Sono riuscito a ritrovare un vecchio articolo in cui il Maestro Flavio Daniele spiega secondo me anche abbastanza bene gli otto principi che regolano la sua scuola! Spero possa tornare utile a qualcuno! Questo articolo è comparso su Samurai e su taiji Magazine (in inglese).
Gli otto principi e la struttura interna del Taiji Quan
Ogni praticante sa che il Taiji Quan è basato su tredici fondamentali principi: gli otto cancelli (peng, lu, ji, an, cai, lie, zhao, kao) e i cinque passi (jin bu, tui bu, you ban, zuo gu, zhong ding), ma pochi sanno che per realizzarli occorre lavorare su altri fondamentali principi che rappresentano la chiave di accesso ad una pratica globale e ben strutturata. Essi lavorando sulla struttura interna del sistema corpo-mente educano il corpo al ritmo naturale e lo rendono forte massimizzando e armonizzando il lavoro di ogni singolo muscolo, specie quelli profondi che tutti i normali allenamenti trascurano. Lavorano inoltre, su tendini e legamenti, rinforzandoli e allungandoli; sulle articolazioni, sciogliendole e aumentando il loro raggio d’azione; infine connettono tutto il corpo, sviluppano il Qi, il potere della mente e le qualità fondamentali di un corpo taiji. Essi sono:
1° Le tre forze,
2° I due sigilli,
3° I cinque archi,
4° Le tre chiavi di controllo,
5° La forza dell’asse centrale,
6° La forza a spirale,
7° Le sei armonie
8° Le sei direzioni.
Teoricamente, per ragioni espositive, li possiamo dividere in tre grosse categorie:
1°) quelli statico/strutturali che concernono la struttura portante del corpo: lo scheletro o sistema osteo-articolare;
2°) quelli dinamico/strutturali che invece coinvolgono le forze in gioco, e quindi riguardano le interazioni tra il sistema tendineo-muscolare e quello osteo-articolare-legamentoso;
3°) quelli che riguardano l’interazione mente/energia.
Nella prima categoria rientrano:
-I Cinque Archi – Le Tre Chiavi di Controllo – I Due Sigilli;
nella seconda:
-Le Tre Forze – Le Sei Direzioni – Le Tre Armonie Esterne (armonia mano/piede, gomito/ginocchio, spalla/anca );
nella terza:
– Zong Ding Jin (potere dell’asse centrale) – Il Zhan Ssu Jin (energia a spirale) - Le Tre Armonie Interne ( mente/intenzione, intenzione/qi, qi/forza interna ) .
C’è da precisare che, trattandosi di principi, la divisione non è affatto così netta, la loro azione non é limitata ad una sola dimensione, ognuno di essi ha diverse piani di lettura a secondo del livello del praticante e del periodo di pratica. Così, per esempio, il principio delle tre forze può avere:
- una lettura biomeccanica sul piano prettamente statico-dinamico (i movimenti delle varie parti strutturali del corpo – l'equilibrio della "struttura uomo" nello spazio);
- sul piano energetico ( centralizzare il qi nel dantian, farlo salire lungo la colonna fino alla sommità del capo, farlo scendere fino ai piedi );
- sul piano marziale (far partire la forza dal centro del corpo, sviluppare il potere dell’asse centrale e del radicamento alla terra).
Essi elevano al massimo le potenzialità fisiche: ossa, articolazioni, tendini legamenti, muscoli che agiscono insieme, dando ognuno il massimo. Rendono i muscoli forti ed elastici come una potente frusta, in grado di sopportare lo sforzo senza irrigidirsi mantenendo la naturale elasticità , quando si emette la forza esplosiva o "fa jin". Sincronizzano mente, energia e corpo.
Principio delle Tre Forze
1° Portare l'energia nel sincipite
fig 1 2° Centralizzarsi nel Dantian
3° Affondare il peso nei piedi
".....Affondare il peso nei piedi" vuol dire radicarsi stabilmente al terreno, o come dicono i maestri di taiji: " diventare pesanti come montagne". "Far salire l'energia nel sincipite" vuol dire portare l'energia verso l'alto lungo la colonna fino alla sommità del capo, per evitare di fare ristagnare la forza nei piedi, infine "centralizzarsi nel dantian" vuol dire far partire tutti i movimenti dal centro del corpo, diventando così: "leggeri come piume e pesanti come montagne".
