La Lunga distanza

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Offline Paguro49

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Re:La Lunga distanza
« Reply #45 on: February 10, 2012, 13:09:28 pm »
+1
Allora, il Giappone è permeato, per quanto riguarda le AM, dal riferimento priincipe, come massima espressione del Gurerriero, del combattente, che è il Samurai.
Il concetto stesso di puntare al "colpo singolo risolutore" è figlio evidente di ciò che accade con la katana.
Ma ancor di più, lo studio del Kenjutsu, aiuta a riconoscere una enormità di gesti, parate e attacchi, figli di quelli fatti con la katana, abbinati ai relativi spostamenti, il tai Sabaki, che li rendono praticabili.
Quando si ripercorre questo tipo di evoluzione, ci si accorge che parecchi movimenti sono manchevoli proprio di quell'idea d'uscita dalla linea di attacco che li rende efficaci.
Un esempio su tutti, le prime due parate con il Ken, rifatte a mani nude, sono Age Uke e Shoto Uke.
Ma anche i due principali affondi, a mano nuda, diventano Kisami tsuki e Gyaku Tsuki.
C'è una logica nell'evoluzione delle AM in Giappone, una logica che tiene conto della perfezione cui puntare, perfezione che è appunto l'uomo con in mano la Katana.
« Last Edit: February 10, 2012, 17:07:02 pm by PaguRonin »
La divina scuola dello schiaffazzo argenteo vigila su di voi, mentre la divinissima università dello sputazzo ligneo vi inumidisce la vita

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muteki

Re:La Lunga distanza
« Reply #46 on: February 10, 2012, 13:15:39 pm »
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Allora, il Giappone è permeato, per quanto riguarda le AM, dal riferimento priincipe, come massima espressione del Gurerriero, del combattente, che è il Samurai.
Il concetto stesso di puntare al "colpo singolo risolutore" è figlio evidente di ciò che accade con la katana.
Ma ancor di più, lo studio del Kenjutsu, aiuta a riconoscere una enormità di gesti, parate e attacchi, figli di quelli fatti con la katana, abbinati ai relativi spostamenti, il tai Sabaki, che li rendono praticabili.
Quando si ripercorre questo tipo di evoluzione, ci si accorge che parecchi movimenti sono manchevoli proprio di quell'idea d'uscita dalla linea di attacco che li rende efficaci.
Un esempio su tutti, le prime due parate con il Ken, rifatte a mani nude, sono Age Uke e Shoto Uke.
Ma anche i due principali affondi, a mano nuda, diventano Kiami tsuki e Gyaku Tsuki.
C'è una logica nell'evoluzione delle AM in Giappone, una logica che tiene conto della perfezione cui puntare, perfezione che è appunto l'uomo con in mano la Katana.

esattamente. il modello di riferimento "perfetto", ossia "formale": di qui al principio di kata inteso in modi differenti e traspostosi anche a noi come esercizio o di tecnica, o di rigore tecnico, che sono due cose differenti nel mio modo di vedere.
anche l lunghissima distanza diviene allora esercizio prevalentemente formale, a meno che, come le posizioni di un kata, non la si consideri unicamente come un momento tra i tanti. ecco perché sostenevo che improntare tuto uno scontro sulla lunghissima distanza sia quanto mano utopia. ci si muove, ci si avvicina e ci si allontana di continuo. se si sfrutta il corretto ma-ai, allora si può usare la  distanza a proprio vantaggio.

 e qui urgerebbe uno spin off sul principio di distanza e di ikken hissatsu. due aspetti correlati tra loro se pensiamo ai perfetti gyaku tsuki portati nel kumite anni '70 e oggi ancor vivo nel point. molto di meno se pensiamo alle attuali interpretazioni di jissen.
nel primo modo di combattere si cerca il sen no sen, come nella spada. nel secondo si cerca un approccio forse più brutale ma anche più pragmatico.

viceversa, se consideriamo la distanza in funzione degli arti e dei movimenti, allora a grandi linee si potrebbe pensare alla lunga come utile ai calci alti... ma anche qui ci sarebbe da discutere...

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Offline Ale_ale

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Re:La Lunga distanza
« Reply #47 on: February 10, 2012, 13:17:20 pm »
0
infatti "ichigeki hissatsu" l'ho sentito spesso in relazione con il kenjutsu, ma è anche mettere tutto in quell'unico momento... unico per entrambi.

