Riporto la sostanza di un mio precedente scritto.
"Guardando al passato tradizionale si associa al termine kyusho jitsu la specializzazione e l'area di studio dei punti di pressione, per finalità marziali e non solo salutistiche, di varie discipline di origine jappa. E' il termine giapponese per identificare il bagaglio tecnico che i cinesi chiamano dim mak.
Negli ultimi anni si associa convenzionalmente il termine anche a stili/scuole specializzate nell'area di studio che si possono sostanzialmente ricondurre principalmente a George Dillman, quello che aveva accettato di farsi testare dal Cicap per il no touch ko (nel test il colpo era stato poi tentato sul ricercatore italiano da Wally Jay Jr).
Lo stile che Dillman ha codificato è orientato sempre a sfruttare i punti di pressione, i kyusho appunto, ma non solo; è stato codificato da lui (con background prevalente di kempo/karate) insieme a Wally Jay Sr (Jujutsu jappo) e a Remy Presas (filippino fondatore del Modern Arnis e fratello di Ernesto Presas, fondatore del Kombatan)."
In Italia sono molto conosciuti Pantazi, Jim Corn e Mark Kline. Pantazi e Dillmann erano nella stessa scuola DKI anni fa (pare che non si siano lasciati neppure benissimo). Diciamo che sono "correnti" diverse e negli ultimi 5-10-15 anni (non so di preciso) autonome.
Il nome che hanno lasciato è kyusho jitsu perchè sono partiti da un bagaglio di conoscenze di tradizione marziale prevalentemente nipponica e impostato sulla MTC e hanno cercato di capir meglio e trovarne punti in comune con quella occidentale, per capirne di pìù, trovando per certe cose conferme (punti di pressione con contatto e simili) e per altre stanno ancora cercando di analizzarle. D'altra parte le concezioni di partenza e l'approccio tra oriente e occidente sono culturalmente molto diversi. Va a rilento e in modo altalenante la sperimentazione scientifica per la MTC, figuriamoci per l'argomento di nicchia dell'aspetto marziale legata ad essa.