VOLCH VSESLAV'EVIČ - GUERRIERO E STREGONE

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VOLCH VSESLAV'EVIČ - GUERRIERO E STREGONE
« on: September 15, 2010, 13:12:20 pm »
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preso dalla mitologia russa e slava (sito Bifrost)

Tra gli eroi bylinici, Volch Vseslav'evič è quello che presenta i tratti più arcaici e sfuggenti. Capace di incantesimi e di inaudite metamorfosi, Volch si muove in un mondo profondamente intriso di paganesimo e vicino a quella che doveva essere l'originaria epica slava.




CONCEPIMENTO E NASCITA DI VOLCH VSESLAV'EVIČ

a giovane knjažna Marfa Vseslav'evna passeggiava in un verde giardino. D'un tratto da una pietra balzò su un fiero serpente, che s'attorse intorno allo stivaletto di verde marocchino e intorno alla calza di seta. Il serpente batté la coda sulla bianca coscia della fanciulla e d'un tratto Marfa ebbe come un sobbalzo e si scoprì incinta.

Pochi mesi dopo ella partorì un figlio, il giovane eroe Volch Vseslav'evič.

Il sole era tramontato, quando Volch venne al mondo. Era notte, in cielo brillava la luna lucente e si infittivano tutte le stelle. La terra intera tremò: le fiere fuggirono nelle selve, gli uccelli si sparsero in volo sotto le coltri di nubi, uri e cervi varcarono le montagne, lepri e volpi si sparsero nei boschi, lupi ed orsi nelle abetaie, martore e zibellini nelle isole, i pesci si sparsero guizzando nel mare lucente.
 
2 - ISTRUZIONE DI VOLCH VSESLAV'EVIČ


 
Volch e la sua družina
  Illustrazione di Ivan Bilibin (1876-1942)
uando il piccolo Volch Vseslav'evič aveva appena mezz'ora di vita, parlò alla madre, e la sua voce sembrava il rombo di un tuono:

— Aj tu, signora, madre mia, o giovane Marfa Vseslav'evna! Non fasciarmi con fasce purpuree, né cingermi con cinte di seta, fasciami invece, madre mia, con una solida corazza di bulat, sul capo impetuoso metti un elmo d'oro, nella mano destra metti una clava, una clava pesante come piombo, pesante la clava trecento pud!

all'età di sette anni Volch Vseslav'evič fu mandato ad imparare a leggere e scrivere, ed a Volch lo studio andò a genio.

Quando ebbe dieci anni, Volch cominciò ad apprendere le grandi astuzie. Imparò la prima astuzia: apprese a trasformarsi in chiaro falco. Imparò la seconda astuzia: apprese a trasformarsi in lupo grigio. Imparò la terza astuzia: trasformarsi in un uro baio, corna d'oro. Volch imparò tutte le astuzie e le furbizie, e poi imparò tutte le lingue. E a dodici anni finì il suo apprendistato.

E allora cominciò a radunare per sé una družina. La družina raccolse per tre anni, una družina di settemila prodi. Volch aveva allora quindici anni, e quindici anni avevano tutti i prodi della sua družina. Così egli ebbe grande rinomanza nella grande città di Kiev.




Un giorno, il re delle Indie, Saltyk Stavrul'evič, vantando nella propria forza, decise di conquistare Kiev, di sciogliere in fumo le chiese di Dio, di demolire gli onorati monasteri.

Saputo della cosa, senza indugi Volch Vseslav'evič partì con la sua prode družina verso il famoso reame indiano.

Dormiva la družina, ma non dormiva Volch: eccolo trasformarsi in lupo grigio, correre e balzare tra oscuri boschi e abeti, abbattere animali con le corna. Nessuno scampo c'era per l'orso e per il lupo: pantere e zibellini erano le prede più ricercate ma Volch non disdegnava nemmeno lepri e volpi. Così, Volch procurò abiti per la prode družina, calzò, rivestì i bravi giovani. Tutti indossarono pellicce di zibellino e si cambiarono con pellicce di pantera.

Dormiva la družina, ma non dormiva Volch: eccolo trasformarsi in chiaro falco e volare lontano sull'azzurro mare, dove abbatteva oche e bianchi cigni: non c'era scampo per le anatrelle grigie! Così egli abbeverò e nutrì la prode družina. Con Volch al comando i cibi erano sempre variati, variati e prelibati.

VOLCH VSESLAV'EVIČ VA A SPIARE NEL PALAZZO DEL RE

 

 disse Volch Vseslav'evič alla sua družina:

— Voi, prodi e bravi giovani! Non siete molti né pochi: settemila! Ma c'è tra voi, fratelli, uno capace di trasformarsi in un uro baio, che corra nel reame delle Indie, vada a spiare nel reame indiano, vada a spiare il re Saltyk Stavruvl'evič, l'impetuoso capo dei Batyevič?

