LA FILOSOFIA NELLA PRATICA MARZIALE

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Offline Darth Dorgius

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Re:LA FILOSOFIA NELLA PRATICA MARZIALE
« Reply #30 on: December 12, 2011, 11:42:29 am »
0
Ciao a tutti. Io, sinceramente, penso che 'sta fantomatica filosofia di pensiero nelle AM può trovare ragione d'esistere solo se guardiamo al periodo ed al luogo in cui le AM stesse sono state create. Non vorrei sembrare blasfemo, ma la stessa cosa succede con le varie religioni. Migliaia di anni fa le regole per poter vivere in una società dovevano essere dettate da qualcosa di mistico in modo da poter essere rispettate; oggi, almeno nei paesi "civili", credo che la musica sia diversa. Sicuramente è interessante studiare ed approfondire questi principi allo scopo di ampliare la propria cultura personale, ma il tutto va considerato con lo stile di vita che si conduce.

Assolutamente d'accordo. :thsit:
Cittadino del Territorio Libero di Trieste.

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Offline Dipper

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Re:LA FILOSOFIA NELLA PRATICA MARZIALE
« Reply #31 on: December 12, 2011, 11:58:32 am »
0
Mad, un'ulteriore osservazione.

Tu mi hai parlato di Flow come controparte occidentale del pensiero Zen. Niente da dire, in effetti in una discussione passata anch'io ne ho visto le analogie e in effetti è lo stesso Zen a dire che si tratta solo di "mezzi" per arrivare ad un fine.
Il punto è però, in quante palestre di SdC, ad esempio, si parla di Flow e si fanno esercizi per svilupparlo? In quanti posti si da peso al lato mentale e psicologico?
Se è vero che sono concetti indissolubilmente legati alla pratica, è anche vero che bisogna in qualche modo indicare la via.

Ti faccio un parallelo: nelle MMA il grappling è un elemento fondante e imprescindibile, nel Karate no. Ora io come karateka ho fatto (e vorrei ancora fare) quelle quattro cose di grappling che andranno poi a fare parte del bagaglio del Karate che andrò ad insegnare, ma con l'onestà di dire da dove viene questo grappling (BJJ e simili).
Sono sicuro che in alcune palestre di nicchia di SdC il flow sia contemplato, ma non è di sicuro la regola, mentre nelle palestre di AM orientali sono concetti molto più diffusi (ad esempio in molti siti di Karate puoi trovare due concetti cardine del pensiero Zen: mizu no kokoro e tsuki no kokoro). Se un pugile poi approfondisce questo aspetto è legittimo e normale (niente è esclusiva di nessuno), ma in questo caso è un'integrazione, come lo è il grappling nel mio Karate.

Postille:
1- la "filosofia" (metto le virgolette in attesa di trovare un termine più adatto non rende più bravi o belli, è solo uno strumento. Alla fine vince chi picchia più forte. Punto.
2- la "filosofia" non deve essere una scusa per scansare confronti, allenamento, integrazione e razionalità, in quel caso sono, appunto, futili scuse.
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Wa No Seishin

Re:LA FILOSOFIA NELLA PRATICA MARZIALE
« Reply #32 on: December 12, 2011, 12:25:32 pm »
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[Approfitto di questo attimo di quiete: si è parlato di aikido per caso, non con l'intento di monopolizzare la discussione (che altrimenti sarebbe stata aperta in altra sezione).

Cmq apprezzo il fatto che siate rimasti stranamente IT... :-* :gh:]

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Offline Bingo Bongo

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Re:LA FILOSOFIA NELLA PRATICA MARZIALE
« Reply #33 on: December 12, 2011, 13:23:10 pm »
0
[Approfitto di questo attimo di quiete: si è parlato di aikido per caso, non con l'intento di monopolizzare la discussione (che altrimenti sarebbe stata aperta in altra sezione).

Cmq apprezzo il fatto che siate rimasti stranamente IT... :-* :gh:]

Ottima immobilizzazione senza rompere le ossa  :)

Riguardo il tema la mia opinione è che la filosofia nelle Arti Marziali deve esplicarsi attraverso lo stile e non attraverso la fede religiosa.
Che poi lo stile sia un adattamento ai concetti filosofici presi anche dalle religioni mi sembra esattamente ciò che fa di un'Arte Marziale una disciplina il cui totale non è la somma delle parti (tecniche).

