IL SIGNIFICATO DELLA PRATICA

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Offline Gelo - Killer Whale is back!

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Re:IL SIGNIFICATO DELLA PRATICA
« Reply #105 on: December 12, 2011, 14:10:28 pm »
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No Gelo, se conosci solo e soltanto il gesto ammorbidito per non far danni, conoscerai un gesto che non fa danni.
Il guaio è che quel gesto è l'evoluzione di un gesto che i danni li fa.
A quel punto, in un momento di pratica un pò più spinta (parlo di Dojo e non di strada) può accadere che la linea si sposti, la presa non sia perfetta, la direzione si allarghi un pochino e....track....succede il guaio.
Li scopri l'Aikidoka amorevole che impallidisce, balbetta delle scuse, non aveva idea che quel gesto "amorevole" portato in quel modo, facesse tanto casino.
Ecco di cosa parlo.

Aspetta un momento, forse partiamo da presupposti che diversi.

Quando ho insegnato a tirare un Jab o un Diretto dicendo di portarlo al naso, ho sempre sottolineato che basta poco per far sanguinare il naso e che dovevano andarci piano per non sfregiarsi a vicenda. Nelle lezioni di Ju Jutsu, quando il maestro spiega una qualsiasi leva, fà sempre presente che basta poco per trasformare una leva fatta male in un infortunio grave.

Se io spiego una leva ed un colpo e non faccio presente quanto possano essere pericolosi, allora non mi ritengo in grado di insegnare qualcosa.
Non avere timore, innanzi ai tuoni nemici.
Sii impavido e retto, cossichè Dio possa amarti.
Dì sempre il vero, anche se ti conduce alla morte.
Salvaguardia gli indifesi e non fare torti.
E' il tuo giuramento!
(schiaffo)
E questo, affinchè te ne ricordi!
Sorga un cavaliere.

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Offline Paguro49

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Re:IL SIGNIFICATO DELLA PRATICA
« Reply #106 on: December 12, 2011, 15:02:50 pm »
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Eccoci :sur:
Purtroppo, moltissimi sostenitori della "via della pace e dell'amore universale" fanno proprio così, insegnano la versione blanda o cauta di una tecnica senza dar conto delle sue origini, di cosa può accadere eccetera.
Succede così che molti praticanti ignorino di praticare una AM in senso pieno, convinti che sia solo e soltanto dissuasione pacifica, per nulla consci del fatto che, quel gesto nasce per fare X danni, non per far coccole a sconosciuti, che viene elaborato o elevato al punto di poterlo ugualmente portare senza fare quei danni, ma attraverso un percorso, non così di partenza.
Allora vedi Dojo dove Uke subisce perchè "deve" subire, non perchè ciò che fai lo porta a subire, trovi maestri che, se non gli svieni fra le mani ti dicono "hey hey no, qui si fa Aikido, tu devi cadere".
Ecco io penso che questo modo di praticare, non solo danneggia l'immagine della disciplina favorendo tutta la motivatissima ironia che la circonda, ma è pure pericoloso, perchè poi capita di sbagliare e, sempre per errore, di fare la tecnica per come è davvero, con tutte le dolorose conseguenze del caso.
Quei praticanti li, non fanno male a nessuno perchè "non sanno far male a nessuno", quindi non sono in grado di nuocere, mica lo scelgono.....salvo poi quando incappano nell'errorino che è sempre dietro l'angolo. ;)
La divina scuola dello schiaffazzo argenteo vigila su di voi, mentre la divinissima università dello sputazzo ligneo vi inumidisce la vita

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Offline Ethan

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Re:IL SIGNIFICATO DELLA PRATICA
« Reply #107 on: December 12, 2011, 15:04:15 pm »
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 una consuetudine

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Offline Ale_ale

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Re:IL SIGNIFICATO DELLA PRATICA
« Reply #108 on: December 12, 2011, 16:13:50 pm »
+1
in una dimostrazione di Aikido su un attacco di coltello si porta a terra l'aggressore, senza fargli male, e gli si restituisce gentilmente il coltello
.....
Non ditemi che serve per permettere alla dimostrazione di continuare... :)

conoscendo i giapponesi direi assolutamente di si. C'è sempre un etichetta da seguire nel fare le cose, anche per evitare di farsi male, e ancora di più con le armi (anche se sono dei simulacri in legno) che vanno rispettate proprio perchè pericolose. Infatti c'è un modo di posizionarle, di porle al compagno, ecc... Non è che serva sempre andare in cerca di chissà quali significati mistici nelle cose...

