IL SIGNIFICATO DELLA PRATICA

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Offline Bingo Bongo

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Re:IL SIGNIFICATO DELLA PRATICA
« Reply #135 on: December 13, 2011, 00:16:50 am »
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Allora, vediamo di capirci.
Caso vuole che mi trovi a lavorare nell' ambito della sicurezza da 12 anni abbondanti in un locale a grande affluenza.
E da quello che leggo, ho visto più risse io che applicazioni serie di am in palestra tu.
Capiamoci. Tu da 12 anni fai la sicurezza. Io per 20 anni invece nelle discoteche facevo le risse (ah, pure AM). Poi con le risse ho smesso. Una volta in calabria 3 buttafuori abbiamo fatto in modo che capissero che quelli con i tatuaggi e muscoli non ci piacevano. Chissà perché non ci hanno denunciato...
E ricordo quando si caricava il buttuafori che non si era comportato bene in macchina e lo si faceva pisciare letteralmente sotto. Io ho passato parte della mia giovinezza, rovinandomi quasi la vita, con gente che non vedeva l'ora di tornare in galera perché fuori non riusciva più a starci (poi in galera ti fai certi piatti di pasta...). Questa è la realtà. E se conosci qualche sbirro ti dirà quanto è vero. Se invece conosci qualcuno che entra esce di galera lo sai già. Tutta la DP non si basa sul saper fronteggiare, capitasse una volta sola nella vita, un criminale? Allora ho fatto 20 anni di DP sul campo.
Quali sarebbero le applicazioni serie in palestra? Quelle dove ti rompi le braccia?
Quante braccia hai rotto in 12 anni? La prima cosa che fai nel locale per sedare una rissa è rompere le braccia?

Quote
Tu vivi nel campo della teorizzazione e delle ipotesi. Ecco, quelle cose con le AM non c'entrano una cippa.
Una tua opinione.

Quote
Bisogna partire da Ueschiba per proseguire ?
Ma che cavolate stai dicendo ? Come vuoi partire dove è arrivato lui se non hai fatto il percorso per arrivare ?
O io domani parto da dove è arrivato Einstein altrimenti non si progredisce ?
Mai detto che non si debba prima studiare la fisica precedente. Questo non vuol dire che quando arrivi ad Einstein sei arrivato.
Quote
Sostanza, praticità.
Puoi fare Aikido senza dover fare il jujistu, judo o kendo. Questa è sostanza e praticità

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Hai stancato a livelli planetari con gli onanismi mentali di chi non ha nulla da argomentare se non circonvoluzioni di parole e barocchismi.
Parlaimo di am, carne, pelle, ossa, muscoli e sudore.
Vuoi aggiungere altro ? Benissimo ma prima devi passare da quello.
Tocca farlo un giro nel mondo reale.
Non possiamo parlare solo di am? Davo per scontato si sudasse, ma può essere che serva qualcuno che lo ricordi.
Il mondo reale sarebbe quello delle arti marziali che si studiano per imparare a rompere le braccia?
Io invece mi sono stancato di sentire gente che si atteggia a portatore della Verità Assoluta.

Quote
Invece di lamentarti per come espongo le mie idee e preoccuparti se so picchiare perché non ci parli del significato della pratica nel Judo così diamo valore aggiunto al topic...

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Tu dovresti capire che esprimi opinioni in relazione a qualcosa della quale non hai esperienza.
Esperienza di cosa? Purtroppo per queste cose sono grandicello, ma ad averlo saputo che sai il fatto tuo sarei venuto nel tuo locale per darti una dimostrazione di quanto ero bravo a scatenare una rissa.

Quote
Perchè se ne avessi non scriveresti certe castronerie.
quale? L'Aikido come manifestazione d'amore? Dai Don sei uno serio, non deludermi.

Quote
Detto questo che cosa c'entra il significato della pratica del judo ?
Io sono stufo marcio di leggere  gente che perde tempo a interpretare cosa Kano avrebbe detto, fatto o pensato e si riempono la bocca di judo superiore quando poi come  judoka fanno tecnicamente più che sorridere.
Pratico, lavoro e fatico. Di tempo per le chiacchiere ce ne sarà sempre.
Doveva sentirti Ueshiba così poteva praticare, lavorare e faticare senza rompere i coglioni con l'Aikido come manifestazione d'amore.

Quote
E tu ? tu riri in mezzo il judo, che col discorso non c'entra nulla. Perchè ?
Perché il tema del topic è il significato della pratica, ma non ho ancora letto la tua opinione.

Quote
Divagare, disperdere. Invece di cercare tutto, comincia a trovare qualcosa.
Io sono illuminato. Ho smesso di cercare.

Quote
Non interessarti dei miei post sul judo o sull' allenamento.
Sono per gente che vuole combattere, che vuole essere forte fisicamente e faticare nell' allenamento.
Rismparmia tempo.
Le cose da rambo repressi e guerrafondai non mi interessano.
Se invence intendi consigli utili per migliorare allenamento e pratica allora mi interessa.

P.S. Ancora una volta invece di sparare su quanto pensi che io sudi o pratichi o sappia come si lotti e farti il sangue amaro perché ti sei rotto i coglioni della filosofia non puoi dare il tuo (modesto) contributo con la tua opinione su il "significato della pratica". Se l'opinione è  "carne, pelle, ossa, muscoli e sudore" allora apposto così. Che peraltro è l'unica cosa seria e che mi piace del tuo discorso.

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Offline Bingo Bongo

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Re:IL SIGNIFICATO DELLA PRATICA
« Reply #136 on: December 13, 2011, 00:21:50 am »
0
La risposta intelligente è: non puoi cambiare stile?

