Testi /scritti non perdere : Introduzione allo Yangshengzhuang

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Testi /scritti non perdere : Introduzione allo Yangshengzhuang
« on: January 21, 2010, 22:53:05 pm »
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Introduzione allo Yangshengzhuang

“Introduzione allo Yangshengzhuang” è l’ultimo degli scritti di Wang
Xiangzhai. L’articolo fu pubblicato sulla rivista Jiankangbao il 26.06.1963
pochi giorni prima della morte del Maestro. All’epoca Wang si era interessato
molto alla ricerca all’interno dell’arte del mantenimento per la salute, in
particolare attraverso la pratica delle posizioni statiche, applicando questa
tipologia d’esercizi in ospedali e cliniche cinesi. I risultati in realtà si
rivelarono così esatti da determinare l’utilizzo permanente di questa pratica
all’interno delle profilassi diagnostiche e terapeutiche orientali.
Quest’articolo introduce gli esercizi statici alle persone comuni, è adatto sia
ai principianti sia a coloro che già praticano da qualche tempo in un modo
utile da comprendere. La traduzione dell’articolo adotta l’utilizzo dei caratteri
Pinyin quindi si parla di ZHANZHUANG e non di Chan quang, di
XINGYIQUAN e non di Hsingyiquan come si sarebbe fatto nel vecchio sistema
Wade-Giles.
mail to:roruscon@tin.it
http://www.dachengquan.it/

Introduzione allo Yangshengzhuang

I metodi per la ricerca del mantenimento della salute sono molto diversi tra
loro e hanno una lunga storia. A prescindere dalle loro peculiarità in ogni
modo tutti hanno uno scopo principale in comune: prevenire e allontanare
le malattie, prolungare la vita, evitare la senilità precoce. Riassumendo le
dozzine d’anni in cui ho studiato e praticato l’arte del mantenimento della
sanità sono arrivato alla conclusione che gli esercizi di Zhanzhuang
(Yangshengzhuang) sono semplici facili da praticare e straordinariamente
efficaci e benefici.
Le posizioni di Zhanzhuang si possono sommariamente dividere in erette,
sedute, reclinanti, in movimento, sdraiate etc. ogni categoria può a sua
volta dividersi in molte sezioni composte ognuna da diverse dozzine di
posizioni. Sebbene le posture siano diverse tutte, ad eccetto di quelle in
movimento, condividono una caratteristica in comune. Si deve iniziare la
pratica socchiudendo gli occhi, tranquillizzando la mente; poi lentamente
comporre la posizione e rimanere con tutte e quattro le articolazioni
completamente immobili fino a quando la pratica non è completamente
terminata. I principianti possono iniziare dalla pratica delle posizioni erette,
i due piedi devono essere aperti quanto le spalle come se componessero la
figura di una V capovolta (il carattere otto in cinese è circa raffigurato così
attraverso gli ideogrammi). Entrambe le gambe sono piegate di una certa
ampiezza e i glutei sono in anteversione come se si fosse seduti.
Successivamente si devono sollevare le braccia avendo cura di portarle non
oltre l’altezza delle sopraciglia e non sotto la linea dell’ombellico; le mani
non toccano il corpo e sono lontane del corpo non più di un chi (0.333
metri); le braccia formano un semicerchio, gli avambracci sono semi aperti;
la mano destra non và verso la parte sinistra del corpo e la sinistra non và
verso la destra. Ogni posizione deve stare entro questi limiti. Si dovrebbero
praticare le varie posizioni almeno per dieci minuti due o tre volte durante
la giornata. Successivamente il tempo complessivo può arrivare anche a
quaranta minuti. Ora saranno discusse alcune percezioni ed esperienze
che normalmente si provano durante la pratica.

