trepicchi, Luca e Daniele, ai quali ho sorriso dicendo "sì sì, gliel'ho detto io di fare forte..." he he, bei ricordi.
Nota: si poteva anche partecipare senza andarci pesante, non vorrei passasse il messaggio che ci si poteva fare male.
L'atmosfera che si è respirata, tranne per un ridotto gruppetto di critici pregiudicanti senza i quali non sarebbe stato un evento da 150 persone ma un pic nic tra amici, è stata un'atmosfera di amicizia e fratellanza, senza nessun attrito o divergenza fra diverse correnti di praticanti.
Bravi ragazzi, avete suonato un concerto sinergico e si è tornati a casa pieni di spunti e di una bella sensazione di amicizia e condivisione.
Inoltre, cosa non da poco, non si è sentito l'aspetto commerciale sempre legato a seminari con personaggi d'oltre oceano che non vengono gratis. Per esempio, non c'era il banchetto con le magliette dello stage quasi sempre presente a questi eventi.
Un saluto a Wolvie, che ha fatto nanì con me nel mio lettino francesino, al simpaticissimo Alex Vulcano del Forum che era presente come sindacato della Polizia Municipale e locale, e come referente per la Ghost International, l'unica a fare una Glock da allenamento con i caricatori che si tolgono ed inseriscono a peso reale.
Ovviamente a Trepicchi che ha avuto un forte ruolo nell'organizzazione e che deve sempre mediare con diplomazia le mie uscite per non farmi sembrare un pericoloso squilibrato...
A Luca che è stato bravissimo ad organizzare e creare il tutto e anche a prendere un sacco di mazzate da Vladimir (che ridistribuirà prossimamente agli allievi).
E a Yann, il diavolo.
Ecco Yann:
https://www.youtube.com/watch?v=6bXSZZ8xCws&feature=player_embedded (https://www.youtube.com/watch?v=6bXSZZ8xCws&feature=player_embedded)
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Ti vedo soddisfatto,AiviA!
Il lupo ha scoperto la sua origine nelle steppe del grande nord russo?
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Ti vedo soddisfatto,AiviA!
Il lupo ha scoperto la sua origine nelle steppe del grande nord russo?
Il lupo ha scoperto la sua origine in una vagina ed il richiamo alle origini è sempre pulsante in lui. :-*
Per il resto, essendo il Systema una composizione di abilità e concetti e non una serie di tecniche credo che chiunque, che derivi da qualsiasi stile, possa integrare nel proprio movimento e nelle proprie abilità questo tipo di esercizi.
Un'altra cosa non poco interessante è che è un modo di combattere totalmente invisibile e low profile, che non allarma i testimoni, insomma chi picchia non sembra un maledetto buttafuroi fascista, machista e van dammesco, ma sembra un professore di violino che si è inciampato.
Non a caso è stato sviluppato per addestrare agenti segreti che non potevano avere fisici da rambo o muoversi come guerrieri a rischio di far dubitare della copertura.
La cosa che più mi interessò del Systema quando lo conobbi su un sito alla fine degli anni 90 fu che il personale cui era dedicato non veniva scelto in base al fisico, tra gli spetnaz, ma in base al quoziente intellettivo e all'adattabilità.
Credo sia l'unica arte (perché è un'arte marziale completa, non un sistema rapido di difesa personale) che davvero usa i principi dell'Aikido senza cristallizzarsi in movimenti derivati dalla spada.
Detto da me, che sono 90 kg, può sempre sembrare retorico, quando però ho visto e sentito quante botte mi dava questo invisibile (nel senso che non gli dai due lire) greco, alto e pesante la metà di me... ho capito davvero, col corpo, che era una strada che valeva la pena percorrere, anche considerato che non snatura il tuo modo di combattere attuale ma lo arricchisce di contenuto.
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eh,si:amore a prima vista.
.....fascino del grande est!!
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A nome di Luca chiarato e RMA Systema Italy ringraziamo tutti i partecipanti allo stage che si è avvicinato al numero di 160
persone e oltre 11 nazioni europee presenti...
Il seminario come gia' detto si è svolto in un clima di serenita' , fratellanza,amicizia rispetto..... ingredienti necessari,indispensabili e
doverosi per i praticanti di systema (su questo Vladimir e moglie hanno insistito molto)
inoltre Master Vladimir ha sforato nei tempi dello stage regalando ulteriore spiegazioni per tutti.
nel complesso ci riteniamo soddisfatti sotto tutti i profili e ovviamente da qui comincia un altro lavoro mastodontico....di costruzione :)
ringrazio Aivia ,Wolvie ,Daniele , che hanno aiutato sotto vari punti di vista primo fra quale collaborazione ,interazione con i
partecipanti con la componente del gioco...
Luca B. che sta dando una grande mano per far conoscere Systema nell'ambiente militare!!!!!grazie
Hanno svolto un egregio e professionale lavoro alla porta per lo smistamento delle persone anche se in realta' erano loro le
persone da non far entrare :D
Ringrazio tutti i gruppi ,istruttori di systema (e altre discipline ) partecipanti da Milano,Roma,Bergamo ...ecc...
Alex da Varese per il sostegno e l'invito della Ghost
International e della Pitbull Italia...nonche' del Senatore Maurizio Saia...ottimo lavoro
Ringrazio Alfredo e Davide Casanova per le riprese i video (oltre 1000 giga ) alla fine avevano due braccia tipo Bud Spencer.....!!!!Dei veri professionisti all'opera ....
Un saluto a tutti gli amici del traing gruop di Padova che mi hanno riempito di ricordi sul corpo.....e per il supporto logistico...
come descriveva Aivia ho provato a giocare con Yan e dopo che mi ha impiantato un paio di coltelli nello sterno, 4-5 leve, essermi
montato sopra soffocandomi ,tirandomi le orecchie ,schiacciandomi la faccia a terra ecc... ne è nata una certa simpatia :gh:
effettivamente il lavoro piu' grosso poi è quello di arginare questo gruppo di veri squilibrati ..........ma effettivamete lo faccio con
piacere perchè mi sono affezionato come a dei fratelli !!! :D
E a tutti quelli con cui abbiamo interagito di cui non ricordo il nome ...grazie grazie di cuore
Buona giornata a tutti
Antonio Cancian e Luca Chiarato
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Salve a tutti!
Stage riuscitissimo. 160 persone da 11 paesi diversi.
Il lavoro organizzativo è stato fatto in maniera ottimale, ognuno ha fatto la sua parte e contribuito secondo le propria capacità in felice armonia e amicizia, e questa cosa è stata notata anche dal nostro prestigioso ospite. ;)
Il programma è stato interamente rispettato, anzi Vasiliev si è anche trattenuto un oretta di più, senza risparmiarsi nelle spiegazioni e dimostrazioni, esponendosi tranquillamente anche a domande un pò più "punzecchianti" di qualche partecipante giustamente un pò scettico su alcune cose della didattica.
Passo anch'io a rendere merito a chi era lì.
Vladimir e Valerie Vasiliev. Una famiglia normale, lui a diffondere la sua arte e lei ad aiutarlo e supportarlo nel suo lavoro. Durante la cena ero seduto di fronte a loro (insieme al traduttore "ufficiale"), anche per fornire il mio aiuto come interprete a chi ne avesse avuto bisogno. Gentili, genuini, lui dichiaratamente felicissimo dell'accoglienza ricevuta, educato nel non mostrarsi troppo come "il principale" ma anzi pronto a riconoscere il bel lavoro fatto dagli altri nella pratica del Systema, lei disponibilissima a dare tutto il supporto possibile, cortese ed educata nella conversazione che ha toccato tantissime cose, dalle arti marziali alla loro spiritualità, dalla società moderna alla gestione "etica" di una cosa come l'insegnamento del Systema, insieme ad altri argomenti più "frivoli" riguardo il lifestyle italiano (cibo, vino, patrimonio culturale ecc. ) :P
Non è per piaggeria, ma sono davvero contento che siano rimasti contenti.
Luca Chiarato.
Si è fatto un mazzo così, si è sempre messo in discussione, non si è mai risparmiato, ha sempre lavorato duramente e soprattutto umilmente in un sacco di stage fatti per tutto il nord italia (e a volte senza neanche un giusto e minimo tornaconto economico... ). Se Vlad è venuto qui è stato prima di tutto grazie a lui, che è riuscito a creare questo "centro di gravità". Venire riconosciuto ufficialmente come il punto di riferimento del Systema in Italia è una cosa che ha ampiamente meritato, e alla quale sicuramente lui non ha neanche pensato, impegnato com'è a lavorare per la sua passione senza pensare troppo a eventuali "ricompense".
A lui il mio massimo rispetto, anche e soprattutto quando trova il tempo di rompermi le ossa :D .
Trepicchi.
Il mitico "manager" di Luca ;) e il boss del "Gruppo Alpha" :D .
Dal primo stage organizzato a Bazzano un anno fa, attraverso tutte le "gite organizzate" in altri posti, Trepicchi ha sempre adottato una correttezza professionale mai priva però di quella coinvolgente energia positiva data dalla felicità di lavorare con gente in gamba, onesta e entusiasta di quello che fa. Ha dovuto sempre risolvere un sacco di problemi, ci ha investito molto, ci ha perso il sonno e ha fatto coscienziosamente da supporto all'attività di Luca, e senza risparmiarsi anche quando ci si doveva mettere in scarpe e tuta e sudare tutti insieme. Mi ha coinvolto in questa cosa bellissima, e il mio modesto contributo multimediale è il minimo che posso fare per ringraziarlo.
AiViA.
Una delle pochissime cose per le quali ringrazio internet. Un fratello nello spirito, un amico che non ti vuole sfruttare o soffocare, una persona con cui si può crescere. Intelligentissimo, coltissimo, umile ma allo stesso modo una piacevolissima compagnia. A volte i suoi punti di vista possono sembrare un pò eccessivi, ma se lo si conosce di persona tutto appare più chiaro.
Soprattutto, un uomo d'onore come pochi altri.
Alla prossima, Vecchio!
Gli altri miei ringraziamenti e menzioni vanno a Daniele, Alex Vulcano (che ho finalmente conosciuto di persona), il Casanova :gh: e il Marco per le riprese e il lavoro multimediale, i coorganizzatori dell'evento Mauro e Francesco, il fratello metallaro Carlo Silenzi (che il secondo giorno si allenava con la maglia degli Slipknot XD ), l'istruttore Giuseppe Iannone e il gruppo milanese, Draghisa Jocic e l'armata degli svizzeri, Andrea Merisio e i Bergamaschi, Luigi Leoni e i suoi Marchigiani.
E per ultimo, lui.
Yann.
Il Killer perfetto. :-\
Ok, a presto ulteriori aggiornamenti (foto, filmati).
Grazie per l'attenzione.
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AiViA.
Una delle pochissime cose per le quali ringrazio internet. Un fratello nello spirito, un amico che non ti vuole sfruttare o soffocare, una persona con cui si può crescere. Intelligentissimo, coltissimo, umile ma allo stesso modo una piacevolissima compagnia. A volte i suoi punti di vista possono sembrare un pò eccessivi, ma se lo si conosce di persona tutto appare più chiaro.
Soprattutto, un uomo d'onore come pochi altri.
Alla prossima, Vecchio!
:-[
Questa me la incornicio...
Ehm... cosa intendi per punti di vista un po' eccessivi?
E' per quello che dormivi vestito accanto a me senza infilarti sotto il lenzuolo?
;D ;D ;D
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Credo sia l'unica arte (perché è un'arte marziale completa, non un sistema rapido di difesa personale) che davvero usa i principi dell'Aikido senza cristallizzarsi in movimenti derivati dalla spada.
penso di capire cosa intendi, ma ti va di spiegarlo meglio?
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L'Aikido è amore e Aivia ha dormito con Wolvie....più chiaro di così.... ;D
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L'atmosfera che si è respirata, tranne per un ridotto gruppetto di critici pregiudicanti
ovvero? hanno mica tentato di crashare lo stage?
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L'Aikido è amore e Aivia ha dormito con Wolvie....più chiaro di così.... ;D
;D
Be', detto così infatti può sembrare un'altra cosa :P
Ad ogni modo dormire più o meno "in uniforme" a casa di amici che ti ospitano è una specie di vecchia forma di rispetto metallaro, come a dire che ti ringrazio della gentilezza evitando di sbragarmi troppo e rimanendo sempre "operativo" per darti meno disagio possibile. :)
E poi dovete sapere che comunque AiViA è davvero un bel waglione XD ....
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L'atmosfera che si è respirata, tranne per un ridotto gruppetto di critici pregiudicanti
ovvero? hanno mica tentato di crashare lo stage?
No, anche perché (a differenza di una manifestazione politica o religiosa) se qualcuno avesse provato a rovinare la festa sarebbe stato subito "individuato", e comunque sempre rispettato per il proprio atteggiamento. Una delle cose che più mi piacciono del Systema è infatti che nessuno viene cacciato via, e che nessuno viene forzato a restare. L'unica cosa richiesta è di avere una mentalità onesta, pronta al confronto senza pregiudizi. Non si cercava di convincere nessuno, ogni spiegazione era tranquillamente supportata dai fatti, alcuni dei quali verificati durante le dimostrazioni e gli allenamenti.
La "nostra" speranza è quindi che chi ha posto alcune di queste domande sia rimasto soddisfatto dalle risposte ricevute e dal lavoro fatto alle stage in generale. Uno degli scopi ideali del Systema sarebbe infatti quello di unire la gente, specialmente gente di diverse esperienze ma di comune "umanità". Quando questo accade, l'aver anche imparato nel frattempo a "menare le mani" passa quasi in secondo piano. :)
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Riguardo al gruppetto, erano semplicemente degli entusiasti di sistemi militari di rapido apprendimento molto fissati con i muscoli che tra di loro confabulavano sugli esercizi perché a mio avviso non avevano capito che erano esercizi per sviluppare abilità e rilassamento e non tecniche "fine di mondo".
Infatti Vladimir ha detto più di una volta che non stavamo finalizzando ma sviluppando abilità utili per poi finalizzare ognuno come vuole.
Riguardo all'Aikido, Yann in particolare mi faceva notare che lui, maestro di Aikido in Francia con una sua accademia, aveva trovato finalmente la chiave per sbloccare quest'arte grazie al Systema, uscendo finalmente da posizioni fisse e derivate dalla spada, da linee d'attacco stilizzate e tecniche.
Inoltre un maestro d'Aikido se non sbaglio svizzero ha provato con Vladimir tutte le leve di cui era capace, finendo sempre in terra e senza che Vladimir applicasse delle controtecniche standard, ma semplicemente lasciando fluire la tensione delle leve, un attributo, quindi, non un'insieme di mosse.
I concetti di fondo sono quelli tipici dell'Aikido, ma vengono applicati in una maniera totalmente differente.
Comunque ritengo, non so se ho ragione, che essendo un'arte completamente basata su principi biomeccanici e non su tecniche si possa vedere un diverso Systema per ogni praticante ad alto livello, insomma ognuno ci mette la sua particolare fisicità, predisposizione, predilezione.
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E' così, ognuno se lo ritaglia addosso come un abito su misura. E' un processo. Nel breve periodo, per velocizzare l'apprendimento, si sfrutteranno dapprima i propri punti di forza, mentre nel lungo periodo, per affinare il tutto, si lavorerà sulle proprie debolezze. E così via.
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Riguardo all'Aikido, Yann in particolare mi faceva notare che lui, maestro di Aikido in Francia con una sua accademia, aveva trovato finalmente la chiave per sbloccare quest'arte grazie al Systema, uscendo finalmente da posizioni fisse e derivate dalla spada, da linee d'attacco stilizzate e tecniche.
Inoltre un maestro d'Aikido se non sbaglio svizzero ha provato con Vladimir tutte le leve di cui era capace, finendo sempre in terra e senza che Vladimir applicasse delle controtecniche standard, ma semplicemente lasciando fluire la tensione delle leve, un attributo, quindi, non un'insieme di mosse.
I concetti di fondo sono quelli tipici dell'Aikido, ma vengono applicati in una maniera totalmente differente.
Comunque ritengo, non so se ho ragione, che essendo un'arte completamente basata su principi biomeccanici e non su tecniche si possa vedere un diverso Systema per ogni praticante ad alto livello, insomma ognuno ci mette la sua particolare fisicità, predisposizione, predilezione.
Stessa cosa per l'aikido, sbloccare un'arte significa comprenderla, se ne serve un'altra per comprenderlo va bene. Ma non è il solo modo. Sicuramente solo allenando certe libertà esse fluiscono.
Le posizioni fisse non esistono nell'aikido e men che meno rigidità dovute alla spada, della spada si recuperano gli angoli, le diagonali, ma sopratutto l'economia dei movimenti e la mania di entrare sempre.
Ma sai parli con uno che "tutto può essere aikido".
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Ma sai parli con uno che "tutto può essere aikido".
E allora la prossima volta ti vogliamo lì con noi!!! ;)
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Allora, per non offendere nessuno, diciamo che il Systema cuce i principi dell'Aiki su un modo di muoversi più occidentale e meno lontano dal nostro.
Lo stesso si può dire per alcune tecniche dell''abraçar[1], che usano principi tipici anche dell'Aiki facendo però riferimento a principi di biomeccanica e non tirando in ballo il Ki.
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Stessa cosa per l'aikido, sbloccare un'arte significa comprenderla, se ne serve un'altra per comprenderlo va bene. Ma non è il solo modo. Sicuramente solo allenando certe libertà esse fluiscono.
Le posizioni fisse non esistono nell'aikido e men che meno rigidità dovute alla spada, della spada si recuperano gli angoli, le diagonali, ma sopratutto l'economia dei movimenti e la mania di entrare sempre.
Ma sai parli con uno che "tutto può essere aikido".
mi sa che la vera differenza la fa il praticante medio, spesso nel dojo di aikido è difficile trovare con chi praticare in modo più libero e in ogni caso lo si deve fare di solito al di fuori...
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AiVia non mi sono offeso, solo un po' stufato di veder preso l'aikido sempre a paragone (negativo) oltretutto su cose che non ritengo giuste.
Reputo il Systema una disciplina sorella(per quel che ho potuto vedere dai video), trovo molte cose interessanti altre meno, ma dovrei sentirla per dirtelo.
X Wolvie ..si mi piacerebbe, ma se vuoi saperlo, una delle cose che non apprezzo del systema, il prezzo degli stage.
non è una critica beninteso(a casa propria ognuno fa quel che vuole), solo il motivo che ancora non ci fa incontrare.
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Allora, per non offendere nessuno, diciamo che il Systema cuce i principi dell'Aiki su un modo di muoversi più occidentale e meno lontano dal nostro.
Lo stesso si può dire per alcune tecniche dell''abraçar[1], che usano principi tipici anche dell'Aiki facendo però riferimento a principi di biomeccanica e non tirando in ballo il Ki.
a me un istruttore aveva detto che l'abraça è come il Kraw Maga... quindi il kraw maga è Aikido... ok torna con certi video :gh:
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AiVia non mi sono offeso, solo un po' stufato di veder preso l'aikido sempre a paragone (negativo) oltretutto su cose che non ritengo giuste.
Reputo il Systema una disciplina sorella(per quel che ho potuto vedere dai video), trovo molte cose interessanti altre meno, ma dovrei sentirla per dirtelo.
X Wolvie ..si mi piacerebbe, ma se vuoi saperlo, una delle cose che non apprezzo del systema, il prezzo degli stage.
non è una critica beninteso(a casa propria ognuno fa quel che vuole), solo il motivo che ancora non ci fa incontrare.
Ma no, l'Aiki non è certamente un paragone negativo, Systema è una disciplina sorella che con principi simili a quelli dell'Aiki risulta secondo me più fruibile per noi occidentali, per la nostra struttura e modo di muoverci-pensare.
Riguardo ai costi dei seminari, certamente gli eventi con Vladimir o Ryabko sono costosi, ma Luca ha tenuto molti seminari in tutto il nord Italia nell'ultimo anno a prezzi molto contenuti, intorno ai 35 euro.
Ps: Yann il diavolo greco non ha smesso di insegnare Aikido, solo che col Systema l'ha iniziato ad interpretare meglio, e adesso da 8 anni affianca le due cose.
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Eccomi qua, rispondo con un po di ritardo perchè gli impegni di lavoro mi stanno uccidendo....
Mai mi era capitato di stare con così tanta gente , bella, solare , una grande famiglia che in pochi attimi coinvolgeva ed abbracciava tutti quanti... Vladimir e famiglia sono persone eccezzionali, senonchè Vladimir è spaventoso, impressionante un mostro dotato di una tecnica sublime ed una velocità mostruosa...
Il mio pensiero va ad alcune persone , che a dir la verità mi sarebbe piaciuto avere 2 settimane al posto di due giorni per stare di più con loro...
Luca
E' stato emozionante vederlo riconosciuto da Vladimir come istruttore e sadicamente è stato divertente
vederlo prendere un sacco di legnate dal buon Vlad... :p
Antonio - Trepicchi
Un mito , onnipresente ed iperattivo è stato componente fondamentale per la ottimissima riuscita della manifestazione, degno di nota è stato il momento della lotta a terra coi coltelli.. mi ha riempito di pugni il maledetto.. . XD
Aivia
Mi son sentito subito in sintonia con lui , simpaticissimo e frizzante , allenandomi con lui mi son trovato come se ci allenassimo insieme da sempre davvero una persona speciale
Wolvie
Un altro essere mitologico e mitico , con il quale avrei parlato per ore peccato non si facciano stage di sei mesi !!!
Alfredo e il Casanova
Coi ragazzi è stato come se ci conoscessimo da anni , e davvero mi sono affezzionato subito
Carlo
il collega dei CC di Genova.. un amico , veramente una persona stupenda
A dire il vero potrei parlare di quasi tutti i partecipanti raccontandone un aneddoto, ma non posso davvero dimenticare i momenti unici vissuti in questo weekend.. sicuramente non ho citato qualcuno degli amici , ma giuro sono stanco oltre l'immaginabile.. chiedo perdono...
Grazie di cuore!!!
PS - SULPM ANVU IPA - Ghost international - Working Pitbull italia si sono espressi in modo unanime provando grande soddisfazione sia per i risultati ottenuti sia per la amicizia che è andata creandosi grazie al valore della gente che si è impegnata in questa avventura... Per concludere , avere avuto la visita di un Senatore della Repubblica la dice tutta... AVANTI COSI'!!!
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E poi volevo ricordare anche il momento emozionante con la sfilata dei pitt bull sottratti ai circuiti di cani da combattimento e rieducati che ora lavorano con le persone sfortunate facendo loro da amici per la pet therapy...
:'(
Erano tutti pitt bull tranne un lupo cecoslovacco... e intorno a me hanno chiesto: ma che fai, piangi?
No, è l'allergia. >:(
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E poi volevo ricordare anche il momento emozionante con la sfilata dei pitt bull sottratti ai circuiti di cani da combattimento e rieducati che ora lavorano con le persone sfortunate facendo loro da amici per la pet therapy...
:'(
Erano tutti pitt bull tranne un lupo cecoslovacco... e intorno a me hanno chiesto: ma che fai, piangi?
No, è l'allergia. >:(
Il lavoro che fanno e' fantastico....non ho esitato alla proposta di Alex di coinvolgerli nell'evento...persone che amano i cani in
maniera meravigliosa....e che cercano sempre di vedere e capire che tipo sono le persone che acquistano questa tipologia di razza al di la di un semplice fatto economico.. :)
(http://lnx.workingpitbull.org/wp-content/uploads/2009/07/intro_home.jpg)
https://www.youtube.com/watch?v=qc4zpe8kPYc&feature=channel_video_title (ftp://www.youtube.com/watch?v=qc4zpe8kPYc&feature=channel_video_title)
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E poi volevo ricordare anche il momento emozionante con la sfilata dei pitt bull sottratti ai circuiti di cani da combattimento e rieducati che ora lavorano con le persone sfortunate facendo loro da amici per la pet therapy...
:'(
Erano tutti pitt bull tranne un lupo cecoslovacco... e intorno a me hanno chiesto: ma che fai, piangi?
No, è l'allergia. >:(
Vero...
Bellissimi cucciolotti sfuggiti alla cazzimma umana.... i loro occhi erano davvero commoventi :'(
Ovviamente anche io ho l'allergia.. :(
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Foto di gruppo, courtesy of Casanova ;)
(http://imageplay.net/img/m7Gbd185419/The_Italian_Job.jpeg)
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il tipo sulla destra, in terza fila, con la barba, con una maglietta nera, accanto ad uno con una maglietta celeste.. sei tu?
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Deve essere stata una bella esperienza:trasudate entusiasmo e soddisfazione.....bene così!
Una curiosità di ordine "tecnico":il programma stage era enorme,e toccava un bel po di argomenti:siete riusciti a trattarli tutti?
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Ooops...dimenticavo la domanda di rito che faccio ogni volta che un maestro straniero viene in Italia(cinesi,giapponesi o di dove siano siano):Vladimir e signora hanno gradito il cibo italiano(sembra banale e scontato,ma ho notato che anche se noi andiamo fieri della nostra cucina,non tutte le etnie apprezzano certi nostri sapori forti,ed allora,essendo io un discreto cuoco ed estimatore di gastronomia....beh,investigo!)?
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L'unico argomento non riuscito a trattare sono state le pratiche sanitarie russe....tuttavia ha dedicato maggior tempo ad altri temi ...
La cucina Italiana e il vino rosso sono stati abbondantenemente apprezzati ;)
(https://www.facebook.com/photo.php?op=1&view=global&subj=100002056396713&pid=9506129&id=647357655)
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il tipo sulla destra, in terza fila, con la barba, con una maglietta nera, accanto ad uno con una maglietta celeste.. sei tu?
Si.
E alla mia destra, AiViA.
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:o :o
caspita, non vedo l'ora di conoscervi! vedere foto di forumisti insieme mi fa diventare ancora più impaziente!!
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Ooops...dimenticavo la domanda di rito che faccio ogni volta che un maestro straniero viene in Italia(cinesi,giapponesi o di dove siano siano):Vladimir e signora hanno gradito il cibo italiano(sembra banale e scontato,ma ho notato che anche se noi andiamo fieri della nostra cucina,non tutte le etnie apprezzano certi nostri sapori forti,ed allora,essendo io un discreto cuoco ed estimatore di gastronomia....beh,investigo!)?
Vladimir ha detto che quando era più giovane, in Unione Sovietica, tutto quello che proveniva dall'Italia era ritenuto il top del buon gusto.... cibo, vino, arte, moda. Ovviamente, stiamo parlando degli anni '80 e la "fine" della guerra fredda. ;)
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Sotto a Chiarato, no?
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Sotto a Chiarato, no?
Io e AiViA?
Si. :P
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Orgoglio russo.... XD
(http://www.doubleviking.com/dv/main.php?g2_view=core.DownloadItem&g2_itemId=1589&g2_serialNumber=2)
-
XD
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Orgoglio russo.... XD
(http://www.doubleviking.com/dv/main.php?g2_view=core.DownloadItem&g2_itemId=1589&g2_serialNumber=2)
tremendus :o
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I miei personali complimenti per avere portato in Italia un
personaggio di grande rilievo mondiale come il M° Vasiliev,
un avvenimento come questo arricchisce l' ambiente del
Systema in Italia.
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I miei personali complimenti per avere portato in Italia un
personaggio di grande rilievo mondiale come il M° Vasiliev,
un avvenimento come questo arricchisce l' ambiente del
Systema in Italia.
Thanks... :)
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Slide Foto seminario with Master Vladimir Vasiliev.
http://rmasystemaitaly.wordpress.com/foto/ (http://rmasystemaitaly.wordpress.com/foto/)
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Prossimo appuntamento estivo
(http://rmasystemaitaly.files.wordpress.com/2011/05/img_2369.jpg?w=564)
(http://rmasystemaitaly.files.wordpress.com/2011/05/img_2411.jpg?w=564)
(http://rmasystemaitaly.files.wordpress.com/2011/05/river-2.png?w=564)
(http://rmasystemaitaly.files.wordpress.com/2011/05/fiume-4.jpg?w=564)
The Systema River Camp Experience
25-26 Giugno campo allocco sasso marconi Bo
Rma Systema Italy al Fiume- Squat on the river (https://www.youtube.com/watch?v=HCPu7NfCqd4#)
Chek-in ore 12:00 presso Centro Congressi Ca’ Vecchia -Via Maranina 9
Inizio SABATO 14:00 – 17:00 - Domenica 9:00 -12.00
Istruttore Luca Chiarato
autorizzato da Master Vladimir Vasiliev
INFO contatti (obbligatoria la prenotazione – 30 posti liberi ) :
Antonio 3480140427 – antonio.cancian@gmail.com
Costo 1 giorno 50 euro – 2 giorni 80 euro
http://rmasystemaitaly.wordpress.com/eventi/ (http://rmasystemaitaly.wordpress.com/eventi/)
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Riguardo al gruppetto, erano semplicemente degli entusiasti di sistemi militari di rapido apprendimento molto fissati con i muscoli che tra di loro confabulavano sugli esercizi perché a mio avviso non avevano capito che erano esercizi per sviluppare abilità e rilassamento e non tecniche "fine di mondo".
Infatti Vladimir ha detto più di una volta che non stavamo finalizzando ma sviluppando abilità utili per poi finalizzare ognuno come vuole.
Ora che mi ci fai pensare, dopo che uno di questi qui ha espresso i loro dubbi tecnici, facendosi tradurre per due o tre volte poichè una non bastava, ho sentito una voce dietro di me che ha detto:
"See, see... intanto col caxxo che ti alzi da lì e vai a provare di persona". :D
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ho visto alcuni video di luca chiarato, anche se dai video si può giudicare relativamente, devo dire che a me sembra davvero bravo, inoltre è un bestione :) avrei paura d'incontrarlo al buio anche se faceva lo scaricatore di porto ;)
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ho visto alcuni video di luca chiarato, anche se dai video si può giudicare relativamente, devo dire che a me sembra davvero bravo, inoltre è un bestione :) avrei paura d'incontrarlo al buio anche se faceva lo scaricatore di porto ;)
Vero :=)
Figurati che io una volta l'ho fatto "arrabbiare" :o , per via di un mio atteggiamento un pò troppo esuberante dopo la mangiata (e bevuta) afterstage.. :spruzz:
Me l'ha fatta "pagare" a un altro stage, dopo due settimane. :-X
Maggiori info SE CI INCONTRIAMO DI PERSONA! ;)
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ho visto alcuni video di luca chiarato, anche se dai video si può giudicare relativamente, devo dire che a me sembra davvero bravo, inoltre è un bestione :) avrei paura d'incontrarlo al buio anche se faceva lo scaricatore di porto ;)
Vero :=)
Figurati che io una volta l'ho fatto "arrabbiare" :o , per via di un mio atteggiamento un pò troppo esuberante dopo la mangiata (e bevuta) afterstage.. :spruzz:
Me l'ha fatta "pagare" a un altro stage, dopo due settimane. :-X
Maggiori info SE CI INCONTRIAMO DI PERSONA! ;)
Però avevi ragione, in quello che hai detto.
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ho visto alcuni video di luca chiarato, anche se dai video si può giudicare relativamente, devo dire che a me sembra davvero bravo, inoltre è un bestione :) avrei paura d'incontrarlo al buio anche se faceva lo scaricatore di porto ;)
Vero :=)
Figurati che io una volta l'ho fatto "arrabbiare" :o , per via di un mio atteggiamento un pò troppo esuberante dopo la mangiata (e bevuta) afterstage.. :spruzz:
Me l'ha fatta "pagare" a un altro stage, dopo due settimane. :-X
Maggiori info SE CI INCONTRIAMO DI PERSONA! ;)
Però avevi ragione, in quello che hai detto.
:D
Luca però la pensa diversamente XD .... e dopo Senigallia io gli do ragione, sai com'è :whistle: ...
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we we voglio sapere pure io!!!! >:( anche in pvt5 grazie :D
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we we voglio sapere pure io!!!! >:( anche in pvt5 grazie :D
Allora versa un bonifico di 550 euri alla Cassa Rurale e dell'Artigianato di Battipaglia, causale
"Rivelazione del 3° segreto di Wolvie". :D
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we we voglio sapere pure io!!!! >:( anche in pvt5 grazie :D
Allora versa un bonifico di 550 euri alla Cassa Rurale e dell'Artigianato di Battipaglia, causale
"Rivelazione del 3° segreto di Wolvie". :D
:ricktaylor:
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ecco, dopo aver fatto il versamento fai anche un atto caritatevole e rivela anche a tutti noi 8)
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Ricordo a tutti gli appassionati di allenamenti all'aria aperta che il 25 giugno c'è il Camp di Systema in località Campo Allocco, Sasso Marconi (Bo). :)
(http://imageplay.net/img/m7Gbd191555/JPG_Volantino.jpg) (http://imageplay.net/)
A breve il video promozionale. ;)
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Ed ecco il video promozionale... 8)
Promo "Systema River Camp Experience" (https://www.youtube.com/watch?v=_PSnr0kjIns#)
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tu ci vai wolvie
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Ricordo a tutti gli appassionati di allenamenti all'aria aperta che il 25 giugno c'è il Camp di Systema in località Campo Allocco, Sasso Marconi (Bo). :)
(http://imageplay.net/img/m7Gbd191555/JPG_Volantino.jpg) (http://imageplay.net/)
A breve il video promozionale. ;)
Sto aspettando la risposta della concessione delle ferie.. ma dovrei esserci.. e picchierò 3 volte trepicchi... 8)
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tu ci vai wolvie
No, il 25 c'è il matrimonio di un mio amico (e se avete presente la cinematografia di Checco Zalone, avete un'idea di come sono i matrimoni dalle mie parti :spruzz: ). E se poi viaggio di notte per andarci almeno il giorno dopo, poi rischio di mettermi a dormire sotto un albero mentre gli altri si divertono. :D
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Per Alex ti aspettiamo in amicizia e serenita' :pol:
Per Wolvie ci organizziamo per la prossima volta per darti un enorme ringraziamento :whip:
Buona serata
Trepicchi
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Eccolo finalmente il promo del Dvd che a breve uscira' relativo al seminario 14-15 Maggio 2011 con Master Vladimir Vasiliev svoltosdi a Padova.
Un grazie a Davide e al regista Alfredo per un infinito lavoro di montaggio e riprese !!!
Promo dvd " The First Time in Italy Vladimir Vasiliev " (https://www.youtube.com/watch?v=hGkkBplXMMQ#ws)
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Per Alex ti aspettiamo in amicizia e serenita' :pol:
Per Wolvie ci organizziamo per la prossima volta per darti un enorme ringraziamento :whip:
Buona serata
Trepicchi
Sono daccordo , pace e serenità , infatti sto preparando un po di giocattoli tutti per te..
(http://img863.imageshack.us/img863/4332/arsenale.jpg)
Contento?!? ;D
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Per Alex ti aspettiamo in amicizia e serenita' :pol:
Per Wolvie ci organizziamo per la prossima volta per darti un enorme ringraziamento :whip:
Buona serata
Trepicchi
Sono daccordo , pace e serenità , infatti sto preparando un po di giocattoli tutti per te..
(http://img863.imageshack.us/img863/4332/arsenale.jpg)
Contento?!? ;D
E chi sei, Babbo Natale? :sur:
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(http://thumbnails.truveo.com/0022/7A/6D/7A6D09E754B9517BE17574_Large.jpg)
“Beat The Odds” (Sconfiggi le avversità)
Articolo di Scott Meredith pubblicato il 21 luglio 2009
Traduzione: Paolo Verrone
Il DVD intitolato “Beat The Odds” contiene alcune cose davvero uniche, che lo rendono una vera chiave di volta rispetto a tutti gli altri materiali didattici precedentemente prodotti. C’è tutta una serie di argomenti che sono presenti negli altri DVD ma che non sono ancora stati trattati adeguatamente per motivi di spazio e tempo, sono per la prima volta spiegati e chiariti per filo e per segno.
Ad esempio, se avete un passato pugilistico, potreste aver sentito che nel Systema le braccia si tengono più o meno giù, rilassate, il che è un pò l’opposto di quanto si fa nella boxe. PERCHE’ si fa questo? Nel DVD, Vladimir ne spiega il motivo, che non è né arbitrario né “estetico”, ma semplicemente funzionale. Credo che per molte persone guardare questo video possa essere l’occasione di capire per la prima volta questo tipo di ragionamento. O ancora, sempre in riferimento al pugilato, potreste (dico potreste, dipende anche dal vostro addestramento) tendere a ritirare il pugno dopo aver colpito, per prepararvi a colpire di nuovo. E forse potreste aver sentito che nel Systema non è considerato ottimale. Ma perché? Di sicuro sembra molto utile nella boxe. Ma Vladimir ancora una volta affronta la questione, e mostra come si può lavorare molto più efficacemente cambiando completamente il proprio modo di pensare a riguardo. Ho fatto solo due esempi, ma spero che iniziate a capire di cosa si tratta; non solo vengono presentati i movimenti di combattimento del Systema, ma li si decostruisce in una maniera molto dettagliata.
Se avete visto il lavoro fatto in “Confined Spaces”, potreste essere rimasti sbigottiti dall’incredibilmente “ristretto” e deciso, assolutamente devastante e praticamente “invisibile” lavoro a corto raggio che vi viene mostrato. Forse perché quel DVD (che io considero tra i miei preferiti, fosse solo per la sua “guardabilità”) tratta però degli altri tipi di argomenti, potreste esservi ritrovati a chiedervi forse inutilmente come fare altrettanto. In “Beat The Odds” c’è un intero capitolo dedicato alla pratica e alla “chirurgica” decostruzione di quel preciso tipo di lavoro “a corto raggio”, che ne fornisce gli strumenti per la sua comprensione.
O ancora, avrete forse visto il trademark del Systema, ovvero il “ridirezionamento”, in molti altri video, quando cioè il colpo di un attaccante è deviato verso la faccia di un altro aggressore ancora. Ma dato che di solito questo non era l’argomento principale, il lavoro fisico, tattico e psicologico sottostante rimaneva un pò in secondo piano. Ma adesso tutto ciò viene analizzato nella maniera più chiara e dettagliata possibile. Potrei continuare ad enumerare uno dopo l’altro gli argomenti di questo lavoro più avanzato e “implicito” del Systema, preso dalla sua parte più esterna verso quella più centrale, cioè l’abilità di base veramente necessaria.
Qual’è il più esatto parallelismo fra il lavoro a corto raggio e il liberarsi da più prese e acciuffamenti? Come si fa a dare uno di quelli che io personalmente definisco una specie di “pugno-capro espiatorio” che usa il proprio colpo (e quindi non riguarda la ridirezione, trattata altrove) in modo che chi lo riceve crede che gli arrivi da un'altra persona? Perché la torsione del corpo non è una cosa ottimale se si deve colpire a un certa distanza? Come fa un colpo ad essere sia “preciso” che “libero”? In che modo la tensione (sia la propria che quella degli altri) interagisce con il raggio e le distanza del combattimento? Per qualsiasi domanda vi facciate, le risposte stanno in questo DVD, insieme ad altre domande alle quali magari non avreste mai pensato.
Di volta in volta, argomento dopo argomento, questo DVD estrae concetti di base del movimento e della funzionalità del Systema che sono già esposti e spiegati in altro materiale, ma che non sono stati ancora trattati così esplicitamente. Questo video è la chiave per comprendere finalmente meglio questo tipo lavoro più avanzato, fluido e a volte quasi “invisibile”, già mostrato negli altri video.
Link all’articolo originale:
http://www.russianmartialart.com/main.php?page=article_info&articles_id=33&osCsid=4ecbe5bb3e65dd1cbb683f73470cdf2f (http://www.russianmartialart.com/main.php?page=article_info&articles_id=33&osCsid=4ecbe5bb3e65dd1cbb683f73470cdf2f)
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Comprendere il Systema
Articolo di Frank Arias e Juan Pedro Serna pubblicato il 12 maggio 2011
Frank Arias, uno degli istruttori avanzati del Systema Headquarters di Toronto, è stato intervistato dal capo istruttore di Systema in Spagna Juan Pedro Serna riguardo la sua comprensione, il suo addestramento e il suo modo di insegnare l’arte.
Juan Pedro e Frank hanno gentilmente tradotto quest’intervista dallo spagnolo per farla leggere e apprezzare anche a noi.
Juan Pedro Serna: Come hai incontrato la prima volta il Systema?
Frank Arias: Nel 1996, la vigilia di Capodanno, mi sono ritrovato in una situazione in cui mi sono dovuto difendere da più aggressori. Me la sono cavata in quella pericolosa circostanza grazie alla mia precedente pratica di arti marziali (orientali). Dopo quella volta il mio interesse per le arti marziali rinacque, e mi misi a cercare qualcosa che potesse aiutarmi ad essere preparato per quel tipo di situazione imprevista.
Juan Pedro: In che modo il Systema ha influito su di te come persona e artista marziale? Oppure forse è meglio chiederti come lo ha fatto Vasiliev…
Frank: E’ difficile comprimere tredici anni di Systema in poche righe, ma ci provo…
L’addestramento in sé per sé mi ha sempre tenuto a migliorarmi e progredire continuamente. Il tempo in classe è stato il combustibile che mi ha fatto appassionare e scoprire così molto di me stesso. E’come un processo infinito, e personalmente lo sento come una cosa buona.
Il cambiamento maggiore avvenne quando Vladimir mi chiese di concentrarmi, addestrarmi e aumentare le mie abilità per diventare un istruttore. Mi spiegò che quando diventi un istruttore, lo sviluppo del Systema continua e si può migliorare molto in quello che si fa. Aveva ragione.
Insegnando, mi rendo conto ancora meglio delle mie responsabilità verso gli altri, e quindi ho bisogno di essere il più possibile sincero e “pulito” in ogni aspetto della mia vita. E capisco sempre di più gli insegnamenti di Vladimir. Devi essere coscienzioso presente per aiutare gli altri nel loro percorso. Ho ricevuto molto, e pertanto sono molto riconoscente sia verso Vladimir che verso il Systema.
Juan Pedro: Quali sono gli aspetti principali del Systema? Come ne definiresti i principi più importanti?
Frank: I quattro principi cardine del Systema sono respirazione, rilassamento, postura e movimento. Da questi, si impara a fidarsi del proprio intuito, affinare i sensi, liberarsi dalla tensione e acquisire un alto livello di fluidità.
A un principiante queste cose possono sembrare semplici e dirette, ma procedendo nell’addestramento, ci si accorge che in realtà sono concetti molto complessi e profondi. Ad esempio, il movimento non è definito solo dal corpo fisico, ma anche dal proprio pensiero, intenzione ed emozione. Se usato correttamente, ogni principio produce effetti positivi. Conoscere sé stessi è l’obbiettivo principale del Systema.
Juan Pedro: Che tipo di persone pratica il Systema?
Frank: Che tu sia un soldato o un civile, questo tipo di lavoro ha un sacco di cose da offrirti. Da agenti di polizia fino a impiegati e casalinghe, gente di ogni età, cultura, forma fisica e abilità si addestrano insieme nello stesso spazio. Fondamentalmente, il Systema è per tutti.
Juan Pedro: Di recente hai tenuto un pò di seminari in America latina destinati a unità di polizia. Quali sono stati i risultati? Come è stato ricevuto il Systema da quelle parti?
Frank: In sud America c’è un sacco di crimine, da quello da strada fino alla corruzione governativa. Rapimenti, accoltellamenti e rapine a mano armata accadono troppo spesso. Mi sono sorpreso nel sapere che fra le persone che ho incontrato lì, molte erano già state rapinate due o tre volte. Ci sono molte agenzie di sicurezza che forniscono guardie del corpo. Ho scoperto che la polizia cerca di imparare a controllare e sottomettere il reo, senza violare i suoi diritti umani.
La mia esperienza con i Marine fu differente. Loro volevano imparare delle cose pratiche da usare nella vita reale. Non erano interessati al lato agonistico delle arti marziali. Tuttavia, una volta visto l’addestramento, si sono resi conto di ciò che il Systema aveva da offrirgli. Ma, testato nel tempo, il Systema è vivo e forte ancora oggi.
Juan Pedro: Il carattere latino è molto diverso da quello russo. Come si adatta al Systema?
Frank: Senza ricorrere a stereotipi, dirò che i latini sono conosciuti per la loro passionalità e il loro sangue caldo. Infatti, questo poetico romanticismo è celebrato dalla loro cultura. Questo laddove i russi sembrano mostrare meno emotività e apprezzare di più l’autocontrollo. Come si fa, con il Systema? Potrebbe essere una sfida, per i latini, poiché essi tendono ad essere molto emotivi, e quindi è più difficile per loro essere distaccati in quello che si trovano a fare. Ma il Systema può dare l’opportunità di accedere a un alto livello di abilità e spiritualità.
Juan Pedro: Il Systema non allena specifiche tecniche. Una domanda ricorrente è “Come si fa a imparare un arte marziale senza praticare tecniche?”.
Frank: Uno dei fondamenti principali è il movimento. Attraverso di esso, la tecnica è conseguenza. Il Systema non insegna tecniche specifiche perché in questo caso queste sarebbero risposte preformulate, meccaniche.
Juan Pedro: Quale consiglio vuoi dare a chi si è avvicinato da poco alla pratica del Systema?
Frank: Praticate con la mente aperta. Non lasciate che vecchie abitudini o pregresse conoscenze ostruiscano lo sviluppo di questa arte marziale. Il Systema non segue dei passi specifici o già formulati. All’inizio può essere frustrante per i nuovi studenti, ma se ne afferrano il senso, ne trarranno subito dei benefici. Non ci rendiamo nemmeno conto di quanta tensione accumuliamo e conserviamo nel nostro corpo. Se ce ne accorgiamo, possiamo liberarcene ed essere pronti ad usare la fluidità e l’efficacia del Systema.
“Un fuerte abrazo.”
Link all’articolo originale:
http://www.russianmartialart.com/main.php?page=article_info&articles_id=54&osCsid=4aa1fb59b905bf40174f51f2729eabb2 (http://www.russianmartialart.com/main.php?page=article_info&articles_id=54&osCsid=4aa1fb59b905bf40174f51f2729eabb2)
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Due clip dell'allenamento al fiume di sabato e domenica scorsi :) :
RIVERCAMP2011DAY1.mpg (https://www.youtube.com/watch?v=TCxHo57yITg#ws)
RIVERCAMP2011DAY2 (https://www.youtube.com/watch?v=HMh06EYxrJs#ws)
Imperdibili, soprattutto per ^'V'^ versione talebano ninja neonazi!! :D
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tanti spunti interessanti!
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tanti spunti interessanti!
giuro stavo per scrivere la stessa cosa
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Quello con la maglietta verde in testa :nin: sembra proprio simpatico...
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;)
Ah, spero che abbiate innanzitutto giurato reciprocamente di farla fuori dall'acqua, magari dietro un cespuglio, se vi scappava... sai com'è.. XD
Ma c'era anche Alex? Non riesco a vederlo...
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;)
Ah, spero che abbiate innanzitutto giurato reciprocamente di farla fuori dall'acqua, magari dietro un cespuglio, se vi scappava... sai com'è.. XD
Ma c'era anche Alex? Non riesco a vederlo...
Certo che c'ero Fratello!!
Rapato a zero maglietta verde che mi alleno con quello con la maglietta arancione col coltello :pun:
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Ok, ora ti ho visto!! :sur:
Ma senza pizzetto non ti avevo riconosciuto mica, eh... ;)
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Ok, ora ti ho visto!! :sur:
Ma senza pizzetto non ti avevo riconosciuto mica, eh... ;)
:o ;)
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Due clip dell'allenamento al fiume di sabato e domenica scorsi :) :
RIVERCAMP2011DAY1.mpg (https://www.youtube.com/watch?v=TCxHo57yITg#ws)
RIVERCAMP2011DAY2 (https://www.youtube.com/watch?v=HMh06EYxrJs#ws)
Imperdibili, soprattutto per ^'V'^ versione talebano ninja neonazi!! :D
Molto interessanti i video. Si vede proprio che vi siete divertiti parecchio!!! Anche in acqua, lo spirito di gruppo e l'affiatamento col compagno/compagni mi sembra sia una componente caratteristica del Systema. :)
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Per il momento la versione inglese (piu' avanti arrivera quella italiana ;) )
(http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/9/99/Muromets2.jpg)
THE LEGENDARY RUSSIAN WARRIORS -
The Story of Iliya Moorometz
Iliya Moorometz - or Iliya of the city of Moorom. He is the most well-known and loved warrior of
ancient Russia, famous for his incredible strength, fighting skill, unique life story, kindness and
righteousness, the qualities that brought him many victories over the attackers of Russia and over
the forces of evil.
