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Arti marziali Cinesi => Kung Fu (vari stili) => Topic started by: GiBi on April 19, 2011, 18:52:57 pm

Title: La finzione di una finzione
Post by: GiBi on April 19, 2011, 18:52:57 pm
Di primo acchito questo topic potrebbe andare in gemellaggi.
Ma io mi occupo di Kung Fu e poi non voglio diventi il solito AM vs SDC, dunque lo posto quì.  :)
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La finzione di una finzione.

E’ lo sparring senza protezioni.

La finzione di una finzione (citando un amico del forum).

Provo a fare un’analisi logica, evitando il più possibile pareri personali e procedendo in maniera empirica.

Gli stili cosiddetti tradizionali(?), rifiutano lo sparring con le protezioni.
Il motivo più “in voga” è che le protezioni mutano la tecnica, in quanto danno delle limitazioni.
Ma ciò è facilmente smentibile facendosi un giro in una palestra di SDC seria.

All’epoca dei soli guantoni forse  poteva sembrare plausibile, ma con l’avvento delle più disparate protezioni ciò diventa risibile; se il guantone infatti impedisce di afferrare, con i guantini a dita libere il problema è risolto.

Ma attenzione che allenarsi di striking con i guantini, non è un idea sana.
Ai più sfugge che il guantino viene usato in allenamento (dagli esperti, ovvero da chi combatte per professione e non per diletto)  per le fasi di passaggio dallo striking al grappling, ma TUTTI nello sparring di solo striking utilizzano protezioni più pesanti, compreso chi poi dovrà combattere con i guantini.
Come sopra, basta farsi un giro in qualche palestra seria.

Allenarsi senza le giuste protezioni, non è un’idea sana. E non solo per l’incolumità del praticante, che i più (finti) duri magari non considerano,  ma proprio per l’allenamento della tecnica vera e propria.

Lo scrivo meglio : se non si vogliono indossare le protezioni per evitare di farsi male, magari perché ci si sente dei tipi tosti, almeno lo si faccia per amore della tecnica.
Ma come, allenarsi per combattere a mani nude indossando le protezioni?” mi si chiederà.
Certo.

Allora iniziamo dal fondo: cosa è lo sparring?
Negli SDC è chiaro che si tratta di un esercizio, la cui intensità può variare, all’interno del quale si provano in maniera libera le tecniche allenate durante la lezione.

E’ per questo che lo sparring (sovente) si fa a fine lezione : perché per tot minuti alleni delle combinazioni, delle reazioni, delle tecniche, probabilmente in maniera alternata con un compagno, del tipo  “tu mi attacchi e io provo la risposta, poi io ti attacco e tu ti provi la risposta”, poi nello sparring, entrambi cerchiamo il tempo e lo spazio per attaccare senza un ruolo precostruito e di applicare le risposte precedentemente allenate.

Non è combattimento, ma solo un esercizio, che poi l’intensità possa essere più o meno alta, è un altro discorso, ma non è combattimento.

Se vuoi combattere, esistono le gare, il match.
Che poi non devi per forza andare ad un grande galà serale , puoi anche organizzarlo in piccolo in palestra, ci stà, però a patto che sia chiaro che non si tratta più di un esercizio, ma di un match vero e proprio.
 
La differenza? Che nello sparring hai di fronte un compagno che ti aiuta a provare delle tecniche, certo lo fa colpendoti ed in parte ostacolandoti, fa parte dell’allenamento;  nel match invece  hai di fronte un avversario da battere, con tutto ciò che ne consegue; un avversario che rispetti, ma lo devi battere.

Nelle palestra serie di SDC, ciò è chiaro a tutti.

Ma per chi pratica AM tradizionali(?).

Sovente si passa da degli esercizi molto precostruiti e collaborativi (che hanno la loro utilità) ad un “combattimento libero”..per giunta senza protezioni.

Cosa è il combattimento “libero”?
Combattimento libero…ma ”libero” di che?... Dalle protezioni di certo, aimhè.

A questo punto per combattimento libero si potrebbe intendere :

-  lo sparring degli SDC, ovvero un momento in cui, dopo aver allenato le tecniche in maniera più o meno preordinata, ci si scambia attacchi e difese (possibilmente quelli allenati durante la lezione) il tutto con le protezioni, in quanto, dovendo provare delle reazione e tecniche nuove, l’errore è in agguato e se per ogni sbaglio mi taglio un sopracciglio mi alleno a settimane alterne;   

-  un match, in cui stabilite le (eventuali) regole ci si confronta/scontra.

Ma nelle palestre di AM tradizionali(?) nessuna delle due “versioni” viene reputata soddisfacente.

Non di meno, nelle palestre di AM tradizionali (?) si inizia come uno sparring e si finisce come un match…questo è il tipo di pratica più dubbia che esiste, in quanto non è chiaro cosa uno deve fare.
Si inizia piano e poi il più insicuro dei due, quello che ha meno voglia di allenarsi e mettersi in discussione (dovrebbe essere questo lo scopo dell’allenamento, no?)  all’improvviso aumenta il ritmo e affonda i colpi sull’altro..


Poi c’è (l’assurda) opzione tre: dovrebbe essere come un combattimento da strada(?); ma come è possibile riprodurre in palestra un combattimento da strada con dei compagni? E’ davvero sufficiente non usare protezioni perché si simuli ciò?

Ma vediamo come si allenano dei professionisti della difesa personale:

Seminario in cui si spiega e si mostra ..

Ultimate self defense seminar on 28.11.2010 with Geoff Thompson (https://www.youtube.com/watch?v=_ExGtroUjkc#)

ed ecco le stesse persone come si confrontano

al min 3:53 Geoff Thompson (https://www.youtube.com/watch?v=-gRTEHivjII#)

thò..con dei bei guantoni spessi…

Nel primo video ci capisce bene che chi  spiega, tratta  delle tecniche non sportive..però poi per provarle si indossano le protezioni..
Per chi sostiene che con le protezioni è diverso e che la realtà della strada è più dura, cosa resta allora? Fare in palestra una cosa del genere?

felon fight 2 clip (https://www.youtube.com/watch?v=kk_k-26B9Bw#)

Non vedo vie di mezzo…

O la via di mezzo è fare senza protezioni limitando e dosando la forza?

Tipo qualcosa del genere?

Superb Wing Tsun Chi Sao demonstration (https://www.youtube.com/watch?v=qaP1X-lEtgc#)

Ma quest’ultimo è un esercizio, si parlava di andare uno “scalino più su” e provare qualcosa di più realistico..

Vogliamo parlare di  allenamento in palestra  realistico?
Bene:  chi si prende più colpi, chi si stanca di più, chi è più sotto stress, dove si vedono più colpi portati a segno, da chi  lavora con le protezioni ?

Manny Pacquiao vs Amir Khan - sparring (https://www.youtube.com/watch?v=ipsyWURr1yU#noexternalembed)

o chi lo fa senza?

Advanced Live Wing Chun Sparring! (https://www.youtube.com/watch?v=qvUP76MbtJE#noexternalembed) 
 
Se l’idea è provare qualcosa di il più vicino possibile alla realtà, cioè questa

Felony Fights 3 - Gangsta Shit Awesome Fight! K.O (https://www.youtube.com/watch?v=-gN-gfP9fLc#) 

dov'è che  c’è più stress, più adrenalina, più colpi veramente ricevuti e dati?

Qui? (al di là del gesto tecnico, se somiglia più o meno a quello della disciplina da noi praticata)

Fedor and Aleksander Emelianenko Sparring (https://www.youtube.com/watch?v=mA6folCFG1k#ws) 

oppure qui? (al di là se ci piace la tecnica del video, mi riferisco al metodo di allenamento)

Wing Tsun Scandinavia - Sifu Morten Ibsen - Free Chi Sau (https://www.youtube.com/watch?v=nUCvx7VJDxA#)


E come mai i tizi del primo video, che si allenano con le protezioni (guantoni) , poi quando combattono anche con i guantini rendono benissimo?

