Getto anche io due righe da quello che ho capito dai miei studi, partendo dal presupposto che, tristemente, anche il karate di Okinawa si è formalizzato nella regola delle 3K, anche se la stuttura della pratica conserva ancora tutti gli esercizi più vecchi.
Fondamentalmente un allenamento di karate dovrebbe comporsi così:
- Riscaldamento e stretching (nel goju c'è il junbi undo, che è un set codificato che Miyagi fece con l'aiuto di un medico, all'epoca)
- Kigu hojo undo (utilizzo degli attrezzi per rafforzare la muscolatura)
- Kote e Ashi Kitae (condizionamento di braccia e gambe)
- Kata e applicazioni (probabilmente all'epoca li si studiava molto di più a piccoli pezzi, ma questa è solo una mia teoria)
- Kakie (il kakie è un esercizio di sensibilità in qualche modo simile al chi sau del wing chun, solo che si usa prima una sola mano e si spinge in varie direzioni, anche muovendosi e serve anche per imparare a ussare il pezo del corpo e nei vari spostamenti. Da questa pratica si iniziano a usare a turno delle applicazioni prese dai kata o inventate e si portano in maniera via via meno collaborativa, fino ad arrivare al kakie kumite dove praticamente si parte a distanza di mani e ci si mena allegramente cercanco di rimanere azzeccati)
- Sanchin e relativo test (in cui praticamente mentre esegui questo kata che praticamente è la versione megarallentata di come muovi il corpo in un pugno/parata e della relativa contrazione un altro ti colpisce in vari punti)
Poi vabbuò, makiwara e colpitori similari a mille, ma li faccio rientrare nel kigu hojo undo, dato che comunque sono attrezzi