The big painting you may have seen at our school is called "The Three Warriors".
He is the one in the middle of the picture.
Iliya's assistants in many battles:
Dobrinya Nikitich - on his right hand,
Alesha Popovich - on his left side
The history of the righteous Russian warriors begins in the year 998. Until that time paganism was
the religion of the people. Prince Vladimir, initially a cruel and aggressive pagan follower, became
the first Russian ruler who accepted Christianity. He married the Christian orthodox princess Anna
of Greece, got christened himself with his 12 sons, then his boyars (the rich people around him) got
christened as well. Prince Vladimir then invited 6 Greek bishops, Metropolitan, and numerous
priests to come to his capital city - Kiev at that time - to get all the Russian people christened too.
On a set day in 998 Prince Vladimir ordered for all the residents of Kiev, many thousands of people,
to come to the river Dnepr, and the Greek clergy performed the sacrament of christening, forever
blessing the people of Russia to carry God in their hearts.
Prince Vladimir changed himself greatly, he became kind and generous. Poor people of the country
could come to his palace any time and receive food, clothing and money. Big carts were filled with
bread, meat, fish, vegetables, honey and kvas (the Russian beverage) and sent to towns and villages
for the poor and sick that could not walk themselves. People loved their Prince and called him "The
Red Sun". (The word 'red' in Russian also means beautiful).
Christian faith then quickly spread throughout Russia. Thousands of churches and monasteries were
build, and along with them, schools and hospitals. Literacy, Art and the Russian culture began to
develop as well.
To confirm his faith and policies, Prince Vladimir had each of his 12 sons become the ruler of each
of the 12 great cities of the Russian land. The youngest son, count Gleb was given the city
of Moorom.
In 1015 Prince Vladimir died. His stepson Sviatopolk conquered his capital city Kiev. Sviatopolk
decided to kill all his 12 stepbrothers, including the very young count Gleb. Gleb begged the killers
to spare him, but when he saw that they would not listen, he kneeled and humbly accepted his
death. Gleb was one of the first Russian martyrs.
About 100 years later, in a village by the same city of Moorom, a miracle-boy, and the future
mighty warrior was born to his peasant parents. One day while he was still a baby in the crib, his
father was working in the field and his mother washing clothing in the river, a terrible storm
happened in the area. The door of Iliya's house was open and the black storm cloud got inside. As
his mother ran into the house, the black cloud rushed out and she found the baby was lying on the
floor near his crib alive but all white and motionless. According to the legend, this was the spirit of
evil trying to kill his future opponent.
From that day Iliya became unable to use his legs, and had only very light use of his arms. He grew
up and only sat on the bench inside the house by the door, staring wistfully into the floor. His
parents tried all the possible treatments, but nothing helped. They were very religious people, and
always prayed for their son at home and in church, but a lot of time had to pass before their prayers
were answered.
Iliya turned 20, he was very handsome, with huge shoulders, but his legs continued to be extremely
weak. He was angry at the whole world, hardly spoke a word with anyone, and just sat on his bench
with a gloomy stare at the floor. The worst torture for him was to watch the Maslenitza games (fist
fight games held every winter on the week before Lent). From his window, Iliya saw the young men
of his hometown beaten up by the neighbors every time. His father was the best fighter in town
when he was young, and really counted on his son to replace him in fistfights and in his heavy
peasant labor one day.
The only person that warmed up Iliya's heart and brought a smile to his face was the quiet and
tender local girl. She would come for a visit every now and then, would bring him a treat, would say
some kind words, or would just sit in the house feeling compassion for Iliya. One day his parents
brought home terrible news for their son - this girl was getting married to one of the fighters from
the neighboring town.
Iliya could not take it any more, blinded by anger; he was yelling that no one would now love him.
"We love you" - gasped his mother - "and God, he loves everyone" Iliya yelled so loudly that his
parents dropped to the floor as if shocked by thunder. "Where? If He loves me, why does He
punish me so for 20 years? For what sins? " Iliya ripped the cross off his neck and threw it across
the room to the door. And then a miracle happened. The cross with the ripped piece of string froze
in the air. Iliya could no longer say a word, and he heard a quiet voice "Oh Iliya, look how far you
have gone in your sorrow. " A white cloud appeared and a very young man, with light and humble
face, dressed as a count.
"Who is this? "- kept thinking amazed Iliya. "I am count Gleb, son of the great Prince Vladimir" -
said the visitor. Iliya said that it could not be, as 100 years has passed since Gleb had been
slaughtered. Gleb put down his left hand that he was holding at his chest, and Iliya saw the big and
horrible knife wound under the young man's heart.
The Saint explained that God sent him to help Iliya, to strengthen his spirit and faith, that this
illness was likely given to prevent Iliya from the big sins he would have committed if his body was
strong. He reminded how Iliya was ready to kill the fist fighters so many times, and how just now
he was willing to destroy the fiance of the girl he liked. He told Iliya that God would give
everything to the one who has love, hope and faith.
Ilya's face was all wet from tears -"How can I be forgiven now that I betrayed God, and ripped the
cross off my chest" "God's mercy has no limits" - was the Saint's reply - "Disciple Peter renounced
Christ three times, and was forgiven. God can see your sincere tears of remorse, and here is the sign
that you are forgiven. " Gleb opened his hand and the cross floated across the room back under
Iliya's shirt, and the ripped string tied itself into a knot. "Remember, " - said the count - "that 'Iliya'
means God's strength" - and he disappeared.
Only then Iliya's parents came back to their senses. He realized that they had not seen anything, but
the new knot was definitely there on the string around his neck.
From that day he became a different person, never a word of resentment, never any anger in his
eyes or sadness in his heart. He began to admire the world, to pray, to be kind to everyone and to
accept his illness in a calm and humble way.
Many years passed, and Iliya turned 33. On the Easter night he had another great vision - Saint
Paul and Saint Peter came to him and said that for his patience and faith he will now be healed.
They gave him a wooden dipper of holy water to drink and then told him to get up and walk. And
the miracle had happened; Iliya walked to the door, out of the house, and yelled his praise to God.
There was no end to visitors to Iliya's house. All people of his town knew about the illness, and now
came to see the miraculous recovery. Iliya had to tell his story hundreds of times. All summer and
fall Iliya worked in the fields with great enjoyment, he was easily handling all the heaviest jobs,
tearing oak trees right out of the ground to make room for new fields. His parents were well
rewarded for the years of their patience.
When the last day of harvest was over, Iliya went to get a drink of water from the spring. A huge
chestnut speckled horse with thick mane and tail came up behind him. The saddle was fully
equipped with all the weapons of the time: a wide sword, a tightly drawn bow with a case full of
arrows, a 36 pound spiked club, a sharp spear, and a red shield engraved with the gold sun and a
warrior's helmet. Iliya could not see the owner of the horse, he called out, but there was no reply,
just the echo. He admired the horse for a while and headed home. The horse walked after him, then
bit Iliya's shirt and would not let go until Iliya jokingly said that he would make him ride to the sky.
Iliya then jumped into the saddle and rode off. The wonder horse could jump higher that the forest,
over the rivers and hills, up to quarter mile at a time. Fresh water springs would come from the
ground where the horse would strike his hoof. (These springs are still there and are called 'horsewells').
The horse brought Iliya to a beautiful church on a hill amidst deep woods. In great
amazement, Iliya recognized the great monastery of Kiev that he heard about when he was ill and
had always dreamed of visiting.
An old man met him as Iliya walked into the monastery and asked why he was here. Iliya said that
he wishes to see the holy remains of Saint Feodociy berried here and to ask the elders for advice on
how to thank God for his miraculous healing. "God gave you power - said the old man - to
overcome all the attackers of Russia and all the forces of evil, so that nothing would harm you. I
bless you to join the king's army for the military service. When the time comes that you are no
longer able to hold the sword in your hands, then come back here and continue to defeat the evil
with the sword of your prayer.
Iliya realized that the wonder horse was sent for him and that his road in life is clear. He asked the
old man where he could see and bow to the holy remains of the Saint Feodociy. "You can say you
have done that already" - said the old man and disappeared.
The brave warrior Iliya has fought great many battles, defeated countless enemies. Many wonderful
stories, songs and tales were written about him. Alone, he was able to fight off up to 300 attackers
at a time. He could create an invisible space around his body that could not be penetrated by any
weapon. He was tireless on the battlefields, courageous, and never cruel.
When Iliya Moorometz became old and gray, he came to live to the Monastery of Kiev and became
a monk. His body is berried there in a cave, his remains still untouched by the decay up to
now. The icon-lamp is always lit over his icon, where we can see a calm and handsome face of a
Russian Warrior.
Legendary as these stories may seem to some of us, the fact remains that several years ago, Iliya's
holy remains were taken out and studied in a lab. It was confirmed that the incurable disease had
affected his spine for many years.
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(http://www.accademiadisicurezza.it/img/animazioni/home/3.jpg)
Segnalo un appuntamento dove partecipiamo aperto a tutti a sostegno della " Citta' della speranza "
Zona operativa : Agna (Pd) - Sabato 27 agosto
7° TROFEO CITTA' DELLA SPERANZA
Il Centro Sportivo Le Tre Piume organizza una gara di tiro dinamico che farà gestire in un ambito di collaborazione all'ASD VENETO SICUREZZA per informazioni www.venetosicurezza.org/ (http://www.venetosicurezza.org/) verrà effettuata una gara di tiro alla sagoma corrente gestita da Pellini Raffaello ed i suoi collaboratori.
nell'ambito delle due gare verranno estratte due pistole per il tiro dinamico ed una per la sagoma corrente gentilmente offerte dalla ditta TANFOGLIO di Brescia.
Ci saranno dimostrazioni di difesa personale con SYSTEMA applicazione di difesa Russa ( sabato dalle ore 14:00 )
Sarà inoltre presente la GHOST INTERNATIONAL
L'INTERO INCASSO COMPRESA LA MARCA PIATTELLO VERRA' DEVOLUTO ALLA FONDAZIONE "CITTA' DELLA SPERANZA"
La Città della Speranza è una Fondazione che finanzia il centro di oncoematologia perdiatrica di Padova e all’interno dello stesso contribuisce alla ricerca scientifica.
http://www.letrepiume.it/ (http://www.letrepiume.it/)
http://www.cittadellasperanza.org (http://www.cittadellasperanza.org)
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I leggendari guerrieri russi – La storia di Ilja Murometz
Articolo pubblicato il 28 settembre 2010
Il suo nome era Ilja Murometz, cioè Ilja della città di Murom. È il più conosciuto e amato guerriero dell’antica Russia, famoso per la sua incredibile forza, abilità nel combattimento, particolarità della propria storia, gentilezza e rettitudine, qualità che gli permisero di sconfiggere moltissime volte gli aggressori della Russia e le forze del male.
Il grande dipinto che è possibile vedere presso la nostra scuola a Toronto si intitola “I Tre Guerrieri”. Lui è quello al centro.
(http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/d/dd/Die_drei_Bogatyr.jpg/300px-Die_drei_Bogatyr.jpg)
Alla sua destra c’è Dobrinja Nikitic’, mentre alla sua sinistra c’è Alësha Popovic’, i suoi compagni di tante battaglie.
La storia di questo valoroso guerriero inizia nell’anno 988. Fino ad allora la religione del popolo era stata il Paganesimo. Il Principe Vladimir, dapprima un crudele e aggressivo pagano, divenne il primo sovrano russo ad accettare il Cristianesimo. Prese in moglie la principessa Anna di Grecia, di fede ortodossa, si convertì insieme ai suoi 12 figli, e poi anche i boiari ( la nobiltà che viveva attorno a lui ) seguirono il suo esempio. Allora Vladimir invitò 6 vescovi greci, i Metropoliti, e numerosi sacerdoti nella sua capitale, Kiev, per cristianizzare anche il popolo.
In un certo giorno dell’anno 988, Vladimir ordinò alle molte migliaia di abitanti di Kiev di recarsi sulle rive del Dniepr, dove poi il clero Greco officiò il sacramento della cristianizzazione, augurando al popolo di Russia di portare sempre Iddio nei loro cuori.
Il Principe cambiò molto il suo carattere, divenendo gentile e generoso. I poveri di quella terra potevano venire ogni volta che volevano e prendere del cibo, vestiti e denaro. Dei grandi carichi di pane, carne, pesce, ortaggi, miele e kvas (una bevanda russa) venivano mandati a casa di chi non fosse stato in grado di venire lì con le sue forze. Il suo popolo lo amava, e lo chiamò “Il Sole Rosso” (in russo la parola “kràssnyj”, rosso, è anche sinonimo di “krassìvyj”, bello).
La fede Cristiana si diffuse velocemente in tutta la nazione. Vennero erette migliaia di chiese e monasteri, come anche scuole e ospedali. Fù l’inizio dello sviluppo della letteratura, dell’arte e della stessa cultura della Russia.
Per confermare la sua fede e le sue intenzioni, Principe Vladimir assegnò ad ognuno dei suoi dodici figli uno dei 12 più grandi centri abitati della Russia. Al più giovane, il conte Gleb, venne assegnata la città di Murom.
Nel 1015 il Principe morì. Il suo figliastro Svjatopolk conquistò la capitale, Kiev. Egli decise poi di uccidere tutti i suoi 12 figliastri, compreso Gleb, allora molto giovane. Gleb pregò i suoi assassini di risparmiarlo, ma quando si rese conto che non aveva alcuna speranza di essere ascoltato, si inginocchiò e accettò umilmente il suo destino. Divenne uno dei primi martiri russi.
Circa 100 anni dopo, in un villaggio vicino alla città di Murom, un bambino miracolato, e futuro possente guerriero, nacque da una coppia di contadini. Un giorno, quando era ancora in fasce, mentre suo padre stava lavorando nei campi e sua madre stava lavando i panni al fiume, si scatenò una terribile tempesta. La porta di casa era aperta, e una nuvola nera entrò dentro. Quando sua madre si precipitò dentro, la nuvola scappò fuori e lei vide il bambino a terra, vivo, ma pallido e immobile. Secondo la leggenda, era stato proprio lo spirito del male a tentare di uccidere il suo futuro avversario.
Da quell giorno Ilja non fu in grado di usare le gambe, e le sue braccia erano molto deboli. Crebbe in casa, seduto su una panca vicino alla porta, fissando scorato il pavimento. I suoi genitori tentarono ogni rimedio, ma non c’era niente da fare. Erano persone religiose e devote, e pregavano sempre per il proprio figlio, sia a casa che in chiesa, ma molto tempo sarebbe dovuto passare prima di vedere esaudite quelle preghiere.
Ilja compì 20 anni, era molto bello, con delle spalle larghe, ma le sue gambe erano sempre molto deboli. Era in collera con tutto il mondo, sempre taciturno, e stava sulla sua panca a fissare cupamente il pavimento. La peggiore tortura era per lui il guardare i giochi di Maslenitza ( giochi di pugilato tenuti ogni inverno, una settimana prima della quaresima ). Dalla sua finestra, vedeva i giovani del suo paese battuti ogni volta dai vicini. Suo padre da giovane era stato il miglior combattente della cittadina, e nonostante tutto sperava davvero che un giorno suo figlio potesse prendere il suo posto nei combattimenti e nel suo duro lavoro nei campi.
L'unica persona che riscaldava il cuore d Ilja e portava un sorriso sul suo volto era una tenera e tranquilla ragazza del posto. Di solito veniva per fare una visita ogni tanto, portare un regalo, dire qualche buona parola, o semplicemente a sedersi compassionevole verso Iljaa. Un giorno i suoi genitori portarono a casa una notizia terribile per il loro figlio - questa ragazza era destinata a sposarsi con uno dei combattenti della città vicina.
Iliya non ce la fece più; accecato dalla rabbia, si mise a urlare che ora nessuno lo avrebbe più amato. "Noi ti amiamo" - balbettò la madre - "e anche Dio, che ama tutti". Ilja urlò così forte che i suoi genitori caddero a terra come colpiti da un tuono. "Cosa? Se Egli mi ama, perché Egli mi ha punito così per 20 anni? Per quale peccato?". Poi si strappò la croce dal collo e la gettò attraverso la stanza, verso la porta. E poi accadde il miracolo. La croce, con il pezzo strappato di cordicella, si congelò in aria. Ilja, che non riusciva più a dire una parola, udì ad un tratto una voce tranquilla: "Oh Ilja, guarda quanto ti sei immerso nel tuo dolore." Da una nuvola bianca apparve un uomo molto giovane, con un viso buono e umile, vestito come un conte.
"Chi è questo?" - Continuava a pensare stupito Ilja. "Sono il conte Gleb, figlio del grande principe Vladimir" - disse il visitatore. Ilja rispose che che non poteva essere vero, poiché 100 anni erano passati da quando Gleb era stato assassinato. Gleb posò la sua mano sinistra, che teneva al petto, si scoprì e Ilja vide la grande e orribile ferita di coltello sotto il cuore del giovane.
Il Santo gli spiegò che Dio lo aveva mandato in suo aiuto, per rafforzare il suo spirito e la sua fede, che questa malattia era probabilmente un modo per prevenire i peccati che Ilja avrebbe commesso se il suo corpo fosse stato forte. Gleb gli ricordò come si fosse sentito pronto ad uccidere i combattenti del vicino paese tante volte, e come in questo momento era disposto a distruggere il fidanzato della ragazza che gli piaceva. Disse ad Ilja che Dio avrebbe dato tutto solo a colui che ha amore, speranza e fede.
La faccia di Ilja era tutta bagnata dalle lacrime - "Come posso essere perdonato, ora che ho tradito Dio, e strappato la croce dal mio petto?", "La misericordia di Dio non ha limiti" - fu la risposta del Santo - "Il discepolo Pietro ha rinnegato Cristo tre volte, eppure è stato perdonato. Dio può vedere le tue lacrime sincere di pentimento, e questo è il segno che sei stato perdonato ". Gleb aprì la mano e la croce fluttuò attraverso la stanza fin sotto la camicia di Ilja, e la cordicella strappata era legata con un nodo. "Ricorda", - disse il conte - "che 'Ilja' significa ‘la forza di Dio’ " - e scomparve.
Solo allora i suoi genitori ripresero i sensi, e lui si rese conto che non avevano visto nulla. Ma il nuovo nodo era e lì, sulla cordicella intorno al suo collo.
Da quel giorno Ilja divenne una persona diversa; mai una parola di risentimento, mai alcuna rabbia nei suoi occhi o tristezza nel suo cuore. Iniziò ad apprezzare il mondo, a pregare, essere gentile con tutti e accettare la sua malattia in modo calmo e umile.
Passò molto tempo, e Ilja compì 33 anni. Nella notte di Pasqua ebbe un altra grande visione - San Paolo e San Pietro si avvicinarono e gli dissero che per la sua pazienza e la sua fede ora verrà guarito. Gli diedero da bere un mestolo di legno di acqua santa e poi gli dissero di alzarsi e camminare. E il miracolo accadde; Ilja si diresse verso la porta, fuori di casa, e gridò la sua lode a Dio.
Non c'era fine alla fila di visitatori a casa di Ilja. Tutte le persone della sua città sapevano della sua malattia, e ora venivano a vedere la miracolosa guarigione. Ilja dovette raccontare la sua storia centinaia di volte. Per tutta l'estate e l'autunno Ilja lavorò nei campi con grande piacere; era in grado di fare facilmente tutti i lavori più pesanti, strappando degli alberi di quercia direttamente dalla terra per far posto a nuovi campi. I suoi genitori vennero ben ricompensati per gli anni della loro pazienza.
Quando l'ultimo giorno di raccolto finì, Iljaa andò a prendere un bicchiere d'acqua della sorgente. Un enorme cavallo castano, dalla folta criniera e coda si avvicinò alle sue spalle. La sella era completamente attrezzata con tutte le armi del tempo: una spada larga, un arco ben disegnato con una faretra piena di frecce, una mazza ferrata da 13 chili, una lancia affilata e uno scudo rosso con inciso il sole d'oro e l’elmo di un guerriero. Ilja non riusciva a vedere il proprietario del cavallo; chiamò, ma non c'era risposta, solo l'eco. Ammirò il cavallo per un po’ e si diresse verso casa. Il cavallo lo seguì, morse la sua camicia e non lo lasciò andare fino a quando Ilja gli disse scherzosamente che l'avrebbe fatto correre verso il cielo.
A quel punto gli saltò in sella e si allontanò. Quel meraviglioso cavallo poteva saltare più in alto della foresta, sui fiumi e sulle colline, fino a un quarto di miglio alla volta. Dovunque il cavallo avesse colpito il suolo con lo zoccolo, sorgenti d'acqua dolce sarebbero sgorgate da terra (queste sorgenti sono ancora lì e sono chiamate 'pozzi del cavallo'). Il cavallo condusse Ilja ad una bella chiesa su una collina tra i boschi profondi. Con grande stupore, Ilja riconobbe il grande monastero di Kiev, del quale aveva sentito parlare quando era malato e che aveva sempre sognato di visitare.
Appena Ilja entrò nel monastero, un uomo anziano gli venne incontro e gli chiese perché fosse lì. Ilja gli disse che desiderava vedere i resti sacri di S. Teodosio, lì custodite, e chiedere agli anziani un consiglio su come ringraziare Dio per la sua guarigione miracolosa. "Dio ti ha dato il potere – gli disse il vecchio - di sconfiggere tutti i nemici della Russia e tutte le forze del male, quindi nulla ti può far male. Ti benedico, e ti esorto ad unirti all'esercito del re per il servizio militare. Quando arriverà il momento in cui non sarai più in grado di tenere la spada in mano, torna qui e continua a sconfiggere il male con la spada della tua preghiera".
Iliya si rese conto che il cavallo magico era stato inviato per lui e che la sua strada nella vita era chiara. Chiese al vecchio dove poteva vedere e inchinarsi alle sacre spoglie del Santo Teodosio. "Si può dire che l’hai già fatto" - disse il vecchio, e scomparve.
Il coraggioso guerriero Ilja ha combattuto molte grandi battaglie e sconfitto innumerevoli nemici. Molti meravigliosi racconti, storie e canzoni sono state scritte su di lui. Da solo, era in grado di combattere fino a 300 nemici alla volta. Riusciva a creare uno spazio invisibile attorno al suo corpo che non poteva essere penetrato da alcuna arma. Era instancabile sui campi di battaglia, coraggioso ma mai crudele.
Quando Iliya Moorometz divenne vecchio e incanutì, venne a vivere al monastero di Kiev e divenne un monaco. Il suo corpo è lì, custodito in una grotta, i suoi resti si sono mantenuti pressoché intatti fino ad ora. La lampada è sempre accesa sulla sua icona, dove possiamo vedere ritratto il viso calmo e bello di un Guerriero russo.
Anche se queste storie ad alcuni di noi possono sembrare leggendarie, resta il fatto che diversi anni fa, i resti sacri di Ilja sono stati portati via e studiati in un laboratorio. È stato confermato che una malattia incurabile lo aveva colpito alla spina dorsale per molti anni.
Link all’articolo originale:
http://www.russianmartialart.com/main.php?page=article_info&articles_id=43&osCsid=dd371fe0028471af3c72799cbae9f8b0 (http://www.russianmartialart.com/main.php?page=article_info&articles_id=43&osCsid=dd371fe0028471af3c72799cbae9f8b0)
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(http://rmasystemaitaly.files.wordpress.com/2011/08/komarovvaresefinalex3.jpg)
SEMINARIO DI KOSTANTIN IN ITALIA 22-23 OTTOBRE 2011.
Programma stage :
PRIMO GIORNO:
PRINCIPI PER IL CONDIZIONAMENTO DEL CORPO.
-BASI DEL SYSTEMA, DIFFICOLTA’ PRINCIPALI DEL CORPO E DELLA PSICHE;
- FASI E METODI PER LA PREPARAZIONE DEL CORPO;
- LA POSIZIONE NATURALE DEL CORPO;
- I MOVIMENTI NEL SYSTEMA;
- LE PRESE ED I COLPI COME METODO DI CONDIZIONAMENTO DEL CORPO;
- APPLICAZIONI IN SITUAZIONI REALI COME LA DIFESA PERSONALE.
SECONDO GIORNO:
PRINCIPI PER ILCONDIZIONAMENTO DELLA PSICHE.
- BASI DEL LAVORO PSICOLOGICO NEL SYSTEMA;
- FASI E METODI PER LA PREPARAZIONE DELLA MENTE, IL CONCETTO DI CONTINUITA’;
- LAVORARE CON LA PAURA;
-LAVORARE CON LE EMOZIONI;
- IL CONCETTO DI “CONDIZIONE DELLA PSICHE” NEL SYSTEMA E COME LAVORARCI;
-I COLPI COME MODO EFFICACE DI STRUTTURARE LA PSICHE;
- APPLICAZIONI A SITUAZIONI REALI COME LA DIFESA PERSONALE.
Costi : 1 giorno 60 euro
2 giorni 100 euro.
http://rmasystemaitaly.it/ (http://rmasystemaitaly.it/)
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Ecco il video promozionale dello stage con Konstantin Komarov. :)
Konstantin Komarov Systema Seminar Promo (https://www.youtube.com/watch?v=lrNowSKapno#)
Maggiori informazioni al nostro sito:
http://zds.altervista.org/systemaitalia/ (http://zds.altervista.org/systemaitalia/)
Accorrete numerosi!! :sur:
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Alcuni articoli di Vladimir usciti su varie riviste in America ... per chi riesce ad accedervi :)
How to Take a Punch
by Vladimir Vasiliev
Black Belt - April 2009
(http://www.russianmartialart.com/images/Page%201.jpg)
(http://www.russianmartialart.com/images/Page%202.jpg)
(http://www.russianmartialart.com/images/Page%203.jpg)
(http://www.russianmartialart.com/images/Page%204.jpg)
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Russian Combat Training
by Aran Dharmeratnam
Black Belt - February 2007
(http://www.russianmartialart.com/images/cbtraining%2094.jpg)
(http://www.russianmartialart.com/images/cbtraining%2095.jpg)
(http://www.russianmartialart.com/images/cbtraining%2096.jpg)
(http://www.russianmartialart.com/images/cbtraining%2098.jpg)
(http://www.russianmartialart.com/images/cbtraining%20100.jpg)
(http://www.russianmartialart.com/images/cbtraining%20101.jpg)
russianmartialart.com
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a voi systemaioli dice niente il nome Sonny Puzikas?
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non è che lo hai ad una risoluzione maggiore?
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in gamba ...della famiglia :)
Sonny Puzikas Seminar in Montreal, Quebec (https://www.youtube.com/watch?v=qh-EvD4T8cI#)
Sonny Puzikas
Mr. Puzikas is a highly skilled operator gaining his experience from the special purpose unit (Spetsnaz) in USSR MVD. He has received extensive specialized training in small unit special tactics, urban and mountainous terrain warfare, crowd/ riot control, small arms (domestic and foreign), demolitions, survival in hostile environment and CQB. Extensive training on subject of physical security of top level military nuclear installations and specialized instructor course on subject of terrorism and anti-terrorism. Participated in several special operations.
Sonny was born and raised in former Soviet Union. His Formal training started in 1977 with Sonny training in Judo. From 1980 through 1985 Sonny studied Kiokushinkai formally, Sambo, Muai Thai and boxing in informal “basement” settings. Notable in Soviet Union instructors were his guides, including 2 USSR champions in full contact Karate and assistant coach for Soviet Olympic Judo team.
Sonny entered military service in late 1980’s and after the basic training was chosen for service in special purpose unit of Soviet MVD (Ministry of Internal Affairs). The reality of violence was exposed from a very different perspective with many revelations and learning experiences coming not only from very intense and brutal training regiment, but also from operational deployments to central Asia and Caucasus regions with his Spetsnaz unit, as well as work in some correctional institutions in Siberia and Far East. Extensive interaction with personnel from special purpose units from KGB, GRU and other entities provided opportunities to learn and polish new skills in areas of armed and unarmed combat, tactics and field craft, fighting methods based on native Russian combat arts. After the military service Sonny traveled extensively throughout Russia and Middle East providing protective services.
Because of unique combination of skills and experience, Sonny became very highly sought after authority in the areas of rifle fighting skills, unarmed combat and field craft. He was featured in numerous publications, TV programs and a recent Discovery Channel special.
SPECIALIZED TRAINING
Combat/ Martial Arts and defensive tactics:
• Certified Russian System Instructor (V. Vasiliev).
• Certified Kun Tao Instructor (G.L. Savelli).
• Combat Sambo Instructor (USSR MVD).
• Extensive training in Penjak Silat Serak (V. deThouars), Kuntao-Silat (W. deThouars), Filipino and Mixed
Martial Arts.
Personal Protection/ Physical Security:
• Certified Personal Protection specialist (Executive Protection Institute).
• Certified impact weapons Instructor- Trainer.
• Red Cross CPR certified.
• Defensive/ counter- terrorist driving course (BSR School).
Firearms/Tactics:
• Extensive knowledge and training with most Soviet/Russian small arms.
• Small unit tactics and unconventional warfare.
• Warfare in urban environment.
• Warfare in mountainous terrain.
• Advanced tactics in Crowd/riot control.
• Advanced demolitions and IED.
Other training:
• Multi- lingual (English, Russian, Lithuanian). Verbally communicates in most Slavic languages.
• Electronic surveillance/ counter-surveillance measures.
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non è che lo hai ad una risoluzione maggiore?
purtroppo no :(
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grazie Trepicchi ;)
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(http://www.meibukanmagazine.org/Pictures/Middenblok%20basis%20met%20rand%20editie%207.png)
da pag 23 a 31 bell'articolo...
http://www.meibukanmagazine.org/Downloads/MeibukanMagazineno7.pdf (http://www.meibukanmagazine.org/Downloads/MeibukanMagazineno7.pdf)
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Mentre nemmeno io riesco a reggere il primo articolo di questa pagina, il secondo, cioè quello su Russian Combat Training si, e propone una serie di esercizi proprio niente male...
Sonny Puzikas ha un bel curriculum e, dai video, mi sembra avere anche un'ottima preparazione fisica: esiste qualche articolo su questo argomento in relazione al Systema? Gli esercizi qui mostrati (ad es. quelli con i kettlebells)
"The Forge: Hidden dimension of core conditioning" DVD trailer (https://www.youtube.com/watch?v=gM2u_-p14G0#ws)
sono farina del suo sacco oppure acquisizione comune dei praticanti di Systema?
(http://www.meibukanmagazine.org/Pictures/Middenblok%20basis%20met%20rand%20editie%207.png)
da pag 23 a 31 bell'articolo...
http://www.meibukanmagazine.org/Downloads/MeibukanMagazineno7.pdf (http://www.meibukanmagazine.org/Downloads/MeibukanMagazineno7.pdf)
Appena ho tempo, guardo anche questi. Grazie Trepicchi. :)
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Mentre nemmeno io riesco a reggere il primo articolo di questa pagina, il secondo, cioè quello su Russian Combat Training si, e propone una serie di esercizi proprio niente male...
Sonny Puzikas ha un bel curriculum e, dai video, mi sembra avere anche un'ottima preparazione fisica: esiste qualche articolo su questo argomento in relazione al Systema? Gli esercizi qui mostrati (ad es. quelli con i kettlebells)
......................................
sono farina del suo sacco oppure acquisizione comune dei praticanti di Systema?
Un pò dell'uno e un pò dell'altro... diciamo che è proprio l'attitudine del Systema ad essere piuttosto "speculativa" e aperta verso un certo tipo di ricerca ;) .....
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Rma Systema Italy sara' presente allo Sport days sabato 10 settembre ore 10:00
dimostrazioni,prove libere aperte a tutti :)
Sports Days 2011 (https://www.youtube.com/watch?v=p503d12yH9Y#)
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Discovery channel interviewing Vladimir Vasiliev in New York 2007 .systema New York Fighthouse.
Systema Russian Martial Art Vladimir Vasiliev on Discovery Channel. (https://www.youtube.com/watch?v=_I8CoLNNzJg#)
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Per seguire.
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Son contento di aver finalmente trovato qualcuno che sembra davvero praticare systema anche in italia...
Già diversi anni fa avevo letto articoli e visto video dei vari Ryabko&Vasiliev e mi erano parsi piuttosto interessanti
e decisamente "originali" come approccio alle AM e alla DP.
Tempo fa avevo provato a contattare un paio di "scuole" in italia ma non avevo mai avuto riscontri... boh... ???
Giusto per la cronaca mi son iscritto allo stage del 8 ottobre a Ferrara, così finalmente provo dal vivo ;)
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Bene allora ci si vede li... :thsit:
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Ottimo, ci si vede presto allora ;)
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(http://www.freewebs.com/systemanz/Warriors%202.jpg)
Ecco un elenco un riassunto degli Articoli sul Systema che sono stati tradotti fino a questo momento che sono stati trasferiti sul
nuovo sito rmasystemaitaly.it ... quello vecchio a breve scomparira' ;)
La storia di Ilja Murometz
Applicazioni della respirazione
Allenarsi all'aperto
Alla fine dei conti
“Beat The Odds” (Sconfiggi le avversità)
Colpi. Accettali… o faranno male.
Cammina sui tuoi pugni per colpire bene.
BOXE, SAMBO O LOTTA NEL FANGO…
Automobile: siete pronti per l’imprevisto?
Combattimento, fede e modernità
Come combattere da uomini
Comprendere il Systema
Considerazioni tratte da una lezione
Controlla la tua tensione 2
Controlla la tua tensione
FIGHT CLUBS: Dalla Russia con...
Gli A-Team
Il mio incarico speciale
Il modo in cui l’acqua scorre – Intervista con Vladimir Vasiliev
Perché ho scelto il Systema
Systema
Ti stai davvero allenando?
Vladimir Vasiliev: La mente guerriera russa sta per colpire l’Inghilterra.
I segreti della lotta a terra nel Systema Russo
Arte marziale russa – La rinascita di un antico sistema
La lotta al crimine paga, nella palestra russa
Systema, la brutale arte marziale russa
Che la forza sia con te
Il Systema, l'arte marziale a misura d'uomo.
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alcuni articoli in inglese di Konstantin Komarov a breve verranno tradotti anche in italiano ;)
Structure of Combat
by Konstantin Komarov
As a teenager, I witnessed an incident that made an unforgettable impression on me, and to this day makes me think. I was 13-14 years old - just the time to "assert one's place under the sun". These were troubled times in my hometown with constant crimes and fights happening between gangs and street thugs. It was unsafe to even walk across town - either you'd be robbed of your pocket money or humiliated or beaten up. In short, very unpleasant, and surely I wished to learn how to counter any such offenders.
And here is what happened. It took place on a summer evening in a park near a nightclub. My friends and I were running across the park to see a movie. My shoelace came undone and I had to stop for a moment . And then I saw that an old man was walking along a side alley (he seemed like an old man to me at the time, now I think he was not more than 60). He was skinny and small, his back very straight and his hair all gray. Just taking a walk, hands behind his back. Light jacket and cloth-cap on, a war medal ribbon on the jacket. You could see the man was just relaxing in the park. All of a sudden, two big ugly thugs, half-drunk walked up to him. Sleeveless shirts on, full of tattoos and gold rings, typical repeat offenders with a long record. They blocked the old man's path and told him: "hey oldie, let's have your light".
I got very scared for the old man. I was thinking that now they would hurt a war veteran, ignoring his age and his medals, he did not even measure up to their shoulder level. But I could see the man was not concerned at all, he came right up to the muggers, looked up at them very closely and said: "Guys, didn't your mother ever teach you to respect the elders?" Suddenly he raised his right hand so quickly that I could not even see what happened. Then I saw one of the thugs grasping at his own throat with both hands, his mouth wide open and falling down onto his knees. The old man then moved his left hand and the other mugger bent in half holding onto his groin and moaning. The old man stood there for a while observing the situation and then said quietly but very clearly: "if I come across you one more time I will kill you both". Next he placed his hands behind his back again and continued his walk.
It was highly unusual that these two did not even rush after the old man. They recuperated only a few minutes later, and distressed, made their way out of the park. This surprised me as well, because the 'tradition' was for the one beaten up in a fight to shout and threaten, especially if one was a criminal. Those would never get humbled, but would always go to the end. I ran down the alley to take a closer look at the old man, but I could not find him.
I caught up to my friends and they were also impressed with the story. We could not explain it at the time. This was different from all the skills we knew, all the scraps we saw and experienced, all the street and knife fights. What was different first and foremost was the total calmness and confidence in the actions of the old man. As if he was just opening a bottle of beer.
Years later, when I was analyzing the incident, I got reconfirmed in the understanding that the key in a confrontation is the psychological condition. But how does one overcome the natural fear? I could not understand it then. This fight was for many years a great and unattainable example for me. The effectiveness, simplicity and utilizing the situation to such an extent is only possible given full calmness, confidence and control over fear. It was all there. I saw it with my own eyes. This was my first encounter with true mastery, and my first realization that the skill lives not in the body but in the psyche, in the spirit. Such a person can be killed, but cannot be defeated.
The basis of any confrontation is timing, precision and simplicity. And the foundation of this trio is calm and even psyche, clean and steady spirit. How does one attain that? There are many ways - through the body to the psyche, or the other way around and then back; or straight to the spirit. Each person chooses his own way. But in order to choose one, you should learn what they are, try them and test yourself. This will be a part of our training program when we meet in August 2006. Each of the instructors will present a variety of ways. Each of the participants will 'choose the sword to fit his hand', and get a chance to test and understand oneself.
This article was published on May 26, 2006. Konstantin Komarov
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The Water - Surviving the Waves of Panic
THE WATER
Surviving the Waves of Panic
by Konstantin Komarov
This happened a very long time ago when I was just starting to learn the techniques of working under water. I put on the wetsuit and prepared the supplies for my work, but miscalculated the weight of the load.Moreover, I took an almost empty oxygen tank because the volume of work seemed to be minimal.To make things worse, I grossly broke the rules (I was too conceited at the time) and did not tie the signal rope.So, equipped in this way, I put on the fins and headed to the middle of the river.
I was swimming quickly and at an angle to the current, trying to keep the depth.I suddenly realized I was being pushed to the bottom.I began kicking harder with my fins in order to come up. I accelerated, but couldn't get higher.I added more speed, but it was all useless - I was losing my strength.By the time I realized what was happening, I was on the bottom, about 12 meters (36 feet) deep and about 50 meters (150 feet) from the shore.I lost my orientation.It was dark.There was no grass on the bottom of the river, so I could not tell the direction of the current nor tell where the shore was.I looked to see how much air I had left, and saw that the arrow was pointing to the middle of the red zone -- that meant 5 to 7 minutes of calm breathing.Then fear rolled onto me.
Not just fear - TERROR.
It suddenly seemed that the air was barely going through the tube, and I was starting to suffocate.The water was compressing me harder.In other words, I was almost in a panic.I looked up and saw the faint light of the sky. I so desperately wished to live that only one thought stayed in my head - SWIM UP! I feverishly started beating my arms and legs and went straight up.It took me 40 seconds to cover the depth of 12 meters. My legs were in a spasm. The top of my head was already on the surface, but I could not look up.I had no strength to lift the facemask out of the water. With a final effort, I looked up, caught a glimpse of some object against the sky,
... and dropped like a rock back to the bottom.
I was lying at the river bottom powerless, panting as if I had just sprinted a race.My body was spent, but my head cleared. I began to calm myself down, to control my breath, and think. I remembered what exactly I saw above water and it was a section of a bridge. I fell straight to the bottom without turning, and thus was able to identify the direction of the shore in relation to the bridge. There was still air in the tank, but the arrow was pointing to zero.
I tried to unbuckle my load and the oxygen tank, but I couldn't. It turned out later that the belt buckle got hooked to the tank attachment and got jammed. I decided not to waste time with the equipment.I took off the fins and started to move quickly in the direction I chose - toward the shore. I was not swimming, but moving as heavy divers do - pushing off with the feet and assisting with the arms - gliding above the bottom.
Fortunately, I picked the direction well.The oxygen indicator was not set precisely, so there was still a tiny bit of air left.I dragged my last inhale out of the tank when the top of my head was close to the surface. I had to cover the last few meters jumping high and gulping air with my mouth. I crawled to shore with my arms and legs shaking - dead tired but happy because I was alive. For about half a year later, I had dreams of laying on the bottom, in the dark, running out of breath with water pushing down on me.I would wake up in terror.
As a result of this "adventure", I made a few important conclusions for the rest of my life:
Water does not like careless attitudes and punishes quickly and cruelly.
Water dramatically affects the psyche of a person, changes his perception of space and situations - on one hand it can relax, and on the other hand it can cause instant panic.
While working in the water, the key is your psyche. Your physical condition is not important.In the most unexpected, complicated, and critical situation in the water - if you keep your calmness, you will survive.
These conclusions have since served me many times. Here is one example:
Summer. The Black Sea. Storm. I was sitting on the shore, watching the waves' thunderous crashing.I love to swim during a storm, but this time the waves were too big and I didn't want to risk it.To the right of me, the sea entered a harbor for tour boats. A small group of young people was standing on the dock. The waves rolled over the dock and covered them almost waist high. They were having a good time. The wind came in gushes and the waves were uneven. Some were extremely high.
I did not see what happened on the dock next. I just heard the screams.It was apparent that one of the big waves washed a person into the sea. I ran to the dock and saw a man, 20 meters (60 feet) away, struggling amongst the waves. He was in a panic, flailing his arms and trying to scream.The waves kept covering him and his terror escalated. Every time the waves would retreat, they would drag him further away from shore.
I looked around and saw no rope or life-preserver.The shore was rocky and treacherous, making it impossible for the man to make it straight to shore.The man's friends were distraught and not capable of any cognitive actions. An urgent decision was required because I knew at any moment we may no longer see the man's head come above water ever again.
I grabbed and shook the guy next to me.He was about seventeen.I shouted in his face, "Run to the road!Stop the cars!Drivers. Tow ropes. Six of them -- Here. NOW!!!" I turned him to face the road and gave him a big kick to the butt with my knee.
I grabbed another guy and yelled to him, "Run to the harbor front! Get people, Lifeguards, Life-preservers.Call Ambulance!!!"I turned him and gave him the same acceleration.
To all the others, "Move away!Hold hands and stay low!Make sure no one else is washed away.Yell for help!"
I looked for the drowning man and at first could not see him. Finally I spotted him, about 30 meters (90 feet) away.The head popped up above the waves and immediately disappeared again. I selected the wave and jumped with my feet onto its "spine".I began to forcefully swim away from the docks before the next wave could crush me against the dock supports.About thirty seconds later, I glimpsed the head 10 meters (30 feet) away. As I swam up, one of his flailing arms struck me in the face, and I was greeted by his wide-open mouth and bulging eyes.
I didn't get a chance to swim away from him, and the man started to climb up my body as if I was a ladder.He was a big guy, about 90 Kilos (200 Pounds), very young, completely crazed and uncontrollable. Because of this assault, I was pushed down where I swallowed water.I was experienced enough and did not resist. I relaxed and as I exhaled, I held the leftover air in my lungs and went underwater.The guy held on to me for another 2 seconds and then let me go, kicking me hard in the head to push himself up.I realized that I would not be able to hold such a hulk of resisting mass afloat, much less pull him to safety.I tried to come up behind the guy, but just as I barely got a gulp of air, I was kicked in the groin. This almost made me angry, but I remembered how I was floundering on the bottom of the river with my oxygen tank - how I desperately wanted to live, and saw nothing around me but the light spot of the sky above.
I did not rush to surface.I made a few strokes to the side and came up with the next wave. Now I was 4 meters (12 feet) to the right of the drowning man.His crazed eyes immediately latched on to me and he feverishly headed in my direction. If he was weaker, I would have had an easier time, but he had plenty of strength left and it was futile to try to shout and explain anything to him. I waited until he tried to grab me and at that moment dove under him and came up right behind him.With my right hand I grabbed him by the hair, sharply bent his head back, and drowned him a bit.I then lifted his head back out of the water and yelled directly in his ear, "What is your name?!!!SAY IT!" The guy started to struggle, to turn around, to grab me.I drowned him a bit more and yelled out my question again. Only on the fourth try did I receive the answer. Thus, contact was established and I could communicate with this person.
The rest was just a technical resolution.We swam to the docks together and kept afloat for a few minutes until the drivers with tow ropes arrived.They threw us the looped end of a rope, which I put over the man's head and around his torso, and he was pulled onto the dock.The man was battered from the waves, and rope-burned from the rescue, but otherwise we were alive and well.
In many respects, luck was on our side, but the main reason for our success was sober calculation based on the principles of behavior in extreme circumstances in the water.I would like to share these principles with you in camp.One can give endless written advice, but it is so much better to learn it in practice.There's no greater opportunity to experience this safely than at our upcoming camp!
I wish you success and look forward to seeing you soon!
K. Komarov
This article was published on December 10, 2005.
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(http://www.dailydealtips.com/toronto/wp-content/uploads/2011/04/Russian-Martial-Art.jpg)
Struttura del combattimento.
Articolo di Konstantin Komarov pubblicato il 26 maggio 2006
Traduzione: Chiara Dalla Vecchia
Da ragazzo sono stato testimone di un fatto a cui penso ancora oggi. Avevo 13-14 anni, giusto l’età in cui uno comincia ad andare per la propria strada. Erano anni duri, durante i quali nella mia città succedevano sempre crimini e risse tra bande e criminali di strada. Era persino pericoloso camminare per la città – o venivi derubato o umiliato o picchiato. Per farla breve (sgradevole a dirsi, ma è la verità), ho sempre desiderato apprendere il modo di farla pagare a quei criminali.
E questo è ciò che successe. Il fatto si svolse una sera d’estate in un parco vicino a un locale notturno. Io e i miei amici stavamo correndo attraverso il parco per andare a vedere un film, quando mi si è slacciata una scarpa e sono stato costretto a fermarmi un momento. E lì ho notato un anziano signore che camminava lungo un vialetto (mi sembrava anziano all’epoca, ma ora che ci penso credo non avesse più di 60 anni). Era magro e piccolo di statura, schiena dritta e capelli completamente grigi. Stava facendo una passeggiata con le mani dietro la schiena. Indossava una giacca e un cappellino e sulla giacca aveva appuntata una medaglia al valor militare. Era evidente che quell’uomo era lì per rilassarsi passeggiando. All’improvviso due grossi e brutti ceffi, mezzi ubriachi, si sono avvicinati a lui. Indossavano magliette senza maniche ed erano pieni di tatuaggi e anelli d’oro, insomma i classici delinquenti con un lungo curriculum alle spalle. Hanno bloccato l’uomo dicendogli “Hey vecchio, dacci il tuo accendino!”.
Ero terrorizzato per l’anziano signore. Pensavo che quelli lì avrebbero potuto far del male, fregandosene della sua età o delle medaglie conquistate, persino a quel veterano che non gli arrivava nemmeno alle spalle. Ma l’uomo non era affatto preoccupato, si diresse verso i malviventi e guardandoli in faccia disse: “Ragazzi, ma vostra madre non vi ha insegnato ad avere rispetto per i più vecchi?”.
All’improvviso alzò la mano così velocemente che non quasi non mi resi conto di quello che stava accadendo. Poi vidi uno dei malviventi inginocchiarsi e portarsi le mani alla gola spalancando la bocca. L’anziano signore alzò poi la mano sinistra e l’altro malvivente si piegò a terra tenendosi i testicoli e lamentandosi. L’anziano è rimasto lì per un po’ a osservare la situazione e poi disse a voce bassa e con tono deciso: “Se vi dovessi incontrare ancora, vi faccio fuori entrambi”. Poi si rimise la mani dietro la schiena e riprese la sua passeggiata.