Fedor Emelianenko knockouts, highlights (https://www.youtube.com/watch?v=FpYieJbjG_g#) 

Mentre non si può dire lo stesso di chi si allena come nel secondo video?


Attenzione, però!
C’è chi combatte sportivamente senza protezioni eh

Ecco il Kyokusinkai…

This is Kyokushin fighting (https://www.youtube.com/watch?v=3FB8hPmsg28#) 
che però preferisce (ovviamente) non scambiare colpi al viso

Ma c’è chi li mette pure i colpi al viso

C’è la boxe irlandese (si si..boxe..quella che si allena con i guantoni e il caschetto, che però pare renda bene anche senza eh)

Irish Traveller Boxing Part 1 (https://www.youtube.com/watch?v=8LFGcsuS3PQ#)

Se i soli pugni sembrano poco qui valgono anche le testate e infilare le dita negli occhi

BRUTAL FIGHT (https://www.youtube.com/watch?v=bR1NNSw1KDo#) 

ed anche loro in ALLENAMENTO usano le protezioni…

Poi però rendono benissimo anche senza..

Proviamo a fare un riassunto: mi devo ALLENARE, quindi mi esercito con un compagno di allenamento, posso fare dei tranquilli drill, anche senza protezioni…

Poi voglio provare un in contesto un po’ più libero le tecniche acquisite..ovvero voglio provare con più velocità e forza..quì l’errore è in agguato, quindi O il mio compagno va piano con i colpi (ma torniamo all’esercizio già fatto prima) OPPURE si mette le protezioni per fare un “favore” a me, così ogni volta che sbaglio, lo comprendo ma senza farmi un danno.

E’ chiaro a chi pratica stili tradizionali(?) e non fa uso di protezioni durante lo sparring, che i  guantoni sono un mezzo per non fare male al compagno e non uno strumento per  difendersi dai suoi attacchi?

Perché se qui non è chiaro neanche questo, allora mancano proprio i presupposti per la discussione.

Concludendo: per un test sulle proprio qualità tecniche, il più realistico possibile, meglio toccarsi piano senza protezioni, o darsele un po’ più forte con le protezioni?

Se lo sparring con le protezioni è una finzione rispetto alla realtà, lo sparring senza protezioni resta una finzione di una finzione in quanto si finisce per andare ancora più piano…

PS: per chi mi dice che fa sparring senza protezioni voglio vedere un suo video in cui ci si mena così e con queste conseguenze

felon fight 2 clip (https://www.youtube.com/watch?v=kk_k-26B9Bw#) 

La via di mezzo tra quest’ultimo video e il totale no contact è lo sparring con le protezioni.

Attendo argomentate smentite.
Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: Darth Dorgius on April 19, 2011, 23:26:21 pm
Intanto ho letto... Poi aggiungerò qualcosina. :)
Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: Semplicemente Usquetandem on April 19, 2011, 23:56:25 pm
io credo che una cosa sia lo sparring,un'altra l'incontro...
Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: Darth Dorgius on April 19, 2011, 23:57:37 pm
io credo che una cosa sia lo sparring,un'altra l'incontro...

Ma qui si paragona sparring con no-sparring. Gli incontri sono comunque "altro" :)
Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: Samurai77 on April 19, 2011, 23:58:13 pm
intanto rispondo: meglio darsele un pò più forte con le protezioni...
Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: Semplicemente Usquetandem on April 20, 2011, 00:02:13 am
io credo che una cosa sia lo sparring,un'altra l'incontro...

Ma qui si paragona sparring con no-sparring. Gli incontri sono comunque "altro" :)
??? ah si?!?
minkia mi tocca rileggere tutto... :(
Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: Darth Dorgius on April 20, 2011, 00:03:18 am
 XD
Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: Rev. Madhatter on April 20, 2011, 00:10:55 am
Bellissimo pezzo,complimenti, l'ho pubblicato su fb
Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: Darth Dorgius on April 20, 2011, 00:12:56 am
Bellissimo pezzo,complimenti, l'ho pubblicato su fb

Io prima di te! :P
Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: Jack Burton on April 20, 2011, 01:33:38 am
Gli stili cosiddetti tradizionali(?), rifiutano lo sparring con le protezioni.
Non sono d'accordo con la premessa
il grosso delle scuole di arti marziali rifiuta ogni forma di contatto fisico e/o prossimità con i compagni inferiore ai 20 cm....
Gli altri le protezioni le usano eccome....

Jack
Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: Kufù on April 20, 2011, 10:32:52 am
Attendo argomentate smentite.

pare non ce ne siano (a parte la puntualizzazione di Jack)

se concordate tutti, concordo anch'io
Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: Jack Burton on April 20, 2011, 11:49:45 am
Attendo argomentate smentite.

pare non ce ne siano (a parte la puntualizzazione di Jack)

se concordate tutti, concordo anch'io

era solo per non fare di tutte le erbe un fascio..
ci sono infinite realta'...

Jack
Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: Muay Jack on April 20, 2011, 11:55:03 am
Bel post Gibi! è stata un interessante lettura.

Posto per seguire visto che faccio parte di quelli che usano sempre le protezioni  :gh:
Title: Re: La finzione di una finzione
Post by: Darth Dorgius on April 20, 2011, 12:24:21 pm
Attento che si possono anche rompere. :gh:

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Title: Re: La finzione di una finzione
Post by: beppegg on April 20, 2011, 12:26:45 pm
GiBi sai benissimo come la penso.. ti quoto su tutto

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Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: Dynamic on April 20, 2011, 12:34:50 pm


Concludendo: per un test sulle proprio qualità tecniche, il più realistico possibile, meglio toccarsi piano senza protezioni, o darsele un po’ più forte con le protezioni?



Intanto complimenti per l'intervento e l'analisi tutto sommato sintetica.

Io credo che ci sia (anzi ci debba essere) una via di mezzo. E' ovvio che poi bisogna in qualche modo "testare" in un contesto più smaliziato quello che si lavora col compagno di allenamento.

Questa via di mezzo consiste nel lavorare mediante dei "giochi" utili a sviluppare eventuali attributi. Ora ogni sistema avrà il proprio; per fare un esempio, nella lotta si può lottare "scannandosi" (quindi potrebbe essere  anche un "test" per valutare cosa sappiamo fare)  oppure si può "abbassare" l'intensità e lottare seguendo le stesse dinamiche (quindi lottare "realmente").

questo per dire che, IMHO, scannarsi non è l'unico modo efficace ed efficiente per imparare a combattere (anche perchè scannandosi ogni giorno il corpo si devasta... bastano pochi anni "tirati" per poi avere una serie di acciacchi e limiti fisici che ci impediscono una corretta e costante pratica negli anni).
Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: Fabio Spencer on April 20, 2011, 14:25:26 pm
Concludendo: per un test sulle proprio qualità tecniche, il più realistico possibile, meglio toccarsi piano senza protezioni, o darsele un po’ più forte con le protezioni?

Complimenti per il post.
io più che argomentare smentite mi viene da porre una domanda.
In riferimento a quello che ho citato sopra, non si può fare un po' l'uno ed un po' l'altro?
Ogni tanto si lavora più forte con protezioni, altre volte meno forte senza.
Non è detto che i due tipi di allenamento debbano essere per forza mutuamente esclusivi.
Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: Kufù on April 20, 2011, 14:51:00 pm
esatto, mi sento in linea con fabry.pook

se si fa solo pianino senza protezioni, non si capisce gli effetti dei colpi e quanto fanno male davvero i colpi

se si fa solo forte con le protezioni, si fa su della gran confusione e si impara lentamente

PS
e poi, avere sempre i guantini puo' portare alla erronea idea che le nocche non si rompano mai....
Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: beppegg on April 20, 2011, 15:56:47 pm
Credo che il punto non sia quello di scegliere tra uno solo dei due lavori. Credo che il punto del discorso di GiBi fosse che il lavoro con protezioni sia più simile al "reale" rispetto a quello dove i praticanti si impegnano anche a trattenere i colpi. Ovvero se lavoro a mani nude "trattenendomi" sono "un gradino meno" realistico di quando indosso le protezioni e sono più tranquillo e libero. E' chiaro che un tipo di lavoro non esclude l'altro, si discuteva soltanto sul "grado di approssimazione del reale".

