Kata e kumite due mondi diversi

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Re:Kata e kumite due mondi diversi
« Reply #30 on: December 28, 2011, 22:14:48 pm »
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Dunque, innanzi tutto non mi pare di aver mai scritto che oi tsuki e gedan barai sono fuffa. Potrebbe anche essere un kata fatto con le tecniche delle MMA, il discorso sarebbe uguale.
e non mi sembra di averti puntato il dito contro  :dis:
Non l'ho pensato, ma hai confutato un'affermazione che non è stata scritta, e ci tenevo a sottolinearlo per non far pensare che io stia screditando il Karate :) Parliamo di uno strumento specifico: il kata.

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Il kata non è shadow boxing perchè in quest'ultima non c'è uno schema fisso (qui sì che si fa versatilità). Per fare shadow boxing col Karate si fa shadow boxing con le tecniche del Karate.
infatti ho precisato che non mi riferivo alla shadowboxing,ma ad un altro esercizio
Mi era sfuggito. Che esercizio è? Ma lo fanno davvero?

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Il kata non è forme a vuoto della Boxe, perchè queste riprendono esattamente le tecniche che si usano in combattimento quali che siano, e non sono mai lunghe.]
nel karate dovrebbe essere lo stesso. Estremizzare il gesto tecnico e in questo caso la posizione a poco a che vedere col karate.
Dovrebbe, infatti...

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Non c'è scritto da nessuna parte che il kihon sia sempre avanti e indietro

e non c'è scritto da nessuna parte che allunghi impossibili rappresentino il karate
Infatti non parliamo del Karate nel complesso ma del kata.

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Il bunkai (e le conseguenti applicazioni di DP) non giustifica da solo l'esistenza del kata, si possono eseguire e studiare le applicazioni, senza mettere in fila le tecniche nello stesso ordine, come fanno nel KM.
infatti ne ho parlato come di un "di più" all'interno del kata
Sì, ma un di più a che cosa? Cosa di insostituibile ti da il kata? Cosa manca a chi non lo fa?

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Oltretutto vorrei fare notare che nel Ken Jutsu, un'arte davvero studiata per e testata in guerra, dove i combattimenti potevano esaurirsi in un battito di ciglia con la morte di uno dei contendenti e dove si studia l'arte di colpire d'improvviso da una posizione di riposo (Iaido), la guardia, anzi le guardie, c'erano (e ci sono ancora) e vengono studiate attentamente.

Tutto ciò dovrebbe far nascere qualche dubbio riguardo le convinzioni che siccome ci prepariamo a combattere per strada la guardia non serve... :whistle:

è stato scritto da qualche parte  ???
Che la guardia "è per le gare", in relazione al fatto che nel kata non c'è, è stato scritto spesso :=) non da te che io ricordi comunque.

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per riprendere il kenjutsu, una guardia con yoroi incorporato è diversa da una a corpo libero.
Meglio contestualizzare no?  :whistle:


ciao
Certo, ma una guardia si studia sempre.

Ciao ciao :) :)
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Re:Kata e kumite due mondi diversi
« Reply #31 on: December 28, 2011, 22:33:34 pm »
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Il bunkai (e le conseguenti applicazioni di DP) non giustifica da solo l'esistenza del kata, si possono eseguire e studiare le applicazioni, senza mettere in fila le tecniche nello stesso ordine, come fanno nel KM.




esatto, ma così, per gioco, come giustificheresti la creazione e l'esistenza del kata?

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Offline Barvo Iommi

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Re:Kata e kumite due mondi diversi
« Reply #32 on: December 28, 2011, 22:38:58 pm »
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iommi non mi riferivo alla shadowboxing e oltretutto ho precisato che si applica il principio al proprio stile  :dis:


p.s.
nel pugilato ognuno ha la propria guardia (che tiene conto  di pugni dalla fascia in su.)
e allora non ho capito quale è questo esercizio che ricorda i kata ???