I principi si generano l'un l'altro in un processo a spirale, e nessuno è più importante degli altri. Il primo da attivare é lo sviluppo delle "tre forze" che devono essere integrate tra di loro:
Il corretto allineamento verticale dello scheletro (portare l'energia nel sincipite o sommità del capo) comporta una statica economica in armonia con la forza di gravità; un corretto allineamento verticale richiede, inoltre, solide radici (affondare il peso nei piedi). La risultante di queste due forze opposte e complementari, la forza verso il cielo e la forza verso la terra, devono bilanciarsi, ovvero annullarsi, nel baricentro del corpo (centralizzarsi nel Dantian).
Dal gioco dinamico di queste due forze yin-yang, nasce il rapporto tra elevazione e stabilità, tra slancio verso il cielo e radicamento alla terra, nasce cioè, il simbolo del Taiji. Queste due forze che si muovono in senso opposto, rappresentano anche, le correnti negative e positive dell'energia.
Affondare il peso nei piedi ( Jin delle radici)
Senza radici non c’è taiji, se non si è radicati qualsiasi tecnica, anche la più sofisticata e potente, è completamente inutile. Quello che rende forte un albero non è la grossezza dei suoi rami o del suo tronco, ma la forza delle sue radici. Buone radici permettono di assorbire le sollecitazioni esterne, di elevarsi stabili e sicuri, di essere centrati in se stessi non solo fisicamente, ma cosa veramente importante, mentalmente ed emozionalmente . La forza della terra ( la forza di gravità ) è un alleato potente che bisogna sapere sfruttare a proprio vantaggio , sia quando si attacca per spingere più forte, che quando ci si difende facendo in modo, similmente alla presa a terra di un impianto elettrico, di scaricare la forza dell’avversario al suolo. Fondamentale in tutto questo è una struttura muscolo-scheletrica perfettamente connessa in grado sia di assorbire e scaricare le sollecitazioni,sia di permettere il trasferimento della forza senza attriti e dispersioni. Un buon artista marziale deve sapere coniugare perfettamente la stabilità e il radicamento con la spinta verso l’alto, deve sapersi radicare come un albero alla terra, e contemporaneamente scattare veloce come un serpente. Solo quando saprà dosare radicamento ed elevazione, come dicono i maestri :
“ I suoi piedi saranno pesanti come montagne e scorrevoli come fiumi ”.
Per fare ciò egli deve essere perfettamente allineato e centrato, solo quando i suoi muscoli sono senza tensioni superflue ed il peso del corpo è armonicamente sostenuto dalla struttura scheletrica che egli può “ affondare ” nei piedi:
la forza peso seguendo un suo percorso naturale, incanalandosi lungo la colonna vertebrale, si concentra nel dantian inferiore, e da qui attraverso le teste dei femori nelle gambe e nei piedi.
Questa capacità di affondare all’interno della propria struttura, che può essere paragonata a quella di un ammortizzatore, richiede un buon rilassamento unito ad una grande elasticità interna per permettere alle anche di aprirsi, in modo che il peso possa scivolare verso il basso, come l’acqua di una vasca quando viene tolto il tappo. In sostanza, per scattare velocemente, mantenendo nel contempo un’ottimale stabilità, bisogna lasciarsi “pesantemente affondare ” verso la terra, non proiettarsi in avanti spingendo violentemente con i piedi contro il terreno.
Centralizzarsi nel Dantian (Dantian Jin)
Questo punto di massimo equilibrio è nel dantian, ma la capacità di centralizzarsi è un processo complesso che va oltre il semplice sentirsi al centro, essere nel "proprio punto zero", infatti, presuppone la capacità di trasformare l'intento della mente in movimento fisico, utilizzando il potere del qi:
Lo yi muove il qi, il qi muove il corpo.
Questa "attivazione cosciente" della struttura profonda, in grado di fare muovere il corpo dall'interno sfruttando la propria energia vitale, è un processo di condensazione delle intenzioni della mente, simile a quello dell'acqua che per fasi successive, passa dallo stato vapore al liquido e al ghiacciato .
Analogamente, l'azione pensata ( l'intento della mente ), si condensa in un movimento energetico finalizzato, che produce un movimento fisico.
Le Tre Chiavi di Controllo
Fig 2
1° Chiave: la settima vertebra cervicale C7, collega i due archi delle braccia legando insieme in tensione dinamica , la spina dorsale, le scapole, le spalle, le braccia, i gomiti e le mani.