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Offline Paguro49

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Re:IL SIGNIFICATO DELLA PRATICA
« Reply #109 on: December 12, 2011, 16:19:46 pm »
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Fra parentesi, la cosa di restituire l'arma a Uke è abbastanza controversa.
Fior fiore di Sensei della "vecchia guardia", cioè gente che ha incrociato il Fondatore, ci si incazza parecchio su sta roba, sostenendo (e io sono di questo avviso) che l'arma non si "getta" (eccettuate le situazioni in Randori) per una questione di etichetta e rispetto, ma nemmeno si porge a Uke per una questione di "intelligenza".
Semmai la si ripone a terra, a distanza di sicurezza fra sè e Uke, cosa che si accompagna con il concetto di uscire da una immobilizzazione, allontanandosi dalla testa di Uke, quindi dalle sue armi.
Ma li sono scuole di pensiero differenti e non giudico, semplicemente aderisco a questa linea.
« Last Edit: December 12, 2011, 16:29:36 pm by PaguRonin »
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Offline Ale_ale

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Re:IL SIGNIFICATO DELLA PRATICA
« Reply #110 on: December 12, 2011, 16:38:48 pm »
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forse è più facile che l'allievo capisca se l'insegnante gli spiega a parole che quando entra deve salutare

Nel dojo molte "regole" di comportamento spesso non vengono spiegate o fatte notare esplicitamente (almeno non subito) anche perchè più che la regola in se è importante imparare ad osservare da soli come ci si deve comportare in un certo ambiente per evitare contrasti... questo tipo di attenzione è una delle possibili cose che si può imparare in dojo e applicare poi anche nella vita, per adattarsi ai diversi contesti e alle diverse regole di comportamento. Naturalmente non vuol dire che solo in un dojo si possa imparare cose del genere, ma magari qualcuno ha bisogno di essere bastonato un pò sul tatami per capirle  :pol:  :gh:   

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Offline happosai lucifero

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Re:IL SIGNIFICATO DELLA PRATICA
« Reply #111 on: December 12, 2011, 16:43:58 pm »
+1
non sono d'accordo: se espliciti una regola, quando un allievo non la rispetta puoi bastonarlo. se invece ti affidi alla sua sensibilità e magari l'allievo non coglie, non puoi permetterti di bastonarlo per una cosa che lui non è tenuto a sapere (perché nessuno gliel'ha detta). prima devi provare a dirglielo esplicitamente
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Offline Ale_ale

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Re:IL SIGNIFICATO DELLA PRATICA
« Reply #112 on: December 12, 2011, 16:49:22 pm »
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Semmai la si ripone a terra, a distanza di sicurezza fra sè e Uke

in accordo con i vari kata tradizionali che ho visto nei vari video!

la cosa più importante dovrebbe essere di mantenere comunque il controllo della situazione: è tori che decide quando l'azione è finita, e dovrebbe essere sempre pronto a reagire ad un eventuale nuova azione di uke.

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Offline Paguro49

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Re:IL SIGNIFICATO DELLA PRATICA
« Reply #113 on: December 12, 2011, 16:54:00 pm »
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Anche perchè, per quanto si possa lavorare in kihon e in armonia, si sta lavorando su un conflitto, su cosa fare per non farsi affettare o trafiggere, mica si balla la macarena :gh: ma allora, ridare l'arma a colui al quale l'abbiamo appena sottrattta.......è più un gesto da pirla che da nobile Samurai :gh: :gh: :gh: 8)
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Offline Ale_ale

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Re:IL SIGNIFICATO DELLA PRATICA
« Reply #114 on: December 12, 2011, 16:58:29 pm »
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non sono d'accordo: se espliciti una regola, quando un allievo non la rispetta puoi bastonarlo. se invece ti affidi alla sua sensibilità e magari l'allievo non coglie, non puoi permetterti di bastonarlo per una cosa che lui non è tenuto a sapere (perché nessuno gliel'ha detta). prima devi provare a dirglielo esplicitamente

il punto è che l'importante non è la regola, ma incentivare la "sensibilità" a coglierla, perchè un set di regole statico è poco utile al di fuori di quel contesto specifico, mentre abituarsi a capire l'ambiente in cui ti trovi lo è. Poi non è che ti bastonano veramente se non segui una regola  XD

poi ripeto, non stò affermando che è l'unico modo di impararlo e probabilmente non è nemmeno il migliore.


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Joker

Re:IL SIGNIFICATO DELLA PRATICA
« Reply #115 on: December 12, 2011, 17:36:16 pm »
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 :pla:

Questo è un topic che leggo con molto interesse.....ma non per le arti marziali. Per la psicologia.