La domanda è, se la parte filosofica ti tange tanto, non era meglio ottimizzare il tempo studiando solo filosofia e non chiamando un'attività marziale quando di marziale per te non ha nulla ? ;)
Certo potrei anche fare le flessioni invece di scrivere post.
Però la parte filosofica nelle AM mi tange il giusto.
Anche allenarmi mi tange il giusto...Aspetta che guardo l'agenda...No, niente incontri di boxe all'NGM a breve termine  :)

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Offline xjej

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Re:IL SIGNIFICATO DELLA PRATICA
« Reply #137 on: December 13, 2011, 01:32:09 am »
+1
Quote from: Bingo Bongo
cut

Al solito, le tue esperienze, il tuo modo di vedere le cose -> le tue conclusioni. Se poi dieci persone concludono diverso da te, qualche dubbio che tu non sia "speciale" come diceva la mamma, dovrebbe sorgerti.
Nemmeno ti poni il dubbio che la situazione sia diversa ?
Io faccio sicurezza, non faccio il buttafuori. Ci passa una enorme differenza. Come ci passa una differenza tra quello che facevi 20 anni fa' e quello che fai oggi. Oggi avresti una lista di fogli da smazzarti in tribunale che ti servirebbe una segretaria per smistarli.
I tuoi episodi di cazzonismo giovanile testosteronico in un ambiente di disadattati senza cervello e senza educazione c'entrano nulla perchè semplicemente ti hanno insegnato nulla se parli di afferrare polsi e portare gente a terra con tre dita.
O se credi che Ueschiba fermasse la gente a mezz'aria.
E ancora meno c'entrano le tue infarciture pseudofilosofiche aromentate a citazioni pseudodotte per mascherare sostanza zero.
Se poi vuoi fare a chi ce l' ha più lungo buon per te, l' incompetenza resta.

Quote
Una tua opinione.
Pensa che con le tue a qualcuno è venuta l' orchite.


Quote
Mai detto che non si debba prima studiare la fisica precedente. Questo non vuol dire che quando arrivi ad Einstein sei arrivato.
Cominciare a pupparsi la strada sarebbe già qualcosa, invece di  provare a decriptare il pensiero di qualcuno morto da 50 anni, con una cultura diversa dalla nostra, citando spezzoni di pensiero che fanno comodo al nostro modo di pensare dimenticandone altri e non considerando nemmeno l' iter che ha seguito per dire quello che ha detto e tantomeno il contesto.

Quote
Puoi fare Aikido senza dover fare il jujistu, judo o kendo. Questa è sostanza e praticità
Pptrsti fare un sacco di cose, come magari rispondere a contesto, ma non le fai.
Mancanza di volontà o di capacità ?

Quote
Non possiamo parlare solo di am? Davo per scontato si sudasse, ma può essere che serva qualcuno che lo ricordi.
Il mondo reale sarebbe quello delle arti marziali che si studiano per imparare a rompere le braccia?
Io invece mi sono stancato di sentire gente che si atteggia a portatore della Verità Assoluta.
Capisco che per autodefinirti ti garba tantissimo l' idea di di essere il portatore di una crociata di sapere contro una manica di bifolchi ma se venti persone manifestano dubbi su quello che racconti grossomodo per ogni argomento e se in alcuni casi vai contrario a quello che sostengono un qualche decina di migliaio di studiosi, scienziati et simila qualche dubbio dovresti fartelo venire.



Quote
Esperienza di cosa? Purtroppo per queste cose sono grandicello, ma ad averlo saputo che sai il fatto tuo sarei venuto nel tuo locale per darti una dimostrazione di quanto ero bravo a scatenare una rissa.
Dimmi un po', tutto sto riempirsi la bocca di filosofia porta a ragionamenti così maturi ?
Perchè di nuovo, ti quello che ti si scrive e risponde tu leggi sempre solo quello che ti tange, argomenti in maniera non circostanziale e se puoi ci metti quattro cose a caso.
Temo proprio che tu stia buttando il tuo tempo del tutto con la "filosofia".





Quote
quale? L'Aikido come manifestazione d'amore? Dai Don sei uno serio, non deludermi.
Ma hai dei problemi di comprensione del testo o leggi sotto l' effetto di qualche acido?
Perchè non capire totalmente quello che ti viene scritto e nemmeno provarci è preoccupantello sai ?

Quote
Doveva sentirti Ueshiba così poteva praticare, lavorare e faticare senza rompere i coglioni con l'Aikido come manifestazione d'amore.
Guarda che non è colpa di Ueshiba se tu hai i postumi del '68.
Dev'esser un casino l' aikido coi pantaloni a zampa.




Quote
Perché il tema del topic è il significato della pratica, ma non ho ancora letto la tua opinione.
Come detto prima, dovresti preoccuparti della tua pratica e delle cose che scrivi invece di tirare nel discorso cose che non erano in discussione.
Meno chiacchiere più sostanza, l' avevo gia detto ?


Quote
Io sono illuminato. Ho smesso di cercare.
Mettere due dita nella presa non era la via giusta..



Quote
Le cose da rambo repressi e guerrafondai non mi interessano.
Se invence intendi consigli utili per migliorare allenamento e pratica allora mi interessa.
Rambo o guerrafondai ?
Io nemmeno ho fatto il servizio militare, sono marcatamente di sinistra e sono pesantemente allergico alla violenza.
Non pratico discipline a calci e pugni perchè proprio non fanno per me.
Mi piace lottare e così a milioni di persone nel mondo senza che esse siano guerrafondaie.
E si da' il caso che queste persone si allenino facendo squat e non al posizione del  cavaliere grazie a dio.
Quindi non tirar in mezzo cose che esulano dal contesto solo perchè non sai dove aggrapparti.
Sarò meno lezioso di te, ma non sono a zero sulla dialettica.



Quote
P.S. Ancora una volta invece di sparare su quanto pensi che io sudi o pratichi o sappia come si lotti e farti il sangue amaro perché ti sei rotto i coglioni della filosofia non puoi dare il tuo (modesto) contributo con la tua opinione su il "significato della pratica". Se l'opinione è  "carne, pelle, ossa, muscoli e sudore" allora apposto così. Che peraltro è l'unica cosa seria e che mi piace del tuo discorso.
Le conto a decine le persone rovinate da gente che infarcisce la pratica di panzane filosofiche, di superiorità della pratica, di crescita dell' individuo e di idee sballate sull' allenamento fisico. a maggior ragione quando dette persone "cresciute spiritualmente" hanno un' ampiezza di pensiero  pari a quella di una vongola e si atteggiano a  portatori di una verità superiore incomprensibile per la plebe.
Truffatori, ignoranti, mistificatori, ciarlatani, sleali e approfittatori. Altro che sangue amaro.