2° Chiave : L' undicesima vertebra toracica T11 (arco dorsale), lega insieme tutti i cinque archi
3° Chiave : l' osso sacro , collega i due archi delle gambe, legando insieme in tensione dinamica, la spina dorsale, il bacino, le gambe, le ginocchia ed i piedi.
Se il principio delle tre forze è il primo su cui bisogna lavorare, il secondo è senz’altro quello delle Tre Chiavi di Controllo perché sono disposte lungo la struttura portante del corpo: la colonna vertebrale. Le tre chiavi sono snodi funzionali che interconnettono, controllano e gestiscono il gioco statico-dinamico della struttura uomo nello spazio, il flusso del movimento attraverso il corpo, la circolazione dell’energia nei canali. Senza il loro controllo la forza della terra, causa le curve fisiologiche della colonna, non può essere trasmessa in maniera ottimale dai piedi fino alle mani. Perché possa fluire senza dispersioni occorre verticalizzare la colonna riducendo al minimo le tre curve: la lombare , la dorsale e la cervicale.
Quando si pratica, la spinta verso l'alto (portare l'energia nel sincipite ) deve essere bilanciata da un potente radicamento alla terra, la chiave per ottenere questo é nell'osso sacro, che deve essere allineato e rivolto verso la terra, così che le creste iliache, invece di chiudersi, si aprano (aprire le anche ) invertendo il flusso della forza: le spalle si rilassano verso il basso, il petto si vuota, i reni si riempiono, il peso affonda nei piedi. Inizia così, contestualmente, un processo di allungamento della colonna, che partendo dalle lombari prosegue spingendo in fuori la T11, incassando il petto leggermente ( T5 - T6 ), e raddrizzando la zona cervicale.
La forza delle spalle deve scendere verso il basso come l'acqua di una cascata, e riempire la parte bassa della schiena ( zona reni e bacino), stabilizzando la struttura verso il basso.
I Due Sigilli o I Due Poteri
Fig 3
Al centro del corpo e alla regione lombare e dei reni sono proprie la forza e la stabilità. Alla parte superiore , invece, la mobilità e la finezza. Ogni parte ha quindi una sua precisa funzione da svolgere e la perfetta coordinazione con le altre ci consente di esprimerci al meglio, sia quando camminiamo sia quando pratichiamo un’attività sportiva o artistica, come la danza o il taiji quan.
Quando la struttura è correttamente verticalizzata, con l’allineamento dei tre blocchi strutturali del tronco (bacino, torace, testa), bisogna imparare a renderla potente sviluppando il potere dei due sigilli: la vita e il collo. Questi snodi sono fondamentali, la forza del collo ( Ding Jin ) e della vita (Dong Jin), costruiscono la forza dell'arco dorsale che sorregge gli archi delle braccia e delle gambe(i cinque archi). Se non ci sono questi due poteri manca la forza propulsiva per poterli tendere.
Nei classici é detto:
Se il centro del corpo, regione lombare e reni, danno stabilità e forza propulsiva per lanciare tecniche potenti, la posizione del collo ne determina la precisione. Con un paragone balistico: la vita é la potenza di fuoco, il collo é il sistema di puntamento.
Zhong Ding Jin
Fig 4
Quando la struttura è perfettamente allineata e connessa, le tre chiavi di controllo perfettamente attive, la vita ed il collo che irradiano forza ed energia, allora si sviluppa il potere dell’asse centrale ( zhong ding jin), ed i cinque archi sorretti e alimentati dalla sua potenza propulsiva possono dispiegare in pieno la loro forza nelle sei direzioni.
Lo Zhong Ding scorre davanti alla colonna ed è un asse virtuale non fisico, intorno al quale tutto il corpo ruota. Virtuale perché non esiste nessun muscolo preposto alla sua formazione , e perché la sua forza nasce dall'interazione armonica di tutti i muscoli del corpo con la struttura osteo-articolare.
Per potere sviluppare queste particolari qualità, per potere attivare questo "motore immobile ", occorre "raccogliere" il proprio corpo intorno a quest'asse virtuale .Per farlo i muscoli esterni devono essere rilassati in modo che le parti del corpo, avvicinandosi all'asse centrale, possano trovare un equilibrio più vicino possibile al centro. Infatti, più si rilassa la muscolatura esterna, più le varie parti strutturali avvicinandosi al centro, diminuiscono il loro"effetto leva" sul corpo. Questo raccogliersi intorno al proprio asse centrale permette di connettere i quattro arti alla colonna, così che come dicono i maestri il “ quattro diventa uno ” (Shi zhi gui yi) .
