La sottile linea di confine..

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Offline GiBi

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La sottile linea di confine..
« on: December 12, 2011, 18:42:53 pm »
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Mi riferisco alla linea che fa da "meta" ad un determinato ciclo di allenamento..sopratutto come riconoscerla, prima di passare alla fase successiva.

Porto un paio di esempi personali così faccio prima:
- agosto scorso, un totale e sopratutto doloroso blocco della schiena mi impedisce qualsiasi tipo di esercizio...l'unica cosa che riesco a fare sono le trazioni alla sbarra.

Nella scheda che stavo seguendo, in circuito con altri esercizi, avevo le trazioni presa inversa nella classica serie 12-10-8-6-4.
Mi annoiavo (ed ero nervoso per via del blocco)così mi invento una piccola sfida: decido di aumentare di una unità ogni due sedute e così vado per i 13-11-9-7-5 e man man fino ad arrivare a 23-21-19-17-15.

La schiena va meglio (non tanto i risultati della risonanza) e con le trazioni ci avevo preso gusto tanto da pensare di proseguire con quell'allenamento, ma poi mi chiedo: ha senso? A cosa mi portarà? Più massa? Più forza? Più resistenza? A nulla?

Penso che non dovendo fare il campionato italiano di trazioni alla sbarra forse non ha senso continuare così.

Provo l'esercizio in maniera opposta : circuito per la forza 6 serie per sole due ripetizioni con sovraccarico :inizio con i 16 kili fino ad arrivare a 28..(stessa cosa, ma con pesi ovviamente differenti,con le distensioni su panca).

Adesso ci sto pensando di nuovo: che faccio? continuo così, aumentando gradualmente i carichi(anche se credo che ben presto sarò al limite) o cambio routine?

Come si capisce quando è il momento di variare?
C'è chi da un tempo tipo "tot settimane".
C'è chi pone un obbiettivo: "devi incrementare almeno del tot%".

Lo sò che tutto parte da quali sono i risultati che voglio ottenere e gli scopi che mi prefiggo..ciononostante ci sono delle linee guida generali?
 
 

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Offline DJ scanner

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Re:La sottile linea di confine..
« Reply #1 on: December 13, 2011, 00:36:50 am »
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per seguire
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Offline xjej

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Re:La sottile linea di confine..
« Reply #2 on: December 13, 2011, 01:40:21 am »
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Ti devi chiarire le idee.
Mi voglio allenare.
Da domani comincio a fare bicipiti alla morte.
Cicli sulla massa, sulla forza, quant'altro.
Sono allenantissimo, mi sono specilizzato a mille.
Gioco  a Basket però, qualcosa non quadra.

E importante distinguere tra l' allenamento che serve alla condizione generale o a caratteristiche generali da quello che è il lavoro specifico.
Io lotto, un buon fondo aerobico mi è congeniale. Ergo lavoro aerobico che migliorerà l'aerobia, la capillarizzazione e quant'altro.
Arrivare ai ritmi di un maratoneta mi servirebbe ? Oltre ad essere non congeniale con altri "lavori", sarebbe una cosa eccessiva.
Faticare è sempre buono, per carità. Ma già non basta il tempo per far le cose che servono..
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Offline The Spartan

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Re:La sottile linea di confine..
« Reply #3 on: December 13, 2011, 09:40:36 am »
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Quoto.
La strutturazione di un allenamento o di un programma deve essere fondata su dove voglio arrivare, nel modo più preciso possibile.
Chiarito il punto di arrivo, si procede di solito a ritroso nella impostazione di cicli più o meno lunghi.
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Offline GiBi

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Re:La sottile linea di confine..
« Reply #4 on: December 13, 2011, 09:47:11 am »
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Faticare è sempre buono, per carità. Ma già non basta il tempo per far le cose che servono..

Quoto tutto il tuo discorso, aggiungo che la parte quotata  è ciò che mi ha spinto ad aprire il 3D: non vorrei utilizzare male il mio tempo, ingannandomi da solo con il "ma io mi alleno e fatico molto".


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Offline GiBi

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Re:La sottile linea di confine..
« Reply #5 on: December 13, 2011, 10:00:13 am »
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Quoto.
La strutturazione di un allenamento o di un programma deve essere fondata su dove voglio arrivare, nel modo più preciso possibile.
Chiarito il punto di arrivo, si procede di solito a ritroso nella impostazione di cicli più o meno lunghi.

Il fatto è che a volte alcuni cicli sembrano andare in contrasto con altri.
Esempio: per ovviare ad un pò di infortuni ho bisogno di mettere su massa nelle spalle e nel petto. Il mio scopo è velocità e resistenza ma prima devo "stabilizzare" un pò il tronco, altrimenti finisco per rompermi del tutto.
Ma non mi va di usare le solite schede da sala fitness, perchè poi quando riprendo con i circuiti per velocità e resistenza mi sembra come se stessi dicendo "ora basta con questo lavoro, ne iniziamo con un altro". o vorrei invece"amalgamare" le due cose, e leggendo spesso i tuoi interventi, quelli di Xjei e Nicola ho capito che questo si può fare...
Tornando alla tua considerazione :sò dove voglio arrivare, ma ho prima bisogno di una tappa intermedia..

