Bella 'sta cosa!
Il motivo di tale esecuzione super-rallentata?
Copio e incollo dal mio blog:
Ho parlato più volte di uno degli aspetti che differenzia la nostra pratica dalla pratica “classica”: il movimento rallentato. Molti diranno: “hai scoperto l’acqua calda, sistemi classici come il taiji adottano questa pratica da secoli!”.
E’ bene a questo punto spiegare le priorità e I risultati che si vogliono ottenere con questa tipologia di allenamento.
Nei sistemi classici (e nello specifico nelle arti marziali “interne”) si vogliono raggiungere risultati di tipo energetico e di benessere. Molto spesso è facile “cadere” in corsi “new age” dove si respira molto spesso un aria di misticismo: l’insegnante è molto spesso vicino alla figura di un santone, piuttosto che di un artista marziale. Altri potranno sostenere il fatto che esistono scuole/maestri che insegnano un sistema interno più marziale, e dove vi è una reale applicazione energetica In un contesto di reale…
Noi cerchiamo un qualcosa di differente e di tangibile fisiologicamente. Quindi è una pratica che poi deve darci risultati sul nostro corpo e sul nostro movimento. Ricordo sempre che è fondamentale imparare a non contrastare la forza di gravità e un eventuale forza in arrivo (in genere la forza dell’avversario), come sappiamo il nostro cervello e le nostre reazioni sono gestite dal cervello Rettiliano: dobbiamo quindi riprogrammare i nostri movimenti. Uno degli esercizi che ci porta a questi risultati è proprio la pratica al rallentatore.
Tutta la difficoltà di questo esercizio sta nel capirsi sul termine "al rallentatore": intendo proprio dire di cercare di muoversi il più lentamente possibile, in modo che il movimento sia impercettibile.
Le persone hanno molte difficoltà ad accostarsi a questa tecnica. Nella nostra civiltà maniaca della grandezza, ricca e consumista, pare assurdo che un piccolo movimento lentissimo possa ottenere un vero grande risultato. Oltre al fatto che in genere le attività sportive sono molto dinamiche, e si cerca molto spesso il potenziamento muscolare (che tende a bloccare il movimente e a rendere il corpo poco sensibile).
Oltre ai disturbi che già abbiamo citato, c'è da dire che muovere veramente tutti i muscoli del corpo riuscendo a controllarli pezzo per pezzo, è una terapia che ha dato risultati strabilianti nelle malattie che provocano la degenerazione dei muscoli. Da una parte si rallenta il decadimento, dall'altra si riesce a sostituire in parte i muscoli inerti con altre fasce muscolari educandole a muoversi in modo appropriato. Infine il movimento totale solleciterebbe lo sviluppo della mente. Infatti ogni muscolo sarebbe collegato a una precisa zona del cervello (Rettiliano). Riattivando i muscoli che generalmente non utilizziamo, o utilizziamo male, si otterrebbe un risveglio delle zone cerebrali a essi collegate.
Puoi muovere qualunque parte di te in qualunque modo: ricordati che il movimento non deve essere ampio, le torsioni vanno solo accennate. Piccoli movimenti lentissimi.
Via via che prenderai confidenza con il rilassamento e ti ricorderai di usarlo durante tutto l’arco della giornata, ti renderai conto che se sei rilassato stai meglio, sei più in forma, sei più veloce e più forte. Potrai affrontare meglio qualunque sforzo fisico, partendo da uno stato di distensione muscolare. Sarai più ricettivo e predisposto a far lavorare in sinergia mente razionale e irrazionale. Infine apprezzerai sempre di più la calma che ti permette di reagire più efficacemente davanti alle difficoltà.
La pratica al rallentatore è un elemento chiave, un segreto, della nostra pratica che portiamo avanti anche tramite un lavoro di adattamento in coppia. Per ricollegarci ai concetti scritti precedentemente, sarà fondamentale cominciare ad imparare a reagire a movimenti (apparentemente) privi di movimento e di pressione.