Un buon rilassamento è semplicemente un raccogliersi intorno al proprio zhong ding.
Questa capacità di raccogliersi intorno al proprio asse centrale è fondamentale per potere accumulare , concentrare ed emettere la propria energia. Bisogna imparare a convogliare e a concentrare, come fosse acqua, la propria forza lungo questo canale principale: più riusciamo a farlo profondamente, più la nostra forza interna, similmente a certi fiumi sotterranei, si nasconde nelle profondità del nostro corpo pronta a scaturire improvvisa e potente come un geyser.
Principio dei cinque archi
Fig 5
I Classici del taiji dicono che la struttura portante del corpo è basata su cinque archi: due sono le braccia, due le gambe, uno l'arco dorsale .
" .....Integrare funzionalmente l'azione di questi cinque archi, cioé farli agire come se fossero uno, é di importanza fondamentale sia per muoversi con grazia ed armonia, sia per esprimere potenza ed energia in qualsiasi attività, sia essa artistica, sportiva o marziale. "
Un primo livello di connessione avviene attraverso la settima cervicale e l’osso sacro:
per mezzo della C7 i due archi delle braccia, si fondano in un unico arco (arco superiore) e si collegano all’arco dorsale (arco centrale),
per mezzo dell’osso sacro gli archi delle gambe si fondono in un unico arco (arco inferiore) e si collegano all’arco dorsale. Ognuno di essi ha delle peculiarità molto precise: l'arco inferiore deve essere potente e stabile perché ha funzioni portanti della struttura, l'arco dorsale deve riunire potenza e flessibilità, dovendo soddisfare sia funzioni di sostegno sia di trasmissione della forza (dai piedi alle mani e viceversa), infine l'arco superiore deve essere flessibile, elastico e libero perché deve adattarsi alle mutevoli situazioni del combattimento.
Un secondo livello (il tre diventa uno) si ha quando, i tre archi lavorando assieme perfettamente coordinati e connessi dalle "tre chiavi di controllo" (C7, T11, osso sacro), sono sorretti dalla forza propulsiva della vita, del collo (i due sigilli) e del bacino. Sviluppano, così, una potente forza aspirale (Zhan Ssu Jin ), simile a quella di un ciclone che tutto travolge.
Così come la forza distruttiva del ciclone si sviluppa da un centro in continua rotazione alla stessa maniera la forza del Zhan Ssu Jin si sviluppa dal centro del corpo: il bacino.
Zhan Ssu Jin
Fig 6
".....Questa forza, che nasce dai movimenti a spirale del corpo, particolarmente dalle anche e dalla colonna, che si manifesta in movimenti di rotazione e rivoluzione delle mani, non si sviluppa in una sola direzione, ma é analoga, a quella di un serpente.
Il flusso del movimento nel corpo segue un percorso diretto e preciso lungo le linee delle correnti della forza e dell’energia, che partono dal bacino (vero centro motore del corpo) e raggiungono le estremità degli arti passando attraverso la colonna:
- Da un lato sale attraverso la colonna fino alla sommità del capo, passando a destra e sinistra sotto le scapole (articolazione scapolo-omerale), dirigendosi verso le braccia e le mani ( archi delle braccia ).
Dall’altro, scende fino alla base della colonna (articolazione sacro-iliaca), dirigendosi destra e sinistra verso la testa dei femori (articolazione coxo-femorale) e da li verso i piedi ( archi delle gambe ).
Il Zhan Ssu Jin presenta diversi livelli di sviluppo:
il primo, più superficiale, è quello muscolare (i muscoli si avvolgono intorno alle ossa, come serpenti attorno ad un ramo);
il secondo, più profondo,è quello osseo (le ossa si connettono l’un l’altro, e sviluppano la capacità di muoversi spiralmente : ossa e muscoli sono come due serpenti che si muovono intrecciati in spirali contrapposte);
il terzo, non più fisico, è quando l’intento della mente muove a spirale l’energia (yi/qi).
Le Sei Armonie ( Liu He )
Fig.7
Questo principio, è diviso in due parti : "Nei San He" - le tre armonie interne - e Wei San He - le tre armonie esterne -.
Armonie esterne: Mano in armonia con Piede * Gomito in armonia con Ginocchio * Spalla in armonia con Anca
Armonie interne: Mente / Intenzione, * Intenzione / Qi , * Qi / Forza
Le tre interne tra Yi, Qi e Jin concernono la dimensione psico-energetica e spirituale. La mente (yi ) è come un violino, che per potere emettere un suono armonico ( l’intenzione ), deve avere le corde perfettamente accordate.