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Offline Ragnaz

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Re:LA FILOSOFIA NELLA PRATICA MARZIALE
« Reply #34 on: December 12, 2011, 13:30:01 pm »
0

Ma nemmeno filosofia "orientale antica"  :)

E' proprio un termine improprio.


A parte che taoismo e buddismo sono piu' filosofie che religioni, quello che dico io e' che non vi e' nulla di esplicito.

Nessuno "studia" niente.
Semplicemente ci si vezzeggia di filosofie/spiritualita' diverse perche' alcune arti sono state concepite in diversi ambiti culturali e quindi per forza di cose ne portano le tracce.

Magari mi sbaglio,ma voi che "spiritualita'" studiate CON le arti marziali?

Semmai il fatto di incontrare una cultura diversa attraverso le arti marziali porta a interessarsi di queste credenze differenti e uno magari se le studia per comprendere meglio il senso della propria pratica.
Ma e' una cosa indipendente e sono in pochissimi a farla.  :)

Si, è improprio l'uso del termine filosofia in associazione alle tradizioni spirituali orientali (non a caso uso sempre il termine "tradizioni").
Ti do ragione su tutto il resto, normalmente è come dici tu, per lo meno in occidente :)
In oriente tutt'ora non so (non ci sono mai stato ahimè) se le cose possano stare diversamente.
Per spiritualità intendo il percorso spirituale che porta l'essere umano "base" a quel traguardo che puoi chiamare un po' come vuoi, illuminazione, nirvana, salvezza etc ;)
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Offline Ragnaz

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Re:LA FILOSOFIA NELLA PRATICA MARZIALE
« Reply #35 on: December 12, 2011, 13:32:31 pm »
0
che cos'è la filosofia?

Seghe mentali?  :gh: :gh:
Ragnaz - alias Luca


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Re:LA FILOSOFIA NELLA PRATICA MARZIALE
« Reply #36 on: December 12, 2011, 13:49:11 pm »
0
Da qualche parte, seppellita in un post di questo forum, deve esserci una frase che suona tipo:
"La religiosità e la filosofia delle AM dipende dal fatto che bisognava dare una mano ai guerrieri sotto shock che tornavano dalla battaglia"

Di conseguenza, non vivendo in quel periodo, mi limito a quella mezza tacca di filosofia Cristiana che conosco.

Al più, una filosofia di vita che m'ha sempre ispirato è quella enunciata nel film Dragon Heart.

Un cavaliere è votato al coraggio,
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La sua spada protegge gli inermi,
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P.s.
Mad sei un infame: cominci un discorso scientifico sulla filosofia e non mi avvisi nemmeno. :dis:
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Offline Rev. Madhatter

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Re:LA FILOSOFIA NELLA PRATICA MARZIALE
« Reply #37 on: December 12, 2011, 16:51:40 pm »
+1

Si, è improprio l'uso del termine filosofia in associazione alle tradizioni spirituali orientali (non a caso uso sempre il termine "tradizioni").
Ti do ragione su tutto il resto, normalmente è come dici tu, per lo meno in occidente :)
In oriente tutt'ora non so (non ci sono mai stato ahimè) se le cose possano stare diversamente.
Per spiritualità intendo il percorso spirituale che porta l'essere umano "base" a quel traguardo che puoi chiamare un po' come vuoi, illuminazione, nirvana, salvezza etc ;)
[/quote]


Ok,sono contento che siamo giunti a questo punto  di comune accordo  :)



La questione spiritualita' magari l'affronteremo in un 3D apposito, per ora mi premeva chiarire il problema della "filosofia"  :)
Peccato che la stupidità non sia dolorosa.
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Offline Rev. Madhatter

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Re:LA FILOSOFIA NELLA PRATICA MARZIALE
« Reply #38 on: December 12, 2011, 17:12:16 pm »
+7
Per me c'è un errore di fondo... nelle AM NON c'è la filosofia come la intendiamo noi "occidentali moderni".
Nelle AM (alcune) c'è un fondo più o meno importante di pratiche e/o credenze legate ad una tradizione spirituale (buddhismo, induismo, taoismo etc.), che non c'entra granchè con la filosofia intesa nel senso di "chiedersi chi siamo e da dove veniamo".
Se gli aforismi che ho riportato ti hanno in qualche modo aiutato a formulare la tua considerazione, assolutamente corretta, allora sono più che contento  :)

