La mia visone personale dell'allenamento alla difesa personale è immaginare di avere a che fare con un avversario (due o più insieme li lascio ai più bravi) pesare almeno 20 kg meno di lui, essere più debole di lui e sapere che mi vuole ammazzare e chiedermi: "che faccio?".
Parlo quindi di tutto quello che si fa prima di aver acquisito il vantaggio necessario a vincere o fuggire e prima di uno scambio di colpi o di prese.
L'evoluzione del combattimento per me non è allenabile con il metodo delle tecniche e controtecniche, ma occorre rivolgersi al judo per quando si è in piedi e al judo e al brazilian ju jitsu per quando si è al suolo. Occorre però praticare queste discipline e non illudersi di essere in grado di gestire un combattimento al suolo senza randori (o sparring che dir si voglia).
Posso provare la difesa di uno che viene a prendermi il bavero con una mano e colpire con l'altra, ma mi fermo all'uscita e ai successivi colpi, senza immaginare che i miei colpi non vadano a segno e che l'aggressore faccia altre cose ancora, altrimenti diventa qualcosa di troppo fantasioso e costruito, costituisce un'astrazione troppo grande; per fare questa astrazione esiste il randori.
Mi sembra comunque che per uscire dalla ghigliottina, la prima cosa da fare sia recuperare la posizione eretta, in modo che il collo non sia più in leva e al contempo si sia liberi di respirare.