« Last Edit: December 13, 2011, 01:34:08 am by Don xjej »
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Offline West Wind

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Re:IL SIGNIFICATO DELLA PRATICA
« Reply #138 on: December 13, 2011, 07:48:55 am »
0

Spirito di sacrificio,cultura del proprio fisico e negli sport di squadra collaborazione per un obiettivo

Ok, questi sono (ottimi) valori etico/morali... non "spirituali", almeno imho.

Quindi i valori spirituali sono fede speranza e carità?
E quale sarebbe il passaggio da praticare am a migliorare moralmente?
Come fa la ripetizione quasi ossessiva di movimenti fisici influire a livello spirituale?
In principio era la parola...e la parola era WAAAGH!!!

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Offline Gelo - Killer Whale is back!

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Re:IL SIGNIFICATO DELLA PRATICA
« Reply #139 on: December 13, 2011, 09:24:32 am »
0
Bingo, non farmi incazzare Don Xjej.
Siete su due piani dimensionali diversi e io, dovendo prendere posizione, scelgo quello di Xjej.

Il problema di "Significato della Pratica" stà nel modo in cui la viviamo, ma molte volte si prescinde da questo volendo mistificare cose talmente semplici da essere irrisorie. Il mio ex maestro era stato indrottinato con un misto di Cristianesimo & Buddismo Chan, creando una cosa unica ed inimagginabile.

Volendo rimanere in tema di filosofia, permettimi di dirti "Svuota la tua tazza".

La mia l'ho già svuotata e ririempita di caffè, ma cerchiamo di non scannarci.
Non avere timore, innanzi ai tuoni nemici.
Sii impavido e retto, cossichè Dio possa amarti.
Dì sempre il vero, anche se ti conduce alla morte.
Salvaguardia gli indifesi e non fare torti.
E' il tuo giuramento!
(schiaffo)
E questo, affinchè te ne ricordi!
Sorga un cavaliere.

Cit - Le Crociate (Kingdom Of Heaven)


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Offline Fabio Spencer

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Re:IL SIGNIFICATO DELLA PRATICA
« Reply #140 on: December 13, 2011, 10:00:04 am »
+1
letto tra ieri e oggi tutto il tread.
Complimenti a tutti, a dispetto del titolo che non mi incuriosiva più di tanto, ho trovato molti commenti interessanti.
Inclusa la diversità di posizioni tra Xjiei e Bingo Bongo (in cui trovo punti di accordo ed idisaccordo con ambedue le posizioni).
Mi trovo invece molto allineato sulle posizioni di Ronin.
Aggiungendo che le sue considarzioni che ho letto applicate al saper fare "tecnico", a mio parere possono essere lette anche a livello psicologico.
Questo per dire anche che sono d'accordo con chi dice che è difficile partire dal punto cui è arrivato il M° Ueshiba senza essere passati per esperienze simili.
La sua esperienza può indicare meglio la strada, ma non può sostituirsi alle espereinze e alla "crescita" di ogni singolo praticante.
Il parallelo con Einstein secondo me è poco calzante.
Una cosa è paralre di una conoscenza tecnica, imparate le basi di matematica, capite le equazioni sottostanti alla teoria si può partire da li per migliorarle/ampliarle/svilupparle/sperimentarle ecc...
Ciò non vale per la maturazione psicologica e l'effetto di sperimanetare esperienze che non si possono "portare" da una persona all'altra.
Parere rigorosamente personale.
"vi prego di notare l'eleganza del piano nella sua semplicità...."

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Offline Paguro49

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Re:IL SIGNIFICATO DELLA PRATICA
« Reply #141 on: December 13, 2011, 10:15:10 am »
+1
Mamma quanta confusione :ohiohi: :ohiohi:
Nelle AM in generale, nell'Aikido anche di più, c'è un abuso della parzialità, che genera enormi fraintendimenti a danno della pratica.
Ueshiba ha lasciato ben poco di scritto, per di più non era un divulgatore orale, nelle interviste (le poche) badava di più all'immagine, a non parlare troppo di cose che si fanno e si capiscono facendole.
Almeno questo è quanto riporta uno come Homma Kancho che è stato suo Uchideshi.
Di lui e di come la pensasse abbiamo testimonianza dai suoi allievi.
Il guaio è che non hanno tutti iniziato insieme, non hanno tutti incontrato Ueshiba nello stesso momento, non tutti hanno l'intelligenza di capire che a 70 anni non sei proprio uguale a quando ne avevi 35.
Alcuni di questi allievi hanno incontrato l'Aikido in periodo di divieti, convincendosi che l'Aikido si faccia senza armi (perchè non le usavano) e senza darsele, salvo che, in quel periodo, anche la pratica a mani nude, veniva parecchio cammuffata, a partire sal Suwariwaza (in posizione Seiza) che non destava sospetti di pratiche lottatorie, per proseguire con particolari tecniche di leva, presa e immobilizzazione, particolarmente simili a forme di massaggio (lo Shatsu fu un grande alibi di quel periodo) ma, ovviamente, i meno intelligenti non si facevano alcuna domanda, si convincevano che quello fosse l'Aikido e null'altro, ovviamente tramandandolo così.
Ci sono poi quelli che hanno visto più fasi della vita del fondatore, che lo hanno visto menare come un fabbro, essere saturo delle mazzate e dedicarsi ad altre ricerche, anche perchè le mazzate gli procurarono parecchie noie, a partire da un periodo di esilio dal Giappone.
Saito Sensei, che da ueshiba fu incaricato di scrivere e trascrivere, per tramandare, aveva alcuni punti fermi e inossidabili, ossia l'importanza dello studio delle armi, non solo per ricondurle alle mani nude, ma proprio per studiarle in quanto tali, non per limitare il loro studio alla difesa disarmata da esse, infatti il programma di Bokken e Jo è vastissimo, Suburi, Kata, Awase, Kumi......e solo alla fine entrano in gioco le mani nude, ma solo dopo aver lavorato arma vs arma.
Altra cosa su cui picchiava il chiodo, almeno a detta dei suoi Uchideshi, erano appunto gli Atemi, che considerava fondamentali, perchè occorre distrarre l'attenzione di Uke, ridurne la resistenza, senza contare che un buon Atemi può essere sufficiente e non richiedere ulteriori tecniche.
Certo che, prendere in esame Ueshiba 60 o 70enne, quando si divertiva (perchè poteva permetterselo) a indagare l'energia e altre cose, quando non doveva più dimostrare nulla a nessuno, quando poteva accennare le tecniche senza dover menare gli allievi, significa farsi una idea decisamente soft dell'Aikido, ma anche ignorare un gigantesco percorso dietro, un percorso che ha portato Ueshiba ad essere considerato quasi una divinità in Giappone, non perchè voleva bene alla gente, ma perchè ha creato una Arte Marziale di cui il Giappone potesse andar fiero, una disciplina che lui stesso teneva a rimarcare come Arte Marziale.
Se oggi un ragazzo inizia a studiare Karate con il Maestro Shirai, studierà con una persona molto carismatica, ma anche gentile, che ride e sorride, cosa che può anche bastargli, purchè non si convinca che quello sia Shirai in toto, perchè conoscerlo 35 o 40 anni fa, significava dubitare che sapesse sorridere, ma assolutamente non dubitare che le sue mani facessero malissimo, ma Shirai è tutto il suo percorso, non solo un pezzo.
Allo stesso modo, Ueshiba è tutto il suo percorso, di studi e di vita, non solo il pezzettino finale.
La divina scuola dello schiaffazzo argenteo vigila su di voi, mentre la divinissima università dello sputazzo ligneo vi inumidisce la vita