Se ho capito bene il discorso, lo condivido appieno: aggiungo (come abbiamo più volte detto, anche di persona ;) ) che è necessario che sia il praticante a servirsi dello strumento, e non il contrario :-)
Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: nicola on April 20, 2011, 16:05:23 pm
La coperta potrebbe sembrare corta, almeno nella nostra scuola, in questo senso:

1) più protezioni = più tranquillità e meno rischi di traumi = più possibilità di tirare forte a contatto senza eccessivi patemi MA...più protezioni = meno visibilità, quindi più colpi presi (anche se attutiti dalle protezioni stesse).

2) meno protezioni = più rischio di farsi molto male = necessità di controllare i colpi = poca attinenza con la realtà di uno scontro, MA...meno protezioni = più visibilità dei colpi avversari, necessità di proteggersi meglio tenendo sempre chiusa la guardia, necessità di maggior concentrazione nelle schivate, nella gestione della distanza.

Quindi come si fa? Si fa sia 1) che 2).  ;)
Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: GiBi on April 20, 2011, 16:10:04 pm
io credo che una cosa sia lo sparring,un'altra l'incontro...

Usq..io sono stato sintentico nel mio post  :=) ..ora se vuoi mi dilungo  :halo: spiegando che sono daccordissimo con il tuo pensiero e che nel mio post si parla di sparring con protezioni vs senza protezioni


Ops..il buon Dorje l'hai già spiegato usando poche parole...
Ma qui si paragona sparring con no-sparring. Gli incontri sono comunque "altro" :)

quando dici essere concisi  :gh:


??? ah si?!?
minkia mi tocca rileggere tutto... :(

mbhè? che ci vuole..in più lo ricopi su carta quadrettata per cinque volte..e domani ti interrogo pure!  :grrr:

 :gh:
Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: GiBi on April 20, 2011, 16:11:00 pm
intanto rispondo: meglio darsele un pò più forte con le protezioni...

Quindi siamo daccordo...
Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: GiBi on April 20, 2011, 16:12:12 pm
Bellissimo pezzo,complimenti, l'ho pubblicato su fb

Io prima di te! :P

Addirittura!  :-[

Lusinghato, ragazzi.  :)
Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: Kufù on April 20, 2011, 16:13:30 pm
Quindi come si fa? Si fa sia 1) che 2).  ;)

non fa na piega
Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: GiBi on April 20, 2011, 16:15:35 pm
Gli stili cosiddetti tradizionali(?), rifiutano lo sparring con le protezioni.
Non sono d'accordo con la premessa
il grosso delle scuole di arti marziali rifiuta ogni forma di contatto fisico e/o prossimità con i compagni inferiore ai 20 cm....
Gli altri le protezioni le usano eccome....

Jack

Jack..anche io pratico Kung Fu...e anche io uso le protezioni altrimenti non avrei scritto tutto stò ambaradan..lo sò bene che ci sono alcune scuole (come la tua) che vanno a contatto e con le protezioni...ma sapendo che ci sono tante realtà che non la pensano così, vale la pena discuterne, no?

Sai che ho generalizzato, ma sai anche bene a cosa e chi mi riferisco e che le eccezioni sono fuori da questo discorso.
Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: GiBi on April 20, 2011, 16:16:39 pm
Bel post Gibi! è stata un interessante lettura.

Posto per seguire visto che faccio parte di quelli che usano sempre le protezioni  :gh:

Grazie Jack, segui e se lo ritieni opportuno intervieni pure, il tuo parere lo tengo sempre in gran conto.  :)
Title: Re: La finzione di una finzione
Post by: GiBi on April 20, 2011, 16:17:26 pm
GiBi sai benissimo come la penso.. ti quoto su tutto

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 :) Ti rispondo ai pm, Bè.
Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: GiBi on April 20, 2011, 16:50:43 pm
Intanto complimenti per l'intervento e l'analisi tutto sommato sintetica.

Io credo che ci sia (anzi ci debba essere) una via di mezzo. E' ovvio che poi bisogna in qualche modo "testare" in un contesto più smaliziato quello che si lavora col compagno di allenamento.

Questa via di mezzo consiste nel lavorare mediante dei "giochi" utili a sviluppare eventuali attributi. Ora ogni sistema avrà il proprio; per fare un esempio, nella lotta si può lottare "scannandosi" (quindi potrebbe essere  anche un "test" per valutare cosa sappiamo fare)  oppure si può "abbassare" l'intensità e lottare seguendo le stesse dinamiche (quindi lottare "realmente").

questo per dire che, IMHO, scannarsi non è l'unico modo efficace ed efficiente per imparare a combattere (anche perchè scannandosi ogni giorno il corpo si devasta... bastano pochi anni "tirati" per poi avere una serie di acciacchi e limiti fisici che ci impediscono una corretta e costante pratica negli anni).

Completamente daccordo Dyn  :)

In particolare nel mio post, mi riferisco a chi sostiene che lo sparring con le protezioni è finto (perchè, appunto ci sono le protezioni) e quindi lavora allenandosi in palestra senza protezioni...che va bene finchè si tratta di un esercizio, ma quando si sente "ok, ora combattimento libero"  senza manco un guanto..qualche dubbio viene..
Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: GiBi on April 20, 2011, 17:29:03 pm
Complimenti per il post.
io più che argomentare smentite mi viene da porre una domanda.
In riferimento a quello che ho citato sopra, non si può fare un po' l'uno ed un po' l'altro?
Ogni tanto si lavora più forte con protezioni, altre volte meno forte senza.
Non è detto che i due tipi di allenamento debbano essere per forza mutuamente esclusivi.

Ma assolutamente daccordo!
Come dicevo sopra, il problema è innanzitutto sapere  cosa sia lo sparring :un esercizio da fare con un compagno? O uno "scontro" in palestra?
Va bene tutto, l'importante è che sia chiaro.

Altro problema è pensare che le protezioni falsino il combattimento e quindi fare fare combattimento(?) in palestra senza, pensando che sia più "tosto" fare così che con le protezioni..quando invce la maggior parte delle volte si finisce per andare più piano o non toccarsi proprio, per evitare di "rompersi"...il tutto a discapito della tecnica e del realismo...quel realismo tanto ricercato proprio da chi dice "Noi facciamo AM e non sport, nella realtà è tutto diverso perchè non ci sono regole" e robe simili!


esatto, mi sento in linea con fabry.pook

se si fa solo pianino senza protezioni, non si capisce gli effetti dei colpi e quanto fanno male davvero i colpi

se si fa solo forte con le protezioni, si fa su della gran confusione e si impara lentamente

Daccordissimo!
Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: GiBi on April 20, 2011, 17:30:22 pm
Credo che il punto non sia quello di scegliere tra uno solo dei due lavori. Credo che il punto del discorso di GiBi fosse che il lavoro con protezioni sia più simile al "reale" rispetto a quello dove i praticanti si impegnano anche a trattenere i colpi. Ovvero se lavoro a mani nude "trattenendomi" sono "un gradino meno" realistico di quando indosso le protezioni e sono più tranquillo e libero. E' chiaro che un tipo di lavoro non esclude l'altro, si discuteva soltanto sul "grado di approssimazione del reale".

Se ho capito bene il discorso, lo condivido appieno: aggiungo (come abbiamo più volte detto, anche di persona ;) ) che è necessario che sia il praticante a servirsi dello strumento, e non il contrario :-)

Quoto in pieno!!!!!!