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Offline The Spartan

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Re:La sottile linea di confine..
« Reply #6 on: December 13, 2011, 10:26:22 am »
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Ma la tappa intermedia la fai sulla base della fine.
Mettiamo il caso che dici tu...vuoi essere dinamico ma hai bisogno di aumentare la massa per ovviare ad alcuni infortuni.
Bene, il dinamismo diventa l'ultimo punto quindi tutto quello che ti serve lo collocherai alla fine del tuo macrociclo.
L'infortunio, ipotizziamo problemi alla spalla, ancora si fa sentire?All'inizio del tuo ciclo dovrai focalizzarti su un maggior volume specifico per quelle.
A questo punto dovrai lavorare sull'ipertrofia, in questo caso, sempre in teoria grossolana, ti converrà costruirti delle solide basi ed ecco che dopo un mese ipotetico di post infortunio, puoi avere due tre mesi di forza pura prima di passare a un lavoro più specificamente ipertrofico.
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Re:La sottile linea di confine..
« Reply #7 on: December 13, 2011, 10:35:38 am »
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Ma la tappa intermedia la fai sulla base della fine.
Mettiamo il caso che dici tu...vuoi essere dinamico ma hai bisogno di aumentare la massa per ovviare ad alcuni infortuni.
Bene, il dinamismo diventa l'ultimo punto quindi tutto quello che ti serve lo collocherai alla fine del tuo macrociclo.
L'infortunio, ipotizziamo problemi alla spalla, ancora si fa sentire?All'inizio del tuo ciclo dovrai focalizzarti su un maggior volume specifico per quelle.
A questo punto dovrai lavorare sull'ipertrofia, in questo caso, sempre in teoria grossolana, ti converrà costruirti delle solide basi ed ecco che dopo un mese ipotetico di post infortunio, puoi avere due tre mesi di forza pura prima di passare a un lavoro più specificamente ipertrofico.

Sapevo che seresti stato esauriente , John  :spruzz:

Si, rischio che le spalle vadano a farsi un bel giretto fuori dalla loro sede quando mi ritrovo con poca massa..ci sono andato vicino più volte..
Quindi ora vado per la massa, POI passo alla forza pura (che invece stavo facendo adesso, dove notavo che nelle distensioni su panca era proprio la spalla a cedere per prima e non permettermi di caricare di più..).

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Offline The Spartan

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Re:La sottile linea di confine..
« Reply #8 on: December 13, 2011, 11:17:42 am »
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Dissento abbastanza fortemente per esperienza analoga, soprattutto se parliamo di ipertrofia generale.
Sarò più esauriente dopo.
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Re:La sottile linea di confine..
« Reply #9 on: December 13, 2011, 11:53:07 am »
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Dissento abbastanza fortemente per esperienza analoga, soprattutto se parliamo di ipertrofia generale.
Sarò più esauriente dopo.

Uff..allora non ho capito il tuo post  :-[

Attendo il tuo post  :)


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Offline The Spartan

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Re:La sottile linea di confine..
« Reply #10 on: December 13, 2011, 14:41:58 pm »
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Il discorso ridotto all'osso è questo.
Paradossalmente lo stress di un programma ipertrofizzante è maggiore di uno volto alla forza.
In più il fatto di lavorare nella migliore delle ipotesi con carichi sotto la soglia del submassimale fa lavorare il corpo in un modo più "comodo" rispetto ad altro, tradotto il lavoro di stabilizzazione viene praticamente limitato.
Per la mia esperienza, quello che paga è un programma di forza classico, ovviamente settato in modo da nn fare danni maggiori con la scelta degli esercizi, a cui abbinare poi un esercizio con un range di ripetizioni più ipertrofico ed esercizi di mobilità articolare ad hoc.
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Re:La sottile linea di confine..
« Reply #11 on: December 13, 2011, 14:47:11 pm »
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Quoto John.
Personalmente, visto che non ho un obiettivo strettamente definito e puntuale, preferisco cercare di incrementare tutte le componenti (forza pura, esplosività, reattività, trofismo, etc.).
Se si esagera con sessioni di carichi massimali per incrementarli, il rischio è che ci si ritrovi a peggiorare la tecnica del movimento e/o rischiare di più a livello di infortuni potenziali, se da ll'altro lato non si tocca mai il massimale, si rischia lo stallo.

Se devo pensare a un lavoro che mi impegni poco (senza pensare a che tipo di impegno, ma ragionando in generale), mi immagino una sessione breve di forza massimale. Le famose 3 serie da 3 ripetizioni per categoria di esercizio.
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Offline xjej

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Re:La sottile linea di confine..
« Reply #12 on: December 13, 2011, 15:09:24 pm »
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Oddio, dipende anche dal livello di trofia muscolare che si ritrova.
Se ha il deltoide spesso tre millimetri hai voglia a lavorare sulla forza.
Di base GiBi ci vuole pazienza, molta, e organizzazione.
La spalla è la più zoccola delle articolazioni del corpo dal punto di vista della stabilità.
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Offline GiBi

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Re:La sottile linea di confine..
« Reply #13 on: December 13, 2011, 18:26:01 pm »
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Di base GiBi ci vuole pazienza, molta, e organizzazione.

E già...

La spalla è la più zoccola delle articolazioni del corpo dal punto di vista della stabilità.

Me ne sono accorto  :(

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Offline GiBi

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Re:La sottile linea di confine..
« Reply #14 on: December 13, 2011, 18:27:02 pm »
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Per la mia esperienza, quello che paga è un programma di forza classico, ovviamente settato in modo da nn fare danni maggiori con la scelta degli esercizi, a cui abbinare poi un esercizio con un range di ripetizioni più ipertrofico ed esercizi di mobilità articolare ad hoc.

Questo me lo segno.