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Offline Paguro49

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Re:IL SIGNIFICATO DELLA PRATICA
« Reply #142 on: December 13, 2011, 11:04:13 am »
0
Torno IT sul titolo del 3D :gh:
Per me, il significato della pratica è prettamente fisico, non fosse altro che, almeno nei Dojo che frequento, lo spazio per le chiacchiere è assai ristretto.
Quindi la pratica, per me, è "pratica" e non teorica, fare e rifare X gesti, capirli, acquisirli, farli propri e riformularli secondo le mie caratteristiche complessive.
Il motivo? Imparare a gestire una situazione di scontro, sia fisicamente, sia strategicamente, sia psicologicamente.
Perchè questo? Perchè in Dojo studio una (anzi due) AM, ossia discipline che si prefiggono di puntare alla maestria in combattimento, non nella dialettica, anche perchè quella la sviluppo leggendo e studiando, parlando con la gente e confrontando le idee.
C'è filosofia nella pratica? Mica tanta......ma "dopo la pratica" tantissima.
A partire dall'essere "sazio" di mazzate al punto da non doverne cercare altre fuori, per proseguire col dare il giusto peso alle mazzate, perchè imparo che uno schiaffo lo reggo assai bene, ma anche un pugno, mentre reggo molto meno bene un processo, i sensi di colpa e i rimorsi.
Imparo che la gente davvero pericolosa, magari la meni a sangue e vai via da figo, ma poi tornano, non da soli, spesso armati e.....sei fottuto anche se sei fortissimo.
Così imparo che il tipo che mi dice "figlio di puttana", o dice la verità e io mi incazzo con la mia mamma (ringraziando lui per l'informazione) oppure non conosce ne me ne la mia mamma, allora dice una cazzata e, almeno io, delle cazzate rido.
Imparo che i 50 o 100 euro nel mio portafogli non valgono una causa per lesioni, che le parole non fanno sanguinare nessuno, che se combatto lo faccio assumendo tutti i rischi e dimenticandoli, quindi combatto fino in fondo e, proprio per quello, fino alla morte io "non combatto", almeno finchè non capita quello così bravo da costringermi a farlo.
Imparo che lo scontro Face to Face fa tanto Macho ma è da pirla, perchè i pugni fanno male e si sta meglio non prendendoli.
Imparo che non prendere un colpo è già il 90% della riuscita di una tecnica.
Imparo che è importante saper reggere i colpi, ma che dal vivo, non è intelligente, perchè faccio bella figura solo col primo.....e se c'è pure il secondo? Sò cazzi! Perchè? Perchè io sono gonfio di botte...pure se il primo è a terra.
Insomma, traggo mille e mille spunti filosofici dalla pratica, mille possibili utilizzi nella vita e sul lavoro.....ma "dopo" la pratica, non durante e mai prima.
Quindi la mia pratica, per come mi piace.....è PRATICA!

P.S.
Ovviamente, in quattro ere geologiche di pratica (buona o meno che sia) sono pasato per i superpoteri, la via della beatificazione, le onde energetiche, il celodurismo sfrenato, la difesa dell'onore del Karate o del Maestro, l'istinto omicida che occorre in un certo tipo di competizioni ma che ti segue pure fuori.....
Quello che scrivo è ciò che sono oggi, anche grazie a ciò che sono stato.
« Last Edit: December 13, 2011, 11:20:06 am by PaguRonin »
La divina scuola dello schiaffazzo argenteo vigila su di voi, mentre la divinissima università dello sputazzo ligneo vi inumidisce la vita

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Offline Giorgia Moralizzatrice

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Re:IL SIGNIFICATO DELLA PRATICA
« Reply #143 on: December 13, 2011, 11:21:05 am »
+1
@fabry:  "considarzioni", "idisaccordo", "espereinze", "paralre"

 [kill]

 :zan:

 :gh:
I requisiti per una discussione sono onestà intellettuale e una mente aperta, senza questi nessun confronto è possibile

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Offline Fabio Spencer

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Re:IL SIGNIFICATO DELLA PRATICA
« Reply #144 on: December 13, 2011, 12:31:52 pm »
0
@fabry:  "considarzioni", "idisaccordo", "espereinze", "paralre"

 [kill]

 :zan:

 :gh:
Caspita... tutte assieme in un solo post?
 :nono:
"vi prego di notare l'eleganza del piano nella sua semplicità...."


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Offline Ragnaz

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Re:IL SIGNIFICATO DELLA PRATICA
« Reply #145 on: December 13, 2011, 12:43:51 pm »
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Quindi i valori spirituali sono fede speranza e carità?
E quale sarebbe il passaggio da praticare am a migliorare moralmente?
Come fa la ripetizione quasi ossessiva di movimenti fisici influire a livello spirituale?