Hai azzeccato in pieno il mio discorso!!
Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: GiBi on April 20, 2011, 17:38:50 pm
Nicola, quoto il tuo discorso, e aggiungo

1) più protezioni = più tranquillità e meno rischi di traumi = più possibilità di tirare forte a contatto senza eccessivi patemi

La questione non è solo per i traumi..ammesso che io sono un tipo tosto che non temo occhi neri e labbra rotte...è proprio la tecnica che va a farsi benedire in quanto, volenti o nolenti ci si trattiene nel colpire, nessuno affonda volutamente le nocche nude nei denti del compagno di allenamento!! Nemmeno i tizi dei video che ho postato (vedi la boxe irlandese per esempio)...al massimo lo si fà in un contesto tipo match..ma di norma chi pratica AM tradizionali(?) non fa sport/gare, o in una rissa vera ..in quest'ultimo caso attendo , come dicevo alla fine del post, un video di allenamento in palestra tipo quei  felony fight..

2) meno protezioni = più rischio di farsi molto male = necessità di controllare i colpi = poca attinenza con la realtà di uno scontro, MA...meno protezioni = più visibilità dei colpi avversari, necessità di proteggersi meglio tenendo sempre chiusa la guardia, necessità di maggior concentrazione nelle schivate, nella gestione della distanza.

Quindi come si fa? Si fa sia 1) che 2).  ;)

Se pò fà...l'importante è conoscere, come mostri di conoscere tu, i limiti dei due lavori ed integrarli in maniera oppurtuna.

Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: nicola on April 20, 2011, 18:04:22 pm
Esiste un altro problema quando si usano troppo spesso e/o troppe protezioni (o protezioni troppo protettive): perdere la capacità di capire quando un colpo che si prende o si dà manderebbe veramente giù una persona o metterebbe giù noi.
Un'immediato risvolto negativo di ciò lo si vede nelle persone che continuano a prendere una valanga di cartoni e pur tuttavia continuano come se nulla fosse accaduto ad andare avanti e a impostare la loro azione. Brutte scene in quest'ultimo caso: di solito si vedono zuffe selvagge dentro cui non vedi una tecnica decente degna di questo nome, non vedi copertura, attenzione alla gestione della distanza, al cambio di strategia quando si è presa una mazzata secca, etc.
Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: GiBi on April 20, 2011, 18:12:47 pm
Esiste un altro problema quando si usano troppo spesso e/o troppe protezioni (o protezioni troppo protettive): perdere la capacità di capire quando un colpo che si prende o si dà manderebbe veramente giù una persona o metterebbe giù noi.
Un'immediato risvolto negativo di ciò lo si vede nelle persone che continuano a prendere una valanga di cartoni e pur tuttavia continuano come se nulla fosse accaduto ad andare avanti e a impostare la loro azione. Brutte scene in quest'ultimo caso: di solito si vedono zuffe selvagge dentro cui non vedi una tecnica decente degna di questo nome, non vedi copertura, attenzione alla gestione della distanza, al cambio di strategia quando si è presa una mazzata secca, etc.

Complimenti Nicola per aver centrato un problema importantissimo!
Comprendo benissimo ciò che dici, ma la soluzione non è abbandonare le protezioni, bensì far comprendere l'uso delle stesse a chi le indossa.
Se "fai finta" di non avere protezioni e quindi "fai finta" che non ti siano arrivati pugni in faccia e vai avanti lo stesso, vuol dire che non sei pronto per qual tipo di allenamento ma soprattutto vuol dire che invece di usare le protezioni ti stai facendo usare dalla protezioni  ...
Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: nicola on April 20, 2011, 18:21:02 pm
Guarda, con me sfondi una porta aperta in merito a questa questione.
Tuttavia spesso anch'io, dopo più di 10 anni di pratica e di sparring, mi chiedo se veramente il tale colpo che ho tirato avrebbe mandato giù il mio avversario o no, o se il colpo che ho ricevuto (e che ho sentito) senza protezioni mi avrebbe steso. Io credo in molti casi sia difficile stabilirlo. In certi casi puoi essere quasi sicuro di sì....ma QUASI.
Però dico anche un'altra cosa: cosa insegna lo sparring ma soprattutto la pratica ai focus di combinazioni? Che se il bersaglio continua a essere lì e poter essere colpito, io continuo a colpirlo. Se va giù, essendo questo lo scopo del colpire, mi fermo. Se sta su, continuo.
Fatta questa riflessione, non so quanto potrebbe servirmi avere un confronto REALE in cui a mani nude provo a stendere una persona per capire se e come potrebbe andare giù. Se mi capitasse, continuerei a fare quello che so fare e che ho ripetuto (o dovrei aver ripetuto) migliaia di volte in palestra: vale a dire colpire.
Per quest'ultima ragione (oltre che per alcune altre molto più ovvie, di ordine morale ed etico) trovo ridicole le persone che dicono quelle frasi tipo: "sì ma in strada non hai mai testato le tecniche", "in strada non hai tempo per pensare, devi agire, e se non ci sei abituato sei carne da macello", "io vado di proposito a cercarmi rogne per testare le tecniche realmente" (e aggiungete voi le mille altre che negli anni, almeno io, ho mio malgrado sentito).
Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: nicola on April 20, 2011, 18:34:02 pm
Sulla mia ultima riflessione ho dimenticato di aggiungere la cosa più importante: che cosa fa la differenza? Come al solito lo fa l'intelligenza della persona.
Mi è capitato a volte di colpire bene con un diretto il mio opponente, e seguire il diretto con un cross, un gancio e un calcio. Nel progredire dell'azione a volte è successo di vedere il compagno che si riprendeva o si difendeva, altre volte rimanere inerme: di fronte al compagno inerme che si è preso in pieno 3 tecniche da potenziale KO (ma non è andato giù perché bardato come un palombaro), non ha senso continuare a pestarlo come una cornamusa, quindi mi fermo. Io dovrei esser conscio di aver ottenuto quello che volevo, il mio compagno di aver subìto un ko. A volte il compagno non si accorge di questo, e allora si prende 4-5 legnate, vede che chi le ha tirate si ferma, e pensando che ha terminato l'azione lui riparte (magari colpendolo). Anche questa è una situazione che può capitare, e per la quale sarebbe bene che chi la subisce venisse istruito ed educato (a capire che sarebbe andato giù).

Altre volte mi è capitato di subire brutti colpi, e sono stato io che mi sono fermato dicendo: "bravo, mi hai messo giù".
Insomma, anche in questo caso, un gocciolino di obiettività non guasterebbe.
Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: Rev. Madhatter on April 20, 2011, 19:06:23 pm
Esiste un altro problema quando si usano troppo spesso e/o troppe protezioni (o protezioni troppo protettive): perdere la capacità di capire quando un colpo che si prende o si dà manderebbe veramente giù una persona o metterebbe giù noi.
Un'immediato risvolto negativo di ciò lo si vede nelle persone che continuano a prendere una valanga di cartoni e pur tuttavia continuano come se nulla fosse accaduto ad andare avanti e a impostare la loro azione. Brutte scene in quest'ultimo caso: di solito si vedono zuffe selvagge dentro cui non vedi una tecnica decente degna di questo nome, non vedi copertura, attenzione alla gestione della distanza, al cambio di strategia quando si è presa una mazzata secca, etc.

Pero', va detto che tutti i colpi da ko reale,quando sei imbottito come un omino michelin li senti cmq abbastanza forti da fermare l'azione.

