NOMADI DELL’INVISIBILE. L’AUTOSACRIFICIO RITUALE DEL CHÖD NEL BÖN TIBETANO.
Indika ha il piacere di segnalare un evento espositivo multimediale di grande interesse. Dal 7 agosto al 10 settembre 2010, presso il Museo Civico di Leonessa (Rieti), Chiostro di San Francesco, Martino Nicoletti propone NOMADI DELL’INVISIBILE: l’autosacrificio rituale del chöd nel Bön tibetano. Un’ iniziativa che propone un affascinante viaggio nell’antica spiritualità prebuddhista del Tibet: il Bön.
L’esposizione presenta un’edizione a cura di Exòrma Edizioni, Roma
Chod, di Martino Nicoletti
L’esposizione
Attraverso una ricercata selezione di immagini fotografiche, sono visivamente narrati i momenti più significativi di un pellegrinaggio sacro incentrato sul sacrificio simbolico del proprio corpo (chöd), offerto ad una vasta schiera di dei, spiriti e demoni che si ritiene dimorino nelle impervie montagne himalayane.
Nel corso del rituale, grazie al potere della visualizzazione meditativa, gli officianti evocano le entità invisibili, invitandole a partecipare ad un singolare banchetto sacrificale. Il pasto è costituto dallo stesso corpo degli officianti: smembrato, dilaniato e trasmutato in sostanze pure così da poter esser offerto come nutrimento agli spiriti stessi.
Al di là del suo aspetto esteriore, da intendersi come una forma di placazione dei diversi esseri invisibili, il chöd rivela profonde implicazioni filosofiche, connesse con la nozione di Compassione universale (bodhicitta) verso gli esseri viventi. Ancor più la cerimonia si propone di recidere radicalmente l’attaccamento al proprio corpo e all’idea di un Ego individuale, autentici limiti di ogni progresso spirituale.
Ad integrare la spontanea eloquenza delle immagini, la presentazione di un suggestivo cortometraggio in pellicola, girato in occasione del pellegrinaggio, nonché l’ascolto delle musiche e dei canti dei monaci tibetani appartenenti alla tradizione spirituale del Bön. Una scultura sonora, presente per tutta la durata dell’esposizione, creerà l’atmosfera più appropriata per una fruizione sensoriale dell’evento.
L’incontro inaugurale
L’inaugurazione avrà luogo il giorno Sabato 7 agosto alle ore 18,30. Interverranno il Prof. Mario Polia (Direttore del Museo Civico di Leonessa); Martino Nicoletti (Autore dell’evento) e Orfeo Pagnani (Direttore della casa editrice Exòrma curatrice del catalogo).
L’autore
Martino Nicoletti (Perugia, 1968), etnologo, fotografo e viaggiatore, si occupa da oltre venti anni di etnografia, antropologia visuale e storia delle religioni dell’Asia meridionale e del sud-orientale, svolgendo numerose missioni sul campo nel quadro di progetti di ricerca del Ministero degli Affari Esteri Italiano, del CNR e della Cambridge University.
È autore di saggi dedicati alle religioni himalayane, opere multimediali, volumi fotografici e opere letterarie.
Attualmente vive a Glasgow ove alterna l’attività di ricercatore presso la University of the West of Scotland a quella propriamente artistica.
L’opera-catalogo
Chod, di Martino Nicoletti
L’evento multimediale trova una sua tangibile espressione nel volume che accompagna l’esposizione. Si tratta di un’ampia ed elegante opera, pubblicata dalla casa editrice Exòrma di Roma, che contiene una ricca
selezione di immagini fotografiche e di testi che permetteranno di avere una introduzione a tutto tondo al pellegrinaggio di autosacrificio e alla spiritualità che ne costituisce il contesto.
Al di là di una ampia sezione antropologica, dal rigoroso carattere scientifico, l’opera contiene una selezione dei diari di viaggio dell’autore tali da permettere un avvicinamento all’opera sotto la specifica forma del “racconto da vivo”.
