Non concordo. Per prima cosa non concordo coi toni.
ma non ti stavo mica offendendo! però se una cosa è una cazzata è una cazzata. c'è un sacco di gente di cui ho una stima molto alta a cui capita di dire una cazzata.. succede! (succede anche a me, ma di me ho una stima bassa, per cui non faccio tanto testo: mi capita dozzine di volte al giorno). mica perdi punti per questo! come un gran pugile non è meno bravo se una volta per sbaglio gli capita di prendere un colpo da un pugile mediocre: sono eventualità insite nel confronto. se uno sta sempre zitto e non si confronta mai, vedrai che di cazzate ne dice poche
davvero mi dispiace se l'hai preso come un attacco personale, ti giuro che non era mia intenzione, anche perché penso di star dicendo una cosa importante alla cui accettazione si è in genere piuttosto refrattarii, per cui non voglio buttare nel calderone nulla che renda la comunicazione ancora più ostica
Ok rispondo ora perchè negli ultimi 10gg ero senza web. Ci ho messo un po' a ritrovare al discussione
Non mi ero assolutamente offeso o simili. Semplicemente non mi piacciono le affermazioni assolutistiche fatte "in nome della scienza" o simili.
La Verità temo che nessuno o quasi la possieda.
per la scienza puoi anche togliere il 'quasi': scientificamente la realtà è inconoscibile, è uno dei presupposti fondamentali dell'epistemologia. cionondimeno, l'opinione della scienza su una data questione è una e una sola. il che non vuol dire che sia drastica: può essere una sola ma ben moderata, perché sovente deve soppesare contributi di fattori contrastanti. infatti non sono stato io ad affermare che la roba meno lavorata è migliore.. quello sei tu! io sono quello che dice 'dipende, bisogna valutare caso per caso, e la storia del prodotto non è uno dei fattori di cui tener conto'. come vedi, paradossalmente, quello meno assolutista sono io
Infatti per la scienza tutto è "in fieri" e nulla è certo. Il mio discorso era generale, è chiaro che ci sono poi i singoli casi specifici.
infatti, passando agli argomenti:
Inoltre, tornando al sodo, più un prodotto è lavorato industrialmente più è probabile che presenti:
- scorie e residui di lavorazione (anche se magari solo in tracce)
che non è detto facciano male, dipende da cosa sono e quante ce ne sono. e comunque quasi nessuno oggi va a bere il latte direttamente dalla mammella della capra, spesso qualche passaggio prima della consumazione è ben raccomandabile (e.g: la pastorizzazione nel caso del latte) anche se comporta la formazione di qualche sottoprodotto. anche considerando questo argomento, quindi, non è affatto detto che un prodotto meno lavorato sia migliore, c'è da valutare caso per caso in ragione della composizione, delle proprietà e delle esigenze[/font]
Infatti. Dipende dai residui. Io mi riferivo a prodotti fortemente lavorati e "lontani" dal loro status "naturale" nel quale sono comunque edibili. Non mi riferivo a prodotti che vanno lavorati per poterli rendere sicuri.
Vedi le farine integrali. Oggi come oggi il consumo di farine (sotto qualunque forma) bianche è quasi assoluto. Ed è una questione fondamentalmente legata alla moda. Ma è, mediamente, decisamente dannosa per la salute. Il mio riferimento era quindi a un principio "di naturalità" che in effetti andrebbe approfondito, ma che, almeno per come è chiaro nella mia idea, è applicabile nella maggioranza dei casi (dei prodotti e delle persone).
- sia lontano dal prodotto naturale a cui il nostro corpo è "abituato" da millenni, con conseguenze non conosciute (magari non fa niente, ma magari no...)
questo argomento non ha senso, per diversi ordini di motivi. innanzitutto le peggiori droghe e i più potenti veleni conosciuti dall'uomo sono sostanze prodotte da animali, piante, batteri, funghi.. dire che una cosa ci fa bene perché la sua presenza è riscontrabile in natura, o perché viene estratta o prodotta da organismi viventi, è un'affermazione veramente azzardata.