Era una cosa strana che quei due non avessero nemmeno rincorso l’anziano. Dopo qualche minuto si ripresero e uscirono sofferenti dal parco. Anche questo mi sorprese, perché tradizionalmente se uno veniva pestato, normalmente si metteva a gridare e minacciare, specialmente se era un criminale. Oltretutto gente così non si lasciava sconfiggere facilmente, ma andava fino in fondo. Corsi per il vialetto per vedere meglio da vicino l’anziano signore, ma non riuscii a trovarlo. Raggiunsi i miei amici e anche loro furono impressionati da questa storia. Non riuscivamo a darci una spiegazione, all’epoca del fatto. Era una cosa diversa da tutte le tecniche che conoscevamo, dai combattimenti che avevamo sperimentato sia in strada che con gli scontri col coltello. Innanzitutto e soprattutto ciò che era diverso era la totale calma e fiducia dell’anziano signore mentre eseguiva i movimenti. Era come se stesse aprendo una bottiglia di birra.
Anni dopo, analizzando l’accaduto, ho avuto la conferma che la chiave in uno scontro è la condizione psicologica. Ma come fa uno a tenere a bada la paura? Non lo riuscivo ancora a capire. Questo combattimento mi è sembrato per diversi anni un esempio importante e allo stesso tempo inarrivabile. È possibile avere il pieno controllo della situazione solo se si rimane calmi, fiduciosi e se si tiene a bada la paura. Tutto lì. Lo vidi con i miei stessi occhi. Questa fu la mia prima esperienza in cui capii che l’abilità non sta nel fisico ma nella psiche, nello spirito. Si può essere uccisi, ma non sconfitti.
Alla base della risoluzione di qualsiasi tipo di scontro ci deve essere rapidità, precisione e semplicità. Ed il principio è mente calma e spirito retto e ben saldo. Come si fa ad ottenere ciò? Dal corpo alla psiche, dalla psiche al corpo o subito dritto allo spirito. Ognuno sceglie il proprio modo. Ma per sceglierne uno, bisogna provarli e testarli su sé stessi. Questo sarà parte dell’allenamento da fare quando ci incontreremo nell’agosto 2006. Ogni istruttore presenterà una variante di tecniche. Ogni partecipante sceglierà ciò che gli si addice e avrà modo di verificarlo.
potete trovare quest'articolo : www.rmsystemaitaly.it (http://www.rmasystemaitaly.it)
Link all’articolo originale:
http://www.russianmartialart.com/main.php?page=article_info&articles_id=13&osCsid=dc0e42de36d1c850405a1577a1dc747a (http://www.russianmartialart.com/main.php?page=article_info&articles_id=13&osCsid=dc0e42de36d1c850405a1577a1dc747a)
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10 comuni equivoci riguardo il Systema russo.
Articolo di Kevin Secours
L'arte marziale russa “Systema” è relativamente nuova in occidente. Essendo stata in precedenza classificata durante l'era sovietica, è stata rivelata oltre i confini del paese solo nel 1993. Anche allora, i primi promotori dovettero lavorare duro per costruirne la credibilità dato che il governo, ed anche molti militari e funzionari, ne confutavano l’esistenza. Oggi è ampiamente consolidato e si è diffuso in modo esponenziale oltre i suoi confini, ma essendo ancora in fase di sua espansione, soffre di molti equivoci e fraintendimenti.
10-L'arte è un ibrido di stili asiatici: Non è vero. Systema è stato ufficialmente istituito a seguito di una sperimentazione ed esplorazione dettagliata delle arti asiatiche dal governo. Naturalmente, contiene quindi le influenze e le risposte ai sistemi asiatici. Ma il fondamento principale proviene tuttavia dalla sintesi di sistemi di gente culturalmente slava, e antiche tradizioni cosacche che affondano le loro origini nel X secolo.
9 - Systema è un'arte puramente militare: Systema è stato certamente progettato inizialmente per i militari ed è ancora praticato da unità speciali all'interno della Russia, così come individualmente praticato dai professionisti di tutto il mondo, tuttavia è molto più approfondito di un semplice studio del combattimento corpo a corpo. Molti vedono le scene di addestramento nelle foreste e laghi, in mimetica, con armi e credono che non ci sia posto per civili. In realtà, i più grandi vantaggi del Systema derivano proprio dal suo metodo di insegnamento unico, dalla sua enfasi sulla respirazione, l'efficienza biomeccanica, il rilassamento e la funzionalità. Grazie a questo, fornisce un sistema globale di salute e di protezione personale che è allo stesso tempo semplice da imparare e sofisticato nella sua grande profondità.
8-Systema è esclusivo: C’è il mito che il Systema non sia condiviso o insegnato ai praticanti non russi o specificamente non ortodossi. Questo è semplicemente un debole tentativo di contro-marketing. Un'indagine rapida rivela che il Systema ha istruttori in tutto il mondo, e mostra che la locazione geografica delle sue scuole riguarda i praticanti di tutto il mondo, indipendentemente dalla loro origine culturale o confessione religiosa. Mentre ogni istruttore può portare la propria esperienze di vita nella formazione, non c'è nulla di inerente al Systema che richiede l'adozione di specifiche credenze religiose o culturali.
7-Systema è tutto no-contact e esplosioni di Chi: Tutto l’addestramento al Systema affronta il rapporto tra la psicologia e la fisica. Ciò include una porzione molto piccola che affronta il ruolo dei riflessi e delle risposte dettate dalla paura. Alcuni esercizi applicano l'inganno e un influenza molto simile all'ipnosi per mostrare agli studenti come facilmente la mente e il corpo possano essere ingannati. Altri usano stimoli e risposte in un gioco ludico di movimento volutamente esagerato per aiutare gli studenti a imparare a liberare le loro risposte dalla paura. Tutti questi giochi sono semplicemente dispositivi di addestramento e possono essere utili nel contesto di un ambiente di formazione con un partner di cui ci si fida. Anche se questi si possono tradurre indirettamente in strategie per il combattimento, hanno poca traduzione diretta in tecnica per combattere - non diversamente dalle finte nel pugilato può giocare un ruolo, ma non può essere considerata come una tattica di cui fidarsi ciecamente. Purtroppo, alcuni maestri di altri stili hanno scelto di esagerare l'importanza di questi esercizi e di renderli sensazionali, sostenendo o lasciando sottintendere che sono in qualche modo rilevanti per il combattimento. In aggiunta a questo è la infelice traduzione di "psiche" a "psichica". In definitiva, questi esercizi sono di poca importanza nel lato più pratico delle cose, e una volta provati possono essere compresi rapidamente e integrati per quello che servono.
6-Systema sostiene l’indurimento del fisico: nel Systema si è convinti che il contatto dovrebbe iniziare presto nell’addestramento, con un aumento lento ma incrementale della forza del colpo ricevuto. Ciò include l'uso di esercizi che insegnano ai praticanti come assorbire colpi, in gran parte al corpo. Molti pensano erroneamente che questo significhi che il Systema sostenga qualche versione russa del “Corpo di Ferro” del Chi Kung. Ancora una volta, niente potrebbe essere più diverso dalla verità. L’assorbimento del colpo in Systema è più un esercizio psicologico che fisico. È stato progettato per mostrare agli studenti il ruolo che la paura gioca nella risposta al dolore, in particolare attraverso l'uso di posizioni e riflessi condizionati. L’assorbimento del colpo rivela agli studenti le loro risposte individuali di paura e dolore e insegna loro come gestirle in modo sicuro ed efficace. L'obiettivo finale non è quello di rendere il corpo "più duro" - infatti, tutte le tecniche di combattimento del Systema funzionano cedendo alla forza piuttosto che fermarla o assorbirla. Inoltre, colpendo il corpo umano, piuttosto che un sacco inanimato, gli studenti imparano ad adattarsi ad un continuo cambiamento di superficie. In applicazione concreta, gli studenti dovrebbero raramente impiegare tanti pugni sul bersaglio e colpire il corpo così pesantemente. I colpi alle aree vitali sono enfatizzate molto di più. In una certa misura, l'assorbimento del pugno è diventato un gioco che è sopravvalutato da alcuni istruttori. In realtà, colpi agli occhi, alla gola e all'inguine non potranno mai essere "assorbiti" e queste parti mai condizionate. Questi esercizi sembrano semplicemente essere più sensazionali nei video e quindi sono stati promossi in abbondanza.
5-Systema è basato sul "movimento naturale", cioè “va bene tutto”: nel Systema, movimento naturale non si riferisce semplicemente a qualsiasi azione che facciamo automaticamente. Piuttosto, movimento naturale si riferisce al movimento che è perfettamente efficiente nella sua libertà dalla paura. Quando un essere umano è rilassato e sano ed equilibrato, lui o lei si sposterà al massimo grado della propria capacità intrinseca - questo è ciò che è l'ideale cercato da ogni praticante. I riflessi iniziali sono spesso tesi e rigidi e tutto il contrario del movimento naturale o efficace e così l’addestramento cerca di sgretolare la tensione inutile. Come ha detto l’istruttore Martin Wheeler, il Systema non è l'arte che si impara, è l'arte che si ricorda.
4-Systema non ha tecniche: Questo non è del tutto corretto. Sì, il Systema sostiene la rilevanza dei principi sulle tecniche, ma un certo grado di preparazione tecnica è necessaria. C'è un modo migliore per dare un calcio, un modo più efficiente di dare pugni, ecc Sarebbe più corretto dire che il Systema non utilizza esercizi coreografati o schemi fissi di movimento. Agli studenti vengono insegnate le ragioni biomeccaniche per cui una specifica tecnica funziona, e poi si porta alla loro interpretazione individuale di tale principio.
3-Nel Systema l’addestramento è sempre lento: il Systema fa un forte uso della formazione "lenta". Come dice la vecchia espressione militare ”lento è fluido, e fluido è veloce”. Ogni esperienza di addestramento ha sia il potenziale per erodere la paura che per aggiungerne altra. L’addestramento fatto in fretta, mentre è utile per testare, non fa nulla per migliorare le risposte nel contesto immediato. Quando ti alleni in fretta, si rafforzano le risposte già esistenti. Come imparare a camminare, nuotare, andare in bicicletta o guidare una macchina, il Systema preferisce un lavoro lento, dove ai praticanti vengono forniti stimoli non condizionati per esplorare varie risposte. Il contatto viene introdotto prima per capire l'effetto che questo ha sulla psiche, distanza e timing e la velocità si aggiunge dopo. Mentre gran parte dell’addestramento del Systema avviene a velocità lenta, una rimanente parte più veloce è certamente essenziale nella formula.
2-Nel Systema non si fa sparring: Questo equivoco deriva dal precedente punto sulla formazione lenta. A velocità più elevate, ogni movimento diventa più chiaro per tipologia e più familiare. Preferire semplicemente la finalità fa ben poco per evidenziare le distinzioni in Systema. Alla fine, ci sono così tanti modi che in cui il corpo può nuocere. La vera grandezza del Systema è il modo in cui approccia all’apprendimento e alla formazione. L'approccio formativo lento è un vantaggio enorme, ma altrettanto importanti sono l'istruzione teorica e le fasi di test sotto pressione. Lo sparring è sicuramente indispensabile, contro le armi, attacchi a mani nude e più attaccanti.
1-Tutti i “Systema” sono creati uguali: ci sono numerose linee principali di Systema ora conosciute al di fuori della Russia. Il lignaggio Ryabko Vasiliev, al quale appartengo, è noto per un approccio più intuitivo per l’addestramento e l'uso pesante del contatto in applicazione. Ciò deriva dalle esperienze militari dettagliate ed intense dei nostri fondatori. Altri tipi sono molto più scientifici e teorici che pratici e altri ancora sono promossi da praticanti con poca o nessuna capacità reale o esperienza. Questa realtà può essere vista facilmente osservando il loro lavoro. Alla fine, ci sono tanti Systema quanti sono i praticanti. Ogni studente o insegnante combina le proprie esperienze di vita unica con l'arte, come con qualsiasi stile. La distinzione nel Systema è che forse c’è solo più spazio per questa libertà di interpretazione e di applicazione che in molte altre arti.
Alla fine, l’addestramento è la verità.
Kevin
www.rmasystemaitaly.it (http://www.rmasystemaitaly.it)
Link all’articolo originale:
http://www.systemamiami.com/10-common-misconceptions-about-russian-systema-by-kevin-secours.html (http://www.systemamiami.com/10-common-misconceptions-about-russian-systema-by-kevin-secours.html)
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Scusate, continuo a ripetermi.
Complimenti per il lavoro che fate riguardo il Systema.
:-*
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Trovate una correzione a un link che era sbagliato. ;)
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Trovate una correzione a un link che era sbagliato. ;)
thanks John ;)
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Sopravvivere alle ondate di panico
Articolo di Konstantin Komarov pubblicato il 10 dicembre 2005
Traduzione: Chiara Dalla Vecchia
Questo fatto è successo parecchio tempo fa, quando avevo appena cominciato ad
apprendere le tecniche per lavorare sott’acqua. Ho indossato la muta e preparato
l’attrezzatura per il lavoro che volevo fare, ma non ne ho calcolato bene il peso. In
più, ho preso una bombola di ossigeno quasi vuota, in quanto pensavo che mi sarebbe
bastata per il lavoro che dovevo fare. Per peggiorare le cose, ho infranto le regole
(ero piuttosto orgoglioso all’epoca) e non ho piazzato la boa. Quindi, con questa
attrezzatura, ho messo le pinne e mi sono diretto verso il centro del fiume.
Nuotavo velocemente cercando di restare in profondità, quando improvvisamente mi
sono reso conto che ero stato spinto sul fondo dalla corrente. Ho iniziato a scalciare
forte con le pinne per risalire. Ho aumentato la velocità, ma non riuscivo a venire
più su. Ci ho messo più velocità, ma senza risultato. Stavo perdendo le forze. Nel
momento in cui ho capito quello che stava succedendo, stavo sul fondo, a 12 metri
dalla superficie e a 50 dalla riva. Avevo perso l’orientamento. Era buio. Non c’era
vegetazione sul fondo del fiume, così non capivo la direzione della corrente o da
che parte fosse la riva. Ho controllato la quantità di aria rimasta, e ho notato che la
lancetta puntava a metà della zona rossa… ciò voleva dire che avevo dai 5 ai 7 minuti
di autonomia. Poi la paura ha preso il sopravvento. Non solo paura, ma TERRORE.
Improvvisamente l’aria iniziava a scarseggiare e stavo per soffocare. L’acqua mi
comprimeva forte. In altre parole, ero nel panico. Ho guardato in su e ho visto
una flebile luce nel cielo. Desideravo fortemente vivere e il mio unico pensiero
era: NUOTA! HO cominciato a battere braccia e gambe e mi sono messo in piedi.
Ho impiegato 40 secondi per risalire i 12 metri. Non mi sentivo più le gambe. La
testa era ormai in superficie, ma non riuscivo a guardare su. Non avevo la forza di
sollevare la maschera. Con un ultimo sforzo ho guardato su e ho visto qualcosa…e
poi sono nuovamente piombato sul fondo come un sasso.
Giacevo sul fondo del fiume senza forze. Ero spossato come dopo una corsa. Il mio
corpo era spento ma la mente era limpida. Ho cominciato a calmarmi, a controllare
il respiro e a pensare. Ho ricordato cosa avessi visto prima in superficie: lo scorcio
di un ponte. Mi sono messo in piedi sul fondo, ed ero in grado di identificare la
direzione della riva in relazione al ponte. C’era ancora dell’aria nella bombola, ma la
lancetta indicava lo zero.
Ho cercato di slacciare l’attrezzatura e la bombola, ma non ci riuscivo. Più tardi
ho scoperto che la chiusura della cintura si era bloccata. Ho deciso di non perdere
altro tempo con l’attrezzatura, mi sono tolto le pinne e ho cominciato a muovermi
velocemente verso la direzione che avevo scelto, cioè verso la riva. Non stavo
nuotando, ma mi muovevo come i tuffatori che si spingono con i piedi aiutandosi con
le braccia e mi spostavo su.
Fortunatamente avevo scelto la direzione giusta. L’indicatore dell’ossigeno non
funzionava correttamente, cosicché c’era ancora rimasto un filo d’aria. Ho respirato
dalla bombola per l’ultima volta, ed ero ormai vicino alla superficie. Gli ultimi metri
li ho fatti saltando e inghiottendo velocemente l’aria. Ho nuotato a riva muovendo
braccia e gambe, stanco morto ma felice di essere vivo. Per i successivi sei mesi,
ho sognato di trovarmi disteso sul fondo, senza fiato, al buio, con l’acqua che mi
spingeva giù. Mi svegliavo terrorizzato. Come risultato di questa avventura sono
giunto a delle conclusioni importanti:
1) L’acqua non ama la mancanza di attenzione, e punisce rapidamente e
violentemente;
2) L’acqua ha effetti pesanti sulla psiche di una persona, ne cambia la percezione
dello spazio e della situazione; da un lato può essere rilassante, ma dall’altro può
causare panico.
3) Quando si è in acqua, il segreto è nella psiche. La forma fisica non è altrettanto
importante. Se rimani calmo, riesci a sopravvivere alla più critica e inaspettata delle
situazioni in cui ti trovi.
Queste conclusioni mi sono state utili molte volte. Eccone un esempio:
Estate. Mar Nero, durante una tempesta.
Ero seduto a riva a guardare le onde infrangersi. Amo nuotare durante una tempesta,
ma stavolta le onde erano troppo grosse e non volevo rischiare. Alla mia destra il
mare finiva in una baia usata dalle navi turistiche. Un gruppetto di ragazzi stava sul
molo. Le onde si alzarono sul molo e li cinsero quasi fino ad altezza vita. Si stavano
divertendo. Il vento era forte e le onde irregolari. Alcune erano molto alte. Poi non ho
visto quello che è successo dopo. Ho solo sentito le urla. Era evidente che un’onda
gigantesca aveva travolto e gettato in mare uno di loro. Sono corso verso il molo
ed ho visto una persona a circa venti metri di distanza che lottava con le onde. Era
nel panico e cercava di urlare. Le onde continuavano a travolgerlo, e il suo terrore
aumentava. Ogni volta che le onde si ritiravano, lo tiravano via dalla riva.
La riva era rocciosa e ripida, ed era praticamente impossibile per l’uomo mettersi in
salvo. I suoi amici non erano in grado di prendere alcuna decisione. Ma bisognava
agire subito, perché in qualsiasi momento c’era il rischio di non rivederlo più a galla.
Ho afferrato e scrollato il ragazzo vicino a me. Aveva circa 17 anni. Gli ho
gridato ”Vai sulla strada, ferma le auto, gli autisti! Cavi da traino, ne voglio sei,
ora!!” L’ho girato per mostrargli la strada. E gli ho dato una ginocchiata sul sedere.
Ho afferrato un altro ragazzo e gli ho detto “Corri alla baia! Porta qui persone,
bagnini, ambulanza!!”. L’ho voltato e spinto come quello di prima. Agli altri ho
detto “Andate via, tenetevi per mano e non fatevi travolgere, chiamate aiuto!!”
Ho cercato l’uomo che stava annegando ma non l’ho visto subito. Alla fine l’ho
individuato, a circa trenta metri da me. La sua testa è apparsa sopra le onde per poi
sparire di nuovo. Ho scelto un onda e mi ci sono tuffato in pieno. Ho cominciato a
nuotare via prima che un'altra onda mi spingesse verso gli scogli. Circa 30 secondi
dopo, ho notato la sua testa a 10 metri da me. Appena l’ho raggiunto, mi ha sbattuto
in faccia il suo braccio, e sono stato salutato dalla sua bocca aperta e dai suoi occhi
spalancati.
Non sono riuscito ad allontanarmi da lui, e ha cominciato ad arrampicarsi sul mio
corpo come se fossi una scala. Era grosso, circa 90 kg, molto giovane, completamente
fuori di testa e fuori controllo. A causa sua sono stato spinto giù e ho anche bevuto
dell’acqua. Ero abbastanza esperto, e non ho fatto resistenza. Mi sono rilassato e
ho buttato fuori l’aria, e con quella nei polmoni sono andato sott’acqua. L’uomo
è rimasto attaccato a me per altri due secondi, poi mi ha lasciato andare, dandomi
calci sulla testa per risalire in superficie. Ho capito che non sarei riuscito a tener
fermo questo energumeno, e ancor meno trarlo in salvo. Ho cercato di risalire dopo
il ragazzo, ma appena ho respirato un po’ d’aria mi sono preso un calcio al basso
ventre. Questo mi ha fatto un po’ arrabbiare, ma mi è venuta in mente quella volta
in cui stavo annegando al fiume con la bombola d’ossigeno e come desideravo
disperatamente di sopravvivere, ed ho visto il nulla intorno a me eccetto quel punto
nel cielo.
Non ho avuto fretta di risalire. Ho fatto qualche bracciata e sono risalito con l’onda
successiva. Ora ero 4 metri sulla destra del giovane annegato. I suoi occhi fuori di
testa mi hanno visto e si è diretto verso di me.
Se fosse stato più debole avrei avuto vita facile, ma era pieno di forze ed era inutile
cercare di gridare e spiegargli le cose. Ho aspettato il momento giusto in cui lui mi
afferrasse e a quel punto mi sono buttato sotto di lui e gli sono spuntato alle spalle.
Con la mano destra gli ho afferrato i capelli, gli ho piegato la testa indietro e gliel’ho
tenuta sott’acqua per un po’. Poi l’ho tirato su e gli ho gridato all’orecchio: “Come ti
chiami?! Dimmelo!!”. Il ragazzo ha opposto resistenza e mi ha afferrato. L’ho buttato
sotto ancora e gli ho rifatto la domanda. Solo dopo quattro volte ho ricevuto risposta.
Ora che avevamo stabilito un contatto, potevo comunicare con questa persona.
Per il resto, si trattava solo di adottare una soluzione pratica. Abbiamo nuotato
insieme per qualche minuto e poi sono arrivati due tipi con le corde. Ce ne hanno
buttato le estremità, ne ho allacciata una al dorso dell’uomo e siamo stati trasportati
al molo. Lui veniva sballottato dalle onde, ma l’importante era che eravamo vivi e
stavamo bene.
Per certi versi abbiamo avuto la fortuna dalla nostra parte, ma la ragione principale
del nostro successo è stata la razionalità che ci ha permesso di agire in circostanza
estreme. Vorrei condividere queste esperienze con voi in addestramento. Uno può
dare infiniti esempi scritti, ma il meglio per imparare è la pratica. Il modo migliore
per praticare tutto questo in sicurezza è l’esperienza al campo che faremo presto.
Vi auguro ogni bene e spero di rivedervi presto.
K. Komarov.
www.rmasystemaitaly.it (http://www.rmasystemaitaly.it)
Link all’articolo originale:
http://www.russianmartialart.com/main.php? (http://www.russianmartialart.com/main.php?)
page=article_info&articles_id=11&osCsid=d227bdd0546fe0b0c120142cbf76e26a
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(http://zds.altervista.org/systemaitalia/sites/default/files/logonuovoTONDO_modificato-2_0.jpg)
È veloce o è a scatti?
Articolo di Vladimir Vasiliev e Konstantin Komarov pubblicato il 20 settembre 2011.
L’occhio umano risponde attivamente ai movimenti a scatti, istantanei e il cambiamento caleidoscopico di immagini. ma non sa però separare la velocità dagli scatti. I movimenti a scatto sembrano essere veloci, mentre i movimenti veloci e costanti sembrano lenti. La nostra visione non cattura l'accelerazione costante, ma registra facilmente i bruschi cambiamenti dallo stato di quiete a quello di moto.
Come fa un movimento veloce ad essere diverso da quello a scatti?
1. Un movimento del corpo veramente veloce è fluido. Comincia immediatamente, senza prima "raccogliere" il corpo insieme. Senza la furia, c'è un’accelerazione costante, ed esso raggiunge la velocità massima nel punto di destinazione finale.
2. Se un corpo è già rilassato, non richiede di fare per primo quel passo in più per "raccogliere" o stabilizzare sé stesso. Se il corpo è calmo e pronto a muoversi, il passaggio da riposo a movimento e accelerazione è più facile, quindi più discreto.
3. Un movimento a scatti inizia "raccogliendo" le articolazioni competenti del corpo, tendendo prima i muscoli. Una volta che il corpo è stabilizzato o è “messo insieme” in questo modo, solo allora vi è una contrazione muscolare "esplosiva" che spinge con forza la parte del corpo o il corpo stesso. Successivamente il movimento continua per inerzia, con declino graduale della velocità.
4. I movimenti bruschi sono il risultato di un eccesso di tensione. Così, ci procurano danno sia fisicamente che psicologicamente.
- Una costruzione tesa e rigida è sempre più fragile quando è scossa, e si crea dello stress inutile per le articolazioni e gli organi del corpo.
- I movimenti a scatti attirano l'attenzione, quindi ci rendono un obiettivo più visibile. Nella maggior parte dei casi, questo è poco desiderabile per qualsiasi lavoro combattivo e professionale.
- Il movimento a scatti è un segno di instabilità nella psiche, e più è praticato più disturba la forza psicologica.
- Troppa tensione porta a fatica rapida, così la resistenza in qualsiasi combattimento o sport viene meno.
- Chiaramente, i movimenti convulsi sono meno precisi, perché un muscolo teso è meno reattivo e meno adattabile.
- I movimenti a scatti creano l'illusione di potenza, ma in realtà, la potenza risiede in un’accelerazione uniforme e costante. Se un movimento vi sembra lento - guardate di nuovo, forse è solo calmo.
www.rmasystemaitaly.it (http://www.rmasystemaitaly.it)
Link all’articolo originale:
http://www.russianmartialart.com/main.php?page=article_info&articles_id=63&osCsid=32fd27d3c4905fdf045c5673bc896250 (http://www.russianmartialart.com/main.php?page=article_info&articles_id=63&osCsid=32fd27d3c4905fdf045c5673bc896250)
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Hollywood: attori portano in scena combattimenti a base di Systema!
Articolo di Martin Wheeler pubblicato il 19 ottobre 2011
Traduzione: Chiara Dalla Vecchia
Il prossimo 28 Ottobre 2011 nelle sale cinematografiche degli Stati Uniti uscira’ THE DOUBLE.
Come attori, insieme a Richard Gere ci saranno degli istruttori di Systema anche come coreografi per le scene dei combattimenti.
Ed ecco la storia:
THE DOUBLE
di Martin Wheeler.
(http://img840.imageshack.us/img840/3458/martinrichard.jpg) (http://imageshack.us/photo/my-images/840/martinrichard.jpg/)
Uploaded with ImageShack.us (http://imageshack.us)
Dopo aver concluso la telefonata con il produttore, ero emozionato al pensiero di incontrare lo scrittore e il direttore dell’ultimo progetto hollywoodiano. Michael Brandt e Derek Haas hanno scritto alcuni tra i più grandi film attualmente sul mercato, come ad esempio “WANTED – Scegli il tuo destino” e “ 3:10 to Yuma – Quel treno per Yuma.” Inoltre hanno scritto un thriller di spionaggio di cui avevano intenzione di parlarmi.
Un thriller di spionaggio – ho pensato – perfetto. THE DOUBLE era pronto per cominciare e volevano qualcosa di differente e autentico per le scene d’azione.
Come sceneggiatore mi sono servito svariate volte delle mie conoscenze sul Systema nei miei incontri ad Hollywood e sempre in modi diversi, ma questa è stata la prima volta che sarei dovuto andare puramente come esperto di Systema e basta.
Li ho incontrati, abbiamo parlato e sono stato quasi subito messo alla prova. Michael ha detto – ok, questa è l’arma segreta, del filo metallico, il nostro assassino deve uccidere un uomo con una valigetta in mano accompagnato da una donna mentre camminano in una strada affollata senza che nessuno si accorga di quello che sta accadendo.
Semplice, ho pensato, mentre, recitando la parte, mi avvicinavo al produttore e passandogli dietro ho toccato la spalla della donna nel lato opposto a dove ero diretto in modo tale che lei volgesse lo sguardo altrove e, zip, ho colpito l’obiettivo. Mi sono girato e ho fatto un sorriso .
-Oh no- esordisce Derek- si trovano in un incrocio affollato con venti persone alle loro spalle e nessuno di loro si è accorto di nulla.
Oh – ho pensato per un momento- poi alzando le spalle ho mostrato loro come fare la cosa.
Ora sembra una cosa ovvia, ma quando ti trovi in una stanza in mezzo a professionisti del mestiere che stanno in silenzio, senza domande né obiezioni, capisci di aver appena mostrato loro qualcosa di diverso e di eccitante al quale loro non avrebbero mai pensato e a quel punto sai di aver ottenuto la parte.
Il film era ancora ad uno stadio primitivo ma dopo quell’incontro sapevo che se avessimo avuto l’ok per partire, le scene di azione sarebbero state tutte basate sul Systema.
Il suggerimento che mi ha fatto Derek è stato che ciascun combattimento avrebbe dovuto raccontare una storia. Con questo in mente e un’arma specifica per il delitto, ho cominciato il lavoro.
Lavorare con un attore del calibro di Richard Gere non è mai un compito ingrato.
E` un professionista completo, ha un fisico prestante, ed è molto educato e umile.
Gia’ all’inizio avevamo deciso che le scene di azione avrebbero dovuto basarsi sul Systema.
Ma come si fa a rappresentare un’arte istintiva come il Systema in un modo che si possa girare la scena più volte da diverse angolazioni? Fortunatamente sia il Systema che il sig. Gere sono molto malleabili e dal modo in cui è stata sviluppata la coreografia penso che questo lo si possa riconoscere e che ci si possa anche divertire mentre lo si guarda.
Francamente abbiamo speso la maggior parte dei primi due mesi lavorando duramente insieme per sviluppare le scene finali di combattimento, ma sfortunatamente durante il primo giorno di riprese, a causa di un incidente, il sig. Gere si è infortunato una spalla facendo una capriola e non abbiamo potuto finire. Abbiamo dovuto girare di nuovo sei settimane dopo in un posto diverso e avevo a disposizione solamente un giorno per sviluppare una nuova scena di combattimento, quindi l’azione lì è più concentrata, ma ho la sensazione che sia anche molto realistica.
Ho lavorato anche con Tamer Hassan, un bravo attore e un buon amico con molta esperienza di boxe e anche con Topher Grace, Stana Katic e Steven Moyer.
Frank Fileti, amico di lunga data e istruttore di systema, mi ha seguito a Detroit per aiutarmi nello sviluppo della scena principale di combattimento e, devo ammettere, ha fatto davvero la sua parte nel team. Se si guarda l’inizio della presentazione del film, si vede uno che viene bloccato nel traffico, quello è Frank.
Io recito la parte di un ufficiale militare russo e ho fatto anche un lavoro di controfigura per il Sig. Gere, qualche guida, arrampicata e roba simile. Ma lui ha fatto il 100% delle scene di combattimento tutte da solo usando solo la mia coreografia. E penso che abbia svolto un ottimo lavoro. Quando il mio amico Tamer di Londra ha visto un filmato recente mi ha detto col suo forte accento cockney – sembra proprio un professionista.
Ora, un anno dopo le riprese, sono anche emozionato di vedere il prodotto finito. E spero che chiunque abbia l’occasione di vederlo. Questo il link del trailer:
https://www.youtube.com/watch?v=pKRKoZIjiFK (https://www.youtube.com/watch?v=pKRKoZIjiFK)
Riguardo all’autore: Martin Wheeler è un istruttore avanzato di Systema certificato da Vladimir Vasiliev, e si allena e insegna dal 1998. Martin conduce lezioni regolari di Systema in California al Los Angeles School of Russian Martial Art. Pratica arti marziali da trent'anni ed è produttore cinematografico a Hollywood.
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Fico!!!
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A breve un resoconto dello stage di Systema tenuto a Varese da Konstantin Komarov sabato e domenica scorsi.. restate sintonizzati! :)
PS
Mi scuso in anticipo per essere tornato sul forum solo per inserire articoli e appuntamenti Systemici, ma chi mi "conosce" ;) sa che ho avuto un periodo molto pieno di impegni, marziali e non... appena riacquisterò uno stato d'animo consono al dialogo XD tornerò a disturbare queste pagine con i miei vaneggiamenti :D
PPS
Se poi non vi sono mancato neanche un pò... andate tutti affanxxxx!! ;D :halo: ;)
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A breve un resoconto dello stage di Systema tenuto a Varese da Konstantin Komarov sabato e domenica scorsi.. restate sintonizzati! :)
Lo aspetto con impazienza, visto che ci ha partecipato anche il mio maestro[1]!! :sur:
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A breve un resoconto dello stage di Systema tenuto a Varese da Konstantin Komarov sabato e domenica scorsi.. restate sintonizzati! :)
Lo aspetto con impazienza, visto che ci ha partecipato anche il mio maestro[1]!! :sur:
Che ho rivisto con piacere ;)...e che ha fatto complimenti positivi sia per gli argomenti sia per l'insegnante....
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Come preannunciato, passo a descrivere l'esperienza dello stage di Komarov. :)
Sabato mattina: levataccia sadica :'( e partenza da Bologna . Arrivo a Varese, saluti, allegria, preparativi, il nostro ospite arriva in perfetto orario, noi cerchiamo di partire altrettanto puntualmente ;) .
Gli argomenti del primo giorno (in cui si è sudato assai :D ) sono stati dedicati, come da programma, al condizionamento fisico del corpo attraverso la psiche. Detta così sembra una menata new age, ma in realtà ogni cosa che abbiamo fatto aveva diverse valenze didattiche. Esercizi fisici semplici che però, per essere eseguiti bene avevano bisogno di un notevole coinvolgimento psichico e mentale. A questo riguardo, innumerevoli sono stati i momenti in cui ci è stata ricordata l'importanza della respirazione come link tra l'intenzione e il risultato. Uno di questi esercizi-esperimenti-test, consisteva in cadute da varie altezze (in piedi, squat o inginocchiati) fatte tenendo gli occhi chiusi, spinti dal compagno di allenamento a velocità progressiva. E' stato interessantissimo notare quanto più morbidi diventano i movimenti in mancanza di stimoli visivi "disturbanti", come la tensione involontaria quando stai per toccare terra e hai paura di farti male... e già su questo ci si può lavorare un paio di mesi. :halo:
Verso la fine, ci viene anticipato qualcosa riguardo l'arma da fuoco: informazioni, principi, consigli, dritte che è bene sapere quando si vuole iniziare a studiare questo genere di cose.
Domenica mattina: sveglia più umana, megacolazione pantagruelica, breve passeggiata in una Varese semiaddormentata e caffè multipli con gli amici di stage, al bar lì vicino :D
Il secondo giorno (in cui ci si è intrippati fino al malditesta :spruzz: ) è stato prevalentemente affidato alla gestione della paura, del dolore e della "paura del dolore", somma assai più subdola delle sue componenti isolate :thsit:, il tutto sempre attraverso degli esercizi mirati anche a fornire le basi a tutto tondo del Systema (rilassamento, movimento, respirazione, postura..) che hanno compreso anche le basi dei colpi e del loro assorbimento. A degna conclusione, ci si è esercitati per qualche ora sui fondamentali di gestione della pistola :sur: . Tiro "istintivo", movimento di base e principi biomeccanici universali sono stati spiegati con una notevole precisione. Interpellato a riguardo, Konstantin ha anche fornito qualche spunto extra di lavoro nel caso di un operatore delle FFOO che si trovi a gestire, arma in pugno, un sospetto poco collaborativo a corta distanza (e lì sono stati dolori :spruzz: fra l'altro a me ha fatto un disarmo da pistola che lì per lì mi ha davvero impaurito :pla: .....).
In definitiva, è stato un ottimo stage. La presenza, diminuita nel pomeriggio di domenica per via di impegni vari di alcuni partecipanti, di circa quaranta partecipanti ha fatto si che venissimo seguiti in maniera personalissima da Konstantin. Ogni esercizio era preceduto da una sua introduzione teorica, dalla dimostrazione, dalla nostra esecuzione e dal suo commento a quanto visto fare. Preciso e accademico, se vedeva che la maggiorparte di noi ne aveva bisogno, faceva ripetere l'esercizio, come a dire "non uscirete di qua senza aver capito questa roba!" :D
In questo stage Konstantin ha confermato l'impressione data da chi lo aveva conosciuto prima: un professionista vivace e attivo, preciso e tremendamente bravo a farsi capire (in tutti i sensi... vi assicuro che anche se sembra piccolo picchia duro XD ed è anche molto "intimidatorio" :D ), anche al di là della traduzione simultanea. Fuori dallo stage, si è dimostrato un tipo simpatico e gentile, disponibile ma anche educato, e che alla fine della cena di sabato sera si era ormai perfettamente integrato nell'atmosfera Systemica italiana ;) .
Finisco questo resonconto ringraziando doverosamente in ordine sparso sia i Systemici più in vista ( ;) ) che coloro che hanno contribuito alla riuscita dell'evento: Palestre Sporting Fabio Sozzani, Ghost International, Europa Investigazioni, Alex Vulcano e Sulpm, Nero Corse, nonché Svetlana, la nostra deliziosa interprete dal russo :gh: !!
Ok, come dico sempre :D "a voi studio" :P
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Slideshow K. Komarov Systema Seminar (http://www.youtube.com/watch?v=8q4XTXWRbIQ#)Slideshow K Komarov Systema Seminar |
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alcune foto tratte dall'ultimo seminario con Konstantin Komarov
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(http://farm5.static.flickr.com/4140/5042783535_bcb8046402.jpg)
Combattimento a terra e
lotta corpo a corpo
Il combattimento a terra nel systema e la tradizionale lotta corpo a corpo appartengono a due
aree di studio diverse tra loro. La lotta corpo a corpo suggerisce dal nome esattamente cio` che
e`, un contesto tra due individui, a volte in movimento, a volte statici, ma in generale riguarda
l’agganciamento di due lottatori tra loro in un quadro dinamico di prese, contro prese, perni,
rotture degli arti e ostruzioni. Jujitsu, judo, wrestling e le forme principali di lotta corpo a corpo
rientrano in questa categoria. Tanto straordinarie quanto pericolose possano essere queste
forme, non soddisfano pero`realmente tutti i requisiti richiesti nel combattimento a terra.
Il sistema di combattimento a terra deve considerare un piu` ampio raggio di elementi rispetto
ad un contesto di volonta` e capacita` di vedere chi puo` colpire ancora. O anche rispetto ad
una situazione reale in cui si rompe l’arto di qualcuno o si soffoca fino alla morte.
L’approccio di un combattimento a terra deve guardare ad una immagine complessiva del
combattimento e amalgamarsi senza interruzione in una lotta corpo e corpo.
I sistemi che sono usati con successo nelle arti marziali miste come il Luta Livre, vari concetti
misti sulla boxe e sulla lotta corpo a corpo, il sambo a altri approcci intuitivi stanno portando
gli artisti sempre piu` vicino ad una vera mentalita` di combattimento e l’allenamento fatto in
questo modo sara` cosa normale per chiunque abbia il desiderio di incorporare questi metodi.
Non c’e` niente di paragonabile ad una resistenza genuina, ad una trama, una lotta e ad uno
scontro per affinare I sensi e migliorare la realta`.
Dopo tutto, quello che conta sono I fatti, come dicono nella mia patria. Ma questo non e` tutto
il quadro completo.
Il quadro piu` ampio deve includere anche una piu` ampia visione delle cose. Come ad esempio,
la lotta con e contro delle armi, dai bastoni, ai coltelli, alle palle, o qualsiasi altra cosa con
una estremita` o punta, dalla pistola al fucile, dal combattimento contro piu` persone, o piu`
persone armate, o tutta una miriade di altre situazioni in cui ti potresti trovare coinvolto.
Cosa si intende per terreno? “I materassini, come dice Vladimir, sono come un buon amico che
ti dice una bugia.” Ma cosa si intende per terreno? E` il duro pavimento della strada, una pietra
scavata in Afganistan, i bordi di un aeromobile, o il lato orrizontale di un tavolo sul quale hai
appena sbattuto….? Non lo so, ma so che dovresti almeno provare a sperimentare ciascuno di
essi e vederne le differenze durante un combattimento.
Ad una distanza minima la differenza principale tra il combattimento a terra e la lotta corpo a
corpo e` che quest’ultima riguarda maggiormente l’attacco ad un rivale, seguito dal pensare a
dei modi per sottometterlo, il tutto rimanendo legato ad esso, il che non e` sempre ideale in un
contesto totalmente istintivo.
Nel systema il combattimento a terra ad una minima distanza e` piu` un concetto di movimento
degli arti ed e` direttamente correlato all’aspetto della lotta corpo a corpo, i concetti principali
sono pressoche` identici.
Ad una distanza maggiore, o contro piu` persone o rivali armati, I principali sistemi di lotta
corpo a corpo raggiungono il limite della loro applicabilita`, le tecniche di permutazione si
rompono velocemente come gli stessi elementi vanno fuori controllo in modo esponenziale.
Nel systema queste domande fanno parte del processo di allenamento e vengono considerate
solo come un’espansione della conoscenza tattica richiesta per un combattimento a a terra.
E per quanto mi riguarda, solo i concetti fondamentali e un approccio intuitivo possono
funzionare in questi casi, e questi sono i concetti che vengono trattati nel DVD “The secrets of
Systema Ground Fighting”.
Il combattimento a terra implica la lotta da terra e non necessariamente lotta per terra. Svolto
in modo libero usando tecniche volte a sviluppare una buona capacita` per rimuovere dal
principiante le tecniche convenzionali della lotta corpo a corpo, puo` risultare ad effetto.
( fine 1 parte )
Articles by Martin Wheeler
GROUND FIGHTING AND GRAPPLING
traduzione Chiara DallaVecchia
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(http://rmasystemaitaly.files.wordpress.com/2011/12/varese_ok.jpg)
Finalmente è quasi pronto il secondo Dvd documento "storico" dello Stage con Master Konstantin Komarov che si è tenuto a
Varese il 22-23 ottobre scorso.Grazie all'impegno disumano degli appassionati del Rma Systema Italy si è realizzato un cofanetto con due dvd double-layer per un totale di 5 ore complessive .Attualmente penso a livello mondiale non esista una fonte archivio-didattica sul systema di questa portata .(ovviamente senza voler togliere meriti a nessuno)
grazie tutti per la passione, impegno e amicizia dimostratta in questo progetto
Promo DVD Komarov Varese Seminar. (http://www.youtube.com/watch?v=KixfedDnQNY#ws)Promo DVD Komarov Varese Seminar |
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...ma il tizio che viene picchiato da Komarov in copertina è il nostro Wolvie? XD
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Certamente :=)
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Ma come?
5 ore di video in cui il nostro povero Wolvie viene malmenato da dei russi? ??? :gh:
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fuori stage si continuava lo stesso XD
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fuori stage si continuava lo stesso XD
Si, però a suon di cicchetti di grappa!! :halo:
Ma come?
5 ore di video in cui il nostro povero Wolvie viene malmenato da dei russi? ??? :gh:
Azz... beh, per fortuna no... :( dopo 5 ore infatti inizierei a perdere la pazienza anch'io :-X :spruzz: :P
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Foto dello stage di sabato scorso (nella quale, forse, sono venuto bene, una volta tanto :D )
(http://imageplay.net/img/m7Gbd240964/Copia_di_Stage_nazionale.jpg) (http://imageplay.net/)
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Foto dello stage di sabato scorso (nella quale, forse, sono venuto bene, una volta tanto :D )
(http://imageplay.net/img/m7Gbd240964/Copia_di_Stage_nazionale.jpg) (http://imageplay.net/)
Sei anche in posa da "vecchio e saggio maestro"......
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Sei anche in posa da "vecchio e saggio maestro"......
Macchè, in quel caso mi sarei atteggiato più o meno così :sbav: ...
(http://www.braingell.com/wp-content/uploads/2010/11/lemmy.jpg)
Grazie ancora per aver partecipato anche tu, Gy' ;) ...
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Finalmente sono pronto i nuovi dvd didattici Systema eseguiti dall'istruttore Luca Chiarato
Promo Dvd "uscire dalle prese"
http://youtu.be/sE-1LUYoW6khttp://youtu be/sE-1LUYoW6k |
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Promo dvd "Fondamentali Disarmi di Coltello "
http://youtu.be/6CuB_v0oRzchttp://youtu be/6CuB v0oRzc |
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(http://www.sv-design.org/blog/wp-content/uploads/2011/12/buon-natale-011.jpg)
Rma Systema Italy augura un buon Natale a tutti systemisti ,a tutti i partecipanti del forum ,ai moderatori e alle vostre famiglie
Non magnate troppo :D
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Systema Russian Martial Art Systema Breathing (https://www.youtube.com/watch?v=M8f6WpBxn3M#)
Controlla la tua tensione by Vladimir Vasiliev
Nel condizionamento dI Systema, noi proviamo a creare degli esercizi che ci possano guidare direttamente verso i più alti livelli di abilità del combattimento.
Gli esercizi di addestramento non sono disgiunti dall’arte marziale, ma piuttosto ne formano una base energica per tutti i movimenti di attacco e difesa
Una delle variabili che interferisce con la nostra efficacia di movimento in qualsiasi scontro è la tensione.
Vorrei presentare un po’ di utili esercizi fisici che possono aiutare a controllare la propria tensione, e al tempo stesso fortificare il corpo e sviluppare l’uso della respirazione.
Questa progressione può essere utilizzata anche da sola, indipendentemente dagli altri esercizi, in ogni caso. Tuttavia, costituisce un espansione dei principi descritti nel nostro manuale "LET EVERY BREATH... Secrets of the Russian Breath Masters" e il relativo DVD "SYSTEMA BREATHING".
I movimenti chiave in sequenza per controllare la tensione sono descritti più avanti. Ma se siete dei principianti, consiglio di fare riferimento sia al libro che al DVD per comprendere più profondamente altri aspetti dell’addestramento respiratorio del Systema.
Ora, andiamo a praticare un avanzato…
Controllo della Tensione – Parte superiore del corpo.
Questo lavoro è un’altra espansione dei “metodi di rilassamento e tensione” descritti accuratamente nel capitolo 8 di “LET EVERY BREATH”. Ci aggiungiamo una nuova dimensione, il controllo della tensione per effettuare un lavoro (in questo caso, flessioni).
Come chi avrà già letto il manuale saprà, noi ci concentriamo sui tre gruppi muscolari maggiori:
flessioni per la parte alta del corpo, addominali e dorsali per il tronco e piegamenti per le gambe. In questa presentazione, il Controllo della Tensione verrà spiegato sulla base dell’esercizio di flessioni sulle braccia.
Nella prossima newsletter prenderemo in esame anche gli altri esercizi.
Per ulteriori dettagli riguardo la postura del Systema nella flessione, ci si può documentare nel capitolo 5 del libro o guardare il DVD.
1. PREPARAZIONE GENERALE
-Iniziare in qualsiasi posizione comoda, seduti o sdraiati, ed espirare l’aria dai polmoni
-Inspirare lentamente, contraendo tutto il corpo con la stessa lentezza
-Trattenere il tempo necessario affinché ogni parte del nostro corpo sia tesa completamente
-Espirare lentamente, rilassando tutto il corpo con la stessa lentezza
-Trattenere il tempo necessario affinché ogni parte del nostro corpo sia rilassata completamente
-Ripetere non meno di 6 volte o più, se si vuole.
Alla fine, ci si accorgerà che la respirazione sarà più calma e lenta, e che contrarre o rilassare il corpo sarà diventato più facile.
2. PREPARAZIONE SPECIFICA
-Inspirare e contraere gradualmente solo i muscoli che si useranno per la flessione, cioè quelli delle braccia, tenendo però il resto del corpo (anche le spalle) rilassate
-Espirare e rilassare gradualmente i muscoli delle braccia
Adottare la stessa modalità dell’esercizio precedente, ripetendo almeno 6 volte
3. IN POSIZIONE
- Continuando a respirare naturalmente, mettersi in posizione da flessione
- Inspirare e tendere le braccia e il resto del corpo
- Espirare e rilassare le braccia e il resto del corpo
- Ripetere 2 o 3 volte, abbastanza da sentire il proprio corpo come un tutt’uno
Questo esercizio è molto utile, poiché di solito appena si sta per fare uno sforzo, si forma inconsciamente della tensione involontaria nelle parti del corpo che useremo e nelle aree più deboli.
