Quel testo è prezioso.....
molto riduttivamente .....lo Dzogchen è uno stato che va al di la della mente duale e quindi anche il solo parlare puo' essere fuorviante..si tratta di un stato di presenza al di la dello spazio e del tempo....ma qualsiasi discorso e' ripeto per la mia grande ignoranza di poco aiuto..
anche se puo' avere degli aspetti communi ...ha un suo sapore e modalita' di espressione trasmissione....
Solitamente rientra nella parte finale di un programma di corpus di tecniche presenti nel Buddismo Vajirayana ....che inizia con 5 pratiche fondamentali da ripetere 100.000 volte....ma ovviamente c'è un iter che richiede un insegnate qualificato che ti segua passo dopo passo e verifichi le tappe effettuate....
Inserisco alcuni frammenti per una visione a 360 :
Tib., rDzogs-pa ch'en-po; Grande Perfezione
Skt., mahasandi; Grande Completezza
Il termine è spesso usato per abbreviare la forma del termine tibetano Dzog-pa Chen-po, che tradotto letteralmente significa "Insegnamenti della Grande Perfezione". Inteso meno letteralmente, lo Dzogchen è stato definito come "lo stato auto-perfezionato dell'individuo"[Norbu, Dzog Chen e Zen], lo "stato di totale completezza" [Norbu, Esperienza Primordiale] o "l'insegnamento della auto-perfezione spontanea" [Norbu, Il Cristallo].
Dzogchen è spesso considerato come il nome di una specifica scuola di Buddhismo Vajrayana, in più è, abbastanza semplicisticamente, il nome Tibetano per lo stadio più elevato dei Tantra Interni come definiti dalla scuola Nyingmapa, ed ha molto in comune con la Mahamudra ed alcuni insegnamenti Lamdre di altre scuole Tibetane. Molti dei maggiori insegnanti, insegnamenti e testi che appartengono allo Dzogchen possono essere trovati negli insegnamenti Nyingtig.
Lo Dzogchen è, o fu, qualche volta considerato come un'eresia, specialmente dalla scuola Gelugpa, principalmente perchè condivide alcuni punti di vista con il Buddhismo Cinese Ch'an (influenzato dal Taoismo) e con la tradizione Shaiva del Kashmir. Così, la maggioranza dei testi dello Dzogchen sono stati esclusi dal canone Buddhista Kanjur, la famosa collezione di testi sacri risalente al tredicesimo secolo di Bu-ston. In ogni caso, aderenti alle scuole Gelugpa e ad altre scuole hanno riconosciuto il valore ed il potere degli insegnamenti Dzogchen e spesso lo hanno praticato (per esempio il 5° Dalai Lama); e se necessario, lo fecero in segreto.
Gli insegnamenti Dzogchen sono stati trasmessi principalmente dalla scuola Nyingmapa, la prima e più antica delle scuole Tibetane. La Tradizione è ancora molto viva e presente in Occidente, specialmente attraverso Namkhai Norbu. Grazie al suo addestramento e alla sua formazione, grazie alla sua conoscenza del Tibetano, del Cinese, del Mongolo e dei moderni linguaggi occidentali, e grazie alla sua diligente ricerca delle origini primitive della cultura Tibetana, (vedi Zhang Zhung) si è venuti a conoscenza che lo Dzogchen ha radici indipendenti dal Buddhismo (vedi Bön), e che gli aspetti importanti della sua attualità precedono gli insegnamenti Buddhisti che raggiunsero il Tibet dall'India alla fine del settimo secolo.
Una delle più interessanti, e piuttosto uniche, caratteristiche degli insegnamenti Dzogchen è il metodo non gerarchico, un metodo che lascia allo studente/praticante molto spazio alla sua individualità, ed al ruolo sociale che egli/ella svolge nella vita. Un insegnante Dzogchen non chiederà, a differenza di molti altri maestri o guru, la cieca obbedienza nel senso di "Segui le mie regole insindacabilmente ed obbedisci ai miei precetti!" Invece, l'insegnante Dzogchen cerca di trasmettere una particolare conoscenza, di risvegliare la mente dello studente e di rendere l'individuo consapevole della natura innata e primordiale della consapevolezza.