Se l'altro resta impassibile sotto i colpi vuol dire che i colpi non sono sufficientemente forti, imho.
Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: GiBi on April 20, 2011, 22:57:34 pm
Guarda, con me sfondi una porta aperta in merito a questa questione.
Tuttavia spesso anch'io, dopo più di 10 anni di pratica e di sparring, mi chiedo se veramente il tale colpo che ho tirato avrebbe mandato giù il mio avversario o no, o se il colpo che ho ricevuto (e che ho sentito) senza protezioni mi avrebbe steso. Io credo in molti casi sia difficile stabilirlo. In certi casi puoi essere quasi sicuro di sì....ma QUASI.
Però dico anche un'altra cosa: cosa insegna lo sparring ma soprattutto la pratica ai focus di combinazioni? Che se il bersaglio continua a essere lì e poter essere colpito, io continuo a colpirlo. Se va giù, essendo questo lo scopo del colpire, mi fermo. Se sta su, continuo.
Fatta questa riflessione, non so quanto potrebbe servirmi avere un confronto REALE in cui a mani nude provo a stendere una persona per capire se e come potrebbe andare giù. Se mi capitasse, continuerei a fare quello che so fare e che ho ripetuto (o dovrei aver ripetuto) migliaia di volte in palestra: vale a dire colpire.
Per quest'ultima ragione (oltre che per alcune altre molto più ovvie, di ordine morale ed etico) trovo ridicole le persone che dicono quelle frasi tipo: "sì ma in strada non hai mai testato le tecniche", "in strada non hai tempo per pensare, devi agire, e se non ci sei abituato sei carne da macello", "io vado di proposito a cercarmi rogne per testare le tecniche realmente" (e aggiungete voi le mille altre che negli anni, almeno io, ho mio malgrado sentito).


Sulla mia ultima riflessione ho dimenticato di aggiungere la cosa più importante: che cosa fa la differenza? Come al solito lo fa l'intelligenza della persona.
Mi è capitato a volte di colpire bene con un diretto il mio opponente, e seguire il diretto con un cross, un gancio e un calcio. Nel progredire dell'azione a volte è successo di vedere il compagno che si riprendeva o si difendeva, altre volte rimanere inerme: di fronte al compagno inerme che si è preso in pieno 3 tecniche da potenziale KO (ma non è andato giù perché bardato come un palombaro), non ha senso continuare a pestarlo come una cornamusa, quindi mi fermo. Io dovrei esser conscio di aver ottenuto quello che volevo, il mio compagno di aver subìto un ko. A volte il compagno non si accorge di questo, e allora si prende 4-5 legnate, vede che chi le ha tirate si ferma, e pensando che ha terminato l'azione lui riparte (magari colpendolo). Anche questa è una situazione che può capitare, e per la quale sarebbe bene che chi la subisce venisse istruito ed educato (a capire che sarebbe andato giù).

Altre volte mi è capitato di subire brutti colpi, e sono stato io che mi sono fermato dicendo: "bravo, mi hai messo giù".
Insomma, anche in questo caso, un gocciolino di obiettività non guasterebbe.

Val la pena ri-quotare tutto in modo che quanti più praticanti possano leggere e fare tesoro di parole simili!  :)
Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: Prototype 0 on April 20, 2011, 23:21:27 pm
Ma la finzione di una finzione è una non-finzione?

(http://www.repubblica.it/2009/06/sezioni/spettacoli_e_cultura/crozza-via/crozza-via/stor_16099662_52170.jpg)
Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: Darth Dorgius on April 20, 2011, 23:27:30 pm
 XD
Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: nicola on April 20, 2011, 23:30:27 pm
Pero', va detto che tutti i colpi da ko reale,quando sei imbottito come un omino michelin li senti cmq abbastanza forti da fermare l'azione.

Vero Mad in molti casi, non sempre però. In casi in cui sei al limite tra rimanere su e andare giù, una protezione che protegge molto ti fa la differenza, e non ti permette di capire fino in fondo se un colpo era veramente da ko oppure lo era quasi. E ti faccio notare che tu ragioni già con una forma mentis di un certo tipo, vale a dire che per te fa parte della normalità fermarti se hai ricevuto una fucilata che non ti ha chiuso in due come una sdraio solo perché hai un corpetto. Credimi che molti non ne hanno invece piena consapevolezza.

Quote
Se l'altro resta impassibile sotto i colpi vuol dire che i colpi non sono sufficientemente forti, imho.
Questo è vero. Ma ciò può essere una premessa o costituire una conseguenza, a seconda dell'approccio che si ha, o dell'educazione al confronto che ci è stata insegnata e/o che abbiamo imparato dalla nostra pratica.
Mi spiego meglio. Caso in cui siamo tutti e 2 bardati: abbiamo paratibie a papera, parapalle, corpetto, guantoni da 12 once, caschetto e paradenti. Tiriamo a contatto pieno. Non abbiamo sufficiente cultura in merito, né una scatola cranica in grado di formulare pensieri complessi.
 Cominciamo a pestarci come fabbri ferrai.
Dopo poco si capisce che le si dà e non si sortisce grande effetto, ma che al tempo stesso le si prende senza grossi problemi. Cresce la confidenza. Cresce troppo la confidenza. E si comincia a disunirsi, tirare scoordinati, buttarsi addosso all'avversario, tirare alla cieca in risposta contemporanea a colpi avversari. E in questo modo la tecnica peggiora, i colpi sono meno precisi, meno potenti, quindi meno efficaci. Ci se ne accorge e si cerca di ovviare alzando il ritmo. E si ripeggiora anche di più. Risultato? il cane che si morde la coda: più protraggo lo sparring più peggiora tutto, e più non ottengo l'effetto sperato (ko) più mi intestardisco a tirare forte, caricato, arrabbiato, più peggioro ancora, e così via. Alla fine è una zuffa tra due esseri disarticolati che si prendono a mazzate quasi a caso. Pessimo spettacolo per chi guarda, inutile perdita di tempo per chi pratica.
 Ti dico di più. Spesso chi guarda dopo un po' non capisce più che arte i due famigerati palombari ninja stiano praticando. Diventa tutto uguale: saranno mazzate...boh..son calci e pugni. Ecco cosa sono, sono mazzate tribali  ;D
Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: Rev. Madhatter on April 21, 2011, 00:07:43 am
 XD XD XD XD


Le mazzate tribali sono nate in un parco,a mani nude e volti segnati, ricordiamo con orgoglio la stupidità mista coraggio di quei primi giorni  :sbav:
Zuffa con stile  :blue:




Condivido e comprendo la prima parte.

Sulla seconda il punto e' che un colpo "buono" lo senti tutto anche col 16 once.
Che una gomitata la senti da andare giu' anche con caschetto e paragomiti.
Che un calcio messo bene ti sposta anche col doppio paratibie e se ti prende davvero bene fa cmq un male di dio...

E questo senza tirare al 100%.

insomma io dico che l'unico modo in cui puoi andare avanti facendo finta di non aver sentito il colpo e' se ti ci impegni di brutto.


E in quel caso c'e' poco da fare perche' per la stupidità,ancora,non c'e' cura...


Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: Jack Burton on April 21, 2011, 08:34:08 am
Jack..anche io pratico Kung Fu...
...ah!  ero convinto praticassi Wing Chun... :spruzz: :spruzz: :gh: :gh: 8) XD :D :D :sur: :sur:

[/quote]
ma sapendo che ci sono tante realtà che non la pensano così, vale la pena discuterne, no?
[/quote]

assolutamente si!
pero' alla fine risponderanno solo quelli "pro" e chi e' contro non lo fara' mai.
Questo perche chi non fa sparring non e' che non lo fa perche lo ritiene "sbagliato" a priori..ma perche non e' assolutamente in grado di farlo.
Sono le classiche persone che si crogiolano nel mito dell'invincibilita' del maestro (anche se poi hanno il fisico da domatore di vongole) quindi non vogliono minare il loro "status" con una cartella sul naso.
Se noti infatti ci sono tre pagine di "sono d'accordo con te" e nessuno che dice "da noi non si fa".
E' solo una constatazione eh?