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Mai detto questo.
La mela a cui siamo "abituati" è quella che cresce "in natura", non quella che è stata modificata geneticamente inserendo, tramite magari un bel virus, un gene "nuovo" (magari pure proveniente dal mondo animale e manco dal vegetale). Come sopra, mi riferisco a "cose" che in natura esistono e sono perfettamente edibili.
in secondo luogo, io non vedo cosa ci sia di più naturale di un atomo. (possono fare eccezione i nuclei instabili sintetizzati dall'uomo, ma vorrei sapere chi di noi ne ha mai incontrato uno in vita sua). e se è naturale un atomo, e sono naturali gli aggregati di atomi, non capisco perché quando li aggrega un vitello con il suo apparato digerente il prodotto è ancora naturale, mentre quando li aggrego io con le mani (o aiutandomi con una spatola fatta di atomi metallici, e pertanto naturale almeno quanto me) il prodotto non è più naturale. Ragnaz, la 'naturalezza' di un alimento è qualcosa che non è mai stata definita con rigore, e che non è misurabile, e pertanto non ha senso parlarne. è un preconcetto, 'naturale' è l'idea che tu hai di qualcosa, ma non garantisce nulla sulle proprietà di questo qualcosa. di classi di motivi ce ne sarebbero ancora altre, ma mi fermo qua perché mi inoltrerei su terreni di cui non sono padrone
Citando un post dello spartano, studi dimostravano che le proteine possono sì diminuire il calcio nelle ossa (se ne magnamo troppe), ma ciò non avviene (o avviene in misura minore) se le ingeriamo tramite della "sana" carne nella quale è compreso anche il fosforo (se ricordo bene) che tampona il problema.
Quindi meglio una bistecca (in genere) che non 30g di prot in polvere (contro cui non ho nulla eh, ma bisogna essere ben informati)
- sostanze aggiunte, come conservanti, coloranti, esaltatori di sapidità, etc.etc.etc. (e si trovano in etichetta, almeno quelli, ma bisogna anche sapere cosa cercare)
assolutamente d'accordo nel valutare in funzione degli ingredienti
- caratteristiche che in etichetta non sono indicate (per es. se un prodotto è fatto anche con ingredienti che derivano da una materia prima ogm, non sempre in etichetta è indicato - ora non ricordo un esempio, ma lo leggevo poco tempo fa)
a prescindere dall'etichetta, se il fatto che siano ogm ha effetti misurabili, ancora una volta stiamo valutando in funzione delle proprietà e della composizione (io di queste parlavo, non necessariamente di etichetta, il mio era un discorso generale sulla naturalità), mentre se non hanno un effetto rilevabile sperimentalmente, siamo di nuovo nel preconcetto e non vale la pena tenerne conto
inoltre il mondo è pieno di funghi velenosi, non ogm e non processati, senza che le tossine siano elencate in etichetta. o vogliamo parlare del rìcino, dai cui semi la spremitura allontana (causa virtuale insolubilità) una sostanza velenosissima? ancora, si trovano esempi in ambo le direzioni, per cui la lavorazione non è un parametro. le caratteristiche del cibo lo sono.
Io, perciò, preferisco stare lontano il più possibile (spesso ovviamente non si riesce) da prodotti molto molto elaborati.
Anche perchè, il più delle volte, le alternative esistono eccome.
mi spiace per prima, non volevo offenderti, davvero. però questa storia della naturalità è davvero una piaga da eradicare dalla mente di chiunque. e questa non è una mia opinione: mi sto arrogando il diritto di parlare in nome della scienza
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La scienza spesso sbaglia, per cui meglio parlare in nome della salute.
Per la salute, preferisco ingerire un alimento più vicino possibile alla sua "naturalità". Ovviamente, come dicevo prima, parlando di alimenti "naturalmente" edibili.
Ma anche venendo al latte, che necessita della pastorizzazione (per es.), lo preferisco intero e non scremato o simili.
Avrei dovuto fin dall'inizio specificare che mi riferivo ad alimenti, e non a qualunque "cosa" presente in natura.