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Offline Dipper

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Re:Kata e kumite due mondi diversi
« Reply #33 on: December 28, 2011, 22:42:30 pm »
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Il bunkai (e le conseguenti applicazioni di DP) non giustifica da solo l'esistenza del kata, si possono eseguire e studiare le applicazioni, senza mettere in fila le tecniche nello stesso ordine, come fanno nel KM.
esatto, ma così, per gioco, come giustificheresti la creazione e l'esistenza del kata?
Meditazione, respirazione, perfezione formale (perchè il kata è una forma) come mezzo per raggiungere particolari stati mentali. Per certi versi anche quello che spesso viene definito "struttura" se pensiamo al Sanchin ad esempio.
Ne parlavo pochi giorni addietro nel topic sui rentan gata.
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Offline Ethan

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Re:Kata e kumite due mondi diversi
« Reply #34 on: December 28, 2011, 22:49:31 pm »
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Mi era sfuggito. Che esercizio è? Ma lo fanno davvero?
non so se abbia un nome specifico o se la facciano in molti,ma per quella che è la mia esperienza si fa.


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Sì, ma un di più a che cosa? Cosa di insostituibile ti da il kata? Cosa manca a chi non lo fa?
Non ho parlato di insostituibile,ma di aspetto didattico e tipologia d'allenamento che fa parte del karate,piaccia o non piaccia.
Cosa manca a chi non lo fa? non esistono regole, la legge dei grandi numeri non ha senso nelle am per quanto mi riguarda.
Il problema è capire cosa si vuole trarre dalla pratica del karate.
Il kata è come un manuale da consultare  e un circuito per allenarsi....un maxibon

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Certo, ma una guardia si studia sempre
anche più di una, ma bisogna registrarle per dargli senso e ,secondo me, non considerarle in maniera statica.





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Offline Dipper

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Re:Kata e kumite due mondi diversi
« Reply #35 on: December 28, 2011, 23:00:47 pm »
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Mi era sfuggito. Che esercizio è? Ma lo fanno davvero?
non so se abbia un nome specifico o se la facciano in molti,ma per quella che è la mia esperienza si fa.
Chiederò a Nihito.

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Sì, ma un di più a che cosa? Cosa di insostituibile ti da il kata? Cosa manca a chi non lo fa?
Non ho parlato di insostituibile,ma di aspetto didattico e tipologia d'allenamento che fa parte del karate,piaccia o non piaccia.
Cosa manca a chi non lo fa? non esistono regole, la legge dei grandi numeri non ha senso nelle am per quanto mi riguarda.
Senza offesa, ma ho l'impressione che tu stia evadendo la domanda :sbav:

Il problema è capire cosa si vuole trarre dalla pratica del karate.
Il kata è come un manuale da consultare  e un circuito per allenarsi....un maxibon
Non mi addentro su questo perchè abbiamo già visto come sia vetusto per entrambe le due funzioni.

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Certo, ma una guardia si studia sempre
anche più di una, ma bisogna registrarle per dargli senso e ,secondo me, non considerarle in maniera statica.
Dunque il kata che è statico per definizione poco ci azzecca...
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Re:Kata e kumite due mondi diversi
« Reply #36 on: December 28, 2011, 23:03:10 pm »
0
perfezione formale di cosa?

non stò menando il can per l'aia eh, ci stò riflettendo anche io :)

se non sbaglio la perfezione formale dovrebbe riprodurre ciò che è in natura il più fedelmente possibile ed in modo essenziale, nell'ikebana credo che sia così (vecchi ricordi di cà foscari), qui si parla di perfezione formale di una cosa che poi in natura viene fatta in modo molto diverso.
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Re:Kata e kumite due mondi diversi
« Reply #37 on: December 28, 2011, 23:04:31 pm »
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secondo me riguarda anche il fatto di onorare una tradizione

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Offline Ethan

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Re:Kata e kumite due mondi diversi
« Reply #38 on: December 28, 2011, 23:09:13 pm »
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Chiederò a Nihito.
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Senza offesa, ma ho l'impressione che tu stia evadendo la domanda
??? perchè mai  ???
le am non sono una scienza esatta ed ogni caso è unico, come faccio a dirti cosa manca a tizio o a caio se non so nulla di lui ed eventualmente il suo approccio ed i suoi obiettivi?
il tyson di turno sarebbe stato un mostro anche facendo wc.....no aspè non esageriamo  :spruzz:

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Non mi addentro su questo perchè abbiamo già visto come sia vetusto per entrambe le due funzioni
why?


