QUalche nozione di base sull'alchimia da laboratorio , una delle varie tradizioni..:
L'alchimia come ben noto è una delle principali tradizioni tramandateci nel corso dei millenni.
La scopo che persegue è ovviamente lo stesso di tutte le altre tradizioni degne di nota, lo si può chiamare in vari modi, diventare Uno, realizzare la Grande Opera, entrare in contatto completo con l'Assoluto, corporeizzare lo spirito e spiritualizzare il corpo e così via...
L'alchimia da laboratorio persegue l astessa via, solo che inece di lavorare con procediemnti esclusivamente interni, lavora anche con l'apporto fondamentale di supporti esterni, concreti, quali il forno , i vari materiali impiegati, alambicchi,vasi ...
Quindi è palese che l'alchimista , se vuol esperare di ottenre qualche risultato, dovrà compiere egli stesso una trasmutazione spirituale, senza la quale è impossible ottenere alcunchè appoggiandosi solo ai lavori al forno, cosa che invece facevano gli spagiristi i quali si limitavano a effettuare una serie di esperimenti sperando di ottenere un modo per produrre oro "volgare", senza alcun ineresse per evoluzioni spirituali.
Dalla spagiria, e quindi non dall'alchimia , è derivata la moderna chimica.
Si parte in sostanza dall'esistenza di uno spirito univerale, di natura immateriale che procede dall'Assoluto e si manifesta via via specificandosi nei vari piani di esistenza...l'alchimista cerca di ottenere in se stesso ed all'esterno un corpo in grado di contenere, di corporeizzare nel modo migliore e più raffinato possibile questo spirito, corpo che deve esser ein grado di reggere vibrazioni sempre maggiori.
A livello terreste nn esiste un materiale che sia di suo già sufficientemente raffinato e quindi bisogna lavorare per ottenerne uno..si parte quindi dalla cosidetta materia prima, che non è una sostanza già pronta, ma in genere si ritiene sia un miscuglio di varie materie , perlopiù appartenti al mondo minerale, il quale è il più semplificato , meno complicto a disposizione e quindi col quale dovrebbe essere più facile poter lavorare per riuscire a tirate fuori la cosidetta quintessenza, dalal quale si originano le altre 4 che combinandosi danno luogo alla materia così come si manifesta.
Se quando parliamo dei 4 elementi si parla di principi, che poi si manifestano nel fuoco, enll'aria ecc tangibili, la quintaessenza può essere vista come il principio dei principi.
QUesti materiali vanno preparati prima di essere messi a cuocere nel forno, così come l'alchimista deve effettuare una pre-parazione anche su se stesso, la fase delle cosidette fatich e di ercole...a seguire comincierà l'Opera vera e propria, che attraverserà le fasi della nigredo, albedo e rubedo (alcuni aggiungono anche le fasi intermedie della citrinitas e della viriditas) per ottenre infine la pietra filosofale, cosa come detto prima impossibile se l'operatore non diventa egli stesso , contemporaneamente, pietra filosofiale, cioè un realizzato o illuminato che dir si voglia.
Non entro nelle varie fasi , tipo putrefazione, calcinazione, rettificazione, perchè non ho le competenze adeguate...come risaputo si parla diottenre il mercurio dei filosofi, si lavora con i principi dello zolfo e del sale, alcuni li accomunano alla tripartizione spirito -anima-corpo , probabilemente è così ma ci sarà anche altro.
Durante il lavoro si porcede con fasi alterne di solve e coagula n cui si scioglie, si scinde la materia per riportarla a ritroso in uno stato precedente , indifferenziato, nel quale poi verrà coagulata per essere poi risciolta, portata ad uno stato ancora superiore per essere poi ricoagulata e così via....
Naturalmente dentro il forno non accadono processi chimico-fisici. replicabili speriemtnalmente o riproducibili in serie , siamo nel campo del sacro, quello che può accader etrascende le leggi conosciute, è come, per fare un esempio banale, se mettessimo a cuocere una salsiccia sul fuoco, e questa dopo un pò si sciogliesse, diventasse bllu, cominciasse a emettere luci e suoni...
L'alchimista partecipa attivamente e non da semplice spettatore a questo processo, in quanto dovrà anche egli effettuare in se stesso gli stessi processi che accadono nel forno, sotto l'aspetto psicologico, fisico e a livelo sottile, il lab-oratorio (in cui si lavora e prega coem dice la parola) diventa na cosa sola, quasi non c'è più separazione tra operatore e forno, in quali si influenzano a vicenda, c'è una connessione, con-vibrazione tra corpo e atanor, come un vortice che si influenza reciprcamente.
Tutto questo non può essere dimostrato scientificamente, vagamente si può parlare di induzione elettromagnetica, di qualcosa di assimilabile alla radionica, di una applicazione del principio di Heisenberg, in cui l'osservatore influenza l'eperimento attivaemtne, ma sono comunque paragoni piuttosto incompleti.
E' palese quindi che l'alchimista deve aver svilupparo il sacro fuoco per la ricerca, alpari di uno yogi, di un cabalista, di un monaco, diun sufi, tutto il suo comportamento e la sua vita debbono cambiare di conseguenza....la preghiera per chiedere ed eventualmente ottenre una grazia, il donum dei , deve essere incessante, lo stuio richiesto, la pazienza ,l'umiltà, la compassione, la concentrazione richieste sono enormi, ci sono centinaia di ore da passare all'aperto a osservare la natura, a intuire il momentio più propizio per raccogliere i materiali intrisi di rugiada celeste, si possono passare anni a cercare di decifrare poche righe di un libro, ci sono migliaia di notti da passare accando al fuoco che ruggisce dentro il forno a pregare , dovendo ricomiciare tutto da capo centinaia di volte, sviluppando ai massimi livellil'intuito, il ragionamento per analogia, cercando di entrare in simpatia nel senso vero del termine con l'atanor, la materia e più in generale con tutto l'universo, sapendo che sista chiedendoqualcosa di stra-ordinario, e che dovremo metterci nelle condizioni di massima predisposizione, condizione necessaria ma non sufficiente.
L'alchimista lavora quasi sempr ein solitario, tranne i moemnti incui può ricever elacune istruzioni operativa da un maestro, non ha compagni di viaggio, non sta in un convento o in un tempio con compagni e maestri coi quali confrontari, ma vegliare accuratament eil forno manterrà sveglio lui stesso, vedere ciò che accade nella materia gli servira da specchio per capire cosa deve avvenire o cosa sta avvenendo dentro se stesso, ma in quesot caso è uno specchio "attivo" che ci in-forma nel senso reale del termine...
Tratto da:
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