1. Origini e Finalità dello Yangshengzhuang

Le posizioni di Yangshengzhuang si sono evolute da quelle di Zhanzhuang
che appartengono alla disciplina nazionale dello Xingyiquan. Quell’arte che
è normalmente chiamata Xingyi letteralmente cerca di adattare la mente
alla forma e di imitare la forma con la mente; la forma segue i cambiamenti
della mente, questo rappresenta uno degli esercizi base per
L’integrazione mente corpo. La finalità principale è certamente quella di far
riposare il sistema nervoso e di velocizzare il ricambio vascolare in modo
rinforzare il metabolismo del corpo del praticante. Quando il sistema
nervoso è completamente a riposo, le funzioni regolatori e possono
migliorare; quando la circolazione e il metabolismo migliorano gli organi
interni, le quattro articolazioni e le ossa vengono adeguatamente irrorati e
le loro condizioni migliorano considerevolmente. Solamente quando il corpo
è perfettamente reattivo e la vitalità sprizza esuberante si può ricercare
l’obiettivo supremo di allontanare le malattie e prolungare la vita.

2. Le caratteristiche dello Yangshengzhuang

Sebbene le tecniche di preservazione siano molteplici due sono in realtà le
categorie che le riassumono: pratiche in movimento e statiche. Solitamente
gli esercizi in movimento sono attività sportive destinate a rinforzare il
corpo e le ossa, al contrario gli esercizi che lavorano sull’immobilità
allenano in particolar modo i Tre Tesori (essenza, vigore e spirito). Lo
Zhangzhuang è una tipologia d’allenamento che coinvolge sia la mente che
il corpo. La sua principale caratteristica è che durante la pratica non c’ è
alcuna necessità di doversi concentrare sul Dantian. Naturalmente,
attraverso l’armonizzazione della postura, il movimento e il non movimento,
il consistente e l’inconsistente, insieme a precise consegne mentali, il
praticante raggiunge senza sforzo la respirazione addominale e uno stato di
tranquillità superiore. Sebbene s’indichino delle consegne posturali cui
aderire non si deve in ogni modo cercare di perseguire una rigida
osservanza delle forme. Nonostante si parli di un’attività mentale precisa da
realizzare non si deve assolutamente cadere nella rigidità di pensiero. Non
solo la pratica dello Yangshengzhuang può migliorare la forza psicofisica,
ma semplice, conveniente e relativamente facile da realizzare.
Non ha importanza dove si cammina, siede, piega, o sta eretti si può
praticare ovunque e in ogni tempo.
3. Collegare posizioni e tempi di pratica
Sebbene le posizioni di Yangshengzhuang siano parte di una tecnica che ricerca il
movimento nell’immobilità e l’immobilità nel movimento, i principianti devono
seguire precise consegne e mantenere determinate posture, anche se non è
consigliabile accoppiare posture a precise durate. Si deve sempre accordare la
pratica con il rispetto per la propria condizione fisica e di salute, non si deve mai
eseguire niente che vada contro le proprie possibilità di sopportazione. In
generale le posture non vanno modificate troppo spesso, perché quando la mente
è tranquilla, il vigore bilanciato, la postura stabilizzata, si ottengono notevoli
miglioramenti sulla circolazione vascolare.
Quando l’interno del corpo è in movimento e in cambiamento, una variazione
improvvisa può sconvolgere tutto l’equilibrio così faticosamente raggiunto. Il mio
maestro era solito affermare
“il gran movimento non è così buono come il piccolo movimento, e il piccolo
movimento non è valido come L’immobilità, il movimento dell’immobilità è l’eterno movimento”. Ma, coloro che
padroneggiano veramente le leggi del movimento interno, possono muoversi e
alterare la loro posizione senza disturbare il movimento interno in alcun modo.
Solo allora il praticante può muoversi e cambiare posizione a piacere senza avere
alcun limite posturale. Il mio maestro affermava “La mente e lo spirito sono
sufficienti, non occorre ricercare la similitudine nella forma”, questo è tutto quello
che serve in realtà. La cosa migliore è lasciare che il praticante stabilisca i tempi
di pratica secondo la sua necessità. Se le sensazioni che si provano sono di
benessere e felicità, il corpo è confortevole e il tempo di pratica si può
considerevolmente allungare, ma se la sensazione è di scomodità e disagio, o se lo
stato mentale è di confusione e instabilità, allora si deve avere la saggezza di
interrompere la pratica, non ci si deve forzare a continuare.