Un tale maestro Dzogchen dirà piuttosto questo :
"Aprite il vostro occhio interno ed osservate voi stessi. Fermate la ricerca di un lampo di illuminazione che vi illumini dall'esterno, ma accendente la vostra lampada interna. Così gli insegnamenti verranno a vivere in voi, e voi negli insegnamenti. L'insegnamento deve diventare una conoscenza vivente i tutte le proprie attività quotidiane. Questo è nell'essenza della pratica, ed oltre a questo non c'è niente altri di particolare che debba essere fatto."
[Norbu, Dzogchen,]
Lo Dzogchen è spesso comparato al Buddhismo Cinese Ch'an ed è sempre stato definito "lo Zen Tibetano". Ad un certo grado, la comparazione certamente tiene ed è abbastanza rilevante. Un tipico aneddoto Dzogchen che risulta simile a molte delle storie-insegnamento dello Ch'an/Zen illustrerà il punto.
Un giorno un visitatore venne a visitare il famoso maestro Dzogchen Yundon Dorje Bal (1284-1365). Il visitatore chiese "Voi praticanti Dzogchen, voi state sempre facendo meditazione, giusto?" Yundon Dorje Bal rispose "Su cosa si suppone che io stia meditando?" "Ah", il visitatore allora disse, "allora voi praticanti di Dzogchen non meditate?" Questa volta il maestro replicò dicendo "Quando mai io sono distratto?"
Anche riguardo dell'importante questione della presenza mentale, importante almeno per i praticanti Buddhisti, sia lo Zen che lo Dzogchen, mostrano un profondo apprezzamento per un particolare consiglio di Siddharta Gautama Shakyamuni Buddha (563-483 BCE) su questo argomento. Il Buddha disse, come è ricordato nel Prajnaparamhita Sutra, che mentre uno è in piedi dovrebbe essere consapevole di essere in piedi, quando uno dorme dovrebbe essere consapevole di dormire, quando uno è sano o malato, sia pienamente consapevole di qualsiasi condizione. Un altro punto di vista molto simile tra lo Dzogchen e lo Zen, è il fatto che entrambi non cessano di dichiarare di non essere una religione o una fede, ma semplicemente una via di conoscenza. Entrambi si definiscono come sistemi filosofici e/o psicologici che trascendono ogni limite religioso e culturale. Similmente allo wu-wei (Cinese, "azione all'interno della non-azione") del Taoismo e del Buddhismo Ch'an, anche lo Dzogchen conosce ed insegna un principio di non-azione (Tib., bya-bral, "puro potenziale").
Tali strette similitudini tra i due sistemi, comunque, possono facilmente condurci ad esaminare la maggiore differenza, che è la differenza tra il graduale sentiero del monaco Zen basato sul Sutra Mahayana, ed il sentiero istantaneo di ispirazione Bon e Tantrica dei praticanti Dzogchen.
A volte questi insegnamenti sono anche riferiti come "la Sacra Grande Perfezione" (Tib., bka' rdzogs pa chen po). In ogni caso, anche se il termine Dzogchen non appare completamente in un dato testo, come negli scritti più antichi, gli insegnamenti possono essere riconosciuti da termini ed espressioni che sono sinonimi virtuali del termine Dozgchen:
spontaneamente perfetto Tib., lhun-grub
segreta essenza del cuore (gsang ba snying thig)
omni-inclusivo stato dell'individuo Tib., bdag-nyid chen-po
stato di pura e totale presenza Tib., byang-chub kyi-sems, Skt., bodhicitta
il grande centro dello stato di pura e totale presenza Tib., snying-po byang-chub kyi-sems
terreno primordiale del grande centro dell stato di pura e totale presenza
Tib., ye-gzhi snying-po byang-chub kyi-sems
Nella storia di questa antica tradizione, i regni quasi dimenticati di Zhang Zhung e Oddiyana giocano il maggior ruolo. Entrambi queste regioni sono state spesso considerate come puramente leggendarie, sebbene siano oggi riconosciute come regni con distinte tradizioni e che hanno chiaramente e fortemente influenzato lo sviluppo culturale del Tibet e dei paesi vicini.