Adesso il Bingo Bongo Pensiero e permettetemi di fare un discorso di ampio respiro e collegato anche all'altro topic (non splittate però questo post perché l'argomento è unico):

@Rev cerco di essere sintetico e pratico (anche nei termini)

Tutta sta storia degli SdC che insegnano realmente a far propri quei principi che normalmente gli Artisti Marziali considerano di loro dominio è una cazzata: sacrificio, determinazione, costanza, coraggio e audacia.
La maggior parte delle nostre mamme, che non sanno neanche di cosa stiamo parlando, avrebbero da insegnare cosa significano questi principi a centinaia di migliaia di praticanti che si presentano con la borsa piena di: guanti da sacco, guanti da 10, paratibie, paradenti, fasce, conchiglia e caschetto e tutto rigorosamente firmato.
Prendiamo il 10% che fa il pro e si fa il culo. Fa tanti sacrifici quanti ne faccio io a lavorare 10 ore al giorno. I sacrifici li facevano i thai quando nella boxe avevano una speranza di migliorare la loro vita. Facevano di "necessità virtù" oggi non vedo né la necessità né la virtù.
Quando fai il pro di sacrifici non voglio neanche che se ne venga a parlare perché altrimenti penso che mi si prenda per il culo. Il sacrificio è fare qualcosa per forza, anche quando non se ne ha voglia. I sacrifici li facciamo tutti. La vita è la sola maestra. Il sacrificio lo fa il contadino quando a Natale si alza alle 4 perché bovini e suini se ne fottono che è festa.
I profondi principi che si imparano attraverso la pratica. Ah si? Quando c'è stato il terremoto all'Aquila abbiamo organizzato uno stage interstile per beneficenza. Sono arrivati Aikido, Judo, Capoiera, diversi stili di Kung Fu, Karate, taiji. Con maestri di rilievo. A un metro dallo stage c'è l'ex campione del mondo di Muay Thai che invitato non si è presentato né lui né una sua rappresentanza. L'unica cosa che ho capito che il campione senza caché il culo non lo alza neanche per fare beneficenza. E se lo avessi beccato in strada glielo avrei detto e me ne fotto che è campione del mondo perché non mi arrabbio, ma se mi arrabbio le nocche gliele rompo a testate. E quest'ultima frase è l'unico spirito che deve avere un combattente di SdC.
Il problema però non è la Muay Thai, ma lui che nonostante i sui sacrifici non ha imparato l'umiltà.
E per quanto riguarda il sacrificio ne ho dovuto sempre fare molto di più per eseguire un kata di karate shotokan che una sessione ammazza tori ai pao.

Adesso veniamo a ciò che sta dietro le Arti Marziali.
La pratica della filosofia nella pratica marziale è principalmente pratica religiosa. Dallo zen allo shintoismo al buddismo o al taosimo. Vale anche nella Muay Thai. Oggi della pratica religiosa ce ne fottiamo. Gli aforismi sono opinioni. Le religioni sono risposte.
Però il punto non è questo. Il punto già espresso dal buon Triku è che l'Arte Marziale (VERA) è una rappresentazione di quei principi. Che principi vengono rappresentati nel tirare un calcio Thai nello stile Thai? Quali vengono rappresentati nel Kung Fu e nel Karate? Come nel Bagua anche nel taiji tutto lo stile non è che una rappresentazione fisica e consistente dei principi del Tao. Il Tao dice che l'equilibrio esiste solo se il bianco non è completamente bianco? Bene, allora il peso durante il movimento (non parlo di spostamento) del corpo non deve mai esser su una gamba sola. Il Tao dice che il dinamismo assoluto e continuo deriva dalla trasformazione dello yin in yang e viceversa? Bene allora il peso durante il movimento del corpo non dovrà mai essere uguale su entrambe le gambi altrimenti la trasformazione da yin/yang si blocca.
Quindi la filosofia nell'Arte Marziale è l'Arte Marziale.. E qui siamo ancora dei "bruti" perché la filosofia orientatale esplicata attraverso lo stile era finalizzata si all'armonia, ma la nostra! Allo scopo di sconfiggere il nostro avversario (questi stessi principi applicati alla medicia orientale sono un altro discorso).
Poi c'è stato un salto di qualità e questo salto si chiama Aikido. Dove lo stile non solo è una rappresentazione dei principi shintoisti che vengono però a loro volta superati dall'idea di rappresentare con lo stile l'amorevolezza nei confronti dell'avversario. Con l'idea di diffusione univeresale di questo amore attraverso l'Aikido, l'Aikido che supera la cortina di sola Arte Marziale e va al di là di essa. Che possa far storcere il naso l'accostamento amore/Arti Marziali ci può stare solo e soltanto prima dell'Aikido. Oggi non si può ignorare questa rivoluzione.
Se oggi dovessero formalizzare una nuova Arte Marziale questa dovrebbe migliorare l'esplicazione attraverso il corpo di concetti che vanno al di là di "vinci il mio avversario in qualunque modo". Per questo oggi zero nuove AM (vere), ma tanti SdC.
L'Aikido è applicazione di concetti filosofici anche se chi lo pratica non lo sa[1].
La filosofia nelle Arti Marziali non sono pratiche religiose. L'Arte Marziale deve rappresentare attraverso lo stile la filosofia di cui si fa messaggera.
Mi dite nel full contact, nel pugilato, nel BJJ di quale filosofia sono messaggeri. Quella "rispondi a questa tecnica con questa mossa per vincere il tuo avversario in un incontro sportivo"?