Seguo perché non ho tempo né voglia di scrivere  :D

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Offline Ale_ale

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Re:IL SIGNIFICATO DELLA PRATICA
« Reply #116 on: December 12, 2011, 17:42:09 pm »
+2
Infatti sono convinto che per fare AM bisogna vere qualche rotella fuori posto ed essere un poco psicopatici...  ma nella vita ci vuole anche un pò di pazzia! ;D ;D ;D

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Joker

Re:IL SIGNIFICATO DELLA PRATICA
« Reply #117 on: December 12, 2011, 17:49:09 pm »
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Infatti sono convinto che per fare AM bisogna vere qualche rotella fuori posto ed essere un poco psicopatici...  \

Non sai quanto è vero  :=)

(e ovviamente io faccio parte del gruppo  ;) )

ma nella vita ci vuole anche un pò di pazzia! ;D ;D ;D

Anche questo è vero, se per pazzia intendi sentirsi diversi, essere creativi e un po' spontanei  :)

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Offline Bingo Bongo

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Re:IL SIGNIFICATO DELLA PRATICA
« Reply #118 on: December 12, 2011, 18:03:11 pm »
0
non può in nessun modo considerarsi "pacifico", non fosse altro perchè....tagliano!!!
Quindi è ovvio che, se O'Sensei lega le mani nude alle armi, non intende, nella pratica, alcun gesto di pace.
I gesti di pace li intende nel momento in cui ammorbidisce gli effetti delle tecniche, portando avanti una sua interpretazione, una sua scelta, mutuata anche dalla moltissima violenza che ha pervaso la sua vita.
Occorrerebbe tenere distinte le idee di vita del Fondatore, dalla pratica dell'Aikido, pratica che è rimasta (o dovrebbe esserlo) sempre quella, con quelle radici, con quel legame stretto rispetto alle armi.
Solo così ci si mette in condizione di comprendere (o provarci) i processi che hanno portato Ueshiba a determinate scelte di vita, capendo, conoscendo, sperimentando ciò che ha capito, conosciuto e sperimentato lui, almeno per quanto ragionevolmente possibile.
La pratica è fatta di quei gesti, volti a produrre quegli effetti, ricorretti in modo da consentire di non far danni, purchè si sappia che quei danni si possono ben fare.
La filosofia e l'illuminazione delle scelte di vita, sono altra materia, interessantissima, ma altra.
E' vero "la spada" e il yamato-damshii (il principo che sta dietro la spada) erano concetti ampiamente abbracciati da Ueshiba.
Nell'Aikido però Tori dalle armi si difende e basta (gli allenamenti con il legno di Tori sono sempre finalizzati nell'Aikido a far capire da dove arriva la tecnica a mani nude). D'accordissimo con il discorso dell'allievo che se non sa rompere un gomito finisce che lo rompe per sbaglio e con il resto.
Voglio però fare un passo avanti riguardo il "significato della pratica" e voglio esasperare l'idea che ho dell'Aikido così come penso che Ueshiba abbia voluta tramandarla. Il percorso di Ueshiba non finisce è stato sempre in continuo sviluppo "questo povero vecchio deve allenarsi ancora e ancora" disse sul letto di morte perché era alla ricerca della perfezione, dell'unione perfetta fra la sua idea dell'Aikido come "manifestazione d'amore" (parole sue) e la tecnica.
Sai cosa penso? Che se si fosse allenato ancora alla fine gli avversari avrebbe smesso anche di toccarli (non perché li cappottava con il ki, semplicemente avrebbe schivato tutti i colpi). Neutralizzo la tua carica aggressiva facendola sfogare nel vuoto. Non ti tocco neanche. Avrebbe risolto anche gli ultimi aspetti di violenza legati alle leve o alle proiezioni.
Sarò romantico e utopistico però l'Arte Marziale del futuro in armonia con l'Universo e di Amore Universale dovrà partire da questo punto.
Se vedo il mondo quello che penso è che la cosa difficile è il non farsela la guerra e il non rompere le ossa.
Si può anelare a questo ideale e vederlo filosoficamente parlando come qualcosa di auspicabile, ma non realizzabile.
Io credo che il tentativo di aver portato questa idea nelle Arti Marziali laddove questa idea era all'opposto rispetto ai principi che finalizzavano le AM stesse alla guerra fa di Ueshiba non solo un Maestro e un Saggio di quelli delle fiabe, ma un genio (nel campo delle Arti Marziali).
Se un domani ci fosse uno stile in grado di realizzare questo ideale di pace e questo stile si basasse su tecniche che non prevedono neanche il toccare il nostro aggressore (dico aggressore perché 2 consenzienti che fanno sport anche se si picchiano è un fatto loro) non sarebbe l'arrivo, la conclusione perfetta, l'apice dell'Arte?
Qualcuno dirà che è impossibile. Io dico che è dove dobbiamo arrivare e sono il primo a non riuscirci, ma questo non mi impedisce di capire che la Via per la pace e l'amore sia solo e solamente questa. L'ho detto scherzosamente, ma non era una battuta: quando non ci sarà più Uke non ci sarà più Aikido. Questo è il significato della pratico dell'Aikido per me. Però se volete posso parlare del significato della pratica di tutte le AM prima dell'Aikido e dire che il significato della pratica è difendere la propria vita in qualunque modo a fronte di un problema di combattimento, in guerra.
E abbiamo finito il topic :)

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Offline xjej

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Re:IL SIGNIFICATO DELLA PRATICA
« Reply #119 on: December 12, 2011, 18:53:09 pm »
+2
universo parallelo è l' unica spiegazione che ho per alcuni post
www.isao-okano.com - Gracie Bergamo