I kata del karate derivano, secondo la teoria classica, da forme cinesi.
Il fatto di fermare ogni tecnica (quello che viene a mio avviso erroneamente definito kime) serve a rimarcare il principio che ogni tecnica dev'essere tirata al massimo della potenza (che poi è una cazzata perché tu fermando il pugno in quel modo blocchi tutto,ma va bene).
per "erroneamente"
Rispondendo a Hung-gio, è ovvio che ci sono delle differenze tra forme (lu, credo) e kata. Al contrario kata e pomse di taekwondo sono esteticamente più simili tra loro; allo stesso modo si assomigliano lu e quyen di Vovinam.
La differenza sta proprio in quello che descrive Davide: in un certo tipo di karate, c'è l'abitudine di contrarre la muscolatura al termine di ogni tecnica; per bloccarla, mostrare autocontrollo
[1], e molte altre ragioni, in parte futili, in parte ignote, in parte sensate.
Questa caratteristica è tipica del karate giapponese e penso abbia origine dalla tecnica di spada (dalla quale si sa che il karate ha attinto molto); se invece vai a vedere gli stili di Okinawa i kata vengono eseguiti in maniera mediamente più fluida.
La staticità (apparente) e le pause tra alcune tecniche non devono però farti pensare che questi kata siano meno faticosi, anzi: le ripetute, brevi, alternate contrazioni muscolari ti spompano abbastanza in fretta. Inoltre con questo metodo è facile dover partire da fermi e portare una tecnica con la massima esplosività: come intuibile ciò richiede una buona potenza muscolare.
Infine, seppur il karate è privo dell'acrobatica che vedo in alcuni stili di kung fu, molti kata hanno al loro interno salti e piccole acrobazie. Anche qui la difficoltà maggiore è spesso si deve saltare partendo da fermi, senza rincorsa; anche questo richiede una buona preparazione fisica. Non ho mai provato le forme di kung fu, però immagino che muoversi senza soluzione di continuità da una parte ti toglie tempo per riprendere fiato, però se riesci a passare bene da una tecnica all'altra dovresti riuscire anche a trasmettere l'energia di sequenza in sequenza