Jack

Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: GiBi on April 21, 2011, 08:57:00 am
Niente..non ce la faccio..devo per forza ri-quotare per intero Nicola...

Pero', va detto che tutti i colpi da ko reale,quando sei imbottito come un omino michelin li senti cmq abbastanza forti da fermare l'azione.

Vero Mad in molti casi, non sempre però. In casi in cui sei al limite tra rimanere su e andare giù, una protezione che protegge molto ti fa la differenza, e non ti permette di capire fino in fondo se un colpo era veramente da ko oppure lo era quasi. E ti faccio notare che tu ragioni già con una forma mentis di un certo tipo, vale a dire che per te fa parte della normalità fermarti se hai ricevuto una fucilata che non ti ha chiuso in due come una sdraio solo perché hai un corpetto. Credimi che molti non ne hanno invece piena consapevolezza.

Quote
Se l'altro resta impassibile sotto i colpi vuol dire che i colpi non sono sufficientemente forti, imho.
Questo è vero. Ma ciò può essere una premessa o costituire una conseguenza, a seconda dell'approccio che si ha, o dell'educazione al confronto che ci è stata insegnata e/o che abbiamo imparato dalla nostra pratica.
Mi spiego meglio. Caso in cui siamo tutti e 2 bardati: abbiamo paratibie a papera, parapalle, corpetto, guantoni da 12 once, caschetto e paradenti. Tiriamo a contatto pieno. Non abbiamo sufficiente cultura in merito, né una scatola cranica in grado di formulare pensieri complessi.
 Cominciamo a pestarci come fabbri ferrai.
Dopo poco si capisce che le si dà e non si sortisce grande effetto, ma che al tempo stesso le si prende senza grossi problemi. Cresce la confidenza. Cresce troppo la confidenza. E si comincia a disunirsi, tirare scoordinati, buttarsi addosso all'avversario, tirare alla cieca in risposta contemporanea a colpi avversari. E in questo modo la tecnica peggiora, i colpi sono meno precisi, meno potenti, quindi meno efficaci. Ci se ne accorge e si cerca di ovviare alzando il ritmo. E si ripeggiora anche di più. Risultato? il cane che si morde la coda: più protraggo lo sparring più peggiora tutto, e più non ottengo l'effetto sperato (ko) più mi intestardisco a tirare forte, caricato, arrabbiato, più peggioro ancora, e così via. Alla fine è una zuffa tra due esseri disarticolati che si prendono a mazzate quasi a caso. Pessimo spettacolo per chi guarda, inutile perdita di tempo per chi pratica.
 Ti dico di più. Spesso chi guarda dopo un po' non capisce più che arte i due famigerati palombari ninja stiano praticando. Diventa tutto uguale: saranno mazzate...boh..son calci e pugni. Ecco cosa sono, sono mazzate tribali  ;D

Nicola, ciò che hai descritto accade proprio in quei luoghi in cui non c'è la "cultura" dello sparring, o in cui si crede che lo sparring sia "mazzate e via!" , accentuato, anche ma non solo, dall'assenza della possibilità di un confronto sportivo in quanto "noi quì facciamo DP e non sport" .

Che poi non l'ho capito: in palestra lo sparring addirittura forte e senza protezioni si può fare, però in gara non si può andare "perchè tengo le tecniche micidiali e ti potrei uccidere" ma perchè in palestra durante lo sparring vi uccidete davvero?

Ma dove stà la coerenza?

Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: GiBi on April 21, 2011, 08:59:06 am
Sulla seconda il punto e' che un colpo "buono" lo senti tutto anche col 16 once.
Che una gomitata la senti da andare giu' anche con caschetto e paragomiti.
Che un calcio messo bene ti sposta anche col doppio paratibie e se ti prende davvero bene fa cmq un male di dio...

E questo senza tirare al 100%.

insomma io dico che l'unico modo in cui puoi andare avanti facendo finta di non aver sentito il colpo e' se ti ci impegni di brutto.


E in quel caso c'e' poco da fare perche' per la stupidità,ancora,non c'e' cura...

 :)
Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: GiBi on April 21, 2011, 09:05:20 am
...ah!  ero convinto praticassi Wing Chun... :spruzz: :spruzz: :gh: :gh: 8) XD :D :D :sur: :sur:

 :sbav:

assolutamente si!
pero' alla fine risponderanno solo quelli "pro" e chi e' contro non lo fara' mai.
Questo perche chi non fa sparring non e' che non lo fa perche lo ritiene "sbagliato" a priori..ma perche non e' assolutamente in grado di farlo.
Sono le classiche persone che si crogiolano nel mito dell'invincibilita' del maestro (anche se poi hanno il fisico da domatore di vongole) quindi non vogliono minare il loro "status" con una cartella sul naso.
Se noti infatti ci sono tre pagine di "sono d'accordo con te" e nessuno che dice "da noi non si fa".
E' solo una constatazione eh?

Jack

Figurati se non lo sò, Jack.  ;)
Però mi piace venire quì e confrontarmi con voi, per capire se sono mie elucubrazioni personali o anche fuori dalla porta di casa mia la si pensa così.

E poi sai come si dice..verba volant...
Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: GiBi on April 21, 2011, 09:08:45 am
Per quest'ultima ragione (oltre che per alcune altre molto più ovvie, di ordine morale ed etico) trovo ridicole le persone che dicono quelle frasi tipo: "sì ma in strada non hai mai testato le tecniche", "in strada non hai tempo per pensare, devi agire, e se non ci sei abituato sei carne da macello", "io vado di proposito a cercarmi rogne per testare le tecniche realmente" (e aggiungete voi le mille altre che negli anni, almeno io, ho mio malgrado sentito).

E che ne dici di questa:"Sai dove vivo io è un posto pericoloso, ci sono molti bulli, la rissa scappa spesso allora in allenamento devo andare pesante"

Dove per andare pesante si intende che mentre vai piano e stai facendo un esercizio precostruito all'improvviso parte a razzo menando(*).

(*) in maniera scoordinata e alla rinfusa.

 
Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: Dynamic on April 21, 2011, 09:40:33 am
..che va bene finchè si tratta di un esercizio, ma quando si sente "ok, ora combattimento libero"  senza manco un guanto..qualche dubbio viene..

Capisco il tuo punto di vista.... non è semplice trovare alternative di allenamento.

Non credo però che la nostra attenzione debba per forza focalizzarsi sull'uso delle protezioni. Un allenamento propedeutico al combattimento "libero" può essere effettuato anche senza un uso particolare di protezioni: IMHO quello che rende "pericoloso" l'allenamento libero è l'intensità con cui vengono condotti certi esercizi (per quanto mi riguarda è un esercizio anche il "combattimento" in palestra). Alzando il contatto è ovvio che si rischiano più danni, ma non credo sia necessario fare questi "esercizi" spesso... possono essere appunto un test (nel mio caso solo per chi già ha acquisito/"riprogrammato" una serie di istinti - altrimenti durante un esercizio libero i modelli di movimento che risultano sotto stress sono quelli che ci risultano più comodi e familiari... ma nn per forza corretti) per verificare se il lavoro quotidiano sta dando i suoi frutti (o meglio, se sto lavorando nella maniera corretta).

Non nego, tuttavia, che un allenamento con protezioni sia utile.
Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: GiBi on April 21, 2011, 09:44:34 am
Capisco il tuo punto di vista.... non è semplice trovare alternative di allenamento.

Non credo però che la nostra attenzione debba per forza focalizzarsi sull'uso delle protezioni. Un allenamento propedeutico al combattimento "libero" può essere effettuato anche senza un uso particolare di protezioni: IMHO quello che rende "pericoloso" l'allenamento libero è l'intensità con cui vengono condotti certi esercizi (per quanto mi riguarda è un esercizio anche il "combattimento" in palestra). Alzando il contatto è ovvio che si rischiano più danni, ma non credo sia necessario fare questi "esercizi" spesso... possono essere appunto un test (nel mio caso solo per chi già ha acquisito/"riprogrammato" una serie di istinti - altrimenti durante un esercizio libero i modelli di movimento che risultano sotto stress sono quelli che ci risultano più comodi e familiari... ma nn per forza corretti) per verificare se il lavoro quotidiano sta dando i suoi frutti (o meglio, se sto lavorando nella maniera corretta).

