Nel mio percorso di studio personale sul coltello l'appuntamento romano con Noah Gross era assolutamente imperdibile.
Gross, che molti sicuramente conoscono, è un grande conoscitore della storia delle arti marziali israeliane relativamente alla parte armata "tradizionale" ed è oggi considerato un punto di riferimento in materia di studio delle lame per molte scuole legate alla galassia del KM e del reality based in genere, soprattutto per il suo approccio diverso da quello più diffuso ispirato al sud est asiatico e chiaramente per la mentalità israeliana con cui approccia la materia.
Arrivando presto come d'abitudine, mi sono ritrovato da solo con lui nella sala dello stage e ho avuto modo, prima della lezione, di scambiare qualche parola con lui.
Convenevoli a parte su Moni e bla bla bla, di fatto già svolti via mail in passato, abbiamo parlato del suo modo di lavorare, del mio interesse, di cosa avremmo fatto e in genere di come l'argomento viene affrontato in giro.
Qui lui ha subito dato conferma a un mio pensiero, ossia che molte scuole, un pò come accaduto col bjj per il suolo, tendono a prendere in blocco, absit iniuria verbis, quanto magari vedono fare nel kali e lo calano dall'alto nella disciplina, KM in particolare, e questo secondo lui è un errore.
Pensiero che, come detto, condivido.
Ci tengo cmq a chiarire due cose...uno, il seminario non era un seminario di KM o di coltello per il KM...era un seminario sul combattimento col coltello e sull'uso di questo, due...le mie sono valutazioni di semplice appassionato e piccolo studente sviluppatore per cui, non avendo la competenza tecnica di molti dei presenti, chiedo venia se le mie valutazioni saranno di basso livelle e rozze.
Il seminario è cominciato con un riscaldamento volto a rivedere subito alcune cose che lui aveva mostrato nella giornata precedente...con un coltello di lunghezza media (quello standard della sua scuola è marca Spatha...bellissimo e ben fatto anche se caro) abbiamo cominciato a lanciare semplici slash verso il volto non da distanza ravvicinata, se non sbaglio angoli da 1 a 4 (diagonali alto-basso e orizzontali).
Contestualmente sono state introdotte, sempre con il medesimo scopo, delle semplici schivate per lasciare passare l'arma.
Qui ho notato una cosa che in parte avevo verificato in altra maniera...non solo molta gente tende a controllare cmq il colpo invece di lasciarlo andare, ma tanti, tanti...., vivono il coltello come una sorta di complicazione anatomica avendo grosse difficoltà ad andare non solo a bersaglio ma anche a distanza giusta.
Il lavoro successivo ha visto l'introduzione di un lavoro di finta/combinazione abbinando a uno slash al volto o un altro slash alla gamba o un classico stub al basso ventre fatto con una specie di falling step.
Il lavoro successivo, ripreso poi nel modulo pomeridiano, è stato a mio avviso molto interessante, essendo riferito a come interrompere il ritmo dell'avversario in una ideale situazione di attacco e contrattacco prolungato.
La cosa, ottenuta attraverso un semplice "stare", all'inizio mi lascia un pò perplesso ma provandola, anche con lo stesso Gross, effettivamente è illuminante nella sua semplicità.
A questo punto sono stati introdotti i blocchi difensivi.
Questo è il capitolo che forse meriterebbe più spazio ed è quello che in qualche modo, vista la connessione col mio lavoro in materia, mi ha lasciato più stupito o cmq con pensieri; di fatto il braccio armato non viene mai utilizzato per parare...mai, neanche quando gli attacchi arrivano dal lato corrispondente.
Ripensandoci non abbiamo provato l'attacco dal basso da quel lato ma mentre sugli attacchi provenienti dal lato opposto si usano i blocchi stile 360 del KM, su quello verso il volto circolare dal lato armato, si blocca sempre con lo stesso braccio che si userebbe se l'attacco venisse da altra direzione.
La logica è quella di non sprecare/rischiare l'arto armato ma francamente vedo le difese un pò complicate.
Particolare è il semplice schiaffo verso il basso per mandare fuori traiettoria la stoccata verso lo stomaco e l'uso del braccio steso lungo il fianco come "sacrificio" nel caso di coltellata molto ravvicinata che ci coglie in qualche modo di sorpresa (sempre cmq in contesto di coltello contro coltello).