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Offline Ale_ale

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Re:La Lunga distanza
« Reply #48 on: February 10, 2012, 13:19:19 pm »
0
e qui urgerebbe uno spin off sul principio di distanza e di ikken hissatsu.

shhhhhhhhhhh!!!!!!!! che Giorgia ti sente!

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Offline Saburo Sakai

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Re:La Lunga distanza
« Reply #49 on: February 10, 2012, 13:26:27 pm »
+3
Ho notato questo interessante video, riguardo ad un certo uso della distanza ed al suo scopo relativo all'uso delle armi...

Incredibile lite in strada ripresa in Cina

 ;)

Sembra quasi una gara JKA del passato...  :whistle:

Kawawada Kumite All Japan 1985
Lo spirito viene prima della tecnica.


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Offline Barvo Iommi

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Re:La Lunga distanza
« Reply #50 on: February 10, 2012, 13:29:11 pm »
+1
mi hai battuto sul tempo, volevo fare la stessa osservazione  :)


PS: se volete uno spinn off, segnalate pure il post da spinoffare e specificate il titolo dello spin off nel commento alla segnalazione
EDIT: ops, pensavo di essere in karate, vabè non cambia niente  XD
« Last Edit: February 10, 2012, 13:38:07 pm by Iommi »

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Offline Dipper

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Re:La Lunga distanza
« Reply #51 on: February 10, 2012, 13:41:32 pm »
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Allora, il Giappone è permeato, per quanto riguarda le AM, dal riferimento priincipe, come massima espressione del Gurerriero, del combattente, che è il Samurai.
Il concetto stesso di puntare al "colpo singolo risolutore" è figlio evidente di ciò che accade con la katana.
Ma ancor di più, lo studio del Kenjutsu, aiuta a riconoscere una enormità di gesti, parate e attacchi, figli di quelli fatti con la katana, abbinati ai relativi spostamenti, il tai Sabaki, che li rendono praticabili.
Quando si ripercorre questo tipo di evoluzione, ci si accorge che parecchi movimenti sono manchevoli proprio di quell'idea d'uscita dalla linea di attacco che li rende efficaci.
Un esempio su tutti, le prime due parate con il Ken, rifatte a mani nude, sono Age Uke e Shoto Uke.
Ma anche i due principali affondi, a mano nuda, diventano Kiami tsuki e Gyaku Tsuki.
C'è una logica nell'evoluzione delle AM in Giappone, una logica che tiene conto della perfezione cui puntare, perfezione che è appunto l'uomo con in mano la Katana.

esattamente. il modello di riferimento "perfetto", ossia "formale": di qui al principio di kata inteso in modi differenti e traspostosi anche a noi come esercizio o di tecnica, o di rigore tecnico, che sono due cose differenti nel mio modo di vedere.
anche l lunghissima distanza diviene allora esercizio prevalentemente formale, a meno che, come le posizioni di un kata, non la si consideri unicamente come un momento tra i tanti. ecco perché sostenevo che improntare tuto uno scontro sulla lunghissima distanza sia quanto mano utopia. ci si muove, ci si avvicina e ci si allontana di continuo. se si sfrutta il corretto ma-ai, allora si può usare la  distanza a proprio vantaggio.

 e qui urgerebbe uno spin off sul principio di distanza e di ikken hissatsu. due aspetti correlati tra loro se pensiamo ai perfetti gyaku tsuki portati nel kumite anni '70 e oggi ancor vivo nel point. molto di meno se pensiamo alle attuali interpretazioni di jissen.
nel primo modo di combattere si cerca il sen no sen, come nella spada. nel secondo si cerca un approccio forse più brutale ma anche più pragmatico.

viceversa, se consideriamo la distanza in funzione degli arti e dei movimenti, allora a grandi linee si potrebbe pensare alla lunga come utile ai calci alti... ma anche qui ci sarebbe da discutere...
Che non si possa impostare tutto il combattimento sulla lunga distanza direi che è assodato e siamo (mi auguro) tutti d'accordo, ma credo che nessuno lo sostenga.
Un esempio che posto spesso di una buona gestione della lunga distanza, anche senza calci, per non tirare fuori sempre Machida è quello postato da Luca tempo addietro:
https://www.artistimarziali.org/forum/index.php?topic=3950.msg89932#msg89932
Di fatto per conoscere la lunga distanza bisogna allenare la lunga distanza comunque.
継続は力なり 空手の修業は一生である
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