Con questo paio di atti respiratori fatti in posizione da flessione, la tensione inconscia diventa consapevole, volontaria. A quel punto, diventiamo consapevoli di tutto il nostro corpo, e anche il flusso sanguigno è distribuito più uniformemente. Il principio è che non bisogna sottoporre alcuna parte del corpo a un superlavoro non necessario. Questo protegge le aree più deboli, previene infortuni e si concretizza nell’incredibile guadagno di potenza che avrete sperimentato (e di cui forse vi siete meravigliati) durante una lezione o uno stage di Systema.
4. LOCALIZZARE LA TENSIONE
- Inspirare abbastanza velocemente, e al tempo stesso contrarre tutto il corpo tranne le braccia
- A un certo punto fare 7 flessioni complete con il Burst Breathing (Molti di voi sanno già cos’è, ma nel caso non lo sappiate, si tratta di una breve e rapida inspirazione con il naso seguita da una espirazione fatta con lo stesso ritmo con la bocca, con l’aria espirata che apre dolcemente le labbra per uscire. Si può vedere chiaramente sul DVD e nel libro, a pagina 69). Questo tipo di respirazione permettere di tirare via dolore e fatica dai muscoli e minimizzare lo sforzo fatto dal cuore, in quanto l’afflusso di ossigeno è ininterrotto, a prescindere dallo sforzo fisico che si sta facendo.
- Ora, inspirare ancora e stavolta tendere le braccia lasciando il resto del corpo rilassato e fare 7 flessioni complete con il Burst Breathing.
- Poi, tendere tutto il corpo e fare altre 7 flessioni, ancora con il Burst Breathing
- Infine, rilassare il corpo e fare altre 7 flessioni, sempre con il Burst Breathing
C’è da rimanere meravigliati da come sarà facile fare queste ultime flessioni. Le persone che vengono ad allenarsi dicono spesso che sembra stiano volando, questo perché hanno imparato a controllare la propria tensione.
5.VARIAZIONI PER AUMENTARE IL CONTROLLO
Invece del punto 4 si può provare a fare questo:
- Inspirare gradualmente e fare una flessione tendendo solo il corpo man mano che si scende. Completare l’inspirazione e “costruire” la tensione del corpo per tutto il movimento discendente, mentre le braccia stanno rilassate.
- Espirare e risalire altrettanto lentamente rilassando il corpo, in modo da arrivare al punto superiore con tutta l’aria espirata e il corpo completamente rilassato.
Ripetere 10 volte.
- Inspirare gradualmente e fare una flessione tendendo solo le braccia man mano che si scende. Amplificare l’inspirazione e “costruire” la tensione delle braccia per tutto il movimento discendente, mentre il resto del corpo sta rilassato. Completare l’inspirazione e “costruire” la tensione nelle braccia per tutto il movimento discendente, mentre il corpo rimane rilassato.
- Espirare e risalire con lo stesso criterio, rilassando le braccia.
- Ripetere lo stesso pattern, combinando lo scendere e il risalire con l’inspirare e l’espirare.
- Ripetere 10 volte ognuna di queste varianti.
- Per concludere, fare più flessioni possibili in qualsiasi modo e con qualsiasi pattern ci sembri più comodo,
ed osservare il risultato.
Ovviamente, non dimenticare di bilanciare questi esercizi con gli altri due, cioè gli squat e gli addominali-dorsali. E’ utile per la circolazione, la pressione sanguigna e la psiche.
Una volta completata la sequenza di controllo della tensione per la parte alta del corpo di cui abbiamo parlato nella precedente newsletter, si può procedere per la parte mediana. Gli esercizi di base per questa parte sono gli addominali (Sit-Ups) e i dorsali (Leg Raises). Per i dettagli sulla corretta postura da assumere durante questi esercizi documentarsi pure sul capitolo 6 di “Let Every Breath...” o guardare il DVD “Systema Breathing”.
1. PREPARAZIONE GENERALE
- Mettersi in posizione comoda distesi sulla schiena ed espirare l’aria dai polmoni.
- Se avete appena finito di lavorare sulla parte alta del corpo, forse ci sarà un po’ di tensione nei muscoli usati per le flessioni, quindi respirate profondamente sei volte (come sempre, inspirare con il naso ed espirare con la bocca) e “cercare” queste aree problematiche di tensione nel proprio corpo, non solo nelle braccia. Rendersi conto delle aree di tensione del proprio corpo dovrebbe essere fatto prima di qualsiasi esercizio, perché permette di identificarle, localizzarle e lavorarci su.
- Inspirare, e mentre lo si fa tendere tutto il corpo
- Trattenere il tempo necessario affinché tutto il corpo sia completamente teso
- Espirare, e rilassare tutto il corpo
- Trattenere il tempo necessario affinché tutto il corpo sia completamente rilassato, ripetendo il tutto anche due o tre volte, se si vuole. L’obbiettivo è quello di “coprire” o di “diluire” le piccole aree di tensione, in modo da poter guadagnare tono muscolare, ridurre le aree di debolezza e potenziare tutto il corpo.
2. PREPARAZIONE SPECIFICA
- Inspirare e tendere gradualmente solo la parte superiore del corpo, dalla vita in su, tenendo rilassata quella inferiore
- Espirare e rilassare gradualmente la parte superiore del corpo
- Ripetere due o tre volte
- Inspirare e tendere gradualmente solo la parte inferiore del corpo, dalla vita in giù, tenendo rilassata quella superiore
- Espirare e rilassare gradualmente la parte inferiore del corpo
- Ripetere due o tre volte
Per questo e altri esercizi, bisogna rendere il proprio respirare indipendente dal lavoro muscolare, quindi provare ad alternare l’interazione fra il respiro e la contrazione/decontrazione. Per esempio, la prossima volta tendere la parte superiore del corpo mentre si espira, e fare lo stesso con la parte inferiore. Fare riferimento al “principio di indipendenza del respiro” a pagina 48 di “Let Every Breath”.
3. COSTRUZIONE GRADUALE
- Mantenendo la stessa posizione, inspirare gradualmente e contemporaneamente contrarre ed alzare le gambe tenendole distese; se si può, completare il semicerchio e toccare con i piedi il pavimento dietro la testa. La vera difficoltà di questo esercizio è che ci si trova a dover inspirare mentre il corpo e le gambe si contraggono, fino a che il massimo dell’atto inspiratorio si ha al massimo della contrazione muscolare.
- Espirare, rilassando le gambe e riportandole al punto di partenza.
- Ripetere da 7 a 10 volte
- Inspirare, ed a un certo punto espirare e contemporaneamente alzare le gambe contraendole, come nell’esercizio precedente
- Espirare, e ritornare al punto di partenza come nell’esercizio precedente
- Ripetere da 7 a 10 volte.
Questo è un esercizio estremamente pratico, dà un modo ideale di controllare il proprio movimento, respiro e tensione. Costruisce resistenza muscolare e connettiva (tendini e articolazioni) e rafforza la psiche, perché richiede pazienza, concentrazione e calma. Previene gli infortuni, e aumenta la sensibilità al movimento e ai cambiamenti interni al corpo. Una volta padroneggiata, questa abilità diventerà parte integrante del proprio addestramento marziale ma anche della propria vita quotidiana.
4. LOCALIZZARE LA TENSIONE ALZANDO LE GAMBE
- Nella stessa posizione, inspirare e tendere il corpo dalla vita in su, mentre il resto del corpo è rilassato e alzare le gambe come prima, usando il Burst Breathing per tenere più completo e fluido il movimento.
- Ripetere 7 volte
- Ora inspirare e tendere solo le gambe, mentre il resto del corpo è rilassato. Iniziare il Burst Breathing, tenere le gambe tese e fare tutto il movimento
- Ripetere 7 volte
5. LOCALIZZARE LA TENSIONE NEI SIT-UP
- Inspirare e tendere solo la parte superiore del corpo tenendo le gambe rilassate, iniziare il Burst Breathing e alzare il corpo sedendosi, tenendo la schiena dritta
- Ripetere 7 volte
- Inspirare e tendere solo le gambe, tenendo la parte superiore del corpo rilassata, iniziare il Burst Breathing e alzare il corpo sedendosi, tenendo la schiena dritta
- Ripetere 7 volte
6. LAVORARE IN COMPLETA TENSIONE
- Ora, tendere tutto il corpo e fare 5 alzate di gambe e 5 sit ups aiutandosi con il Burst Breathing.
7. LAVORARE IN COMPLETO RILASSAMENTO
- Per finire, rilassare tutto il corpo, respirare in maniera normale, calma, e rilassata e fare 5 alzate di gambe e 5 sit ups
Apprezzatene i risultati…
Come molti praticanti di Systema avranno notato, i punti 4, 5 e 6 riguardanti l’intensificare e localizzare la tensione sono più difficili da fare della costruzione graduale della tensione. Padroneggiare quei principi è di grande utilità. Sviluppa una totale capacità di multitasking, come l’abilità di fare un lavoro morbido e preciso con una parte del corpo e di farne in contemporanea uno pesante con un’altra parte. Ad esempio, tenere dolcemente un bambino per la mano in strada mentre con l’altra portiamo un peso, senza sforzo. E’ possibile inoltre notare la capacità di tenere simultaneamente diversi livelli psicologici sia di concentrazione che di emozione.
In aggiunta, vi prego di notare i grandi benefici del Burst Breathing. Siamo costantemente tesi nella nostra vita quotidiana, e si solito non ne siamo neanche consapevoli, nonostante ci sia di sicuro un segno di questa tensione, cioè il respiro interrotto. Mentre state facendo questi difficili esercizi, vi sforzate di fare il Burst Breathing, in modo da respirare in continuazione e prevenire ogni accumulo di tensione eccessiva. Quindi, invece di tenderlo troppo, si acquista una tensione funzionale nel gruppo muscolare, esattamente sufficiente a poter compiere lo sforzo. Si diventa più sani, più efficienti in qualsiasi cosa si faccia.
(tratto da russianmartialart.com )
rmasystemaitaly.it
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https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=mKJ5hPL_gJ4# (https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=mKJ5hPL_gJ4#)!
CONSIDERAZIONI TRATTE DA UNA LEZIONE
by Vladimir Vasiliev
Un essere umano è un sistema completo, e per questo dobbiamo rendere tale anche il nostro addestramento (è questa la ragione per cui il nostro approccio didattico si chiama Systema)
Molti sport e arti marziali hanno come presupposto che chi inizi l’addestramento sia già in buona forma. Ma nei fatti non sempre è così. Parametri fisiologici come frequenza cardiaca, pressione sanguigna, capacità polmonare, postura, resistenza e scioltezza di muscoli e articolazioni e condizioni mentali sono raramente quelle ideali. E ancor meno è facile che uno sia già in possesso di una psiche stabile ed equilibrata, libera da paura e altre emozioni dannose.
Detto questo, ci poniamo come obbiettivo:
- Rendere l’addestramento un processo graduale di ripristino delle condizioni di salute che possiamo aver perso;
- Costruire le nostre abilità, correttamente supportate dalle nostre capacità fisiche e psicologiche;
- Aiutare il compagno d’allenamento a raggiungere il nostro livello di abilità e forma fisica, in modo da poter “crescere” sempre di più grazie a lui, e viceversa.
Quindi, le considerazioni di addestramento sono:
1 - Usare la respirazione come fondamento di tutto ciò che si fa. A lezione, assicuratevi che sia voi che i compagni di allenamento respiriate sempre correttamente, a prescindere da ciò che succede. Sarete ancora più in grado di rilassarvi, recuperare e calmarvi psicologicamente. (Leggere come e perché in “Let Every Breath…”)
Un comune esempio di interruzione dannosa della respirazione può essere un podista che trattiene il respiro negli ultimi metri davanti al traguardo o un sollevatore di pesi che va in apnea durante l’ultima ripetizione. Questi atleti potranno anche raggiungere il risultato, ma avranno provocato un certo danno al cuore, forzandolo a lavorare di più per compensare quella mancanza di ossigeno.
Ogni praticante di Systema con un minimo di esperienza sa bene che il miglior modo di mantenere un movimento fluido continuo è tramite la respirazione. Trattenere il respiro costringe a interrompere il movimento. Invece, anche se si viene costretti a stare fermi, continuando a respirare ci si continuerà a muovere.
2 - Tenere la postura naturale del corpo in ogni movimento. Schiena dritta e una buona postura mantengono rilassati e calmi, aiutano il cuore, i polmoni e il sistema nervoso a lavorare per bene. Scioltezza, calma e naturalità del movimento sono legate alla giusta postura. Un esempio banale può essere la camminata di un leone: fluida e mobile vista da fuori, piena di potenza, concentrazione e prontezza nello scatto, dentro.
Inoltre, ogni posizione innaturale rende molto difficile assorbire i colpi. E, ancora più importante, l’avversario individuerà subito il punto debole di questa postura, e lo colpirà senza pensarci due volte.
3 - Elasticità “fisica” e “psicologica” saranno discusse in un prossimo articolo.
4 - Praticate l’uso dei colpi in maniera correttamente progressiva (iniziare appoggiando le mani, poi continuare con spinte e pressioni, combinare il contatto con la respirazione ecc., come avevamo già detto nel precedente articolo). In questo modo impariamo a gestire la normale paura di farci male le mani e il corpo durante i colpi, evitando di stare troppo tesi. Infatti questo esercizio rende abili nel “vedere” dove colpire, cioè le aree di tensione o di reazione sul proprio compagno. Poi aiuteremo lui a fare lo stesso, a recuperare da vecchi colpi mai assorbiti, e a sbarazzarsi di tensione e paura tramite patterns respiratori.
Uno degli obbiettivi del colpire è quello di “rompere il guscio”. E infatti bisogna farlo per bene, come quando si deve rompere un uovo; bisogna usare abbastanza forza per aprire un buco nel guscio, ma se è troppa romperemo tutto e distruggeremo il contenuto. E questa situazione sarebbe molto difficile da “aggiustare”. Può sembrare che alcune persone siano in grado di incassare pugni anche molto forti, ma questa “resistenza” è spesso costruita da strati di paura che rafforzano sì questo guscio, ma lo fanno crescere verso l’interno, togliendo posto al vivo e mobile “spazio interno” del corpo. Il risultato finale consisterà in maggiori danni fisici e perdita della salute.
Quindi, bisogna provare ad avere un approccio di allenamento globale e completo: arrivo in palestra, lavoro di “costruzione” delle abilità, esecuzione corretta degli esercizi, recupero e condivisione in modo da progredire continuamente.
This article was published on October 31, 2006.
russianmartialart.com
rmasystemaitaly.it
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er il momento in versione inglese....
PERSONAL INTERVIEW WITH MIKHAIL RYABKO by Vladimir Vasiliev
FROM A PERSONAL INTERVIEW WITH MIKHAIL RYABKO
Question to Mikhail:
In your opinion, what makes stick a good weapon?
Reply:
I like it because it is easy to get for training and easy to find in most situations outdoors and indoors.
Also, a stick is not classified as a dangerous weapon; anyone is allowed to have one.
In a confrontation, stick allows you to keep your opponent at a distance and it works well against a knife.
In addition to that, I like the fact that stick training prepares you very well for working with a sword.
Question:
In your Stick Seminars you show such a multitude of exercises and drills. Why is it necessary to have so many?
Reply:
Stick exercises build the foundation for solid stick application. Endurance and mobility lay within our tendons more so than within the muscles. Thus we need to enhance our tendons with these specialized drills. We are not able to work effectively with any weapon or any partner unless we have strength in every part of the range and every position of the body. We also ought to maximize our general physical ability and that is why we combine any weapons work with breath training.
Most of the drills we covered in the Stick Seminars are so clear and comfortable to do that people can start practicing them at any age.
Question:
At what age did you start training with a stick?
Reply:
I was exposed to some weapons training since an early age of four. It rarely happens in our modern world, but I was fortunate to use the weapons (such as a stick) as tools for physical labor. There is a great benefit to practical use of weapons at the age when you are not very strong. You learn to hold and handle things properly, efficiently. I was taught that every weapon and tool we use has its own identity and is to be treated with respect and control.
Question:
How can one develop subtle and precise stick strikes?
Reply:
This is an important goal that we work on in class. In brief, you use the wrist motions without the use of the entire arm.
Question:
One of the things you suggest at the seminars is An Instant Warm Up with a Stick that warms up the body in 1 minute. How is it different from just running or jumping for 1 minute?
Reply:
Traditional warm ups create superficial effect on the muscles. These specialized Stick drills produce a deep internal effect.
Question:
At the recent seminar in New York you tied up your opponent with the stick. Can you tell us what was it that you actually did?
Reply:
If you watch this episode closely, well before he ended up on the floor and stuck to his stick, I put his wrist in such a position that his joint perception was altered. The wrist was in such an uncomfortable position that he could not feel it. Then I did the same with his shoulder by slightly bringing it out of the socket. He was not hurt at all, but because of these altered joint perceptions he just was not able to move the muscles.
Question:
Do you see any limitations in stick training and application?
Reply:
There is one big limitation or obstacle. And that is our personal laziness. If we overcome that the possibilities are amazing.
Watch Stick Seminars DVD and learn.
This article was published on April 16, 2008.
russinamartialart.com
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Systema, tempo di reazione neurologico e apprendimento
Articolo scritto dal dr. Andrea Bisaz e pubblicato sulla newsletter di RMA Systema Headquarters.
Un fattore importante nelle arti di combattimento è la velocità di risposta ad un determinato attacco. Come sappiamo, questo dipende da molti fattori diversi. Un intervento tempestivo è fondamentale per avere la meglio contro un avversario. Diverse discipline di combattimento hanno messo in atto diverse strategie per ottenere un vantaggio nel tempismo.
Un approccio comune a molti professionisti, come squadre speciali, gruppi SWAT ecc. è quello di utilizzare solo una manciata di tecniche molto generali, applicabili sulla base delle abilità motorie dei muscoli “maggiori”.
L'idea alla base di questo approccio è la seguente:
- Uno, diminuire il tempo di decisione della mente, per abbreviare così il tempo di reazione (tempo di risposta) a un determinato attacco.
- Due, queste abilità motorie devono permettere alle persone di reagire anche sotto pressione.
Mentre la risposta nel nostro cervello all'attacco fisico è molto complessa e variegata, c'è un aspetto interessante, che vorrei discutere. È importante però comprendere il tempo di risposta dell'approccio subconscio (Systema) in opposizione all’approccio cosciente menzionato sopra.
E’ relativamente poco noto che quando il nostro cervello si prepara per un movimento, ad esempio in risposta ad un attacco contro la nostra persona, dovrà sempre fare un dry-run, un “giro a vuoto” prima, senza attivare i muscoli e senza la consapevolezza cosciente. Questo significa che il cervello ha qualcosa di simile a un emulatore. Prima di diventare consapevoli del nostro movimento, il nostro cervello attiva “a vuoto” il movimento attraverso le sue mappe. Ciò comprenderà l'attivazione ormonale, variazioni di pressione del sangue e tutti gli adattamenti psico-fisiologici consueti. L'unica cosa che manca è l'attivazione dei nostri muscoli (e della nostra consapevolezza). Solo seguendo questo giro a vuoto il nostro movimento diventa cosciente e noi eseguiamo questa azione attivando i nostri muscoli. Alla nostra mente conscia questo movimento appare spontaneo e originale, dato che non siamo consapevoli del fatto che in realtà lo abbiamo già fatto nel nostro cervello.
Ora qui è la differenza: se il movimento è diretto dalla nostra mente subconscia o come la vogliamo chiamare, e se il movimento avviene spontaneamente, allora la nostra risposta cosciente sarà la seconda. Tuttavia, nell'esempio del controllo della mente cosciente (SWAT team, forze speciali ...), se è necessaria la selezione di una tecnica, allora il cervello ripete il dry-run con la tecnica prescelta, prima di attivare i muscoli ripetendo un terzo percorso.
Mentre la scelta tra un piccolo numero di tecniche diminuisce sicuramente i tempi di selezione, rimane ancora il terzo percorso adempiuto completamente dal cervello quando si ha l'applicazione a mente consapevole. Nel Systema, tuttavia, ci si basa su una risposta subconscia, il che significa che si è in grado di agire già al secondo ciclo.
Anche se questo vantaggio alla fine rappresenta solo una frazione di secondo, è tuttavia molto significativo.
Questo però non è tutto. Dove hanno origine le idee iniziali del cervello per la risposta subconscia? I neurologi fanno riferimento a questi movimenti di reazione improvvisa come modelli d'azione fissi (FAP: fixed action patterns). Il FAP è un sistema scelto dalla selezione naturale finalizzato una riduzione del tempo di scelta e decisione.
In altre parole, attraverso le esperienze passate il corpo ha imparato a reagire in un certo modo in determinate circostanze (Trigger Event), e al fine di ridurre il tempo di reazione, un rapido "pacchetto movimento" viene applicato in modo coordinato in caso di necessità, senza che ogni volta il cervello debba lavorare per reinventarselo o riscoprirlo.
Questi modelli sono molto radicati nel nostro sistema di risposta. Essi possono variare dalle azioni di fuga molto semplici a schemi di movimento complessi. Tuttavia, ciò non li rendono la scelta migliore o più efficiente in ogni circostanza.
Lasciatemi fare un esempio: se si tocca un oggetto caldo, si ritirerà la mano immediatamente tramite un FAP, e fin qui va benissimo. D’altra parte, se qualcuno vi afferra il dito in una presa, questo stesso FAP verrà attivato mettendovi in una situazione molto peggiore, magari facendo addirittura aumentare la pressione della presa. Come possiamo cambiare questa situazione, e come possiamo
cambiare un FAP o qualsiasi altro movimento di reazione rapida? ... La risposta è nell’addestramento. Un buon addestramento può permettere di “bypassare” certi FAP.
Diamo un'occhiata a questo un po’ più da vicino. Il cervello contiene mappe del corpo sparse in tutte le sue diverse aree. Le più elementari e conosciute sono la motorietà primaria e le mappe sensoriali, chiamate anche “homunculi”. Queste mappe del corpo interagiscono in modo gerarchico dal grado più basso a quello più alto. Le informazioni dal corpo entrano nella mappa sensoriale primaria e poi risalgono attraverso elaborazioni complesse e procedure costanti di rivalutazione fino agli strati più alti di mappe. Più in alto si spostano, più informazioni si installano nella trasformazione di un’azione come le emozioni, ricordi, immagini del corpo, credenze, modelli di dolore ecc, ecc. Durante il tragitto, le informazioni vengono di nuovo costantemente alimentate a valle della catena per una nuova valutazione e conferma con le nuove informazioni sensoriali appena acquisite.
Alla fine, l'azione appropriata è decisa ed emulata, quindi alimentata giù attraverso la gerarchia e dritta per le mappe motorie primarie, da cui si attivano i muscoli e il movimento cosciente. Teniamo a mente che queste procedure complesse e interazioni prendono delle frazioni di secondo per verificarsi. Possiamo anche vedere che non importa quanto ci si provi, ogni azione è associata a un emozione. Potremmo non essere consapevoli di ciò, ma questo processo è inevitabile!
Attraverso un addestramento costante, si può insegnare al proprio corpo come comportarsi usando dei patterns di risposta a particolari situazioni. Ora, la cosa interessante è che si possono insegnare comportamenti specifici (tecniche) oppure risposte basate sui principi del corpo come movimenti generali spontanei. La differenza è che si può anche permettere al corpo di trovare la propria soluzione ai problemi, fino a che si mantiene la capacità di sfruttare movimenti spontanei, efficienti e naturali, come ad esempio si fa nel Systema.
Per far sì che questa vasta gamma di applicazioni del corpo siano utili, dobbiamo capire che il sistema nervoso funziona tramite ciò che noi chiamiamo agevolazione. In termini semplici, questo significa che più usiamo un’azione più è probabile che la stessa azione verrà scelta la prossima volta. Ora, se usiamo una azione-specchio più e più volte, ci troveremo a rafforzare questa azione in modo specifico come un FAP, per essere utilizzato da ciò che è considerato come situazione causa (Trigger Event). Tuttavia, se continuiamo a variare i movimenti specifici, pur mantenendo costante il modus operandi, e cioè un calmo e rilassato movimento, quindi la qualità di questa abitudine si comincia a instillare come una risposta FAP senza che vi sia allegato uno specifico schema di movimento iper-facilitato. Il cervello poi ci accoppia la scelta del modello di movimento che considera più appropriato. Si attingerà a schemi di movimento familiari che sono stati ormai formati, ma tuttavia ci sarà più 'libertà', che sarà vantaggiosa per adattarsi con precisione alle singole situazioni.
Once the initial subconscious response has taken place, we can include a consciously directed action if necessary, as we can perform it concurrently with the already happening responses, thus, we do not suffer an apparent time delay. In simple terms, the brain is multitasking (although strictly speaking due to the on/off nature of the nervous system it is actually an alternating action).
A subconscious approach requires a certain level of faith, as we teach ourselves principles, hoping that the best response will be chosen subconsciously at a time of need. It is a very different approach to training specific names and techniques for specific situations.
Una volta che la risposta iniziale subconscia ha avuto luogo, possiamo includere un’azione diretta consapevolmente, se necessario, in quanto siamo in grado di eseguirla in concomitanza con le risposte che già avvengono, quindi non abbiamo un ritardo apparente di tempo. In termini semplici, il cervello è multitasking (anche se strettamente parlando, per via della natura “on / off” del sistema nervoso, in realtà opera un’azione alternata).
Un approccio subconscio richiede un certo livello di confidenza, dato che apprendiamo dei principi, nel fatto che la migliore risposta sarà scelta inconsciamente nel momento del bisogno. Si tratta di un approccio molto diverso dall’addestramento di tecniche specifiche per situazioni specifiche.
Un vantaggio dell’approccio “sui principi” rispetto a quello “sulla tecnica” è che il cervello non si “annoia” attraverso ripetizioni infinite dei movimenti stessi, dato che alla fine ogni movimento è leggermente diverso e in qualche modo “nuovo”. Una volta che i principi si sono affermati, si verifica una cosa meravigliosa: invece di una serie limitata di “risposte tecniche”, ora abbiamo una serie illimitata di “risposte principio'” a disposizione (spesso indicate come “memoria del corpo”). Abbiamo addestrato i nostri corpi a elaborare creativamente delle proprie soluzioni per una determinata situazione. Naturalmente il corpo vorrà sempre sviluppare le proprie idiosincrasie preferite, in gran parte a causa della facilitazione neurologica, parametri del corpo individuali e capacità del singolo praticante.
E’ anche molto importante ricordare che il rilassamento è assolutamente indispensabile per poter lavorare inconsciamente. Quando siamo afflitti da tensioni (paura, aggressività, ecc) i nostri cervelli perderanno la capacità di essere creativi, multitasking ed eventualmente funzionare in modo efficiente. Molto è stato scritto sugli effetti debilitanti della tensione sulla nostra prestazione, soprattutto nella situazione lotta-fuga. Non è scopo di questo articolo discutere di questo, ma vorrei semplicemente sottolineare che è fondamentale lavorare in modo rilassato, se vogliamo infondere inconsciamente il movimento in modo efficiente.
E’ anche importante, quando ci si addestra su situazioni di conflitto, integrare regolarmente l'interazione uomo-uomo con contatto significativo, come colpi, comportamenti aggressivi e simili. Ciò contribuirà a fornire adeguati eventi trigger e aiutare anche nella revisione di “approccio e comportamenti elusivi” specifici e già presenti nel FAP. Se fatto correttamente, contribuirà anche a ridurre la paura e il dolore provocati dalla tensione.
Un altro punto interessante è che la ricerca ha dimostrato come l’addestramento lento a movimenti complessi riduca in modo significativo il tempo di apprendimento necessario per quei movimenti... Vi suona familiare?
Ora, più addestriamo il livello più in basso della gerarchia di mappe cerebrali più spostiamo il processo vero e proprio. Ciò significa che dopo molti anni di addestramento le nostre risposte di principio possono essere trattate per lo più nelle nostre mappe motorie primarie. A questo punto, abbiamo fatto nostro il sistema e rispondiamo istintivamente e spontaneamente con delle FAP, in base alla nostro addestramento. In altre parole, la nostra mente subconscia inizierà ora a rispondere spontaneamente ad un attacco in un modo fluido, creativo e intelligente
proprio come nell’addestramento, anziché in un modo frenetico, improvviso e teso. Con una pratica adeguata, saremo anche in grado di lavorare con un coinvolgimento molto meno emotivo e meno dirompente, meno basato sulla paura e sulla tensione.
Ovviamente, anche l’addestramento basato sulla tecnica può ignorare la risposta spontanea FAP, tuttavia, se continuiamo a coinvolgere la nostra mente cosciente per le scelte tecniche, dovremo ancora reagire attraversando per forza il “terzo cervello”. Allo stesso modo, se i praticanti di Systema non colgono il concetto di azione subconscia per via di errori nell’addestramento o mancanza di confidenza, allora anche loro risponderanno solo alla terza prova. Ciò è particolarmente evidente nei nuovi studenti e cambia solo dopo un allenamento considerevole.
Come già detto, è molto accettabile, anche consigliabile utilizzare decisioni coscienti durante un conflitto fisico, ma il trucco è che non si deve iniziare con una azione cosciente se la situazione è provocata “spontaneamente”. Piuttosto, si mescola con parsimonia tra un sacco di lavoro subconscio. Questo ridurrà al minimo le interferenze e lascerà che il vostro lavoro sia fluido, veloce e naturale, pur mantenendo un certo controllo cosciente e strategico.
Tutto questo può sembrare semplice, come può sembrare facile e naturale il movimento di un professionista competente di Systema, ma è in realtà molto difficile da raggiungere. Difficile, in quanto ci vuole dedizione e anni di formazione consapevole per acquisire questo naturale ed efficace processo di risposta subconscio/cosciente, quando si è sotto attacco o stress. Una buona dose di giocosità, la dedizione e la fiducia in sé stessi può rendere questo percorso spettacolare, gioioso e soddisfacente. Per non parlare della visione della nostra persona e delle nostre emozioni, che si può ottenere attraverso l'introspezione e attraverso la sensibilità durante l’addestramento.
L'Autore: Dr. Andres Bisaz è un Istruttore di Systema della RMASystema-Australia a Melbourne, e insegna Systema dal 2005.
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questa è la massima risoluzione che sono riuscito a fare :)
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Impatto del Systema sull’addestramento professionale.
Articolo di Brandon Sommerfeld pubblicato il 21 luglio 2009.
Vorrei cogliere l'occasione di condividere con voi il modo in cui il Systema ha avuto un impatto sul tipo di formazione fornita presso l'International Training Inc. (ITI) in Virginia. L’ITI, una divisione della WSI, addestra circa 5.000 studenti all’anno in una varietà di discipline, come ad esempio le operazioni di sicurezza, la guida istintiva e fuori strada, l’uso di armi da fuoco, combattimento, operazioni di servizio di protezione (PSO), e altri corsi speciali. I nostri clienti sono forze militari multinazionali, forze dell’ordine e privati cittadini. Il livello di competenza della nostra clientela è estremamente elevato, variando da quello di operatori qualificati ad alto profilo fino a quelli a basso profilo, che lavorano in una varietà di ambienti ad alto rischio.
Sono stato un praticante di arti marziali fin dal 1971, e dal 1983 sono stato impegnato nella progettazione e lo sviluppo di vari programmi tattici di combattimento e di difesa per l’esercito degli Stati Uniti e per il settore privato.
Nel novembre del 2002, ho ricevuto una telefonata da un caro amico, il dottor Scott Andrews, il quale mi disse che aveva visto alcuni video di un ex Spetsnaz che anch’io avrei dovuto esaminare.
Ora a quel tempo, mi sentivo molto fortunato ad avere addestrato grandi marzialisti e conosciuto alcuni maestri davvero bravi, ed ero purtroppo arrivato al punto in cui sentivo che non c’era più niente di nuovo sotto il sole. Questo fino a quando ho ricevuto dal mio buon amico "Doc" un pacchetto con dei vecchi nastri VHS, cioè “Knife Fighting” e “H2H”. Prima di aver finito il primo nastro ero già sbalordito da quello che avevo visto! Si trattava di movimenti incredibilmente fluidi, uno stile di colpi e atterramenti non convenzionale, tutto fatto da Vladimir Vasiliev in un atteggiamento incredibilmente calmo e rilassato. Non potevo credere a quello che stavo guardando! Vidi e rividi entrambi i nastri, mi iscrissi al forum RMA e poi prenotai un volo per il prossimo seminario. Pochi mesi dopo sono stato in grado di vedere dal vivo un altro maestro straordinario, Mikhail Ryabko, in un seminario con Vladimir Vasiliev a Toronto, in Canada, nel 2003. Non potevo credere al livello di padronanza che stavo osservando in uomini tanto giovani e umili. Sono stato anche piacevolmente sorpreso di riunirmi con alcuni dei miei amici di lunga data, che erano già dentro "Il Sistema" o "Systema". Inutile dire che ci sono entrato anch’io, e senza guardarmi indietro.
Tre anni e mezzo fa, l’ITI mi ha chiesto di sviluppare un programma di combattimento che potesse soddisfare la vasta gamma di esigenze dei nostri clienti. Ero euforico, in quanto questa era la mia possibilità di utilizzare i principi e concetti di Systema, condividerli con una vasta gamma di professionisti e di ricevere un feedback immediato. Ancora più gratificante, è stato ricevere occasionalmente le relazioni dal campo su come questo tipo di formazione ha salvato loro la vita o li ha fatti uscire da una situazione pericolosa.
La bellezza di Systema è che si può veramente personalizzare l’addestramento in base al lavoro da fare della specifica missione. Permettetemi di darvi alcuni esempi. Molti gruppi si alleneranno in tutte le maggiori discipline di operazioni speciali, armi da fuoco, di guida, e combattimento, ovunque, per un minimo di tre giorni fino a diverse settimane. Ovviamente, la quantità di informazioni che si può assorbire da un giorno ai cinque giorni di classe è enorme, così tutti gli studenti ricevono le tecniche fondamentali di respirazione, forma, rilassamento e movimento. La maggior parte degli studenti iniziano con la sensazione che il respiro sia l'aspetto meno importante della loro formazione, ma si ricredono velocemente durante le esercitazioni di Systema. Quelli di noi che si allenano in Systema sanno come il lavoro di molti tipi di respiro può contribuire a gestire il cocktail chimico che il nostro corpo produce durante una situazione stressante. I nostri clienti arrivano a convalidare costantemente questo principio particolare più e più volte. Gli studenti trattengono il respiro, durante l'esecuzione di un esercizio di azione immediata sul malfunzionamento di un’arma, e combattono sé stessi mentre tentano di ricaricarla. Una volta che prendono un respiro, tutto ciò che stanno facendo diventa più facile e più fluido.
Nel nostro programma di guida, c’è quello che viene chiamato un esercizio a sorpresa, dove l'istruttore tiene un grosso pezzo di cartone davanti al pilota, limitandogli il campo visivo. L'istruttore dirige poi il mezzo verso una serie di coni da traffico, mentre accelera alla velocità di circa 75 kmh. All’ultimo secondo, l’istruttore toglie il cartoncino in modo che il guidatore possa reagire all'ostacolo. Ho più volte osservato che le prestazioni dei piloti migliorano se prendono un respiro pieno, prima che l’istruttore lasci cadere il cartone. Si ha un risultato simile in scenari di scontro. Questo corretto utilizzo della respirazione aiuta gli studenti ad ampliare la loro sensazione di sicurezza, e aiuta a ridurre il sovraccarico sensoriale se colti di sorpresa. Nel programma di Systema per il combattimento, ci sono molti più esercizi e scenari che permettono ai praticanti di studiare la respirazione a raffica, l’estensione del respiro, la tenuta del respiro, così come esercizi di tensione e rilassamento. Le valutazioni e i feedback sono stati a dir poco eccezionali. L’unico inconveniente è che i clienti desiderano più tempo per la formazione su questo materiale... Anche se molti non ricevono subito il “dono” del Systema, l’ITI, insieme ad alcune aziende, stanno però facendo conoscere il Systema ai professionisti che si trovano a rischiare sul serio, per salvare vite umane e tentare di rendere il mondo un posto più sicuro.
Voglio solo esprimere la mia più profonda gratitudine a Vladimir Vasiliev, Mikhail Ryabko e tutti gli istruttori di alto livello con i quali ho avuto il privilegio di lavorare. Incorporare i concetti del Systema nel curriculum ITI è stato la realizzazione di un mio sogno, e per la prima volta nella ventennale storia della società, l’ITI ospiterà un seminario molto particolare di Systema con Vladimir. Programmato per il 3 e 4 ottobre 2009, la "Formazione orientata al professionismo", si concentrerà sul lavoro in spazi confinati, con l’accento sulla respirazione in condizioni claustrofobiche. Corpo a corpo a corta distanza, sia con armi convenzionali che improvvisate, nonché formazione specialistica con un corso sulla nostra fusoliera di DC-9, su autobus e diverse marche di veicoli, sia suv che berline.
Brandon Sommerfeld è un istruttore Systema certificato da Vladimir Vasiliev, e insegna al “Russian Martial Art West Point Virginia”. È un veterano dell’esercito e delle forze speciali americane, e negli ultimi cinque anni è stato impiegato come capo istruttore presso l’ITI in Virginia,. Attualmente, insegna solo Systema.
Link all’articolo originale:
http://www.russianmartialart.com/main.php?page=article_info&articles_id=35&osCsid=cb3c0ac80c5448e49932381a6e7e9b69 (http://www.russianmartialart.com/main.php?page=article_info&articles_id=35&osCsid=cb3c0ac80c5448e49932381a6e7e9b69)
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PUGNI E COLPI
Articolo di Vladimir Vasiliev tratto dalla newsletter di RMA Systema Headquarters
Traduzione: Chiara Dalla Vecchia
Un po’ di anni fa, quando andai a Mosca a far visita a Mikhail Rjabko, ricordo che mi mostro’ una flessione con i pugni contro il muro. Ricordo ancora chiaramente quanto lo stare accanto a lui mi facesse sentire come se ci fosse stato un grande animale chiuso in una stanza, con il muro che “ronzava” e “bisbigliava” sotto i suoi pugni.
In Systema le flessioni non sono solamente degli esercizi per le spalle e il petto, bensì un metodo valido per prepararsi a combattere e a colpire. Come lo fece Mikhail, era evidente che lui aveva la piena sensibilita’ della superficie su cui appoggiava i pugni, e non si trattava solamente di muovere su e giù il corpo, ma bilanciare il suo peso in modo tale da lavorare attraverso tutto il suo corpo.
Le flessioni con i pugni costituiscono un buon allenamento per quando si deve colpire. Quando sono eseguite correttamente, ci aiutano ad apprendere come colpire senza tensione nel corpo.
Quando impariamo a fare le flessioni mantenendo il corpo rilassato, usando solo i muscoli di cui abbiamo bisogno, allora saremo in grado di fare lo stesso quando dobbiamo colpire, cioè di mantenere il corpo libero dalle tensioni.
Il controllo della tensione dei nostri muscoli ci da potere e precisione, ci permette di scegliere la distanza in modo corretto, non c’è più il bisogno di allungarsi verso nessuno, i colpi sono corti, forti e precisi.
I colpi eseguiti senza tensione non producono effetti di forzatura e fatica, il tempo di recupero tra allenamento e combattimento si reduce al minimo.
Quando praticavo karate anni fa, prima dell’esperienza di Systema, vi notavo una certa vulnerabilita’.
Quando dovevo completare un colpo, il corpo era immobile in una struttura rigida, non si muoveva ed era in tensione. Ho scoperto che questo spesso creava una struttura molto fragile in un confronto reale. Se l’attaccante veniva colpito proprio in quel momento, veniva facilmente ferito. Ad un corpo in tensione manca sensibilita’ e agilita’, non può reagire, scappare e fare velocemente e senza difficolta’ un controattacco.
Ecco qui come puoi far pratica con le flessioni:
- Con i pugni mettiti nella posizione di partenza per eseguire la flessione.
- Posiziona in modo adeguato la superficie dei pugni in contatto con il pavimento.
- Esegui la flessione e continua a sentire il terreno con la stessa parte di pugno con cui. hai cominciato l’esercizio e mantienila per tutto il tempo dell’esecuzione.
- Nel frattempo, attento alle tensioni nel corpo. Appena senti che la superficie del pugno non ha più piena sensibilita` del pavimento, sai che è entrata in gioco la tensione. In quel caso, continua la flessione e cerca di rilassarti attraverso il respiro e il movimento.
- Ripeti per quanto senti necessario.
Inoltre, come spiega Mikhail, tali flessioni eseguite tramite il controllo della tensione hanno un enorme beneficio per la salute. Assicurano che l’eccessiva pressione non vada sulla testa ma che venga ben distribuita lungo tutto il corpo. Sappiamo quanto l’eccessiva pressione sulla testa possa essere nociva durante i colpi. Una volta che diventi esperto nelle flessioni, il controllo della pressione avverrà automaticamente anche quando farai partire un colpo.
Per scaricare quest’articolo in pdf visitare il sito www.rmasystemaitaly.it (http://www.rmasystemaitaly.it)
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La via breve per la conoscenza
Articolo di K. Komarov pubblicato dalla newsletter di RMA Systema Headquarters.
Per me, l’essenza del Systema consiste nell’imparare a rapportarsi ad ogni ambiente sfavorevole, cioè aumentare le proprie possibilità di sopravvivenza. Uno non può pensare ad ogni possibile scenario negativo che può incontrare. Quindi, non ci si può preparare per ogni singola possibilità. Di converso, bisogna prepararsi per tutte una volta sola. Perciò, nel Systema, le tecniche specifiche e i metodi di lavoro non sono importanti come i cambiamenti che avvengono nel corpo e nella psiche del praticante.
Il mio servizio nell’esercito mi ha insegnato a superare ogni impatto negativo. Il punto è che ho dovuto imparare in maniera differente, padroneggiando me stesso. Nel corso dei quattro anni di studio alla scuola militare, correndo, ho probabilmente fatto il giro del mondo. Correvamo così tanto ogni giorno, al mattino, di sera o di notte, al gelo o con caldo, sempre con anfibi e uniforme, spesso con le armi e tutto l’equipaggiamento, su sci, attraverso percorsi ad ostacoli, foreste, sia su strada che fuori. Odiavo correre, con tutto me stesso. Mi chiedevo: ma nell’era delle auto, delle jeep e dei mezzi blindati di ogni tipo, perché mai dobbiamo stare a correre e marciare così tanto? All’epoca, non trovavo una risposta.
Oltre a questo, l’addestramento fisico era anche parte di altre discipline come tattiche, armi da fuoco, topografia, difesa da armi di distruzione di massa, o guida militare. Questa componente includeva molte miglia da percorrere camminando o correndo con armi ed equipaggiamento, spesso con materiale per la protezione personale; essere cronometrati nell’uscire ed entrare dai veicoli, caricare e scaricare le munizioni, montare e smontare le armi e altre “piacevolezze” simili. In breve, durante i primi due anni mi sono mosso quasi esclusivamente marciando o correndo. Continuavo a chiedermi “perché facciamo questo?” perfino quando sognavo!
Improvvisamente, dopo la fine del corso e durante il mio primo incarico, lo capii. Seppi perché avevo sofferto. I miei comandanti ed istruttori mi avevano aiutato a sviluppare una psiche e una resistenza stabili, le due qualità che determinano la prontezza nell’affrontare eventi negativi e quindi sopravvivere. Come dice anche un vecchio detto militare, “quello che non ti uccide ti rende più forte”. Infatti, padroneggiando sé stessi, si può scoprire di avere delle potenzialità incredibili! Mi accorsi di avere questa forza interiore, e lo stesso avevano fatto le persone che comandavo. Altrimenti, essi non avrebbero mai eseguito i miei ordini.
Quindi, l’esercito mi insegnò per bene come padroneggiare me stesso, mentre il Systema insegna a comprendere sé stessi. Nell’esercito mi sono formato attraverso molti esercizi, e nel Systema ho sviluppato direttamente me stesso. Sotto un buon istruttore di Systema, questo è un percorso molto più breve. Si, ci sono esercizi, ma so esattamente come ognuno mi cambia, e perché. Mi posso costruire dalla base, scoprire e correggere i miei sbagli e rafforzare le mie qualità. Il Systema è un meraviglioso, sottile strumento di auto miglioramento, che aiuta a costruire una solida fondamenta per ogni movimento, ogni attività. E non tanto attraverso il padroneggiare, quanto lo scoprire sé stessi. Fidatevi, questo processo è ancora più veloce e sicuramente più piacevole.
Provate un piccolo esperimento. Guardate un video di un relativamente semplice ballo (moderno o folk) e provate a copiare le mosse per un minuto. Se funziona, siete sul giusto cammino del Systema. Vedete, l’addestramento del Systema dà al vostro corpo la libertà di ripetere ogni movimento atipico e complesso.
Volete raccogliere la sfida del padroneggiare voi stessi e raccoglierne il frutto? Provate a strisciare senza l’uso delle braccia e delle gambe, senza fermarvi, per 20 minuti o anche fino a 90, in base al vostro livello di allenamento. Quindi, a lezione, fate un po’ di lotta o praticate un po’ di semplici colpi, prese e liberazioni in movimento. Quelli che riescono a padroneggiare sé stessi ne otterranno un incredibile e eccellente risultato a lungo termine. Questo capita perché facciamo la maggior parte delle cose con le gambe e le braccia, ma il tronco è meno capace di movimento. Ma questo approccio non è per tutti. Nel Systema Camp di quest’estate vorrei condividere con voi gli esercizi più semplici, più coinvolgenti e più divertenti. Insieme padroneggeremo molte cose interessanti! Ci vediamo lì!
L’autore: Konstantin Komarov è Maggiore delle forze speciali di polizia, ha servito
nell’esercito Russo con il ruolo di Ricognitore. E’ anche ricercatore universitario in
Psicologia del Combattimento e guardia del corpo presso l’elite moscovita, nonché istruttore presso il Systema Immersion Camp.
Per scaricare l’articolo in pdf visitare il sito www.rmasystemaitaly.it (http://www.rmasystemaitaly.it)
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Dmande e osservazioni sarebbero tante su tutto questo materiale interessantissimo, quindi faccio un breve estratto:
Gli esercizi di addestramento non sono disgiunti dall’arte marziale, ma piuttosto ne formano una base energica per tutti i movimenti di attacco e difesa
Mi sembra un eccellente principio, che cerco di applicare anch'io in quello che pratico. :)
Volete raccogliere la sfida del padroneggiare voi stessi e raccoglierne il frutto? Provate a strisciare senza l’uso delle braccia e delle gambe, senza fermarvi, per 20 minuti o anche fino a 90, in base al vostro livello di allenamento. Quindi, a lezione, fate un po’ di lotta o praticate un po’ di semplici colpi, prese e liberazioni in movimento. Quelli che riescono a padroneggiare sé stessi ne otterranno un incredibile e eccellente risultato a lungo termine. Questo capita perché facciamo la maggior parte delle cose con le gambe e le braccia, ma il tronco è meno capace di movimento.
Ci ho provato, non è affatto semplice per me. Ancora peggio a pancia in su. :-X
E' un esercizio divertente e utile.
Ecco qui come puoi far pratica con le flessioni:
- Con i pugni mettiti nella posizione di partenza per eseguire la flessione.
- Posiziona in modo adeguato la superficie dei pugni in contatto con il pavimento.
- Esegui la flessione e continua a sentire il terreno con la stessa parte di pugno con cui. hai cominciato l’esercizio e mantienila per tutto il tempo dell’esecuzione.
- Nel frattempo, attento alle tensioni nel corpo. Appena senti che la superficie del pugno non ha più piena sensibilita` del pavimento, sai che è entrata in gioco la tensione. In quel caso, continua la flessione e cerca di rilassarti attraverso il respiro e il movimento.