I sei versi del Vajra
La natura delle diverse cose non è duale
Ma ciascuna, nel suo stato, è al dila dei limiti della mente.
Della condizione "come è" non c'è concetto
Ma la visione si manifesta: tutto è bene.
Tutto è già compiuto, perciò, superata la malattia dello sforzo,
Ci si trova nello stato autoperfezionato: questa è la contemplazione.
(tratto da: Dzog-Chen, Namkhai Norbu, Ubaldini Editore)
Il Canto del Vajra
Non nato,
ma che continua senza interruzione,
senza andare né venire,
onnipresente,
Dharma supremo,
spazio immutabile, senza definizione,
spontaneamente autoliberantesi
- stato perfettamente aperto -
esistente dal principio,
autocreatosi, senza essere in un luogo,
senza niente di negativo, da rifiutare,
e senza niente di positivo, da accettare,
espansione infinita, che penetra dappertutto,
immensa, senza limiti né legami,
senza che ci sia neanche qualcosa da dissolvere
o da cui liberarsi,
presente al di là di spazio e tempo,
esistente dal principio,
immenso Yìn, spazio interno,
raggiante chiarezza, come il sole e la luna,
autoperfezionato,
indistruttibile come il vajra,
stabile come la montagna,
puro come il loto,
forte come il leone,
incomparabile godimento
al di là di tutti i limiti,
illuminazione,
equanimità,
vetta del Dharma,
luce dell'universo,
stato perfetto dall'origine.
(tratto da: Il Cristallo e la Via della Luce, Namkhai Norbu, Ubaldini Editore)
Namkhai Norbu
La Comunità Dzogchen
La Comunità Dzogchen è costituita da coloro che sono interessati a seguire e praticare l’insegnamento Dzogchen. Fondata da Chögyal Namkhai Norbu in Italia nella seconda metà degli anni settanta, la Comunità Dzogchen si è sviluppata rapidamente in vari Paesi del mondo assumendo una dimensione pienamente internazionale.
Oggi la Comunità Dzogchen conta migliaia di soci distribuiti in oltre quaranta paesi.
L’organizzazione della Comunità è anch’essa frutto della visione di Chögyal Namkhai Norbu: i Gar (lett. residenze, cioè i siti di maggiori dimensioni) e i Ling (siti più piccoli) formano un grande Mandala (lett. cerchio) che unisce le varie aree geografiche del mondo. Simbolicamente il Mandala rappresenta l’universo così come viene percepito dall’individuo e, in questo caso concreto, i luoghi dove si pratica l’insegnamento.
Nella visione del Mandala non esistono rapporti di gerarchia tra i vari Gar or Ling, o tra Gar e Ling, ma solo un rapporto di collaborazione e cooperazione.
Gar nel mondo: in Europa, Merigar West (Italia) e Merigar East (Romania); in Nord America, Tsegyalgar East (USA, Massachusetts) e Tsegyalgar West (USA, West Coast-Messico); in Sud America, Tashigar North (Venezuela) e Tashigar South (Argentina); in Oceania, Namgyalgar (Australia).
Ai Gar sono collegati i Ling, che a loro volta rappresentano i nuclei di base della Comunità. Diversi Ling sono sorti nelle grandi città (ad esempio Roma, Barcellona, New York, Mosca).
Chögyal Namkhai Norbu
Chögyal Namkhai Norbu nasce a Derghe, nel Tibet orientale, nel 1938. Da bambino viene riconosciuto come reincarnazione del grande Maestro di Dzogchen Adzom Drugpa (1842-1924) e successivamente, dal sedicesimo Karmapa, come la reincarnazione di Shabdrung Ngawang Namgyal (1594-1651), primo Dharmaraja del Bhutan.
Ancora adolescente completa il rigoroso percorso di studi tradizionale, ricevendo insegnamenti da alcuni dei più grandi maestri dell’epoca. Nel 1955 incontra Changchub Dorje (1826-1961), il suo principale maestro di Dzogchen, il cui stile di vita e modo di insegnare lo ispireranno profondamente.
