Mi spieghi però chi è "Saso"?
Michael Saso è un mito per qualunque cristianista che si interessi di religioni orientali... ho letto "un sacco" di roba sua, nel corso degli anni, e ho seguito le sue peripezie (tramite racconti ahimé di seconda mano) quando internet in Brianza ancora non era arrivato.
...e mentre cercavo un sito internet da linkarti per evitare di scrivere la sua (immensa) biografia, ecco che mi capita tra le mani l'onnisciente wikipedia:
http://en.wikipedia.org/wiki/Michael_SasoUna piccola obiezione: nel caso del cattolicesimo e del taoismo stai studiando fenomeni religiosi con categorie culturali completamente differenti e quindi puoi continuare a distinguere nettamente le due cose. E nel caso invece studiassi i movimenti ereticali cristiani, l'ebraismo, o il pensiero di alcuni mistici cristiani, non sarebbe la stessa cosa, perchè metterebbe in discussione anche il tuo cattolicesimo, attraverso differenti interpretazioni dei medesimi contenuti culturali.
In quel caso potresti continuare a star comodo nella parrocchia di casa tua in maniera assolutamente aproblematica?
Rapportalo al Taiji e vedi che anche lì tale obiezione mi sembra possedere un suo senso e una sua validità.
Secondo me l'obiezione non regge
semplicemente perché puoi distinguere il campo dei tuoi studi da quello del tuo credo; e poi perché nessuna ortodossia è così rigida come può sembrare: pensa che Giovanni Reale, ai tempi, si pronunciò a favore dell'eutanasia per l'Englaro - e non c'è studioso più cattolico di lui. E io posso studiare i valdesi e rimanere cattolico ortodosso - anzi, il gesuita Harrington, eminente studioso di Matteo, è anche grandissimo appassionato ed esperto di ebraismo e giudaismo formativo.
...altrimenti possiamo ampliare il discorso a tutta quanta l'esistenza: se sopravvivo ad un attentato terroristico, "posso continuare a star comodo nella parrocchia di casa mia in maniera assolutamente aproblematica?". Il problema è che in realtà non si dovrebbe stare seduti neppure nella parrocchia di casa, ma alzarsi, inginocchiarsi, camminare, approfondire, meditare, ruminare, leggere e porsi domande, e
continuare a frequentare fino in fondo. Perché è troppo facile sentirsi a disagio alla prima lettura di un saggio del Merlo
altrimenti si rischia di essere quel che Moravia (e credo gli amici romani) definiva "banderuola". E una banderuola non arriva da nessuna parte, gira a vuoto.
Così nel tjq: magari leggo, studio, mi informo muovendomi (non iutiub, grazie: i video sanno essere persino più manipolatori dei libri), ma intendo continuo ad abitare a casa mia, e a viverci bene e a viverla fino in fondo.
Ricordi il Discorso di Cartesio? A memoria direi: parte terza