Naturalmente parliamo a posteriori: ci siamo trovati, prima, in uno stato di flow e cerchiamo di ricordarci, adesso, in che tipo di "stato" eravamo legandolo alle dimensioni da D1 a D9. Attraverso ciò che ci ricordiamo di "aver percepito" in quel momento di eccellenza psico-fisica.
Come indicato nel "Flow State Scale" ogni dimensione da 1 a 9 dello stato di flow cambia per importanza che l'atleta attribuisce alla percezione stessa della singole dimensioni dello stato di flow.
Quindi scegliere una sola categoria non sarebbe sufficiente a descrivere quello stato. La singola dimensione può però essere quella che è stata percepita come la più importante, la più "sentita", durante lo stato di flow.
Nei miei casi di flow, come stati di eccellenza psico-fisica, ricordo di aver percepito in ordine di importanza D6+D2+D8+D9+D7. Dimensioni che tradurrei con "coinvolgimento totale".
Questo significa che non sembrerebbe sufficiente "allenare" una singola qualità in modo che, durante l'atto prestazionale, vengano garantite le dimensioni utili allo stato di flow.
Ora, quali metodi psicologici e fisici potrebbero favorire attivazione delle dimensioni e l'insorgere, grazie a questo, dello stato di flow...Ci sto pensando. Certo è che lo stato di flow è qualcosa che già capita. Quindi qualcosa accade che è in grado di farlo attivare. Almeno non dobbiamo inventarci nulla.