L'arte si impara sul compagno

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L'arte si impara sul compagno
« on: October 10, 2016, 09:11:40 am »
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Probabilmente non mi sbaglio se dico che da bambini ci siamo sentiti almeno una volta Bruce Lee, Antonio Hinoky, Mazinga, Kenshiro, nostro fratello maggiore, nostro cugino…boh…chi più ne ha più ne metta. Ma una volta passata la sbornia cinematografica e una volta smesso di idealizzare chi sta più avanti di noi, rimane la ferrea volontà di imparare a difendersi e l’irresistibile attrazione (almeno per me) nei confronti della meccanica dei movimenti insita nella logica di qualunque forma marziale. Sarà per questo che fondamentalmente mi piacciono tutte, proprio perché in ognuna trovo possibili applicazioni reali e per lo stesso motivo trovo sia quasi impossibile padroneggiarne diverse allo stesso livello.

Non so cosa ne pensate voi, ma crescendo, provando, riprovando, cambiando palestre, tecniche, impostazioni, buona parte della crescita effettiva dipende dall’assunto azione-reazione che nel caso delle arti marziali è dato dai compagni d’allenamento. Fatta eccezione per il lavoro al sacco, che almeno nella boxe ha una ovvia necessità di impostazione tecnica e di ritorno oggettivo, va fatta sempre la distinzione tra allenamento singolo, sparring e “allenamento col compagno”.

Sparring e allenamento col compagno potrebbero in teoria essere la stessa cosa, ma esistono delle differenze. Buoni compagni d’allenamento si diventa (mi ci metto anch’io ovviamente). Capire quando affondare, quando mettere in difficoltà, quando alleggerire, quando favorire il fluire della tecnica, quando interrompere per riportare le cose nel giusto ordine, quando essere collaborativo, quando no, quando evitare la zuffa… è certamente indice di maturità marziale e di una sorta di crescita in divenire.

Possono sembrare piccolezze, ma sono le stesse piccolezze che in anni passati in palestra fanno la differenza fra un ottimo praticante ed uno medio-scarso. Se non hai buoni compagni di allenamento il tuo percorso diventa lento e come minimo sarà inefficace (che poi è ancora peggio).

Infatti la tipica condizione orientale di maestro-allievo è per l’appunto rara e non rientra in un’ottica di diffusione di massa nel mondo occidentale. Si potrebbe dire che prendere lezioni private direttamente da un istruttore privato potrebbe avvicinarsi a questa condizione. Ma quanti sono gli istruttori che in questa circostanza accettano davvero di fare quella sorta di downgrade per “allenare” il principiante? E in che modo riuscirà a mediare l’esigenza economica con le reali qualità dell’allievo che ha di fronte?

La palestra di fatto dovrebbe essere il luogo ideale per aver a che fare con personalità diverse, caratteri diversi, e dunque diversi modi di interpretare le tecniche, di reagire agli stimoli, il che come concetto si avvicina di più a ciò che potresti trovare in strada. Ma spesso capita di allenarsi con compagni “diversamente motivati”, con enormi differenze iniziali di impostazione, di background, di obiettivi, e l’importanza di un buon allenamento in coppia non viene sempre colta.

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Offline marco92

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Re:L'arte si impara sul compagno
« Reply #1 on: October 10, 2016, 10:56:38 am »
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ma cos'hai praticato? io ho sempre compagni troppo motivati, poi se vuoi fare un allenamento personalizzato con l'istruttore da me paghi e lo fai, non capisco il discorso del downgrade

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Offline Fly

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Re:L'arte si impara sul compagno
« Reply #2 on: October 10, 2016, 14:48:43 pm »
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..non è questione di cosa ho praticato. Arti marziali ne ho cambiate quattro (cosa di cui mi rammarico anche un po’ anche se a causa di forza maggiore) ma dimostrazioni di quanto sopra sono più diffuse di quanto non si pensi. Qualche esempio? mi è capitato quello che si allena solo perché è la palestra più vicina, quello che lo faceva da bambino e vuole vedere se si ricorda, quello che le arti marziali gli piacciono ma lo fa solo per fare un po’ di sport (che poi lo vedi una volta al mese) quello che lo fa tanto per curiosità, quello che il fratello maggiore gli ha consigliato di farlo perché lo faceva anche lui ed è bravo, quello perché la sua ragazza gli ha detto che fa figo…ecc.. sono sicuro che chiunque ne avrà incontrati parecchi, forse anche con motivazioni più strane.

Ma l’intento non era quello di fare una carrellata contro questi personaggi, primo perché ognuno è sempre libero di interpretare ogni cosa come meglio crede, secondo perché fortunatamente ho avuto anche il piacere di allenarmi con persone serie, buoni compagni d’allenamento. E infatti l’accento era proprio sulla motivazione personale perché inevitabilmente si riflette sulle lezioni. Ma quando le motivazioni non coincidono allora anche le lezioni diventano meno fruttuose e a mio modo di vedere buoni compagni d’allenamento valgono almeno quanto i buoni istruttori. Ecco a cosa mi riferivo, anche se onestamente il concetto mi sembrava chiaro.

Quanto al discorso del downgrade era riferito a domanda e offerta e parlo per esperienza anche in questo caso. Classica situazione dove l’intento era fare giornata piena, ma poi ti ritrovi ad allenarti tutto il giorno con un allievo che già frequenta (con tutto il rispetto) e dove l’istruttore passa di tanto in tanto a impostare il lavoro perché nel frattempo non ritiene necessaria la sua presenza. Ora può star bene o no, ma non è quello che considero rapporto uno a uno, né l’inizio di un percorso.

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Offline xjej

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Re:L'arte si impara sul compagno
« Reply #3 on: October 11, 2016, 03:31:48 am »
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Basta trovare un gruppo dove le motivazioni coincidono..
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Offline marco92

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Re:L'arte si impara sul compagno
« Reply #4 on: October 12, 2016, 11:32:15 am »
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anche da me l'istruttore è coadiuvato da alcuni allievi, però chi fa gare viene seguito direttamente.
Per quel che serve a me un allievo è sufficiente. è chiaro che se noi siamo 200 persone non possa avere un rapporto uno ad uno con tutti