Nel 1960, in seguito al deterioramento della situazione sociale e politica in Tibet, si trasferisce in Italia accettando l’invito del Prof. Giuseppe Tucci, noto orientalista, e contribuendo così a dare un impulso concreto alla diffusione della cultura tibetana in Occidente. Nei primi anni sessanta lavora all’Ismeo (Istituto per il Medio e l’Estremo Oriente) a Roma, e in seguito, dal 1962 al 1992, insegna lingua e letteratura tibetana e mongola all’Istituto Universitario Orientale di Napoli. I suoi lavori accademici denotano una profonda conoscenza della civiltà tibetana, e una tenace volontà di mantenere vivo e facilmente accessibile lo straordinario patrimonio culturale del Tibet.
Alla metà degli anni settanta, dopo avere insegnato per alcuni anni Yantra Yoga a Napoli, Chögyal Namkhai Norbu incomincia a dare insegnamenti Dzogchen, incontrando un crescente interesse dapprima in Italia e poi in tutto l’Occidente. Nel 1981 fonda la prima sede della Comunità Dzogchen ad Arcidosso, in Toscana. Nel corso degli anni migliaia di persone diventano membri della Comunità Dzogchen in tutto il mondo. Sorgono centri negli Stati Uniti, in varie parti d’Europa, in America Latina, in Russia e in Australia.
Nel 1988 Chögyal Namkhai Norbu fonda ASIA (Associazione per la Solidarietà Internazionale in Asia), un’organizzazione non governativa impegnata soprattutto in progetti educativi e medico-sanitari rivolti alla popolazione tibetana.
Nel 1989 Chögyal Namkhai Norbu fonda l’Istituto Shang Shung con il compito di salvaguardare la cultura tibetana promuovendone la conoscenza e la diffusione.
Ancora oggi Chögyal Namkhai Norbu viaggia costantemente in tutto il mondo tenendo conferenze e ritiri cui partecipano migliaia di persone.
Lo Dzogchen o Dzogpa chenpo, 'La Grande Perfezione', è lo stato primordiale, incondizionato, naturale e puro di ogni essere senziente, preesistente a ogni manifestazione o stato mentale. L'Insegnamento Dzogchen, la via per realizzare la conoscenza di questa condizione, è considerato la vetta di tutte le scuole del Buddhismo, il cammino più immediato verso il progresso spirituale dell'individuo.
Piuttosto che una dottrina religiosa o filosofica è meglio definito come un sistema di conoscenza interiore, data la grande importanza che pone sullo sviluppo della consapevolezza individuale.
Questo percorso di svelamento, più che apprendimento, è aperto a tutti, non presuppone né esclude l'appartenza a qualsivoglia credo religioso o filosofico e richiede un lavoro costante sulla consapevolezza di sé. La libertà personale è un aspetto essenziale e dunque non vi è alcun obbligo di seguire regole o prendere voti monastici.
Il Maestro Chögyal Namkhai Norbu afferma: "Lo Dzogchen non chiede di cambiare religione, filosofia o ideologia, e neppure di diventare diversi da quello che si è, chiede soltanto di osservare se stessi e di scoprire la 'gabbia' che ci siamo costruiti con tutti i nostri limiti e condizionamenti. Insegna a demolire questa gabbia senza crearne un'altra, in modo da diventare liberi e autonomi."
La pratica essenziale consiste nel riconoscere ed espandere la profonda conoscenza di sé stessi attraverso le diverse esperienze dell'esistenza. Per questa ragione, la conoscenza dello Dzogchen e il percorso per realizzarla, renderla stabile e integrarla nel nostro quotidiano sono particolarmente adatti alle circostanze e necessità della vita moderna.
Custodito e tramandato in Tibet nel corso dei secoli, questo insegnamento ha sviluppato una letteratura di inestimabile valore. Molti maestri di Dzogchen si sono distinti per il loro genio e la loro grandezza spirituale, lasciandoci un notevole patrimonio di saggezza, trasmesso in linea ininterrotta fino ai nostri giorni. Tra gli esponenti contemporanei di questa antica tradizione, Chögyal Namkhai Norbu è un Maestro di indiscusso prestigio e autorevolezza, primo a diffondere in occidente questo prezioso insegnamento.
http://www.dzogchenmilano.it/dzogchen.html