Ipotizzo che la qualità media dei video e delle informazioni più in generale su internet, ai fini della consultazione, possa essere più alta in alcune discipline piuttosto che in altre e sarei portato a pensare in generale che in media la qualità dei filmati online sia migliore per quelli di sdc rispetto alle am.
Semplicemente ho l'impressione che negli sdc per diversa ottica di provenienza ed evoluzione ci sia un po' più generosità nel condividere on line rispetto ad altre discipline. Altrove invece non c'è alcun interesse di pubblicare filmati con le benchè minime valenze didattiche, se viene pubblicato qualcosa sul web (ma pure su giornali e altri mezzi editoriali) è solo per suscitare curiosità e attirare parte del pubblico in palestra.
In soldoni si cerca di attirare un minimo l'attenzione con demo, anche con enfasi scenografica e spettacolarizzata, che non necessariamente corrisponde neppure sempre a quello che si fa poi davvero in palestra. Sono intesi e da intendere solo come spot pubblicitari.
Ossia l'idea è “non ho alcun interesse a spiegare pubblicamente (online o con altri media) e a chicchessia; è proprio contrario alla mia ottica; se a te spettatore incuriosisce la disciplina che insegno dagli 'spot pubblicitari', alza le terga e vieni a provare un paio di lezioni gratuite per farti un'idea, seppur superficiale visto il tempo limitato delle prove, del sistema che propongo. Se poi ti interessasse continuare dopo la prova, capirai sempre di più praticando perchè la pratica è il miglior modo per capirci qualcosa delle discipline.”
In seconda battuta c'è poi il problema per un novizio di distinguere un praticante/insegnante bravo da uno che invece non lo è o nei casi peggiori scimmiotta solo cose viste qua e là.
Andando sul personale onestamente la stragrande maggioranza degli aspetti che mi sono stati spiegati in palestra non l'ho neanche mai vista esprimere on line (mi riferisco soprattutto al kali, ma facendo riferimento pure a mezzi didattici di altre discipline che spiegano repertori simili). Ho visto una marea di filmati (ma anche insegnanti dal vivo) che una quindicina di anni fa mi avrebbe impressionato ed entusiasmato a dismisura per quello che fanno e oggi invece per quel che mostrano non mi fanno né caldo né freddo.
Se da un lato apprezzo alcuni, dall'altro vedo i difetti di molti altri. Me ne frego abbastanza delle azioni che mostrano ma guardo, oltre al loro “modo di muoversi”, le esecuzioni e la coerenza dei dettagli.
Per fare un esempio pratico prendo in esame i disarmi.
Tralasciando la discussione sul fatto che si presenti l'occasione da cogliere di applicarli, mi è capitato di notare nei filmati i “dettagli” delle esecuzioni e in base a quelli giudicare gente anche molto nota e incensata che nelle demo non avrebbe proprio disarmato il compagno/allievo aggressore.
I “dettagli” (le virgolette sono dovute al fatto che in sostanza sono da considerare i fondamentali di molti tipi di disarmi) sono quegli aspetti tecnici che consentono appunto di agire sul braccio armato avversario con una leva (in senso puramente meccanico) molto favorevole per l'esecutore.
La spiegazione e l'importanza di questi “dettagli” mi è stata trasmessa a parole, ma pure in pratica, in palestra provando ovviamente anche a trattenere l'arma io in prima persona o con compagni decisamente più forti fisicamente di me.
Se il “dettaglio” non è rispettato automaticamente non riesci proprio a disarmare e pure nel caso ci riuscissi per altri motivi (di norma sono previsti insieme al tentativo di disarmo “disturbi”, ciascuno potenzialmente da ko, anche quando non specificamente ribaditi ogni volta o sottintesi), l'applicazione di disarmo nella mia scuola/stile è didatticamente da considerare sbagliata. Ho escluso poi a priori la ricerca di alcuni particolari da ipotetica esecuzione reale in contesto ostico che spesso si evitano pure in allenamento full speed per evitare incidenti (oltre a far perdere la presa sull'arma ci sono poi le indicazioni per lasciare pure probabili danni all'opponente in modo che “salti via” con l'arma anche qualche articolazione dell'arto armato avversario, dipende poi dal tipo di arma in mano all'aggressore e dal conseguente tipo di disarmo applicabile).
In conclusione ritengo sia difficile per uno spettatore che non ha mai praticato discipline affini e abbia ricevuto spiegazioni sul tipo di applicazione distinguere al volo questi aspetti a cui io invece do un peso (per il mio standard di valutazione i Maestri dovrebbero avere così metabolizzato certi aspetti da eseguirli bene in automatico pure in una innocua scena dimostrativa “da cinema”). Anni fa onestamente non avrei però avuto neppure io i parametri per alcune considerazioni che faccio oggi.