- Ripeti per quanto senti necessario.
SYSTEMA ISRAEL: learning to relax and use the arms under tension. (https://www.youtube.com/watch?v=y_OyqLloxSg#)
A che velocità vanno eseguite? Lentamente?
Da quel che ho capito le ripetizioni non sono importanti, conta il mantenere la sensibilità (priopercezione) e il rilassamento, uniti ad una tensione funzionale al movimento che si sta eseguendo. Giusto?
Eseguite contro il muro, valgono gli stessi consigli? Col muro ho visto che si può anche scendere e salire, variare l'altezza. Lui (uno dei miei preferiti), qui li esegue anche con gli stipiti delle porte:
Systema Israel Fist density and injury prevention (https://www.youtube.com/watch?v=tSciojbW1II#)
Grazie ragazzi per i vostri articoli. Scusate la prolissità, ma ho concentrato le domande. ;)
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(http://www.picamatic.com/show/2009/05/02/08/54/3493563_832x578.jpg)
Intervista con Vladimir Vasiliev durante il seminario di Tokio, organizzato da Andy Cefai e Ryo Onishi
Pubblicata da Hiden Budo e Bujitsu magazine, traduzione in inglese di Taka Kitagawa. Traduzione in italiano: P. Verrone.
- Quando hai incontrato per la prima volta il Systema?
VV: Nei primi anni ’80, quando incontrai Mikhail Rjabko
- Eri nell’esercito, a quel tempo. In quale tipo di arte marziale venivi addestrato?
VV: Principalmente, in quelle orientate al “combattimento ravvicinato”. Quelle arti avevano molte cose buone, ma Mikhail mi mostrò un approccio del tutto differente.
- Ricordi la tua prima impressione di Mikhai?
VV: Lo guardai con scetticismo. Non sembrava il classico combattente.
- Cosa ti fece cambiare idea?
VV: Le cose che mi mostrò erano davvero speciali. Mi chiedevo, ma se è una persona così normale, come fa a mostrarmi cose tanto incredibili? È solo una brava persona. Niente di spettacolare come un eremita che vive su una montagna o un mago con la barba come si vede nei film.
- Iniziasti ad imparare, quindi?
VV: Mikhail non si presentò mai come un “insegnante”. Quindi ci stavamo solo allenando insieme. Non mi sentivo come se fossi un suo studente. Ovviamente possiamo dire che eravamo suoi studenti, ma lui non si definì mai in quel modo.
- Credo che ti addestrassi a stretto contatto con Mikhail. Ti allenavi molte volte alla settimana?
VV: Iniziammo come due amici della stessa città, Tver. Mikhail veniva a trovarmi, per mangiare, bere e parlare. Lui è un maestro, ma si comporta come una persona normale. Attraverso questo rapporto, ho guadagnato rispetto e amicizia con lui anche al di fuori dell’addestramento. Ai tempi, mi allenavo tre volte alla settimana per due o tre ore. E siamo amici da più di trent’anni, ora.
- Hai ricevuto qualche consiglio speciale da Mikhail in quei primi giorni?
VV: Il suo consiglio era “rilassati e non avere fretta”.
- Hai trovato difficoltà nello studiare il movimento piuttosto che le tecniche?
VV: Di solito, nella pratica delle arti marziali, si sapeva già la velocità dell’attacco, l’arma usata o il tipo di colpo, ma Mikail non pianificava niente. Significa che ogni attacco inaspettato sarebbe stato OK. Ogni velocità, ogni direzione, un calcio o un pugno, andava tutto bene. Questo fu ciò che mi sorprese più di altre cose. All’inizio fu difficile abituarsi a tanta libertà. Quando facevo pugilato le cose non erano così.
- Di solito, infatti, ci si addestra con qualche tipo di schema. Hai imparato tanta libertà per “osmosi”?
VV: Più ne capivo, più errori mi accorgevo di commettere, mi sentivo di aver perso ogni illusione riguardo le mie “capacità”. Ancora adesso, vedo altri errori, ma invece di scoraggiarmi, cerco di rimediare.
- Credo che questo sia parlare da persona in gamba, Quanti anni ti sei allenato con Mikhail?
VV: Circa un anno e mezzo. Ovviamente, a volte non potevo andare a lezione. Non ero proprio uno studente modello.
- Nei primi anni ’90 ti sei trasferito a Toronto, Canada.
VV: Si.
- Dopo esserti trasferito, non hai visto più Mikhail per qualche anno. Quando lo hai rivisto, hai notato dei cambiamenti rispetto a prima?
VV: Ci siamo sentiti a telefono, e ci siamo rivisto dopo 8 anni. Mikhail era cambiato parecchio.
- In che senso?
VV: I suoi movimenti erano ancora più brevi e semplici. Era più vario di prima. Era anche diventato più “spirituale”, e da quello aveva tratto molta più forza.
- Credo infatti che la spiritualità del Systema sia la fede della Chiesa Ortodossa. È una cosa assolutamente imprescindibile?
VV: Il Systema ha le sue radici in questa fede, ma non credo che sia imperativo abbracciarla. Imparare il Systema dovrebbe far parte del processo di diventare una persona buona. Ma questo è un argomento difficile, perché ognuno ha il suo punto di vista.
- Hai controllato più avversari in questo seminario. Quando controlli il primo, ti aspetti l’attacco del secondo?
VV: Faccio attenzione al secondo, è chiaro, ma non lo aspetto. Cerco di sentirlo. È possibile controllarli guardando. So come reagiscono ai miei movimenti, e mi regolo di conseguenza.
- Credo di capire che dal tuo modo di muoverti fluido, riesci a controllare attacchi da più angoli senza spostarti da un punto. Se hai bisogno di muoverti, ti ritrai e giri da dietro. Come fai a sviluppare questo “sentire”?
VV: È difficile spiegarlo, ma più sei libero e a tuo agio nel tuo corpo, più inizi a “sentire”.
- Puoi trovare o inventare movimento da solo?
VV: Possiamo praticare il movimento libero in addestramento. La cosa importante da ricordare è cercare il proprio movimento senza imitare nessuno. Ognuno ha il suo modo speciale di muoversi.
- Quindi, anche qui la chiave è continuare a muoversi, giusto?
VV: Credo di si. Si dimenticano le tecniche quando la paura arriva. Pensare efficientemente è difficilissimo quando abbiamo paura.
- Qual’è la tua “sfida” attualmente? Non riesco a trovare alcun difetto nel modo in cui ti muovi.
VV: (Scuotendo la testa come a dire “no”) Penso di avere troppa tensione. Più capisco il Systema, più trovo tensione. Inoltre, gioco un po’ troppo.
- Giochi un pò troppo?
VV: Intendo che mi muovo troppo. Se guardi Mikhail, puoi capire cosa intendo. Mikhail per me è il migliore.
- A voler dire la verità, il movimento di Mikhail è troppo “elevato” da capire?
VV: Esattamente. Vorrei imparare a fare così.
(Prende la parola Andy Cefai, istruttore e coordinatore del “Systema Japan”).
Andy: Mi hai consigliato “Guarda di più dentro te stesso”. Per esempio mi dicesti “Quando qualcuno sta provando a darti un pugno, non dovresti guardare l’avversario o analizzare il suo movimento. A quel punto dovresti guardare dentro te stesso. Allora conoscerai te stesso e ti muovi basandosi tu te stesso. Si possono gettare nuove basi con questo approccio”. Mi puoi dare altri dettagli?
VV: Quando guardi l’avversario durante la pratica, significa che vuoi mostrare qualcosa come istruttore. Più cerchi di dimostrare, più fragile diventi. Invece, prova a lavorare mentre guardi te stesso. Allora puoi portare un cambiamento positivo per tutti.
A: Capisco. Non devi guardare l’avversario, ma te stesso.
VV: Provare ad aiutare qualcuno in addestramento può indicare il tuo ego. Le persone che non possono aiutarsi, non possono aiutare gli altri. Laddove invece, se riesci a lavorare su te stesso mentre lavori sugli altri, allora sei un maestro. Più pratichi questo tipo di addestramento, più ti rendi conto di cosa intendo.
- Grazie per il tempo che ci hai dedicato oggi.
VV: Grazie a voi.
( www.rmasystemaitaly.it (http://www.rmasystemaitaly.it) )
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Ecco qui come puoi far pratica con le flessioni:
- Con i pugni mettiti nella posizione di partenza per eseguire la flessione.
- Posiziona in modo adeguato la superficie dei pugni in contatto con il pavimento.
- Esegui la flessione e continua a sentire il terreno con la stessa parte di pugno con cui. hai cominciato l’esercizio e mantienila per tutto il tempo dell’esecuzione.
- Nel frattempo, attento alle tensioni nel corpo. Appena senti che la superficie del pugno non ha più piena sensibilita` del pavimento, sai che è entrata in gioco la tensione. In quel caso, continua la flessione e cerca di rilassarti attraverso il respiro e il movimento.
- Ripeti per quanto senti necessario.
SYSTEMA ISRAEL: learning to relax and use the arms under tension. (https://www.youtube.com/watch?v=y_OyqLloxSg#)
A che velocità vanno eseguite? Lentamente?
Da quel che ho capito le ripetizioni non sono importanti, conta il mantenere la sensibilità (priopercezione) e il rilassamento, uniti ad una tensione funzionale al movimento che si sta eseguendo. Giusto?
Eseguite contro il muro, valgono gli stessi consigli? Col muro ho visto che si può anche scendere e salire, variare l'altezza. Lui (uno dei miei preferiti), qui li esegue anche con gli stipiti delle porte:
Grazie ragazzi per i vostri articoli. Scusate la prolissità, ma ho concentrato le domande. ;)
Grazie a te e scusa il ritardo nel rispondere :-[ ..
Hai capito benissimo. La lentezza dell'esecuzione è funzionale al lavoro di sensibilità e gestione della tensione, insieme alla funzionalità del gesto (è il caso delle flessioni coi pugni sul corpo del compagni di allenamento, sia sdraiati che in piedi (e quindi lo stesso principio si applica sul muro ;) ), in cui impari a piazzare bene il pugno in modo che abbia una direzione di impatto più preciso e "coinvolgente"). Ovviamente questo modo di esecuzione non esclude dal "programma" le flessioni normali.
Ad ogni modo, fai bene a seguire i video di S. Friedman, è molto preparato riguardo il lavoro di "affinamento" neuromotorio. Io "seguo" principalmente altri (Secours, Kostic, Wheeler..), ma Sharon è davvero un ottimo insegnante :)
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Ad ogni modo, fai bene a seguire i video di S. Friedman, è molto preparato riguardo il lavoro di "affinamento" neuromotorio. Io "seguo" principalmente altri (Secours, Kostic, Wheeler..), ma Sharon è davvero un ottimo insegnante :)
Ottima risposta in generale Wolvie, non solo per il pezzo citato!! I suoi video li seguivo soprattutto qualche tempo fa, trovati quasi per caso e li ho spesso trovati originali, soprattutto per quel che riguarda la sperimentazione sulle possibilità di movimento corporeo e l'affinamento neuromotorio, come dici giustamente tu. Qualche esercizio, tra cui le flessioni a muro, l'avevo anche provato e inserito nei miei allenamenti. Sarebbe anche utile magari anche da parte vostra fare dei piccoli "gruppi tematici" sui vari signori che citi, anche per capirne le differenze e i punti di forza. Immagino che anche nel Systema, visto anche l'approccio esperienziale, vi saranno differenti 'correnti', no? La mia è solo una proposta, il vostro lavoro d'informazione è interessante, aiuta a fare chiarezza su cosa sia il vostro metodo, anche perché oggi ormai moltissimi stili si stanno "systemizzando" (perdonami il termine), spesso in modo parecchio ambiguo e fuorviante, a mio parere. Saluti "Black metaller" e grazie di nuovo. :)
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Sui gruppi tematici, allo stato attuale il fatto che ci sia chi conosce S. Friedman è già grasso che cola :'( , quindi i tempi purtroppo non sono ancora maturi per far conoscere meglio i diversi modi con cui gli istruttori di Systema della prima-seconda generazione trasferiscono agli altri quello che sanno e sanno fare. Cioè, puoi anche tradurre e postare l'inverosimile, ma poi i video più (inutilmente) commentati sono sempre gli stessi, e salvo su alcune piattaforme, gli articoli vengono letti poco e niente.. :dis:
Ma ovviamente questo significa solo che dobbiamo lavorare di più :D .
Sulla systematizzazione di alcuni stili, la cosa non mi sorprende. Con tutta l'umiltà possibile, è davvero difficile ignorare l'importanza con cui il modo di trattare l'argomento "biomeccanica umana" del Systema (nei suoi quasi venti anni di diffusione dal Canada e dalla Russia) abbia contribuito a "sbloccare" alcuni approcci più eterogenei alle discipline di combattimento e a renderli più accessibili e comprensibili. Ovviamente, nel caso in cui la curiosità e l'apertura mentale di insegnanti e praticanti lo abbiano permesso. Questo non per dire che il Systema è meglio delle altre cose, ma solo che è diverso e alle volte anche "integrabile". :)
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(https://fbcdn-sphotos-a.akamaihd.net/hphotos-ak-snc7/473958_401934603157530_324542660896725_1540359_1412913741_o.jpg)
(https://fbcdn-sphotos-a.akamaihd.net/hphotos-ak-ash4/472101_401926756491648_324542660896725_1540294_597041204_o.jpg)
(https://fbcdn-sphotos-a.akamaihd.net/hphotos-ak-ash4/414005_401928589824798_324542660896725_1540305_1337125620_o.jpg)
Con enorme soddisfazione pubblico alcune foto del Police Basic Training ( PROGRAMMA SPECIFICO PER FORZE DELL'ORDINE ) approvato dalla Polizia Locale di alcuni comuni della zona di VICENZA ...PERFINO IL SINDACO HA VOLUTO SENTIRE :)
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Prossimo appuntamento con RMA Systema Italy: dimostrazione a Treviso il 29 Aprile.
(http://img851.imageshack.us/img851/7315/volantino1daystreetspor.png) (http://imageshack.us/photo/my-images/851/volantino1daystreetspor.png/)
Uploaded with ImageShack.us (http://imageshack.us)
Per altre info: http://zds.altervista.org/systemaitalia/content/dimostrazione-systema-treviso (http://zds.altervista.org/systemaitalia/content/dimostrazione-systema-treviso)
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Video promozionale del Systema River Camp 2012 :)
RMA Systema Italy River Camp 2012 Promo (https://www.youtube.com/watch?v=7OOXGV23PaE#)
Se siete interessati a partecipare sapete a chi chiedere ;)
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Foto di gruppo del River Camp... ;)
(http://img829.imageshack.us/img829/4027/fotorivercamp2012.jpg) (http://imageshack.us/photo/my-images/829/fotorivercamp2012.jpg/)
Uploaded with ImageShack.us (http://imageshack.us)
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dai wolvie, sparaci un report :sur:
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Perchè quel tizio ha una pala in mano?
Avete fatto sparire chi non ha superato l'allenamento? :)
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:D
Beh, è stata una cosa molto particolare e interessante... il posto si trova a un centinaio di metri dal paesino, ma una volta lì sembra di stare davvero lontani da tutto ;) .
Dato l'ambiente, si è "modificato" il set di esercizi da fare di solito in palestra, pineta/boscaglia o comunque ambienti "asciutti" :P e lo si è adattato a questa situazione.
Fra gli esercizi vorrei ricordare:
- le flessioni sui pugni fatte sul pietrisco :'(
- lo strisciare sulla pancia e sulla schiena, senza l'aiuto di gambe e braccia, sempre sul pietrisco :'(
- le flessioni fatte nell'acqua bassa, con varie modalità di stress (gente che ti tiene giù la testa o ti dà dei pugni mentre stai sotto :-X )
- lavoro in piedi con l'acqua a varie altezze[1], sia con armi (coltello, pala XD ) che senza.
Per me, poi, ancora leggermente "antipatico" all'acqua (e il sentimento è ricambiato)[2], si è trattato quindi di un modo di vedere fino a che punto si estende la mia comfort zone, e infatti ho gia capito su che cosa lavorare appena avrò occasione di ripetere l'esperienza.
Che dirvi, se ce la fate, l'anno prossimo fatevi un giro pure voi ;) .
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Per me, poi, ancora leggermente "antipatico" all'acqua (e il sentimento è ricambiato)[1]
il fiume è bastardo con chi è abituato al mare, quasi come il lago, le tue "attenzioni" sono legittime
grazie per il report :)
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:sur:
...poi il depravato sarei io perchè ogni tanto un paio di frustatine non mi dispiacciono :dis:
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Perchè quel tizio ha una pala in mano?
Avete fatto sparire chi non ha superato l'allenamento? :)
"Allora, se qualcuno si sente male, non ce la fa e cose del genere, che esca subito dall'acqua, perché sennò poi mi tocca seppellirlo laggiù sotto quegli alberi, e non ne ho molta voglia... chiaro?"
Luca Chiarato, prima di iniziare XD
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- le flessioni sui pugni fatte sul pietrisco :'(
Ha ragione il gargo, questo e' masochismo puro e non necessario...
l'unica funzione di questa cosa e' farvi soffrire, non offre nessun vantaggio rispetto alle gia' dolorose flessioni sui pugni..
abbiate la decenza di ammetterlo,depravati!
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Beh, in realtà non era obbligatorio farle sui pugni, ma l'ho fatto per solidarietà ai CKMisti italiani in Israele, che sicuramente hanno sofferto mooooooooooooooooooooolto di più di me :halo:
E non avete idea di come anche l'acqua calda[1] vada bene, se hai sete! :-X
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continuo a preferire la mia Mistress :gh:
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Beh, in realtà non era obbligatorio farle sui pugni, ma l'ho fatto per solidarietà ai CKMisti italiani in Israele, che sicuramente hanno sofferto mooooooooooooooooooooolto di più di me :halo:
Come direi "non mi faccio frustare perche' son masochista, e' solidarieta' con i fratelli neri e quel che patirono nei campi di cotone" XD
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In un certo senso :D .... eppoi vabbè, tu non li hai mai i momenti di "No Pain, No Gain"? :gh:
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ok, quello grosso col pizzetto, quello che mena è Luca Chiarato.
tu quale sei? :nin:
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In un certo senso :D .... eppoi vabbè, tu non li hai mai i momenti di "No Pain, No Gain"? :gh:
E' una settimana che zoppico per low kick...
siam tutti un po' scemi e masochisti qui dentro XD
Non era una critica,era solo il divertito notare la cosa ;D
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(http://a6.sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-prn1/536549_350453308353766_312514212147676_932767_1337989184_n.jpg)
Vediamo se ci arrivi Stormino..... XD
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mmmmmhhhh.... ???
quello di destra? no, forse quello a sinistra? naaaah...
forse quello del centro con la barbetta e la faccia da bassista indemoniato dopo il concerto dei Motorhead all'Hammersmith di Londra? ???
;D ;D ;D ;D
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Systema videos (https://www.youtube.com/watch?v=lY6gVEHQwYw#)
a 4:20 c'è una tecnica che mi piace un sacco!
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Uh, la crème de la crème!
Anche la difesa iniziale da coltello alla schiena non è male.... :dis:
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Interessante.
Alcuni disarmi fatti con i piedi mi lasciano decisamente perplesso, li trovo più scenografici che proponibili, ma le dinamiche mi piacciono, a costo di dire una bestialità mi viene un notevole parallelo con le dinamiche dell'Aikido, anche su moltissime tecniche.
Ma sicuramente sbaglio io.
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Per quanto mi riguarda uno dei migliori usi della naturale biomeccanica di movimento. Dico naturale e intendo rilassata, fluida e continua.
Il video rispetta i principi di Systema. Anzi è sempre lo stesso principio che si adatta al contesto. Giusto qualche giorno fa provando una tecnica di bastone ho potuto verificare che la stessa biomeccanica del movimento di bastone funziona perfettamente, senza bastone, per liberarsi da presa al polso e colpire senza soluzione di continuità con colpo di taglio o, con piccolo spostamento, effettuare una proiezione che se ricordo bene dovrebbe essere praticamente identica a Shiho Nage nell'Aikido.
Sicuramente non è uno stile per gente nervosa.
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Sicuramente non è uno stile per gente nervosa.
Aaaaaaaaaaaaaaaaah, ecco perchè! :D
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difficile non essere nervosi davanti ad un coltello, io mi innervosisco anche se quello davanti a me taglia il pane o sbuccia una mela in maniera non corretta :)
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Nel systema lo dicono fin dall'inizio che è fondamentale essere rilassati. Poi ti prendono a pugni per abituarti a esserlo anche sotto stress :)
I pressure test anche nel KM non hanno lo scopo di abituarsi a rimanere lucidi anche in situazione dove sarebbe lecito essere nervosi?
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I pressure test anche nel KM non hanno lo scopo di abituarsi a rimanere lucidi anche in situazione dove sarebbe lecito essere nervosi?
Non proprio.. o non solo
Ti insegnano ad agire malgrado quello che provi, sia che sia paura che sia rabbia.
Proprio perchè, finchè non ti trovi in una gran brutta situazione, non puoi sapere come reagirai malgrado tutto l'addestramento.
Nel KM si impara quindi a gestire le due sensazioni più probabili, per avere già una sensazione di "confidenza" se mai si dovessero presentare davvero.
Ma essere rilassati in una situazione di forte stress, personalmente non mi pare così semplice, proprio perchè sono uno l'opposto dell'altro. Quindi vorrebbe dire essere tranquillamente rilassati anche mentre ci puntano un'arma addosso, ci assaliscono all'improvviso e mentre guardiamo molestare la nostra cara.
Se così fosse, oso dire che, malgrado tutto l'allenamento ed addestramento del mondo, il Systema non è per tutti ma solo per una minima percentuale di persone
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Nel systema lo dicono fin dall'inizio che è fondamentale essere rilassati. Poi ti prendono a pugni per abituarti a esserlo anche sotto stress
Mi viene da pensare a quanti pugni prenda un pugile durante la sua carriera, lasciamo stare gli allenamenti, pensiamo anche solo agli incontri, eppure non mi sembra poi così rilassato mentre combatte.
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A mio parere, quel genere di rilassatezza in una situazione stressante e di pericolo concreto, può averla uno con una eccezionale sicurezza nei suoi mezzi, certo di prevalere, oppure completamente privo di scrupoli, o ancora le due cose insieme.
Mi piacciono certe cose, ma penso che la loro trasposizione nella realtà non possa essere fedelmente rispettata.
Però essendo il video di natura promozionale, non ho nulla da dire in questo senso, è ovvio che deve essere pulito e intelleggibile, oltre che accattivante.
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oppure completamente privo di scrupoli,
Questo personalmente mi porterebbe molta più determinazione e violenza, difficilmente conciliabile con la "rilassatezza". No?
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mi viene un notevole parallelo con le dinamiche dell'Aikido, anche su moltissime tecniche.
In quel video di paralleli con l'aikido non ne ho visti, quantomeno non con quello che pratico io.
Per fortuna.
Rubo una frase a Cooks: quel che vedo in quel link non riscuote il mio gradimento. :)
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@Gargo
Essere rilassati in una situazione di stress vuol dire appunto saper gestire lo stress e tutte le sensazioni che da esso possono derivare. Stare "vigili e rilassati" è diverso che essere così rilassati da farsela addosso :)
Per un pugile non essere rilassato quando combatte è un difetto. Rigidità, poca fluidità, poca mobilità...
Di solito finisce per prenderle. Ma basta vedere Bessmertny sciolto, fluido, continuo. Il fatto che sia in grado di combinare gambe e braccia in fluidità e di esplodere i colpi quando necessario è proprio perché è un combattente capace di stare rilassato sul ring.
C'è qualcuno qua che può dire che abbia combattuto meglio o fatto sparring stando teso e rigido come un pezzo di legno?
mi viene un notevole parallelo con le dinamiche dell'Aikido, anche su moltissime tecniche.
In quel video di paralleli con l'aikido non ne ho visti, quantomeno non con quello che pratico io.
Per fortuna.
Rubo una frase a Cooks: quel che vedo in quel link non riscuote il mio gradimento. :)
Sono 2 stili sicuramente diversi, però la grande mobilità di systema permette di proseguire molte tecniche con dinamiche simili a quelle dell'aikido.
Poi è chiaro che l'idea che sta dietro lo stile impatta anche sul tipo di movimento e tecnica.
A volte però le differenze sono solo in movimenti più ampi, più stretti, più o meno accentuati...
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Rilassato è diverso da "moscio" o addormentato. :=)
La paura è utile perché ti fa fare quello che serve, come serve e quando serve, mentre il panico te ne fa fare di meno e male, e il terrore te ne fa fare di più e malissimo[1].
Quoto il discorso "non è per gente nervosa", in effetti se hai già di tuo la capacità di mantenere il sangue freddo è moooolto meglio (lavorando come buttafuori ho "scoperto" di averne un pò).
Ma nel pub non si dovrebbe parlare solo di cose frivole o comunque "extra-marziali"? :D
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Credo che il termine sia un attimo frainteso..
Sapere cosa fare e farlo, ovviamente in un contesto reale, nn vuol dire essere rilassati.
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Vero, su questo fraintendimento si è costruito tutto e il contrario di tutto.
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mi viene un notevole parallelo con le dinamiche dell'Aikido, anche su moltissime tecniche.
In quel video di paralleli con l'aikido non ne ho visti, quantomeno non con quello che pratico io.
Per fortuna.
Rubo una frase a Cooks: quel che vedo in quel link non riscuote il mio gradimento. :)
IrimiNage, TenchiNage, Kotegaeshi......e una certa idea dinamica di fluidità, alcune prese (tipo riotedori) e l'approccio in Irimi.
Nn ho certo parlato di "stessa roba" ma solo di paralleli.
Per quanto riguarda Gargo, dipende dal soggetto, io ad esempio ho pensato alla lucidità, alla rilassatezza e alla determinazione di un navigato serial killer.
Mi viene in mente il sorriso di Hannibal Lecter ne "il silenzio degli innocenti" quando fa fuori le due guardie in gabbia.
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Cerco di chiarirmi: "rilassato" per quanto riguarda al Systema, lo intendo come avere una postura non rigida, forzata... nervosa, ma anzi essere morbidi, fluidi e "comodi".
Stessa roba per i movimenti.
Sapere cosa e come fare sotto stress, non è rilassatezza, ma altro
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mi viene un notevole parallelo con le dinamiche dell'Aikido, anche su moltissime tecniche.
In quel video di paralleli con l'aikido non ne ho visti, quantomeno non con quello che pratico io.
Per fortuna.
Rubo una frase a Cooks: quel che vedo in quel link non riscuote il mio gradimento. :)
IrimiNage, TenchiNage, Kotegaeshi......e una certa idea dinamica di fluidità, alcune prese (tipo riotedori) e l'approccio in Irimi.
Nn ho certo parlato di "stessa roba" ma solo di paralleli.
Ah, ok. Pensavo che il parallelo fosse ispirato dalla propensione al suicidio e dall'inapplicabilità di quanto viene mostrato[1].
Chiarito questo, mi ritiro dal 3d (ho scritto solo perché si è citato :hakama:...).
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Cerco di chiarirmi: "rilassato" per quanto riguarda al Systema, lo intendo come avere una postura non rigida, forzata... nervosa, ma anzi essere morbidi, fluidi e "comodi".
Stessa roba per i movimenti.
Sapere cosa e come fare sotto stress, non è rilassatezza, ma altro
Esatto, ma cerco di chiarire un altro pò...
Come detto anche da Martin Wheeler[1] nel suo DVD "Moving and Striking", ci sono due estremi: da una parte l'essere "moscio", e dall'altra essere teso e rigido come un pezzo di legno; uno stato ottimale è quello che si trova più o meno a metà tra questi estremi.
E quoto anche Wa e Bingo, con l'Aikido[2] mi dicono che si possono fare, grossolanamente, alcuni paragoni, ma solo alcuni...
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Come detto anche da Martin Wheeler[1] nel suo DVD "Moving and Striking", ci sono due estremi: da una parte l'essere "moscio", e dall'altra essere teso e rigido come un pezzo di legno; uno stato ottimale è quello che si trova più o meno a metà tra questi estremi.
Ok, detta così ci sta :)
Ma credo che questa soluzione sia proposta da moltissime AM
il concetto che ci tenevo a chiarire era più questo:
Sapere cosa e come fare sotto stress, non è rilassatezza, ma altro
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Come detto anche da Martin Wheeler[1] nel suo DVD "Moving and Striking", ci sono due estremi: da una parte l'essere "moscio", e dall'altra essere teso e rigido come un pezzo di legno; uno stato ottimale è quello che si trova più o meno a metà tra questi estremi.
Ok, detta così ci sta :)
Ma credo che questa soluzione sia proposta da moltissime AM
Esatto. Ed è questa la figata. Il bello del Systema è che invece dell'attitudine "questo ce l'abbiamo solo noi, tiè :gh: " c'è quella "Se lo fanno anche gli altri, forse vuol dire che funziona ;) "
Eppoi, del resto, è risaputo che pratichiamo un'arte marziale copiaincolla :halo: ....
il concetto che ci tenevo a chiarire era più questo:
Sapere cosa e come fare sotto stress, non è rilassatezza, ma altro
Si, in effetti come dicevamo prima con John questa parola è stata un pò fraintesa...io non ci faccio più caso :P ma mi accorgo che per altri non è così facile :)
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Cerco di chiarirmi: "rilassato" per quanto riguarda al Systema, lo intendo come avere una postura non rigida, forzata... nervosa, ma anzi essere morbidi, fluidi e "comodi".
Stessa roba per i movimenti.
Sapere cosa e come fare sotto stress, non è rilassatezza, ma altro
una specie di Ju Jitsu insomma.....
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Esatto, però in mimetica! XD
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Anche il karate non è rigido... :halo:
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Cerco di chiarirmi: "rilassato" per quanto riguarda al Systema, lo intendo come avere una postura non rigida, forzata... nervosa, ma anzi essere morbidi, fluidi e "comodi".
Stessa roba per i movimenti.
Sapere cosa e come fare sotto stress, non è rilassatezza, ma altro
Assolutamente. Mi aspetto però che "sapere cosa e come fare" in una situazione di stress permetta al praticante di abituarsi a mantenere un rilassamento posturale che è fondamentale per essere fluidi e, quindi, veloci e continui. Rilassato quindi non vuol dire sottovalutare la situazione o eseguire tecniche "strane" (che forse erano i dubbi sul video) perché tanto la coltellata in allenamento non ce la prendiamo realmente, ma significa prima di tutto "adattabilità" che è fondamentale in un contesto di DP. Ed è questo il senso del video. Io non vedo tecniche, ma un principio e il suo adattamento. E non puoi adattarti se non sei rilassato e al tempo stesso attento.
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Bingo, abbiamo una visione parecchio differente
Spero solo siano in parte corrette tutte e due :)
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Gargo, giusto per rompere un pò le palle: come dicevano gli antichi?
Il kung fu è anche l'abilità di "Essere leggeri come una foglia e pesanti come una montagna".
Credo che systema rispetti questo principio.
[1].
Solo se prima ci fai kotegaeshi su pugno diretto :)
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Anche il karate non è rigido... :halo:
aaah nulla
è il vino che m'ha suggerito
m'ha suggerito il viiiinoooo
per me pregate iddio...
etc etc
(ma dovreste sentirla quando la canto dal vivo)
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Solo se prima ci fai kotegaeshi su pugno diretto :)
??? ??? ???
E come si fa kotegaeshi su un pugno?
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Solo se prima ci fai kotegaeshi su pugno diretto :)
??? ??? ???
E come si fa kotegaeshi su un pugno?
Si intercetta il colpo e contemporaneamente si gira e poi, girando ancora si fa kotegaeshi. Lo fa anche seagal
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Solo se prima ci fai kotegaeshi su pugno diretto :)
??? ??? ???
E come si fa kotegaeshi su un pugno?
Si intercetta il colpo e contemporaneamente si gira e poi, girando ancora si fa kotegaeshi. Lo fa anche seagal
Dovresti chiedere di mostrartelo a qualche aikidoka che sostiene che sia fattibile un kotegaeshi[1] su una tranvata in faccia.
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Appunto Wns. Ognuno di noi fa le sue scelte giuste o sbagliate che siano.
A Quiao zhi, che suppongo anche sia abbastanza giovane, che ha postato il video e lo ha, correttamente, giudicato attraverso le sue idee vorrei solo suggerire un approccio diverso che è poi stato il mio approccio:
Arrivavo dal kung fu e quando ho visto la thai non mi importava né degli incontri vinti di pimu "golden leg" né di tong po. Ho provato il calcio medio, le ginocchiate e le gomitate nello stile dei thai. Nella biomeccanica thai.
Quando ho visto il taiji ho fatto la stessa cosa che con la thai: ho provato in sparring, sul sacco, sui pao, sui focus, in combattimento non collaborativo.
Quando ho visto il wt, il kali e la capoeira ho fatto la stessa cosa.
Così ho fatto con l'aikido.
Quando ho visto il video di Rybko c'erano i miei colleghi al lavoro che si sono ribaltati dal ridere. Pensavano fosse un scherzo che ci fosse qualcuno che si facesse prendere a pugni da un tizio semi obeso che tirava pugni fuori da qualunque canone avessero in testa di come si tira un pugno.
Io no. Non mi è venuto da ridere. Volevo solo capire. E così come per il resto ho fatto per systema.
E in questo percorso quello che ho trovato tutte le volte è stato il corpo. Le infinite forme del corpo. Ma uno stile non è solo un corpo che si muove, ma un atteggiamento.
Quando si fa thai bisogna avere anche l'atteggiamento del thaiboxer. Quando si fa aikido bisogna avere anche l'atteggiamento dell'aikidoka.
Lo stesso vale per systema.
Io, personalmente, non sono più capace di partire prevenuto. Certo a pelle uno stile può o non può piacermi, ma per capirlo e giudicarlo non c'è altro modo che provarlo. E ancora potrebbe non essere sufficiente a darne un giudizio se non prettamente personale.
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La storia dei pugni presi al volo è emblematica di come le AM (tutte) possano perdere per la strada grandi fette della loro efficacia e serietà
Il lavoro "basico" che si fa per capire e acquisire concetti di movimento, dinamiche e quant'altro, troppo spesso lo si continua a fare anche in fase avanzata, formalizzando e assolutizzando i gesti.
Da li si finisce per avere quel pugno o quel fendente, sempre uguale, irrealistico quando decontestualizzato.
Un conto è un affondo di pugnale, in cui uno può anche sbilanciarsi in avanti, magari per affanno o poca lucidità, cosa che può accadere "durante" uno scontro" e non certo all'inizio, così come il tentativo di prendere il bavero, che può somigliare a un pugno di quel genere come meccanica del movimento, altra cosa è considerare che ogni attacco di pugno sia così.
Con Ryujin abbiamo giocato a vedere se e come ci possa stare un kotegaeshi in caso di pugno, lavorando sul rientro del colpo e non sulla sua estensione.
Penso che quando si mischiano le cose "buone per una esibizione davanti a un pubblico inesperto" con le cose "per poter combattere", si finisce sempre per buttare via tutto quello che c'è di utile in una AM.
Io ne ho visti davvero pochissimi, di maestri di Aikido, lavorare su ganci, montanti, colpi sporchi, pugni che rientrano eccetera, quindi capisco e condivido dubbi e risatine di moltissimi osservatori, ma il fatto di averne visti pochissimi (e non nessuno) mi dice che il problema è nelle persone, nei maestri, che si rifugiano in gesti rievocativi e formali, magari perchè manca la voglia di sperimentare, evolvere e verificare.
Come se prendere il cazzotto, quando sei maestro, significasse perdere credibilità o altro.
A me quello che dice "eh ma questo non è Aikido" o che mi dice "eh ma questo non è Karate" mi puzza sempre di qualcuno che vive chiuso in una illusione o in una bugia.
Il problema è quando illusione e bugia diventano programma di insegnamento.
A questi capita di chiedere se un tizio come Ueshiba o un Egami, finiti corpo a corpo, messi davanti a questo o quel modo di attaccare, finiti a terra, avrebbero detto "eh ma questo non è....." o si sarebbero arresi.
Risposte........mai.
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A questi capita di chiedere se un tizio come Ueshiba o un Egami, finiti corpo a corpo, messi davanti a questo o quel modo di attaccare, finiti a terra, avrebbero detto "eh ma questo non è....." o si sarebbero arresi.
Risposte........mai.
Io non ho risposte nemmeno se domando "chi mi fa vedere quel disarmo fatto a forbice con le gambe, rotolandosi per terra?"
Perché seguono sempre o lunghissimi post, in genere di 200 righe, in cui non si conclude nulla, o un "io non so farlo, ma dovresti provare con Vasiliev".
Che Vasiliev, Ryabko o Starov arrivino dal pianeta Vegeta, mi fotte cazzo.
Video di DP, commento di DP.
Se loro 3 possono fare certe robe perché provengono da Marte, a me che sono nato in un ospedale di Milano frega una (s)funciazza di minchia[1].
Per cui domando, a quelli che sostengono che quanto si mostra nel primo video è fattibile: chi mi dà una dimostrazione empirica? :)
Le risposte sono "IO", oppure "IO NON SO FARLO".
Quando avrò collezionato una sfilza di "IO NON SO FARLO", per la Legge Dei Grandi Numeri At Cazzum[2] avrò la conferma che questa è la sezione sbagliata per discutere di certi argomenti.
IMHO non è difficile...
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Il punto però è un altro.
Io devo far vedere quello che so fare di systema non quello che sa fare vasiliev.
Anche perché se facessi vedere quello che fa vasiliev, non sapendolo fare, avrei capito ben poco di systema.
E questo vale sopratutto per una disciplina che si basa su principi e la loro adattabilità e non su un bagaglio tecnico predefinito.
La stessa cosa vale però anche per l'aikido: posso far vedere quello che so fare io, non quello che sapeva fare ueshiba. Questo vuol dire che una tecnica di aikido non funziona? No. Vuol dire che io non la so fare.
Vedo 100 video di aikido dove ci sono tecniche che non so fare e penso che un diretto e gancio a seguire sarebbe molto più semplice. Ma è un mio problema. Se mi capita davanti un 25 enne che fa arti marziali acrobatiche sono abbastanza sicuro che abbia abbastanza carburante per farmi il culo in un match.
Anch'io me ne fotto da dove arriva vasiliev e pure di starov se è capace di fare il no-contact.
Di sicuro quando li vedo muoversi io vedo il systema. Video di DP di Systema.
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Ma la DP non dovrebbe essere accessibile ai più[1], per essere DP?
Esiste una DP che va bene solo per chi insegna, ma manco a morire trovi un allievo che sappia fare certe robe?
Mi ricorda il tanto discusso "io non so farlo, ma vedessi il mio maestro: lui si che ne abbatte 10 tutti insieme[2]".
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Quoto Uà.
Mostrare cose spettacolari, mirabolanti tecniche in acrobazia, disarmi con i piedi o con le orecchie, può pure essere gradevole da vedere in un film o in una esibizione, ma rimane comunque un messaggio che non mi piace, ossia "tutto questo funziona se siete dei fenomeni come me" e quindi esclude i più.
A quel punto poco importa se siano cazzate infattibili o roba vera, è comunque qualcosa che riguarda "altri".
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Mi ricorda il tanto discusso "io non so farlo, ma vedessi il mio maestro: lui si che ne abbatte 10 tutti insieme[1]".
Sicuramente ci sono maestri più bravi dei loro allievi. Ci sono anche allievi più bravi dei loro maestri. Poi ci sono anche quelli che non hanno mai preso un pò di botte e vivono nell'illusione della bravura del loro maestro (che magari a sua volta non ha mai preso un pò di botte). Di solito quando prendi un pò di botte incominci a preoccuparti di quello che sai fare tu e non solo di quello che sanno fare gli altri.
Ma la DP non dovrebbe essere accessibile ai più[2], per essere DP?
Esiste una DP che va bene solo per chi insegna, ma manco a morire trovi un allievo che sappia fare certe robe?
Mi ricorda il tanto discusso "io non so farlo, ma vedessi il mio maestro: lui si che ne abbatte 10 tutti insieme[3]".
Assolutamente. La DP dovrebbe avere il parco praticanti più ampio possibile. E systema si adatta a questo scopo. Al di là di quello che sa fare vasiliev.
Questo video ha subito parecchie critiche se non sbaglio anche sul FAM. La biomeccanica direi che ha molti punti in comune con il systema:
Difesa personale con sistema di combattimento russo speciale Russian Leopard... (https://www.youtube.com/watch?v=25HYSn_NwLQ#ws)
Uno dei commenti al video sul tubo è stato:
"per me e impossibile imparare ste cose... sono mosse che sembrano facili ma sono di una complessità unica anche perke si vede a rallentatore perche in un vero "combattimento " si fanno veloci le mosse "
Sbagliato. Basta essere rilassati, coordinati e usare le anche per guidare il movimento. Basta usare tutto il corpo. In modo semplice. Naturale. Credo che siano i movimenti più naturali che abbia mai visto.
Il mio collega dice che sembra un ballo russo. Naturalmente li alleno spesso questo tipi di movimenti anche perché li trovo fra i migliori in assoluto per sciogliere articolazioni e fasce muscolari. Stessi esercizi fatti col bastone.
Se dovessi far fare un esercizio a vuoto a qualcuno che non ha mai fatto ginnastica credo che gli farei fare questi esercizi.
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scusate, ma veramente non si può fare un kote gaeshi su un pugno diretto? ??? ??? ???
( XD XD XD)
concordo su tutta la linea con Wa e Pagurone...
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Beh se il pugno poi resta li :whistle: :whistle: :whistle: :whistle:
In alternativa occorre essere spiderman et similia, con relativa supervelocità e riflessi 8)
Che poi, arti marziali o sistemi di DP che siano, sarebbe sufficiente la verifica non collaborativa per vedere se il pugno lo afferri o meno.
Mica è così complicato ;)
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Ma la DP non dovrebbe essere accessibile ai più[1], per essere DP?
Esiste una DP che va bene solo per chi insegna, ma manco a morire trovi un allievo che sappia fare certe robe?
Mi ricorda il tanto discusso "io non so farlo, ma vedessi il mio maestro: lui si che ne abbatte 10 tutti insieme[2]".
ammazza quanto è profondo sto post......
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Domanda (polemica quanto basta): perchè queste supertecnichestrafighe mostrate dai vari russi tipo Vasiliev tanto per dirne uno, non sono mai mostrate, non dico in una situazione non collaborativa, ma nemmeno contro un attacco, anche preordinato, ma perlomeno realistico e deciso?
Stanno male da vedere in queste dimostrazioni/presentazioni?
Non direi, anzi credo che gioverebbe molto all'immagine del Systema stesso, come in qualsiasi altra AM
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A parte il "real combat" nel titolo che può lasciare spazio alle nostre interpretazioni e a parte il non collaborativo qui mi sembra di vedere applicato il systema in modalità che trovo utili al fine della preparazione alla DP.
E io ci vedo ancora i principi di systema.
Systema in real combat (https://www.youtube.com/watch?v=CaEvC2xdXLs#)
Hai video, non di match chiaramente, dove fanno DP con le caratteristiche che vorresti vedere?
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Mmmmm... nel video le "cose funzionali" mi sembrano giusto quelle prese in prestito o già viste da altre parti, in ogni caso, nella mia ignoranza, non caratteristiche del systema, nel senso che le vedo per la prima volta in questo video, mentre in altre AM sono abbastanza la norma.
Mentre anche qui le movenze e i colpi più "caratteristici" del Systema, restano quelle che mi convincono meno.
E comunque nemmeno qui è possibile notare le tecniche più "fantasiose"
A memoria video di DP che mi esaltino non mi vengono in mente da ritrovare su youtube, ma credo basti una semplice ricerca e visionare i primi risultati con un minimo di senso critico per riconoscere cosa sia valido e cosa no.
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Mi sei diventato schizzinoso... :P
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Mi sei diventato schizzinoso... :P
E' il caldo.... sono intollerante
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Ragà, il punto è semplice: fin quando non si viene a provare, nel senso di vedere come si lavora e cercare di capire i principi sottostanti, e non nello "sfidare" l'insegnante, non si potrà mai capire bene il perché di certe cose del Systema che sembrano strane o poco fattibili.
Io stesso, dopo il primo stage che ho fatto in Svizzera, nonostante la convinzione iniziale data dai video, dalle "prove" con gli amici e dal periodo in cui ho testato quel pò che sapevo fare di Systema durante la mia prima (3 anni fa) e breve pratica di CKM[1], ho visto che c'erano cose che da solo non avrei mai capito; mi immagino quindi come la possa pensare chi è scettico e non lo ha mai neanche visto dal vivo :-X . Come dice Wa, i post da 200 righe sono inutili, quindi, a costo di sembrare un Chunner[2] XD , rinnovo l'invito a provare.
Del resto, sapeste quante persone (che non scrivono sui forum ;) ) sono venute a provare e ne sono uscite "piacevolmente impressionate" :=) ..
I video.
Si, è vero, ne parlavamo anche con Mad "di là".... non è che siano come le altre cose che si vedono sul tubo, anzi, a volte :-[ ... vabbè, che dirvi, se divento bravo metto io qualcosa, ma con il coltello gommoso, scusate ma non è che io ci tenga tanto ad apparire figo XD
Comunque...
Cos'è che "vorreste" vedere?
Attacchi reali con coltelli veri?
Sparring full contact no holds barred?
Se la disciplina è seria, NON li troverete mai. :pla:
Di più nin zò! :P
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A parte il "real combat" nel titolo che può lasciare spazio alle nostre interpretazioni e a parte il non collaborativo qui mi sembra di vedere applicato il systema in modalità che trovo utili al fine della preparazione alla DP.
E io ci vedo ancora i principi di systema.
Systema in real combat (https://www.youtube.com/watch?v=CaEvC2xdXLs#)
Hai video, non di match chiaramente, dove fanno DP con le caratteristiche che vorresti vedere?
Posso dirti che nel video quelli lì si limitano.
E che, nei miei limiti, ho applicato quel poco che so fare anche in altri ambiti di DP, e ho visto che "funziona".
A memoria video di DP che mi esaltino non mi vengono in mente da ritrovare su youtube, ma credo basti una semplice ricerca e visionare i primi risultati con un minimo di senso critico per riconoscere cosa sia valido e cosa no.
E' lì che ci si sbaglia: i primi risultati sono solo quelli più commentati, non quelli più "emblematici".
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Ragà, il punto è semplice: fin quando non si viene a provare, nel senso di vedere come si lavora e cercare di capire i principi sottostanti, e non nello "sfidare" l'insegnante, non si potrà mai capire bene il perché di certe cose del Systema che sembrano strane o poco fattibili.
Dai, no, Doc, ti prego: che c'entrano i "principi"? Perché 'sta parola entra ovunque?
Non parlo mai di Systema "in generale", perché non è una disciplina che conosco, non la pratico e sono contento così. Quindi non mi permetto di criticare IL Systema.
Io muovo appunto circostanziati: NCC di Starov prima, il video oggetto del Topic ora.
Alla domanda "mi fate vedere 5 di quei disarmi, presi a caso?" non si può rispondere "fin quando non si viene a provare...".
Dai, per favore, basta.
Sezione DP: cose concrete, empiricamente dimostrabili, efficienti e non solo efficaci, facilmente fruibili in tempi ridotti da una vasta platea.
Poi, come sempre, l'unica risposta - tra le righe - è che nessuno sa farle, certe cose.
A parte chi viene da Vegeta...
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Io muovo appunto circostanziati: NCC di Starov prima, il video oggetto del Topic ora.
Alla domanda "mi fate vedere 5 di quei disarmi, presi a caso?" non si può rispondere "fin quando non si viene a provare...".
Quindi il problema alla fine si riduce solo al video? :pla: ....