E’ allegato al volume un DVD, prodotto dall’etichetta Borgatti Edizioni Musicali, contenente il cortometraggio video Chöd: il sacrificio di sé, nonché una selezione di straordinarie tracce musicali dedicate alla tradizione liturgica del chöd, eseguite dai monaci del monastero di Triten Norbutse in Nepal. Ad arricchire la
sezione musicale del volume un inedito contributo artistico del cantautore Franco Battiato.
Le istituzioni
L’iniziativa promossa dal Museo Civico di Leonessa, dall’Assessorato agli Affari Culturali del Comune di Leonessa, in coordinamento con la casa editrice Exòrma di Roma.
Inaugurazione: Sabato 7 agosto, ore 18,30
Orari mostra: Venerdì e Sabato dalle ore 9-12; 15-18; Domenica dalle ore 9-13
Ingresso: libero
Catalogo: Editrice Exòrma, Roma
Informazioni:
www.exormaedizioni.cominfo@exormaedizioni.com
http://www.museum-eu.it/info@museodileonessa.it
hod, Il sacrifico di sé, di Martino Nicoletti (6’, 2008, Super8).
Nel cuore delle montagne himalayane, ancor oggi, alcuni rari officianti religiosi appartenenti all’antica fede prebuddhista tibetana del Bön, compiono un lungo pellegrinaggio rituale attraverso i “luoghi di potere” della regione del Dolpo. Siti sacri abitati da divinità montane, geni e spiriti delle acque. Luoghi selvatici, infestati da demoni e pericolosi fantasmi dall’indole violenta.
In un universo avvertito come una costante e delicata interazione tra la dimensione umana e quella delle potenze invisibili, il pellegrinaggio ha come principale obiettivo la pacificazione degli spiriti locali, così da rinsaldare eventuali lacerazioni nelle relazioni tra i due mondi. Il viaggio – la cui durata può tradizionalmente variare tra i 7 e i 108 giorni – ha infatti spesso luogo per scongiurare il pericolo di epidemie, come forma di esorcismo o come prassi terapeutica nei riguardi di specifiche malattie causate da entità sovrannaturali.
Nel corso del pellegrinaggio gli officianti, destata l’attenzione degli spiriti attraverso atti violenti di provocazione, ne evocano la presenza servendosi di strumenti musicali magici: trombe ricavate da femori umani (kangling) e tamburelli a clessidra (damaru) le cui casse sono costituite da crani. Nella tradizione liturgica tibetana a questi strumenti musicali è attribuita una specifica valenza evocatoria, con particolare riguardo agli spiriti connessi con la dimensione funeraria o alle entità appartenenti al pantheon “irato”.
Nucleo centrale del viaggio è l’officio reiterato di un rituale meditativo di autosacrificio, il chöd (lett. “tagliare”): l’officiante, dopo aver invitato a convegno una folta schiera di esseri invisibili di varia natura e livello gerarchico, visualizza il proprio corpo come interamente smembrato da una divinità femminile di saggezza (dakini). Le varie parti, dopo essere state sezionate, gettate in un immenso calderone e opportunamente cotte, sono trasmutate in sostanze pure e “nettare d’immortalità”, così da essere offerte in nutrimento agli invitati nel corso di un singolare banchetto cerimoniale.
Al di là del suo aspetto esteriore – di offerta sacrificale alle entità locali – il chöd rivela profonde implicazioni filosofiche, connesse con la nozione di compassione universale (bodhicitta). In questo senso, il sacrificio costituisce una rara occasione per beneficiare spiritualmente gli esseri viventi privi di un corpo materiale, ancora prigionieri delle fitte trame del samsara, il ciclo ininterrotto di nascite e morti.
In un senso ancora più profondo, la cerimonia, attraverso il totale dono di sé agli esseri invisibili, si propone di recidere radicalmente l’attaccamento del praticante al corpo fisico e l’identificazione con il proprio illusorio Ego individuale. Gli immateriali nemici di ogni autentico progresso spirituale.