@Rev giuro che ci ho provato
 1. parlo sempre dell'Aikido solo perché è la più moderna


Rispondo un po' a "pezzi" mentre bestemmio per il pc, cercate di capire  [kill]

(apprezzo la prova,son tante parole,ma non sprecate  ;))

Partiamo dalla questione sdc:

1) Giorgio Petrosyan fa stage gratuiti. Non e' il solo, ed in ogni caso trovo normale che la gente professionista si faccia pagare per uno stage,essendo il suo lavoro. Per la questione beneficenza rimanderei ai diversi match organizzati per il terremoto in giappone,visto che qualcuno ne ricordo.

2) Non si puo' certo giudicare una categoria per un esempio: altrimenti io mi gioco la carta del maestro di kung fu che stuprava gli allievi e da questo deduco che i marzialisti son tutti stupratori di bambini.

3) Sono disposto, purtroppo e' arduo da attuare, a fare in qualsiasi momento un confronto tra praticanti di am e praticanti di sdc: sul piano etico,spirituale e perfino di sacrificio.
Ho conosciuto maestri di am razzisti che insultavano gli allievi di colore,maestri che piu' velatamente li trattavano male, ho visto maestri di am rubare le quote,millantare titoli,truffare allievi, ho conosciuto maestri tradire mogli con allieve, e potrei andare avanti ore...
In una palestra di sdc che ho frequetato ho visto che mai avrei immaginato: ho visto un fascista coperto di croci celtiche dire a un ragazzo di colore, allenati e non preoccuparti dei soldi, quando troverai un lavoro pagherai la quota, ho gestori di palestre di quelli che se li incroci per strada cambi marciapede lamentarsi per l'assenza del caschetto e dire che a chi non poteva permetterselo lo pagava la palestra, un mio compagno d'allenamento aveva smesso di studiare a 16 anni perche' con la morte del padre servivano soldi a casa,questo ragazzo,qui a milano,mica in thailandia, considerava lo sport l'unico modo per sollevare la testa...3 anni dopo ha messo incinta la sua ragazza ed e' venuto a salutarci tutti perche' da quel giorno i soldi della palestra andavano da parte per garantire alla piccola un futuro migliore di quello che era toccato a lui.
E questo non e' mica perche' la gente che fa sdc e' bella e quelli che fanno am sono brutti...ma e' solo una questione di pugni presi.
Molte persone sottovalutano l'immensa dose d'umilta necessaria per prendere colpi da tutti,tutti i giorni, e non solo da quelli piu' bravit, tutti lavorano con tutti,tutti sudano e muoiono assieme; nelle palestre di sdc davvero non conta chi sei fuori  ;)

4) Il sacrificio: sono abbastanza d'accordo con la tua idea: per questo essenzialmente credo che il sacrificio sia molto piu' raro tra praticanti di am, spesso i corsi di am sono piu' ricchi di persone annoiate e con una certa cultura, gente che ha molte scelte,piuttosto che poveracci e ignoranti.
Io per la cronaca sono esattamente uno di quegli individui "annoiati" che pratica per puro piacere e non per fame o voglia di rivalsa. ed e' uno dei motivi per cui non sono un cazzo di nessuno: non riesco nemmeno a sacrificare la birra del sabato sera alla mia pratica, figurati buona parte della vita sociale come un semi-pro...
Ma e' proprio perche' vedo il confronto con certe persone che trovo offensivo quando un dopolavorista che pratica karate tre volte a settimana viene a parlarmi di sacrificio e alti valori.