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Dunque il kata che è statico per definizione poco ci azzecca...
si parlava di guardie  :sbav:
« Last Edit: December 28, 2011, 23:11:56 pm by ἥρως גיבור »

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Offline Bingo Bongo

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Re:Kata e kumite due mondi diversi
« Reply #39 on: December 28, 2011, 23:30:10 pm »
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Dico la mia premettendo che lo faccio intromettendomi in una sezione che non è di mia competenza perché conosco poco le discipline japan a parte l'Aikido.

Parlo prima delle forme negli stili cinesi e nel viet vo dao:
facevamo un'ora e mezza di forme e poi ci mettevamo i guantoni e facevamo una specie di full contact con postura e impostazione completamente diversa da quella allenata durante le forme.
Ora, le forme sono l'aspetto formale del combattimento. Nel praticarle ci dovrebbero essere diverse fasi: apprendere i principi dello stile che dovrebbero essere comun denominatore nelle forme. Apprendere la corretta respirazione e aumentare la conoscenza del nostro corpo nell'eseguire le tecniche senza doversi preoccupare di essere uccisi. Il "poterlo fare nudi in una stanza vuota".
Quando siamo una cosa sola con la forma allora la forma stessa assume un'ulteriore significato che è il combattimento contro un nemico immaginario. Questo punto è fondamentale e non è semplice. Non lo è perché a questo livello la forma va interpretata anima e corpo. Adesso bisogna dare corpo alla forma. Adesso chi ci guarda deve avere la netta impressione che stiamo realmente combattento contro uno o più avversari. Avversari immaginari ai quali rompo ossa, avversari che proietto, che uccido con un unico definitivo colpo. Io lo trovo divertente e per niente facile. Ci vuole espressività. Attori, ma con consistenza.
Da questo punto di vista per me la forma è una grande cosa. Per il novizio non c'è rottura di palle più grande che fare la forma.

Parlo adesso di quando facevo pugilato col mio maestro:
ricordo tanti esercizi con il metronomo. Sequenze a vuoto di combinazioni prestabilite e libere. Montanti tirati a vuoto a pochi centimetri dal muro. colpi tirati avanzando avanti indietro. Colpi tirati saltellando leggiadri da un punto a un altro del ring. Tanti esercizi a vuoto. E sinceramente penso che il percorso abbia molto in comune con le forme: principi, respirazione, conoscenza, interpretazione.

Con le opportune differenze fra il pugilato e il kung fu che spero di non dover elencare...


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Offline Dipper

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Re:Kata e kumite due mondi diversi
« Reply #40 on: December 28, 2011, 23:39:32 pm »
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perfezione formale di cosa?

non stò menando il can per l'aia eh, ci stò riflettendo anche io :)

se non sbaglio la perfezione formale dovrebbe riprodurre ciò che è in natura il più fedelmente possibile ed in modo essenziale, nell'ikebana credo che sia così (vecchi ricordi di cà foscari), qui si parla di perfezione formale di una cosa che poi in natura viene fatta in modo molto diverso.
No, no, sono riflessioni importanti se vogliamo capire quello che stiamo facendo.
Secondo me la perfezione formale è fine a se' stessa ed è un mezzo. Nessun segreto, nessuna decriptazione, quello che c'è da sapere è lì.
Non è importante cosa fai di perfetto, ma che tu lo faccia perfetto. Anche nel Chado si effettuano operazioni fondamentalmente inutili per buttare giù un cazzo di tè, ma quel cerimoniale ti fa vibrare lo spirito. Ovviamente il maccha è fantastico poi... ;)