Fede speranza e carità sono valori cristiani, religiosi, che volendo cmq possono anche rientrare nella spiritualità, anche se non ne sono le basi.
Il cammino spirituale di autorealizzazione  ha sempre bisogno di una base fisica, può essere un mestiere (vedi i famosi "muratori", come anche nell'antichità l'uso del telaio per tessere) e può anche essere un'arte marziale. Il punto è che come dicevo la filosofia con le am non c'entra nulla, imho. Un conto è parlare di valori etico-morali che a quel punto sono presenti eccome anche negli sport. Un altro è parlare di cammino spirituale come ci può essere (stato) in am molto ritualizzate e sorte (o sviluppatesi) in ambienti monastici.
Ragnaz - alias Luca


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Offline Bingo Bongo

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Re:IL SIGNIFICATO DELLA PRATICA
« Reply #146 on: December 13, 2011, 13:13:29 pm »
0
Quote from: Bingo Bongo
cut
Al solito, le tue esperienze, il tuo modo di vedere le cose -> le tue conclusioni. Se poi dieci persone concludono diverso da te, qualche dubbio che tu non sia "speciale" come diceva la mamma, dovrebbe sorgerti.
Nemmeno ti poni il dubbio che la situazione sia diversa ?
Io faccio sicurezza, non faccio il buttafuori. Ci passa una enorme differenza. Come ci passa una differenza tra quello che facevi 20 anni fa' e quello che fai oggi. Oggi avresti una lista di fogli da smazzarti in tribunale che ti servirebbe una segretaria per smistarli.
I tuoi episodi di cazzonismo giovanile testosteronico in un ambiente di disadattati senza cervello e senza educazione c'entrano nulla perchè semplicemente ti hanno insegnato nulla se parli di afferrare polsi e portare gente a terra con tre dita.
O se credi che Ueschiba fermasse la gente a mezz'aria.
E ancora meno c'entrano le tue infarciture pseudofilosofiche aromentate a citazioni pseudodotte per mascherare sostanza zero.
Faccio un paio di battute: non credo che tutte le risse che hai visto siano state provocate da colletti bianchi in doppio petto che si pestavano a colpi di stilografica, ma di ragazzotti che si sono guardati male, un complimento di troppo alla ragazza sbagliata o di pastiglie vendute a 10 euro in meno che fanno finere la serata a coltellate fuori dalla discoteca. Di solito questi sono disadattati. I disadattati con cui o condiviso esperienze e botte e di cui facevo parte non erano ragazzi solo ignoranti che tiravano le pietre dai cavalcavia. Noi facevamo più soldi in una settimana di quanto ne facesse un impiegato in 6 mesi. E la nostra idea era che i disadattati sfigati e pure coglioni fossero quelli che la mattina prendevano la metro per andare a lavoro. Questa è la realtà che per parecchi anni mi ha insegnato la strada. E se uno arrivava dicendo che faceva la boxe e non lo diceva con le orecchie basse, il rispetto e l'umiltà necessaria per prima cosa il nostro comitato di accoglienza gli dava il benvenuto con un sacco di botte in modo che capisse che la testa doveva tenerla bassa anche se faceva il pugile e non doveva fare il furbo con cazzate sul pugilato perché gli facevamo passare la voglia. Perché in quella realta che vieni a raccontarci che hai fatto il sacrificio e la via del pugilato e sai combattere l'unica cosa che ci fa venire voglia e di picchiarti in 5 per metterti subito alla prova.
E nessuno di noi sapeva neanche chi fosse Ueshiba. Picchiavamo sul serio, altro che 3 dite, polsi e ki.
Se poi per sicurezza intendi prevenzione, ma sempre di disadattati allora va bene. Se invece intendi tecniche e strategie finalizzate a un possibile attentato terroristico allora non so di cosa stai parlando.

Però oggi effettivamente forse sono uno che, per certi versi, la strada di Ueshiba come dite voi l'ho percorsa più di tanti altri e sarà l'età, ma sono d'accordo che non oggi non c'è alternativa alla guerra se non l'amore assoluto e indiscusso. Che sia un'utopia, un ideale mi tange davvero poco.
E mi piace pensare che posso esprimere questa idea attraverso l'applicazione dell'Aikido nella risoluzione di un problema di combattimento. Mi piace pensare non vuole dire che sono Ueshiba e che ci riesca. Se poi anche Ueshiba non riusciva a fare quello che diceva cioé immobilizzare invece di rompere potrebbe intaccare la mia opinione sull'uomo non su quello che ha detto. Sempre che non ci riuscisse...

E aggiungo che se tu, per motivi tuoi, devi in un certo senso stare sempre in guardia, pronto, reattivo e avere conoscenze soprattuto pratiche per come le cose oggi avvengono in situazioni dove potrebbe presentarsi un problema diciamo di combattimento che tu sia tutto concentrato sulla pratica finalizzata a un risultato tangibile e meno alla filosofia lo comprendo perfettamente.
Questo però non cambia il significato della pratica dell'Aikido così come Ueshiba a voluto raccontarcelo (o suo figlio o i suoi discepoli di quello che O Sensei ha detto).

Quote
Se poi vuoi fare a chi ce l' ha più lungo buon per te, l' incompetenza resta.
Mi sembrava fossi tu quello che vuoleva fare a gara sugli attributi.
Per quanto mi riguarda possiamo ritornare IT è smettere di dare giudizi su esperienze personali anche perché, non avendo più problemi a condividerle visto gli anni che sono passati, non sono sempre bei ricordi e soprattutto la mia biografia non è detto che interessi a qualcuno.
Per me AM sono gioa, amore e divertimento (per inciso sacrificio, fatica e sudore nelle AM per me sono solo gioia e amore e divertimento). Sull'incompetenza puoi portare a conforto della tua opinione tutte le persone che vuoi, direi che la storia insegna sulle persone ritenute incompetenti da centinaia di migliaia di persone. Questa però è un'altra battuta perché purtroppo, per ora, sono lontano da quel tipo di incompetenza.


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Una tua opinione.

Pensa che con le tue a qualcuno è venuta l' orchite.
Un ottimo esempio di no contact.
Invece dalle vostre opinioni ho tratto grande beneficio.