4. L’emissione del rilassamento e della tensione

Zhangzhuang rappresenta la ricerca della forza nella rinuncia alla forza, il
piccolo movimento nell’immobilità, il movimento rapido nel piccolo
movimento. Più il corpo è rilassato maggiore la circolazione cardiovascolare
e di conseguenza la crescita della vitalità e della forza. Se la forza
locale viene utilizzata il corpo s’irrigidisce e perde la sua naturalezza
d’azione al punto da incrinare il coraggio e il vigore dell’individuo. La
ricerca deve essere per una forma di potenza senza forma, compattata e
diretta dalla mente. Le forme e i gesti precostituiti fanno perdere l’essenza
del movimento istintivo puro. Per questo spesso le parole del mio maestro
suonavano nel seguente modo: “Avere una forma precostituita inibisce la
capacità di cambiamento, al contrario l’assenza di qualsiasi forma porta al
rinforzo e alla focalizzazione dello spirito”, Quindi si deve mantenere il
corpo il più rilassato possibile e la mente centrata al massimo delle sue
possibilità. Anche se l’involucro esterno è fissato la mente e lo spirito
risiedono all’interno al massimo della malleabilità. Coloro che praticano da
lungo tempo conoscono il significato profondo di queste affermazioni.

5. Esercitare i muscoli

“Tutti i muscoli uniti” è parte di un allenamento di livello più alto.
Quest’allenamento è direttamente correlato a quanto affermato in
precedenza. La posizione è leggermente modificata e l’allenamento
muscolare viene quindi intensificato di molto. Se le fondamenta non sono
solide nessun’azione avrà risultati permanenti e nemmeno si riusciranno a
fronteggiare le ore di duro lavoro. Allo stesso tempo mentre si esercitano i
muscoli non ci si deve dimenticare della mente. Il corpo rappresenta le
fondamenta, ma quello che si allena è la mente. Per questo intensificare
l’esercizio è in realtà cercare di ridurre la fatica; mentre riuscire a ridurre la
fatica è in realtà rinforzare l’esercizio. Praticare e riposare fanno parte dello
stesso allenamento. Il successo nel riuscire a far crescere la resistenza ad
un duro lavoro dipende dalla corretta armonia tra allenamento e riposo.
Attenzione soprattutto a ricordarsi di ridurre il più possibile il carico di
lavoro sul cervello e il cuore man mano che s’intensifica l’esercizio in modo
da essere sempre confortevoli avendo come obiettivo principale il
raccogliere e sviluppare la forza pura.

6. I principi dell’Armonizzazione

(a) Armonizzare la posizione

L’alterazione della postura è radicata nelle fondamenta della
consapevolezza. Detto in un altro modo: la forma può alterare la
consapevolezza. In ciò risiede l’antico principio: “La forma nasce dalla
mente, la forma segue i cambiamenti della mente.”
Quello che in realtà deve essere armonizzato, a seconda del livello dello
studente, non è altro che in realtà alto e basso, destro e sinistro, stare su
una o due gambe. Non ha importanza si tratti di testa, spalle, corpo, gomiti
e ginocchia, tutte le parti del praticante devono sapere distinguere tra
unico e doppio, rilassato e teso, senza sostanza e sostanzioso,
leggero e pesante. Ogni minimo punto deve osservare questa consegna.

La chiave per armonizzare gli organi interni è l’utilizzo del pensiero, la
psicologia influenza la fisiologia, la fisiologia modifica la psicologia, si
condizionano reciprocamente l’un l’altra. Questo tipo di armonizzazione
richiede che il praticante, di sua iniziativa, dia un comando partendo dalla
mente cosciente, o in caso di bisogno, in modo da armonizzare attivamente
e volontariamente un determinata parte dell’organismo. Tutte le
armonizzazioni elencate precedentemente sono solo indicazioni generali
rivolte ai principianti. Se si è già praticato per un certo periodo e si ha una
percezione profonda, questi metodi risultano insignificanti.

7. Controllare attivamente i pensieri distraenti

Questo tipo di esercizio è duplice non allena solo l’organismo, ma doma
anche il movimento della mente. Per questo eliminare il fluire incontrollato
dei pensieri è importante. Purtroppo il contenuto dell’attività pensante
dell’essere umano è vasto e mutevole. Gli adulti in particolar modo hanno
moltissimi pensieri che li distraggono e quindi riuscire a controllarli e
allontanarli non è operazione facile. Molti studenti del metodo interessati
all’aspetto terapeutico guardo al controllo e all’allontanamento dei pensieri
come un grosso problema, e si sforzano di concentrarsi sul raggiungimento
della tranquillità. Purtroppo più attivamente e ansiosamente ricercano
questo obiettivo più il carico sulle loro menti si aggrava.
E’ come un ladro che attacca un altro ladro, un ladro viene e uno và; il
primo pensiero non è ancora scomparso che il secondo è già sopraggiunto.