Secondo pezzo a seguire, pregate con me il DIo Nànos che il pc non mi sminchi anche questo messaggio perche' non lo riscrivo  >:(
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Re:LA FILOSOFIA NELLA PRATICA MARZIALE
« Reply #39 on: December 12, 2011, 17:17:31 pm »
0
intanto ti becchi un appoggio, e se il post seguente è della stessa caratura inizia a far spazio tra le chiappe

poi, per non correre rischi, scrivilo in un editor di testo, salvando di frequente. quando è pronto fai copia-e-incolla, così sei sicuro di non perdere niente
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Offline Rev. Madhatter

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Re:LA FILOSOFIA NELLA PRATICA MARZIALE
« Reply #40 on: December 12, 2011, 17:29:27 pm »
+1
@bingo, parte seconda:


Io credo piuttosto che quelle che qui chiamiamo impropriamente "filosofie" avessero piuttosto una funzione di paradigma culturale: una disciplina sviluppatasi in un determinato paradigma se ne impregna inevitabilmente; a questo proposito io credo sia estremamente interessante vedere lo sviluppo in giappone del Bushido e delle sue interpretazione, vedere come con l'arrivo del neoconfucianesimo si forza molto il passaggio alle arti marziali come via: non solo lo trovo un eccellente esempio di come esista la pratica marziale e poi vi si sovrappongano differenti letture ma e' anche la probabile causa di un sacco di "incomprensioni" della "filosofia marziale"...


E' un po' che mi frulla per la testa l'idea di scrivere qualche riga su come gli sport da combattimento occidentali siano una chiara manifestazione del sistema culturale-"filosofico"- occidentale e credo proprio che arrivera' a breve....
Il punto e' che anche quando un sistema di pensiero collabora alla genesi di una pratica non vuol dire che esso poi permanga,ne' che sia necessario per un buon utilizzo della stessa (attenzione,utilizzo,non comprensione  ;) ).
---> significativo a questo punto la tua affermazione sull'aikido:
Quote
L'Aikido è applicazione di concetti filosofici anche se chi lo pratica non lo sa

A questo punto,e scusate se uso una battuta che adoro, potremmo anche dire che chi mangia la stracciatella e' Hegeliano,anche se lui non lo sa  :gh:

In realta' sarebbe carino anche fare il gioco di rileggere una discplina orientale con canoni occidentali e vedere se si quadra il cerchio...

Ma la questione essenzialmente e' quella sopracitata: Il pensiero puo' o meno essere sovrapposto alla pratica ma non ne e' costitutivo e nessuno[1] studia realmente filosofia/spiritualita/modelli culturali di una disciplina.
-ripeto,non sto dicendo che non e' possibile, anzi, sto dicendo che non viene fatto.
Spoiler: show
Un po' come il combattimento davvero libero nelle palestre di amt...e' possibilissimo e tutti lo millantano,ma alla prova del nove non si vede mai!  :D




-grazie per l'esposizione curata del tuo post  :thsit:
--spero di non aver dimenticato pezzi.
 1. quasi
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Offline Rev. Madhatter

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Re:LA FILOSOFIA NELLA PRATICA MARZIALE
« Reply #41 on: December 12, 2011, 17:45:17 pm »
+1
Mad, un'ulteriore osservazione.

Tu mi hai parlato di Flow come controparte occidentale del pensiero Zen. Niente da dire, in effetti in una discussione passata anch'io ne ho visto le analogie e in effetti è lo stesso Zen a dire che si tratta solo di "mezzi" per arrivare ad un fine.
Il punto è però, in quante palestre di SdC, ad esempio, si parla di Flow e si fanno esercizi per svilupparlo? In quanti posti si da peso al lato mentale e psicologico?
Se è vero che sono concetti indissolubilmente legati alla pratica, è anche vero che bisogna in qualche modo indicare la via.