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Mai detto che non si debba prima studiare la fisica precedente. Questo non vuol dire che quando arrivi ad Einstein sei arrivato.

Cominciare a pupparsi la strada sarebbe già qualcosa, invece di  provare a decriptare il pensiero di qualcuno morto da 50 anni, con una cultura diversa dalla nostra, citando spezzoni di pensiero che fanno comodo al nostro modo di pensare dimenticandone altri e non considerando nemmeno l' iter che ha seguito per dire quello che ha detto e tantomeno il contesto.
Pupparmi la strada secondo te mi porterà a cambiare opinione sull'Aikido come "manifestazione d'amore"?


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Puoi fare Aikido senza dover fare il jujistu, judo o kendo. Questa è sostanza e praticità

Pptrsti fare un sacco di cose, come magari rispondere a contesto, ma non le fai.
Mancanza di volontà o di capacità?
Ho risposto a contesto dal primo post e il contesto è "il significato della pratica". E ho parlato di una rivoluzione che si chiama Aikido.



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Non possiamo parlare solo di am? Davo per scontato si sudasse, ma può essere che serva qualcuno che lo ricordi.
Il mondo reale sarebbe quello delle arti marziali che si studiano per imparare a rompere le braccia?
Io invece mi sono stancato di sentire gente che si atteggia a portatore della Verità Assoluta.

Capisco che per autodefinirti ti garba tantissimo l' idea di di essere il portatore di una crociata di sapere contro una manica di bifolchi ma se venti persone manifestano dubbi su quello che racconti grossomodo per ogni argomento e se in alcuni casi vai contrario a quello che sostengono un qualche decina di migliaio di studiosi, scienziati et simila qualche dubbio dovresti fartelo venire.
A me non interessa se si è bifolchi o nobili. Quello che mi interessa sono le Vostre condivisioni, invece spesso leggo giudizi di parte.
Ho solo detto quello che, secondo me, il significa della pratica dell'Aikido in rapporto a quello che ho capito del messaggio di Ueshiba. E non è spezzare le braccia. Mi pare che lo crociate non le abbia fatte io.


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Esperienza di cosa? Purtroppo per queste cose sono grandicello, ma ad averlo saputo che sai il fatto tuo sarei venuto nel tuo locale per darti una dimostrazione di quanto ero bravo a scatenare una rissa.
Dimmi un po', tutto sto riempirsi la bocca di filosofia porta a ragionamenti così maturi ?
Perchè di nuovo, ti quello che ti si scrive e risponde tu leggi sempre solo quello che ti tange, argomenti in maniera non circostanziale e se puoi ci metti quattro cose a caso.
Temo proprio che tu stia buttando il tuo tempo del tutto con la "filosofia".
Mi parli di esperienza sul campo e pratica e quando dico che te ne avrei volentieri (in quel periodo) dato una dimostrazione mi dici che sono immaturo.
Oggi puoi stare tranquillo che ho altri cazzi a cui pensare. Per quanto riguarda la maturità avrò dimostrazione della vostra quando leggerò post: "Ueshiba ha detto che l'Aikido è una manifestazione d'amore" o
"Ueshiba non ha detto l'Aikido una manifestazione d'amore, ma un'altra cosa" e allora mi dite che cosa ha detto. Mi dite cosa per voi è l'Aikido. Se l'Aikido è spezzare le braccia oppure no.


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quale? L'Aikido come manifestazione d'amore? Dai Don sei uno serio, non deludermi.

Ma hai dei problemi di comprensione del testo o leggi sotto l' effetto di qualche acido?
Perchè non capire totalmente quello che ti viene scritto e nemmeno provarci è preoccupantello sai ?
Ma allora hai un lato simpatico pure tu. Mi fa piacere :)



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Doveva sentirti Ueshiba così poteva praticare, lavorare e faticare senza rompere i coglioni con l'Aikido come manifestazione d'amore.

Guarda che non è colpa di Ueshiba se tu hai i postumi del '68.
Dev'esser un casino l' aikido coi pantaloni a zampa.



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Perché il tema del topic è il significato della pratica, ma non ho ancora letto la tua opinione.

Come detto prima, dovresti preoccuparti della tua pratica e delle cose che scrivi invece di tirare nel discorso cose che non erano in discussione.
Meno chiacchiere più sostanza, l' avevo gia detto ?
Ecco perché non lo trovavo più! Te lo sei fregato tu l'acido??? La discussione verte sul fatto che dovresti dare la tua opinione, meglio ancora condivisione, del significato della pratica.
Per quanto riguarda la sostanza mentre scrivi fammi capire: metti in leva la tastiera? No perché tutta sta sostanza a chiacchiere la vedo dura. O per sostanza intendi contenuti utili ai fini del topic?


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Io sono illuminato. Ho smesso di cercare.

Mettere due dita nella presa non era la via giusta..
Tutte le vie vanno bene se portano al risultato. Al massimo non è la via migliore, più economica, più facile...Ma ognuno fa la sua strada


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Le cose da rambo repressi e guerrafondai non mi interessano.
Se invence intendi consigli utili per migliorare allenamento e pratica allora mi interessa.

Rambo o guerrafondai ?
Io nemmeno ho fatto il servizio militare, sono marcatamente di sinistra e sono pesantemente allergico alla violenza.
Non pratico discipline a calci e pugni perchè proprio non fanno per me.
Mi piace lottare e così a milioni di persone nel mondo senza che esse siano guerrafondaie.
E si da' il caso che queste persone si allenino facendo squat e non al posizione del  cavaliere grazie a dio.
Quindi non tirar in mezzo cose che esulano dal contesto solo perchè non sai dove aggrapparti.
Sarò meno lezioso di te, ma non sono a zero sulla dialettica.
Premesso che per essere guerrafondai non devi aver fatto per forza la naja...
Allora deve essere un difetto di noi di sinistra non riuscire a metterci mai d'accordo...
L'odiata e inutile posizione del cavaliere che proprio non riesci a mandare giù come posizione utile. Lo squat lo faccio pure io, ma il farlo non ha sostituito la pratica della MA PU. Con lo squat sviluppo la forza (se cambio modo eventualmente la resistenza) e con la Ma Pu alleno la postura. Per me, poi per gli scienziati dello sport sarà diverso, non c'è cosa migliore che allenare una postura tenendo quella postura.
Per me puoi essere pure Vittorio Sgarbi+Umberto Eco+Tutti i sapienti dell'Accademia della Crusca messi assieme basta che non iniziamo una battaglia su chi usa più paroloni, citazioni o scienza.