Ok, provo a postare qualcosa un pò più movimentato fatto da altri, sperando che "piaccia"....e in attesa di poterlo fare io. ;)
Corner Work - Kwan Lee - Systema Arizona (https://www.youtube.com/watch?v=Kc_koMWZafg#)
Full Speed Attack - Kwan Lee - real mw2 (https://www.youtube.com/watch?v=AnxlXPmLTjo#)
Wall Work - Kwan Lee - Systema Arizona (https://www.youtube.com/watch?v=kxPbUyKqhR0#)
Living Homo Ludens (https://www.youtube.com/watch?v=buRolNvcyfQ#ws)
Vabbè, per ora ho trovato solo questi...
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Quindi il problema alla fine si riduce solo al video? :pla: ....
Ok, provo a postare qualcosa un pò più movimentato fatto da altri, sperando che "piaccia"....e in attesa di poterlo fare io. ;)
Non vedo il nesso tra sopra e sotto. E come sempre non vedo una risposta. Atteggiamento che mi aspetterei in altre sezioni e da praticanti di altre discipline.
Tu sai disarmare rotolandoti per terra? E' un buon modo per disarmare, secondo un qualche principio della DP?
Se non vogliamo parlare di "quello", perché rende difficile qualsiasi commento[1], ne scelgo altri 10 su cui discutere.
Poi, per carità: per me va bene anche non avere una sola risposta. :)
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Se Wolwie può confermare, a metà novembre a Massa dovrebbe esserci Vasiliev per uno stage.
io ci sarò quasi sicuramente per i mondiali di karate wtka, e lo stage non me lo perdo, visto che è all'interno della mega manifestazione che la federazione organizza. chi potrebbe venirci?
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Io muovo appunto circostanziati
:zan:
:gh:
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Se mi puntano una pistola addosso avrei difficoltà a disarmare qualunque disciplina di DP o altro praticassi.
Oppure se mi puntano una pistola addosso a 2 metri di distanza e rotolo a terra o è perché sono davvero svenuto oppure perché faccio finta di svenire come vasiliev che poi rotola per chiudere la distanza nella probabile speranza che l'aggressore perda 1 o 2 secondi prima di riordinare le idee perché è rimasto imbambolato dal finto svenimento.
Oppure posso fare come rybko in un video dove fa vedere una serie di disarmi fin tanto che l'allievo gli punta l'arma (una pistola) a 30 cm di distanza poi a un certo punto l'allievo fa 3 passi indietro e guarda rybko come per dire "e adesso come fai?" e rybko non fa niente, ma si mette a ridere e fa una battuta in russo che purtroppo non ho capito.
Quindi premesso che io avrei qualche serio problema a disarmare uno che mi punta una pistola addosso qualunque sia la distanza se me la puntasse a 2 metri di distanza ho 3 possibilità: faccio come vasilev, faccio come bruce lee e gli tiro un calcio laterale in faccia in acrobatica volando per 2 metri oppure faccio come rybko e mi metto a ridere.
Prima di morire potrei comunque riflettere di tutte le tecniche che ho visto di DP di qualunque disciplina esse siano e a qualunque distanza vengano applicate. E anche in questo caso magari mettermi a ridere sarebbe una buona opzione.
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Se Wolwie può confermare, a metà novembre a Massa dovrebbe esserci Vasiliev per uno stage.
io ci sarò quasi sicuramente per i mondiali di karate wtka, e lo stage non me lo perdo, visto che è all'interno della mega manifestazione che la federazione organizza. chi potrebbe venirci?
Lavoro, università, spalla e caviglia permettendo io ci sarei volentieri (a meno che non abbia costi simili a quello tenuto a Chiesina Uzzanese!!) perchè sono curioso di vedere cosa si faccia di preciso all'interno di Systema di diverso da quanto mostrato in video più o meno buffi.
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Io muovo appunto circostanziati
:zan:
:gh:
Per favore, non ispirare video di disarmo da pistola usando un vocabolario... :gh:
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Io muovo appunto circostanziati
:zan:
:gh:
Per favore, non ispirare video di disarmo da pistola usando un vocabolario... :gh:
Che non sarebbe nemmeno la peggiore delle idee visionate fino ad adesso...
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Se mi puntano una pistola addosso avrei difficoltà a disarmare qualunque disciplina di DP o altro praticassi.
Concordo, ovviamente.
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Quindi il problema alla fine si riduce solo al video? :pla: ....
Ok, provo a postare qualcosa un pò più movimentato fatto da altri, sperando che "piaccia"....e in attesa di poterlo fare io. ;)
Non vedo il nesso tra sopra e sotto. E come sempre non vedo una risposta. Atteggiamento che mi aspetterei in altre sezioni e da praticanti di altre discipline.
Tu sai disarmare rotolandoti per terra? E' un buon modo per disarmare, secondo un qualche principio della DP?
Se non vogliamo parlare di "quello", perché rende difficile qualsiasi commento[1], ne scelgo altri 10 su cui discutere.
Poi, per carità: per me va bene anche non avere una sola risposta. :)
Allora forse non ho capito cosa vuoi :pla: ...hai chiesto "dei disarmi presi a caso", e te li ho postati, hai chiesto qualcosa di più veloce e te l'ho postato.
Poi mi parli di disarmi rotolandosi...e che ti devo dire? Io non lo so fare e non lo farei mai, ma se a qualcuno riesce facile, perché impedirglielo?
Poi, nello specifico, ti riferisci al minuto 8:42 del video "Systema videos"? No, perché forse non ho capito a quale video ti riferisci (oramai certi non li guardo più, quindi mi sfugge)..
Come ho già detto, nel Systema non si imparano le tecniche preconfezionate[2], quindi se vedi qualcuno che disarma con i denti, vuol dire che lo sa fare, e in quel momento gli è uscito naturale. A me escono solo cose più "facili", ma la base metodica è quella lì, non ci sono santi.
Sull'accessibilità di certe cose della DP, mi pare che si sia arrivati alla convinzione che la vera DP non sia per tutti, specialmente quella derivata da sistemi militari.
Tu trovi difficilissime certe cose dei video di Systema, e io ti rispondo che l'addestramento mira a rendere in grado di fare certe cose allenando le abilità nel farle, se uno è portato verso questo tipo di training.
Ma d'altra parte ti sembra che il pressure test dei sistemi israeliani sia una cosa per tutti? Sai quanta gente che scappa, appena inizi a fare le cose come si deve (realistiche, full speed ecc)?
Io sarei di parere un pò diverso, nel senso che per persone meno portate è semplicemente necessario un pò di tempo in più, fissato ovviamente il punto di arrivo che deve essere quello, uguale per tutte le discipline. Poi è chiaro che ognuno farà le cose che gli escono più naturali, oppure si rivolgerà ad altri tipi di approcci.
Riassumendo, mi dispiace, ma resto della mia idea; certi dubbi, certe perplessità le vedo e le leggo solo sui forum e sui commenti di youtube. Il Systema è diverso dalle altre cose che ci sono in giro (non ho detto migliore e non mi permetterei mai), quindi per capirlo bisogna provare. Un'ora di pratica (e di domande all'istruttore, anche "insidiose" ;) ) vale più di 100 pagine di 3d.
Proprio l'altro ieri mi sono allenato tutta la mattinata con un ragazzo di Bari da tempo interessato al Systema che fra judo, jiu jitsu, kali e kickboxing, pratica AM da 17 anni e con lui (ed altri :=) ....) certi discorsi non vengono proprio tirati fuori.
Qui invece la possibilità di equivocare è alta, specialmente se ci si mette a commentare le "tecniche" dei video senza sapere bene cosa c'è dietro.
Concludo dicendoti che, da qui sul forum, prendo atto di non essere putroppo in grado di darti la risposta che vuoi, e mi dispiace :( .
Ovviamente se vuoi continuare il discorso mi fa piacere, tanto oramai di certi argomenti discuto solo qui e con "voi" ;) .[3]
PS
Atteggiamento che mi aspetterei in altre sezioni e da praticanti di altre discipline.
Lo prendo come un complimento :)
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Se Wolwie può confermare, a metà novembre a Massa dovrebbe esserci Vasiliev per uno stage.
io ci sarò quasi sicuramente per i mondiali di karate wtka, e lo stage non me lo perdo, visto che è all'interno della mega manifestazione che la federazione organizza. chi potrebbe venirci?
Il 3-4 novembre, allo stand della WTKA.
Vasiliev e Rjabko.
Ovviamente io sto già lì :D
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Se mi puntano una pistola addosso avrei difficoltà a disarmare qualunque disciplina di DP o altro praticassi.
Concordo, ovviamente.
E non sono uno che ha un particolare timore delle armi da fuoco perché fin da piccolo sono stato abituato a maneggiarle.
Fra l'altro da ragazzino, avevo 13 o 14 anni, in un appartamento (tralascio i dettagli e il motivo) mi puntarono addosso una pistola vera e carica. La prima cosa che feci fu lanciarmi dietro una sedia e sentire solo una voce che diceva "è inutile che ti nascondi la dietro tanto a questa distanza ti buco lo stesso". Naturalmente, nonostante mi stessi discretamente cagando sotto e non ne volevo sapere di spostarmi da dietro la sedia, era stata solo una simpatica gag finita con una pacca sulla spalla.
Ora, io non sono un esperto di DP anzi non sono neanche un praticante di DP. Scopro il mondo della DP in questo forum che ha stimolato la mia curiosità in merito a queste discipline e mi sono convinto che ci sono metodi, non solo fisici, utili a venire a capo di una situazione così critica soprattutto se contesto e condizioni si adattano a un possibile disarmo o un escape (fuga, descalation e quant'altro...).
Certamente se devo vedere me stesso vedo dei gran ca@@i perché non mi alleno per questo. Principalmente tiro calci e pugni. Per carità faccio pure qualche disarmo. Faccio pure "robe" di systema (ho pratico a uno stage) del quale comunque la cosa che più mi interessa, al di la della DP, è il modo di muoversi, di usare il corpo, della biomeccanica che io trovo tanto naturale quanto efficace. Per me systema è l'antitesi della complessità tecnica.
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Allora forse non ho capito cosa vuoi :pla: ...hai chiesto "dei disarmi presi a caso"
Dal primo video del Topic.
hai chiesto qualcosa di più veloce e te l'ho postato.
Gargo, non io.
Poi mi parli di disarmi rotolandosi...e che ti devo dire? Io non lo so fare e non lo farei mai, ma se a qualcuno riesce facile, perché impedirglielo?
Perfetto. 2 giorni ci abbiam messo... :gh:
Sul "Se ha qualcuno riesce", concordo. :thsit:
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Faccio pure "robe" di systema (ho pratico a uno stage) del quale comunque la cosa che più mi interessa, al di la della DP, è il modo di muoversi, di usare il corpo, della biomeccanica che io trovo tanto naturale quanto efficace. Per me systema è l'antitesi della complessità tecnica.
A me è questo il pezzo che stona.
Vorrei vedere (e non lo dico per polemica, ma per vera curiosità) il modo di muoversi e l'uso naturale del corpo nel Systema raffrontato ad attacchi un pochino più realistici e decisi, cosa che fin'ora non ho mai visto in nessuno dei video postati e né allo stage.
Perchè se l'attacco non è sincero ci può stare tutto, dall'afferrare jab al volo al disarmare col petto.
Per il resto sono solo "filosofie marziali" differenti :)
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hai chiesto qualcosa di più veloce e te l'ho postato.
Gargo, non io.
Veloce non coincede per forza con realistico.
Ad esempio se porto un pugno velocemente, ma poi mi fossilizzo li, senza richiamarlo, senza chiudermi, senza provare a reagire o a difendermi.... per me l'attacco perde molto realismo.
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Faccio pure "robe" di systema (ho pratico a uno stage) del quale comunque la cosa che più mi interessa, al di la della DP, è il modo di muoversi, di usare il corpo, della biomeccanica che io trovo tanto naturale quanto efficace. Per me systema è l'antitesi della complessità tecnica.
Ma infatti... io ( sempre nel mio piccolo, e sempre sperando di non sembrare sborone :-[ ) ho "systematizzato" (ovviamente con un pò di lavoro "extra") certe cose del CKM già molto efficaci così, ottenendone dei vantaggi proprio in termini di qualità di movimento e "personalizzazione della tecnica". E non è che sia stato cazziato dall'istruttore per questo.. alla fine l'importante nella DP è salvare la pelle.
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Allora forse non ho capito cosa vuoi :pla: ...hai chiesto "dei disarmi presi a caso"
Dal primo video del Topic.
hai chiesto qualcosa di più veloce e te l'ho postato.
Gargo, non io.
Poi mi parli di disarmi rotolandosi...e che ti devo dire? Io non lo so fare e non lo farei mai, ma se a qualcuno riesce facile, perché impedirglielo?
Perfetto. 2 giorni ci abbiam messo... :gh:
Sul "Se ha qualcuno riesce", concordo. :thsit:
Aahh.. mi scuso per la mia confusione :-[ e gioisco della tua "concordia" :sur:
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hai chiesto qualcosa di più veloce e te l'ho postato.
Gargo, non io.
Veloce non coincede per forza con realistico.
Ad esempio se porto un pugno velocemente, ma poi mi fossilizzo li, senza richiamarlo, senza chiudermi, senza provare a reagire o a difendermi.... per me l'attacco perde molto realismo.
Beh, allora non so cosa postarti :'(
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Beh, allora non so cosa postarti
Scusa Wolvie, ops... dott. Wolvie, non voglio accanirmi o fare l'antipatico.
Sarà un limite mio che immiginandomi a fare certe cose, anche dopo anni e anni e anni di pratica, non mi ci vedo ad utilizzarle negli scenari nei quali sono abituato ad allenarmi....
E spero tu sappia che ce la metto e ce l'ho messa tutta per cercare di capire, anche di persona.
Non è che contesto per partito preso, ma probabilmente come dicevo prima, c'è una certa incompatibilità di mentalità, forse soggettiva ed è solo un problema mio....
:)
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Io rimango dubbioso...soprattutto sul "Se a lui riesce" che mi sembra spazzi via qualunque tipo di studio approfondito condotto sul campo della biomeccanica.
Rimango interessato, alle condizioni espresse precedentemente, allo stage di Massa e pregherei gli utenti più informati di me di postare, appena possibile ovviamente, i dettagli.
Grazie.
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Beh, allora non so cosa postarti
Scusa Wolvie, ops... dott. Wolvie, non voglio accanirmi o fare l'antipatico.
Sarà un limite mio che immiginandomi a fare certe cose, anche dopo anni e anni e anni di pratica, non mi ci vedo ad utilizzarle negli scenari nei quali sono abituato ad allenarmi....
E spero tu sappia che ce la metto e ce l'ho messa tutta per cercare di capire, anche di persona.
Non è che contesto per partito preso, ma probabilmente come dicevo prima, c'è una certa incompatibilità di mentalità, forse soggettiva ed è solo un problema mio....
:)
Stai tranquillo, i veri problemi della vita sono altri :D
Io rimango dubbioso...soprattutto sul "Se a lui riesce" che mi sembra spazzi via qualunque tipo di studio approfondito condotto sul campo della biomeccanica.
Rimango interessato, alle condizioni espresse precedentemente, allo stage di Massa e pregherei gli utenti più informati di me di postare, appena possibile ovviamente, i dettagli.
Grazie.
Se a lui riesce significa se è fisicamente, tecnicamente e psicologicamente in grado di fare una certa cosa. Ci sono certe cose che vedo fare dagli altri praticanti/istruttori nei video e agli stage che a me non verrebbero affatto come prima opzione, mentre altre (non necessariamente "facili") magari si.
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Non entro in certe discussioni ma mi permetto di sottolineare che la cosa del "(se) a lui riesce..." è quella su cui si fondano una quantità enorme di tecniche "giapponesi" usate per rivendicare, ad minchiam, una certa propensione alla DP.
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Senza star lì a citarmi, qualche pagina fa discutevo di fruibilità diffusa...
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Faccio pure "robe" di systema (ho pratico a uno stage) del quale comunque la cosa che più mi interessa, al di la della DP, è il modo di muoversi, di usare il corpo, della biomeccanica che io trovo tanto naturale quanto efficace. Per me systema è l'antitesi della complessità tecnica.
A me è questo il pezzo che stona.
Vorrei vedere (e non lo dico per polemica, ma per vera curiosità) il modo di muoversi e l'uso naturale del corpo nel Systema raffrontato ad attacchi un pochino più realistici e decisi, cosa che fin'ora non ho mai visto in nessuno dei video postati e né allo stage.
Perchè se l'attacco non è sincero ci può stare tutto, dall'afferrare jab al volo al disarmare col petto.
Per il resto sono solo "filosofie marziali" differenti :)
Dobbiamo separare i contesti: se un colpo di systema usa una biomeccanica particolarmente naturale e sciolta e fa male per capirlo lo si prova, lo si allena e lo si fa su sacco e pao come per un middle kick della thai. Lo si fa muovendosi con la biomeccanica tipica del systema (che è diversa da quella della thai) e si capisce se il movimento permettere di dare forza e velocità al colpo.
Poi ci sono leve e proiezioni. Anche qui per vedere se funzionano non c'è bisogno che il compagno ci attacchi con particolare veemenza. Per vedere se le tecniche sono efficaci in quanto tali eh...
Poi c'è che tutte queste cose devono funzionare ed essere efficaci in un contesto non collaborativo.
Ora, se il compagno tira veloce, ma senza l'intenzione di prendermi in faccia non dimostra niente. Questo vale anche nello sparring più spinto di thai. Meglio se invece tira anche più piano, ma vuole prendermi in faccia. A volte non è significativo neanche se tira veloce e vuole prendermi in faccia (in sparring).
Per non sbagliare esistono i match. Perché il punto non è se una disciplina è efficace, ma se io sono efficace.
Quindi l'ideale sarebbe dei match di systema dove i contendenti combattono con l'intenzione di farsi male sul serio. Questo vale per qualunque disciplina e per chiunque. Per non avere dubbi. Però sappiamo che come il KM ma anche systema sono usati in contesti reali da tempo. Pure chi si allena per la guerra fa finta di fare la guerra fino a quando non la fa per davvero.
Il tuo dubbio che posso anche condividere lo trovo generalizzabile a tutte le discipline. Compresi gli SdC.
E per la naturalità dei movimenti basta fare un giro coi bastoni per verificare come la biomeccanica è diversa da quella per esempio del kali.
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Wa, se è un'arte marziale il problema nn si pone...
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Poi mi parli di disarmi rotolandosi...e che ti devo dire? Io non lo so fare e non lo farei mai, ma se a qualcuno riesce facile, perché impedirglielo?
Perfetto. 2 giorni ci abbiam messo... :gh:
Secondo me lo sa fare Wolvie e il 99% di quelli che scrivono in questo forum con 10 minuti di prove e a meno di problemi fisici gravi. Io interpreto la risposta di Wolvie come "io, immaginandomi uno che mi punta una pistola da 2 metri di distanza, non riuscirei mai a fare una cosa del genere". Certo si sta giocando con la vita. Quindi forse il 99% di noi non ci riuscirebbe. Immaginandoci in quella situazione.
Però magari, capitasse poi davvero, il 99% piuttosto che morire ci prova lo stesso.
Ora, qualcuno conosce soluzioni di comprovata efficacia di disarmo da arma da fuoco a 2 metri di distanza? (a parte il no-contant naturalmente)
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Wa, se è un'arte marziale il problema nn si pone...
In realtà si porrebbe pure lì.
Comunque, qui ho scritto di DP. Le AM sarebbero Off Topic... :gh:
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qualcuno conosce soluzioni di comprovata efficacia di disarmo da arma da fuoco a 2 metri di distanza? (a parte il no-contant naturalmente)
XD
Con quello ti sei guadagnato un +1...
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Guarda, il discorso è paragonabile a quando, parlo di cose successe, un certo tipo di praticanti pubblica un noto video vero, in cui uno riesce a disarmare con un calcio volante uno armato di coltello, per giustificare le gesta di un noto maestro...
Il fatto che qualcuno lo abbia fatto o lo possa fare nn trasforma una tecnica in una tecnica valida o valida per tutti.
Per quella che è la tua domanda, ci sono, e sono alla portata di tutti, prove che fanno facilmente capire cosa sia più fattibile e cosa meno fattibile.
Lo ripeto, il fatto che una situazione sia cmq rischiosa nn può trasformare una parata con lo spacco fra le natiche in qualcosa di equivalente a una fatta con gli avambracci.
X Wa
Alzo le mani...se il Systema si definisce arte marziale...
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Non nascondo la mia curiosità in merito al video del calcio in volo... :sbav:
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il fatto che una situazione sia cmq rischiosa nn può trasformare una parata con lo spacco fra le natiche in qualcosa di equivalente a una fatta con gli avambracci.
3 livelli: suicidio, efficacia, efficienza.
I sistemi di DP devono essere necessariamente efficienti, sennò sono AM...
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qualcuno conosce soluzioni di comprovata efficacia di disarmo da arma da fuoco a 2 metri di distanza? (a parte il no-contant naturalmente)
XD
Con quello ti sei guadagnato un +1...
XD
Mi sono portato avanti prima che qualche "kamikaze forumistico" posti qualche video di starov che ribalta la gente da remoto o addirittura in differita (tipo "fra 3 giorni muori")....... :)
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ribalta la gente da remoto o addirittura in differita (tipo "fra 3 giorni muori")
:D :D :D
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Non nascondo la mia curiosità in merito al video del calcio in volo... :sbav:
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il fatto che una situazione sia cmq rischiosa nn può trasformare una parata con lo spacco fra le natiche in qualcosa di equivalente a una fatta con gli avambracci.
3 livelli: suicidio, efficacia, efficienza.
I sistemi di DP devono essere necessariamente efficienti, sennò sono AM...
Nn voglio fare il sifone ma insieme all'efficace c'è il plausibile. ;)
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Guarda, il discorso è paragonabile a quando, parlo di cose successe, un certo tipo di praticanti pubblica un noto video vero, in cui uno riesce a disarmare con un calcio volante uno armato di coltello, per giustificare le gesta di un noto maestro...
Il fatto che qualcuno lo abbia fatto o lo possa fare nn trasforma una tecnica in una tecnica valida o valida per tutti.
Per quella che è la tua domanda, ci sono, e sono alla portata di tutti, prove che fanno facilmente capire cosa sia più fattibile e cosa meno fattibile.
Lo ripeto, il fatto che una situazione sia cmq rischiosa nn può trasformare una parata con lo spacco fra le natiche in qualcosa di equivalente a una fatta con gli avambracci.
Per chi sfrutta il video che hai postato per giustificare un disarmo del genere ci sono fatti di cronica che si sono conclusi con altrettante arterie femorali recise.
Quindi sono d'accordo con le tue affermazioni e, per quanto mi riguarda, per quello che pratico e per come lo pratico, ritengo che systema rispetti queste regole.
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Non entro in certe discussioni ma mi permetto di sottolineare che la cosa del "(se) a lui riesce..." è quella su cui si fondano una quantità enorme di tecniche "giapponesi" usate per rivendicare, ad minchiam, una certa propensione alla DP.
Eh..purtroppo è vero anche questo...
Wa, se è un'arte marziale il problema nn si pone...
In realtà si porrebbe pure lì.
Comunque, qui ho scritto di DP. Le AM sarebbero Off Topic... :gh:
Infatti il Systema sarebbe (secondo me) un'arte marziale "non tradizionale" con ottime potenzialità per la DP (ilo che la renderebbe a limite di OT, me ne rendo conto :halo: ).
Un close combat russo dal quale poter attingere cose utili in ottica di difesa personale.
E non ho mai detto (anche durante delle discussioni con i miei compagni di pratica) che il Systema, preso così com'è, rientra perfettamente nella DP come la concepiamo noi.
La DP è altro.
Guarda, il discorso è paragonabile a quando, parlo di cose successe, un certo tipo di praticanti pubblica un noto video vero, in cui uno riesce a disarmare con un calcio volante uno armato di coltello, per giustificare le gesta di un noto maestro...
Il fatto che qualcuno lo abbia fatto o lo possa fare nn trasforma una tecnica in una tecnica valida o valida per tutti.
Per quella che è la tua domanda, ci sono, e sono alla portata di tutti, prove che fanno facilmente capire cosa sia più fattibile e cosa meno fattibile.
Lo ripeto, il fatto che una situazione sia cmq rischiosa nn può trasformare una parata con lo spacco fra le natiche in qualcosa di equivalente a una fatta con gli avambracci.
Esattissimo.
Se lo sa fare lui, lo faccia lui. Io farò cose un pò più terra terra...e per vedere che cos'è, ci sono le suddette prove (io stesso sono uno che, per capire che una cosa non gli funziona, vuole prima farsii "ammazzare" o "menare").
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Poi c'è che tutte queste cose devono funzionare ed essere efficaci in un contesto non collaborativo.
Ora, se il compagno tira veloce, ma senza l'intenzione di prendermi in faccia non dimostra niente. Questo vale anche nello sparring più spinto di thai. Meglio se invece tira anche più piano, ma vuole prendermi in faccia. A volte non è significativo neanche se tira veloce e vuole prendermi in faccia (in sparring).
Per non sbagliare esistono i match. Perché il punto non è se una disciplina è efficace, ma se io sono efficace.
Quindi l'ideale sarebbe dei match di systema dove i contendenti combattono con l'intenzione di farsi male sul serio. Questo vale per qualunque disciplina e per chiunque. Per non avere dubbi. Però sappiamo che come il KM ma anche systema sono usati in contesti reali da tempo. Pure chi si allena per la guerra fa finta di fare la guerra fino a quando non la fa per davvero.
Il tuo dubbio che posso anche condividere lo trovo generalizzabile a tutte le discipline. Compresi gli SdC.
Non sono d'accordo.
Non si può sempre ridurre tutto al match all'ultimo sangue.
Con un po' di sano senso critico, si possono individuare le cose che funzionano da quelle che non lo fanno anche in altri contesti (sparring leggero o medio, allenamento poco o per nulla collaborativo, lavoro sotto stress a sorpresa, scambio con altre discipline, ecc. ecc.).
Se una cosa funziona, funziona davvero, deve funzionare sempre. Non solo a particolarissime condizioni.
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(http://byfiles.storage.live.com/y1pza9bcT86040Ujb10mT_QbH7sL0a448-q3I_GpakIcbGFuLSpdYu7r296xnw-zjih1ReTHQ4aJxk)
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Sembra Geraldo Tigre Squadra XD
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Non nascondo la mia curiosità in merito al video del calcio in volo... :sbav:
Sorbole :ohiohi:
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Poi c'è che tutte queste cose devono funzionare ed essere efficaci in un contesto non collaborativo.
Ora, se il compagno tira veloce, ma senza l'intenzione di prendermi in faccia non dimostra niente. Questo vale anche nello sparring più spinto di thai. Meglio se invece tira anche più piano, ma vuole prendermi in faccia. A volte non è significativo neanche se tira veloce e vuole prendermi in faccia (in sparring).
Per non sbagliare esistono i match. Perché il punto non è se una disciplina è efficace, ma se io sono efficace.
Quindi l'ideale sarebbe dei match di systema dove i contendenti combattono con l'intenzione di farsi male sul serio. Questo vale per qualunque disciplina e per chiunque. Per non avere dubbi. Però sappiamo che come il KM ma anche systema sono usati in contesti reali da tempo. Pure chi si allena per la guerra fa finta di fare la guerra fino a quando non la fa per davvero.
Il tuo dubbio che posso anche condividere lo trovo generalizzabile a tutte le discipline. Compresi gli SdC.
Non sono d'accordo.
Non si può sempre ridurre tutto al match all'ultimo sangue.
Con un po' di sano senso critico, si possono individuare le cose che funzionano da quelle che non lo fanno anche in altri contesti (sparring leggero o medio, allenamento poco o per nulla collaborativo, lavoro sotto stress a sorpresa, scambio con altre discipline, ecc. ecc.).
Se una cosa funziona, funziona davvero, deve funzionare sempre. Non solo a particolarissime condizioni.
Perfetto, se non possiamo ridurre tutto ai match come indicato nel mio post allora siamo d'accordo.
Una tecnica per funzionare non deve funzionare solo in quanto tale, ma funzionare nel suo contesto di applicabilità. Quindi va allenato quel contesto per quella tecnica. Adesso rimane il modo con cui si allena quel contesto. Veloce o piano, convinti o timidi, collaborativi o non collaborativi impatta sul funzionamento? No, non deve impattare. Ma impatta sul contesto di applicabilità? Si, deve impattare.
Ma non dell'applicabilità in quanto tale, ma della mia e solo la mia capacità di applicare una tecnica in un contesto non collaborativo.
In systema c'è tutto quello che serve per essere pronti a un contesto non collaborativo senza dover fare dei match. Come è giusto che sia. Se tu nei video postati non vedi questa capacità del metodo ne posso solo prendere atto. Io la vedo.
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Ma fai due discorsi diversi...il modo di allenarti e cosa alleni...puoi pure fare sparring full contact ma se pari i calci col culo nn è che sei pronto per la strada... :P
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la mia capacità di applicare una tecnica in un contesto non collaborativo.
Quindi per te non è un discorso di tecnica in sè stessa ma un discorso di capacità personale di applicarla?
Allora non è rischiosa la difesa proposta nel video a 0.12 (per esempio) in un contesto per nulla collaborativo, è solo che uno deve essere capace di farlo?
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Meglio che pararli col naso :)
Poi ripeto, io tutte queste FantaTecniche in systema non le vedo. Parliamo della loro applicabilità? Quindi parliamo di metodo di allenamento al contesto di applicabilità. E anche in questo mi pare che il metodo sia quello che permette ai più di allenarsi al contesto reale.
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la mia capacità di applicare una tecnica in un contesto non collaborativo.
Quindi per te non è un discorso di tecnica in sè stessa ma un discorso di capacità personale di applicarla?
Allora non è rischiosa la difesa proposta nel video a 0.12 (per esempio) in un contesto per nulla collaborativo, è solo che uno deve essere capace di farlo?
Ma diobono!!
Non è una tecnica quella :-X , è uno degli esercizi di sensibilità del corpo alla lama, e serve per imparare a muovere anche il torso in modo che si difenda "da solo", oltre che con le braccia.. non è che arriva la coltellata e tu la pari o defletti così..scusate, ma mi accorgo che devo fare una domanda per nulla polemica: ma c'è qualcuno che quei video li ha visti integralmente? Perché se vi riferite solo a quel poco messo su youtube :-\ ..
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Ma fai due discorsi diversi...il modo di allenarti e cosa alleni...puoi pure fare sparring full contact ma se pari i calci col culo nn è che sei pronto per la strada... :P
Se è per questo, non è che per strada mi faccio prendere per forza a pizze in faccia e pugni in pancia prima di fare qualcosa :D
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Io si...che mi carico... XD
Tanto Massimetto di sicuro me le ha date più forte... :dis:
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Poi ripeto, io tutte queste FantaTecniche in systema non le vedo. Parliamo della loro applicabilità? Quindi parliamo di metodo di allenamento al contesto di applicabilità.
No, se parliamo di applicabilità, parliamo di applicabilità sempre (chiaro, nei limiti del buon senso)
Posso allenare una tecnica nel migliore dei modi, ma se è una tecnica fallata i risultati non saranno mai buoni.
E anche in questo mi pare che il metodo sia quello che permette ai più di allenarsi al contesto reale.
Continuo a non vederlo questo contesto reale...
Non è una tecnica quella , è uno degli esercizi di sensibilità del corpo alla lama, e serve per imparare a muovere anche il torso in modo che si difenda "da solo", oltre che con le braccia.. non è che arriva la coltellata e tu la pari o defletti così..scusate, ma mi accorgo che devo fare una domanda per nulla polemica: ma c'è qualcuno che quei video li ha visti integralmente? Perché se vi riferite solo a quel poco messo su youtube ..
:)
Ho poca esperienza di Systema, per forza di cose sono costretto a basarmi su quello che vedo sul tubo (che comunque mostrando video di rinomati maestri, mi sembrano significativi del metodo).
L'alternativa è che mi astenga dalla conversazione e se ritenete che sia il caso lo faccio (in effetti forse sarebbe meglio così evito di dire altre stupidità :sbav: )
Ora provo a cercarlo e spero di farcela, ma quella stessa "cosa" che ho portato come esempio e che tu giustamente definisci un esercizio di sensibilità, in altri suoi video, veniva mostrata come una difesa vera e propria, col tizio che caricava il colpo e attaccava da lontano e con un'ulteriore torsione del petto dopo la prima a disarmare facendolo cadere di mano all'aggressore tanto che poi continuava con altri colpi.
Sbaglierò completamente l'interpretazione....
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Sarà anche un esercizio ma c'è almeno un video dove l'istruttore "in carne" fa quel movimento di torsione usando una mano per schiacciarsi la lama del coltello sulla panza e disarmare l'avversario... altra cosa che non capisco dei video di Systema sono quelle parti dove uno degli istruttori da un colpettino sulla mascella, sulla gamba sul torace, ecc... e l'altro si accascia a terra in preda a convulsioni e crisi respiratorie...
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l'istruttore "in carne" fa quel movimento di torsione usando una mano per schiacciarsi la lama del coltello sulla panza e disarmare l'avversario...
Ora mi metti il dubbio se era questo o Vasiliev...
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l'istruttore "in carne" fa quel movimento di torsione usando una mano per schiacciarsi la lama del coltello sulla panza e disarmare l'avversario...
Ora mi metti il dubbio se era questo o Vasiliev...
Non li conosco per nome, a me sembrava quello ma magari mi sbaglio. Provo a trovare il video.
Non è quello che avevo visto io ma a 0.45 c'è una cosa simile, nell'altro video lo faceva più veloce su un affondo:
Knife disarming.Systema seminar with Mikhail Ryabko in Moscow school16.05.2009. (https://www.youtube.com/watch?v=uz4PKTNDxOc#)
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Non entro in certe discussioni ma mi permetto di sottolineare che la cosa del "(se) a lui riesce..." è quella su cui si fondano una quantità enorme di tecniche "giapponesi" usate per rivendicare, ad minchiam, una certa propensione alla DP.
Eh..purtroppo è vero anche questo...
Wa, se è un'arte marziale il problema nn si pone...
In realtà si porrebbe pure lì.
Comunque, qui ho scritto di DP. Le AM sarebbero Off Topic... :gh:
Infatti il Systema sarebbe (secondo me) un'arte marziale "non tradizionale" con ottime potenzialità per la DP (ilo che la renderebbe a limite di OT, me ne rendo conto :halo: ).
Un close combat russo dal quale poter attingere cose utili in ottica di difesa personale.
E non ho mai detto (anche durante delle discussioni con i miei compagni di pratica) che il Systema, preso così com'è, rientra perfettamente nella DP come la concepiamo noi.
La DP è altro.
Guarda, il discorso è paragonabile a quando, parlo di cose successe, un certo tipo di praticanti pubblica un noto video vero, in cui uno riesce a disarmare con un calcio volante uno armato di coltello, per giustificare le gesta di un noto maestro...
Il fatto che qualcuno lo abbia fatto o lo possa fare nn trasforma una tecnica in una tecnica valida o valida per tutti.
Per quella che è la tua domanda, ci sono, e sono alla portata di tutti, prove che fanno facilmente capire cosa sia più fattibile e cosa meno fattibile.
Lo ripeto, il fatto che una situazione sia cmq rischiosa nn può trasformare una parata con lo spacco fra le natiche in qualcosa di equivalente a una fatta con gli avambracci.
Esattissimo.
Se lo sa fare lui, lo faccia lui. Io farò cose un pò più terra terra...e per vedere che cos'è, ci sono le suddette prove (io stesso sono uno che, per capire che una cosa non gli funziona, vuole prima farsii "ammazzare" o "menare").
'Sto post mi piace: ti ho rovinato il 300... XD
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Io si...che mi carico... XD
Tanto Massimetto di sicuro me le ha date più forte... :dis:
Lo conosci... è una dimostrazione di stima e affetto XD
@ Wa: :D
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Poi ripeto, io tutte queste FantaTecniche in systema non le vedo. Parliamo della loro applicabilità? Quindi parliamo di metodo di allenamento al contesto di applicabilità.
No, se parliamo di applicabilità, parliamo di applicabilità sempre (chiaro, nei limiti del buon senso)
Posso allenare una tecnica nel migliore dei modi, ma se è una tecnica fallata i risultati non saranno mai buoni.
Causa discreto allenamento mi fanno male i muscoli e avrei voglia piuttosto di parlare della percentuale che Rybko ha, data la sua cironferenza, di uscirne vivo da un aggressione, ma mi sforzerò di scrivere un post di "spessore" :)
Allora diciamo che ci sono tre novizi che vanno alla loro prima lezione: una di aikido, una di systema e una di krav maga. Sono tutti e 3 italiani, ma questo è ininfluente.
A tutti e 3 viene insegnata una leva da presa al polso che nessuno dei 3, in prima battuta, sarà in grado di applicare come si deve. Anzi diciamo che sono talmente "scarsi" che nonostante diventino paonazzi e a rischio emorroidi non riescono proprio a farla sta leva.
Diciamo però che con le correzioni del maestro e un pò di collaborazione nel giro di 30 minuti tutti e 3 riescono a fare sta benedetta leva. Diciamo anche che il primo a riuscirci è il praticante di km, il secondo di systema e il terzo di aikido. Lo diciamo perché la postura e movimenti del km sono più semplici e immediati da applicare rispetto a quelli dell'aikido.
I 3 insegnanti naturalmente applicano a mena dito la leva quindi non possiamo dire che la tecnica sia fallace, ma che richiede un certo tempo, più o meno ampio rispetto alla disciplina praticata, per essere appresa e applicata.
Anche per gli stessi insegnanti, che costantemente perfezionano quella stessa tecnica, la volta prima sarà più fallace o meno performante o meno precisa o meno perfetta della volta dopo.
Quindi rispetto alla perfezione una tecnica è sempre fallace, ma rispetto all'applicabilità c'è una certa approssimazione entro la quale possiamo dire che la tecnica funziona. Quindi o la tecnica non funziona o funziona, ma è comunque sempre fallace rispetto alla perfezione.
Ora, questa leva è stata già allenata in un contesto applicativo. Certo collaborativo. E' la prima lezione della loro vita ed è una leva.
Naturalmente sappiamo che in quel contesto funziona e funziona sempre. Però non è che poi chi mi afferra il polso me lo tiene stretto un quarto d'ora fino a quando non riesco a fargli la leva. Magari mi tira un calcio nelle palle, mi strattona, mi afferra solo un attimo. Magari non mi afferra proprio.
Le 3 discipline a questo punto usano metodiche differenti per avvicinare l'allievo sempre più a un contesto reale, se questo è l'obiettivo o se chi insegna ne è capace.
Se la velocità di apprendimento di una tecnica e della sua applicabilità misura anche il grado della sua funzionalità è probabile. Che i metodi di allenamento utili ad aumentare la velocità di apprendimento siano meglio di altri metodi anche questo è probabile.
A questo punto sono però a rischio supercazzola quindi mi fermo.
Diciamo che Systema è un sistema coerente in rapporto ai suoi principi. E questo fa di questa disciplina una disciplina seria. Diciamo anche che io alcune tecniche di systema le applico con successo e facilità. Diciamo anche che la biomeccanica di systema l'alleno sempre perché è una figata, è semplice e la trovo funzionale anche per le altre mie pratica. Mia opinione da praticante. Quando farò km potrò dirvi se pure quella è una figata. Oh, sempre per me che sono fallace.
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la mia capacità di applicare una tecnica in un contesto non collaborativo.
Quindi per te non è un discorso di tecnica in sè stessa ma un discorso di capacità personale di applicarla?
Allora non è rischiosa la difesa proposta nel video a 0.12 (per esempio) in un contesto per nulla collaborativo, è solo che uno deve essere capace di farlo?
A 0.12 se mi appoggiano il coltello sullo sterno e spingono farei quello che ha fatto vasiliev e lo farei anche se non avessi mai fatto neanche 1 minuto di systema. E' rischioso? Direi che se sono al bar e vuoi il caso dietro ho pure un muro e uno mi appoggia una lama di 30 centimetri sullo sterno tanto contento non sono.
:)
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A 0.12 se mi appoggiano il coltello sullo sterno e spingono farei quello che ha fatto vasiliev e lo farei anche se non avessi mai fatto neanche 1 minuto di systema. E' rischioso? Direi che se sono al bar e vuoi il caso dietro ho pure un muro e uno mi appoggia una lama di 30 centimetri sullo sterno tanto contento non sono.
Temo che nemmeno i tuoi cari sarebbero tanto contenti se reagisci davvero in quel modo... :)
Mentre il post prima non l'ho proprio capito, scusami.
E' comunque evidente che ognuno di noi è abbastanza saldo delle proprie convinzioni, filosofie marziali differenti. Auguriamoci che portino tutte e due al medesimo risultato ;)
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Ma infatti... io ( sempre nel mio piccolo, e sempre sperando di non sembrare sborone :-[ ) ho "systematizzato" (ovviamente con un pò di lavoro "extra") certe cose del CKM già molto efficaci così, ottenendone dei vantaggi proprio in termini di qualità di movimento e "personalizzazione della tecnica". E non è che sia stato cazziato dall'istruttore per questo.. alla fine l'importante nella DP è salvare la pelle.
Di Systema e CKM e KM so giusto quello che scrivete voi, quindi più che altro seguo.
MA questa cosa che scrive Wolwie mi piace un sacco.
:+1:
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Poi ripeto, io tutte queste FantaTecniche in systema non le vedo. Parliamo della loro applicabilità? Quindi parliamo di metodo di allenamento al contesto di applicabilità.
No, se parliamo di applicabilità, parliamo di applicabilità sempre (chiaro, nei limiti del buon senso)
Posso allenare una tecnica nel migliore dei modi, ma se è una tecnica fallata i risultati non saranno mai buoni.
Causa discreto allenamento mi fanno male i muscoli e avrei voglia piuttosto di parlare della percentuale che Rybko ha, data la sua cironferenza, di uscirne vivo da un aggressione, ma mi sforzerò di scrivere un post di "spessore" :)
Allora diciamo che ci sono tre novizi che vanno alla loro prima lezione: una di aikido, una di systema e una di krav maga. Sono tutti e 3 italiani, ma questo è ininfluente.
A tutti e 3 viene insegnata una leva da presa al polso che nessuno dei 3, in prima battuta, sarà in grado di applicare come si deve. Anzi diciamo che sono talmente "scarsi" che nonostante diventino paonazzi e a rischio emorroidi non riescono proprio a farla sta leva.
Diciamo però che con le correzioni del maestro e un pò di collaborazione nel giro di 30 minuti tutti e 3 riescono a fare sta benedetta leva. Diciamo anche che il primo a riuscirci è il praticante di km, il secondo di systema e il terzo di aikido. Lo diciamo perché la postura e movimenti del km sono più semplici e immediati da applicare rispetto a quelli dell'aikido.
I 3 insegnanti naturalmente applicano a mena dito la leva quindi non possiamo dire che la tecnica sia fallace, ma che richiede un certo tempo, più o meno ampio rispetto alla disciplina praticata, per essere appresa e applicata.
Anche per gli stessi insegnanti, che costantemente perfezionano quella stessa tecnica, la volta prima sarà più fallace o meno performante o meno precisa o meno perfetta della volta dopo.
Quindi rispetto alla perfezione una tecnica è sempre fallace, ma rispetto all'applicabilità c'è una certa approssimazione entro la quale possiamo dire che la tecnica funziona. Quindi o la tecnica non funziona o funziona, ma è comunque sempre fallace rispetto alla perfezione.
Ora, questa leva è stata già allenata in un contesto applicativo. Certo collaborativo. E' la prima lezione della loro vita ed è una leva.
Naturalmente sappiamo che in quel contesto funziona e funziona sempre. Però non è che poi chi mi afferra il polso me lo tiene stretto un quarto d'ora fino a quando non riesco a fargli la leva. Magari mi tira un calcio nelle palle, mi strattona, mi afferra solo un attimo. Magari non mi afferra proprio.
Le 3 discipline a questo punto usano metodiche differenti per avvicinare l'allievo sempre più a un contesto reale, se questo è l'obiettivo o se chi insegna ne è capace.
Ma mentre il neofita di una certa disciplina, se nn già alla prima lezione, la volta dopo si troverà a riprovare quella tecnica in un contesto poco collaborativo, il neofita di un' altra ne studierà una seconda, una terza e una quarta, tranquillamente...perchè ci vogliono aaaaanni per sperare di comprenderla... XD
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Aggiungo...relativamente alla tecnica a 0.12 state disquisendo sul "nulla" perchè prima ancora del movimento è irreale il contesto, con un coltello che nn esercita pressione e in una posizione in cui il muro dovrebbe impedire di girarsi in quel modo.
Credo e spero poi che insieme al movimento consiglino l'uso delle braccia.
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Poi ripeto, io tutte queste FantaTecniche in systema non le vedo. Parliamo della loro applicabilità? Quindi parliamo di metodo di allenamento al contesto di applicabilità.
No, se parliamo di applicabilità, parliamo di applicabilità sempre (chiaro, nei limiti del buon senso)
Posso allenare una tecnica nel migliore dei modi, ma se è una tecnica fallata i risultati non saranno mai buoni.
Causa discreto allenamento mi fanno male i muscoli e avrei voglia piuttosto di parlare della percentuale che Rybko ha, data la sua cironferenza, di uscirne vivo da un aggressione, ma mi sforzerò di scrivere un post di "spessore" :)
Allora diciamo che ci sono tre novizi che vanno alla loro prima lezione: una di aikido, una di systema e una di krav maga. Sono tutti e 3 italiani, ma questo è ininfluente.
A tutti e 3 viene insegnata una leva da presa al polso che nessuno dei 3, in prima battuta, sarà in grado di applicare come si deve. Anzi diciamo che sono talmente "scarsi" che nonostante diventino paonazzi e a rischio emorroidi non riescono proprio a farla sta leva.
Diciamo però che con le correzioni del maestro e un pò di collaborazione nel giro di 30 minuti tutti e 3 riescono a fare sta benedetta leva. Diciamo anche che il primo a riuscirci è il praticante di km, il secondo di systema e il terzo di aikido. Lo diciamo perché la postura e movimenti del km sono più semplici e immediati da applicare rispetto a quelli dell'aikido.
I 3 insegnanti naturalmente applicano a mena dito la leva quindi non possiamo dire che la tecnica sia fallace, ma che richiede un certo tempo, più o meno ampio rispetto alla disciplina praticata, per essere appresa e applicata.
Anche per gli stessi insegnanti, che costantemente perfezionano quella stessa tecnica, la volta prima sarà più fallace o meno performante o meno precisa o meno perfetta della volta dopo.
Quindi rispetto alla perfezione una tecnica è sempre fallace, ma rispetto all'applicabilità c'è una certa approssimazione entro la quale possiamo dire che la tecnica funziona. Quindi o la tecnica non funziona o funziona, ma è comunque sempre fallace rispetto alla perfezione.
Ora, questa leva è stata già allenata in un contesto applicativo. Certo collaborativo. E' la prima lezione della loro vita ed è una leva.
Naturalmente sappiamo che in quel contesto funziona e funziona sempre. Però non è che poi chi mi afferra il polso me lo tiene stretto un quarto d'ora fino a quando non riesco a fargli la leva. Magari mi tira un calcio nelle palle, mi strattona, mi afferra solo un attimo. Magari non mi afferra proprio.
Le 3 discipline a questo punto usano metodiche differenti per avvicinare l'allievo sempre più a un contesto reale, se questo è l'obiettivo o se chi insegna ne è capace.
Ma mentre il neofita di una certa disciplina, se nn già alla prima lezione, la volta dopo si troverà a riprovare quella tecnica in un contesto poco collaborativo, il neofita di un' altra ne studierà una seconda, una terza e una quarta, tranquillamente...perchè ci vogliono aaaaanni per sperare di comprenderla... XD
In realtà "da noi" la cosa è ancora più semplice... se dopo due minuti hai capito come si fa una cosa con l'avversario collaborativo, lentamente ecc, poi inizi a rendere piano piano la cosa sempre più realistica, sia in termini di velocità, forza, "bastardaggine" e difficoltà, e quando arrivi al punto in cui non ci riesci più, ci si "ferma" a lavorare sulle difficoltà incontrate (migliorando la coordinazione, la pulizia tecnica, la velocità di esecuzione ecc).