Ti faccio un parallelo: nelle MMA il grappling è un elemento fondante e imprescindibile, nel Karate no. Ora io come karateka ho fatto (e vorrei ancora fare) quelle quattro cose di grappling che andranno poi a fare parte del bagaglio del Karate che andrò ad insegnare, ma con l'onestà di dire da dove viene questo grappling (BJJ e simili).
Sono sicuro che in alcune palestre di nicchia di SdC il flow sia contemplato, ma non è di sicuro la regola, mentre nelle palestre di AM orientali sono concetti molto più diffusi (ad esempio in molti siti di Karate puoi trovare due concetti cardine del pensiero Zen: mizu no kokoro e tsuki no kokoro). Se un pugile poi approfondisce questo aspetto è legittimo e normale (niente è esclusiva di nessuno), ma in questo caso è un'integrazione, come lo è il grappling nel mio Karate.

Postille:
1- la "filosofia" (metto le virgolette in attesa di trovare un termine più adatto non rende più bravi o belli, è solo uno strumento. Alla fine vince chi picchia più forte. Punto.
2- la "filosofia" non deve essere una scusa per scansare confronti, allenamento, integrazione e razionalità, in quel caso sono, appunto, futili scuse.


Ho capito cosa intendi, quello che cerco di dire e' che le cose non sono legate,anche se va di moda farlo cosi'  :)
Faccio qualche esempio visto da moi medesimo  :):

Palestra di thai in cui si coltiva il lato animista correlato alla pratica e alle sue tradizioni.

Gruppo di studio di kung fu Cristiano, preghiera prima e dopo la pratica[1].

Gruppo di "Pugilato Antifascista" (si,vedevano nei valori della boxe significati proletari, no,non sto scherzando)

Scuola di Xing yi guidata da un maestro cabalista con un allievo interessato alla filosofia occidentale,uno al misticismo stile "energie interne" e poi c'era sillich che se ne batteva le palle di tutto  :D

E avanti...

Il fatto e' che su una pratica puoi montarci sopra qualsiasi ideale, e' una questione di filtri  :)


Per il concetto di Flow: allora, quasi mai l'ho sentito chiamare Flow, ma versioni spicce di "no mente" le ho sentite in quasi tutte le palestre di sdc.
Di solito ci si fa ingannare dal fatto che essendo in occidente e parlando in  italiano o al max inglese i concetti ci appaioni normali perche' a noi familiari,mentre sembrano acquisire strani significati quando presi in prestito da altre culture...

Per una persona cresciuta nel giappone del buddismo zen del primo dopoguerra dire "muga" o "eliminare l'io che osserva" era linguaggio corrente come per noi dire "non devi pensare a dove metti i pedi,devono andare da soli".
Cambia il nome ma il concetto permane  :)
Se domani io andassi in cina a insegnare "mazzate tribali " e in mezzo a una frase in cinese spiegassi ai miei allievi che serve piu' "cazzimma" mi guarderebbero strani e mi chiederebbero che significa.
Al che io spiegherei loro che e' quel modo di agire proprio di chi e' molto deciso a giungere al fine,senza curarsi troppo del modo in cui si arriva, uno modo d'essere con una velatura di cattiveria,ma senza la connotazione etica di "male"...

E BAM, di colpo si parlerebbe del mistico concetto marziale di "Cazzimma:)
 1. Perfavore,sorvoliamo sulle contradizioni... :nono:
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Re:LA FILOSOFIA NELLA PRATICA MARZIALE
« Reply #42 on: December 12, 2011, 17:50:13 pm »
0
Da qualche parte, seppellita in un post di questo forum, deve esserci una frase che suona tipo:
"La religiosità e la filosofia delle AM dipende dal fatto che bisognava dare una mano ai guerrieri sotto shock che tornavano dalla battaglia"

Di conseguenza, non vivendo in quel periodo, mi limito a quella mezza tacca di filosofia Cristiana che conosco.

Al più, una filosofia di vita che m'ha sempre ispirato è quella enunciata nel film Dragon Heart.

Un cavaliere è votato al coraggio,
il suo cuore conosce solo la virtù!
La sua spada protegge gli inermi,
la sua forza sostiene i deboli,
le sue parole dicono solo la verità!
La sua ira abbatte i malvagi.


P.s.
Mad sei un infame: cominci un discorso scientifico sulla filosofia e non mi avvisi nemmeno. :dis:


Bravo Gelo!

