Ma benrigiunto in Italia!
Ma grazie!
Parliamo un po' dell'esperienza newyorkese, a partire dal Glory: primo KO di Giorgio, come l'avete presa?
Spero sia il primo ed ultimo della sua carriera...ovviamente se fossimo stati seduti sul divano non sarebbe successo! (ride)
Ma questa è la professione che abbiamo scelto di intraprendere e bisogna mettere in conto che le sconfitte capitano e fanno parte del percorso.
Ovviamente anche le esperienze negative contribuiscono alla formazione dell'atleta e concorrono alla sua crescita professionale per un miglioramento futuro.
Questo KO comunque non toglie nulla all'eccellenza di Giorgio che rimane un campione...in fondo una sconfitta su oltre ottanta match non è poi così incisiva..
Giorgio come l'ha presa?
Per Giorgio la sconfitta in sé non è un problema, da professionista qual è sa benissimo che può capitare di perdere. Tutti i grandi campioni hanno perso, senza però farsi abbattere o perdere la fiducia in loro stessi.
Il suo cruccio piuttosto è l'ennesimo infortunio alla mano sinistra.
Stiamo ora valutando la strada da seguire per cercare di risolvere definitivamente il problema. Non voglio ora fare ipotesi sui tempi di guarigione o futuri match, Giorgio si prenderà il tempo che occorre per una completa guarigione: la salute innanzitutto.
In bocca al lupo!
Raccontaci un po' dell'organizzazione statunitense.
Ottima, location incredibile: il Madison Square Garden rappresenta un tempio per lo sport da combattimento, gli atleti di casa avevano un ottimo livello ed il pubblico era caldissimo nonostante non sia ancora così tanto famoso come sport da combattimento, rispetto alle MMA.
Poi in generale mi è piaciuta molto New York, lo stile di vita e l'accoglienza ricevuta: gli americani sono bella gente.
Spostiamoci ora ad Est, e raccontaci dell'esperienza di Armen a San Pietroburgo.
Armen ha cominciato bene con questo avversario difficile: la prima ripresa è stata sua, nella seconda e terza ripresa Nabiev ha trovato la giusta distanza e ritmo e ha prevalso, vittoria meritata.
Ovviamente speriamo in un rematch.
L'organizzazione russa è stata professionale al 100% ed il livello degli atleti è davvero alto, non tanto come tecnica in sé ma quanto per la carica agonistica degli atleti: ottimamente preparati e “duri”.
Ma c'è qualcosa che suggeriresti nell'organizzazione di questi eventi?
L'organizzazione a questi livelli non lascia nulla al caso anche se, secondo me, alcuni miglioramenti possono essere fatti, ma ora parlo in generale: come sai, tengo molto alla tutela degli atleti e secondo me il fatto che ci siano regolamenti diversi e specifici in ogni competizione in particolare riferito alle protezioni, a volte non soddisfa quelli che per me sono requisiti minimi per salvaguardare l'articolazione delle mani degli atleti.
Per fare un paio di esempi: a Tokio nel 2009 abbiamo dovuto rifare ed alleggerire i bendaggi 3 volte perchè ritenuti non idonei; stessa cosa al Glory a Chicago ad un altro atleta (non del nostro Team), che per fortuna però non si è fratturato e qui a New York Giorgio non è stato l'unico ad incorrere in questo tipo di infortunio.
Ad ogni modo l'articolazione della mano è delicata e va preservata il più possibile: il bendaggio è necessario alla protezione degli atleti, non va ad acuire il colpo sull'avversario.
Ad ogni modo, chiederemo negli impegni futuri di rendere possibile un bendaggio professionale per i nostri atleti.
Quindi posso presumere che al Gorizia Fight Night i bendaggi consentiti erano diversi da quelli utilizzati negli eventi sopra citati?
Assolutamente sì. Abbiamo adottato un bendaggio più corposo, simile a quello utilizzato nel pugilato professionistico.
Una serata di sport di combattimento “a casa”: ha dato soddisfazione? Ce ne saranno altre?
Organizzare è un grosso impegno che porta via tantissimo tempo, ma sono contento del lavoro fatto da tutto il Team Satori: ognuno ha dato il suo contributo e si è speso per la riuscita di una serata perfetta, sia dal punto di vista dell'allestimento e gestione dell'evento che per la risposta del pubblico, nonostante Gorizia non sia né New York, né San Pietroburgo, né Milano.
Molto probabilmente nel 2014 ripeteremo l'esperienza, sperando di poter crescere sempre di più.
Sappiamo che attualmente fai parte dell'organizzazione Fight1 come responsabile per la formazione, che ne pensi di questa nuova realtà?
E' un progetto in cui credo, stiamo lavorando affinchè diventi la realtà degli sport da combattimento in Italia. Insieme a Giorgio ed Armen mi occupo personalmente di formare i futuri istruttori: il primo gruppo è già stato formato e stiamo lavorando sul secondo gruppo di istruttori di primo livello. Organizziamo inoltre degli allenamenti trimestrali presso la Pro Evolution Fight di Desio per mantenere aggiornati i nostri ragazzi e monitorare costantemente il loro lavoro.
Sono contento del risultato ottenuto quest'anno sia come qualità raggiunta dagli istruttori che come partecipazione, anche in occasione del camp estivo a Gattico Novara organizzato da Marco Ferrari e Valentino Fantini abbiamo avuto numerosi riscontri e sicuramente riproporremo l'evento il prossimo anno.
Qualcosa da aggiungere prima di salutarci?
Sì, che sono sempre orgoglioso dei miei allievi, dai bambini, agli amatori, agli agonisti ed è sempre un piacere vedere che si appassionano a questo sport.
E adesso andiamo a berci una birretta!
Yeah!
by Aliena