Provo a buttare lì due cents…Credo che il wing chun “risenta” di una metodologia di insegnamento che, se da un lato dovrebbe aiutare il praticante a “risolvere velocemente” errori che sono tipici di chi si avvicina alla pratica, dall’altro costringa lo stesso praticante ad un percorso per nulla ovvio.
Mi aiuto con un esempio, stupido finché si vuole, ma credo chiarificatore: nella prima forma, mi muovo (anzi sto piantato…) in un determinato modo, nella seconda forma comincio ad imparare un poco di footwork, nella terza imparo un footwork ancora diverso, all’ometto di legno metto insieme il “Modo di muoversi” della seconda e terza forma, dopodiché con la forma ai coltelli, devo imparare ancora un altro tipo di footwork. Tutte queste fasi sono infarcite da un sacco di dhrills, esercizi, il chisao è uno di questi, in parte, come dice VTM utili al raggiungimento di certe qualità, in parte utili alla correzione di errori.
Purtroppo molte volte l’insegnamento è a “compartimenti” stagni, quindi il praticante fatica a costruirsi una “visione d’insieme” nel breve periodo. A volte è l’insegnante che sbaglia:
1) Semplicemente neppure lui ha capito di che si tratta, e pensa che gli esercizi servano a “combattere”.
2) Oppure fa l’errore di mantenere lo studente ( che a volte fa rima con “Cliente”) tutta la vita a fare esercizi, magari con l’intento di correggerlo, invece di dirgli chiaramente “Guarda, ci abbiamo provato, ma ti consiglierei di cambiare. Per te andrebbe molto meglio x, y o z”.
3) Oppure, proprio non ci ha capito una mazza, e sforna persone che sanno ragionare solo a compartimenti stagni
Insomma, la didattica è importante, il linguaggio della didattica ancora di più. Un cinese, ha bisogno di conoscere qualche migliaio di ideogrammi, per poter leggere un libro relativamente complesso. Il significato di molti di questi ideogrammi dipenderà dal contesto e dalla sua posizione nella frase. E questi ideogrammi, sono costruiti da tante piccole lineette che per il cinese assumono significato. L’europeo ha un alfabeto fatto di pochissimi segni. Va da sé che l’Europeo ed il cinese “Conoscono, apprendono, fanno esperienza del mondo” in modi diversi. A mio avviso, anche il “Linguaggio didattico” deve mutare nel rispetto di due set-up mentali decisamente diversi. IMHO, eh! Scusate l’eccessiva semplificazione…