Per me c'è un errore di fondo... nelle AM NON c'è la filosofia come la intendiamo noi "occidentali moderni".
Nelle AM (alcune) c'è un fondo più o meno importante di pratiche e/o credenze legate ad una tradizione spirituale (buddhismo, induismo, taoismo etc.), che non c'entra granchè con la filosofia intesa nel senso di "chiedersi chi siamo e da dove veniamo".
Se gli aforismi che ho riportato ti hanno in qualche modo aiutato a formulare la tua considerazione, assolutamente corretta, allora sono più che contento
Adesso il Bingo Bongo Pensiero e permettetemi di fare un discorso di ampio respiro e collegato anche all'altro topic (non splittate però questo post perché l'argomento è unico):
@Rev cerco di essere sintetico e pratico (anche nei termini)
Tutta sta storia degli SdC che insegnano realmente a far propri quei principi che normalmente gli Artisti Marziali considerano di loro dominio è una cazzata: sacrificio, determinazione, costanza, coraggio e audacia.
La maggior parte delle nostre mamme, che non sanno neanche di cosa stiamo parlando, avrebbero da insegnare cosa significano questi principi a centinaia di migliaia di praticanti che si presentano con la borsa piena di: guanti da sacco, guanti da 10, paratibie, paradenti, fasce, conchiglia e caschetto e tutto rigorosamente firmato.
Prendiamo il 10% che fa il pro e si fa il culo. Fa tanti sacrifici quanti ne faccio io a lavorare 10 ore al giorno. I sacrifici li facevano i thai quando nella boxe avevano una speranza di migliorare la loro vita. Facevano di "necessità virtù" oggi non vedo né la necessità né la virtù.
Quando fai il pro di sacrifici non voglio neanche che se ne venga a parlare perché altrimenti penso che mi si prenda per il culo. Il sacrificio è fare qualcosa per forza, anche quando non se ne ha voglia. I sacrifici li facciamo tutti. La vita è la sola maestra. Il sacrificio lo fa il contadino quando a Natale si alza alle 4 perché bovini e suini se ne fottono che è festa.
I profondi principi che si imparano attraverso la pratica. Ah si? Quando c'è stato il terremoto all'Aquila abbiamo organizzato uno stage interstile per beneficenza. Sono arrivati Aikido, Judo, Capoiera, diversi stili di Kung Fu, Karate, taiji. Con maestri di rilievo. A un metro dallo stage c'è l'ex campione del mondo di Muay Thai che invitato non si è presentato né lui né una sua rappresentanza. L'unica cosa che ho capito che il campione senza caché il culo non lo alza neanche per fare beneficenza. E se lo avessi beccato in strada glielo avrei detto e me ne fotto che è campione del mondo perché non mi arrabbio, ma se mi arrabbio le nocche gliele rompo a testate. E quest'ultima frase è l'unico spirito che deve avere un combattente di SdC.
Il problema però non è la Muay Thai, ma lui che nonostante i sui sacrifici non ha imparato l'umiltà.
E per quanto riguarda il sacrificio ne ho dovuto sempre fare molto di più per eseguire un kata di karate shotokan che una sessione ammazza tori ai pao.
Adesso veniamo a ciò che sta dietro le Arti Marziali.
La pratica della filosofia nella pratica marziale è principalmente pratica religiosa. Dallo zen allo shintoismo al buddismo o al taosimo. Vale anche nella Muay Thai. Oggi della pratica religiosa ce ne fottiamo. Gli aforismi sono opinioni. Le religioni sono risposte.
Però il punto non è questo. Il punto già espresso dal buon Triku è che l'Arte Marziale (VERA) è una rappresentazione di quei principi. Che principi vengono rappresentati nel tirare un calcio Thai nello stile Thai? Quali vengono rappresentati nel Kung Fu e nel Karate? Come nel Bagua anche nel taiji tutto lo stile non è che una rappresentazione fisica e consistente dei principi del Tao. Il Tao dice che l'equilibrio esiste solo se il bianco non è completamente bianco? Bene, allora il peso durante il movimento (non parlo di spostamento) del corpo non deve mai esser su una gamba sola. Il Tao dice che il dinamismo assoluto e continuo deriva dalla trasformazione dello yin in yang e viceversa? Bene allora il peso durante il movimento del corpo non dovrà mai essere uguale su entrambe le gambi altrimenti la trasformazione da yin/yang si blocca.
Quindi la filosofia nell'Arte Marziale è l'Arte Marziale.. E qui siamo ancora dei "bruti" perché la filosofia orientatale esplicata attraverso lo stile era finalizzata si all'armonia, ma la nostra! Allo scopo di sconfiggere il nostro avversario (questi stessi principi applicati alla medicia orientale sono un altro discorso).
Poi c'è stato un salto di qualità e questo salto si chiama Aikido. Dove lo stile non solo è una rappresentazione dei principi shintoisti che vengono però a loro volta superati dall'idea di rappresentare con lo stile l'amorevolezza nei confronti dell'avversario. Con l'idea di diffusione univeresale di questo amore attraverso l'Aikido, l'Aikido che supera la cortina di sola Arte Marziale e va al di là di essa. Che possa far storcere il naso l'accostamento amore/Arti Marziali ci può stare solo e soltanto prima dell'Aikido. Oggi non si può ignorare questa rivoluzione.
Se oggi dovessero formalizzare una nuova Arte Marziale questa dovrebbe migliorare l'esplicazione attraverso il corpo di concetti che vanno al di là di "vinci il mio avversario in qualunque modo". Per questo oggi zero nuove AM (vere), ma tanti SdC.
L'Aikido è applicazione di concetti filosofici anche se chi lo pratica non lo sa
[1].
La filosofia nelle Arti Marziali non sono pratiche religiose. L'Arte Marziale deve rappresentare attraverso lo stile la filosofia di cui si fa messaggera.
Mi dite nel full contact, nel pugilato, nel BJJ di quale filosofia sono messaggeri. Quella "rispondi a questa tecnica con questa mossa per vincere il tuo avversario in un incontro sportivo"?
@Rev giuro che ci ho provato