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D'accordo, ma vorrei approfondire...
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Senza offesa, ma ho l'impressione che tu stia evadendo la domanda
??? perchè mai  ???
Beh, perchè ho fatto una domanda precisa "a cosa serve" e tu hai risposto "non si può generalizzare, che è parte del Karate, insostituibile" senza dirmi per cosa però.

le am non sono una scienza esatta ed ogni caso è unico, come faccio a dirti cosa manca a tizio o a caio se non so nulla di lui ed eventualmente il suo approccio ed i suoi obiettivi?
il tyson di turno sarebbe stato un mostro anche facendo wc.....no aspè non esageriamo  :spruzz:
:D :D

Sì, ma non stiamo parlando di Tizio o Caio, bensì di cosa potrebbe apportare kata, quale necessità sopperisce.
Qualunque esercizio faccio io, dal kihon ai piegamenti sono in grado di dirti perchè lo faccio e a cosa serve, e se per caso non lo so, ti dico che non lo so :ohi:

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Non mi addentro su questo perchè abbiamo già visto come sia vetusto per entrambe le due funzioni
why?
Perchè i manuali esistono ora in formato cartaceo ed elettronico, molte discipline vengono tramandate da secoli anche senza, e per ogni qualità che vuoi allenare sono stati sviluppati metodi più efficienti, dalla forza alla velocità all'equilibrio alla resisitenza.
Allenare un po' di tutto insieme si è dimostrato sperimentalmente che non è efficiente.

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Dunque il kata che è statico per definizione poco ci azzecca...
si parlava di guardie  :sbav:
... e della possibile spiegazione per cui nel kata, che dovrebbe riproporre il combattimento, mancano.
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Re:Kata e kumite due mondi diversi
« Reply #41 on: December 28, 2011, 23:40:27 pm »
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secondo me riguarda anche il fatto di onorare una tradizione
Sicuramente, ma sposta il quesito solo più indietro nel tempo. Perchè è nata e si è sviluppata così? :)
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Re:Kata e kumite due mondi diversi
« Reply #42 on: December 29, 2011, 00:28:37 am »
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ryu-chan, mi sono appena pippato una cerimonia di chado sul tubo, l'ho trovata molto efficace ed essenziale, non ho visto movimenti inutili, magari eleganti, ma non inutili, ogni movimento con un significato educativo (tipo piegare il fazzoletto più volte per prendere il coperchio e non scottarsi, comunque devo rifletterci.
così a caldo ho pensato che almeno interagisci con gli strumenti e mi ha fatto venire in mente questo come similitudine, nel quale c'è il cerimoniale come studio di perfezione, essenzialità ecc.

http://youtu.be/YOcVfmmMBLY
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Re:Kata e kumite due mondi diversi
« Reply #43 on: December 29, 2011, 09:20:09 am »
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Quello che tu posti è un bellissimo esempio di kata da combattimento secondo il metodo tradizionale nipponico, con la necessaria interazione tori - uke, senza la previsione di proiezioni a solo dunque, e, guarda guarda, con le tecniche che in combattimento si riproducono proprio tali e quali.
Questo kata sì insegna a combattere.
Solo che nel Karate il corrispondente non si chiama kata ma kihon kumite o yakusoku kumite, probabilmente per distinguere questa pratica dall'esecuzione a vuoto di una sequenza di tecniche lunga e prestabilita, eredità prettamente cinese.

Effettivamente se chiamassimo quello che posti "kata", come nelle discipline giapponesi più pure, e ci dimenticassimo dei kata a solo, avremmo risolto tutti i problemi.

Tuttavia io credo che l'esecuzione del kata (nell'accezione karatekese) possa trovare il suo posto (limitato) nella pratica proprio per quella caratteristica di esecuzione in solitario, slegata dal concetto di efficacia e di interazione, proprio come lavoro di introspezione, quindi in realtà lo vedo proprio al contrario rispetto a come viene concepito di solito.
Sto maturando l'idea che il gesto fine a se' stesso così paventato dai karateka che vorrebbero riconoscere al kata un ruolo "attivo" nella formazione al combattimento, sia invece un ottimo strumento per imparare a trascendere l'attaccamento al risultato e ottenere quella sensazione di benessere che delle tre K solo il kata ci può dare, che ci impedisce di buttarlo via (e che d'altra parte trae in errore nella sopravvalutazione delle sue qualità allenanti).

Ritengo che possa ben legarsi in analogia alle cerimonie preparatorie ad esempio del tè o della calligrafia. Sì, sicuramente per ogni gesto si può trovare l'utilità sforzandosi, anche se io ti chiederei allora  a che serve osservare attentamente una ciotola che hai già utilizzato decine di volte prima di versarci il tè, o se non basterebbe buttare l'acqua nel pentolino e farla bollire come fai ogni mattina, invece di "perderci" decine di minuti.
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Re:Kata e kumite due mondi diversi
« Reply #44 on: December 29, 2011, 09:24:46 am »
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D'accordo, ma vorrei approfondire...
approfondisci

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Beh, perchè ho fatto una domanda precisa "a cosa serve" e tu hai risposto "non si può generalizzare, che è parte del Karate, insostituibile" senza dirmi per cosa però.
veramente fino a prova contraria ho scritto questo
Non ho parlato di insostituibile,ma di aspetto didattico e tipologia d'allenamento che fa parte del karate,piaccia o non piaccia

Il kata è come un manuale da consultare  e un circuito per allenarsi....un maxibon


la risposta è stata data,se non piace non posso farci niente

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Sì, ma non stiamo parlando di Tizio o Caio, bensì di cosa potrebbe apportare kata, quale necessità sopperisce.
Qualunque esercizio faccio io, dal kihon ai piegamenti sono in grado di dirti perchè lo faccio e a cosa serve, e se per caso non lo so, ti dico che non lo so :ohi:
perchè fai kihon? a cosa serve? è indispensabile?


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Perchè i manuali esistono ora in formato cartaceo ed elettronico, molte discipline vengono tramandate da secoli anche senza, e per ogni qualità che vuoi allenare sono stati sviluppati metodi più efficienti, dalla forza alla velocità all'equilibrio alla resisitenza.
Allenare un po' di tutto insieme si è dimostrato sperimentalmente che non è efficiente.
C'è una bella differenza tra l'avere un pezzo di carta e un "manuale" istantaneo dove da subito ti sporchi le mani.
ça va sans dire che a questo punto mettiamo in discussione il kihon,così come è strutturato non è il massimo, mettiamo in discussione il kumite,così come è strutturato è pieno di lacune, mettiamo in discussione l'aspetto tecnico ( esistono lacune ),mettiamo in discussione il gi e la tradizione (a che servono ? che beneficio mi apportano?).
A ragionare in questo modo del karate non resta niente,solo il nome.
Allenare tutto insieme non è efficente....allora non lo è nemmeno il kihon dato che parliamo sempre di sequenze tecniche

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e della possibile spiegazione per cui nel kata, che dovrebbe riproporre il combattimento, mancano.
ripeto:chi l'ha detto? al limite simulacro di combattimento.
A sto punto separa le discussioni perchè altrimenti diventa puerile.

Il problema ryujin è che se per ogni cosa trovi che altrove si faccia meglio cambia pratica.
Non mi diventare come qualche sbarbatello frustrato che propina risposte facili e crede di aver fatto chissà quali rivoluzioni marziali...peggio dei cazzari  :thsit:

p.s.
questo thread mi sa tanto di dejà vu
« Last Edit: December 29, 2011, 09:30:43 am by ἥρως גיבור »