(b) Armonizzare gli organi interni

Questo è il motivo per cui attraverso i secoli coloro che volevano conseguire
la conservazione della salute hanno fondato numerosi metodi, interni o
esterni, basati sulla concentrazione o sull’astrazione; queste pratiche sono
indubbiamente tutte utili per i principianti. Nella mia esperienza però solo
adattandosi al naturale fluire degli accadimenti, senza applicare alcun
controllo volontario, senza opporsi a ciò che mentalmente sopraggiunge e
non trattenendo ciò che se ne diparte, può stabilizzare le emozioni e
condurre il praticante verso il raggiungimento della tranquillità. Quando il
disturbo arrecato dal flusso dei pensieri è consistente non si deve tentare
coscientemente di lottare, invece di abbandonarsi e cercare di assorbire ciò
che sopraggiunge. E’ come essere un grande piatto in una fornace che
raccoglie il flusso dell’universo e vede fondere al suo interno la miriade di
cose che lo compongono. Naturalmente quando non ci si aspetta che il
flusso termini questo invece scomparirà, quando non si pensa possa essere
controllato questo avverrà. Allora non cercata la tranquillità sopraggiunge
senza sforzo, naturalmente.
La precedente introduzione al metodo può essere solo usata come punto di
riferimento, non come metodo.
Per percepire l’esatto significato si deve praticare e provare esperienze nel
proprio corpo e con la propria mente.
« Last Edit: January 21, 2010, 23:05:01 pm by Trepicchi »
...Sono il padrone del fuoco e vedo le cose nascoste, vedo la fiamma che si fa tempo, odo il flessibile fuoco del sacrificio sonoro sono un Unuzi, un bimbo davanti al mistero del mondo colmo di timore davanti al Fuoco, che ricompone le cose disperse..Preghiera di uno Sciamano Siberiano.***

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kortobrakkio

Re: Testi /scritti non perdere : Introduzione allo Yangshengzhuang
« Reply #1 on: February 15, 2010, 18:58:45 pm »
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Aaaah,adoro gli scritti di WXZ;aveva una chiarezza di pensiero straordinaria.
Capisco le critiche che mi vengono rivolte quando dico che non pratico più ore ed ore di ZZ,perché chi parla contro di me sono appassionati.
Quello che questi ragazzi non sanno è che personalmente adoro l'Y quan;lo pratico comunque giornalmente,suddividendolo con altre pratiche della famiglia"yi".
Le critiche che talvolta rivolgo a questo magnifico stile essenzialmente nascono dal desiderio di non chiuderlo in dogmi e verità assolute,od in leggende di invincibilità,che non gli giovano.
Quando leggo il pensiero di WXZ,vi scorgo un ampiezza di vedute a 360.
mi dispiace che il suo essere provocatore venga usato dai suoi successori per professarne la "superiorità".
Però;per quel che riguarda la mia esperienza personale(che non è assolutamente completa,tengo a sottolinearlo per non creare malanimi con gente del taiji e pa kua di cui non ho reale esperienza),non ho ancora trovato un esercizio valido quanto lo ZZ nelle sue varie forme per mantenere lo spirito,zittire il dialogo interno e rafforzare la sensazione e connessione corporea.
Il santishi dello hsing yi 5 animali è un ottimo esercizio,ma estremo e poco flessibile;richiede la supervisione di un insegnante capace e non lo si può mantenere(se fatto secondo i crismi)per più di qualche minuto;troppo poco. Le posture immobili del Liu he sono interessanti,ma mancano anche loro di quella durata,e lavorano diversamente;insomma non sono la stessa cosa.
Senza nulla togliere agli stili con la "forma"(che infatti apprezzo e pratico,e che colmano alcuni lavori che non ho trovato nel yi quan e di cui io sento il bisogno)ribadisco che lo ZZ del yi quan è l'Esercizio(con la E maiuscola,appunto)per l'immobilita per eccellenza.