Due domande:
1) Differenza tra carico e indice glicemico?
Ha fatto un bell'esempio per spiegare la differenza Albanesi.
Immagina che l'indice glicemico è il peso specifico di un materiale, il carico glicemico è la quantità di quel materiale. Cioè, anche se il platino ha un peso specifico enormemente superiore a quello del legno, se di platino ne prendo 1 centimetro cubo mentre di legno ne prendo 3 camion, alla fine quel che pesa di più è il legno.
Un cibo con un indice glicemico alto ma assunto in moderate quantità incide meno sul picco insulinico di quanto non faccia un cibo con indice glicemico minore ma assunto in grande quantità.
Senza contare che l'indice glicemico è un parametro che non tiene conto nemmeno delle associazioni di cibi. Mangiare 1 etto di pasta in bianco e basta non è la stessa cosa che mangiare 1 etto di pasta al ragù. Di solito il picco insulinico e di conseguenza l'aumento nella destrutturazione dei carboidrati diminuisce se ad essi si associano proteine e grassi. Quindi ciò dimostra come sia meglio fare un pasto bilanciato anche come macronutrienti (che è un po' come rinnegare le diete dissociate).
2) Perchè è meglio bere acqua fuori dai pasti?
Mai detto. Per quanto mi riguarda, l'assunzione di liquidi è gestito dal proprio corpo che ti trasmette la sensazione di sete.
Se non si fanno attività particolari o non si è in condizioni particolari, l'autoregolazione del corpo è più che sufficiente.
Non lo è quando si è in situazioni a forte rischio disidratazione, in quanto in alcuni casi la disidratazione è più veloce dell'insorgere del senso di sete, per cui in questi casi è meglio pensare di idratarsi anche se non necessariamente il corpo ci dà la sensazione di averne urgente bisogno