Japanese Pancrase: il regolamento dimenticato

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Japanese Pancrase: il regolamento dimenticato
« on: September 06, 2013, 16:32:12 pm »
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Cito un articolo del blog "Try to Fight" aggiungendo delle mie considerazioni.

L'evoluzione delle cose spesso non segue le logiche dell'utilità e della funzionalità per il semplice praticante. Forse per motivi commerciali, forse per moda o per chissà quale altra ragione, il regolamento della federazione giapponese “Pancrase” (che ha dato vita a leggende come Bas Rutten o i fratelli Shamrock) è stato accantonato pressoché definitivamente, dimenticato nella cultura odierna delle moderne MMA, così tanto ambite ma ancora così poco accessibili all’atleta medio.

Dopo aver infiammato le arene nipponiche per quasi una decade, il complesso di regole che andavano a formare questo elegante tipo di confronto poteva, se non essere una disciplina a se stante, quantomeno risultare un regolamento parallelo, oppure propedeutico e preliminare delle Arti Marziali Miste, preservando i caratteri di un confronto di stampo Professionale e “Full Contact”, ma risultando decisamente più accessibile, sicuro e meno intimidante (ed invalidante), ad amatori ed agonisti di ogni tipologia.

Così come le MMA statunitensi si sono evolute dal Valetudo brasiliano, quelle giapponesi devono molto al “Puroresu” (il pro wrestling giapponese) e al suo "Shoot-Style", del quale il Pancrase ne è un diretto discendente. Le relazioni tra pro wrestling (sopratutto quello giapponese) e mixed martial arts sono più strette di quanto non sembri ma i tempi non sono ancora maturi per sviscerarle fino in fondo, perlomeno in Italia. Per il momento limitiamoci a dire che entrambi richiedono sacrificio e passione ed una notevole sopportazione del dolore fisico. Andiamo ad analizzare in ogni caso i punti salienti del regolamento Pancrase classico e le sostanziali differenze rispetto al regolamento consueto delle Arti Marziali Miste:

- Il match era composto da un unico round di 15 minuti, senza interruzioni (fatta eccezione per i normali interventi arbitrali) e combinava, come nelle odierne MMA, fasi di striking, di lotta in piedi e di lotta a terra;
- La vittoria avveniva tramite KO, TKO, Abbandono e Resa (Tapout);
- Nella fase In Piedi, erano vietati i Pugni diretti al VOLTO in ogni sua variante (questo riduceva notevolmente violenza, infortuni, sangue e ferite e aumentava la sicurezza degli atleti).
-  Le percussioni consentite al volto erano soltanto: Palmate, Schiaffi, Calci (ammessi anche nei regolamenti competitivi del Karate e del Taekwondo), e Ginocchiate (se non sbaglio soltanto 1 in clinch) abbassando notevolmente la pericolosità e i danni derivati dal combattimento a contatto pieno;
•   Erano quindi vietati Pugni, Gomitate, Colpi di Avambraccio ecc..rivolti al viso e alla testa, oltre alle classiche tecniche ritenute illegali nella quasi totalità degli Sport da Combattimento (Testate, Morsi, Colpi alla Nuca, Colpi ai Genitali, ecc..).
-  Al CORPO, nella fase In Piedi, erano invece consentiti Pugni Chiusi, Calci e Ginocchiate (come avviene, per esempio, nel Karate Kyokunshinkai);
- Al Suolo non era permesso alcun tipo di percussione, lasciando ampio spazio alla lotta e al grappling vero e proprio;
- Le regole della Lotta erano sostanzialmente le stesse di una competizione di Grappling (con proiezioni, schiacciate, leve articolari, strangolamenti, ecc..), eccezione fatta per l’assenza di un sistema di valutazione tramite punti. Incoraggiando quindi un combattimento più spettacolare, dinamico e versatile, mirato alla finalizzazione dell’avversario e non ad una statica arrampicata verso il punteggio. La differenza era rappresentata dalla possibilità (estrapolata direttamente dal Pro Wrestling) di interrompere una tecnica di sottomissione aggrappandosi alle corde, per un massimo di 3 o 5 volte (furono modificate nel tempo) ad incontro.
Dal 1995 furono vietate le “heel hook”, le chiavi al tallone/caviglia, per evitare infortuni gravi (un altro punto a favore per l’accessibilità di questo regolamento);

Se le parole non fossero abbastanza esplicative lo saranno sicuramente i numerosi video presenti online che chiariranno come, un regolamento del genere, sia sostanzialmente incruento, sostenibile e di più facile allenamento per agonisti di ogni disciplina e categoria.