A questo punto, messi insieme tutti gli elementi, abbiamo lavorato sulle prime combinazioni.
Qui nel definire il bersaglio il discorso ricorda molto quello dei triangoli fatto da Kanarek (slash sui bordi, stab dentro) ma la selezione dei colpi è assolutamente israeliana visto che di fatto si va quasi sempre di punta al bersaglio grosso e anche quelle che lui chiama
double tap sono di fatto due affondi a livelli diversi, con la sola eccezione di una combinazione dove l'affondo è preceduto da uno slash al collo.
Parata e contrattacco sono assolutamente simultanei...e alcuni ospiti di altre am mi confermano ancora una volta che il famoso "come nel..." in realtà è quasi sempre una cazzata visto che chi ha principalmente una certa impostazione non riesce a cambiarla al dunque solo perchè è prevista nel kata o si fa laggiù fra i monti...se una cosa non la alleni, non la sai...punto.
Tutti i lavori vengono ogni volta svolti prima in maniera molto didattica con il classico 10 tu e 10 io e poi con quello che lui chiama
knife flowing dove si è liberi anche se non in sparring.
E ovviamente fra blocchi e contrattacchi gli avambracci risentono non poco del lavoro, come i tanti para-avambracci testimoniano...in questo caso benedico i danni di anni con il mio ebreo.
L'ultimo lavoro prevede l'intercettare il braccio armato con il proprio coltello, sia in attacco che in difesa.
In attacco il movimento è agevole, uscendo la rotazione è un pò complessa ma ha il suo perchè...
Dopo la pausa riprendiamo il lavoro col coltello stavolta nella versione corta (sempre Spatha...sempre fichissimo...), utilizzato stavolta a corta distanza e non con la saber grip ma con la classica presa a rompighiaccio.
Primo lavoro angoli di attacco (di fatto le due diagonali e dritto per dritto) e qui noto come ancor più di prima per molti sia davvero complicato usare il coltello in maniera atta ad offendere, anche se le correzioni in corsa e i drill migliorano sicuramente la situazione.
Vengono reintrodotti di nuovo i blocchi e qui Gross mostra una cosa diciamo interessante quando, parlando di cortissima distanza, nel caso in cui chi sta davanti a noi riesce a bloccare il nostro polso armato, fa vedere come la risposta sia una sorta di controblocco molto israeli style a cui seguono, a piacimento, capocciata-morsi-ginocchiata prima di eventualmente disingaggiarsi.
I drill di flow sono quelli abbastanza noti visti un pò ovunque nei video delle am filippine ma poi da questi introduce ancora una volta il lavoro di rottura del ritmo e di attacco in controtempo fatto, sempre con presa a rompighiaccio, verso il fegato.
In uno di questi drill più sciolti la cosa divertente, sfiziosa se legge Uà...
, mi è capitata quando, in una fase di stallo, mi è venuto fuori un movimento di simil spazzata visto più volte nei video in materia di Maul Mornie...
Mi sono ovviamente scusato con il mio partner ma al dunque...
Quello di fatto è l'ultimo lavoro fatto, dopodichè occhiali di sicurezza e via con l'immancabile sparring...coi coltelli più lunghi.
Divertente, doloroso vista la pesantezza e la consistenza del coltello, che mi ha riportato indietro agli anni dello Yoseikan ma che cmq è stato fatto, anche per mia intenzione, in maniera più realistica non essendo il punto la necessità ma fare tagli credibili.
Un paio di giri non brevi e poi è il momento di foto e diplomi, non senza aver sentito i futuri programmi della Federkravmaga in materia e in particolare quelli di A.C. e T. Italy, al momento attiva solo a Roma con due istruttori, uno in particolare mi ha fatto un'ottima impressione, ma con intenzione di espandersi sul territorio italiano.
Gross ritornerà in Italia a Roma a luglio...di fatto però ho scoperto che vive nella città del nostro summer camp percui potrei essere tentato di andarlo a trovare da solo o cmq di provare a farlo invitare da noi per una mezza giornata al camp a fine maggio visto che in passato ha avuto modo di parlare con Moni durante la stesura del suo libro sulle am israeliane.
Personalmente giudizio assolutamente positivo e lieto di aver messo questa ulteriore tacca.