Una delle cose che, come ho scritto altrove, mi han sempre lasciato più perplesso, è che, mentre nelle scuole in "oriente" si passano anni a fare vasche di fondamentali, e hai voglia fare sparring - nelle scuole nostrane si richiede di fare sparring fin dal primo giorno.
Di seguito un articolo interessante, scritto da una persona che reputo interessante, proprio su questo - e altri - argomenti.
http://internalstyle.com/index.php?option=com_content&view=article&id=82:-learning-applications-vs-training-for-real-skill&catid=10:articles
Che ne pensate?
"Teaching kung fu is hard. It is not easy to find good students with the physical and mental attributes it takes to learn these complex, demanding skills, yet modern egalitarian culture tells us that anybody can become good at anything. While I believe that although anyone can attain a degree of skill at any endeavor, there are some limiting factors - innate talent, the amount of work invested, and competent instruction.
Contrast learning traditional Chinese martial arts with learning, say, ballet or piano. If a student were to complain, after a month or two of instruction, that they can't yet leap like Nureyev or improvise like Coltrane, they would be thought of as delusional. If the student slacked in practice, and complained that they were getting nowhere, there would be no question as to where the fault lay. Yet weekend martial arts students, or students who invest perhaps an hour a day in martial arts practice expect to reach levels of skill comparable to the teachers of generations past. It simply cannot happen."Grazie per aver condiviso quest'articolo.
Kenneth Fish aveva scritto delle cose interessanti anche riguardo al Jibengong, a cui questa discussione mi sembra collegata.
Dal punto di vista teorico, capisco e condivido l'idea che l'importante sia il lavoro fondamentale (jibengong appunto), il lavoro di base, in cui s'impara l'uso del corpo specifico dello stile e se ne interiorizzano i principi basilari.
Il medesimo discorso potrebbe essere fatto non solo per le applicazioni (su cui mi sembra centrata l'attenzione dell'articolo) e sullo sparring, ma anche sulle miriadi di forme che vengono insegnate nelle scuole tradizionali, di kung fu e non solo. Le forme non sono lavoro fondamentale, di base: i fondamentali sono un'altra cosa.
Dal punto di vista pratico, invece trovo che lo Sparring vada fatto, a diversi livelli, con protezioni e intensità graduale, fin da subito.
Secondo me anche nell'allenamento marziale ci sono determinate Stagioni della vita (di cui parlano anche i Taoisti) e che l'allenamento adeguato per un'età non va bene per un'altra e non può essere sempre uguale. E poi vi è da considerare il contesto culturale in cui si trasmette una determinata pratica. Nella cultura occidentale, soprattutto se si vogliono avvicinare i giovani, è indispensabile, come sostenevi anche tu, variare l'allenamento ("varietà è saggezza"- Leibniz), introducendo, oltre al lavoro fondamentale, anche le applicazioni e il lavoro in coppia fin da subito, quindi lo sparring, sia libero che condizionato.
E poi vi è tutto il lavoro di condizionamento/preparazione atletica e anche l'abitudine al contatto con sacco, focus gloves, colpitori ecc..Altrimenti i giovani scappano.
Il lavoro fondamentale di base è un metodo di coltivazione, quindi si tratta di uno studio personale e quotidiano, che va fatto da soli, per conto proprio e quotidianamente. Non ha senso allenarsi solo nelle posture o negli esercizi di base, quando poi uno non li allena tutti giorni, come sosteneva anche Kenneth. Quando si con gli altri - e qui mi differenzio da lui- bisogna sfruttare la possibilità di allenarsi con gli altri, di poter giocare con loro e instaurare relazioni di tipo comunicativo (tra cui lo sparring, ma anche il Tuishou e tutti gli allenamenti sopracitati...).