Passi di qui e sganci una bella bomba!  ;)


Si,la filosofia si usava molto per creare guerrieri pronti a morire.
Faccio il discorso in breve perche' e' gia' stato affrontato, il modo d'esser gia' morto di un samurai creava un guerriero che non aveva paura di morire, il suo complicato sistema di On,Gimu e Giri lo redeva perfetto ad agire incaricato di "cose piu' grandi di se", cosi' come un cavaliere di un ordine monastico cristiano era una eccellente macchina di morte in quanto agiva in virtu' di una fede superiore e con la promessa del paradiso.


Ma questo e' un uso di valori differente e dubito che qualcuno ricerchi una cosa del genere nella propria pratica  :)

Spoiler: show
Per restar piu' vicino a noi,gente che e' idonea a schiantarsi con un aereo su un palazzo e altra gente disposta ad andare a far guerra a uno stato sconosciuto del medioriente in un mix di patriottismo e fervore cristiano  :whistle:
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Re:LA FILOSOFIA NELLA PRATICA MARZIALE
« Reply #43 on: December 12, 2011, 18:31:42 pm »
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La questione spiritualita' magari l'affronteremo in un 3D apposito, per ora mi premeva chiarire il problema della "filosofia"  :)

Ben volentieri ;)
Ragnaz - alias Luca


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Offline Bingo Bongo

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Re:LA FILOSOFIA NELLA PRATICA MARZIALE
« Reply #44 on: December 12, 2011, 19:15:42 pm »
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1) Giorgio Petrosyan fa stage gratuiti. Non e' il solo, ed in ogni caso trovo normale che la gente professionista si faccia pagare per uno stage,essendo il suo lavoro. Per la questione beneficenza rimanderei ai diversi match organizzati per il terremoto in giappone,visto che qualcuno ne ricordo.

2) Non si puo' certo giudicare una categoria per un esempio: altrimenti io mi gioco la carta del maestro di kung fu che stuprava gli allievi e da questo deduco che i marzialisti son tutti stupratori di bambini.

3) Sono disposto, purtroppo e' arduo da attuare, a fare in qualsiasi momento un confronto tra praticanti di am e praticanti di sdc: sul piano etico,spirituale e perfino di sacrificio.
Ho conosciuto maestri di am razzisti che insultavano gli allievi di colore,maestri che piu' velatamente li trattavano male, ho visto maestri di am rubare le quote,millantare titoli,truffare allievi, ho conosciuto maestri tradire mogli con allieve, e potrei andare avanti ore...
Permettimi una battuta: adirittura "potrei andare avanti ore"...Che razza di maestri hai conosciuto? Un focolaio di psicopatici praticanti di taiji (azz...non dovevo dirlo altrimenti mi vieve in mente come è morto Carradine...).  :)

A parte gli scherzi la risposta a questi atteggiamenti la copio da te: "peccato che la stupidità non sia dolorosa" e per quanto riguarda Petrosyan sono sicuro che è una brava persona.
Credo che sia davvero inutile se adesso facessi esempi di maestri di Kung Fu irreprensibili e umanamente disposti anche psicologicamente oltre che economicamente a dare conforto a chi, in palestra, ne ha bisogno.
Penso che entrambi abbiamo capito il senso di questo discorso.