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P.S. Ancora una volta invece di sparare su quanto pensi che io sudi o pratichi o sappia come si lotti e farti il sangue amaro perché ti sei rotto i coglioni della filosofia non puoi dare il tuo (modesto) contributo con la tua opinione su il "significato della pratica". Se l'opinione è  "carne, pelle, ossa, muscoli e sudore" allora apposto così. Che peraltro è l'unica cosa seria e che mi piace del tuo discorso.

Le conto a decine le persone rovinate da gente che infarcisce la pratica di panzane filosofiche, di superiorità della pratica, di crescita dell' individuo e di idee sballate sull' allenamento fisico. a maggior ragione quando dette persone "cresciute spiritualmente" hanno un' ampiezza di pensiero  pari a quella di una vongola e si atteggiano a  portatori di una verità superiore incomprensibile per la plebe.
Truffatori, ignoranti, mistificatori, ciarlatani, sleali e approfittatori. Altro che sangue amaro.
Però c'è una bella differenza fra esprimere quello che per me è la pratica nell'Aikido con il volersi dimostrare superiori facendo filosofia.
Io guardo prima di tutto me stesso. Poi giudicare gli altri è normale e ci sta, ma prima guardo me stesso.

P.S. Non ho riletto perché non mi passa più. Magari nei prossimi post, invece di ste mani appiccicose infinite, sintetizziamo.

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Offline Giorgia Moralizzatrice

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Re:IL SIGNIFICATO DELLA PRATICA
« Reply #147 on: December 13, 2011, 14:04:56 pm »
+2
@BingoBongo: "finere", "I disadattati con cui o condiviso", "3 dite", "soprattuto", "come Ueshiba a voluto", "gioa"

 [kill]

 :zan:

PS: adoro questa emoticon
« Last Edit: December 13, 2011, 19:47:03 pm by giorgia (Zia Illusa) »
I requisiti per una discussione sono onestà intellettuale e una mente aperta, senza questi nessun confronto è possibile

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Offline Bingo Bongo

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Re:IL SIGNIFICATO DELLA PRATICA
« Reply #148 on: December 13, 2011, 15:13:30 pm »
0
Mamma quanta confusione :ohiohi: :ohiohi:
Nelle AM in generale, nell'Aikido anche di più, c'è un abuso della parzialità, che genera enormi fraintendimenti a danno della pratica.
Ueshiba ha lasciato ben poco di scritto, per di più non era un divulgatore orale, nelle interviste (le poche) badava di più all'immagine, a non parlare troppo di cose che si fanno e si capiscono facendole.
Almeno questo è quanto riporta uno come Homma Kancho che è stato suo Uchideshi.
Di lui e di come la pensasse abbiamo testimonianza dai suoi allievi.
Il guaio è che non hanno tutti iniziato insieme, non hanno tutti incontrato Ueshiba nello stesso momento, non tutti hanno l'intelligenza di capire che a 70 anni non sei proprio uguale a quando ne avevi 35.
Alcuni di questi allievi hanno incontrato l'Aikido in periodo di divieti, convincendosi che l'Aikido si faccia senza armi (perchè non le usavano) e senza darsele, salvo che, in quel periodo, anche la pratica a mani nude, veniva parecchio cammuffata, a partire sal Suwariwaza (in posizione Seiza) che non destava sospetti di pratiche lottatorie, per proseguire con particolari tecniche di leva, presa e immobilizzazione, particolarmente simili a forme di massaggio (lo Shatsu fu un grande alibi di quel periodo) ma, ovviamente, i meno intelligenti non si facevano alcuna domanda, si convincevano che quello fosse l'Aikido e null'altro, ovviamente tramandandolo così.
Ci sono poi quelli che hanno visto più fasi della vita del fondatore, che lo hanno visto menare come un fabbro, essere saturo delle mazzate e dedicarsi ad altre ricerche, anche perchè le mazzate gli procurarono parecchie noie, a partire da un periodo di esilio dal Giappone.
Saito Sensei, che da ueshiba fu incaricato di scrivere e trascrivere, per tramandare, aveva alcuni punti fermi e inossidabili, ossia l'importanza dello studio delle armi, non solo per ricondurle alle mani nude, ma proprio per studiarle in quanto tali, non per limitare il loro studio alla difesa disarmata da esse, infatti il programma di Bokken e Jo è vastissimo, Suburi, Kata, Awase, Kumi......e solo alla fine entrano in gioco le mani nude, ma solo dopo aver lavorato arma vs arma.
Altra cosa su cui picchiava il chiodo, almeno a detta dei suoi Uchideshi, erano appunto gli Atemi, che considerava fondamentali, perchè occorre distrarre l'attenzione di Uke, ridurne la resistenza, senza contare che un buon Atemi può essere sufficiente e non richiedere ulteriori tecniche.
Certo che, prendere in esame Ueshiba 60 o 70enne, quando si divertiva (perchè poteva permetterselo) a indagare l'energia e altre cose, quando non doveva più dimostrare nulla a nessuno, quando poteva accennare le tecniche senza dover menare gli allievi, significa farsi una idea decisamente soft dell'Aikido, ma anche ignorare un gigantesco percorso dietro, un percorso che ha portato Ueshiba ad essere considerato quasi una divinità in Giappone, non perchè voleva bene alla gente, ma perchè ha creato una Arte Marziale di cui il Giappone potesse andar fiero, una disciplina che lui stesso teneva a rimarcare come Arte Marziale.
Se oggi un ragazzo inizia a studiare Karate con il Maestro Shirai, studierà con una persona molto carismatica, ma anche gentile, che ride e sorride, cosa che può anche bastargli, purchè non si convinca che quello sia Shirai in toto, perchè conoscerlo 35 o 40 anni fa, significava dubitare che sapesse sorridere, ma assolutamente non dubitare che le sue mani facessero malissimo, ma Shirai è tutto il suo percorso, non solo un pezzo.
Allo stesso modo, Ueshiba è tutto il suo percorso, di studi e di vita, non solo il pezzettino finale.
Devo dire che in generale i tuoi post li condivido e sono molto equilibrati. Come questo, che trovo serio, in particolare perché mi stai dicendo una cosa, quella in neretto, che mi costringe a riflettere sugli Atemi nell'Aikido.
Ho visto applicare il significato degli atemi nella pratica sopratutto per la loro natura finalizzata a creare un evento atto a portare poi una tecnica il cui scopo sia, come ormai ho detto tante volte, quello di immobilizzare
senza nuocere più del necessario l'avversario (ma nella pratica è forse più corretto chiamarlo compagno cioè colui che da la possibilità di creare il rapporto necessario all'esistenza stessa dell'Aikido).
IO personalmente credo che i colpi andrebbero tirati con maggiore capacità tecnica, ma nella pratica che ho visto, al di là degli obiettivi dell'Aikido come li ho interpretati, non mi sono mai sembrati una tecnica del repertorio
col fine di porre fine in modo violento al combattimento.
Però la tua condivisione, contestualizzata anche da riferimenti storici, riconosco possa avere un collegamento, magari non in accordo con l'Aikido come manifestazione d'amore, ma in accordo con una certa interpretazione dell'Aikido.
Ho un esempio fresco fresco: ci sono 2 palestre di Aikido nei paraggi e conosco un praticante che le frequenta tutte e 2. Uno dei 2 maestri oltra a fare il finanziere (guardia di finanza) arriva dal jujitso. L'altro maestro è un Aikidoka
diciamo puro, anche se con esperienza in altre AM, di alto grado.
L'altra sera abbiamo discusso 2 ore su come i due maestri impostano la pratica e il mio amico si lamentava che il secondo maestro aveva una dinamicità eccessiva nell'applicazione delle tecniche mentre il primo maestro era decisamente più diretto.
Non gli piaceva neanche le differenze nel far fare il riscaldamento.
Ora, il secondo maestro lo conosco ed è mia opinione che se lo si fotografasse in qualunque momento della tecnica sarebbe sempre in una posizione perfetta. Da foto su libro di Aikido. Da appendere al muro. Io con lui mi sono allenato e ho provato sulla
mia pelle che, per quanto spirito non collaborativo ci mettessi, riusciva a fare quello che voleva.
E' mia opinione che il senso della sua pratica non sia il senso della pratica del primo maestro. Per me ci può stare. Non lo trovo uno scandalo. Forse i movimenti estremamente rotondi, fluidi, dinamici hanno per lui un significato per l'apprendimento
del praticante più importante all'inizio rispetto l'eseguire una tecnica sintetizzando il movimento e rendendola nel breve sicuramente maggiormente applicabile come fa il primo maestro.
L'atteggiamento è qualcosa di importante. Parliamo anche di "spirito" cioè di come noi impostiamo psicologicamente noi stessi nella pratica. Forse semplicemente è molto più difficile difendersi con la pace nel cuore che in un altro modo.
Per me lo è. Però il fatto stesso che nelle storia delle Arti Marziali se ne sia sempre parlato di questa "armonia" per lo meno dico perdiamo un pò di tempo a riflettere del legame che può avere un'Arte il cui fine dichiarato è sempre stato quello di uccidere.