Accordare la mente significa coltivare e armonizzare le sue qualità fondamentali : volontà, attenzione, concentrazione, coscienza, consapevolezza (Vedi articolo “Cultivating body, mind and energy” febbraio 2001) . Quando la mente così pacificata è in grado di concentrarsi per il tempo che lo desidera sui propri stati interiori allora, e solo allora, entrerà in un nuovo stato di coscienza tale da fare emergere la vera consapevolezza, felice connubio tra il " sapere fare " del corpo e la "conoscenza astratta " della mente. Quando il " sapere astratto " della mente diventa " sapere fare " con il corpo, " la pura intenzione " diffondendosi senza blocchi e resistenze passive, raggiunge senza sforzo il dantian addominale ed attiva il qi, il qi così attivato si trasforma in nei jin , e la nei jin fa muovere il corpo. Ma, affinché la forza interna, possa dispiegarsi senza dispersioni e resistenze occorre realizzare le tre armonie esterne.
Esse sono fisiche e concernono non solo i movimenti sincroni di mano/piede, gomito/ginocchio, spalla/anca, come la maggior parte pensa, ma cosa più importante la connessione strutturale interna (armonia) tra il sistema muscolo-tendineo e osteo-articolare. Che vuol dire :
* 1° armonia - quando un muscolo si muove sinergicamente si devono muovere all'unisono tutti gli altri ;
* 2° armonia - le ossa devono essere ben allineate e connesse per sostenere e armonizzare la struttura generale del corpo e devono muoversi a spirale come dei serpenti;
* 3° armonia - il sistema muscolo-tendineo deve lavorare in sintonia con quello osteo-articolare.
Riguardo quest’ultima è bene chiarire quale tipo di interazione devono intrattenere i due sistemi:
ossa e muscoli non intrattengono un semplice rapporto meccanico, ma sottile e vivo in cui gioca un ruolo determinante la mente (Yi). E’ un rapporto creativo non monodirezionale “ i muscoli muovono le ossa ” , ma interattivo “ le ossa muovono i muscoli, i muscoli muovono le ossa “, è come nel simbolo dello yin e dello yang dove l’interazione è circolare, è come due danzatori nel vortice della danza: cessa ogni differenziazione e gerarchia. Essere in grado di “ mettere la mente nelle proprie ossa ” significa svilupparne l’intelligenza motoria, così che le ossa non svolgano un ruolo passivo, ma attivo. Gli animali posseggono naturalmente questa capacità, l’essere umano al contrario deve essere coscientemente rieducato a questo uso naturale del corpo. Osservate un ghepardo in corsa, se ossa e muscoli non interagissero in maniera attiva, non potrebbe correre così velocemente. Quando le sei armonie sono realizzate si sviluppa la consapevolezza della forza nelle "sei direzioni" fondamentali (alto/basso, destra/sinistra, avanti/dietro).
Principio delle Sei Direzioni (Liu Feng)
Fig. 8
".....Il simbolo del Taiji, la sfera contenente lo Yin e lo Yang, non rappresenta solo una realtà metaforica, ma anche una realtà sostanziale, che si esplica, oltre che sul piano mentale, sul piano prettamente fisico-energetico. Questo vuole dire che il corpo si comporta come una sfera di energia e si sviluppa la consapevolezza della forza che si esplica uniformemente nelle sei direzioni fondamentali (in alto e in basso, avanti e indietro, a destra ed a sinistra ). E' come in un pallone , dove la spinta interna é uniforme in tutte la direzioni." .
Con lo sviluppo della forza nelle sei direzioni il cerchio si chiude, e si ritorna al punto di partenza: il corpo diventa una sfera di energia che ruota intorno al proprio asse centrale d’equilibrio (zhong ding); le varie parti strutturali si integrano funzionalmente tra di loro e si bilanciano l’un l’altra:
la parte anteriore con la posteriore,
l’alta con la bassa,
l’interna con l’esterna,
il centro con la periferia,
la destra con la sinistra;
il gioco dinamico delle forze raggiunge il suo punto di bilanciamento nel centro del dantian inferiore, e si sviluppa la capacità di difesa in tutte le direzioni contemporaneamente. Questa capacità di difesa non va intesa solo come fisica ma coinvolge l’intenzione cosciente (Yi) e la sua capacità di diffondersi nello spazio circostante creando intorno a sé un campo energetico e di forza sottile che i maestri chiamano Shi.