Come foglia che sul prato posa, è tutta la družina che s'inchina. Gli rispondi i prodi bravi giovani: — In mezzo a noi non ce ne è uno capace, fuori che te, Volch Vseslav'evič.

Allora quell'abile Vseslav'evič si trasformò in uro baio, corna d'oro, e corse verso il reame delle Indie. Col primo balzo saltò un'intera versta, al secondo balzo non lo trovarono più. Dopo, Volch si trasformò in chiaro falco e spiccò il volo verso il reame indiano. Ed ecco, giunto nel reame indiano, egli calò sul palazzo di bianca pietra, il palazzo di re Saltyk Stavrul'evič.

Vi era nel palazzo un'ampia finestra con stipiti di legno e su quel davanzale si appollaiò il chiaro falco. Venti impetuosi sfioravano il ghiaccio e il re conversava con la sua regina.

— Aj, tu, mia regina! Vuoi sapere una cosa ben curiosa? Non come da sempre cresce l'erba nella Rus', non già come da sempre cresce l'erba nella Rus'. Non come prima fiorivano i fiori, si vede che Volch non è più tra i vivi. E allora io muoverò all'attacco della santa Rus'. E io prenderò nove città, che regalerò a nove dei miei figli, e a te porterò una preziosa pelliccia!




E disse la regina, la giovane Elena Aleksandrovna: — Aj, tu, mio glorioso sovrano delle Indie! Io so, conosco ciò che dici, come da sempre cresce l'erba nella Rus' e come prima fiorivano i fiori. Questa notte dormivo e ho sognato che da oriente veniva un piccolo uccellino, ma da occidente volò in picchiata un nero corvo. Vennero in volo nella sgombra pianura e fra loro cominciarono a lottare. Il piccolo uccellino col becco il nero corvo tutto spennò e tutte le penne disperse al vento.

— Aj, tu, mia regina! — insistette il sovrano. — Presto io muoverò all'attacco della santa Rus'. E io prenderò nove città, che regalerò a nove dei miei figli, e a te porterò una graziosa pelliccia!

E disse la regina, la giovane Elena Aleksandrovna: — Aj, tu, mio glorioso sovrano delle Indie! Ti appresti a fare guerra contro la Rus', ma tu non sai, non sei informato, che brillò in cielo la luna lucente e nacque a Kiev un potente bogatyr', che di te, o re, sarà avversario!

— Ah diavolaccio! Lei dorme, lei vede cose in sogno! — sbottò Saltyk. E colpì la regina sulla bianca guancia e la scagliò sul pavimento di mattoni. — Ebbene, io muoverò all'attacco della santa Rus'. E io prenderò nove città, che regalerò a nove dei miei figli, e a te porterò una graziosa pelliccia!

Dalla finestra, Volch porse ascolto a quelle parole. Si trasformò in lupo grigio e balzò nel cortile della scuderia e ai buoni destrieri, uno ad uno, lacerò la gola con un morso. Poi si tramutò in ermellino, corse nelle stanze del palazzo, nei sotterranei e nelle segrete, e trovate le armerie, rosicchiò le corde degli archi e le punte dei dardi roventi e al fucile [sic] portò via acciarini e bacchette e tutto sotto terra seppellì.

Tornò allora Volch a trasformarsi in chiaro falco, e si librò alto, al di sotto dei cieli, e volò lontano, verso il campo aperto, verso la sua prode družina.



 continua:
http://www.bifrost.it/SLAVI/3.Byliny/01-VolchVseslavevic.html

« Last Edit: September 15, 2010, 13:24:57 pm by Trepicchi »
...Sono il padrone del fuoco e vedo le cose nascoste, vedo la fiamma che si fa tempo, odo il flessibile fuoco del sacrificio sonoro sono un Unuzi, un bimbo davanti al mistero del mondo colmo di timore davanti al Fuoco, che ricompone le cose disperse..Preghiera di uno Sciamano Siberiano.***

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Re: VOLCH VSESLAV'EVIČ - GUERRIERO E STREGONE
« Reply #1 on: September 16, 2010, 00:31:00 am »
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Insieme a Ilija Muromeč, e Alëša Popovič, Volk il Principe è il mio preferito fra gli eroi dell'epica bylinica. Grande Trepicchi!! :D
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Offline Trepicchi

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Re: VOLCH VSESLAV'EVIČ - GUERRIERO E STREGONE
« Reply #2 on: September 16, 2010, 13:25:49 pm »
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Insieme a Ilija Muromeč, e Alëša Popovič, Volk il Principe è il mio preferito fra gli eroi dell'epica bylinica. Grande Trepicchi!! :D


arriveranno.....
...Sono il padrone del fuoco e vedo le cose nascoste, vedo la fiamma che si fa tempo, odo il flessibile fuoco del sacrificio sonoro sono un Unuzi, un bimbo davanti al mistero del mondo colmo di timore davanti al Fuoco, che ricompone le cose disperse..Preghiera di uno Sciamano Siberiano.***