Non nego, tuttavia, che un allenamento con protezioni sia utile.

Quoto il tuo punto di vista, soprattuto questo


altrimenti durante un esercizio libero i modelli di movimento che risultano sotto stress sono quelli che ci risultano più comodi e familiari... ma nn per forza corretti)

Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: Rev. Madhatter on April 21, 2011, 09:49:02 am
Pero' quante volte ho sentito scuole tradizionali dire che il combattimento e' importante e che e' importante l'uso delle protezioni per alzare l'intensità...e poi fare combattimento se va bene una volta l'anno...


Gia' che in questo 3D si dicono le cose chiare io aggiungere che lo sparring,se non quotidiano,deve essere almeno a cadenza settimanale,altrimenti e' prendersi in giro.
Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: Dynamic on April 21, 2011, 10:07:24 am

Gia' che in questo 3D si dicono le cose chiare io aggiungere che lo sparring,se non quotidiano,deve essere almeno a cadenza settimanale,altrimenti e' prendersi in giro.

Dipende, se ogni esercizio (da solo o in coppia) viene eseguito in maniera "reale" si ottengono molti risultati utili al combattimento... in quest'ottica in ogni sessione di allenamento "si combatte".
Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: Rev. Madhatter on April 21, 2011, 10:14:31 am
Bhe no,non e' la stessa cosa, gli esercizi reali e quant'altro sono importantissimi ed essenziali,ma sono appunto esercizi,hanno una funzione specifica e differente  :)
Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: GiBi on April 21, 2011, 10:16:39 am
Pero' quante volte ho sentito scuole tradizionali dire che il combattimento e' importante e che e' importante l'uso delle protezioni per alzare l'intensità...e poi fare combattimento se va bene una volta l'anno...


Gia' che in questo 3D si dicono le cose chiare io aggiungere che lo sparring,se non quotidiano,deve essere almeno a cadenza settimanale,altrimenti e' prendersi in giro.

Daccordo anche quì!
Fidati Mad,  che il problema è alla base: in molte scuole non si sà che cosa è lo sparring o quanto meno non lo si stabilisce in maniera chiara!

Per chi fà SDC è chiaro che trattasi di un esercizio  e poi, per chi vuole e se la sente, c'è il match. Se non è il singolo a combattere sul ring/tatami, quantomeno la scuola di appartenenza lo fà e le idee sono chiarissime a tutti.

Lì dove "sul ring non ci possiamo andare perchè noi è per DP e lì non ci sono regole" cosa si fà?
Lo sparring che piega prende?
Un esercizio? Ma se ci si può esercitare con delle tecniche "mortali" allora ci si può anche confrontare su un ring no?  :=)

E' tutto così confuso....
Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: nicola on April 21, 2011, 10:37:25 am
Da noi gli ultimi 15 minuti di ogni lezione si fa sparring.
A volte con tutte le protezioni a pieno contatto, a volte con protezioni minime controllando di più, a volte una via di mezzo, a volte con esercizi di sparring mirati (uno attacca e l'altro difende solo; uno usa solo colpi lunghi, l'altro solo corti; sparring solo con l'arto avanzato; etc.).
Ogni tanto dedichiamo una sessione di allenamento specificamente allo sparring, facendo un'analisi degli errori e/o delle tecniche portate correttamente, e ci lasciamo mezz'ora a fine lezione per vedere/lavorare su qualcosa di specifico visto o capitato in sparring. A volte capita invece di non farlo, per dedicare la lezione, per esempio, a lavorare sulla tecnica di un calcio.

Per seguire il discorso di Mad, ieri sera abbiamo dedicato la parte tecnica a provare prima ai colpitori e poi a coppie alcune tecniche di anticipo/intercettazione e contrattacco. Erano fatte, come dice qualcuno, "in modo reale". E personalmente avevo la sensazione di eseguirle bene.
Siamo passati allo sparring. In 20 minuti me ne fosse entrata una di queste tecniche reali eseguite bene...no, neanche una.
Ecco, io credo che la grossa differenza che vuol rimarcare sia Mad che gibi sia questa: tanti scambiano un esercizio a coppie ad alta intensità per sparring. Ecco, lo sparring è altro.
Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: Dynamic on April 21, 2011, 10:57:13 am
Bhe no,non e' la stessa cosa, gli esercizi reali e quant'altro sono importantissimi ed essenziali,ma sono appunto esercizi,hanno una funzione specifica e differente 

Bisognerebbe stabilire cosa si intende per "esercizi reali". Nel mio caso "reale" non significa più forte/violento/duro/veloce o tutto quello che può essere ricondotto alla "realtà".

Credo sia molto più importante stabilire delle "regole" all'interno di questi esercizi per avvicinarsi alla realtà da un altro punto di vista. Poi di sicuro "testare" cosa sappiamo fare "in velocità" può essere molto utile (ma anche controproducente se non si sono apprese ed integrate delle meccaniche di movimento corrette).

Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: GiBi on April 21, 2011, 10:59:35 am
Wè..inizia a stancarmi di quotarti eh!

Da noi gli ultimi 15 minuti di ogni lezione si fa sparring.
A volte con tutte le protezioni a pieno contatto, a volte con protezioni minime controllando di più, a volte una via di mezzo, a volte con esercizi di sparring mirati (uno attacca e l'altro difende solo; uno usa solo colpi lunghi, l'altro solo corti; sparring solo con l'arto avanzato; etc.).
Ogni tanto dedichiamo una sessione di allenamento specificamente allo sparring, facendo un'analisi degli errori e/o delle tecniche portate correttamente, e ci lasciamo mezz'ora a fine lezione per vedere/lavorare su qualcosa di specifico visto o capitato in sparring. A volte capita invece di non farlo, per dedicare la lezione, per esempio, a lavorare sulla tecnica di un calcio.

Per seguire il discorso di Mad, ieri sera abbiamo dedicato la parte tecnica a provare prima ai colpitori e poi a coppie alcune tecniche di anticipo/intercettazione e contrattacco. Erano fatte, come dice qualcuno, "in modo reale". E personalmente avevo la sensazione di eseguirle bene.
Siamo passati allo sparring. In 20 minuti me ne fosse entrata una di queste tecniche reali eseguite bene...no, neanche una.
Ecco, io credo che la grossa differenza che vuol rimarcare sia Mad che gibi sia questa: tanti scambiano un esercizio a coppie ad alta intensità per sparring. Ecco, lo sparring è altro.

 :-*
Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: Dynamic on April 21, 2011, 11:02:09 am

E che ne dici di questa:"Sai dove vivo io è un posto pericoloso, ci sono molti bulli, la rissa scappa spesso allora in allenamento devo andare pesante"

Dove per andare pesante si intende che mentre vai piano e stai facendo un esercizio precostruito all'improvviso parte a razzo menando(*).

(*) in maniera scoordinata e alla rinfusa.

Hai dipinto perfettamente una situazione tipica da palestra di DP ;)
Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: Rev. Madhatter on April 21, 2011, 11:20:39 am
Bhe no,non e' la stessa cosa, gli esercizi reali e quant'altro sono importantissimi ed essenziali,ma sono appunto esercizi,hanno una funzione specifica e differente 

Bisognerebbe stabilire cosa si intende per "esercizi reali". Nel mio caso "reale" non significa più forte/violento/duro/veloce o tutto quello che può essere ricondotto alla "realtà".

