http://www.wildyogi.info/en/issue/ganga-natasha-rivera-interview-shandor-remete
Un'intervista molto ricca di informazioni, forse anche troppo per le mie conoscenze, ma veramente molto affascinante.
Questo passaggio ad es. sembra rivalutare le arti marziali dal punto di vista dello Yoga (di solito qui si sente, spesso a ragione, il contrario), soprattutto sulle posture:
"When I came to India for the first time I could do much more than a basic level. Nevertheless it was difficult for me to accept certain things. Yoga has borrowed a lot from various spheres of life: from the kingdom of plants and animals, from martial arts, but martial arts in their turn borrowed a lot from yoga. At the same time, when you come to yoga classes and do fighting stands, it does not bring any result. In martial arts stands are used for developing strength, releasing peripheral energy and increasing the circulation of vital force in a body. For this reason they are dynamical in its nature and demand a well coordinated activity of the external body. All is directed on removing obstacles that block movement of the vital force. In yoga classes which I’ve attended, nothing similar happened. So, whoever has borrowed it from martial arts, they do not understand absolutely what was borrowed. People borrow something not understanding what it is based on. So I have decided to make a research."
Beh, d'altronde arti marziali, yoga e danza (come emerge anche dall'articolo) in India facevano un tempo parte di una visione del sapere unitario, un tutt'unico, quindi questa sua ricerca è oltremodo affascinante. Quelle di oggi sono solo tarde parti parziali di un insieme forse purtroppo non più ricostruibile, nonostante i suoi sforzi lodevoli.
Piu pratico questo stile piu mi piace. Non solo metà dei praticanti al centro che vado fa o faceva arti marziali, ma tutto il concetto di lavoro interno è differente dallo yoga moderno che si trova in giro.
Non ci sono posizioni estreme e a testa in giu. Il motivo sarebbe che lo yoga deve insegnare a stare in piedi radicati e a camminare in modo corretto e sano, abilità utili nella vita di tutti i giorni. A testa in giu mica ci vai durante le attività quotidiane sia che si tratti di lavorare nei campi, sia che si tratti di combattere contro un opponente, lavorare in ufficio, cacciare, fare una passeggiata, una corsa etc ...
Secondo Shandor lo yoga moderno ha perso tutto il lavoro interno proprio perchè estremizza troppo il lavoro fisico in modo inutile per il quotidiano funzionamento.
Un'altra cosa che ho trovato molto differente è che il lavoro fisico è quasi tutto in piedi. Le asana sedute sono meditative o comunque vengono fatte (quelle estreme) solo quando si prende padronanza con le forme in piedi (10 anni o piu). Secondo Shandor, lo yoga moderno parte gia da un livello troppo avanzato, con posizioni ad alta intensità che non solo scoraggiano i principianti (uno dei motivi per cui molti mollano dopo qualche mese) ma in piu aumentano il rischio di infortuni e compromettono salute fisica e mentale.
Personalmente mi trovo daccordo sull' enfatizzare il lavoro in piedi. In piu confermo che il lavoro interno dello yoga moderno è gran poco. O perlomeno, come viene insegnato a noi occidentali non va bene. Si punta a spingere, o a stare in posizioni non confortevoli, quando uno non riesce nemmeno a stare rilassato e presente semplicemente stando in piedi dritto.
Magari per gli indiani che iniziano a 4 anni le posizioni estreme vanno bene, perchè loro ci vanno in tutta tranquillità in quelle posizioni. Ma noi no. Lo stress è troppo alto e si perde il concetto di presenza e calma interiore. E confermo pure il fatto che questo tipo di tensioni creano problemi fisici e psicologici.
Però devo dire che il lavoro di stretching in questo stile è troppo poco. Tanti squat, posture del guerriero ed esercizi di coltivazione pranica che assomigliano al qigong. Poco, troppo poco, stretcing.
IMHO ci vorrebbe un misto tra (1) posture "di potenza", (2) movimenti di coltivazione pranica e (3) stretching corporeo completo. L'ultimo manca nello shadow yoga. I primi due (soprattutto il secondo) manca nello yoga hatha moderno.
Mi piacerebbe sapere cosa intende con "Marma", visto che in un'alcuni libri che avevo letto si riferivano all'arte di colpire i punti vitali del corpo umano o ha a che fare con una localizzazione energetica? Grazie Machine Gun per la condivisione.
Il concetto di marma nello yoga è abbastanza complesso, ma in parole povere si tratta delle 108 giunture (non punti) vitai sulla superficie del corpo. Un concetto simile agli agopunti ma non uguale. Sono aree che si trovano alle intersezioni (punti di ingresso) muscolari, articolari, venose, nervose e praniche (qi).
La parola marma deriva dalla radice mrt- che vuol dire morte. Infatti sono proprio gli ingressi vitali (di prssione o espansione) dove colplire nell'arte marziale indiana chiamata kalaripayyat, ed ingressi di rianimazione/rivitalizzazzione nel massaggio ayurvedico.
Il concetto è molto piu simile ai punti di prssione del pradal-serey/muay-thai che non fa quello del kung-fu cinese.
Sølvugle tempo fa aveva postato una mappa dei punti di pressione del sistma thailandese/cambogiano che assomigliava molto alle mappe indiane. Sarebbe gradito il link in questo 3d per gli interessati alle discipline marziali di derivazione indiana.
PS
Il discorso di incorporare la danza nello yoga avrebbe senso se le sequenze venissero fatte a ritmo sincronizzandosi con una musica di sottofondo che non c'è nello shadow yoga.