Questo di solito accade anche nella stessa lezione, se ci sono i presupposti (ma non agli stage, la cui finalità è un'altra).
Aggiungo...relativamente alla tecnica a 0.12 state disquisendo sul "nulla" perchè prima ancora del movimento è irreale il contesto, con un coltello che nn esercita pressione e in una posizione in cui il muro dovrebbe impedire di girarsi in quel modo.
Credo e spero poi che insieme al movimento consiglino l'uso delle braccia.
Infatti è una situazione da studio. E poi, chiaramente, insieme al movimento del corpo viene introdotto l'uso delle braccia, prima di uno solo e poi di entrambe.
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Video promozionale dello stage di novembre con Vasiliev e Rjabko presso il Festival Dell'Oriente.
Per altre info sapete a chi chiedere, come sempre :D
Systema Big Event Promotional Video (https://www.youtube.com/watch?v=BDEi28ODGNo#)
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Questo video di Systema mi è piaciuto, in alcuni punti ho riscontrato cose che alleniamo in palestra soprattutto una delle sue entrate che è quasi uguale ad una che ho fatto durante lo scorso allenamento :o e che credo sfrutti gli stessi principi:
Val Riazanov - The Ballistic Strike and Systema Training (https://www.youtube.com/watch?v=7-rJ5oZS2eI#ws)
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Ho qualche dubbio, vedendo questo video, sugli attacchi armati in particolare.
Mi sembra che manchi proprio la base per un lavoro reality based, nel senso che gli attacchi che ho visto, sembrano tutti volutamente suicida.
Il momento più evidente mi è parso quello con il fucile, dove proprio non capisco l'avanzamento, secialmente in assenza di eventuale baionetta.
Tanto col fucile quanto con la pistola, personalmente tenderei a acquisire distanza, a meno che non ho l'altro fra le mani e gli metto la pistola alla tempia o in bocca, ma col fucile proprio non vedo come potrei avanzare.
Non è una critica polemica, è proprio il mio non capire, quindi una richiesta di spiegazione.
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Magari ipotizzano proprio una scenario di baionetta innastata...
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Tokyo Seminar Interview
by Hiden Budo & Bujutsu Newspaper
Hiden Budo & Bujutsu - February 2012
(http://www.russianmartialart.com/images/japsem1.jpg)
(http://www.russianmartialart.com/images/japsem2.jpg)
(http://www.russianmartialart.com/images/japsem3.jpg)
(http://www.russianmartialart.com/images/japsem4.jpg)
(http://www.russianmartialart.com/images/japsem5.jpg)
(http://www.russianmartialart.com/images/japsem6.jpg)
(http://www.russianmartialart.com/images/japsem7.jpg)
(http://www.russianmartialart.com/images/japsem8.jpg)
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Si può dire tutto del Systema, ma non che non sia divertente :) ....
SassoMarconi Training (https://www.youtube.com/watch?v=TKmvE8SeOtY#ws)
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:)
ma chi era a filmare, Trepicchi? ;)
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No, era Davide da Milano, cioè quello che mi sfotte quando accuso il colpetto con un "WOOOF" :P
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il solito esagerato :D
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XD
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XD
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Con un pò di ritardo.. estratti dal primo stage tenuto da Luca in Sardegna :sur:
Rma Systema Italy Icnusa (https://www.youtube.com/watch?v=ARzMRpAY0b8#ws)
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Sempre con un pò di ritardo :-[ , un altro articolo Systemico...
DIFESA DA COLTELLO – PRIMA L’ISTINTO, POI LA “CONOSCENZA”
Articolo di Martin Wheeler pubblicato il 15 dicembre 2011
Ci sono delle regole essenziali, nella difesa da coltello. Regole che probabilmente sono antecedenti ogni sistema conosciuto, come il riconoscere una minaccia immediata e mortale, spostarsi dalla traiettoria dell’attacco e quindi lavorare sull’abilità che ha l’aggressore di poter attaccare di nuovo. Ma appena uno prende un’arma affilata e attacca qualcun altro, chi si difende si rende conto che anche le più semplici regole diventano molto complesse, nella realtà..
Molti sistemi di difesa da coltello funzionano in un paradigma semplice. Deviare, intrappolare, controllare e disarmare. Tutti i sistemi, in un modo o nell’altro, sviluppano queste idee in metodi completi e a volte molto efficaci. Ma invece di seguire strettamente un paradigma di regole, il Systema sviluppa questi concetti dalle strutture comportamentali profonde, basate sull’innato desiderio di sopravvivere. Cercare di imporre delle regole al sistema nervoso può diventare un gioco a somma zero durante uno scontro con il coltello. È meglio prima sopravvivere e poi applicare la propria conoscenza alla situazione. Provare a applicare concetti e conoscenze all’istinto può funzionare, ma affidarsi allo sviluppo del proprio comportamento istintivo porta a una difesa molto più “sofisticata”, spontanea e psicologicamente “diversiva” (per l’aggressore).
Sfortunatamente però, neanche affidarsi all’istinto non è una buona scelta. Vorrei paragonarlo al rendersi conto che un’auto corre verso di noi ad alta velocità. Cosa fare? Se provi a pensare come schivare al meglio l’auto, e quindi ti accingi a farlo, moltiplicato per ogni possibile modo in cui ti puoi trovare in quel momento (sarebbe davvero difficile allenare una tecnica per ogni eventualità..)…se stai ancora pensando a tutte queste cose, vuol dire che sei già stato investito. In realtà riconosci la minaccia in ogni modo possibile..vista, udito, “sensazione”..e il tuo corpo si scansa tuffandosi appena il tuo istinto di sopravvivenza prende il comando. Ma in questo momento sei in movimento, hai saltato, e devi ancora fare i conti con l’atterraggio. È a questo punto che la “conoscenza” deve riprendere possesso dei tuoi movimenti, al fine di continuare a proteggerti.
Quest’analogia è molto simile all’approccio del Systema verso la sopravvivenza da coltello. Tanto per rifarci a quanto detto prima, cioè riconoscere la minaccia come immediata e mortale, spostarsi dalla traiettoria dell’attacco e quindi lavorare sull’abilità che l’aggressore ha di poter attaccare di nuovo in svariati modi sempre diversi.
Ognuno di queste fasi può essere allenata in modo da diventare profondamente radicato, formando naturalmente i principi che permettono di sviluppare una difesa spontanea, altamente efficace e “invisibile”.
Ci sono molti modi per prepararsi all’eventualità di difendersi da un coltello; sviluppare principi motori universali, esercitarsi ad “amalgamarsi” al movimento dell’aggressore, studiare la psicologia fondamentale della difesa da coltello, praticare disarmi e attacchi agli arti, capire i principi del “lavoro morbido”, lavorare con partner non collaborativi, colpire, fare sparring ecc. Ma il nucleo di un tale lavoro è di sviluppare dapprima l’istinto e poi applicarci la propria conoscenza tecnica.
Una volta Vladimir mi disse, dopo una estenuate giornata di esercizi sulla difesa da coltello: “Serve che funzioni tutto! In una situazione reale è probabile che tu possa avere solo una possibilità di fare qualcosa”. Vero, e quindi è meglio far si che questa possibilità sia più certa possibile.
Martin Wheeler
Link all’articolo originale: http://wheelersystema.com/1742/knife-defense-instinct-then-knowledge (http://wheelersystema.com/1742/knife-defense-instinct-then-knowledge)
Per ulteriori informazioni visitare il sito: www. rmasystemaitaly.it
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Tanto qui si parla pure un po' di Systema in generale, no[1]?
Qui c'è il buon Riazanov che mi sta tanto simpatico, (quasi quanto Morrison):
Val Riazanov Ballistic Punch Seminar (https://www.youtube.com/watch?v=u-LuWmromZw#ws)
'Sti malesi danno soddisfazione, sembrano gli americani quando gli fai un gioco di prestigio.
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Beh, Ryazanov, oltre a d essere un buon fidiputt già di suo, ha fatto anche Judo e Sambo in Russia, prima di studiare il Systema con Rjabko, quindi... ci sta. ;)
Comunque :=) ...
KONSTANTIN KOMAROV ITALIAN SYSTEMA SEMINAR DVD (https://www.youtube.com/watch?v=d-fFME7YfB0#ws)
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Beh, Ryazanov, oltre a d essere un buon fidiputt già di suo, ha fatto anche Judo e Sambo in Russia, prima di studiare il Systema con Rjabko, quindi... ci sta. ;)
VAL RIAZANOV SHOWING JUDO SAMBO AND SYSTEM (https://www.youtube.com/watch?v=o0VorQ7OOQ8#)
GBU 3 Day 1 Val Riazanov (https://www.youtube.com/watch?v=tW8og9ekzSQ#)
Comunque :=) ...
KONSTANTIN KOMAROV ITALIAN SYSTEMA SEMINAR DVD (https://www.youtube.com/watch?v=d-fFME7YfB0#ws)
Visto visto, stai pure in copertina... XD
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Non ti dico la mia faccia quando l'ho vista XD... qua tra Systema e CKM sto iniziando a diventare un pò troppo famoso ;D ... come se non bastasse guarda qua :D
http://africansystemasummit.com/training/ (http://africansystemasummit.com/training/)
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Premetto che sono un big fan di sili di difesa moderni, non pratico lo ammetto, ma li trovo molto piu sensati di tante arti marziali tradizionali visto considerato la società attuale e lo stile di vita moderno.
Questo systema per esempio lo trovo affascinante, con tutte ste contorsioni e movimenti fluidi. Il dubbio però è funzioneranno tutti sti snodamenti qui fatti con un partner collaborativo, se ci troviamo di fronte ad una situazione reale dove chi attacca viene avanti a pugni e bottigliate? è realmente cosi facile girare un avversario ed andare alle cervicali ?
A me sembra piu che altro che possa funzionare come tecnica di soppressione, dove nessuno attacca ma vogliamo sopprimere qualcuno inaspettatamente.
Qualunque sia la risposta bel lavoro, complimenti.
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Allora, cerco di farti un esempio... ogni tecnica di qualunque stile o metodo di combattimento, per funzionare, ha necessariamente bisogno che chi la applichi abbia comunque un certo grado di abilità nell'usarla (da sola o concatenata ad altre, ovviamente). Queste abilità sono, ad esempio, tempismo, coordinazione, precisione, velocità, "sangue freddo" e decisione nell'applicarla ecc. Ecco, se si prescinde da questi attributi, anche la tecnica più intelligente non potrà mai essere resa al meglio.
Nel Systema si lavora prima di tutto su questi attributi, e la tecnica è solo la risultante finale dell'applicazione, che può variare tra tutta una serie di condizioni personali e ambientali.
Per fare ciò, è indispensabile addestrarsi in maniera "scientifica", facendo modo di prolungare il più possibile il tempo in cui ci si esercita, tramite drills e sparring a velocità e intensità variabile, in modo da prendere una buona confidenza con ogni tipo di situazione oggetto di studio.
Quindi, ad esempio, se da un lato ci si esercita per un quarto d'ora a muoversi attorno il coltello e all'avversario, è chiaro che nella realtà poi bisogna ridurre i tempi.
E' come i fondamentali del calcio... il mister ti fa fare infinite serie di passaggi, palleggi di testa, dribbling, tiri in porta, cross, rimesse laterali ecc, ma poi nella realtà della partita non è che ti metti a fare quelle cose esattamente come le fai in allenamento ;) .
Riguardo la faccenda della soppressione inaspettata, si, esiste questo campo di applicazione "specifico", principalmente per un certo tipo di situazioni connesse all'aspetto della "sicurezza".
Comunque, come dico sempre, per capire un pò cosa sia il Systema un'ora di allenamento è più illuminante di un chilometro di post. :D
Qualunque sia la risposta bel lavoro, complimenti.
Grazie! :)
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Comunque, come dico sempre, per capire un pò cosa sia il Systema un'ora di allenamento è più illuminante di un chilometro di post. :D
Insomma, quand'è che venite dalle parti di Monza-Lecco? (e non dirmi Urgnano, per carità di Dio, la bassa bergamasca è lontana anni-luce, faccio prima ad andare a Cesena ;) ).
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Immaginavo che la didattica fosse improntata sull'abituare il corpo, e i processi cognitivi, ad assimilare il movimento in una progressione che ne incrementi velocità e precisione.
Quello che discuto è lo scopo della tecnica in se, non la propedeutica per eseguirla in modo eccellente. A me sembra che alcune tecniche siano piu orientate verso la soppressione, non l'autodifesa. Ho forti dubbi sul poterle applicare in un combattimento 1:1 dove l'aggressore ha tutta la sua attenzione su di te.
Ma come dici tu il systema nasce in ambito army/security, quindi è stato (probabilmente) adattato ad un contesto di difesa personale per civili, portando con se (probabilmente) le idee e i meccanismi originali.
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Ehm..si e no...mi spiego.
Sarebbe paradossale se un sistema di derivazione militare (forsanche adattato ai civili ma portando le idee e i meccanismi originali, come giustamente dici) sia fallace in un semplice 1 vs 1..il punto è che se intendi il combattimento "regolamentato" (dal quale puoi uscire solo sconfitto o vincitore) è un conto, se intendi quello senza regole, dove puoi anche uscire vivo senza un graffio o morto tumefatto a seconda della situazione, capirai che la scena cambia un pò, portando altre variabili.. diciamo che nel Systema non si "combatte" nel senso classico del termine, per lo meno non si attacca "frontalmente", anzi si cerca proprio di aggirare quella che tu definisci l'attenzione dell'aggressore.
Cerco di spiegarmi meglio... per un Systemista "puro" sarebbe da pazzi affrontare, ad esempio, un esperto di Sport da combattimento sul suo terreno di atleta (nel ring), proprio perché si è preparato in una maniera più diversa, più generale e meno "specializzata" in tal senso. Più che una questione di metodo o di stile, è proprio una questione di tipo di allenamento per un certo tipo di situazione/i.
Proprio ieri sera, ad esempio, studiavo con due amici una situazione in cui sei a terra e l'avversario è sopra di te nella guardia (fra le gambe) e ti colpisce con i pugni... un mio amico che fa kickboxing, appassionato di MMA, mi ha fatto vedere una soluzione "sportiva" in cui ti vai a legare all'avversario per sopraffarlo, molto bella e intelligente ma poco adatta alla "strada", mentre io glie ne ho fatto vedere un'altra in cui l'obbiettivo è semplicemente "scappare" da quella situazione.
Poi, è chiaro che l'adattabilità ai vari contesti (sportivo/reale) dipenda anche dal lavoro fatto dal singolo praticante ;) ... non è che se fai Systema poi non puoi andare sul ring perché sennò rischi di uccidere il tuo avversario perché hai le tecniche mortali XD ....
In sintesi, la differenza tra gli approcci è più o meno questa. Infatti si usa dire che nel Systema non si combatte, ma si imbroglia. ;)
Spero di essere riuscito a spiegarmi. :)
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Perfettamente chiaro. Ora capisco il perchè di certe tecniche atte alla soppressione.
Con queste premesse sono sempre piu a favore di sistemi moderni come questo piuttosto che am tradizionali o SDC in un conteto di DP.
THX
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Di niente, grazie a te per l'interessamento! :)
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RMA Systema Italy a Rimini Wellness 2012:
RIMINI WELLNESS EVENT 2012 (https://www.youtube.com/watch?v=Ln_XIRxvcw4#ws)
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Ho visto sul tubo un video dove fanno vedere una specie di qigong. Non lo trovo piu sfortunatamente, ma si trattava di una specie di esercizi in piedi di snodamento e stretching.
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Caserma Ederle employees learn Russian fighting technique
(http://usarmy.vo.llnwd.net/e2/c/images/2012/10/25/269480/size0.jpg)
0/25/2012 CASERMA EDERLE, Italy- Mondays nights at the post Fitness Center, you can find Italians and Americans knocking each other to the mat.
No, they aren't arguing, but studying "Systema," a form of Russian martial arts. Luca Chiarato, who has worked on the caserma for 10 years, teaches the group the technique he learned seven years ago from a Soldier. After years of training and learning the different stages, he became the first instructor in Italy.
"Compared to other forms of martial arts, this has nothing to do with strength," said Italian Army 1st Sgt. Luca Bertozzo, who has been studying for three years. "A lot of this has to
do with balance -- even women can do this. We are all about teamwork."
According to Chiarato, Systema or system has its roots in the Middle Ages and is linked to the defense of Orthodox Church. For a while it was banned by the Russian government, but a few kept training in secret. During World War II, the Russian special forces practiced the system.
Chiarato says different pillars of the system include wellness to know yourself, having self confidence and using your strength. Controlling fear is another aspect; the group teaches how to fight even blindfolded, how to get out of a crowd, what to do if you are attacked in a car -- nearly 1,000 different situations. Unlike Eastern martial arts, here are no belts and no masters.
One of the class participants, Chiara Dalla Vecchia, Directorate of Public Works employee, grew up studying synchronized swimming and had a bad experience at a train station while attending the university in Venice. Despite her fears of fighting, she started with the group nearly two years ago.
"Luca follows you in a step-by-step process and I feel very comfortable," Dalla Vecchia said. "My surprise is that in a martial arts class, you learn to stay calm and fight without tension in your body to survive." Della Vecchia not only recommends the class for other females but children as well.
"It teaches 360 degrees of what to do," Bertozzo said. He admits he was not a fan at the beginning but after one class, he knew there was "something to this."
The group has an agreement with the Directorate of Family and Morale, Welfare and Recreation to use the Fitness Center Monday nights from 5-6:30 p.m. A small fee of $50 will cover four classes per month. Bertozzo says students should come in normal workout clothes and don't have to purchase anything additional to train. Additional training for those interested happens once a month with Russian instructors in Italy. One of the master trainers from Toronto, Canada, Vladamir Vasiliev, will be in La Spezia Nov. 3-4.
"We won't punch you in the face until we feel comfortable to do so," joked Bertozzo. "If you come try this, you will enter as a friend. If this isn't for you, you will leave as a friend and
we will share a coffee as a friend when we see each other."
http://www.army.mil/article/89963/ (http://www.army.mil/article/89963/)
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Troll level 100: insegnare un sistema russo agli americani! :D
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Beh, negli USA sono già aaanni che succede ;)
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La traduzione dell'articolo postato da Trepicchi....
Gli impiegati della caserma Ederle imparano le tecniche di combattimento russe
Articolo di Julie Lucas pubblicato il 25 ottobre 2012
Caserma Ederle, Italia. Ogni lunedi sera, presso la palestra della struttura, è possible trovare degli Americani e degli Italiani che se le danno di santa ragione sulla materassina. No, non stanno “discutendo”, stanno solo studiando il “Systema”, un tipo di arte marziale russa. Luca Chiarato, che da 10 anni lavora in questa caserma, insegna a questo gruppo di persone quanto ha imparato sette anni a questa parte. Dopo anni di addestramento e studio, è riuscito a diventarne il principale istruttore in Italia.
“Paragonato alle altre arti marziali, questo metodo non pone l’accento sulla forza” dice il Maresciallo Capo Luca Bertozzo, che lo studia da 3 anni. “Molto del lavoro si basa sull’equilibrio, anche le donne ne sarebbero in grado. Quanto a noi, non siamo altro che un gruppo di lavoro”.
Luca Chiarato ci spiega che il “Systema” ha la sua origine nel medioevo russo, e veniva usato per difendere la Chiesa Russa Ortodossa. Per un certo periodo fu ufficialmente bandito dal governo sovietico, ma ci fu chi volle ufficiosamente continuarne la pratica. Durante la seconda guerra mondiale, fu infatti usato per addestrare le forze speciali.
Chiarato continua dicendoci che fra i vari pilastri su cui si poggia il Systema c’è l’ottimale conoscenza di sé stessi, l’autostima e la consapevolezza nell’uso della propria forza. Il controllo della propria paura è un’altro aspetto; nel gruppo ci si addestra a combattere anche bendati, come uscire da una folla, cosa fare se si è attaccati in auto…migliaia di situazioni diverse. A differenza delle arti orientali, non ci sono cinture e maestri.
Una dei partecipanti alle lezioni, Chiara Dalla Vecchia, direttrice degli impiegati civili, è cresciuta col nuoto sincronizzato, e ha avuto una brutta esperienza in una stazione mentre frequentava l’Università di Venezia. Nonostante la propria paura dello scontro, ha iniziato a praticare circa due anni fa.
“Luca ti segue in un processo graduale, e io mi sento a mio agio così”, continua Chiara. “La cosa che mi ha sorpresa è che durante le lezioni si impara a stare calmi e combattere senza tensione nel corpo, per sopravvivere”. Chiara raccomanda queste lezioni non solo a donne e ragazze, ma anche ai bambini.
“Ti insegna cosa fare a 360 gradi”, dice Bertozzo. Ammette che all’inizio era un po’ scettico, ma che dopo una sola lezione si è accorto che nel Systema c’era quel “qualcosa in più”.
Il gruppo di lavoro ha un accordo con la Direzione delle attività rivolte al Morale, al Benessere e alla Ricreazione della Famiglia, in base al quale può usare il centro fitness della caserma ogni lunedì dalle 17:00 alle 18:30, dietro il pagamento di soli 50 dollari al mese. Bertozzo dice che gli studenti vengono ad allenarsi in abbigliamento sportivo casual, e non devono acquistare praticamente nulla per praticare. Per chi è realmente interessato, ci sono anche degli incontri periodici, mensili o annuali con Luca Chiarato o altri istruttori russi. Uno di questi, Vladimir Vasiliev, sarà in Versilia tra il 3 e il 4 novembre.
“Nessuno ti dà un pugno in faccia fino a che non sentiamo di poterlo fare tranquillamente” , scherza Bertozzo. “Se vuoi provare, ti si accoglie come un amico. Se non fa per te, te ne puoi andare da amico, e la prossima volta che ci si vede si prende tranquillamente un caffè insieme, come degli amici”.
Link all’articolo originale: http://www.army.mil/article/89963/ (http://www.army.mil/article/89963/)
Per ulteriori info: http://rmasystemaitaly.it/ (http://rmasystemaitaly.it/)
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Ciao a tutti, sono tornato stamattina dal seminario, appena ho tempo scrivo qualcosa.
Anticipo solo che, per reazione al casino che avevamo intorno, circondati da altri tatami con altri praticanti di altre discipline (Vovinam, Capoeira, Kali, ecc..), il nostro "umore" è stato più o meno di questo tipo :D :
(http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/7/73/Repin_Cossacks.jpg/800px-Repin_Cossacks.jpg)
Bella esperienza :thsit: ... a presto! :)
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"Prima di iniziare, vorrei ricordare due cose: siamo venuti qui non per fare balletto, ma arte marziale; al tempo stesso, siamo qui per allenarci, e non per dimostrare qualcosa a qualcuno".
M. Rjabko
E' la prima volta che vado al Festival D'Oriente.
Ci sono moltissimi tatami, ognuno dedicato a una disciplina, e noi prendiamo subito "possesso" del nostro spazio. Ci hanno promesso due tatami, dato che all'organizzazione è stata già a suo tempo fatta notare l'importanza dell'evento per il quale siamo andati lì.
Vista la location, e avendo un'idea di quello che dovevamo fare, io e gli altri più "duri e puri" del gruppo rimaniamo un pò perplessi.
Infatti ci sentiamo come se fossimo andati a vedere gli Iron Maiden suonare in un pub di 120 metri quadri :-\ ....
Dopo un pò arrivano anche i russi, con Luca Chiarato, Antonio Cancian e il resto dello staff logistico.
Ci rendiamo subito conto che avremmo lavorato in maniera davvero penalizzata :( ..ma ci facciamo coraggio, e mentre gli altri tatami si riempiono, in mezzo al (legittimo e normale) rumore di fondo provocato dai praticanti di altre discipline intorno a noi[1], dopo i saluti iniziali, allungando le orecchie per poter capire cosa dobbiamo fare, iniziamo a lavorare.
Non nascondo il momento di disappunto quasi generale quando una degli organizzatori ci dice sorridendo :ricktaylor: che che dobbiamo usare solo un tatami :o ... come caxxo fai a mettere circa 100 sistemisti nello stesso tatami? Poi per fortuna il "peso politico" (brutta parola) dell'evento riesce ad influire sulla situazione, e ci viene ridato anche l'altro tatami, secondo quanto stabilito in precedenza. Per la serie: nun ce provate :halo: ...
Poi, dato che il Systema è una disciplina molto dinamica e adattabile allo scopo, ci adattiamo anche noi e, per reazione al casino che abbiamo intorno ci facciamo coraggio, sorridiamo :) , "raccogliamo la sfida" :D :P e iniziamo a farne moolto di più :gh: .
Il programma annunciato viene praticamente rispettato alla lettera, e il lavoro da fare sulle prese, sui colpi, sul bastone e il coltello viene spiegato in una maniera molto libera, non mancano le dimostrazioni dei due ospiti riguardo i concetti da sviluppare e su cui esercitarsi, come il tempo dedicato a lavorare fra di noi.
Veniamo interrotti dalla organizzazione, che chiede a tutti gli atleti e i maestri di mettersi in posa per le foto, le riprese video e il discorso ufficiale di presentazione di quella edizione. Dato che fra di noi che ci alleniamo con Luca non ci sono né maestri né tantomeno atleti XD, cerchiamo di risparmiarci le public relations e approfittiamo per metterci in disparte e lavorare lo stesso ;)
Il primo giorno finisce con noi che ci spostiamo fuori per il debriefing e le altre indicazioni riguardo il giorno successivo, dato che a fianco ci sono i ragazzi della capoeira che stanno facendo la loro dimostrazione con i tamburi e tutto il resto, e non si capisce niente :spruzz: ... azz, ragà, tutto molto bello e acrobatico, complimenti davvero :) , ma a qual punto stavo quasi per andare lì e consigliargli di preparare anche qualche ciloom ;D hai visto mai :D ;)
Prima di andarcene, ci facciamo un giro nella fiera... beh, era un pò come me la aspettavo: gente seria costretta a stare gomito a gomito con autentici maestri del marketing marziale fine a sé stesso :nono: ... e per non vomitare, ci rifacciamo la bocca con un pò di dolcetti :P
Il secondo giorno ci diamo ancora più dentro, ci sono un pò meno praticanti attorno a noi, infatti un paio di tatami vengono anche smontati, e riusciamo ad "imporre" ;) la nostra presenza un pò meglio del giorno prima :P anche se recepire la voce dei russi resta sempre un'impresa :-X .
Ci tengo a sottolineare che diversi maestri di altre discipline vengono da noi per salutare i russi, e c'è addirittura un piccolo divertissement tecnico, molto leggero ovviamente ;) fra Vasiliev e un maestro di Karate, credo :sur: ...ecco, è questo lo spirito giusto :thsit: . Avendo notato purtroppo una certa spocchia da parte di qualcuno (non dò dettagli né faccio nomi), certe dimostrazioni isolate di rispetto e cordialità reciproca ci hanno rallegrato non poco... che cavolo, siamo qui anche per divertirci e passare una bella giornata insieme, al diavolo tutte le cazzate inutili! ;)
Poi, finito lo stage, dopo le foto ricordo, salutiamo tutti, e ripartiamo immantinente, che per alcuni domani c'è il lavoro :halo: .
Beh, che dire, alla fine è andata molto bene... però spero che la prossima volta andiamo in un palazzetto tutto per noi, scusate la mia brutalità :D .
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Rjabko ha fatto vedere qualcosa? Si sono fatti prendere a pugni da lui ? :)
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Beh, vedere ha fatto vedere...comunque è davvero un personaggio, indubbiamente dal vivo se ne ha un'impressione diversa. Quell'alone mistico che qualcuno vorrebbe attribuirgli cede il posto a una visione molto concreta.. a vederlo muoversi ci si rende conto di molte cose che nei video passano in secondo piano, sia riguardo il discorso tecnico che quello "personale"... in parole povere, si capisce che quest'uomo ha passato gran parte della propria vita a fare quelle cose, e in un certo senso è la stessa impressione che mi ha fatto Vasiliev la prima volta che ho partecipato a un suo stage. Chiaramente, potrei dire la stessa cosa anche di altre persone altrettanto autorevoli ;) ..
Riguardo i pugni, ne ho voluti prendere anch'io due a martello sulla base del collo, come si vede spesso nei video.
Bene, sono stati come due chiodoni da carpentiere infilati nei muscoli a 45° rispetto la spina dorsale, come conficcati da un maglio di non so quanti kili. La botta mi è arrivata fino alle ginocchia; il dolore non è stato così estremo da riempirmi il cervello, ma le gambe mi sono rimaste piegate ancora per qualche secondo..
Poi, c'è stato il momento delle bastonate e delle frustate. Ma non immaginatevi niente di troppo cruento, chiaramente ;) ...
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Io di Ryabko ho sempre pensato che sarebbe molto bello andarci a bere insieme. E lo dico come complimento, non è che bevo col primo che passa.
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Si, sono d'accordo ;) .
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Poi, c'è stato il momento delle bastonate e delle frustate. Ma non immaginatevi niente di troppo cruento, chiaramente ;) ...
Systema BDSM :P
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Io di Ryabko ho sempre pensato che sarebbe molto bello andarci a bere insieme. E lo dico come complimento, non è che bevo col primo che passa.
Eggià 8) sono d'accordo anch'io... ma mi sa che con Ryabko finirei sotto al tavolo. Tutte le volte che sono stato in Russia, sono stato il primo a "uscire dal giro", sia con la birra che con la vodka. E neppure bevevo con dei systemisti, ma con semplici insegnanti e politicanti XD
...però una curiosità - per Wolvie: ma come genera Ryabko quel tipo di "forza"? A vederlo nei video mi sembra tutto tranne che mr universo... e va beh il peso della panza, però[1]...
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Io di Ryabko ho sempre pensato che sarebbe molto bello andarci a bere insieme. E lo dico come complimento, non è che bevo col primo che passa.
Eggià 8) sono d'accordo anch'io... ma mi sa che con Ryabko finirei sotto al tavolo. Tutte le volte che sono stato in Russia, sono stato il primo a "uscire dal giro", sia con la birra che con la vodka. E neppure bevevo con dei systemisti, ma con semplici insegnanti e politicanti XD
"Vodka bes piva, djenghi na ulize" :D (La vodka senza la birra, sono soldi gettati ;) )
...però una curiosità - per Wolvie: ma come genera Ryabko quel tipo di "forza"? A vederlo nei video mi sembra tutto tranne che mr universo... e va beh il peso della panza, però[1]...
Eh, a saperlo :=) ... diciamo che nello specifico del pugno a martello sul trapezio, oltre ad usare il "peso morto" del braccio secondo una traiettoria curvilinea che poi tende a "richiudersi" (l'onda), mi è sembrato che ci aggiunga anche un pò del proprio peso, abbassandosi un po' sulle gambe un attimo prima dell'impatto, per sfruttare ottimalmente tutta l'energia cinetica prodotta, esattamente come quando si spacca un ciocco di legna con l'ascia o si pianta un chiodo con un martello. Come ho già detto, infatti anche la giusta direzione della forza vettoriale concorre a produrre quel tipo di impatto.
Ovviamente stiamo parlando di un colpo da "dimostrazione", in combattimento forse sarebbe un po' più difficile eseguirlo secondo il criterio giusto.
Per altri tipi di colpi, vale la stessa cosa: facile capirne il principio, un po' meno applicarlo efficacemente (ma è solo una questione di pratica).
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Ciao a te Wolvie e complimenti ancora per il lavoro svolto...!!! :nin:
E' stato davvero bello poter parlare serenamente con altri praticanti senza pensieri nè pregiudizi...
Anche noi abbiamo avuto qualche battibecco con qualcuno che voleva far la "gara a chi ce l'ha più lungo" dimostrando, però, che di lungo avevano solo la lingua... :nono: :nono:
E' stato poi un piacere vedere il mio maestro scambiare 4 chiacchere con Ryabko..Segno di rispetto e possibile scambio di idee futuro..Facciamo la stessa arte marziale,ma in modo completamente differente..Due strade che portano ad un unico risultato..
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Complimenti anche a voi, ragà :) ... quando si apprezza davvero quello che si fa, non si ha né tempo né voglia di dare fastidio a chi fa "altro" ;) ...se ricapita vengo anch'io a trovarvi al vostro tatami, purtroppo, come avrai visto, ero così preso che non ci ho neanche pensato :-[ ...
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Ho notato ;D
La vostra espressione era a metà tra :ricktaylor: e :spruzz:......
Poi i 2 boss si mettevano a parlare e dimostrare e tutti :o
Ahahahahah
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nello specifico del pugno a martello sul trapezio
Bud Spencer Vs. Tommy Glancing Blow (https://www.youtube.com/watch?v=w_ke0be4KGo#)
a 3.26 XD
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Bel report, lupacchiotto...
Ricordati sempre che la spocchia si lava lavorando duramente e seriamente... ;)
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nello specifico del pugno a martello sul trapezio
Bud Spencer Vs. Tommy Glancing Blow (https://www.youtube.com/watch?v=w_ke0be4KGo#)
a 3.26 XD
Si, indubbiamente, intesi come coppia di soggetti particolari XD , Bud & Terence ricordano molto Misha & Vlad :D
Bel report, lupacchiotto...
Ricordati sempre che la spocchia si lava lavorando duramente e seriamente... ;)
;)
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Mirenna vicino a Vasiliev, che sguardo fiero... :-X
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Incuriosito, googlai i due nomi... e mi associo :-X ...
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Un po' di testimonianze dello stage..
(http://zds.altervista.org/systemaitalia/sites/default/files/Img%202%20alvm_0.jpg)
Che stile! :D
(http://sphotos-b.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-prn1/558794_514070811943908_751705454_n.jpg)
(Qua c'erano più fotografi, e non sapevamo bene dove guardare :P ...)
Mikhail Ryabko. Testing the mats at the Grand Expo in Italy. Systema Russian Martial Art (https://www.youtube.com/watch?v=G6AOjT0dyok#ws)
I materassini sono risultati ok XD
Russian Martial Arts with Mikael Ryabko ( Exclusive ) (https://www.youtube.com/watch?v=hZcG4ivGCTo#ws)
Una bella intervista, specialmente nel finale... ;)
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però, dai... Ryabko ha la faccia del cicciobello puffoso XD
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però, dai... Ryabko ha la faccia del cicciobello puffoso XD
Sarà... per me ha la faccia da killer....
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XD
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Ragà, vi segnalo quest'evento.
(http://sphotos-f.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-snc6/255155_401375729930604_1212737518_n.jpg)
Cerchiamo di partecipare, stavolta c'è un buon motivo :pla: .
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per partecipare ad uno stage il buon motivo c'è sempre... solo che Siena mi è un po' fuori mano :dis:
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Arti marziali a San Severo, arriva il Systema
Il mondo delle arti marziali sanseveresi si arricchisce di un nuovo capitolo.
Il ‘Systema’ infatti entra a far parte delle discipline che saranno insegnate nella nostra città grazie a Paolo Verrone.
Paolo Verrone, sei il primo istruttore di ‘Systema’ della nostra città. Spiegaci i fondamenti di questa disciplina marziale.
“Il Systema è un’arte marziale di mentalità occidentale, un po’ come pugilato, scherma e lotta Greco-Romana. Esso deriva dalla tradizione guerriera dell’antica Russia, una immensa nazione dalla storia militare molto lunga e complessa, che ha combattuto con invasori provenienti da ogni parte del continente. Di conseguenza, i russi hanno dovuto sviluppare, testare ed evolvere un insieme di concetti, tattiche e strategie per essere efficacemente utilizzati da qualsiasi tipo di combattente, contro qualunque avversario e in qualunque situazione di scontro. Per via del suo legame con le tradizioni culturali della Russia Zarista, in epoca Sovietica questo corpus di conoscenze venne reso segreto al popolo russo, ed utilizzato esclusivamente per l’addestramento delle forze speciali, gli ‘Spetsnaz’. Esso differisce dagli altri stili perché non ha forme, rituali, cinture, uniformi o tecniche prefissate. Per via della sua origine militare comprende anche l’addestramento alla sopravvivenza in ambienti ostili. Il nome ‘Systema’ si riferisce all’insieme dei sistemi biologici, psicosomatici e biomeccanici che regolano e permettono la sopravvivenza dell’essere umano: sistema muscolo-scheletrico, nervoso, cardio-circolatorio, endocrino, respiratorio ecc”.
Oltre all’aspetto puramente sportivo, ti stai occupando di coordinare l’organizzazione di questa disciplina in Italia e nel Meridione in particolare. In cosa consiste la tua attività a riguardo?
“Come socio della ASD RMA Systema Italy, la mia attività consiste nell’interazione (mediatica e non) con praticanti di altre discipline, e non ultimo nel gestire il nostro sito web nazionale ( http://rmasystemaitaly.it/ (http://rmasystemaitaly.it/)), e il profilo facebook RMA Systema San Severo”.
Come s’inserisce il ‘Systema’ nel contesto delle arti marziali presenti a San Severo?
“Direi alla perfezione, dato che nel Systema viene da sempre incoraggiata l’umiltà, il rispetto e il confronto costruttivo verso gli altri praticanti di altri stili di combattimento. Trovandomi a rappresentarlo personalmente a San Severo, aggiungerei che ho avuto la fortuna di relazionarmi (sia in palestra che nella vita) con campioni del ring e professionisti della sicurezza personale come Ciro Del Vecchio e Massimo Russo, dai quali ho sempre cercato di imparare il più possibile”.
Terrai qualche corso dal 2013?
“Sembra di si, finalmente. Dopo aver partecipato a numerosi stage fin dal 2009, nell’ultimo anno sono stato ammesso a frequentare una serie di allenamenti intensivi tenuti da Luca Chiarato, principale istruttore di Systema in Italia, in modo da poter essere qualificato a coordinare e gestire dei gruppi di studio. Da maggio scorso ho quindi lavorato più o meno regolarmente con alcuni miei amici qui a San Severo e con altri a Manfredonia, Lecce e Bari, ma per vari motivi indipendenti da me l’ho sempre fatto fuori dal circuito delle palestre. Solo nel novembre scorso, in occasione dello stage tenuto da Vladimir Vasiliev e Mihail Ryabko al Festival Dell’Oriente di Marina di Carrara, insieme ai miei compagni di pratica sono stato riconosciuto istruttore-in-training, ovvero autorizzato ad insegnare ma tenuto a continuare ad approfondire la disciplina, prima di diventare istruttore a tutti gli effetti. Avendo finalmente un ‘titolo’ in mano, ho così provato a riproporre meglio la cosa in giro, e la direzione della palestra ‘Body Art’ di San Severo mi ha gentilmente dato la sua piena disponibilità, quindi stiamo programmando per l’inizio del 2013 una lezione di prova seguita, se tutto va bene, dal primo corso ‘ufficiale’ di Systema in Puglia”.
Perché i giovani sanseveresi dovrebbero scegliere il ‘Systema’?
“Per molti motivi. Innanzitutto, posso dire che la cultura russa ha molte similitudini con la nostra, quindi c’è anche la stessa attitudine verso la difesa personale e la prevenzione del pericolo, e questo si riflette nella maniera informale, divertente ma concreta nella quale ci si allena. Non ci sono neanche limiti d’età, sesso o preparazione fisica, l’unica cosa necessaria è essere seri, corretti e ben intenzionati. Parte dell’allenamento è costituito anche da pratiche salutistiche di respirazione, stretching e massaggi, finalizzate a ridurre lo stress psicofisico della vita quotidiana ed essere quindi meglio preparati all’eventualità dello scontro. Infine, cosa più importante, tramite il suo particolare addestramento il Systema aiuta il praticante a capire i propri punti di forza e debolezza, le paure e il coraggio, la vanità e l’umiltà. Chi pratica seriamente Systema cerca quindi di evitare sia il pericolo di diventare una vittima, sia quello ancor peggiore di trasformarsi a sua volta in aggressore. E questo, specialmente se riferito ai giovani, mi sembra un ottimo motivo per cui scegliere di praticare questa affascinante disciplina, da me umilmente rappresentata nella nostra città”.
Link all'articolo originale:
http://www.sanseverosport.com/news/arti_marziali_san_severo_arriva_il_systema (http://www.sanseverosport.com/news/arti_marziali_san_severo_arriva_il_systema)
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Grande Wolvie, te lo meriti davvero e sono molto contento per te.
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Paolo rulez!!! complimenti! :)
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Grazie a tutti :) ! In realtà non lo volevo postare proprio perché si parlava di me[1] :-[ , ma trattandosi di un articolo da pubblicare anche sul sito :thsit: ....
Azz, se penso che solo 3 anni prima partecipavo al mio primo stage, quello a Berna :=) ... si può dire che voi del forum mi avete "visto crescere" :D ...grazie ancora :) .
(E un grazie "particolare" va anche a Trepicchi, per avermi coinvolto in questa cosa bellissima ;) ).
Concludo con una nota di colore

...
"Sei contento? Adesso puoi lavorare, e quindi non mi devi più rompere i c******i!"
(Luca Chiarato, il giorno dopo che ho ricevuto il diploma

..l'altro grazie va a lui

)
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Bella Wolvie! 8)
Mai avrei pensato che un giorno avrei messo un +1 in un 3d di Systema... :nono: XD :gh:
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In bocca al lupo Wolvie e complimenti ;)
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Arti marziali a San Severo, arriva il Systema
Il mondo delle arti marziali sanseveresi si arricchisce di un nuovo capitolo.
Il ‘Systema’ infatti entra a far parte delle discipline che saranno insegnate nella nostra città grazie a Paolo Verrone.
Paolo Verrone, sei il primo istruttore di ‘Systema’ della nostra città. Spiegaci i fondamenti di questa disciplina marziale.
“Il Systema è un’arte marziale di mentalità occidentale, un po’ come pugilato, scherma e lotta Greco-Romana. Esso deriva dalla tradizione guerriera dell’antica Russia, una immensa nazione dalla storia militare molto lunga e complessa, che ha combattuto con invasori provenienti da ogni parte del continente. Di conseguenza, i russi hanno dovuto sviluppare, testare ed evolvere un insieme di concetti, tattiche e strategie per essere efficacemente utilizzati da qualsiasi tipo di combattente, contro qualunque avversario e in qualunque situazione di scontro. Per via del suo legame con le tradizioni culturali della Russia Zarista, in epoca Sovietica questo corpus di conoscenze venne reso segreto al popolo russo, ed utilizzato esclusivamente per l’addestramento delle forze speciali, gli ‘Spetsnaz’. Esso differisce dagli altri stili perché non ha forme, rituali, cinture, uniformi o tecniche prefissate. Per via della sua origine militare comprende anche l’addestramento alla sopravvivenza in ambienti ostili. Il nome ‘Systema’ si riferisce all’insieme dei sistemi biologici, psicosomatici e biomeccanici che regolano e permettono la sopravvivenza dell’essere umano: sistema muscolo-scheletrico, nervoso, cardio-circolatorio, endocrino, respiratorio ecc”.
Oltre all’aspetto puramente sportivo, ti stai occupando di coordinare l’organizzazione di questa disciplina in Italia e nel Meridione in particolare. In cosa consiste la tua attività a riguardo?
“Come socio della ASD RMA Systema Italy, la mia attività consiste nell’interazione (mediatica e non) con praticanti di altre discipline, e non ultimo nel gestire il nostro sito web nazionale ( http://rmasystemaitaly.it/ (http://rmasystemaitaly.it/)), e il profilo facebook RMA Systema San Severo”.
Come s’inserisce il ‘Systema’ nel contesto delle arti marziali presenti a San Severo?
“Direi alla perfezione, dato che nel Systema viene da sempre incoraggiata l’umiltà, il rispetto e il confronto costruttivo verso gli altri praticanti di altri stili di combattimento. Trovandomi a rappresentarlo personalmente a San Severo, aggiungerei che ho avuto la fortuna di relazionarmi (sia in palestra che nella vita) con campioni del ring e professionisti della sicurezza personale come Ciro Del Vecchio e Massimo Russo, dai quali ho sempre cercato di imparare il più possibile”.
Terrai qualche corso dal 2013?
“Sembra di si, finalmente. Dopo aver partecipato a numerosi stage fin dal 2009, nell’ultimo anno sono stato ammesso a frequentare una serie di allenamenti intensivi tenuti da Luca Chiarato, principale istruttore di Systema in Italia, in modo da poter essere qualificato a coordinare e gestire dei gruppi di studio. Da maggio scorso ho quindi lavorato più o meno regolarmente con alcuni miei amici qui a San Severo e con altri a Manfredonia, Lecce e Bari, ma per vari motivi indipendenti da me l’ho sempre fatto fuori dal circuito delle palestre. Solo nel novembre scorso, in occasione dello stage tenuto da Vladimir Vasiliev e Mihail Ryabko al Festival Dell’Oriente di Marina di Carrara, insieme ai miei compagni di pratica sono stato riconosciuto istruttore-in-training, ovvero autorizzato ad insegnare ma tenuto a continuare ad approfondire la disciplina, prima di diventare istruttore a tutti gli effetti. Avendo finalmente un ‘titolo’ in mano, ho così provato a riproporre meglio la cosa in giro, e la direzione della palestra ‘Body Art’ di San Severo mi ha gentilmente dato la sua piena disponibilità, quindi stiamo programmando per l’inizio del 2013 una lezione di prova seguita, se tutto va bene, dal primo corso ‘ufficiale’ di Systema in Puglia”.
Perché i giovani sanseveresi dovrebbero scegliere il ‘Systema’?
“Per molti motivi. Innanzitutto, posso dire che la cultura russa ha molte similitudini con la nostra, quindi c’è anche la stessa attitudine verso la difesa personale e la prevenzione del pericolo, e questo si riflette nella maniera informale, divertente ma concreta nella quale ci si allena. Non ci sono neanche limiti d’età, sesso o preparazione fisica, l’unica cosa necessaria è essere seri, corretti e ben intenzionati. Parte dell’allenamento è costituito anche da pratiche salutistiche di respirazione, stretching e massaggi, finalizzate a ridurre lo stress psicofisico della vita quotidiana ed essere quindi meglio preparati all’eventualità dello scontro. Infine, cosa più importante, tramite il suo particolare addestramento il Systema aiuta il praticante a capire i propri punti di forza e debolezza, le paure e il coraggio, la vanità e l’umiltà. Chi pratica seriamente Systema cerca quindi di evitare sia il pericolo di diventare una vittima, sia quello ancor peggiore di trasformarsi a sua volta in aggressore. E questo, specialmente se riferito ai giovani, mi sembra un ottimo motivo per cui scegliere di praticare questa affascinante disciplina, da me umilmente rappresentata nella nostra città”.
Link all'articolo originale:
http://www.sanseverosport.com/news/arti_marziali_san_severo_arriva_il_systema (http://www.sanseverosport.com/news/arti_marziali_san_severo_arriva_il_systema)
complimenti vivissimi.
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sembra che qualcuno stia diventando un pezzo grosso.. :D
complimenti Wolvie, ti auguro il meglio
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Ciao a tutti :) , interrompo temporaneamente (?) la mia assenza da questi lidi per condividere con voi :thsit: un breve video di uno stage che ho tenuto qualche mese fa..niente di estremo, solo roba tranquilla :D .
Ad ogni modo, criticatemi pure tutto ma non la scelta della colonna sonora ;)
Stage di RMA Systema a Pescara (https://www.youtube.com/watch?v=h-0-YUIP3vI#)
Almeno adesso sapete che cosa faccio quando non mi vedete qui XD .
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Grande Wolvie.
Si, per quello che conosco direi proprio che c'è il Systema.
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E' una sala parrocchiale , vero?
Pescara...
ho un amico carissimo che insegna karate.....
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Aaah, si da da fare Wolvie ;)
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Da quant'è che fai systema ora, Wolvie?
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Grande Wolvie.
Si, per quello che conosco direi proprio che c'è il Systema.
Grazie... :sur: ...si, anche altri mi hanno fatto capire che sembra proprio che io faccia davvero Systema :D ...
