IL SIGNIFICATO DELLA PRATICA

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Offline Bingo Bongo

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Re:IL SIGNIFICATO DELLA PRATICA
« Reply #150 on: December 13, 2011, 16:53:25 pm »
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Guarda, provo a fare esempi usando il linguaggio tecnico (e mi perdoneranno i non Aikidoka) rispetto a come la penso, a come l'ho sentita e a come la trovo più calzante parlando di AM.
Il grandissimo è anche quello che riesce a non far cominciare lo scontro, mentre se lo scontro ha inizio, tolti i film, è abbastanza improponibile, oltre che un pò ipocrita, non menare le mani, quando lo scontro è iniziato, significa che il ragionarci ha fallito, che lo spazio per educazione, civiltà, morale eccetera è finito.......

Io penso che l'Aikido non lo faccia né tori né uke. L'Aikido esiste solo in seno al rapporto fra uke e tori e nasce solo dal confronto di entrambi. Se uno dei 2 manca allora niente Aikido. Sembra scontato che nelle AM sia necessario il confronto, ma un karateka per me è un karateka  indipendentemente dal suo avversario, mentre l'Aikido senza uke non esiste. Per questo che, forzando, se l'obiettivo (diciamo anche quello dell'ultimo Ueshiba più spirituale per mille motivi) è che uke capisca di sbagliare nella sua volontà aggressiva. Se tutti gli uke lo capissero l'aikido non avrebbe più senso se non, in quel momento, davvero come pratica del corpo e basta. Sto facendo spirito.
Per quanto riguarda "I movimenti circolari non devono sparire, ma dovrebbero entrare dentro il praticante, anche fino a non essere più visibili" sono d'accordo e lo sono così tanto che aggiungo che questo richiede non solo tanta pratica, ma sopratutto tanta testa. E non riguarda solo l'Aikido e non riguarda solo i movimenti circolari. Hai detto una cosa fondamentale. Se dici questo hai capito da dove nasce il movimento.
Poi magari per te a tutt'altro senso, però per me questa frase è la descrizione del movimento nell'Arte Marziale. Ed è la perfetta unione di intenzione e corpo.
 :)

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Offline Paguro49

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Re:IL SIGNIFICATO DELLA PRATICA
« Reply #151 on: December 13, 2011, 17:36:47 pm »
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Si,in pratica penso, tanto per l'Aikido, quanto per il Karate o qualsiasi altra disciplina marziale e di combattimento, che certe cose siano e dovrebbero continuare ad essere, didattica e studio, utili a far vedere e comprendere determinate cose a chi guarda, a chi approccia quei movimenti.
L'Iriminage di tissier, tanto per fare un esempio, è bellissimo da vedere, ma allo stesso modo lo trovo improponibile se non come studio della fisica di quella tecnica.
Portare un'altra persona a girare così tanto, fino quasi a toccar terra, per poi inserire Irimi nage, è utile per comprendere Tenkan e Irimi Tenkan, per capire che si agisce sia sul rachide cervicale di Uke, sia sul suo naturale istinto a tornare eretto, ma da qui a poterla realmente applicare così ce ne passa, occorre il tipo che si sacrifica o che ti sviene in mano.
Altra cosa è portare tutto quel concetto di movimenti dentro di sè, farli propri al punto da eseguirli pur senza platealità.
Qui Tissier che esegue con tutti i crismi della didattica, bellissimo ma, a mio parere, non riproponibile realmente senza collaborazione di Uke
Aikido master - Shihan Tissier - Iriminage
Qui, perdonatemi tutti ma è il primo che ho beccato in rete, lo stesso gruppo di movimenti, con gli stessi principi, interiorizzato e reso praticabile da quel panzone di Seagal, che almeno come Aikidoka è migliore che come attore.
Steven Seagal Irimi nage
Credo si noti l'enorme differnenza estetica, ma tecnicamente non sono così distanti.
« Last Edit: December 13, 2011, 17:42:51 pm by PaguRonin »
La divina scuola dello schiaffazzo argenteo vigila su di voi, mentre la divinissima università dello sputazzo ligneo vi inumidisce la vita