mi intrometto
personalmente ritengo che kihon ed esercizi a coppie siano concatenati, uno serve a comprendere meglio l'altro.
Ma quale intromettersi
Era ora che ti facessi vivo
grazie ryu,sempre molto esauriente
ma quindi,secondo te,il rapporto di tempo che ci dovrebbe essere fra kihon ed esercizi a coppie qual'è?
al momento sto sperimentando nuove didattiche ed ho notato sui novizi,che limitando i kihon ai colpi base per far capire le dinamiche e dare un minimo d'impostazione(le 3 parate senza gedan barai-che praticamentee non usiamo-+jun tsuki+mae geri) e passando direttamente a KK studiati appositamente per il footwork e distanze o ad altri per studiare il mawashi (sono esempi eh..) la progressione è stata più veloce,anche in termini di coordinazione e comprensione della tecnica.
l'anno scorso la lezione iniziava grosso modo come spiegato dal buon Luca Bagnoli,i ragazzi nuovi di quest'anno però hanno già praticamente raggiunto i "vecchi" compagni.
ovvio che magari ho solo beccato ragazzi predisposti sto giro,per quello voglio capire.
scusa il papiro
Secondo me la tua intuizione è vincente. Ti spiego... per quella che è la mia esperienza ci sono tre modi di studiare le tecniche e di mixare kihon e kihon kumite, in ordine crescente di efficienza:
1) Metodo a gradini. Prima impari bene il pugno, poi impari bene a tirarlo da fermo, poi impari a fare oi tsuki, poi impari a farlo in kihon kumite ma sempre pianino e via dicendo, poi impari il kizami, poi magari i colpitori... E' diffuso ma errato, perchè la tecnica non viene assimilata nel suo complesso e si imparano tanti spezzoni slegati che poi non è vero che vanno insieme automaticamente, anzi, molto facilmente si sommano i difetti di tutti. Dopotutto non si è mai visto un calciatore che prima impara solo a portare la palla, poi solo a crossare, poi solo a tirare i rigori...
Inoltre tirare sempre i colpi a vuoto dà una percezione completamente errata del colpo che dovrebbe essere forte (e qui si entrerebbe in un altro discorso che magari approfondiamo in seguito perchè merita).
2) Metodo spaccakulo. Mena, mena, mena e magari ogni tanto fai kihon perchè fa molto tradizionale... sicuramente meglio del precedente, inizialmente si hanno progressi enormi rispetto a quello. Il problema è che concentrandoti troppo a colpire (come spiegavo prima), per quanto diventi tosto, ti porti dietro facilmente una tecnica che rimane sporca, imperfetta, con molti difetti che si consolidano, classica è l'eccessiva contrattura delle spalle ad esempio.
3) La giusta via di mezzo. Come ho scritto prima e come ribadito giustamente da Uechi, kihon e kihon kumite devono iniziare a dialogare da subito, in modo che, sotto l'attento occhio del sensei, si acquisisca percezione reale delle tecniche e nel contempo si lavori sul perfezionamento per la ricerca di cui sopra.
Importante è che le tecniche non vengano subito spezzettate (per lo meno non solo) ma le basi del movimento
così come deve essere portato vanno gettate da subito. Poi casomai nel contempo si fa anche un po' di ido kihon che secondo me ha pure i suoi lati positivi. Tutto questo IMHO costituisce una parte importante della ricetta per costituire quei karateka (o altri tipi di striker) che sono piume quando si muovono ma quando entrano diventano macigni.
Quali siano le dosi giuste del mix credo che dipenda dal livello del'allievo e dalla sensibilità del sensei, ma anche dal momento. Non è detto che debbano essere costanti e anzi credo che un continuo oscillare dalla prevalenza (moderata) di un aspetto all'altro sia molto stimolante.