E' una sala parrocchiale , vero?
Pescara...
ho un amico carissimo che insegna karate.....
Si, ci siamo adattati :whistle: ....chi è che insegna Karate lì? Forse ne ho sentito parlare..
Aaah, si da da fare Wolvie ;)
Ci proviamo! :)
Da quant'è che fai systema ora, Wolvie?
Dal 2009, più o meno, ma è solo da un anno che lo sto praticando/condividendo in maniera un pò più "seria" :)
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bella Wolvie ;)
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Quindi adesso dobbiamo darti la riverenza che si da ai colleghi agli stage..... :gh:
Come si dice nel mondo del JKD...in culo a Nicola...
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Quindi adesso dobbiamo darti la riverenza che si da ai colleghi agli stage..... :gh:
See..la riverenza a suon di pizze in faccia XD ...
Come si dice nel mondo del JKD...in culo a Nicola...
..speriamo che non caghi... :D grazie!! :)
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Complimenti! :)
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Complimentoni!!! 8)
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complimenti!
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:ohi: :ohi: :ohi: :ohi: :ohi: :ohi: :ohi: :ohi: :ohi: :ohi: :ohi: :ohi:
GRANDE WOLVIEE...!!!!!!!!!!!!!!!
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Un paio di video dal festival dell'oriente di Milano...
Systema Free Open lesson @Festival D' Oriente Milano 2013 (https://www.youtube.com/watch?v=GJRdqY6pJus#ws)
Systema On Stage@Festival D'oriente Milano 2013 (https://www.youtube.com/watch?v=PLYi4SYRMlQ#ws)
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Ciao a tutti :) , interrompo temporaneamente (?) la mia assenza da questi lidi per condividere con voi :thsit: un breve video di uno stage che ho tenuto qualche mese fa..niente di estremo, solo roba tranquilla :D .
Ad ogni modo, criticatemi pure tutto ma non la scelta della colonna sonora ;)
Stage di RMA Systema a Pescara (https://www.youtube.com/watch?v=h-0-YUIP3vI#)
Almeno adesso sapete che cosa faccio quando non mi vedete qui XD .
Grande Wolvie, i miei più sentiti complimenti per il tuo stage!! :sur:
I Tool non possono che essere sempre azzeccatissimi, in tutti i mondi possibili... :gh:
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Grazie :) ... vedi, una delle cose "a margine" del Systema che mi piacciono di più è proprio il modo in cui di solito vengono presentati certi tipi di video fra il promozionale, l'intrattenimento e (soprattutto) il didattico.. in mezzo a video di street fighters-no rules-vale tudo-total combat systems "ci facciamo male per far vedere quanto siamo tosti" dalle mutande strette per sentirsi superdotati, con i montaggi fatti in stile action movie e con le colonne sonore hip hop-crossover-newmetal-gabber, trovo che presentare il proprio lavoro in maniera tranquilla, concreta e professionale (anche dal punto di vista artistico ;) ) significhi fare la differenza :thsit: ..
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Foto di gruppo dallo stage presso palestra del team Cantagalli, Viareggio.
(http://img194.imageshack.us/img194/7388/abqb.jpg) (http://imageshack.us/photo/my-images/194/abqb.jpg/)
Uploaded with ImageShack.us (http://imageshack.us)
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RMA SYSTEMA ITALY RAPALLO STAGE (http://www.youtube.com/watch?v=iE2-Ayoyed0#ws)RMA SYSTEMA ITALY RAPALLO STAGE |
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io sono scristianìto. perdonate la franchezza, ma Chiarato si rende conto che nessuno là cerca di toccarlo con un minimo di realismo, con un minimo di reale intenzione di arrivare a sfiorarlo? e ci rendiamo conto tutti, vero, che potrebbe fare qualunque cosa e loro volerebbero lo stesso? cioè, appena lui li sfiora loro si lanciano clamorosamente! non so se per condizionamento psicologico nei suoi confronti o per paura dei cazzottoni, ma non cambia niente
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In effetti la cosa ha sorpreso pure me.e non mi sembra un qualcosa che assomigli ad un classico video di allenamento o "propedeutico a.." ma sembra proprio un gioco. Se magari Wolvie o Trepicchi volessere spiegare meglio,sarei ben lieto di capirne meglio.
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e vi prego, non rispondetemi che 'non è combattimento, è un esercizio propedeutico, bla, bla bla, allenare la sensibilità, bla bli blu, movimento ad onda, imparare a conoscere e muovere il proprio corpo'. lo so già, so benissimo che è così, ma anche e soprattutto in questo genere di esercizi è fondamentale la sincerità delle parti. e qui io non ne vedo affatto, ed è clamoroso, ed è questo che critico
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Una delle prime cose che il systema insegna è stare rilassati ( e respirare) e fin qui tutto ok, ma poi solo io trovo un conflitto di interessi se poi questa rilassatezza viene usata per fare delle irrealistiche chiavi al volo e proiezioni che manco nell'aikido?
No perchè ok la bellezza dei principi in movimento, bello non avere tecniche da imparare ma solo concetti ( e anche questo modo di pensare lo appoggio) ma quanto è tanto più facile far uscire le chiavi articolari su uno iper rilassato? lì dove il BJJ si muove con 4 arti e tutto il peso corporeo per mettere in chiave un braccio ( con delle tecniche precise per rompere le rigidità dell'avversario) quanto è tanto più bello fare la stessa cosa con un mano?
Ma poi pensandoci se è tutta una questione di principi, non è un principio fisiologico che una persona ( non allenata nel systema) davanti ad un tentativo di chiave si irrigidisca ? Quindi perchè fare dimostrazioni con avversari morbidi? Non sarebbe meglio farli con avversari rigidi? Bho.
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e vi prego, non rispondetemi che 'non è combattimento, è un esercizio propedeutico, bla, bla bla, allenare la sensibilità, bla bli blu, movimento ad onda, imparare a conoscere e muovere il proprio corpo'.
Anche perchè prima o poi si dovrà pur vedere qualcosa che non sia propedeutico...
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Giusto osservazione , è che manca la prima parte.....quando prima sentono un po' increduli poi fanno una riflessione profonda adottando un atteggiamento piu' collaborativo :) comunque nella nostra famiglia ci sono persone che hanno fatto incontri di boxe,thai (anche in thailandia ) mma ecc e dopo alcuni dubbi , hanno sperimentato e i sono fermati per capire alcuni concetti . Non ha caso l'ultimo stage è stato fatto presso il Team Cantagalli... Il responsabile che ormai da piu' di 20 anni soggiorna nel sud-est asiatico(birmania,thailandia,laos,vietnm ecc) portando vari maestri in Italia ( qui intervista di Diego Calzolari a lui http://win.ilguerriero.it/codino_2008/interviste/cantagalli.htm (http://win.ilguerriero.it/codino_2008/interviste/cantagalli.htm) è stato molto contento chiedendo dopo prova sperimentale corporea :) di organizzare per la stagione entrante una serie di incontri per capire dettagliamente la disciplina.
Poi ripeto systema non è la soluzione universale , tutte le discipline hanno pregi e meriti e noi portiamo comunque sempre rispetto a tutti , ad ognuno la sua.
grazie e buona giornata :thsit:
ps un paio di anni fa all'inizio scherzando avevo chiesto di provare a sentire un colpo ad effetto appenna accentuato sotto il pettorale e avevo rotto le palle all'istruttore finche' esasperato (perche' è molto rispettoso con tutte le persone) mi tocco leggermente ;) risultati per 3 mesi ho dormito su un fianco :D me la sono propio cercata
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tanto per cominciare mi scuso per i modi. Zoid e Andy mi hanno detto in privato che stasera sono acido come una vecchia puttana andata a male. sono molto stanco e non faccio fatica a credere che sia così, per cui chiedo scusa se sono sembrato scontroso. però..
Giusto osservazione , è che manca la prima parte.....quando prima sentono un po' increduli poi fanno una riflessione profonda adottando un atteggiamento piu' collaborativo :) comunque nella nostra famiglia ci sono persone che hanno fatto incontri di boxe,thai (anche in thailandia ) mma ecc e dopo alcuni dubbi , hanno sperimentato e i sono fermati per capire alcuni concetti . Non ha caso l'ultimo stage è stato fatto presso il Team Cantagalli... Il responsabile che ormai da piu' di 20 anni soggiorna nel sud-est asiatico(birmania,thailandia,laos,vietnm ecc) portando vari maestri in Italia ( qui intervista di Diego Calzolari a lui http://win.ilguerriero.it/codino_2008/interviste/cantagalli.htm (http://win.ilguerriero.it/codino_2008/interviste/cantagalli.htm) è stato molto contento chiedendo dopo prova sperimentale corporea :) di organizzare per la stagione entrante una serie di incontri per capire dettagliamente la disciplina.
Poi ripeto systema non è la soluzione universale , tutte le discipline hanno pregi e meriti e noi portiamo comunque sempre rispetto a tutti , ad ognuno la sua.
grazie e buona giornata :thsit:
ps un paio di anni fa all'inizio scherzando avevo chiesto di provare a sentire un colpo ad effetto appenna accentuato sotto il pettorale e avevo rotto le palle all'istruttore finche' esasperato (perche' è molto rispettoso con tutte le persone) mi tocco leggermente ;) risultati per 3 mesi ho dormito su un fianco :D me la sono propio cercata
che alcuni di voi abbiano sostenuto degli incontri, o che abbiano vinto il campionato mondiale di costruzione dighe con le mani, non cambia nulla. e non cambia nulla che Chiarato abbia la castagna pesante e sia una persona educata (anche se sono due notizie che fa piacere sentire :D ). ci sono argomenti, obiezioni, ci si ragiona insieme, discute.. non è che siccome un'altra persona che pratica thai si fida del vostro metodo per me va bene per proprietà transitiva o perché lui dev'essere cazzuto allora mi posso fidare.. non è così!
'assumere un atteggiamento più collaborativo' non dovrebbe inficiare l'onestà e la sincerità delle reazioni.. non ha senso! o mi sbaglio? perché è questo che obietto!
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Non hai risposto alla domanda, che possano tirare cazzottoni ( con quella massa tra l'altro) non lo metto in dubbio.
Cerco di esprimere meglio il concetto in maniera più colorita ( scusate sarò volutamente colorito):gh: :
Nell'aikido se fanno le chiavi al volo fanno cazzate, nel krav maga se fanno chiavi al volo fanno cazzate, nel ju jitsu nippon se fanno chiavi al volo fanno puttanate, nel MGA se fanno qualsiasi cosa fanno cazzate ( essendo 4 chiavi tirate al volo) ecc Nel systema, quindi, perchè queste chiavi al volo, che non riescono a nessuno se non in rarissimi casi, riescono sempre?
Ci stai dicendo che riescono perchè preventivamente il maestro vi ha fatto vedere la potenza dei suoi cazzotti mentre stavate fermi? No perchè questo è mentalismo non arte marziale... 8)
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Ragazzi facciamo cosi' scusate al prossimo stage venite a trovarci cosi potete porre direttamente le domande e i dubbi all'insegnante ;) e magari scambiamo le nostre esperienze . vado che sono cotto :P un saluto a tutti buona pratica
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Ragazzi facciamo cosi' scusate al prossimo stage venite a trovarci cosi potete porre direttamente le domande e i dubbi all'insegnante ;)
Ma perchè?
Tu pratichi da anni, e non sei in grado/non vuoi parlare della cosa? Mi sembra un po' strano...
Ci sta che adesso sei cotto, ma puoi risponderci anche domani.
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Ragazzi facciamo cosi' scusate al prossimo stage venite a trovarci cosi potete porre direttamente le domande e i dubbi all'insegnante ;) e magari scambiamo le nostre esperienze . vado che sono cotto :P un saluto a tutti buona pratica
guarda, io lo farei pure, ma ora come ora la mia vita è un casino e faccio fatica a trovare il tempo per cose che io considero fondamentali
ma poi scusa, cos'è che ti impedisce di rispondere a delle semplici domande e considerazioni? cioè, siamo tutti adulti, parliamo la stessa lingua, e parliamo tutti di mazzate, per cui.. perdona la mia solita, antipatica schiettezza, ma questo mi sembra un modo per evitare il confronto sugli argomenti
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What to do when someone tries to take you to the ground by grabbing your legs! by Val Riazanov (https://www.youtube.com/watch?v=VbVr9QKjlq8#ws)
Defensive Takedown Strategies (https://www.youtube.com/watch?v=rX80WvusNMU#ws)
Questi su altri lidi potrebbero essere anti-grappling di WT per la serie: fessi noi che si cerca di sprawalare...
Poi c'è sempre quella domanda, ma se in russia hanno un sistema per proiettare e mettere in chiave la gente così raffinato ed efficace perchè i russi si ostinino a fare Sambo... bho saranno amanti dello sforzo fisico...
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Russian Sambo & Judo Throws - Val Riazanov (https://www.youtube.com/watch?v=c7fdoMgucMY#)
VAL RIAZANOV SHOWING JUDO SAMBO AND SYSTEM (https://www.youtube.com/watch?v=o0VorQ7OOQ8#)
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ecco, lo sapevo che sarebbe intervenuto qualche chunner con un video provocatorio :D oh, scherzo!
trovo, però, significativo che il personaggio in questione, che al mio occhio ignorante sembra una persona competente in ambito lottatorio (nel senso che mi sembra un praticante di una disciplina lottatoria) si muova in un modo che ricalca da vicino quello dei systemisti di tutti gli altri video SOLTANTO in fase di striking o nei disarmi, cioè in situazioni al di fuori del contesto di sua competenza.. laddove è più ignorante, insomma
poi comunque da un collage di spezzoni così frammentato e senza l'audio secondo me non si può capire molto
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Val Razianov è stato campione di sambo e judo :) e quindi naturale che ci siano elementi derivanti dalla sua espierenza come lottatore nella sua metodologia. ecco un po' la sua storia
Val Riazanov russian martial arts master was born in 1970 in Soviet Union and from 1979 trained in Judo and Sambo as a member of the Russian Olympic squad for 6 years. During that time Val competed in numerous competitions and championships, and achieved the status “Master” on the International level in Sambo, and the rank of black belt 6th Dan in Judo.it, where he was involved in numerous covert operations. Eventually Val, became a KGB trainer, training soldiers in hand to hand combat Sambo.
After leaving the army Val moved to London and worked for 12 years as a Security Consultant for Government and private companies. During this time Val met, Michael Ryabko and became a qualified instructor and taught the Russian Martial Art known as Systema.
Val has also conducted several seminars in Holland, Ireland, in the Ukraine by special invitation from Ukrainian Government, Ireland and Russia. Along with training US Marine Corps at the US embassy in London along with competing in unlicensed boxing and free style fighting to become a heavy weight champion in Great Britain.
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(http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/d/dd/Die_drei_Bogatyr.jpg)
Bogatyrs (1898) by Viktor Vasnetsov. Bogatyrs (left to right): Dobrynya Nikitich, Ilya Muromets, Alyosha Popovich. Oil on canvas 321*222 Russian Museum
Il termine bogatyr in russo: богатырь[?] dal turco: baghatur) o vitjaz' (russo:витязь, guerriero valoroso) è utilizzato per indicare i guerrieri eroici della tradizione medievale slava orientale, comparabili con i cavalieri erranti della tradizione dell'Europa occidentale.
La parola bogatyr fece la sua prima comparsa in Russia nel libro di Sernitskij: "Descriptio veteris et novae Poloniae cum divisione ejusdem veteri et nova", stampato nel 1585 in un luogo sconosciuto, nel quale viene così narrato: "Rossi… de heroibus suis, quos Bohatiros id est semideos vocant, aliis persuadere conantur".
È da notare che la definizione bogatyr era già utilizzata sin dal XII secolo per indicare il capo dei tatari.
Le byliny più famose trattano di questi eroi. Ogni bogatyr ha una caratteristica caratteriale che lo cotraddistingue: Alëša Popovič è famoso per la sua scaltrezza, Dobrynja Nikitič per il suo coraggio, Svjatogor per la sua tristezza e Il'ja Muromec per la sua integrità e per la dedizione con cui proteggeva la propria patria dai pericoli esterni.
sourcetext:wiki - picture : http://lj.rossia.org/users/john_petrov/6524.html (http://lj.rossia.org/users/john_petrov/6524.html)
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Magari mi sbaglierò ma per me è l'ennesimo sistema concept oriented, in cina hanno lo yi quan, quando si sono messi un gi addosso lo hanno chiamato tai ki ken con la mimetica in russia è diventato systema.
Grandi potenzialità se viene insegnato a qualcuno con un solido backround marziale ( vedere i rapporti tra tai ki ken e kyokushinkai) utilità pari a zero ad uno che è completamente digiuno di tecnica marziale e varie scamiciature se non migliorare la postura ( vedasi il mitico F.D. maestro di yi quan che pensa che lottare a terra sia la stessa cosa che lottare in piedi "solo che stai orizzontale")
Giusto una mia idea, ripeto magari mi sbaglierò.
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Trepicchi, disponibile ed enciclopedico come al solito, ma... il dialogo? le risposte? sennò invece che stare su un forum mi sarei fatto i giri su wikipedia. per carità, apprezzo i contributi, molto, però il nòcciolo non è quello, e in merito alla discussione sugli argomenti mi sembri un po' latitante
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vabbè, tanto ho capito che la parte del bastardo tocca a me..
Trepi', ieri sera ci hai lasciato dicendo che eri stanco e dovevi andare a dormire (pacifico, anch'io non vedevo l'ora di riabbracciare il letto). stamattina te ne stai in silenzio e, quando vedi un volto noto che porta prestigio alla disciplina, parti sparato con due post biografici, 100% divulgativi
ma il resto?
voglio dire, è in corso una discussione tecnica sulla tua disciplina.. e non è che qualcuno ha postato dei video a scopo denigratorio.. tutto parte da un mio commento scettico a un video che hai postato tu!
allora mi sembra che quando puoi (vedi i post biografici, o il post in cui ci racconti che diversi combattenti cazzuti si sono dati al Systema) cerchi di supportare la causa, quando invece ti si chiede conto di qualcosa sparisci in una nuvola di fumo
qua nessuno ce l'ha col Systema, con te, o con Chiarato (che peraltro da tutta Italia mi dicono che è una persona squisita!!), ne stiamo solo parlando in qualità di curiosi praticanti di discipline marziali! da parte tua, invece, mi sembra ci sia una specie di barricata che separa 'voi' del Systema da 'noi' che solleviamo questioni.. ma le cose non stanno così! non è una lotta tra fazioni
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ahhh :) scusami ma sono impegnato su altri 10 fronti :( appena ho un secondo cerco di dare qualche info in piu'
qui un gruppo di allenatori , c'è anche quel disgraziato di Wolvie :D
https://www.youtube.com/watch?v=TKmvE8SeOtY (https://www.youtube.com/watch?v=TKmvE8SeOtY) non riesco ad inserire
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Intervengo da esterno non interessato (né alla disciplina - di cui comunque leggo sempre con piacere gli interventi - né al Topic), e nemmeno da moderatore (in questa sezione sono un semplice utente). Interessato - quello si - a non avere, in nessuna sezione, 3d esclusivamente promozionali.
Se il problema è il tono usato ieri da quel mestruato di Happo, allora se ne può parlare: nemmeno io risponderei a uno che si pone in un modo che non reputo "carino".
Ma - ricevute le scuse del caso - alle domande poste nei giusti modi, da lui o da altri, IMHO si dovrebbe rispondere. Sempre. E "vieni allo stage e chiedi a lui" non è una risposta.
Poi, chiedere e rispondere non vuol dire che le opinioni, ricevuti i chiarimenti del caso, debbano alla fine collimare: ognuno la penserà come gli pare.
In questo ammiro Wolvie, che dopo anni che gli rompevo il caxxo sul NCC di Starov è passato al "non so, io non seguo il suo Systema". Chapeau!
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ahhh :) scusami ma sono impegnato su altri 10 fronti :( appena ho un secondo cerco di dare qualche info in piu'
qui un gruppo di allenatori , c'è anche quel disgraziato di Wolvie :D
https://www.youtube.com/watch?v=TKmvE8SeOtY (https://www.youtube.com/watch?v=TKmvE8SeOtY) non riesco ad inserire
Scusa, ma questo post proprio non lo capisco.
Si sta tentando di intavolare gentilmente una buona discussione sul Systema, venuta fuori da un video da te postato, e come risposta ad un post dove ti si fa notare che stai evitando di dare risposte e mettendo indicazioni enciclopediche che al momento non sono poi così pertinenti con le considerazioni fatte, rispondi con un video di istruttori vari?
C'è qualcosa in questo video che mi sfugge? Sono io a non saperci leggere la risposta ai quesiti posti?
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ringrazio Uà, e sono disponibilissimo a scusarmi di nuovo. quando sbaglio, sbaglio e devo chiedere scusa. so di essere un po' acidello, a volte non me ne rendo tanto conto, ma non è mio desiderio diventare sgradevole.. non ce l'ho con nessuno, anzi!
per quanto riguarda il resto, diciamo che in generale sono anch'io d'accordo con Gargo: se dici che non hai tempo di rispondere, non posti. se invece posti, sarebbe carino che rispondessi alle domande che ti vengono poste (tanto più che la discussione è la tua, e mi sembra che abbia proprio scopo divulgativo..). ma senza fretta! se non hai tempo questo mese, possiamo fare a settembre, a ottobre, a dicembre.. quando vuoi! non sono ironico, io sono sempre qua! quando hai tempo di postare, la discussione è qui che ti aspetta
in merito al video degli istruttori, invece:
https://www.youtube.com/watch?v=TKmvE8SeOtY (https://www.youtube.com/watch?v=TKmvE8SeOtY)
lavorano otto persone, quattro coppie. nove minuti e nove secondi, centinaia di attacchi di calcio, pugno e coltello. quanti sono andati a segno? io ne ho visti due e mezzo. forse c'è qualche domanda da porsi
potreste anche rispondermi 'non hai capito niente, era un lavoro supercollaborativo'. verissimo, però a quasi tutti i calci e pugni che ho visto, era sufficiente rispondere stando fermi, perché non sarebbero mai arrivati. mai. e di quelli che sarebbero arrivati vicino al bersaglio, la frazione che non avrebbe in nessun caso potuto cagionare danni, anche tirando forte, è davvero alta.. se alcuni di quei calci fossero andati a bersaglio sul serio, vi sareste frantumati i piedi
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ma vi ricordate quando c'era un certo utente che praticava la disciplina dell'1% che parava i calci con il piede e tutti a dirgli che era una cazzata?
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ma vi ricordate quando c'era un certo utente che praticava la disciplina dell'1% che parava i calci con il piede e tutti a dirgli che era una cazzata?
stessa meccanica, identica! ecco dove l'avevo vista! mi era stranamente familiare ma non riuscivo a ricordare.. Kit sei un grande!!
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se vuoi continuo, vi ricordate il famoso maestro di WT della scuola dell'acqua che passava alle spalle degli allievi con una facilità impressionante con 100 volte su 100 di riuscita e gli si diceva che era na cazzata? Ecco qua fanno la stessa cosa...
E vi ricordate il video comico di Jim carrey sul karate in difesa personale che fa gli attacchi con il braccio teso colpendo dall'alto? Ecco la stessa cosa si vede qui...
Adesso, io posso capire che fa figo dire: " io non insegno la tecnica ma il principio" salvo poi vedere che l'assenza di tecnica genera aberrazioni... Consiglio personale prima di buttarsi a fare systema un buon corso di difesa personale, arti marziali o SDC male non fa e mai cercare di andare oltre le cose che si sanno fare, sopratutto in virtù del fatto del che non c'è un riscontro sportivo/pratico che fa venire a galla gli errori delle "tecniche spontanee"
Come discorso è cmq oltre il systema ma espandibile ad altri sistemi del genere.
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Scusate nessuno voleva non rispondere :) è che ho postato prima di dimenticarmi di quell'argomento :sur:
Caro happosai
provo a dare qualche info in piu' nella mia grande ignoranza in quanta penso sia piu' utile fare di personaquesto genere di domande all'insegnante che ha dedicato sudore e sangue
Partendo dalla prima domanda principale il fatto di stare rilassati ... questo è un termine che si cerca di non usare piu' da noi in quanto puo' far pensare di stare "morto" e questo non è il concetto che si intende ma piu' il fatto di stare "comodi" e qui in questo si puo' aprire un film :)
Intendo riportando un esempio di Luca quando stai alle poste se osservi la gente che sta in fila ad aspettare vedi le persone che si mettono nelle posizioni piu' disperate .....provate a stare 40 minuti fermi comodi ....
Questo concetto si riporta anche nell'allenamento quindi quindo si eseguono le tecniche ,leve ,o si subisce si cerca di essere comodi in modo tale in primis di :
1) posso allenarmi ore senza andare a casa distrutto o con lussazioni,distorsioni che non mi permetterebbero piu' di continuare lo studio
2) a livello mentale se mantieni un atteggiamento sereno (anche qui si inserisce comodo) ti permette di confrontarti con le altre persone piu' proficuamente e la profondita' della conoscenza dell'arte arriva prima
3) lo studio della comodita' (lasciate passare il termine) puo' a volte permettere di vedere se una persona ad esempio incazzata sta in una certa postura e di conseguenza dove puoi andare a lavorare . Per esempio potrebbe reagire indurendo una parte del corpo e questo potrebbe diventare un problema per lui .
Il termine rilassato ci siamo accorti purtroppo che induce a farsi un concetto errato di persona moscia,non reattiva.....
non ho trovato un esempio lampante qui verso alla fine ultimi 2 minuti circa vi e' una persona che vuole provare ( https://www.youtube.com/watch?v=JCclIyuVrtE (https://www.youtube.com/watch?v=JCclIyuVrtE) ) si vede che è tutto un fascio di nervi in quanto appena lo tocca cade a terra , vi è una sequenza (che l'abbiamo tolta non ci sembrava carino ) dove con le braccia tese cerca di afferrare Luca con conseguente volo per un lieve appoggio sul piede . Infatti Luca lo ha acchiappato al volo prima che si spiaccicasse a terra .
Piu' sei teso ,incazzato,stressato e piu' ti complichi la vita e in questo caso la pratica.
Poi ripeto dal video puo' sembrare tutto quello che volete ma il mio invito era di venire a provare non tanto perche' devo fare promozione ma a sperimentare con i propio corpo perche' quello non sbaglia mai. Infatti se vuoi andare a provare da qualche istruttore nella tua zona basta che me lo dici lo avverto e non paghi assolutamente niente. questo e' il nostro modo di fare non ci interessa scontrarci con nessuno ma piuttosto studiare assieme per migliorarci. Non a caso ho insistito perche' ci fosse una sezione nella Scuola dove poter invitare anche Istruttori di altre discipline per vedere come lavorano . Porto un es: l'hanno scorso ho invitato a Padova il mio amico Max Panizzo esperto di Krabi Krabong per un seminario aperto a tutti ed in primis a quelli del systema dove faceva vedere fondamentali ,bastone corto e coltello...alla mattina Luca si allenava con lui sui fondamentali (postamenti,entrate,triangolo) senza porre minimamente la sua esperienza ma cercando di lavorare con le indicazioni della sua disciplina.
I miei interventi come per altri thread sono per la maggior parte anche informativi sulla scuola tradizione perche' penso possa essere utile per molti utenti avere un idea un po' piu' ampia a livello informativo sulla disciplina in questione da dove arrivi,che tipo di mentalita' ed approccio.
Spero di aver dato qualche contributo e auguro a tutti una buona pratica
grazie per l'attenzione :)
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Aggiungo la mia "impressione", da manifesto "fan" del systema (ancora mai "toccato con mano" ahimè).
I video di ryabko/vasiliev e compagnia mi son sempre piaciuti molto, ho sempre pensato che fossero dei "fenomeni", e tutt'ora lo penso.
E' vero però che è gente che ha avuto una storia sia personale sia di addestramento molto speciale, non da tutti, e nemmeno da pochi, ma da elite.
Nei video di chiarato si vede che "qualcosa" del systema di vasiliev e compa c'è, ovviamente a una galassia di distanza dall'elite, ma comunque di un discreto livello, per un "civile" normale normodotato in tutti i sensi.
Nel video di allenamento degli istruttori invece ammetto di aver visto quasi solo cose "brutte".
Quoto happo sugli attacchi, portati da lunghissssima distanza, supertelefonati (e questo, in certi tipi di studi, ci potrebbe anche stare) imprecisi, spesso tecnicamente errati. Anche le risposte erano quasi sempre tecnicamente povere, approssimative, spesso in ritardo.
Per carità, nessuno nasce imparato, ma il livello mi è sembrato (senz'offesa per nessuno eh!!) piuttosto basso.
"Temo" ci si trovi di fronte a una disciplina che, come aikido, taiji e simili, sia piuttosto "difficile" da padroneggiare in tempi brevi e al tempo stesso non sia "per tutti" , forse più di altre. Probabilmente anche perchè utilizza principi piuttosto distanti dal "modo di muoversi" tipico/normale, più distanti di quelli che vengono usati da discipline più tipiche della nostra cultura (lotta, boxe, etc.).
Per il resto spero di colmare la lacuna del "toccato con mano" ;)
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Allora, ho letto (quasi attentamente, essendo appena tornato da uno stage sul Gran Sasso con Luca e gli altri) tutti i post....e mi rendo conto dell'ennesima volta che è impossibile spiegarsi su di un forum. :pla:
Almeno, io effettivamente non ci riesco più :-X ...
Potrei dire che quel video[1] è stato fatto dopo che avevamo i muscoli a pezzi[2], e gli attacchi erano telefonati apposta per esercitarci ecc, potrei continuare a descrivere la didattica di quella roba lì, e come ci sia molto che sfugga all'occhio, anche dal vivo, e che qualcosa si riesca a capire solo di persona...o potrei anche dire (so che forse è anche peggio, ma tant'è..) che stamattina (fra di noi "avanzati") abbiamo pigiato sull'acceleratore e che il risultato non sia stato così bello da vedere come nelle dimostrazioni (e che con bastoni, catene e coltelli di ferro abbiamo anche rischiato abbastanza...), potrei dire tante cose, potrei anche passare le vostre giustissime domande a Luca, ma la realtà non cambia: finquando non si prova di persona con uno bravo (che non sono di certo io..), è davvero difficile capire bene come funzioni questa roba qui.
Ora, potete anche dirmi che sto dando delle risposte da chunner ( infatti sembra davvero così :) )...il punto però è che ad alcune domande non si può rispondere a parole, perché ci stanno un sacco di cose che magari "noi" diamo per scontate, e in effetti alla fine non lo sono poi tanto per chi cerca di capirne qualcosa..ma se uno vuole capire davvero, allora deve per forza andare lì a uno stage (con Vasiliev, Ryabko, Luca o altri) e rendersi conto di persona, sembra brutto da dire ma è così; ogni dubbioso che abbia mai partecipato, nella peggiore delle ipotesi ha riconosciuto che non lo sentiva come uno stile adatto a sè, mentre nella migliore si è messo addirittura a studiarlo :thsit: .
Ok, ragà, sempre a disposizione, ora fatemi riposare un po'. ;)
In questo ammiro Wolvie, che dopo anni che gli rompevo il caxxo sul NCC di Starov è passato al "non so, io non seguo il suo Systema". Chapeau!
Guarda, stamattina se ne parlava fra noi insieme a dei ragazzi che fanno kung fu..ti estrapolo solo una frase che riassume il (nostro) punto di vista: "Fin quando non la vedo o la provo, per me sono solo menate" XD
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Ok visto che trepicchi ne parla do la mia opinione tecnica logica sulla "comodità" insegnata dal systema, non voglio sembrare quello che fa in controcanto a tutti i costi ma rimanere sulla question tecnica.
Quello che dice trepicchi e porta vanti il systema è sacrosanto, bisogna stare comodi ed è una cosa che appoggio.
Ma dall'altra parte non posso fare a meno di pensare che in tutti gli sport, arti marziali ed attività umane ti insegnano a stare comodi, cosa che coincide con la maestria, quando uno è maestro di quello che fa sta rilassato, è normale.
In più nelle arti marziali e SDC ti insegnano a stare comodo mentre sei in guardia, mentre tiri un diretto o un circolare, o fai una chiave cioè quando esegui le tecniche. Memorizzare una tecnica, farla propria ed eseguirla in comodità senza pensarci ( con la famosa "mente vuota"giapponese) significa che il cervello sa cosa sta facendo ha un canale preferenziale per farla eseguire al corpo.
Il systema ovviamente ti insegna il principio della comodità, mica la tecnica ( e se ne guarda bene da dirti il piccolo particolare di sopra), è normale a quel punto che "gli altri" quando provano roba nuova nei video si muovono male, l'istruttore saggiamente usa sempre le stesse cose, americana frontale in piedi, calcetto laterale sul ginocchio, palmata per sbilanciare la testa ecc, tenendosi l'asso nella manica che cmq è tutto fatto lentamente e quindi ha tempo per inventarsi qualcosa.
Non è un caso che il tai ki ken veniva insegnato a cinture nere di Kyokushinkai che avevano ormai appreso certe dinamiche, che lo yi quan venga insegnato in associazione ad altri sistemi o che il training mentale venga insegnato a sportivi che hanno già una base, per il concetto che non puoi migliorare qualcosa che non padroneggi già.
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Wolvie, io lo so che mi odierai, e sinceramente la cosa mi addolora, ed è questo il motivo per cui la maggior parte dei miei dubbi sul Systema è rimasta, ad oggi, inespressa.. perché so quanto ci tieni, e temo tu possa rimanerci male. però il primo video che ho commentato mi sembrava al di sopra di qualunque dubbio (e invece evidentemente non è così) e ormai sono in ballo, per cui ti chiedo scusa se qualcosa di quel che ho scritto, o che scriverò, potrà urtarti. sono sicuro che tu sappia che sono soltanto perplessità di natura tecnica, e null'altro
Allora, ho letto (quasi attentamente, essendo appena tornato da uno stage sul Gran Sasso con Luca e gli altri) tutti i post....e mi rendo conto dell'ennesima volta che è impossibile spiegarsi su di un forum. :pla:
Almeno, io effettivamente non ci riesco più :-X ...
Wolvie.. c'è gente che per iscritto riesce a spiegare come si spacca un positrone in quattro parti, sa scomporre un rumore immondo in una combinazione lineare di segnali nitidi, e raccontare e descrivere tragedie che sono sopravvissute ai secoli.. ma il Systema no, il Systema sfugge alle categorizzazioni verbali.. e poi, se una cosa del genere me l'avesse scritta un quasi analfabeta potrei anche capire... ma me la scrivi tu!!? è come se io ti dicessi che una data molecola, di cui esistono duecento analghi ben isolati e caratterizzati, sfugge alla rappresentazione mediante formule di struttura.. ha del paradossale!
Potrei dire che quel video[1] è stato fatto dopo che avevamo i muscoli a pezzi[2], e gli attacchi erano telefonati apposta per esercitarci ecc,
1 - nessuno ha lamentato che non vi siate pestati a morte. hai presente i video che postava Crux sugli allenamenti delle squadre di scherma? ecco, a volte l'arma nemmeno ce l'avevano.. altre volte si limitavano a tenerla in mano mentre facevano tutt'altro, e nessuno si sognerebbe mai di mettere in discussione che quelli siano video tecnici, e anche di un livello elevato. non è che noi in palestra ci entriamo col coltello tra i denti e ci ammazziamo di botte. anzi, io penso che per un altro mese è già tanto se me li dovrò infilare, i guantoni!
2 - va bene, se in quel video eravate distrutti, dal momento che solo in questo thread ce ne sono svariate dozzine di migliaia, non avrete difficoltà ad indicarci un altro video in cui eravate più freschi
3 - 'collaborativo' e 'preordinato' non sono il demonio. sono due fasi importanti e necessarie dell'apprendimento. ma questo non implica che i gesti debbano essere surreali, o che possano essere eseguiti in modo che se portati a termine sarebbero controproducenti per chi li esegue. questo penso sia chiaro, e vi prego di soffermarvi su questo punto, perché non vorrei che il senso delle mie/nostre critiche venisse stravolto fino a renderle stupide, superficiali o insensate
potrei continuare a descrivere la didattica di quella roba lì, e come ci sia molto che sfugga all'occhio, anche dal vivo, e che qualcosa si riesca a capire solo di persona...
ma io ti prego, io non aspetto altro che una disamina tecnica! sono qui apposta! almeno il dibattito potrà focalizzarsi sui punti da cui concretamente originano le mie perplessità! una descrizione del genere sarebbe un upgrade del livello della discussione, che ora come ora - mi si conceda - vede una parte dell'utenza porre interrogativi (cosa che in un thread divulgativo dovrebbe fare la gioia di chi l'ha aperto), e chi di competenza divincolarsi dalle questioni e lasciare intendere - ma sarei felice di sbagliarmi - che si sente perseguitato. sulla difficoltà della comunicazione scritta mi sono già espresso
o potrei anche dire (so che forse è anche peggio, ma tant'è..) che stamattina (fra di noi "avanzati") abbiamo pigiato sull'acceleratore e che il risultato non sia stato così bello da vedere come nelle dimostrazioni (e che con bastoni, catene e coltelli di ferro abbiamo anche rischiato abbastanza...),
per quanto mi riguarda la cosa è completamente ininfluente. se ho già dei problemi (argomentativi) con l'esecuzione dei movimenti tecnici di base (calcio frontale, diretto, gancio), figurati se sto a preoccuparmi di una rissa con catene, bastoni e coltelli di ferro.. ma a parte questo, ti prego di non sottovalutare la capacità di alcuni di noi di apprezzare dettagli tecnici: non siamo dei sanguinari le cui domande saranno placate solo dal sangue. a me personalmente non me ne frega niente di quanto vi menate. al momento la discussione verte sulla didattica e sulla tecnica
potrei dire tante cose, potrei anche passare le vostre giustissime domande a Luca, ma la realtà non cambia: finquando non si prova di persona con uno bravo (che non sono di certo io..), è davvero difficile capire bene come funzioni questa roba qui.
Ora, potete anche dirmi che sto dando delle risposte da chunner ( infatti sembra davvero così :) )...il punto però è che ad alcune domande non si può rispondere a parole, perché ci stanno un sacco di cose che magari "noi" diamo per scontate, e in effetti alla fine non lo sono poi tanto per chi cerca di capirne qualcosa..ma se uno vuole capire davvero, allora deve per forza andare lì a uno stage (con Vasiliev, Ryabko, Luca o altri) e rendersi conto di persona, sembra brutto da dire ma è così;
beh, ma queste cose mica le sapevate dalla nascita per scienza infusa.. ve le avranno dovute spiegare, no? e non sareste capaci di ripetere le parole che vi hanno detto, o riproporre il concetto con parole vostre? d'altra parte stiamo parlando di cose che voi praticanti fate quotidianamente! la realtà è, secondo me, che purtroppo alcune congetture (che io reputo sbagliate) vengono di norma espresse con metafore e circonlocuzioni di una certa vaghezza.. tutte parole che una volta messe nero su bianco perdono vaghezza e rimangono inchiodate dagli interrogativi che suscitano. lo so che mi starai odiando, ma la nostra amicizia non può diradare i miei dubbi sulla disciplina..
ogni dubbioso che abbia mai partecipato, nella peggiore delle ipotesi ha riconosciuto che non lo sentiva come uno stile adatto a sè, mentre nella migliore si è messo addirittura a studiarlo :thsit: .
sempre più gente che ha capito, e mai nessuno che sappia scriverlo con le stesse parole che userebbe a voce..
Ok, ragà, sempre a disposizione, ora fatemi riposare un po'. ;)
io ho cacato fuori dal vaso, e anche di brutto. visto che pulire tutta questa merda sarà già un lavoraccio, e che lo dovrò fare io, mi rimetto a te sul cosa fare: a seconda dei toni e di come evolve la discussione potrei anche decidere di abbandonare il thread, perché non voglio che si creino situazioni ulteriormente spiacevoli. se poi invece vedo che tu e/o Trepicchi vi fiondate a capofitto sul tecnico, lo prendo come un invito a continuare a scagazzare in giro
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Wolvie Trepicchi, in caso di stage/seminario/allenamento a Milano o zone limitrofe che non costi una sbarellata mi potrete informare per cortesia?
Grazie :)
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Wolvie.. c'è gente che per iscritto riesce a spiegare come si spacca un positrone in quattro parti, sa scomporre un rumore immondo in una combinazione lineare di segnali nitidi, e raccontare e descrivere tragedie che sono sopravvissute ai secoli.. ma il Systema no, il Systema sfugge alle categorizzazioni verbali.. e poi, se una cosa del genere me l'avesse scritta un quasi analfabeta potrei anche capire... ma me la scrivi tu!!? è come se io ti dicessi che una data molecola, di cui esistono duecento analghi ben isolati e caratterizzati, sfugge alla rappresentazione mediante formule di struttura.. ha del paradossale!
senza contare che uno dei primi mezzi divulgativi del Systema sono stati i DVD e lo stesso Val Ryaznof di cui si parlava prima è molto prolifico sui dvd didattici....coff coff
( Cmq IMHO il discorso potrebbe benissimo spostarsi dal Systema ai sistemi concept based/not technics necessary in sezione apposita se si vuole allargare il discorso )
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Wolvie Trepicchi, in caso di stage/seminario/allenamento a Milano o zone limitrofe che non costi una sbarellata mi potrete informare per cortesia?
Grazie :)
C'e' un bravo ragazzo in quelle zone in caso se ti serve , mandami messaggio con la tua email che ti inserisco nelle news :)
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C'e' un bravo ragazzo in quelle zone in caso se ti serve , mandami messaggio con la tua email che ti inserisco nelle news :)
Noi poveri stronzi non siamo invece degni di risposta, eh? XD
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C'e' un bravo ragazzo in quelle zone in caso se ti serve , mandami messaggio con la tua email che ti inserisco nelle news :)
Noi poveri stronzi non siamo invece degni di risposta, eh? XD
noi siamo ka$ta e siamo pacati dalle lobby rettilo-massoniche-plutocratiche dell'UFC per fare domande scomode :D :D :D
( d'altra parte mi chiedo pure quando un topic in cui si ignorano le domande e gli spunti di confronto e dialogo possa passare da informativo a pubblicitario e sono convinto di pensare male io :whistle: )
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( d'altra parte mi chiedo pure quando un topic in cui si ignorano le domande e gli spunti di confronto e dialogo possa passare da informativo a pubblicitario e sono convinto di pensare male io :whistle: )
;D Kit, ma vuoi farmi innamorare a tutti i costi? guarda che rischi grosso, qua sul forum c'è pieno di miei corteggiatori! Krypteia, Zero.. non hai notato che Iommi ultimamente posta meno?
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Cerchiamo di tenere i toni in quel minimo sindacale di cortesia che si impone per scrivere in un forum.
Si sta cercando di portare avanti una discussione per alcuni versi già spinosa, frecciatine e punzecchiature varie, sono mal viste e lo stesso concetto lo si può ribadire in torni più educati.
Si aspettano delle risposte, sarebbe un peccato se queste non potessero arrivare perchè è stata chiusa la discussione, no?
Conto sulla vostra collaborazione.
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Niente, eh?
Non mi sembra un atteggiamento molto costruttivo...
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apertamente, pubblicamente ignorati solo perché chiediamo delucidazioni e non prendiamo per buono quel che ci viene raccontato. veniamo ignorati perché facciamo domande che non piacciono. se uno chiede informazioni di altra natura gli risponde in tempi record, noi aspettiamo giorni e non meritiamo nemmeno l'educazione necessaria a dirci in faccia 'alle tue domande non voglio rispondere'. e questo mi rattrista molto, anche perché non ho mai voluto mancarvi di rispetto. se inavvertitamente ho alzato un po' i toni poi ho chiesto scusa.. secondo me è un comportamento davvero maleducato, irrispettoso, vergognoso da più di un punto di vista. io mi ritiro dalla discussione, ma mi riservo di segnalare queste mancanze alla Moderazione
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Mi associo alle richieste di delucidazioni e spiegazioni. Sono intrinsecamente curioso e cronicamente ignorante in materia, perciò naturalmente interessato.
Però, se me lo concedete, vorrei provare a fare l'avvocato del diavolo. La questione che pongo non riguarda i contenuti (che ignoro), bensì metodologica e si origina da una riflessione fatta sulla frase di Happosai:
sempre più gente che ha capito, e mai nessuno che sappia scriverlo con le stesse parole che userebbe a voce
La questione è: usare la parola (in questo caso scritta) per descrive e far comprendere particolari dinamiche motorie.
Faccio un esempio. Per spiegare a qualcuno che non lo ha mai fatto come svitare il coperchio da un barattolo di vetro, la via più semplice è:
“Prendi il barattolo con una mano così; metti l'altra mano di sopra così e tenendo ferma la mano sotto, ruota così l'altra mano mentre stringi, ma non troppo forte. Ecco, vedi? Ora prova tu. No, la mano sotto deve impugnare il barattolo così, non cosà. Prova. Le dita sul coperchio non tenerle cosà, ma così. Sì, va bene. No, il gomito non portalo in alto cosà, basta tenerlo così Ok, riprova. Visto? E' semplice...”
Ora potrei provare a descrivere puntualmente e approfonditamente i vari “così”, ma temo che mi porterebbe via un bel po' di tempo e necessiterebbe di parecchia attenzione nella organizzazione delle fasi della descrizione stessa. Inoltre, non è detto che, anche se riuscissi a produrre un testo che descriva alla perfezione tutto lo schema motorio di apertura del barattolo, non sono sicuro che le istruzioni scritte, per quanto ben fatte, possano avere lo stesso risultato dell'esempio visivo e della prova diretta con correzione degli (eventuali) errori. Siamo, come esseri umani, più bravi ad imitare, che a decifrare un testo.
Chiusa la parentesi “avvocato del diavolo”, quanto detto non vuol offrire un alibi all'elusione dei quesiti posti, ma solo concedere tempo per rispondere nel migliore dei modi possibili e spazio per chiarire eventuali incomprensioni e/o fraintendimenti. "Descrivere", sarà anche difficile, ma non impossibile.
Inoltre, per dichiarare che, tolta questa, non ci saranno da parte mia altre sollecitazioni a riguardo. Ho molta pazienza e posso aspettare un tempo indefinito, l'importante è avere elementi sui quali intavolare una discussione proficua.
Per tutti.
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cmq qui nessuno ha chiesto di parlare di tecniche (credo) che tanto il systema non ne ha ( e che tanto si possono vedere nei dvd tecnici messi a disposizione), ma di parlare dei principi ( e metodi di allenamento/didattici) e fino a che punto possano essere applicati realmente senza generare castronerie ( le stesse,tra l'altro, che vengono criticate ad aikido, WC e compagnia bella)
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Signori, non condivido i toni provocatori di qualche riga qua e là: non portano a risposte, al massimo portano ad interventi di moderazione.
Tuttavia una discussione in cui non si riesce ad intavolare una discussione certo non risulta gradevole per chi cerca il confronto ed informazioni e continuare a sbattere contro un muro.
Premetto una cosa: questo thread (con alcuni altri) è nato prima delle restrizioni riguardo alle promozioni di scuole ed eventi in vigore su questo forum, ergo ha avuto una sorta di "occhio di riguardo" ed è rimasto al suo posto, con l'accordo che diventasse una discussione sulle disamine tecniche, sui report di allenamenti ed incontri...un thread tecnico, insomma.
Ora, se la partecipazione al thread dei rappresentanti della disciplina consiste in quasi dei monologhi più che nel dialogo con gli altri, cosa che dovrebbe caratterizzare invece la comunicazione via forum (non mi si parli di mancanza di tempo per cortesia: è una cafonata verso l'intera comunità trovarlo sempre per monologhi a magnificare il proprio istruttore o per inserire eventi e mai per fare quattro chiacchiere in amicizia), se non si è in grado di parlare di questa disciplina e dare un'impronta tecnica a questo thread...beh, per la direzione che ha, tantovale chiuderlo e continuare a postare nel thread dedicato in "Scuole", che mi pare più appropriato a questo tipo di divulgazione