P.S. ti avviso di stare attento a Giogia perché Firefox mi segnala errori nel tuo post  "cammuffata" :)
Ormai per me non c'è più speranza, salvati almeno tu...  :)

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Offline Paguro49

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Re:IL SIGNIFICATO DELLA PRATICA
« Reply #149 on: December 13, 2011, 15:43:26 pm »
0
Guarda, provo a fare esempi usando il linguaggio tecnico (e mi perdoneranno i non Aikidoka) rispetto a come la penso, a come l'ho sentita e a come la trovo più calzante parlando di AM.
Il grandissimo è anche quello che riesce a non far cominciare lo scontro, mentre se lo scontro ha inizio, tolti i film, è abbastanza improponibile, oltre che un pò ipocrita, non menare le mani, quando lo scontro è iniziato, significa che il ragionarci ha fallito, che lo spazio per educazione, civiltà, morale eccetera è finito.
In quel contesto, un Kaiten può essere abbastanza, se l'attacco va a vuoto ho fatto un gran bel pezzo di ciò che devo, mentre il resto può anche essere lo scappare via veloce.
Se non sono colpito, se non ho regalato troppo spazio all'avversario, allora posso inserirci una tecnica, che può anche fallire, purchè io sia già al "sicuro".
Inutile preoccuparsi di fare Irimi tenkan o Shihonage se non sono riuscito a evitare i colpi avversari.
Riguardo la ampiezza dei movimenti, ritengo che sia più praticabile e più adatto a un contesto Marziale, l'atteggiamento in Irimi, cioè usando Sen no Sen, limitando al minimo la strada percorsa e i movimenti, perchè occorre essere veloci, perchè nessuno ti da "un"pugno e stop, quindi occorre muoversi con chi mena anche a raffica.
I movimenti circolari non devono sparire, ma dovrebbero entrare dentro il praticante, anche fino a non essere più visibili.
In altre discussioni si è parlato del Maestro Kase, uno dei più grandi karateka di sempre, sul fatto che usasse o meno le anche, ed ho sempre sostenuto che le usava eccome, per esperienza diretta e personale, sebbene non si vedesse affatto.
Vale per tutto secondo me, oppure si parla di movimenti proforma privi di applicabilità.
Ma Ueshiba non pensava al proforma.
Mentre per quanto concerne i pugni e i colpi, si tratta solo di una mancanza culturale e formativa degli insegnanti, che li tirano da schifo e da schifo li insegnano, ma certi Sensei, magari di prima generazione, ti caricano di ganci e montanti, diretti e altro....altro che il pugnetto da afferrare al volo, anche perchè quello tsuki.....è un affondo di coltello....non un pugno.
Come in ogni cosa, ognuno ha la sua visione, vanno bene tutte, purchè non si spaccino per l'originale.
« Last Edit: December 13, 2011, 16:12:41 pm by PaguRonin »
La divina scuola dello schiaffazzo argenteo vigila su di voi, mentre la divinissima università dello sputazzo ligneo vi inumidisce la vita