Le Mixed Martial Arts sono avvincenti, magnetiche ed estremamente popolari. Tuttavia, nel nostro Paese, chi vuole avvicinarsi a questa disciplina, incontra non poche difficoltà sia strutturali che tecniche, dovute principalmente alla particolarità degli allenamenti, all’intensità delle competizioni, e all’assenza di palestre, eventi e maestri competenti distribuiti uniformemente sul territorio nazionale.
Inoltre, bisogna tener conto dell’effetto “intimidatorio” che, i regolamenti odierni, svolgono nei confronti dei marzialisti che non hanno un solido background in Sport a Contatto Pieno. 
Attualmente risulta complesso anche solo organizzare uno Sparring d’Allenamento (e tantomeno un match reale) che abbia una vaga somiglianza con ciò che vediamo negli incontri con regole per professionisti.
Caschetti Protettivi e Guantini più imbottiti, utilizzati nella più diffusa versione “Light” delle MMA, sembrano si essere una buona soluzione per allargare il bacino dei praticanti, ma condannano inesorabilmente alla pratica di una disciplina edulcorata e inesistente (se non nel dilettantismo) che, oltre ad abbassare notevolmente l’interesse del pubblico e dei combattenti stessi, concede troppi colpi alla testa, senza conseguenze significative per il match e, al contempo, senza un'adeguata tutela dei microtraumi cerebrali da decelerazione.
Inoltre, con un certa paradossalità, sebbene i colpi al volto circolari siano sostanzialmente dispensati in ampie quantità nei regolamenti “amatoriali” (con protezioni), i colpi di pugno diretti e le ginocchiate hanno conseguenze praticamente identiche a quelle di un contesto professionistico, creando competizioni che perdono inevitabilmente il fascino originario della disciplina, mantenendo comunque un grado elevato di pericolosità.

Come accade nel Karate a contatto pieno, pur regalando agli incontri altissime intensità d’azione, il regolamento del Pancrase (anche con delle piccole modifiche) permetterebbe ad atleti di ogni genere, di lottare a livelli di poco submassimali rispetto alle competizioni professionali, organizzando il proprio allenamento per affrontare match a contatto pieno sicuri e di grande impatto.
Come evocativamente campeggiava nel logo della Promotion giapponese "Pancrase-Hybrid Wresltling" il lato lottatorio è ovviamente (quasi sempre) predominante in un incontro con le suddette regole, pertanto, si ottiene spesso un confronto con un lato di Grappling prevalente e con un lato percussivo di tutto rispetto (che può essere allenato anche da chi pratica il JJ o il Grappling, senza la necessità di portarlo a livelli eccelsi), che comunque arricchisce e completa l’intero match, rendendolo decisamente più avvincente e spettacolare, rispetto ad un incontro di MMA Light, senza compromettere eccessivamente l’incolumità degli atleti, rispetto ad un incontro di MMA Pro.

Per comprendere meglio l'Hybrid Wrestling, Pancrase o pancrazio giapponese che dir si voglia, basta provare a confrontarci sulle basi di quel regolamento. Sì capirà che anche in un contesto amichevole si possono raggiungere ottime intensità, impensabili con altri regolamenti. Ovviamente salendo di intensità e usando le palmate al volto, rimane una disciplina molto dura e non per tutti, però con gli accorgimenti che si dovrebbero al puro allenamento possiamo toglierci belle soddisfazioni.

Ed ora beccatevi un po di video. Senza scomodare Rutten, Shamrock, Funaki e Suzuki, vediamo chi ha avuto l'idea di prendere in prestito questo regolamento per introdurlo in contesti sicuramente più amatoriali rispetto a quelli della ben nota federazione, con tutti i difetti e i pregi di un livello più bassino.

Hunter Ballard @ Steve Armstrong's Martial Arts Fight Night 7

Notate come nel primo si tenti di portare la cosa subito sul piano lottatorio, mentre nel secondo il ragazzo di colore, sicuramente più ferrato nello striking, tenta di mantenere il match sul suo campo da gioco.

Toshido Challenge

Lo hanno fatto anche i ragazzi della Guardia Nazionale statunitense (con ottimi risultati) che, insieme alle altre forze armate d'oltreoceano, sono da tempo sempre più vicini alle MMA.
Qui inoltre c'è l'interessante possibilità di potersi aggrappare alla mimetica e diavolo se se le danno di santa ragione.

https://www.youtube.com/watch?v=RIT1mSL_lDA#t=33

Ditemi cosa ne pensate. Io ci ho provato amichevolmente e mi sono divertito moltissimo. In più il fatto di combattere a mani nude ha questo fascino vintage da Catch anni 30' da non sottovalutare  :spruzz:

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kortobrakkio

Re:Japanese Pancrase: il regolamento dimenticato
« Reply #1 on: September 07, 2013, 00:33:44 am »
+1
Regolamento interessante e per i miei gusti(propendenti al grappling)più intrigante di quello attuale UFC/MMA.
Effettivamente sembra un sistema di confronto più papabile per il "popolo"di praticanti.