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In una palestra di sdc che ho frequetato ho visto che mai avrei immaginato: ho visto un fascista coperto di croci celtiche dire a un ragazzo di colore, allenati e non preoccuparti dei soldi, quando troverai un lavoro pagherai la quota, ho gestori di palestre di quelli che se li incroci per strada cambi marciapede lamentarsi per l'assenza del caschetto e dire che a chi non poteva permetterselo lo pagava la palestra, un mio compagno d'allenamento aveva smesso di studiare a 16 anni perche' con la morte del padre servivano soldi a casa,questo ragazzo,qui a milano,mica in thailandia, considerava lo sport l'unico modo per sollevare la testa...3 anni dopo ha messo incinta la sua ragazza ed e' venuto a salutarci tutti perche' da quel giorno i soldi della palestra andavano da parte per garantire alla piccola un futuro migliore di quello che era toccato a lui.
E questo non e' mica perche' la gente che fa sdc e' bella e quelli che fanno am sono brutti...ma e' solo una questione di pugni presi.
Molte persone sottovalutano l'immensa dose d'umilta necessaria per prendere colpi da tutti,tutti i giorni, e non solo da quelli piu' bravit, tutti lavorano con tutti,tutti sudano e muoiono assieme; nelle palestre di sdc davvero non conta chi sei fuori  ;)
Chi arriva da situazioni difficili (il "ghetto" per dirla all'americana) può trovare negli SdC, ma anche in altri sport (pensiamo al calcio per i brasiliani, anche se ora pure loro giocono meno a piedi nudi in spiaggia), un modo per emergere, per cambiare la loro vita in meglio, se vogliamo anche per sfogare la loro rabbia. Anch'io a full contact ho conosciuto un ragazzotto di quelli che dicono "sono arrivato uno" che picchiava come un dannato, fra l'altro simpaticissimo e ignorantissimo  :)
E anch'io quando sono entrato in palestra la prima volta l'ho fatto che già avevo i coglioni girati perché la vita non mi sorrideva e non vedevo l'ora di spaccare la faccia a qualcuno senza finire al beccaria.
Anche nel fare Kung Fu o Karate è necessaria una grande dose di umiltà e di sacrificio. Sarà una questione personale, ma a Thai quando prendevo e davo cazzotti mi sentivo meno sacrificato e meno umile di quando dovevo fare una forma di Kung Fu.
E riguarda l'umiltà ricordo con piacere un video di Ueshiba già famoso che si fa buttare a terra da una ragazza cintura bianca e questa sorride a favore di camera alzando le braccia al cielo come a dire "ce l'ho fatta". Per me è una cosa bellissima. E lo vedo fare oggi a tanti maestri.
Pardon se tiro fuori per l'ennesima volta Ueshiba, visto che fa parte dell'epoca moderna è più facile trovare riscontri rispetto a "straordinari" maestri di migliaia di anni fa...

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4) Il sacrificio: sono abbastanza d'accordo con la tua idea: per questo essenzialmente credo che il sacrificio sia molto piu' raro tra praticanti di am, spesso i corsi di am sono piu' ricchi di persone annoiate e con una certa cultura, gente che ha molte scelte,piuttosto che poveracci e ignoranti.
Io per la cronaca sono esattamente uno di quegli individui "annoiati" che pratica per puro piacere e non per fame o voglia di rivalsa. ed e' uno dei motivi per cui non sono un cazzo di nessuno: non riesco nemmeno a sacrificare la birra del sabato sera alla mia pratica, figurati buona parte della vita sociale come un semi-pro...
Ma e' proprio perche' vedo il confronto con certe persone che trovo offensivo quando un dopolavorista che pratica karate tre volte a settimana viene a parlarmi di sacrificio e alti valori.
Questo è vero: è più facile che la ragazza diciamo di buona famiglia vada a fare capoiera o taiji che pugilato o thai. E' anche vero che il pugilato e la thai danno la possibilità di combattere in circuiti dove si può vivere facendo a pugni. Però di gente annoiata ne ho vista anche a Muay Thai, magari presa dalla moda. Presa così come quelli che fanno Wx dall'illusione di fare l'Arte Marziale Definitiva senza fare fatica...
Di contro quando la palestra di AM è seria e si lavora bene o cambi mentalità o cambi palestra. Io di fighetti a Viet Vo Dao e Kung Fu che hanno mollato dopo 2 lezioni ne ho visti parecchi. Ne ho visti meno ad Aikido è vero, però ci sta (e forse è anche un bene). E anche l'Aikido fatto seriamente richiede sacrifici. Se poi uno lo ama i sacrifici diventano voglia di allenarsi 8 al giorno. Cosa che farei se potessi. Per me il sacrificio e non poterlo fare.
Pensa che quando facevo pugilato ero considerato uno che prometteva. Avevo una combinazione gancio sinistro/diretto destro che non lasciava scampo. Lo sentivo nell'anima. Ero lontano da farmi il culo vero per fare il pro, però se invece di studiare avessi continuato adesso farei sicuramente il pugile e visto come stanno andando le cose in Italia non guadegnerei praticamente un cazzo  :)
Questo per dire che le AM, quando ho iniziato, mi erano state presentate come un modo per calmarmi...Io volevo sfogarmi picchiando le persone altro che calmarmi! Con questo bisogno è chiaro che gli SdC erano per me un buon "ricovero"

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Secondo pezzo a seguire, pregate con me il DIo Nànos che il pc non mi sminchi anche questo messaggio perche' non lo riscrivo  >:(
Pensa al sacrificio se avessi dovuto riscriverlo  :gh: