Consiglio di valutare sempre i rischi connessi allo scenario più probabile, in base al luogo di lavoro.
Definire i dispositivi di autoprotezione come violenza, è a mio avviso l'anticamera dei guai.
Infatti
il tuo collega è vivo soltanto per caso, il suo aggressore non era in grado di usare il coltello in maniera non dico efficente, ma almeno utile allo scopo per cui l'ha estratto.
Tu hai rischiato di contrarre malattie venree, intervenendo sulla mano armata del cliente.
Lo spray al peperoncino di tipo approvato (ovvero libera vendita),
non è arma, quindi l'utilizzo dello stesso non può essere commisurato a violenza, proprio in virtù del fatto che l'aggressore impugna armi da taglio (Art.52 del C.P.) quindi se tu spruzzi in faccia e quello crolla urlando come un maiale allo scannatoio, non hai commesso reato, ti sei difeso (Art. 54 del C.P.) causando danniminimi rispetto a quelli che hai rischiato di ricevere.
Alcuni che hanno riposto dopo di me, pare non sappiano i rudimenti basilari della DP, passi pure per gli allievi, che imparano solo quello che gli si insegna, ma ciò è intollerabile per degli eventuali istruttori.
Quello che hanno subito nella loro vecchia quotidianità i clienti, "sopravvissuti" dei quali sei chiamato ad avere cura, e che esemplifichi chiaramente, motiva oltre ogni ragionevole dubbio sia la risolutezza dell'intervento che propongo, sia
l'apparente violenza che devi esprimere in fase finale.
Scatenare una rissa e cavarsela "solo" con gli occhi, il naso e la bocca che bruciano terribilmente, ed al massimo un paio di ecchimosi sugli addominali, proprio in virtù di ciò che per loro è normale vita quotidiana in pari situazione, nel luogo dal quale scapparono.
Per quello che ha fatto, il tuo cliente a casa sua sarebbe stato duramente pestato con manganelli in hickory o più facilmente con il calcio del fucile, caricato in un furgone, rinchiuso nell'equipollente di un Commissariato di polizia, pestato lungamente e duramente a sangue.
Presumibile che avrebbe riportato lesioni forse gravi, ammesso che non lo ammazzino subito come un cane, per il solo fatto di aver opposto resistenza a mano armata.
Disgraziatamente, troppe persone fuggite da situazioni similari a quelle del tuo cliente, sono abituate a scene di violenza quotidiana, che per noi sono inimmaginabili anche in tempo di guerra.
Angel, un mio conoscente Nigeriano, miha detto che da loro, la polizia prima spara ad altezza uomo, dopo, forse, farà delle domande.
Mi ha detto che i familiari dei fermati dalle FF.OO. si disperano, sapendo che non è garantita la loro sopravvivenza fin tanto che non saranno di nuovo a piede libero, figurarsi la loro salute fisica.
Mi ha giurato sulla Bibbia (è Cristiano, motivo per cui ha preso moglie e figlio scappando subito), che quella che per noi è una lite con estremi per denunce con pesanti capi d'accusa, per loro è meno di un litigio tra bambini.
La da loro, il normale litigio prede la possibile morte di uno o più persone, la comparsa di coltelli o machete è ordinaria amministrazione, qualcuno che lancia una bottiglia a chi è disarmato, ovvio intervento, si tratta di parificare immediatamente i conti, prima che si mettano di mezzo le famiglie.
Se una famiglia si mette di mezzo, scatta la faida, se sono famiglie ditribù o quartieri diversi, scatta la faida tra i due gruppi sociali, quindi è interesse di tutti che la cosa finisca subito, possibilmente nel sangue.
Per altri stranieri, una Cecena di cui ho fiducia, mi garantisce che, ai bambini di circa 10 anni, è consuetudine regalare un coltello, di solito propietà del nonno, che lo ricevette dal suo nonno.
Questo verrà sostituito con un "coltello da uomo" quando il giuovane sarà cresciuto.
Vai vai, avvicinati al Ceceno ubriaco con l'amore che vuole sollevare dalla sofferenza l'anima in pena, però non lamentarti se verrai riciclato come spezatino.
Natasha una mia allieva Ucraina, ha confermato la versione della Cecena, avendo avuto un paio compagni Ceceni, nella sua "squadra volontaria di studenti lavoratori" ( fine anni '70, pre caduta del muro) nella quale tutti gli studenti erano
liberamente obbligati ad iscriversi, per ringraziare la Patria dei collegi di primissimo livello, totalmente gratuiti per tutti.
Mi ha detto che quando arrivò in Italia, rimase un pò delusa dalle università che vide, le pensava più avanzate, in URSS erano sorte di piccoli paesi quasi autonomi.
Vabbè, dissertazioni a parte, non ho intenzione di insegnarti nulla, del resto non sei mio allievo, quindi non ne ho titolo, ma se non sei rispettabile secondo i loro standard, non ti rispetteranno mai.
Come l'Irakeno che, posteggiato in divieto di sosta, è stato
informato dalla vigilessa che non poteva stare li, altrimenti avrebbe preso la multa.
Spostò la macchina, subito dopo aver dato diversi ceffoni alla vigilessa, perchè come disse ai Carabinieri, nella sua cultura ricevere ordini da una donna è una cosa intollerabile, la donna non deve quasi nemmeno osare chiedere, figurarsi "pretendere" o peggio "ordinare".
buon lavoro.