In generale la qualità e la didattica dell'insegnante per me è un fattore determinante, più importante della scelta della disciplina.
Il wc non riesco a farmelo piacere. Ho solo fatto una giornata di scambio interstile molto amichevole(mezza di wc e mezza di kali, in modo che ciascuna delle due scuole potesse farsi un'idea della pratica dell'altra) e visto solo qualche suo derivato nel jkd. Come disciplina fine a se stessa non fa per me. Le sue forme le trovo orrende e non mi ispirano affatto. Potrei scambiare volentieri con un insegnante ma mi interesserebbe solo “incrociare le braccia” come dicono loro ossia mi starebbe bene se mi insegnasse qualcosa ma direttamente in chi sao o almeno in esercizi semiliberi.
Il taekwondo sportivo (non ricordo il nome della federazione identificativa). C'è un influenza pure della mia età ma concettualmente cominciano a farmi storcere il naso già i calci medi, figuriamoci quelli alti.
Persino nel sikaran che talvolta sembra avere affinità con il taekwondo, considero bersagli alti i genitali e il bacino e lo identifico soprattutto con “giochi” molto bassi.
Un'impressione simile alla disciplina koreana, associata a fin troppa spettacolarità per i miei gusti, ce l'ho pure per il viet vo dao e simili. Probabilmente ne ho una conoscenza troppo vaga e superficiale ma a differenza della thai o della boxe birmana fatico a collocarle con i ventagli di stili di kali e silat nella mia idea di am del sud-est asiatico.
Stili che cercano di imitare gli animali. Mi può star bene la metafora per rendere l'idea di alcuni movimenti. La posizione bassa in cui mi si dipinge l'immagine della tigre pronta a muovere l'assalto mi può sta bene.
Quando si cerca di cambiare la posizione per farmi possedere dallo spirito della tigre, a meno che non si parli della “tigre” o “pantera del ribaltabile”, comincio a essere perplesso!
In breve, accetto le metafore, non le esasperazioni.