Credo sia molto più importante stabilire delle "regole" all'interno di questi esercizi per avvicinarsi alla realtà da un altro punto di vista. Poi di sicuro "testare" cosa sappiamo fare "in velocità" può essere molto utile (ma anche controproducente se non si sono apprese ed integrate delle meccaniche di movimento corrette).

Mi sa allora che abbiamo una visione molto diversa.

Per me reale e' quando le botte le prendi sul serio con qualcuno intenzionato a metterti a nanna.

Realistico
e' quando e' come sopra solo che l'altro non vuole metterti a nanna.

Il resto e' propedeutica, le regole servono per allenare determinati aspetti al meglio ma sono sempre limitanti.


Duro,veloce,violento,intenso sono gli attributi della realta', gli opposti connotano la simulazione,la finzione.

Una cosa reale o realistica non sara' mai morbida,lenta,coccolosa,rilassata.
Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: Dynamic on April 21, 2011, 11:36:43 am

Mi sa allora che abbiamo una visione molto diversa.

Per me reale e' quando le botte le prendi sul serio con qualcuno intenzionato a metterti a nanna.


Duro,veloce,violento,intenso sono gli attributi della realta', gli opposti connotano la simulazione,la finzione.

Una cosa reale o realistica non sara' mai morbida,lenta,coccolosa,rilassata.

Si credo di si... il problema è il mio nel senso che questa tipologia di allenamento la facciamo in pochi.

Un esempio di quello che intendo per combattimento (in questo caso al suolo) "reale", dove si sviluppano attributi "tecnici" e non prettamente fisici:

PANTERA NEGRA Fabien BJJ SOFT TRAINING (https://www.youtube.com/watch?v=cAwRwg29wlk#ws)

Questi due stanno lottando realmente ma in maniera "morbida, lenta e coccolosa" ;)

Pensare di avvicinarsi alla realtà "solo" perchè si fa un esercizio (sparring è solo un esercizio) con un amico di allenamento ad alta intensità è, IMHO, una illusione ...

E' una tipologia di allenamento forse più difficile da accettare, ma ugualmente gratificante (che fornisce risultati analoghi) ... è un pò come se decidiamo di fare una gara con due ferrari, però ci si autolimita appunto limitando la velocità dell'auto a 100 kmh.. arriverà primo in questa "gara regolamentata" ugualmente il pilota che ha fatto le "scelte migliori"... una volta che abbiamo imparato a padroneggiare il nostro mezzo (nelle AM il nostro corpo) allora possiamo fare veloce, piano rilassato, duro... ma la cosa non cambia nulla, perchè abbiamo lavorato per "programmare delle risposte idonee" che funzionano da lento ma anche da veloce (anzi se un movimento funziona estremamernte lento.. allora funziona anche in velocità - è MOLTO più difficile controllare il corpo al rallentatore).




Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: Rev. Madhatter on April 21, 2011, 11:44:41 am
Il bjj e' una discpilina particolare,concepita come pratica finalizzata alla salute,fortemente influenzata da rgole cavalleresche in allenamento e in competizione. Non si tirano leve a strappo per tutelare l'avversario ed e' responsabilita' di ciascun praticante l'incolumita' altrui...nelle competizioni si viene penalizzati se si fa male intenzionalmente al compagno.
Ad esempio nelle tecniche "volanti" chi la subisce deve preoccuparsi di non far cadere il compagno...

Hanno una tipologia di allenamento "schacchsitico" che e' quella del video che tu porti....
(ma non e' l'unica!)

Hai mai fatto bjj o ti sei allenato con praticanti "decenti"?  :)




Io invece credo che allenarsi ad alta intesita' fornisca un ottima preparazione a quando ti meni sul serio,anche fuori dalla palestra...questa e' la mia esprienza,ma anche quella di un sacco di compagni di allenamento che ci mettono il muso...


Pero' sono sempre curioso di chi propone metodiche alternative, tu sei di milano no?
Magari ci si becca  :sur:
Butta un occhio alla sezione "gruppi d'allenamento" https://www.artistimarziali.org/forum/index.php?board=114.0 (https://www.artistimarziali.org/forum/index.php?board=114.0))
Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: Kufù on April 21, 2011, 11:59:15 am
se un movimento funziona estremamernte lento.. allora funziona anche in velocità

intercettare i jab

estremamente lento si fa

estremamente veloce meno
Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: Dynamic on April 21, 2011, 12:05:00 pm
1 Il bjj e' una discpilina particolare,concepita come pratica finalizzata alla salute,fortemente influenzata da rgole cavalleresche in allenamento e in competizione.

2 Hai mai fatto bjj o ti sei allenato con praticanti "decenti"?  :)

3 Io invece credo che allenarsi ad alta intesita' fornisca un ottima preparazione a quando ti meni sul serio,anche fuori dalla palestra...


4 Pero' sono sempre curioso di chi propone metodiche alternative, tu sei di milano no? Magari ci si becca  :sur:


Ti rispondo a punti altrimenti mi perdo :P

1  ??? sai che sei il primo che mi definisce il bjj come sistema per la salute ? :P  Il bjj è una disciplina intelligente, nel senso che (insieme ai sistemi di lotta) l'unica arte che consente di scannarsi a piano contatto senza particolari "pericoli"... cosa che per esempio non si può fare con sistemi di strking dove sono necessarie più regole e protezioni (che poi è quello di cui si stava parlando).. in gara l'unica cosa che non puoi fare è: mordere, slammare e colpire... tutto il resto è lecito...

2 bè ora lotto molto meno (4 giorni fa ho lottato dopo 4 mesi di "zero lotta :P) ma pratico bjj da un pò ... ho vinto anche qualche garetta...

3 si e no... nel senso che scannarsi col compagno di corso non la vedo come la migliore delle soluzioni (soprattutto in un contesto di striking), anche perchè dubito fortemente che ci si possa "menare sul serio" in palestra (nella lotta si raggiungono percentuali di realtà più vicine alla realtà, ma nn sarà mai veritiera), se per sparring "tipo kick o thai" intendi menarsi in palestra allora abbiamo anche un altro modo di vedere "il concetto di "menarsi"... per questo motivo  preferisco optare per sistemi più sicuri ed intelligenti per sviluppare il mio sistema (inoltre combattendo ad ogni sessione di allenamento ad alta intensità nel giro di un paio di anni si rischia di dover interrompere la pratica per problemi dovuti ai continui sforzi e colpi... il sottoscritto dop 5 anni di bjj si è ritrovato col menisco sfondato, dita rotte, cervicale a pezzi etc...)

4 si sono di milano... la mia metodica è MOLTO alternativa e per chi cerca contatto "da subito può risultare noiosa... si sono di Milano, ora do un check al 3d
Title: Re:La finzione di una finzione
Post by: GiBi on April 21, 2011, 12:05:46 pm
se un movimento funziona estremamernte lento.. allora funziona anche in velocità

intercettare i jab

estremamente lento si fa

estremamente veloce meno

Provo ad interpretare il pensiero di Dyn:

Intercetti facilemnte il jab se il tuo compagno va lento e tu vai veloce..

Ma se si stabilisce una velocità massima e nessuno dei due bara, allora anche andando lenti rischi di beccarti il jab, perchè se parti in ritardo poi non è che puoi accellerare per recuperare, ne approfitteresti solo perchè l'altro va lento..

In questa modalità di allenamento, se ti muovi a scatti vuol dire che sei sempre in ritardo e stai cercando di compensare la mancanza tecnica ed il cattivo timing accellerando..ripeto che ciò è possibile solo perchè il tuo compagno va lento, e tu non rispetti "le regole dell'esercizio"...
difatti il giorno in cui il tuo compagno andrà al massimo della velocità se tu sbagli il timing o comunque la tecnica, non potrai accellerare per compensare l'errore, in quanto non avrai più margine di accellerata...stai già andando al massimo..

Spero di non essermi incartato con le parole...  :-\