-devi sviluppare un distacco dalle cose terrene.
-il distacco deve riguardare anche gli affetti,al punto da subordinarli alla propria dipartita.
-avere fede in una dimensione di vita superiore o in alternativa un distacco epicureo: che sia il paradiso cristiano o la gloria dell'iliade, la reincarnazione o la semplice dissoluzione.
-opzionale: un forte senso di collettività, che da una parte da un senso alla propria morte come "sacrificio" dall'altra esercita una forte pressione di aspettative sul singolo.
Insomma devi essere gia' un po' morto dentro.
non mi sembra di aver letto che il problema è stato affrontato. sono d'accordo con quanto dici che è un discorso di ristrutturazione mentale, ma come si fa?
tu questo non lo dici, hai scritto quattro paragrafi che ho riportato sopra che secondo me i primi due sono molto azzeccati, ma gli altri due non c'entrano assolutamente nulla, il sacrificio per un qualcuno posso capirlo o anche per la salvezza di più persone ok, ma io sto parlando proprio di uno stile di vita, senza considerare poi la cosa della religione...
cmq non mi sembra che tu abbia scritto che la morte è un problema affrontato, si se mai lo è nelle religioni, ma quella è finzione, non realtà: dire di non aver paura di morire perchè dopo ci sia l'aldilà significa ingannare le persone, io sto parlando proprio di accettare la morte scientificamente, quello che c'è dopo non ci riguarda(per il momento siamo uomini e viviamo qui), noi intanto la accettiamo come persone e sappiamo che è inutile spaventarsene visto che tanto prima o poi verrà.