E poi Bas Rutten era troppo simpatico ;D

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Offline Clode

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Re:Japanese Pancrase: il regolamento dimenticato
« Reply #2 on: September 07, 2013, 12:22:03 pm »
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dalla mia trovo questo regolamento molto diverso dalla mma ed è quondi un altra cosa...se piace si può fare se nessuno lo fa è perchè non piace. Dire che è propedeutico alla mma è vero ma lo è come può essere la boxe per la muay thai...è più propedeutico fare mma per fare mma e thai per fare thai...
A me non piace perchè risultano troppo avvantaggiati i lottatori

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Offline TheElbowSmash

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Re:Japanese Pancrase: il regolamento dimenticato
« Reply #3 on: September 07, 2013, 13:14:43 pm »
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dalla mia trovo questo regolamento molto diverso dalla mma ed è quondi un altra cosa...se piace si può fare se nessuno lo fa è perchè non piace. Dire che è propedeutico alla mma è vero ma lo è come può essere la boxe per la muay thai...è più propedeutico fare mma per fare mma e thai per fare thai...
A me non piace perchè risultano troppo avvantaggiati i lottatori

Beh certo è chiaro, è nato specificamente dall'esigenza di alcuni lottatori (Masakatsu Funaki, Minoru Suzuki, Takaku Fuke e Ken Shamrock) di confrontarsi su un piano più completo, competendo su un banco di prova che conservasse lo spirito delle federazioni di wrestling da cui provenivano, quindi è normale che va a vantaggio dei grapplers. Anche se gente come Rutten ha terminato incontri di questo tipo a botte di calcioni, palmate e liver shots.
In ogni caso, se non lo si fa non significa che non piace, soltanto che non ha avuto una diffusione capillare. Essendo nato e vissuto nei confini nipponici, in una decade in cui le MMA non avevano neanche un decimo della popolarità che hanno ora e neanche gli stessi mezzi di diffusione. Si parlava di anni 90, quando ancora nella UFC si menavano a mani nude e John McCain voleva far bandire tutto per sempre xd. Se ne parli alla maggior parte di Fighters ferrati, sopratutto in giro per l'italia, a stento sapranno che una Pancrase è esistita.
E invece come vedi, nel mondo qualcuno lo ha preservato. Dopotutto è diventato il regolamento dell'Army Combatives per diversi anni.

Io lo vedrei come una sorta di passaggio intermedio per alcune categorie di atleti. Magari un lottatore, un grappler, o un jujitsuka si sentirebbero più a proprio agio nella transizione dalla loro disciplina a questo genere di regolamenti, avendo la possibilità di affinare anche il loro Striking, potendo tirare al 100% sia in allenamento che in competizione.
O magari per amatori. Gente che lavora e a cui le MMA piacciono, ma non possono rischiare più di tanto di presentarsi a lavoro con la stessa faccia di Wanderlei Silva. Quindi potrebbero confrontarsi su un piano più totale, con conseguenze minori.
Oh, non tutti c'hanno lo stesso spirito che può avere un pugile o un nak muay, di andare in palestra ogni giorno a farsi prendere a cazzotti sulla nuca  XD (è una battuta ovviamente, non venite a scrivere "eh no guarda che i pugni sulla nuca sono vietati", perché so stato pugggile e praticante di SanDa)
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Ma tra l'altro. In Italia almeno, in molti casi (in molte zone d'italia), quando ti avvicini alle MMA, spesso finisci a combattere in brutti tornei della federazione ( :dis:) ipoteticamente Light (in cui comunque a terra non si può colpire) con regole approssimative e arbitri approssimativi presi magari dalla boxe, con caschetti stritolanti e guanti imbottiti, in cui a volte vieni squalificato per aver fatto un livido all'avversario, altre volte finisce tutto in una zuffa-bagno di sangue in cui l'arbitro non ferma neanche se finisci a combattere sul Tatami di fianco (mi è capitato  :nono:)

Se non abitassi nei pressi dell'Hung Mun o del BullDogClan e dovessi scegliere fra una cosa del genere e un regolamento Pancrase, io personalmente sceglierei il secondo ad occhi chiusi. Più limpido e più onesto. Però ovviamente son punti di vista  8)

Ps. Per Clode, tanto per rompere le palle, linko un bel video di un soldato che strikereggia di brutto in un incontro con queste regole  :gh:

Death by Pancrase

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Offline The Spartan

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Re:Japanese Pancrase: il regolamento dimenticato
« Reply #4 on: October 06, 2015, 17:47:00 pm »
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Re:Japanese Pancrase: il regolamento dimenticato
« Reply #5 on: October 06, 2015, 19:59:15 pm »
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Visto chi è che regge i pao a Bas?

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Offline The Spartan

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Re:Japanese Pancrase: il regolamento dimenticato
« Reply #6 on: October 07, 2015, 09:45:46 am »
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E' Schilt se non sbaglio....
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Re:Japanese Pancrase: il regolamento dimenticato
« Reply #7 on: October 07, 2015, 12:10:15 pm »
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il pennellone, non sapevo fosse socio di Rutten, anche perchè mi sa che lì è ancora un ragazzino

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Re:Japanese Pancrase: il regolamento dimenticato
« Reply #8 on: October 07, 2015, 13:12:05 pm »
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Bas frequentava la palestra del suo maestro....
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