quando ho cominciato ad affacciarmi alle AM avvertivo la necessità di "migliorarmi" in qualche modo. Col tempo cominciavo ad avvertire una consapevolezza "superiore" rispetto ai normali standard della società in cui viviamo.
l'idea era "divento più forte così saprò cavarmela in parecchie situazioni" anche se, matematicamente, ogni venerdì venivo massacrato dal mio eventuale compagno (a 16 praticavo Tang Lang e siccome ero bello corpulento, mi toccavano sempre i più grandicelli
)
Negli anni questa pseudosicurezza è svanita lasciando il posto a una ricerca personale finalizzata a comprendere meglio (e scusate se sembra assurdo) tutta la vita che si svolge al di fuori del dojo...del fatto che io possa o meno essere avvantaggiato in uno scontro non m'importa più di tanto...ma se riesco a controllare una situazione e allo stesso tempo controllarMI penso di aver fatto un passettino in più nella mia ricerca...
bene o male sul tatami esiste un mutuo rispetto o delle modalità didattiche prestabilite, fuori dalle lezioni però, si incomincia ad intravedere l'uomo, con i suoi pregi e i suoi difetti.
"quel maestro è bravissimo tecnicamente ma, umanamente è un vero stronzo!"...
Ovvio che esistono differenti esigenze per differenti caratteri, penso perciò che se avessi scelto il karate piuttosto che l'aikido sarei arrivato al medesimo risultato...
...una terribile emicrania!