Avevo già sentito dell'influenza del metodo Alexander sulla sua pratica.
da vedere se c'è stata un effettiva influenza: del metodo Alexander ne ho letto solo qui sul forum, ma non ci ho visto nozioni diverse da cose già presenti in tutto il budo, così come ci ritrovo spesso gran parte dei concetti formalizzati in discipline come la PNL ecc... Di certo nel budo queste cose non sono formalizzate e non hanno un insegnamento specifico. Questo per non sminuire le discipline (come il metodo Alexander appunto) che invece formalizzano e circoscrivono meglio queste nozioni che all'interno del budo possono invece benissimo perdersi in mezzo alle tante cose. E poi non le conosco bene, quindi magari oltre a formalizzare aggiungono molte più cose rispetto a quello che penso (e probabilmente essendo "occidentali" danno anche un metodo preciso).
Quindi non so se Kuroda abbia effettivamente imparato qualcosa dalla tecnica Alexander o se semplicemente attraverso la conoscenza di questa ha analizzato meglio cose che già conosceva. (se leggi il suo riferimento è sempre il nonno, ed è stato quando ha analizzato meglio alcune cose che faceva che la sua pratica è cambiata).
Studio dei kata che però considera una metodologia di trasformazione del corpo. Una visione intelligente, tuttavia pure molto giapponese e molto tradizionale al tempo stesso.
mi sembra anche in linea con l'idea cinese, almeno negli stili "interni", o sbaglio?
Bisogna volersi immergere in quel mondo per potere praticare davvero con questa mentalità. E non è da tutti, io attualmente non credo che avrei la voglia di farlo. Detto con tutta sincerità e con tutto il rispetto che ho per personaggi come Kuroda o Ueshiba.
ed è proprio quello che in tutta sincerità dice apertamente Kuroda nell'articolo, e quello con cui nel tempo i praticanti si scontrano.
Purtroppo non esiste la mezza via, o lo si pratica con estrema dedizione o non si ottiene nulla. Non per niente Kuroda è nato in quell'ambiente e non sa dire quando ha cominciato, pratica da sempre.