Credo che quella mentalità fosse mutuata da un certo modo di intendere vita, morte, sacrificio, dei Samurai.
Credo anche che sia una delle componenti che rendono implacabile un guerriero o un combattente, l'assenza di scrupoli, di paura, di rimorsi.
Come dice giustamente Ryujin, Kase non temeva certo la morte, o alemno non quando rischiava la vita, per il resto si, diceva che non amava ne le botte ne l'idea di morire, ma quando c'era da combattere no, nessun pensiero, nessun timore, nessuna esitazione, le ragioni per cui farlo erano troppo superiori a ogni timore.
Si credo che le AM in generale siano permeate da quelo spirito, il punto semmai è quanto questo riesca a replicarsi nei Dojo.